e-FARCORO 2-2010

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Farcoro - didattica 2

Tradizione ed avanguardia nella musica sacra corale di Liszt Ferenc di Giovanni Acciai (*)

I

n una lunga lettera da Roma dell’8 ottobre 1862, Liszt Ferenc cosí scriveva al critico musicale della Neue Zeitschrift für Musik di Lipsia, Karl Franz Brendel: «dopo aver assolto in Germania, a grandi linee e per quanto possibile, il compito sinfonico che mi ero prefissato, voglio ora assolvere quello di compositore di musica vocale religiosa». In realtà un certo interesse nei confronti della musica corale sacra il compositore ungherese lo aveva già fermamente manifestato durante i sedici anni (1842-1858) che aveva trascorso a Weimar come maestro di cappella della corte granducale. Qui aveva composto una Messa per voci virili (1848), una Missa solemnis zur Einnweilung der Basilika in Gran («Messa solenne per la consacrazione della basilica di Esztergom»), per soli (S.C.T.B.), coro e orchestra, eseguita il 31 agosto 1856; il Salmo XIII «Herr wie lange», per tenore solista, coro (in seguito adattato per solo coro virile) e orchestra (6 dicembre 1855) e aveva incominciato a lavorare a due vasti affreschi sinfonico-corali: Die Legende von der heiligen Elizabeth («La leggenda della santa Elisabetta») per soprano, contralto, tre baritoni, basso solisti, coro, organo e orchestra e Christus, per soprano, mezzosoprano, tenore, baritono e basso solisti, coro, organo e orchestra. Ma sarà a Roma che la musica religiosa di Liszt conoscerà il punto piú alto del suo percorso artistico, allorquando queste due opere verranno completate e vedranno la luce molti altri lavori alcuni dei quali di dimensioni minori ma pur sem-

pre interessanti, per diverse formazioni corali e destinati al servizio liturgico,1 tra cui meritano di essere ricordati il Cantico del sol di San Francesco d’Assisi, per baritono solista, coro maschile, organo e orchestra (Roma, 1862); la Missa Choralis (1865), per coro (SATB) e organo, il Requiem per due tenori e due bassi solisti, coro di voci virili, organo, ottoni ad libitum (1867); la Messa per l’incoronazione a re di Ungheria dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria, per soprano, contralto, tenore, basso solisti, coro e orchestra, eseguita a Budapest l’8 giugno 1867, la Via crucis (1878-79), per voci sole, coro, organo o pianoforte, su testo della principessa polacca Carolyne Iwanowska:2 un esempio significativo della concezione lisztiana in materia di musica sacra e della ricerca di vie nuove sul piano della forma, dello stile, del linguaggio, dell’emancipazione armonica. Il soggiorno romano di Liszt (1861-1869) segna dunque una svolta importante per quanto attiene l’incremento della composizione musicale religiosa. Coerente con la sua personalità poliedrica e irrequieta che lo portava a una continua ricerca del 1. Il catalogo delle opere di musica sacra di Liszt enumera ottantatre titoli. 2. La Iwanowska (1819-1887) era la moglie separata del principe russo Sayn-Wittgenstein. Liszt la conobbe nel 1847 a Kiev e intratenne con lei una relazione sentimentale che durò fin quasi agli ultimi anni della sua vita. La principessa, donna coltissima e dotata di forte carattere, esercitò un’importante influenza sulla personalità e sulla vena ispirativa del musicista ungherese.

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