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E SE MIO FIGLIO NON DORME? manuale di sopravvivenza per neo-genitori
Spesso si pensa che il bambino “buono” dorma e il bambino “cattivo” dorma male, che ci sia stata una responsabilità da parte dei genitori e che se i bambini non dormono dobbiamo rassegnarci fino ai tre anni. Il sonno in realtà è un mondo molto complesso, che si interfaccia con componenti organiche, pratiche, emotive e anche di orari e abitudini.
Quello che cerco di fornire ai genitori sono informazioni efficaci che aiutino a semplificare questo modo così affascinante ma anche difficile.
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Nei primi mesi di vita per dormire i piccoli si abituano a contatto, suzione e movimento.
Alcuni di questi condizionamenti involontari rimangono nella loro coscienza legati alla fase del sonno e li portano a gestire i risvegli in modo non autonomo. Per questo motivo a volte più interveniamo più li svegliamo, anche se sembra paradossale! I risvegli fisiologici nei bambini possono essere gestiti in maniera autonoma dai piccoli. Se gli orari sono regolari ma ci sono numerosi risvegli, dobbiamo iniziare a valutare un tipo di addormentamento più autonomo e una gestione dei risvegli in presenza sì del genitore, ma che aiuti i bambini a trovare un loro proprio modo di addormentarsi.
Una routine quotidiana del sonno dovrebbe prevedere un intervento progressivamente minore da parte del genitore per aiutarli a favorire un rapporto con il sonno più sereno e autonomo.
Ecco 7 spunti utili per iniziare ad approcciare al meglio il mondo del sonno dei piccoli:

1. Swaddling
Lo swaddle, utilizzato nei primi mesi di vita, è uno strumento magico!
Si tratta di una pratica che se eseguita nel modo adeguato può aiutare a far riposare meglio il piccolo e a farlo sentire più tranquillo. Infatti ricorda al neonato la sensazione di stare nel grembo materno. Il momento migliore per iniziare, è dai primissimi giorni, in modo che possa adattarsi alla posizione sin da subito. Per sicurezza deve sempre dormire a pancia in su, possibilmente inserito all’interno di un cuscino anti ribaltamento. Il tessuto per la fasciatura deve sempre essere adatto alla temperatura esterna, la fasciatura sulle gambe deve essere morbida mentre le braccia e il busto possono essere fasciate leggermente di più.
2. Rumori bianchi
Un generatore di rumori bianchi è qualcosa che porto sempre con me nella mia borsa di Mary Poppins quando seguo dei clienti durante le notti.
3. Ambiente del sonno coerente tra giorno e notte
Buio e con la giusta temperatura. Fino ai sei mesi-un anno il bambino può stare in camera con noi, poi è preferibile trasferire il piccolo nel proprio ambiente. Sono fondamentali la temperatura intorno ai 23 gradi, umidificatore, White Noise Machine ed una culla sicura.
4. Giorno e notte, luce e buio
Non è vero che la luce di giorno “li abitua a dormire ovunque”, aiutare il bambino con il buio, non solo lo aiuta a non distrarsi ma favorisce la comprensione della differenza tra il giorno e la notte.
5. Seguire le fasi di sviluppo
Durante il terzo e il quarto mese è il momento in cui consolidare le loro abitudini legate al sonno.
Una routine, un ambiente specifico, degli orari precisi, un addormentamento dolce e senza troppi movimenti in culla sono l’ideale. È il momento in cui iniziare a consolidare le loro capacità di addormentarsi parzialmente in autonomia. Nei primi mesi di vita un neonato può dormire fino a 18-20 ore al giorno, in genere questo ritmo dura un mese al massimo, più comuni sono le 16-18 ore complessive fino al terzo mese, 14-16 dal terzo mese in poi, fino ad un ritmo di 1 un’ora di pisolino la mattina, due ore nel pomeriggio, 30 minuti in serata e 12 ore la notte, verso il quarto mese.
6. La chiave del sonno
È necessario che la “chiave del sonno” sia interna. Legata ad una sicurezza che i bambini portano con loro. Il nostro compito è aiutarli a trovare questo magico elemento e guidarli verso un addormentamento che sia soltanto loro.
7. Gli errori dei genitori
I genitori in questo contesto non sbagliano: tentano, fanno del loro meglio e se stanno leggendo questo articolo è perché vogliono migliorarsi. Il nostro ruolo, come consulenti del sonno, è farli sentire accolti e compresi. Le mamme e i papà fanno quello che possono con le capacità e le informazioni a disposizione. Non dormire non semplifica le cose, perciò accantoniamo la parola “errore” e concentriamoci su termini come “miglioramento”, “soluzione”, “comprensione”.

A dormire in maniera più efficace si può imparare e spesso anche con un percorso molto più lineare e meno complesso di quello che si pensa. Io sarò sempre a vostra disposizione per aiutarvi a capire di più, per quello che so e che spesso imparo da voi e dai più piccoli.
Un abbraccio,
Tata Elena
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La maggior parte dei bambini non dorme quando ha sonno ma soprattutto quando ha le condizioni favorevoli per farlo. Sta a noi creare un ambiente che li aiuti ad addormentarsi! Come creare un ambiente favorevole al sonno?
1. LUCE
Per quanto riguarda la luce va valutato il grado di sensibilità di ogni bambino: alcuni si addormentano soltanto al buio, altri no. Nelle prime settimane di vita conviene scandire le ore del giorno ed evitare che ci sia sempre e solo buio durante le ore di sonno. Dopo le prime 6-8 settimane tendenzialmente i bambini iniziano a preferire la penombra. Per l’allattamento è utile una lucina calda delicata, non vicina al viso del bambino, ma necessaria per con-