SOAP 1/2021 - CAMPUS FANDANGO CLUB

SPEAKER'S CORNER

Immersi in una nuova era, in cui digital e live si amplificano a vicenda e le vendite prendono il volo.

Come gli esports rappresentano il contesto privilegiato delle più evolute campagne di marketing e comunicazione.

Irene Grandi: tra musica e yoga, incontro di passioni alla ricerca del benessere.

Soap ci riporta a Londra, all’inizio del XIX secolo, dove chiunque volesse rivolgersi ad una folla saliva su una soapbox, una scatola di legno originariamente destinata a contenere e trasportare sapone, per dare voce alle proprie opinioni.

Soap è una piattaforma da cui guardare con sicurezza al futuro.

Soap è lo speaker’s corner che tutti vorrebbero avere.

Soap è il magazine di Campus Fandango Club, un luogo privilegiato dove raccontiamo storie.

Hanno lavorato alla creazione di questo numero:

Andrea Dal Pozzo, Carola Rossi, Fabrizio Savorani, Federica Cagnoni, Laura Zanetti, Marina Spironetti, Silvia Dorigo.

E ringraziamo:

Dabass Milano, Ottobiano Motorsport Stampa:

Lam S.r.l., Via Edison, 45, 20100 Marcallo con Casone (MI)

Via del Commercio 42, 20090 Buccinasco (MI) www.fandango-club.com

Soap è il magazine di Campus Fandango Club e risponde al desiderio di comunicare il nostro mercato, provando a rendere semplice un sistema complesso.

E dentro questo sistema, c’è la pop culture nel suo momento attuale, nella sua evoluzione futura, nelle sue tendenze che proveremo a trasformare in eventi e momenti memorabili.

E poi c’è il Campus, con il suo know-how, fatto di competenze, tecnologie, asset, e il desiderio forte di fare comunicazione in modo innovativo e di essere una branded entertainment company.

Ma da un punto di vista più personale, Soap racconta ciò che siamo veramente: esploratori di sogni.

E, in quanto tali, siamo gente coraggiosa, che cambia con l’autentica naturalezza di un camaleonte, pur restando sempre fedele ai propri valori.

Come ogni pioniere, ogni tanto torniamo a casa, al Campus, dove ci aspettano gli amici, dove pianifichiamo le prossime sfide o stringiamo nuove alleanze.

Allora, ecco che Soap è anche questo: la storia di una visione condivisa raccontata salendo su una scatola di sapone rovesciata.

Buona lettura, my soapy friends!

— Marco Moretti

INTERVIEW

SPOTLIGHT

Stories.

The Discovery Way - PAG. 18

Immersi in una nuova ERA

INSIDE

- PAG. 04

A touch of umans

L'evento di una generazione, diventa grande - PAG. 10

INTERVIEW

THINK BIG

- PAG. 20

Canestro dopo canestro, l’esport vincerà la partita - PAG. 22

4

CAMPUS CAFÈ

- PAG. 28

- PAG. 34

CAMPUS CAFÈ

THINK BIG

PLUG-Mi esperienza urbana tra street art, design, moda e tanto altro

Passione e unicità per ridisegnare il futuro

Un incontro di passioni

L’autentica naturalezza del camaleonte - PAG. 30 TASTE

INTERVIEW

- PAG. 40

Taste of the world - PAG. 44

5

Immersi in una nuova ERA Michele Arlotta, uno psicologo e l’arte di vendere le vendite dei clienti Foto di Marina Spironetti

6

INTERVIEW

Se tu fossi un brand, come ti racconteresti?

Brand Identity, Brand Reputation, Brand Awareness, Brand Image: parole e concetti altisonanti che riguardano solo i grandi marchi? Io credo di no. Io credo, anzi, che si tratti di tematiche che riguardano tutti e che tutti dovrebbero prendere in considerazione. Non solo le aziende, ma anche le persone.

Se poi, per esempio, io dovessi raccontare me stesso come un brand, partirei, senza dubbio, dall’aspetto per me più accattivante ed affascinante: la brand awareness o, detto in altre parole, la notorietà.

Perché, tra tutti i fattori, proprio la brand awareness?

Essenzialmente per un vantaggio estetico: mi piace raccogliere la sfida di portare un marchio ad essere la prima alternativa del proprio pubblico e vedere, di riflesso, crescere le vendite.

La notorietà, infatti, è l’aspetto misurabile di un brand e diventa, per me, indice della correttezza della strategia disegnata per un cliente.

Quali sono, secondo te, le parole chiave per un progetto di successo?

Prima che le luci della ribalta si accendano, c’è un momento di silenzio, dove faccio spazio a ciò che l’azienda vuole raccontare di sé, dei propri tratti distintivi, di ciò che è e vorrebbe essere.

Essendo laureato in psicologia, sono indubbiamente facilitato e amo molto questa fase un po’ introspettiva nella quale raccolgo tutti gli elementi su cui lavorerò per tracciare una rotta che porti al pubblico il valore racchiuso in un marchio. Un valore che è, poi, il vero punto di incontro tra l’azienda e il target a cui si rivolge e di cui le vendite sono la conseguenza più pratica.

Per continuare, dopo il momento dell’ascolto, c’è un tempo in cui si lavora dietro le quinte e, in questa fase, per me, tre sono le parole chiave: creatività, coerenza e affidabilità.

7

La creatività è una dote che mi appartiene e che sposo con la coerenza rispetto al contesto reale ed al supporto utilizzato. In questo modo riesco a fornire, in un linguaggio aderente allo strumento usato, letture sempre diverse dei trend del momento o delle innumerevoli ricorrenze storiche - e non - che il mondo digitale ci ha messo a disposizione.

Creatività e coerenza si mischiano poi all’affidabilità che mi caratterizza: sono un commerciale e mi piace avere un obiettivo. Questa qualità non mi consente di fare operazioni fine a sé stesse pur di portarmi a casa tanto. Il mio lavoro parte dall’ascolto per arrivare ad un risultato misurabile in modo scientifico. Questo, per me, è un fattore irrinunciabile.

Cosa è irrinunciabile per un’azienda e quali sono i valori su cui fare leva in questo momento?

Dal mio punto di vista, alla reputation! Certo, la reputazione varia al variare delle epoche, ma nessuno può rinunciare a gestirne i diversi aspetti, perché, secondo me, chi non lo fa rischia di morire.

In questo momento storico, per costruire la propria reputation, ovvero la considerazione favorevole che il pubblico accorda ad un brand, le aziende stanno lavorando principalmente su tre valori: sostenibilità ambientale, inclusione e diversità, empowerment femminile.

In particolare, l’empowerment femminile è per me un fattore fondamentale, perché è indubbio che le donne abbiano una marcia in più: da un punto di vista sociale hanno una fortissima sensibilità, unita ad una grande competenza organizzativa e ad una notevole capacità di prioritizzare. Avere delle donne in team è un grande valore!

Sicuramente, si tratta di valori di cui si parla da tempo e, per me, la vera sfida non è trovarne di nuovi, ma raccontarli in modo sempre fresco.

Come faccio? Come ho già detto: partendo dal contesto creo una nuova narrazione che agganci il target a cui il brand si riferisce con un linguaggio specifico in relazione al supporto utilizzato.

Quali sono le opportunità e le sfide della nuova ERA? Per utilizzare una frase che fa un po’ anni ’80, trovando un modo sempre nuovo di raccontare i valori aziendali ed i prodotti delle aziende, io vendo le vendite dei clienti e ripristino il ciclo di vita di un brand restituendogli quella distintività, che lo rende riconoscibile e familiare agli occhi dei consumatori.

Ovviamente le sfide non finiscono qui. Ad esempio, rispetto ai bambini ed agli adolescenti, mi interrogo spesso su come sia necessario porsi, quale linguaggio utilizzare, quale strumento favorire. Fin dove è possibile spingersi e come si adatta il messaggio alla loro evoluzione?

Parlare ai bambini o ai ragazzi, inoltre, implica parlare anche ai loro genitori. Il driver di un bambino è il divertimento, quello di un genitore è sicuramente altro, magari la serietà. Devo pensare, quindi, a diversificare, ma includendo.

E ancora, il recente periodo ha portato molte aziende ad interrogarsi sul benessere fisico e mentale del proprio pubblico, perché se una persona sta bene, percepisce un brand in modo diverso rispetto a qualcuno che, in un dato momento, è in uno stato di disagio. Questo tema è un pozzo di opportunità sotto molteplici punti di vista: pensiamo, per esempio, al settore food, dove è in crescita la voglia di preparare e gustare piatti composti da ingredienti ricercati, appartenenti a culture culinarie nuove oppure alla tradizione locale, dove il desiderio di farsi del bene mangiando e cucinando diventa un atto di amore, condivisione, amicizia e divertimento.

Quindi, allargando, in tema di ricerca del benessere, dal food al mondo medicale, passando per le discipline sportive, tutto si presta ad essere trasformato in una nuova storia da raccontare.

“Non esiste curva dove non si possa sorpassare” - Ayrton Senna

8

INTERVIEW

9

“La più consistente scoperta che ho fatto (…) è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare.”

- Paolo Sorrentino (dal film La Grande Bellezza)

10

INTERVIEW

In questo momento storico, secondo me, siamo immersi in una nuova ERA dove Engagement, Reputation e Awareness diventano gli ingredienti di una comunicazione efficace o meno.

Indubbiamente, il digitale, che tutto amplifica, ci ha supportati perché ha avuto il vantaggio di tenere unito il pubblico al proprio brand. Nella nuova ERA, però, il solo digitale non è sostenibile, perché le persone si sono stancate e l’engagement ha risentito del lungo isolamento che ha caratterizzato l’ultimo anno.

Digital o live events: cosa scegli?

L’ideale per me è il phygital branded content, ovvero l’unione del digital con l’esperienza live.

Perché è così importante? Perché si tratta di nuovo inizio che necessita di strumenti coerenti con il tempo presente. Nella nuova ERA, infatti, attraverso il phygital, un brand può fare un salto di qualità parlando non più da one to all, ma da one to each.

Il phygital, naturalmente, posa le sue basi su eventi live organizzati ad arte, il vero momento in cui si entra in scena.

Ed è qui che sboccia la mia passione per Campus Fandango Club che, da sempre, è molto forte proprio nella realizzazione di live events che si rivolgono a target specifici, permettendo ai partecipanti di entrare nel mondo dei brand più esclusivi e di vivere esperienze indimenticabili.

Ho vissuto Campus Fandango Club sia come cliente che come consumatore.

Nella veste di cliente, ho molto apprezzato l’aspetto creativo, la capacità di problem solving, l’affidabilità di un’azienda che non ti lascia mai a piedi, l’entusiasmo e la leggerezza nell’approccio all’entertainment.

Da consumatore, invece, ho partecipato a G! come Giocare con le mie figlie ed è stato magico tuffarsi in quel mondo. È stata un’esperienza molto avvolgente, e mi sono reso conto che la leggerezza che si percepisce partecipando agli eventi di Fandango Club è l’espressione di ciò che l’azienda è, nel proprio intimo, a tutti i livelli.

Dal mio punto di vista, io ho un vantaggio rispetto alle nuove generazioni che si occupano di branded entertainment: sto in questa ERA con il know-how di chi ha vissuto anche il passato. Ecco perché scelgo il phygital, perché aggancia ciò che è stato in un futuro che supera sé stesso. Il digitale, infatti, ti segue ovunque, ma solo il live regala quella memorabilità che dà corpo all’esperienza di un brand.

Il phygital è dove digitale e live si amplificano a vicenda.

Cosa, dal tuo punto di vista, rende emozionante un brand?

Nell’unione – secondo me proficua - di digital e live, si inserisce la caratteristica essenziale che rende emozionante un brand: l’autenticità. Essere autentici oggi, significa prendere una posizione, quindi segmentare, parlando ad un target specifico e raccontando una storia di vita reale.

Questa operazione permette un maggior controllo circa la propria coerenza ed una maggiore conversione.

Il ciclo della comunicazione è circolare: si comunica un brand, un prodotto, si può parlare di prezzo o, come succede oggi, ci si focalizza prevalentemente sui valori, perché amplificano la brand equity. È un processo molto interessante e complesso che implica un grande impegno che io affronto con passione e il desiderio di studiare e approfondire tutto ciò che c’è intorno. Io sono un forte lettore, leggo molte riviste: si parte da quello che succede negli Stati Uniti, lo si mischia con ciò che capita in oriente (prevalentemente Cina e Giappone) e lo si condisce con il particolare, per esempio con la regionalità che valorizza un territorio specifico. In questo, gli italiani sono veramente capaci.

Comunicare o comunicare bene?

La comunicazione, in ogni caso, è legata alle parole.

Non è solo importante comunicare, ma è necessario comunicare bene. Per raccontare la storia di un brand ci vuole delicatezza, perché le parole hanno un peso che può cambiare la percezione dell’azienda. E il digitale, dove tutti sono schermati, può risultare violento. Invece, lo stile di cui mi faccio ambasciatore richiama l’uso delle parole in educazione, con fermezza, ma sempre con rispetto.

Questo, dal mio punto di vista fa più bella ogni cosa. E io amo il bello. Per me è importante vivere in un ambiente armonioso, anche esteticamente. Mi sento realizzato. È una sensazione bellissima entrare in empatia con gli altri – con un brand - per concretizzare i desideri di aziende e pubblico.

Sono fermamente convinto che le aziende che, in questa ERA, sapranno rivolgersi al proprio target con un linguaggio adeguato, utilizzando partner che sanno cogliere le opportunità del momento, rimarranno come un tatuaggio sulla pelle dei consumatori.

Ecco quindi che, per me, la parola d’ordine è entrare a piedi nudi in un brand, senza fare troppo rumore, lavorando con costanza e leggerezza. Ascolto la storia che mi viene raccontata, la studio, la faccio mia.

Da qui, nasce la mia proposta che, per il tempo dello spettacolo, mi trasforma nel portale attraverso cui il mondo guarda al brand.

11

L’evento di una generazione, diventa grande.

Milan Games Week, ieri, oggi, domani.

Milan Games Week (precedentemente conosciuta solo come Games Week) è il festival italiano dedicato al gaming e agli esports che si tiene nei padiglioni di Fiera Milano con cadenza annuale.

Dall’edizione 2014 la sua denominazione è cambiata da Games Week all’attuale Milan Games Week, entrando così nel circuito fieristico che vede altri festival europei come Paris Games Week, Madrid Games Week e Warsaw Games Week.

Nel 2019, Milan Games Week è passata da AESVI (oggi IIDEA – Italian Interactive Digital Entertainment Association) a Fandango Club e a Fiera Milano che ora la gestiscono insieme, nell’ambito del portfolio di eventi proprietari. L’alleanza nasce con l’intento di massimizzare le opportunità di sviluppo del settore del gaming, grazie anche alla continua collaborazione e sinergia con la stessa IIDEA. Il mercato dei videogiochi - negli ultimi anni in crescita costante, globalmente - ha registrato nel 2020 una performance storica in Italia, generando 12

un giro d’affari di 2 miliardi e 179 milioni di euro con una crescita del +21,9% rispetto al 2019.

Sono diversi i fattori che stanno influenzando il suo inarrestabile sviluppo.

Le potenzialità del videogioco come linguaggio narrativo, divulgativo e sociale sono balzate all’occhio di famiglie, educatori, aziende e di chiunque abbia avuto modo di approcciarsi al medium, constatando la sua grande capacità di coinvolgere positivamente le persone e di generare valore. Il videogioco come strumento di socializzazione ed inclusione si è definitivamente affermato anche nel nostro Paese.

Milan Games Week è l’evento che racconta questo mondo e permette alla community di appassionati di incontrarsi e immergervisi, grazie ad un ricco programma, rinnovato di anno in anno, e ad un’organizzazione capace di reinventarsi, anche completamente, per offrire intrattenimento di alta qualità ad ogni condizione.

THINK BIG

13

14

THINK BIG

15

“La industry del Gaming presenta uno dei tassi di crescita più alti nello scenario economico post 2020; gestire l’evento più grande d’Italia, e uno dei più importanti d’Europa, è un privilegio ed un’incredibile opportunità per tutta la nostra azienda” - dichiara Domenico Romano, CEO di Fandango Club Creators, commentando il valore di avere Milan Games Week nel portfolio dei propri format.

Cresciuta nel tempo, la manifestazione ha registrato di anno in anno sempre nuovi record di visitatori ed è oggi un appuntamento imperdibile sia per gli appassionati sia per i brand che, in veste di sponsor e investitori, vogliono alimentare e consolidare la relazione con i target più giovani e fluidi.

16

THINK BIG

“Vendere Milan Games Week vuol dire riuscire a guardare l’evento, di volta in volta, con una prospettiva e uno sguardo diverso: quello dei partner” – commenta Federico Bruno, Brand Sales Specialist di Fandango Club Creators.

“Significa vestire i panni dei clienti e scrivere, a quattro mani con loro, una storia che incarni perfettamente i loro valori, quelli della manifestazione e dei visitatori. Non c’è soddisfazione più grande di lavorare con prestigiosi brand internazionali e sentirsi dire dai loro Marketing Manager, che da anni costruiscono marchi e prodotti, che l’attività messa in piedi ha superato ogni aspettativa.”

Cosa è stata Milan Games Week, fino al 2019…

La tre giorni di eventi e presentazioni nei padiglioni di Fiera Milano è da sempre animata da un ricco programma di appuntamenti, principalmente ospitati nei grandi stand dei maggiori publisher,

che offrono agli appassionati tante possibilità di provare tutte le novità in fatto di giochi, ma anche nelle aree Family, Cosplay, Retro e Art. Sempre più al centro dell’attenzione del grande pubblico, soprattutto negli ultimi anni, è il gaming competitivo.

All’interno di Milan Games Week, il padiglione Esportshow è, infatti, interamente dedicato al mondo dei videogiochi competitivi, con l’obiettivo di dare la possibilità a tutti gli appassionati del genere di seguire dal vivo spettacolari tornei anche internazionali.

Nel padiglione, tra giocatori professionisti e puro intrattenimento, due aree curate in particolare dai tournament organizer PG Esports e ESL ProGaming hanno dato vita al più grande spettacolo di gaming competitivo italiano.

Da sempre Milan Games Week è realizzata e curata da un team giovane, brillante, enormemente affiatato.

“Organizzare Milan Games Week è molto complesso ma, proprio per questo, estremamente challenging.

Si tratta di partire ogni anno da un’idea embrionale, da una visione, e farla diventare realtà, cercando ogni volta di superarsi e migliorare. Quello che ci motiva? Regalare emozioni uniche ed esperienze memorabili a centinaia di migliaia di persone: quando vediamo la gente che si riversa nei padiglioni e vive la manifestazione, è un momento magico” è il pensiero di Federica Aimetti, Head of Brand di Fandango Club Creators. “Gestire il brand Milan Games Week vuol dire creare un rapporto profondo, sincero e consolidato giorno dopo giorno, con la propria community di riferimento, i partner e tutti gli stakeholder. Significa confermare la posizione di rilievo di Milan Games Week nel panorama del gaming italiano, sviluppando una strategia fondata su due parole chiave: passione e omnicanalità.

In un mondo sempre più affollato di messaggi, penso che solo trasmettendo e generando emozioni sia possibile comunicare davvero con il proprio target, in un percorso che lega indissolubilmente i contenuti digital con l’evento fisico. L'obbiettivo è, infatti, sempre lo stesso: sapere di aver permesso alla propria community, per la durata di una live o per un weekend, di sentirsi parte di un gruppo in cui essere liberi di condividere le proprie passioni più grandi” dice Ilaria Colombo, Brand Communication Specialist di Fandango Club Creators.

La Milan Games Week nel 2020.

Quella del 2020 per Milan Games Week è stata un’edizione rivoluzionaria. La manifestazione, infatti, si è unita per la prima volta a Cartoomics – l’evento di Fiera Milano dedicato agli appassionati 17

di fumetti, giochi, cinema ed entertainment – dando vita ad uno show digitale straordinario, l’edizione “X”, la decima, la più “Xtensive”, il cui hub produttivo è stato proprio il Campus di Fandango Club trasformato, per l’occasione, in un vero e proprio studio televisivo.

Fabrizio Savorani, Head of content di Fandango Club descrive così l’esperienza del 2020: “Impossibilitati a realizzare l’evento con le centinaia di migliaia di appassionati che abitualmente frequentano Milan Games Week e Cartoomics, ci siamo dedicati a produrre in poche settimane MGW-X, una vera e propria Xtensive Xperience, per uno show digitale mai visto prima, un concentrato di entertainment multi-content. Una “manifestazione” digitale con un'enorme gamma di contenuti “live” che, distribuiti su 6 canali, hanno dato vita ad un palinsesto ricco e multiforme, fruibile su Twitch e attraverso il sito della stessa Milan Games Week. Un programma variegato che ha visto alternarsi oltre 200 ospiti, tra streamer, talent, artisti, youtuber, cosplayer, creator e pro-player, e ancora talk d’approfondimento con special guest, anteprime dal mondo del gaming, concerti live, tornei, contest e le sempre più rilevanti realtà indie italiane. A questo si è aggiunto il mondo dei contenuti di Cartoomics, che ha reso il programma dell’evento ancora più ampio e d’appeal per migliaia di appassionati grazie a panel e presentazioni con autori e disegnatori di fama internazionale e approfondimenti sul variegato mondo del fumetto, delle graphic novel e della letteratura di genere, ma anche giochi da tavolo e roleplay in un vero e proprio festival pop digitale e interattivo con risultati eccezionali: oltre 1,2 milioni di visualizzazioni, 6 milioni di minuti guardati e oltre 150 ore di streaming”.

Milan Games Week & Cartoomics nel 2021, e oltre…

Milan Games Week è da anni sinonimo di celebrazione del videogioco a tutto tondo, una manifestazione dedicata al medium preferito dai giovani e a tutto ciò che ruota intorno a esso. I videogame sono il centro e il fondamento di quello che per tutti gli appassionati è diventato ormai un appuntamento fisso, ora giunto alla sua 11a edizione. Si rinnova l’unione con Cartoomics, che, da ora in poi, caratterizzerà l’evento milanese come un unico, grande festival dedicato alla popculture e ai fandom. “È un grande piacere e onore poter gestire un’importante manifestazione come Cartoomics. Siamo convinti di poter realizzare, grazie all’unione con Milan Games Week, un grande evento crossmediale dedicato a tutti i mondi della fantasia, aggregando i fan in un coinvolgente entertainment show.”

- dichiara ancora Fabrizio Savorani.

18

THINK BIG

“Grandi piattaforme di entertainment si basano sul ‘popolo dei nerd’ e sulle loro passioni, che saranno protagoniste del nostro evento. L’evoluzione nelle tecnologie digitali e il cambiamento demografico delle audience stanno rivoluzionando ogni vecchio modello di business legato a cinema, libri e fumetti.

Il nostro obiettivo, unendo Milan Games Week a Cartoomics, è raccontare questo cambiamento.”

19

Da galà a show virtuale, la presentazione del palinsesto della prossima stagione autunnale

Fino al 2019, la presentazione dei palinsesti di Discovery assumeva la forma di un gran galà a cui partecipavano personaggi dello spettacolo, giornalisti e buyer.

La complessità di gestione di ogni evento fisico ruota attorno all’evento stesso ed all’accoglienza di centinaia di invitati che arrivano contemporaneamente da luoghi diversi e convergono ad una presentazione che deve funzionare in modo impeccabile. Questo ha, indubbiamente, un grosso impatto sullo staff, che deve essere contemporaneamente, autonomo e ben coordinato.

L’evento virtuale, invece, presenta problematiche differenti di cui la più importante è relativa al coinvolgimento del pubblico che deve avere il desiderio di essere parte dell’evento stesso.

A partire dallo scorso anno, quindi, Campus Fandango Club ha svolto un intenso lavoro per tradurre l’evento fisico in uno show virtuale, dove il susseguirsi dei relatori che presentano i palinsesti è diventato un vero e proprio spettacolo. Ne sono nati due cicli di eventi in live streaming: Discovery Reacts nel 2020 e The Discovery Way nel 2021.

20

SPOTLIGHT

The Discovery Way, si è svolto il 30 giugno dal set di Superstudio Maxi, dove il CEO di Discovery Italia, Alessandro Araimo, insieme a Laura Carafoli, Chief Content Officer, Aldo Romersa e Gesualdo Vercio, direttori dei canali del portfolio, ha illustrato le novità previste per la nuova stagione televisiva e presentato tutti i nuovi programmi e format in realizzazione per le reti del gruppo: Real Time, Nove, DMAX, Food Network e Motor Trend. E poi Frisbee, K2, Giallo e HGTV – Home & Garden TV. Infine, le reti satellitari disponibili su Sky: Discovery Channel, Discovery Science ed Eurosport 1 e 2, sottolineando anche la crescita del servizio OTT internazionale di Discovery+ che, a pochi mesi dal lancio, si posiziona tra i leader in Italia.

linguaggi adeguati che hanno spinto gli utenti alla fruizione e all’interazione costante tramite Q&A e “reaction” di gradimento.

Il set up era caratterizzato dalla presenza di un sistema a ledwall molto scenografico, sul quale le grafiche, le locandine e le animazioni create ad hoc per l’evento hanno preso vita in maniera armonica e accattivante.

Al fine, poi di dare dinamicità alla presentazione, agli ingressi ed uscite dei relatori, si è optato per una regia televisiva supportata da 3 telecamere presidiate da 1 jimmy jib, per poter offrire agli spettatori un vero e proprio show dal forte impatto visivo.

Il risultato ottenuto si è rivelato molto positivo ed efficace, grazie all’esaltazione dei contenuti e dei

Fandango Club ha contribuito allo sviluppo degli eventi in digitale, grazie ad alcune caratteristiche peculiari.

Alle competenze tecniche e tecnologiche rappresentate nelle diverse società del gruppo, Campus Fandango Club unisce valori forti che determinano la propria modalità di approccio al mercato ed al cliente. Accountability, Problem Solving, Proattività, Versatilità, Passione sono tra i più importanti a cui aggiungere il coinvolgimento dell’azienda a tutti i livelli con l’obiettivo della massima soddisfazione del cliente.

21

22

A touch

Pensata per rispondere a un’esigenza contingente, dovuta all’impossibilità di poter realizzare eventi in presenza, Umans, una piattaforma white label perfettamente personalizzabile, nasce dall’implementazione e ottimizzazione di un event app proprietaria di The Rocks, innovation company di Campus Fandango Club, già utilizzata a supporto degli eventi fisici per facilitare le procedure di segreteria organizzativa ed altre attività.

Nella sua evoluzione, Umans è lo strumento tecnologico che, sia a livello grafico che di funzionalità, consente al cliente di creare un evento che risponda alle sue reali esigenze e che - in versione fisica, digital o phygital sia tailor made rispetto al tipo di evento concepito.

Umans è un tool user friendly che, al centro, pone sempre l’uomo e che consente di integrare tutti i servizi utili a favorire l’interazione tra i partecipanti all’evento, grazie alla possibilità di organizzare meeting room, videocall, aree di networking e gamification sperimentando una modalità di condivisione di esperienze ad alto impatto emozionale.

of

Umans è un progetto rivolto al futuro, dove l’evento live si combina al virtuale, ampliando ed ottimizzando le possibilità di fruizione di entrambe le esperienze.

Umans

INSIDE

Umans is where communication happens_ 23

Canestro dopo canestro, l’esport vincerà la partita.

Pierluigi Parnofiello, AD di PG Esports, racconta le opportunità e le sfide degli esports in Italia.

Foto di Marina Spironetti

24

INTERVIEW

Se dovessi raccontarti a partire dalle tue passioni, da dove cominceresti?

Ci sono molte passioni che ho coltivato nel corso della mia vita. Per anni ho riversato il mio amore per la chitarra elettrica in un gruppo Hardcore Punk, suonando una musica di contenuto, ma estrema, rivolta ad una ristretta community molto affiatata; sono un estimatore del buon vino; a lungo ho giocato a basket; da sempre sono un appassionato di gaming.

Ma se dovessi salire su un palcoscenico e raccontare qualcosa di me, comincerei citando le parole che Kobe Bryant, una vera leggenda dello sport, ha scritto nella sua lettera di addio al basket:

Ho corso su e giù per ogni parquet dietro ad ogni palla persa per te. Hai chiesto il mio impegno ti ho dato il mio cuore, perché c’era tanto altro dietro.

E cosa c’è «dietro»? Dietro ogni leggenda, c’è l’impegno costante, il duro lavoro. Perché ogni cosa ben fatta si costruisce un colpo alla volta.

Dico questo, perché credo sinceramente che il talento conti, ma sia molto sopravvalutato. Cosa ha fatto sì che Kobe Bryant diventasse leggenda? Sicuramente le sue doti straordinarie, ma unite ad intensi allenamenti prima e dopo ogni partita, ed al desiderio di un miglioramento continuo che parte dall’osservazione dei propri errori per correggerli.

È con la ripetizione ossessiva del gesto che si diventa campioni: il talento può limitare le possibilità dell’uomo, perché senza elementi quali la passione, un obiettivo chiaro, il sudore e la fatica, nulla è possibile.

Come è nata PG Esports?

E proprio la passione per il basket, unita a quella per i video giochi, mi ha fatto arrivare dove sono oggi.

Il mio percorso è stato facilitato da una famiglia che mi ha innestato la forte necessità di crescere e portare a compimento l’investimento fatto dai miei genitori nella mia educazione e formazione.

Non che la mia famiglia comprendesse appieno tutto il mio interesse per i video giochi ed il mio tentativo continuo di assemblare basket e gaming, ma nemmeno mi osteggiava. E poi, ho avuto qualche complice!

Il primo è stato mio nonno, che accompagnavo al bar quasi quotidianamente. Mentre lui chiacchierava e si faceva un bianchino con gli amici, mi allungava qualche soldo per giocare ai video giochi della prima era.

A seguire, il mio professore di filosofia delle superiori che aveva già compreso il mio desiderio di andare controcorrente, nonché uno dei miei professori all’università che, muovendosi agilmente tra Pasolini e Batman, 25

mi dava corda quando discutevo di gaming come forma di marketing e comunicazione.

Vent’anni più tardi, tra la sorpresa di molti, ho costruito PG Esports ed una carriera internazionale negli esports.

Un lavoro normale? No grazie. Un sogno che si avvera?

Assolutamente sì!

Quali sono le opportunità e le sfide del futuro per PG Esports nel mercato in cui opera?

Gli esports, come unione di gaming e sport, sono un modo innovativo di comunicare un brand o un prodotto e si propongono come un’evoluzione di ciò che si fa nel tempo libero. In quest’ambito, PG Esports ha raccolto due sfide.

La prima è quella di diventare un rifugio sicuro per le generazioni digitali di oggi e domani, che permetta loro di celebrare ed esprimere tutte le passioni. Questo significa che, mentre, in linea generale, sui social le persone si mettono in vista nella migliore versione di sé stessi, PG Esports vuole creare uno spazio dove essere sé stessi, sviluppando al contempo un forte senso di appartenenza ad una community inclusiva e rispettosa.

La seconda sfida è quella di mettere in connessione la community di gamers e i brand e, a tale proposito, non posso negare che il recente periodo ci abbia aiutati a dare convinzione alle aziende che sponsorizzano i nostri prodotti che siamo una buona opportunità per raggiungere il target dei giovani.

La mia speranza, quindi, è quella di consolidare la posizione acquisita e, da qui, così come è già in molti paesi europei, arrivare a rappresentare la spina dorsale delle campagne di marketing e comunicazione di brand rilevanti.

C’è differenza nell’approccio esports in Italia e all’estero?

agli

L’Italia, per quanto concerne l’espansione e diffusione degli esports, viaggia ad una velocità diversa rispetto a quella del resto del mondo. Questo perché, dal mio punto di vista, gli italiani sono piuttosto resistenti al cambiamento ed hanno un approccio conservatore nei confronti dell’industria dell’entertainment, nella sua versione più innovativa rappresentata dal gaming.

Il punto, però, è che il gaming è letteralmente il nuovo modo di intrattenere il pubblico più giovane, laddove la TV, invece, non riesce ad avere la stessa presa.

Basti pensare al fatto che, mentre in Italia la posizione dei ragazzi italiani che hanno conseguito successi negli esports è totalmente ignorata, nella vicina Francia, il presidente della Repubblica si congratula per le vittorie conseguite dai propri campioni, utilizzando così il gaming come forma di comunicazione con la fascia giova26

“La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità.”

- Seneca

INTERVIEW

ne del proprio elettorato.

Purtroppo, in Italia prevalgono ancora scetticismo e preoccupazione nei confronti dei video giochi, a volte percepiti in modo negativo.

L’obiettivo di PG Esports è di mettere in risalto alcune importanti funzioni del gaming, quali il fatto che incentiva il lavoro di squadra, la socializzazione e l’apprendimento di valori che la società, a partire dalla famiglia, non riesce a trasmettere perché manca del linguaggio adeguato ai più giovani. Il tutto condito da regole ferree, che vigono anche nei nostri tornei, racchiuse in codici di condotta che insegnano ad esercitare la propria leadership, con lealtà e fairplay.

Cosa fa PG Esports in attesa di un’evoluzione del mercato e come la favorisce?

Nell’attesa di un’evoluzione del settore, ci divertiamo a giocare nel Bel Paese così poco curioso di ciò che si fa oltre i suoi confini, e ancora legato ad un approccio tradizionale.

Tra l’altro, questo approccio un po’ demodé al mercato

del gaming, contrasta con il fatto che gli italiani siano acquirenti quasi compulsivi di supporti tecnologici. Sempre alla ricerca dell’ultima novità, non acquistano dispositivi mobili perché alla ricerca di progresso tecnologico, ma piuttosto per un fattore estetico legato a stile e status.

Uno dei modi di battere questo trend è lavorare - cosa che facciamo insieme a IIDEA, la nostra associazione di categoria - sulla divulgazione del gaming per adattarlo anche ai supporti mobili ed arrivare, in un prossimo futuro, al Cloud Gaming, dove sarà possibile giocare ovunque a prescindere dallo strumento.

Quando arriveremo al Cloud, il divario tra gaming e supporto tecnologico si chiuderà e la differenza la farà una buona connessione!

Quali sono i valori di PG Esports?

PG Esports naviga nel contesto tradizionale che ho descritto con la propria tensione alla perfezione, perché vuole fornire esperienze di gioco memorabili e di alto livello, equiparando le produzioni internazionali.

27

All’eccellenza, poi, uniamo un’alta dose di dinamismo che ci consente di muoverci velocemente in un settore che è in continua evoluzione, così come una grande passione e dedizione per ciò che facciamo.

In qualità di Amministratore Delegato di PG Esports posso affermare che ci è possibile fornire un servizio impeccabile – e garantisco che la macchina che permette la realizzazione dei nostri eventi è impressionante per la sua complessità – perché fondiamo il nostro operato su principi solidi e condivisi.

Il primo fra questi è quello che in inglese si chiama candor, ovvero l’essere, sia all’interno che all’esterno dell’azienda, il più franchi e genuini possibile. L’autenticità è una forma di coraggio che ci aiuta a prendere decisioni difficili in ogni circostanza.

Il secondo valore è quello per cui il fallimento è riconosciuto ed accettato. Si sbaglia per imparare, per riprendersi, per ricostruire. Dal fallimento si prende spunto per creare ulteriori grandi successi.

L’ultimo, è quello della Diversity & Inclusion, perché, dal mio punto di vista, un’azienda moderna deve far sentire le persone a proprio agio.

28

PG Esports, Campus Fandango Club ed editoria tradizionale: cosa hanno in comune e come si migliorano a vicenda?

Diversità e inclusione sono spunti che hanno creato interessanti connubi, come quello nato recentemente tra PG Esports, Campus Fandango Club ed il Gruppo Amodei.

La più tradizionale editoria sportiva, rappresentata da testate storiche come Corriere dello Sport e Tuttosport, accoglie gli esports, con una contaminazione che garantisce alla prima di trovare un modo più moderno di parlare di sport, ed ai secondi di imparare a comunicare con un mondo più vasto.

In questo modo, porteremo i campioni dei team esports alla notorietà che meritano, attirando sponsorizzazioni che andranno ad alimentare un settore che presenta opportunità di business davvero entusiasmanti.

Campus Fandango Club è nota per gli eventi che organizza: quali sono i tuoi preferiti e cosa, dal tuo punto di vista,

INTERVIEW

li rende memorabili?

Campus Fandango Club è forte nella gestione di eventi live che rimangono impressi nella memoria degli utenti.

A parte gli eventi a cui, per deformazione professionale, sono legato anima e corpo come la Milan Games Week e la PG Arena nell’Esportshow, ho trovato particolarmente affascinante Man’s World, in quanto propone brand molto esclusivi che si rivolgono ad un target maschile amante del bello. Visitare gli stand degli espositori mi ha davvero molto appassionato! E riflettendo sulle basi sulle quali poggiano gli eventi di Campus Fandango Club, non posso che ricordare che il loro successo sta nel soddisfare le esigenze di un target specifico, molto interessato a spendere e a condividere la propria esperienza.

Come ti proponi di migliorare la vita delle persone attraverso il tuo lavoro?

La condivisione della propria esperienza con altri rispecchia un intento personale che mi vede impegnato su due fronti. Sul fronte professionale, come Ilkka Paananen -

CEO di Supercell, azienda ideatrice del famoso gioco Clash of Clans, ambisco ad essere l’Amministratore Delegato meno potente della storia. Per me, questo significherebbe aver trasmesso tutta la mia conoscenza al team e l’aver dato vita ad un’azienda così ben costruita che i collaboratori arrivano da me con soluzioni già attuabili, dove il mio compito sarebbe quello di riconoscere che io non avrei potuto fare meglio di così. Mi entusiasma veder crescere i miei collaboratori, vederli sperimentare ruoli sempre diversi e seguirne l’evoluzione.

Dal lato personale, in un mondo che sottostima la serietà di un lavoro nel gaming, mi piacerebbe essere lo spot vivente del fatto che è possibile lavorare e guadagnare facendo quello che piace.

In conclusione, io credo che l’evoluzione del gaming in Italia sia solo questione di tempo e di mantenersi saldi nella propria visione, conservando intatta la voglia di essere avanguardia che, in quanto tale, assorbe tutto il vento contrario di un mercato che la contrasta, ma che sa cogliere, proprio nella limitatezza di questo settore, la propria opportunità di futura espansione.

29

30

Parlando di Sneaker Culture oggi si fa riferimento a tutte quelle persone, appassionati, professionisti e amatori del genere, che alimentano lo “sneaker game”, condividendo contenuti sui social, partecipando ad eventi dedicati sia online che offline o semplicemente acquistando o rivendendo un prodotto.

Il successo dell’edizione 2019, che ha accolto oltre 6.000 visitatori in due giorni, ha spinto lo show a portare avanti un’importante collaborazione con AW LAB, Main Partner della prima edizione, raccontando insieme IS ME – MUSIC EDITION, il talent show che unisce musica, streetwear e arte, con l’obiettivo di dar voce alla creatività e al talento delle nuove generazioni.

L’edizione 2020 ha visto l’adesione di oltre cinquemila giovani aspiranti artisti della musica, decretando IS ME – Music Edition uno dei più grandi talent di sempre.

Un successo che ha spinto lo show dalla condivisione sui so-

Creatività e talento delle nuove generazioni

L’aumento incessante della domanda, le collaborazioni sempre più frequenti tra personaggi pubblici e i brand, la partecipazione sempre più attiva dei suoi fruitori e l’interesse crescente per questo trend hanno fatto nascere l’esigenza di portare il fenomeno da un mercato digitale ad una vera e propria live Experience.

Proprio per questa ragione Fandango Club nel 2019 ha creato PLUG-Mi – The Urban Culture Experience – il nuovo format Made in Italy dedicato alla cultura street, che dal 5 al 6 ottobre 2019 è approdato in Fieramilanocity, a Milano, con una live experience a 360° tra street art, design, moda e tanto altro.

L’evento ha dato voce alle tante anime della cultura metropolitana con un’esperienza a tutto tondo, dove i marchi del settore sono entrati in diretto contatto con un target fluido e multiforme, attratto e accomunato dal concetto di stile e originalità.

Street artist, influencer, designer e blogger si sono alternati fra workshop e talk show, che hanno avuto come cornice le collezioni dei brand leader nel settore della urban culture, tra cui i big name come AW LAB, Nike, Puma, Adidas e Reebok.

Radio 105, partner dell’happening, ha animato il palco centrale, dove - presentati da Moko - si sono esibiti artisti e interpreti del mondo rap e trap, tra cui Elodie, Chadia Rogriguez, Luchè, Quentin40, Dani Faiv e MamboLosco.

PLUG-Mi, la voce della cultura metropolitana

L’Italia, secondo il Barometro Sarenza, è il Paese in Europa dove vengono acquistate mediamente più scarpe.

THINK BIG

31

cial fino alla programmazione televisiva. Questa edizione sarà infatti trasmessa in esclusiva da MTV, il brand di intrattenimento di ViacomCBS Networks Italia presente in esclusiva su Sky e in streaming su NOW. I giurati d’eccezione di questa nuova edizione saranno il rapper milanese Ernia e il DJ produttore italo-argentino Shablo.

Quest’ultimo metterà a disposizione un suo beat con cui misurarsi per essere selezionati e passare alle fasi finali del contest.

Brand iconici per sneaker di carattere Otto concorrenti, divisi in due squadre capitanate da Ernia e Shablo, proseguiranno la loro avventura in 4 puntate televisive trasmesse su MTV che racconteranno la loro esperienza dalle battle live alla grande finale.

Ad attendere il vincitore, un premio senza eguali: un viaggio a Dubai per esibirsi a uno dei festival più attesi dell’anno, il SOLE DXB. La cornice dell’evento sarà il nhow di via Tortona 35 a Milano, una location d’eccezione che grazie ai suoi spazi legherà il mondo della musica e l’arte al design e al lifestyle milanese.

Partner d’eccezione dell’evento quattro brand streetwear iconici che daranno carattere e stile a tutti i protagonisti: Converse, Diadora, New Era, Puma. Radio Ufficiale: Radio 105.

L’autentica naturalezza del camaleonte Gianni Salvetti, Carola Rossi, Stefano Busolin, Senior Key Account e membri del CdA, raccontano la propria esperienza in Campus Fandango Club Foto di Marina Spironetti

32

INTERVIEW

In cosa consiste il vostro lavoro in Campus Fandango Club?

Campus Fandango Club è forte nell’organizzazione di eventi fisici e digital. In quanto Senior Key Account, noi siamo il punto di contatto tra il cliente e l’organizzazione del Campus.

Ecco perché, il nostro è innanzitutto, un grande lavoro di relazione – esterno ed interno all’azienda - volto a far emergere i bisogni dei nostri clienti, trasformandoli in eventi emozionanti, che lascino il segno in coloro che vi partecipano, aumentando la brand awareness.

Al nostro lavoro, servono passione e creatività, unite a grandi dosi di operatività e capacità di problem solving, perché ogni cliente ed ogni evento sono diversi e necessitano di un trattamento ad hoc.

Per le stesse ragioni, non possono mancare duttilità e adattabilità e la capacità di gestire e coordinare le risorse interne che vengono dedicate ai singoli eventi, affinché tutto fili liscio e l’evento risponda alle esigenze del cliente, nel rispetto del budget concordato.

Nello svolgere il nostro lavoro, trattiamo tutti i clienti con lo stesso grado di professionalità, lavorando su una relazione che si basi sulla fiducia reciproca.

Ogni evento è una sfida prima di tutto, con noi stessi. Per potersi superare e migliorare, sempre.

Stiamo vivendo un periodo in continua evoluzione: come riuscite a essere efficaci nella proposta dei servizi del Campus?

L’ultimo periodo è stato decisamente sfidante a causa della sospensione di ogni evento in presenza.

La verità, però, è che noi non ci siamo mai fermati davvero. Come tutti abbiamo subito gli ultimi accadimenti, ma abbiamo reagito tempestivamente al momento contingente con rinnovato vigore e con un know-how che abbiamo incrementato grazie alla necessità di realizzare eventi totalmente digitali.

La nostra capacità di adattamento, così come quella di tutto il Campus, è, da sempre, implicita nella nostra quotidianità: ogni evento è un mondo a sé stante e questo ci spinge ogni volta ad approfondire, ad informarci, a studiare nuove soluzioni che incrementano le nostre conoscenze.

In tutti questi anni abbiamo indossato la maglia di Campus Fandango Club e, incarnando i valori che essa rappresenta, abbiamo imparato a non adagiarci mai, a metterci costantemente in relazione con il nuovo, a studiare ed ampliare le nostre competenze.

La conseguenza è che superiamo costantemente i limiti della nostra comfort zone, rimanendo sempre fedeli a noi stessi.

33

Vi sentite di rappresentare la solidità del gruppo attraverso la continuità della vostra esperienza? Cosa vi motiva ad andare avanti?

Stefano: “Io mi sento di essere una delle colonne portanti del Campus, la cui solidità è costruita proprio nella continuità del lavoro. Quando entro al Campus Fandango Club, entro a casa mia. Ci sto bene, è il posto dove voglio stare e lo tratto con cura, come se fosse mio.”

Gianni:“Il lavoro che svolgiamo è sempre differente.

Ogni volta, infatti, ci troviamo di fronte a progetti che hanno caratteristiche diverse. Per riuscire a soddisfare le richieste del Cliente, ci sono alcuni aspetti che sono legati all’esperienza, come ad esempio saper leggere e interpretare un brief, essere reattivi nella gestione degli imprevisti e riuscire a resistere alla pressione nonostante (a volte) ritmi e tempi siano molto intensi. La gestione di questa parte del lavoro è frutto di anni di pratica e, di certo, non si studia sui libri. Ed è proprio il know-how accumulato che ci permette di affrontare nuove sfide e che metto a disposizione del Campus."

Carola: "Sento da sempre una grande responsabilità rispetto alla continuità dell'azienda, ma so che la nostra forza deriva dall'essere sempre pronti ad affrontare qualsiasi tipo di cambiamento, con l'entusiasmo dei pionieri e la voglia di nuovo tipica di chi non perde mai la curiosità. So anche che abbiamo un grande vantaggio: la nostra visione è molto ampia, sia dal punto di vista commerciale, che da quello economico-finanziario. L’attuale situazione è sfidante, ma finché la compagine societaria sarà questa e continueremo a dare il massimo in ogni momento, io sono tranquilla.”

Definite Campus Fandango Club con le parole che preferite.

Campus Fandango Club è casa. E a casa si discute, si lavora ma soprattutto ci si diverte.

Fun, infatti, è una delle prime parole che ci vengono in mente per definire non solo quello che facciamo, ma anche come lo facciamo. Ci piace condire il nostro lavoro con simpatia, empatia ed ironia.

34

Il Campus è coerente con i propri valori e questo genera fedeltà a questa grande famiglia che costruisce relazioni basate sulla fiducia.

Se, poi, volessimo definire la famiglia a cui apparteniamo, non ci sono dubbi al riguardo: siamo camaleonti, con tutto quello che ne consegue.

Commentate la seguente frase di Zig Ziglar, scrittore e motivational speaker: “Every sale has five basic obstacles: no need, no money, no hurry, no desire, no trust.” Quale di queste obiezioni incontrate più spesso?

La più frequente in assoluto? No money! (ndr sorridono) Battute a parte, la fattibilità in termini economici di un progetto, è sicuramente una delle fasi più delicate e importanti per qualsiasi azienda; la nostra bravura sta nel riuscire a orientare il cliente verso le soluzioni più adatte ai suoi obiettivi e al suo budget, proponendo alternative e soluzioni valide dalle quali possa trarre il massimo dei vantaggi, escludendo a priori tutto quanto non può essere realizzabile.

Il segreto sta nell’aguzzare l’ingegno e nel conoscere in maniera approfondita il mercato di riferimento.

Qual è la vostra previsione rispetto al prossimo futuro?

Il recente passato ci ha messo nelle condizioni di mettere in campo idee e visioni che non avevamo ancora esplorato. Questo ha contribuito alla costruzione di un knowhow e di una rete di nuove alleanze che saranno il nostro carburante per costruire il prossimo futuro ed oltre.

Dal nostro punto di vista, quindi, ogni problema è un'opportunità: rimaniamo saldi, e, in ogni momento, coltiviamo la curiosità e la fame di voler trovare cose sempre nuove, regalando ai nostri clienti spunti che accendano in loro il desiderio di celebrare, con un evento, il cambiamento, ovvero la materia prima di cui si compone il futuro.

E poi siamo camaleonti: cambia il contesto, ma restiamo sempre noi!

INTERVIEW

35

36

CAMPUS CAFÈ

Passione e unicità per ridisegnare il futuro

Quali caratteristiche ti hanno aiutato nelle cose che decidi di intraprendere e nella tua professione?

Il mondo del lavoro corre in fretta. Credo, quindi, che sia importante imparare ad essere duttili e a fare squadra di fronte alla complessità delle sfide che si presentano.

Diciamo che, se fossi una moto, sarei senza dubbio una crossover o un maxi enduro.

Si tratta, infatti, di mezzi che fanno della versatilità e dell’affidabilità i propri punti di forza, perché possono essere usate sia da soli che in gruppo, permettono di affrontare spostamenti brevi o viaggi impegnativi, magari anche qualche tratto in fuoristrada.

E quando la strada è libera, sanno regalare accelerazione e qualche brivido, in piena sicurezza.

Foto di Marina Spironetti

Quali sono, secondo te, gli elementi che decretano il successo di una fiera di settore?

Nel caso di EICMA, passione e unicità sono fattori fondamentali.

EICMA è, infatti, uno dei più grandi contenitori al mondo di passione, per la storia che si racconta e si vive.

EICMA è una comunità che si ritrova ogni anno, che parla la stessa lingua anche se è internazionale, che, per una volta, racchiude tutte le anime, anche diverse, mosse dalla stessa passione.

La caratteristica che rende imprescindibile questo evento espositivo è appunto la sua unicità.

Pietro Meda, presidente di EICMA, racconta l’impegno a favore degli amanti delle due ruote

Da oltre cento anni la quasi totalità della domanda e dell’offerta di due ruote si trova per una settimana in un unico luogo dove convivono anche spettacolo, intrattenimento, il meglio dell’industria, l’innovazione e il futuro della mobilità, l’ambito racing delle competizioni, il calore del pubblico e l’interesse internazionale di stampa e operatori.

Parlando di eventi, come è avvenuto il tuo incontro con Campus Fandango Club? Cosa vi accomuna?

Quella con Campus Fandango Club è, prima di tutto, una storia di amicizia tra persone che si sono piaciute.

37

Nel 2015, grazie ad Emanuele Orsi, con il quale collaboro da tempo e di cui sono amico, ho incontrato al Campus Michele Budelli ed il socio, Marco Moretti: un incontro di lavoro che mi ha permesso di conoscere l’attività svolta nel Campus e che ha gettato le basi per una solida amicizia e la realizzazione di grandi progetti.

Tra l’altro, è indubbio che tutto ciò che ho imparato in Campus Fandango Club della predisposizione ed analisi delle fiere mi ha aiutato anche nello svolgimento del mio attuale ruolo di Presidente di EICMA.

“EICMA è sempre qui. A disegnare il futuro, a lavorare per il buono che verrà. Perché verrà”.

Mi declini questo payoff per il prossimo EICMA? Come avete lavorato per mantenere vivo il settore in questo anno di "sospensione"?

“EICMA è sempre qui. A disegnare il futuro, a lavorare per il buono che verrà. Perché verrà” Il messaggio è stato lanciato subito dopo aver preso la difficile decisione di rimandare l’edizione dello scorso anno. Una decisione che mi spaventava, ma che, date le circostanze, è stato giusto e lungimirante prendere.

Oggi, siamo pronti a raccogliere i frutti del cambiamento in atto: stiamo lavorando per il buono che gradualmente emerge e lo facciamo cercando di incanalare e valorizzare il senso di libertà e la passione che alimentano il nostro mercato.

Insieme a una nuova domanda di mobilità individuale, il «fattore passione» è determinante per il mercato di riferimento.

L’industria è andata avanti con coraggio nel 2020, con investimenti che hanno garantito al comparto del ciclo e motociclo di sostenere le vendite e favorire gli acquisti da parte degli utenti.

Alla comunità di appassionati, così come a operatori e addetti ai lavori, però, è molto mancato l’appuntamento di EICMA. Per questo, l’Edizione 2021 avrà un grande significato, non solo per il settore industriale, ma anche e soprattutto per gli affezionati alle due ruote.

Novembre 2021 sarà un nuovo inizio per EICMA: ci puoi anticipare qualche novità - qualche cosa di davvero unico - del prossimo salone, in quella che possiamo forse considerare una nuova era? È una bella domanda. Il successo e l’autorevolezza che EICMA ha raggiunto nel tempo non sono mai scontati.

Stiamo lavorando per rendere l’evento sempre più entusiasmante, così da accrescerne il valore istituzionale e l’esperienza di visita. È troppo presto per parlare dei nuovi inserimenti, ma posso garantire che EICMA sta investendo su sé stessa. Quindi, certamente rimarranno gli asset storici di questa manifestazione internazionale con aggiunte che speriamo interessanti e dove il digitale troverà uno spazio di applicazione a sostegno dell’esperienza fisica, che rimane centrale.

Per il momento, posso solo anticipare che sarà una grande festa delle due ruote in tutte le forme, per riprenderci il nostro posto dopo lo stop dell’anno scorso.

38

CAMPUS CAFÈ

39

40

CAMPUS CAFÈ

Sostenibilità, inclusione&diversità, empowerment femminile: come vengono declinati questi temi nel tuo settore di riferimento? Su quali altri valori lavorano EICMA e il settore delle due ruote?

Sono temi ben presenti ai costruttori del settore e anche a noi, che lavoriamo per mettere in scena il loro più importante palcoscenico.

La comunità degli appassionati e degli utilizzatori è molto aperta. Quello che può sembrare, ad esempio, un ambito solo maschile ha, invece, tinte rosa molto più marcate di quello che si pensi. Lo vediamo in EICMA, dalla crescente presenza di pubblico femminile, e dai numeri del mercato.

casi superano per gravità quelle che abbiamo vissuto dal punto di vista sanitario, sono molte.

Tuttavia, dobbiamo fare i conti con la realtà e cogliere l’opportunità di trasformare il nostro qui ed ora, ricostruendo un sistema nuovo e migliore, arricchendolo di un inedito umanesimo che deve permeare ogni ambito della vita, a partire da quello professionale.

Qual è la tua frase preferita, quella che utilizzi più spesso nei momenti in cui vuoi essere convincente?

In realtà, non ne ho una vera e propria.

Nel mio lavoro, che – a volte – è fatto di grande pressione e di scadenze, tengo a mente che c’è sempre tempo per verificare e risolvere le cose.

Noi lavoriamo per promuovere l’utilizzo delle due ruote in modo universale, lontano da qualsiasi tipo di pregiudizio.

Basta non smettere di impegnarsi fino all’ultimo e, se serve, anche oltre.

Ci sono, poi, altri temi che ci stanno particolarmente a cuore.

Uno di questi è quello legato alla sicurezza stradale e all’utilizzo consapevole dei mezzi, soprattutto da parte dei più giovani.

Un altro è relativo al fatto che oggi, nel settore automotive in generale, ma soprattutto in quello delle due ruote, sta convergendo tutto ciò che di importante sta avvenendo in ambito tecnologico.

Questo è, dunque, un momento molto interessante per l’evoluzione del mercato sotto molti profili: la sfida ambientale, la transizione verso un modello di economia circolare, l’impiego di materiali innovativi e di nuovi componenti elettronici, l’applicazione di tecnologie e di sistemi di trasporto intelligenti.

Tutto ciò trova nelle aziende che espongono in EICMA un punto d’incontro formidabile. E il contributo dei nostri espositori in questa direzione è già determinante e molto significativo.

Cosa fai per le persone nell’ambito delle professioni che svolgi?

Dal punto di vista personale e professionale, torneresti mai al 2019?

Sono un avvocato, ma sarebbe banale parlare della mia professione anche perché i punti di vista si sprecherebbero: di fatto, spendo parecchie ore della mia giornata a pensare alla vita altrui.

In qualità di Presidente di EICMA, invece, considero i due fattori che accomunano chi utilizza una due ruote, quindi sia chi pedala una bicicletta, sia chi guida una moto: equilibrio e libertà.

Da questo punto di vista privilegiato, posso pensare di poter contribuire al miglioramento della vita altrui, restituendo a chi lo desidera il gusto dell’equilibrio e della libertà, sensazioni che si sono perse nell’ultimo periodo.

Quello che desideriamo, in EICMA e con EICMA, è provare ad offrire alla community delle due ruote un’opportunità per tornare ad entusiasmarsi, ridando in qualche modo il sorriso agli amanti del genere che verranno al nostro evento.

Un impegno importante che non è poco e non è affatto male!

Credo che tutti avrebbero fatto a meno di vivere lo tsunami del 2020.

Le conseguenze sociali ed economiche, che in alcuni

41

Ma quando canto, sto da Dio. Lo sai che quando canto.

Finalmente io.

Mi sento d'incanto.

E il mondo è mio.

42

CAMPUS CAFÈ

Un incontro di passioni

Musica e yoga, due modi di prenderti cura di te stessa…

Da più di venticinque anni, la musica è la mia vita. Fin dal momento in cui ho scoperto il mio talento, ho desiderato condividerlo.

La musica, per me, è stata una chiamata a fare qualcosa di bello, il risuonare di emozioni e sentimenti che hanno dato voce a ciò che avevo dentro..

Desideravo essere una cantante, certo, e quando ci sono riuscita, ho capito che il sacrificio che mi ha portato ad avere successo ha lasciato un vuoto in altri ambiti. Troppo concentrata sulla carriera, mi sono persa alcune ricchezze dal punto di vista personale.

Mi sono chiesta, quindi, cosa fosse quel qualcosa che, nonostante il successo e la soddisfazione di una carriera riuscita, mi mordeva dentro.

…a memoria saprei ritornare sulla strada che porta verso te, e non è paura di restare sola ma la gioia immensa di volerti ancora…

Ho sentito il bisogno di prendermi cura della mia parte interiore, con una modalità diversa da quella che, da sempre, mi offre la musica.

La risposta all’esigenza di prendermi cura di me è arrivata una decina di anni fa nell’incontro con lo yoga, una disciplina millenaria che, attraverso strumenti diversi, si occupa di riequilibrare corpo, mente e anima.

Lo yoga mi ha aiutata ad entrare in contatto con la parte più profonda di me, a riconoscere i miei bisogni, a coltivare relazioni uniche e disinteressate, a ritagliarmi un po’ di tempo libero, a trattarmi con gentilezza.

Devi volerti bene. Quasi come se fosse il tuo mantra. Non aspettare nessuno. Puoi farlo anche senza.

Irene Grandi racconta la sua partecipazione ad un evento di Campus Fandango Club ed un nuovo modo di calcare il palcoscenico

Inoltre, lo yoga ha portato risvolti molto positivi nella mia musica, spingendomi a seguire le passioni che mi scaldano il cuore, e verso una maggiore libertà, creatività, sincerità. Il mio nuovo tour “Io in blues” ne è un esempio.

Con il tempo si cambia e, questa, per me, è un’età di nuove scoperte ed esperienze. Sono, dunque, felice di accogliere altre passioni, quali lo yoga, a cui, nel recente periodo di isolamento ed incertezza, ho dedicato molto più tempo.

Attraverso la pratica costante ho coltivato la mia idea di benessere, un’esperienza di gentilezza verso me stessa, che ho deciso di comunicare e condividere con il pubblico e che alcuni potrebbero decidere di esplorare per gli indubbi benefici che porta.

Sei stata di parola. Non ti sei fermata. Con il vento sei andata.

43

Foto di Anna Perrotta

Recentemente hai partecipato ad un evento dedicato al benessere psicofisico delle persone, rivolto ad una community di appassionati. Cosa non deve mancare, secondo te, in un evento di questo tipo?

Dal punto di vista della community interessata al benessere, è fondamentale la partecipazione di persone esperte, che credono in quello che fanno e che parlino di benessere con chiarezza, accendendo la curiosità di coloro che seguono l’evento.

Per quanto concerne lo Yoga, ho avuto la fortuna di intervistare persone che hanno una lunga esperienza di insegnamento. Il mio intento è stato, attraverso la condi-

44

visione della mia passione per questa disciplina, di aprire la porta su nuovi mondi che possono aiutare a migliorare la vita della community di appassionati.

Devo dire che, nonostante la mia lunga esperienza sul palcoscenico, ero molto emozionata nel mio ruolo di presentatrice, ma intervistare i protagonisti è stato un bel modo di calcare una scena nuova.

Ho vissuto il momento in un’atmosfera molto tranquilla e naturale. Nella crew di Campus Fandango Club regnava una grande sintonia ed il ritmo e i tempi di registrazione erano dettati con grande discrezione.

Forse per questo, l’evento è stato così coinvolgente che, sebbene il pubblico non ci fosse, lo sentivo comunque presente.

CAMPUS CAFÈ

Quali sono i valori che agisci nel tuo lavoro e a quali non rinunceresti mai?

Penso all’integrità, ovvero alla possibilità che ci regaliamo di credere fino in fondo nei progetti che mettiamo in campo e nell’essere sinceri verso di essi.

Sposo il lavoro di squadra e, con esso, alla possibilità di lavorare con continuità con le persone permettendo a tutti di esprimere il proprio talento.

In ultimo, credo che sia bello mettere la propria bravura, il proprio talento, al servizio degli altri.

Quale messaggio vorresti trasmettere al pubblico che ti segue?

Foto di Anna Perrotta

“Siate gentili con voi stessi, riconoscete i vostri bisogni. Cercate spazi nuovi e coltivate passioni e interessi. Ritrovate un po’ di lentezza.”

Il periodo appena trascorso ci ha privato di un bene prezioso: la libertà. Credo che questo sia il tempo di ritrovarla. Il punto è che, attraverso lo yoga, ho scoperto che la libertà non è fuori, ma dentro di sé, è in quel punto di noi che mette in luce chi siamo veramente e, per questo, ci fa stare meglio.

Per te ha grande importanza e valore la forza interiore che ognuno racchiude dentro di sé: quanto incide sulla capacità di raggiungere i propri obiettivi professionali e non?

La forza interiore sta nella propria integrità, nel non attaccamento a tutto ciò che, in quello che facciamo, non è virtuoso, ai privilegi del successo, alle lodi…

L’integrità permette un’espansione del sé. Ecco che, allora, il ruolo di una persona che sa comunicare, e non solo cantare, può diventare più ampio. In questo spazio di espressione, musica e yoga si incontrano e si alimentano vicendevolmente.

L’integrità consente ad una persona di affidarsi con sincerità all'ignoto, di contemplare il fallimento come un’opportunità di crescita.

E magari di calcare le scene, dopo più di venticinque anni, ancora felice di farlo.

Perché no, no, vivo ridendo. Perché no, no, e va bene così. Perché no, no, vivo sognando. In vacanza da una vita che è la mia.

45

46

Taste of the world I Taste Festival nascono a Londra nel 2005 e sviluppano un network internazionale che da anni si propone di creare momenti indimenticabili nella mente delle persone attraverso la gioia e la connessione create dall’enogastronomia.

Celebriamo le città attraverso le eccellenze culinarie.

Creiamo connessioni attraverso il cibo perché tutto assuma un sapore migliore.

Vogliamo far assaggiare alle persone nuovi sapori per far sperimentare la tradizione e l’innovazione.

La nostra ambizione in questi 10 anni è stata quella di rompere gli standard e creare nuove percezioni nel pubblico.

Ai nostri eventi si partecipa con la famiglia o gli amici, con chi ama il cibo, con chi ne è esperto o semplicemente con chi vuole passare qualche momento il cui ricordo permanga nella mente.

Ci rivolgiamo a chi apprezza la qualità e che vuole essere sempre il primo a scoprire i nuovi trend del mondo food&drink.

Diamo vita alle passioni creando intrattenimento di qualità per un pubblico che ama passare il proprio tempo libero in modo interattivo e divertente. Offriamo ai brand e alle aziende che hanno qualcosa da comunicare una piattaforma per interagire con la propria utenza

TASTE

Taste of Paris Qui più di 50 chef condividono i loro piatti d'autore per 4 giorni in un contesto che accoglie migliaia di parigini in festa. Alcune chicche? Provare ad imparare qualche trucco da chi fa vibrare la gastronomia francese quale Babka Zana, pasticceria di tendenza che sta facendo il giro dei social nella capitale Francese.

La Babka è un dolce che trova le sue origini nell’Est Europa e sta per “piccolo pane della nonna“: una specie di brioche soffice ricoperta da una glassa alla vaniglia o al cioccolato e decorata con mandorle o frutta candita, ora interpretato a la Parisienne!

GLOBAL SNAPSHOT 2019

14

eventi

450.000 partecipanti

1 mln

di piatti venduti

+500

tra bar e ristoranti

5 mln

ricavi dalla biglietteria

Abbiamo riempito l'Italia di piatti per anni e continueremo a farlo…!

+400.000 mq di location

12 mln

di ricavi generati dai ristoranti

14000 espositori

47

Stare accanto al pubblico, sentire la loro vicinanza.

Abbracciarsi per una foto, fare una chiacchera, rispondere alle curiosità che hanno su di me o sui ristoranti.

Cucinerei la pandemia, nel forno, ad alte temperature.

Il piatto che tutti dovrebbero provare nel tuo ristorante?

A 700 anni della morte di Dante, se dovessi immaginarti in uno dei suoi gironi quale sarebbe? Perché?

Il prossimo.

Sarei a mio agio tra i golosi, del resto è il mio mondo.

Lo chef di oggi cosa direbbe a quello di ieri?

Milano-Roma A/R: Dove vai quando vuoi mangiare bene?

Studia, studia, studia! Perché? Per essere sempre aggiornato sulle diverse discipline che ogni giorno si sviluppano. Al giorno d’oggi essere uno chef a 360° non vuol dire solo “stare in cucina” ma essere preparato su temi quali la sostenibilità, la corretta nutrizione e la salute, sempre con un occhio di riguardo agli aspetti manageriali che oramai questo mestiere richiede.

48

Se dovessi esprimere te stesso, dopo questi due anni, unici e che hanno segnato tutti, cosa cucineresti?

… ma chi l’ha detto che gli chef mangiano?

Da Davide Oldani a Milano. Da Pipero a Roma.

Heinz Beck

Foto di Adriano Truscello per Heinz Beck

Il tuo ricordo più bello legato a Taste of Roma?

TASTE

Il tuo ricordo più bello legato a Taste?

Quello che mi è sempre piaciuto di Taste è la sana competizione che si crea tra i cuochi e ci fa sentire come una squadra. È come se formassimo una sorta di “dream team”, nessuno guarda chi lavora di più e chi meno, ci sono molta lealtà e molto rispetto, tutti assaggiano i piatti degli altri chef e il legame che si crea è molto bello.

Roberto Okabe

Il piatto che tutti dovrebbero provare nel tuo ristorante?

In quasi vent’anni di Finger’s sono molti i piatti a cui sono affezionato ma forse, se dovessi sceglierne uno, consiglierei di provare assolutamente il carpaccio di Butter Fish. Si tratta di un pesce grasso e molto saporito, dalle carni bianche e burrose, lo scottiamo con Salsa di Miso, un po’ di Salsa Ponzu e poi lo serviamo con una crema di Funghi Shiitake che rende davvero speciale questo piatto.

A 700 anni dalla morte di Dante, se dovessi immaginarti in uno dei suoi gironi quale sarebbe? Perché?

Essendo uno chef non posso che immaginarmi nel girone dei golosi...

Se dovessi esprimere te stesso, dopo questi due anni, unici e che hanno segnato tutti, cosa cucineresti?

Mi piacerebbe cucinare il Sukiyaki, un piatto della tradizione giapponese: il piatto conviviale per eccellenza!

Al centro del tavolo viene posta una pentola con un saporito brodo di soia e mirin dove tutti i commensali possono intingere il proprio pezzo di carne, pesce, verdure, spaghetti, funghi… è un vero e proprio “social dish”, molto simile a una Bourguignonne. È un piatto che in tempo di pandemia era solo un appetitoso ricordo.

Lo chef di oggi cosa direbbe a quello di ieri?

Allo chef di ieri, faccio i complimenti. Non ho rimpianti nè rimorsi, tutto quello che ho creato è stato fatto col cuore e con la passione.

Sono molto fiero di “Chef Okabe del passato”.

Milano-Roma A/R: Dove vai quando vuoi mangiare bene?

A Roma vado sempre da Ramen Bar Akira a mangiare il “Iekei Ramen”, un piatto tipico giapponese di origine cinese, semplice ma molto gustoso.

Mentre a Milano scelgo il Ristorante MA invia Lomellina, ristorante cinese contaminato dalla cucina giapponese, ci vado spesso con la mia famiglia.

49

Immaginare il futuro è da sempre un esercizio che mi piace fare, che mi viene chiesto, che troppe poche persone fanno.

Il nostro lavoro si basa molto spesso sulla sensibilità individuale delle persone, sul loro intuito e sul loro coraggio nell’immaginare qualcosa che ancora non esiste: è ora di tornare a rischiare.

Metterci la faccia è da sempre il nostro marchio di fabbrica. Non abbiamo mai smesso di farlo.

Ora è il mercato a richiedere la nostra presenza, la nostra visione, il nostro coraggio.

Noi non siamo mai stati così pronti.

Abbiamo rinforzato le armate, abbiamo nutrito la mente, abbiamo messo in protezione tutti i nostri asset.

Chiamatelo Branded Entertainment, chiamatela Live Communication, usate il termine che preferite: noi siamo qui per dare di nuovo dignità al mestiere più bello del Mondo e fare sentire la nostra voce.

Stay tuned, stay Soap!

— Michele Budelli

Informativa resa ai sensi degli articoli 13-14 Regolamento UE 2016/679 GDPR (General Data Protection Regulation) da Fandango Club S.p.A., Titolare del trattamento dei dati personali, liberamente conferiti per fornire i servizi indicati. Per i diritti di cui agli articoli 13-14 Regolamento UE 2016/679 e per l’elenco di tutti gli addetti al trattamento, rivolgersi al Responsabile del trattamento che è il titolare Fandango Club S.p.A. – Sede legale in Via Vincenzo Monti, 4 – 20123 Milano, sede operativa in Via del Commercio 42, 20090 Buccinasco, mail: info@fandango-club.com Copyright Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma o rielaborata con l’uso di sistemi elettronici, o riprodotta, o diffusa, senza l’autorizzazione scritta dell’editore. Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. La redazione si è curata di ottenere il copyright delle immagini pubblicate; nel caso in cui ciò non sia stato possibile, l’editore è a disposizione degli aventi diritto per regolare eventuali spettanze.

VIA DEL COMMERCIO 42, 20090 BUCCINASCO (MI) FANDANGO-CLUB.COM | INFO@FANDANGO-CLUB.COM