Famija Arciunesa

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Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. - Dir. Resp. Carlo Andrea Barnabè Aut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 - Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 - Tel. 0541 643884 Stampa: Litografia La.Ser. Coriano - Grafica: Composet Riccione - Anno XXX- N° 4 - SETTEMBRE/OTTOBRE 2011

www.famijarciunesa.org - info@famijarciunesa.org

CN/RN0665/2010

A OLTREMARE CON LA FAMIJA 25 Settembre 2011

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Festa di Fine Estate! PROGRAMMA DELLA GIORNATA A PAGINA 32

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PROGRAMMA DELLA SERATA A PAGINA 33

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lA NOSTRA STORIA

Silvio Lombardini è il primo sindaco

1923. Silvio Lombardini.

La prima riunione del consiglio comunale di Riccione si tiene nella «sala delle adunanze dell'edificio scolastico municipale» ii 4 novembre 1923 alle ore 15. Qui, tra gli applausi scroscianti dei consiglieri e del pubblico, Silvio Lombardini è eletto sindaco; nella stessa seduta è conferita la cittadinanza onoraria al Capo dello Stato, sua eccellenza il cavaliere Benito Mussolini, «animatore della rivolta ideale del popolo italiano», e a Aldo Oviglio, per il contributo dato alla realizzazione del municipio. I particolari della "storica" seduta li troviamo incisi su "La Riviera Romagnola" di giovedì 8 novembre 1923 e da quelle colonne estrapoliamo la cronaca che segue. I lavori del consiglio vengono introdotti dal commissario prefettizio Augusto Marani attraverso una «elaborata relazione» illustrativa del lavoro svolto

dal 12 giugno al 4 novembre 1923. Dopo di lui l'onorevole Sitta, in qualità di consigliere anziano, assume la presidenza e in tale veste pronuncia «un elevato discorso improntato al più nobile patriottismo, incitando all'amore e alla concordia per l'avvenire di Riccione». A Sitta succede Basigli. Il farmacista «rende omaggio all'opera diligente e solerte» del commissario Marani. Questi, tra le tante cose buone fatte per Riccione, ha anche la "paternità" dell'istituto Tecnico Inferiore, una scuola privata, ma «sorvegliata» dell'amministrazione comunale e con «le norme ed i programmi delle Scuole Regie e Pareggiate». L'istituto, nato sotto gli "auspici" di Marani nel settembre del 1923, annovera nel «comitato ordinativo» il prof. Camillo Manfroni della regia università di Padova, il parroco di San Lorenzino don Giovanni Montali, il capo stazione aggiun-

to Cassio Crescentini e il direttore della succursale del Credito romagnolo Lazzaro Sorci". Basigli propone di dare alle stampe la relazione del commissario prefettizio e il consiglio approva. A questo punto si procede alla elezione del sindaco per scrutinio segreto. All'unanimità è eletto il com. rag. Silvio Lombardini, pubblicista e imprenditore tipografico di Forli, cittadino emerito di Riccione e onorario per acclamazione. Questi fa una rapida sintesi delle vicende turistiche che si legano alla storia della «sua" città, valorizzando soprattutto «le virtù del risparmio e del lavoro di tutti i suoi figli»; accenna «alla necessità di formare una nuova coscienza dell'industria balnearia e marinara, ed esaltando il nuovo spirito nazionale e i grandi conterranei che lo animano, Benito Mussolini ed Aldo Oviglio, li propone, ed il Consiglio li acclama, cittadini onorari

Il Municipio, già Villa Innocenti, dopo le opere di ristrutturazione del 1926.

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LA NOSTRA STORIA

1923. Cerimonia nel giardino del Municipio. (Riproduzione da foto Picchi - Riccione)

di Riccione». Scelto il sindaco, si procede alla nomina della giunta comunale. Sono eletti «membri effettivi» Donini, Sirocchi, Tontini e Basigli; supplenti: Sitta e Papini. Quando si attribuiranno gli incarichi, il sindaco avrà le deleghe per affari generali, piano regolatore, acquedotto, separazione patrimoniale e personale; Donini per viali, porto, ponti e strade, stato civile ed edilizia; Sirocchi per opere pie, beneficenza, espropri, polizia urbana e tasse; Tontini per reclami, costituzione pro Riccione, pensioni, esercizi pubblici; Basigli per igiene, sanità e istruzione pubblica. Papini, pur essendo «supplente», si occuperà di agricoltura, provvista di alberi per viali, pesa pubblica, mercati e fiere, forniture, prezzi generi alimentari, indirizzo agricolo del comune, tasse bestiame”. Prima di chiudere l’adunanza di consiglio Donini, nella sua qualità di assessore comunale, ma anche di membro del direttorio del fascio, «traccia il compito del fascismo locale», affinché anche Riccione «porti il suo contributo all’opera della restaurazione nazionale». Da quest’ultimo intervento si capisce che la giunta, d’ora in avanti, dovrà sempre rapportarsi con il fascio. Fascio a parte, spetta a Silvio Lombardini il compito di mettere in moto la macchina amministrativa del comune; ma prima ancora di avviarla, egli deve inventare uffici,

servizi, impiegati, statuti, regolamenti... tutto. Per il momento il municipio ha solo una casa. Una casa provvisoria, rimediata, modesta... ma pur sempre una “sede comunale”. Ed è questo che conta e che inorgoglisce la popolazione. A margine della prima memorabile seduta consiliare riferiamo alcuni particolari di cronaca. Lombardini è eletto sindaco con 16 voti e una scheda bianca: i presenti, infatti, sono 17. All‘appello mancano, perché dimissionari, Pio Della Rosa, Roberto Mancini e Camillo Corazza. I primi due, nonostante gli inviti del sindaco a recedere dai loro propositi, confermeranno la loro decisione: Della Rosa «per il modo oltremodo spiacevole in cui si svolsero le elezioni»; Mancini per come «venne impostata e diretta la lotta elettorale amministrativa». Corazza, ritirerà le dimissioni e parteciperà attivamente in qualità di consigliere alla vita pubblica di Riccione. Domenica 2 dicembre all’Hotel Lido si svolge un banchetto in onore di Lombardini e Marani. Presenti al pranzo 60 invitati. Parlano per primi l’assessore Basigli, che illustra l’opera del commissario «fatta di coscienza, di diligenza e di rettitùdine» e il sindaco Lombardini, che invita tutti a valorizzare le bellezze di Riccione e ad avere consapevolezza delle grandi potenzialità dell’industria balneare. Il primo

cittadino dice anche «di essere ben lieto di lavorare per l’avvenire di Riccione e di avere a collaboratori persone di senno e che ardentemente amano il loro Paese». Intervengono poi, l’assessore Donini, che «porta una vibrante ed applaudita nota fascista», e il segretario comunale Trebbi, che «ricorda l’opera di appassionata assistenza data da Lombardini ai combattenti ed ai mutilati durante la guerra e assicura che tutti gli impiegati collaboreranno per l’avvenire di Riccione». In ultimo parla il dottor Serafini che dopo aver rinnovato «il saluto della cittadinanza al Sindaco e all’ex Commissario, ricorda il grande cittadino onorario di Riccione, Benito Mussolini, il cui nome viene salutato da un lungo applauso». La cronaca redatta da “La Riviera Romagnola” non va oltre le parole dei “relatori”: non ci fornisce notizie, per esempio, sul menù offerto ai commensali. Eppure un tempo, quando l’Hotel Lido era poco più che una baracca e i “clienti» erano socialisti e anarchici, la sua cucina era rinomata per le tagliatelle, gli “strozzapreti” e il coniglio in porchetta; lì, in quell’osteria, si brindava alla lotta di classe e si cantava l’Internazionale. Erano altri tempi! Erano i tempi di Domenico Galavotti. Tratto dal libro: “Dall’Internazionale a Giovinezza di Manlio Masini.

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NUOVO C.D.A. di F.A.

Il “Babbo” è ancora Giuseppe Lo Magro Fa il poker Giuseppe Lo Magro alle elezioni del C.d.A di Famija Arciunesa per il triennio 2011/2014. Diviene Presidente a pieni voti dopo che l’Assemblea dei soci del 9 luglio scorso aveva espresso le sue preferenze e la successiva convocazione degli eletti, tre giorni dopo, ha provveduto alla distribuzione delle cariche sociali. E’ un record per la prestigiosa associazione riccionese confermare lo stesso “Babbo” per la quarta volta consecutiva. Avere la stessa guida è un segno positivo, che valorizza la qualità delle numerose attività svolte in questi anni e significa continuità nell’impegno sociale a favore della Città di Riccione. Ed è segno positivo anche il fatto che la maggioranza dei consiglieri è rimasta al suo posto e che le minime variazioni sono per così dire “fisiologiche”. Ad accompagnare Giuseppe per i prossimi tre anni saranno: Giovanni Olivieri (Vice Presidente), Antonio Batarra (Tesoriere), Teresio Spadoni (Segretario) e i con-

Da sin. In piedi: Marco Zangheri, Franco Baratti, Giovanni Olivieri, Riccardo Angelini, Teresio Spadoni, Antonio Cianciosi, Romano Tanfani. Accosciati: Paolo Santovito, Giuseppe Lo Magro, Antonio Batarra.

Il “Babbo” di F.A. Giuseppe Lo Magro, consegna la targa ricordo a Romano Tanfani.

siglieri Paolo Santovito, Franco Baratti, Riccardo Angelini e i nuovi entrati Antonio Cianciosi e Marco Zangheri. Un gruppo che si ritroverà a breve per affrontare i tanti importanti appuntamenti dell’autunno: Festa ad Oltremare, Gita sociale, Compleanno di Riccione, Castagnate in viale Ceccarini, pubblicazione di un libro dialettale e del classico volume di storia locale da donare ai nuovi Soci. Nel corso della serata che ha attribuito

le cariche si è svolta una simpatica cerimonia con la consegna di una targa ricordo a Romano Tanfani per vent’anni (si... proprio 20!) segretario tuttofare dell’associazione; compito svolto con ammirevole dedizione e chiara onestà e che, ora, ha deciso di interrompere per gustarsi un bel po’ di tempo libero. In ultimo un doveroso grazie, per l’impegno e le idee profuse, ai consiglieri uscenti Giovanni Morganti e Paolo Arcangeli.

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LA NOSTRA STORIA

133 anni fa moriva don Carlo Tonini, un instancabile promotore di Riccione.

E con 50 bambini bolognesi nasceva il turismo sociale Riproponiamo un Articolo pubblicato nel 1986 da F.A. con le uniche modifiche alla date aggiornate dei 25 anni trascorsi di Don Tonini, Don Pietro Grandicelli censisce attorno al 1830, 800 persone, il sucessore, Don Luigi Bugli, 1300. Quanto sopra detto toglie il paese dall’indecenza: la mortalità infantile non è più al 50% e la vita media a 23 anni come prima del ‘30. Si forma a Riccione anche la nuova borghesia locale, che timidamente si affianca all’aristocrazia terriera riminese. II capomastro Giovanni Mazzocchi alloggia 14 famiglie nelle sue case, Francesco Papini agricoltore e commerciante acquista una barca al parone Settimio Mercatelli, il figlio Giovanni finanzierà la prima colonia al mare a capitale riccionese. Don Tonini riprende la parrocchia alla fine di questo periodo, c’era già stato dal ‘32 al ‘37, prima d’essere chiamato in duomo, ritorna nel’48 per restare fino alla morte avvenuta trent’anni esatti dopo. Viene richiamato per far dimenticare la triste esperienza di Don Antonio Fiorani Ronci, che venne addirittura espulso e processato, e per gestire un periodo difficile della chiesa e della comunità parrocchiale. Dal ‘48 al ‘60 l’instabilità politica e il brigantaggio rallentavano i traffici, una serie di naufragi con perdite di barche e molte vite umane fa maturare nei padroni delle barche migliori la volontà di trasferirsi. La foce del Melo non dà garanzia; non si esclude anche una riduzione dei mercati, la fine delle bonifiche lascia i «casanoli» senza lavoro continuativo. Ma il colpo mortale avverrà nel ‘61 - un anno dopo l’unificazione - quando la ferrovia costruita a tempo di record azzera il lavoro della Flaminia. Bologna è città d’Italia, può comunicare con il sud anche attraverso la Toscana e allacciare rapporti commerciali liberi col nord, Roma è isolata e in definitiva Riccione è tagliata fuori. Don Tonini non s’arrende, fa della risoluzione dei problemi economici dei suoi parrocchiani il motivo terreno della sua missione. Inizia col far progettare la palificazione del Melo, ma non trova i finanziamenti, pur cercandoli ovunque. Ci penserà la Ceccarini nel 1897, 19 anni dopo la sua morte, stanziando le 60.000 lire che necessitano. Questa sconfitta non lo ferma, va spesso in biblioteca a Rimini,

Don Carlo Tonini nasce a Rimini nella Parrocchia di S. Agnese nel 1807. A nove anni è già in seminario, orfano di entrambi i genitori, con due sorelle ed un fratello più giovane nella miseria più nera. Il padre Francesco e la madre Caterina Mercatelli, morirono probabilmente di stenti, erano anni di grandi carestie, con gli eserciti di mezza Europa che si inseguivano lungo la Penisola e a questo bambino pio ed intelligentissimo, sebbene poco dedito allo studio, tale orribile sorte venne evitata per l’intercessione del parroco Don Gaetano Frioli e la benevolenza del vescovo Monsignor Valfardo Ridolfi che gli permisero l’accesso gratuito in seminario. E’ nominato parroco a Riccione nel ‘32 a 25 anni. Il suo è un tempo difficile, intervengono mutamenti di ordine economico e sociale, tali da far cadere in profonda crisi l’economia extragricola della parrocchia. Siamo nel 1850 e, contrariamente a quanto si possa credere, la metà della popolazione si dedica ad attività non agricole e tale popolazione è concentrata nella fascia a mare e soprattutto lungo la via Maestra (C.so F. Cervi); là sono attive tre locande, le stalle per il cambio dei cavalli, attività legate all’indotto commerciale delle produzioni dell’entroterra, in quanto solo in quel punto queste possono confluire su una strada di collegamento. Riccione è in posizione strategica, fuori della cerchia urbana, è il passaggio obbligatorio di tutte le merci e persone che dalla legazione delle Romagne attraverso l’Emilia e l’Adriatica vogliono confluire verso Ancona seguendo l’Adriatica stessa, oppure il Furlo e Roma seguendo la Flaminia, la distanza da Bologna e da Ferrara è tale da obbligare il cambio dei cavalli. C’è fermento anche in agricoltura, sulla base del catasto Calindri, si imponevano le imposte al terreno non in base al reddito ma alle redditività potenziali, costringendo i grandi proprietari terrieri ad aumentare le produzioni e a bonificare le ultime paludi a monte della Flaminia. I «casanoli» ebbero lavoro continuativo per bonificare la piana della Colombarina e quella di Fagnano. II predecessore

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LA NOSTRA STORIA è un buon storico, sa dove e come cercare, s’informa su tutto ciò che può destare le sue curiositĂ , compresa quella benedetta macchina a vapore che ha permesso la ferrovia. Si prefigge un secondo obiettivo, far fermare il treno al casello di Riccione: solo attraverso i collegamenti sarĂ possibile cercare un’attivitĂ ai suoi paesani. Va a Torino, va a Firenze, muove tutte le persone influenti che può. Non sappiamo cosa abbia potuto raccontare in quelle sedi, sappiamo di certo che la prima fermata di un treno omnibus è autorizzata nel 1865 quale prova. Dal numero dei passeggeri, si vedrĂ se sarĂ il caso di tenerla o sopprimerla: un passeggero al casello di Riccione c’era sempre, era Don Tonini- che a sue spese faceva il pendolare con Rimini. Ottenuti i

massaie, divisi in base all’etĂ ed al tipo di linfatismo. La retta è di 2,30 lire giornaliere, il trasporto al mare su carri trainati dai buoi, lungo la carraia Viola dell’Insegna. Assistente e ‘animatore culturale’ gratuito l’onnipresente Don Tonini. A questo gruppo ne seguĂŹ un secondo di 57 bambini e l’ispettore inviato da Bologna, dottor Verardini, rimase stupefatto dall’efficienza e dallo zelo dei riccionesi: probabilmente non sapeva che c’era una tradizione di secoli lungo la Flaminia in quanto ad ospitalitĂ di viaggiatori e pellegrini. Dietro i bambini vennero i genitori e chi altro, dando origine al turismo balneare. I riccionesi alla sua morte lo definirono ÂŤil precursore del movimento dei ferrovieriÂť, di lui sopravvivono i suoi diari ed un libro divulgativo scritto

collegamenti, c’era da trovare una nuova attivitĂ e qui è la sua grandezza. Dalle sue letture sa che in Europa ci sono studi attorno alla cura di una malattia dei nodi linfatici della scrofola, la terapia migliore è lo iodio contenuto nell’acqua di mare. A Bologna si è formato un comitato con lo scopo di inviare i bambini al mare, il nostro parroco ne forma uno a Riccione, ne diventa vicepresidente prende contatti con Bologna e nell’estate del 1867 cinquanta bambini ammalati di quella provincia iniziano ufficialmente il turismo riccionese, ospiti delle nostre migliori

nel 1868 ÂŤCenni sul paese di Riccione e i suoi bagni marittimi di Don C. Tonini, parroco di detto luogoÂť citato dal Borghi ma irreperibile. Quello che stupisce maggiormente è che è ancora vivo il suo operato nella memoria storica dei riccionesi. E’ tempo di onorare la memoria a 133 anni dalla morte di questo sacerdote dedicandogli qualcosa di veramente importante, non solo si salderebbe un debito di riconoscenza ma si mirerebbe anche al recupero della nostra storia. Alberto Ciotti

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Al “Ceccariniâ€? è nato Luca Amati Dopo tanti anni, un bimbo ha emesso il primo vagito al “Ceccariniâ€?. A vantare i natali riccionesi, privilegio negato dal 1982, anno in cui è stata chiusa la MaternitĂ , è Luca Amati, ultimo rampollo della dinastia degli Amati, noti industriali e pionieri del turismo di Riccione. Andando a ritroso fino alla settima generazione, infatti, s’incontra il capostipite, Sebastiano Amati (classe 1814), nonno di Lucio Amati (1870) del famoso vongolificio che aveva sette fratelli, dei quali cinque albergatori. A dare alla luce Luca, che appena nato pesava 3,240 chili, lo scorso 30 giugno alle 13,26, è stata Maria Chiara Ciotti, assistita dall’intero staff del Pronto Soccorso, diretto dal primario Marina Gambetti. Casuale l’evento che al “Ceccariniâ€? ha un precedente solo in un cinesino, nato nella seconda metĂ degli anni Novanta. Maria Chiara e il marito Francesco Amati, entrambi 38enni, con l’ostetrica di fiducia stavano cercando di raggiungere l’ospedale di Rimini. “Appena partiti da casa, però, le contrazioni sono aumentate

–racconta il padre-. Abbiamo capito che non saremmo riusciti ad arrivare a Rimini. CosĂŹ, alle 13,18 ci siamo fermati al “Ceccariniâ€? e solo otto minuti

dopo è nato Lucaâ€?. Proprio lĂŹ, in quel Pronto Soccorso, di solito luogo di dolore, il piccolo ha dato un segno di vita e di speranza. A seguire il parto è stato il medico Roberto Belletti, ex chirurgo dell’ospedale privato Villa Maria di Rimini, affiancato dalla Gambetti e dal personale infermieristico, davvero emozionato nel vedere nascere lĂŹ quel frugoletto. Qualche minuto, poi, il bimbo ha cominciato a nutrirsi con il latte materno. Maria Chiara e Francesco, che hanno giĂ un’altra figlia, Elena di 4 anni, visto che tutto era andato bene, dopo un’ora hanno firmato per tornarsene a casa. Ha il volto gioioso il medico Belletti. “I genitori sono stati fantastici – commenta - e il neonato molto tranquilloâ€?. Davvero un’emozione per il camice bianco che a Rimini aveva fatto nascere quattro bimbi tra i quali sua figlia. Sta di fatto che con la chiusura della MaternitĂ , Riccione ha potuto dare i suoi natali a ben pochi bambini che si contano sul palmo di una mano. Tra questi un bebè nato in ambulanza al confine tra Rimini e Riccione e tre a casa. Nives Concolino

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ADDIO DOLOROSO

Renato Brandi “riabbracciaâ€? la sua Annyka Per oltre ventisei anni, con l’inseparabile moglie Elsa, ha vissuto un grande dramma: la perdita della sua cara Annyka, studentessa universitaria, perita il 23 dicembre 1984, nell’attentato al rapido 904 Napoli-Milano, sotto la galleria di San Benedetto Val di Sambro. Dopo tanta sofferenza, lo scorso 9 maggio, Renato Brandi (83 anni), ha raggiunto la sua unica figlia in cielo per vivere con lei quell’eterno abbraccio d’amore che mani assassine gli avevano negato in terra. Ironia della sorte, il suo cuore ha cessato di battere per sempre nel reparto di Medicina d’urgenza del “Ceccariniâ€?, alle 9, all’indomani di quella messa che aveva chiesto di dedicare ogni anno, nella chiesa della Pentecoste di Riccione, ai ragazzi scomparsi per malattie, incidenti e disgrazie. Dopo l’efferata tragedia, Renato e la moglie hanno trascorso la vita, promuovendo numerose iniziative a favore dei giovani e dei piĂš deboli. A loro, giĂ dal 1986, era stato devoluto il ricavato del libro “Ognuno sorriderĂ anche in cieloâ€?, poesie, pensieri e racconti di Annyka. Questo, non solo per tenere viva la memoria dell’indimenticabile figlia, ma, come amavano ripetere all’unisono i due genitori: “per essere degni di rivedere presto il proprio “angeloâ€? volato in cielo!â€?. Tanti i gesti di caritĂ , che hanno organizzato con discrezione a favore di diverse associazioni, anche in campo culturale. I Brandi hanno finanziato borse di studio e premi per i giovani, con l’unico scopo di “promuovere la cultura dell’amore e della pace contro l’odio cieco della mafia e del terrorismoâ€?. L’hanno fatto sostenendo anche il Premio nazionale di poesia “Riccione Satyagrahaâ€?

che la Cooperativa culturale “ComunitĂ apertaâ€? organizzava, ispirandosi al grande Mahatma Gandhi. Era dedicato alla non violenza e alla stessa Annyka. Tra le nuove generazioni la memoria della giovane studentessa a Riccione rivive attraverso la scuola di piazza IV Novembre a lei intitolata, pochi anni dopo la terribile tragedia, nella quale persero la vita diciassette persone di ritorno a casa per Natale. Emblematiche le frasi riportate sull’epigrafe: “Amore mio‌ come allora, nel lontano 1953 io t’amo tanto: tanto, tanto! Ora camminiamo insieme, fiduciosi e sicuri verso il nostro destino che Iddio ci ha riservato, quello di trovarci felici tutti tre insieme per l’eternitĂ . Io sicuramente ti amerò sempre, ti ameremo, ci ameremo all’infinito. Renato e Annykaâ€?. Per quest’ultima perdita, attorno a Elsa si sono stretti il medico Luca Montanari e la moglie Ileana, cosĂŹ come accadde nei giorni del terribile attentato. Toccanti le parole di don Giorgio Dell’Ospedale che ha officiato le esequie: “Anche se con voce flebile -racconta-, fino agli ultimi suoi giorni, Renato mi ripeteva che, se lui e sua moglie non avessero avuto fede e speranza cristiana, non avrebbero potuto sopravvivere alla tragedia. Ultimamente Renato viveva nella camera della figlia, circondato da foto e quadri dipinti da lei. I Brandi hanno continuato a vivere instancabilmente nel ricordo della loro Annyka, ma nel frattempo hanno portato coraggio a tante mamme e papĂ . Sono stati un grande esempio di fede cristiana, di rettitudine, onestĂ e bontĂ . Saremo vicini per come potremo a Elsa, come parrocchia e come amiciâ€?. Nives Concolino

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Massimo Masini Presidente Aeradria “Siamo tornati a conquistar le svedesi” Il boom di viaggiatori registrato dal Fellini che impatto ha avuto, a suo parere, sul turismo riccionese? “Una considerazione di fondo è d’obbligo: esaminando l’andamento dei mercati turistici esteri sul territorio della provincia di Rimini è stato possibile evincere come alcuni Paesi nel corso degli ultimi anni avessero, a livello aeroportuale intendo, assottigliato, quasi fino a scomparire, i numeri di riferimento. Rammento come all’atto del mio arrivo alla presidenza di Aeradria, nel 2005, un mercato strategicamente importante come quello tedesco, in termini di voli fosse praticamente inesistente nella programmazione del “Fellini”. Da qui l’avvio dell’esperienza di Riviera di Rimini Promotions e dunque il primo accordo con il vettore d’oltralpe DBA affinché avvenisse il riposizionamento di Rimini nelle rotte. Un passo decisivo perché il tessuto sociale, politico, imprenditoriale riminese ritrovasse fiducia nell’aeroporto, all’epoca isolato. Altra tappa fondamentale è stato il recupero del rapporto con il vettore low cost leader a livello europeo: Ryanair. Riallacciando contatti e proponendo inizialmente una destinazione non semplice quale East Midlands. Più tardi vi è stato poi l’allargamento a Bristol, Londra Stansted, Liverpool, Francoforte Hahn e Stoccolma… E riparto proprio da Stoccolma per dire che grazie a questi nuove opportunità, siamo riusciti a “rimettere piede” su un terreno, quello del mercato scandinavo, che negli Anni Settanta era particolarmente florido e che via via è andato

scemando. Oggi - molto rimane da fare in questo senso - oltre alla Svezia vediamo i buoni risultati, attestati dall’ultimo bilancio passeggeri gennaio-giugno 2011, della Danimarca: è tornata ad essere visibile percentualmente in virtù dell’offerta collegata alla low cost italiana Wind Jet, operativa sul “Fellini” dal 27 marzo scorso. C’è pure la buona ripresa dell’Olanda e della Francia, l’exploit della Repubblica Ceca, mentre la Finlandia, seppur in crescita, non può disporre ancora di voli continuativi lungo tutto l’arco dell’anno. Detto ciò, ma avrò modo di fare altre riflessioni più avanti, l’impatto sul turismo riccionese, nell’arco di un anno (maggio 2010-giugno 2011), periodo nel quale abbiamo svolto un sondaggio per com-

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prendere meglio che tipo di percezione hanno avuto i nostri passeggeri dell’Aeroporto in quanto tale, come si sono mossi sul territorio provinciale, regionale e nazionale, come hanno “impiegato” il loro tempo, come hanno speso il loro denaro, dove hanno soggiornato, è così riassumibile: Riccione è stata scelta dal 12,9% dei passeggeri incoming della provincia di Rimini. Di questi passeggeri, il 67,1% ha scelto Riccione per turismo, il 21,2% per lavoro; l’11,8% per altre ragioni. Il 29,4% di questi passeggeri è di nazionalità russa, il 24,4% inglese, il 24,4% tedesca, l’8,2% italiana, il 12,9% di altri Paesi”. Ha portato nuove presenze straniere? Se sì da che Paesi soprattutto? “Abbiamo ritrovato il mercato rumeno: rispetto al primo semestre 2010 l’incremento del traffico da e per la Romania (voli diretti Wind Jet da e per Bucarest) è pari ad un +536%. Il boom di viaggiatori ha riguardato e riguarda altresì l’Albania, +22,5% sul primo semestre 2010. Abbiamo di fatto, rispetto ad esperienze non continuative del passato, aperto un traffico regolare da e per l’Ucraina, sempre con i voli diretti della siciliana Wind Jet, da e per Kiev; abbiamo confermato le destinazioni tedesche e svizzere a prevalente caratteristica incoming: Monaco, Norimberga, Stoccarda, Hannover, Karlsruhe-Baden Baden, Colonia, Berlino, Basilea, Zurigo. Capitolo a parte merita la Russia, con un +68% sul semestre 2010. La stabilità dei voli di linea verso Mosca, San Pietroburgo, Rostov, Samara, la forte attività charter verso altre destinazioni


aeroporto fellini quali Ekaterinburg, Cheliabinsk, Kazan, Nizhny Novgorod, Ufa, Krasnodar, Kaliningrad, Novosibirsk, contribuiscono al mantenimento di un primato in termini di passeggeri e collegamenti difficilmente replicabile da altri aeroporti italiani di medie dimensioniâ€?. Quali rotte sogna per il Fellini? “Battute a parte – ho piĂš volte dichiarato che lascerò la Presidenza di Aeradria quando da questo aeroporto partiranno i voli per l’isola di Tonga – devo dire che buona parte del lavoro è stata fatta per cercare di accogliere le tante richieste di nuove rotte. Consolidiamo i voli per la Sardegna (Olbia e Cagliari); riprendiamo i voli per l’Egitto con I Viaggi del Turchese

(Sharm e Marsa Alam); ampliamo notevolmente il raggio d’azione e le proposte sulla Grecia sulla base della collaborazione con il tour operator bolognese My Sun Sea; proponiamo per la prima volta Cipro e Turchia in chiave outgoing; guardiamo con grande interesse all’intensificazione delle rotte da e per i Paesi dell’Est Europa, del Centro e Nord Europa. Il tutto senza azzardare programmazioni che non trovano reale conferma nel nostro bacino

d’utenza che pesca lungo tutta la dorsale adriatica a sud di Venezia e fino a Pescara con il relativo entroterra delimitato a nord da Bologna, ad ovest da una parte della provincia di Arezzo, a sud da Perugia. Infine, collegare, dopo la breve esperienza del 2007, un grande ed importante Paese europeo come la Polonia e avviare quanto prima collegamenti aerei con la Cina, sui quali stiamo lavorando, quale nuovo mercato turistico, giĂ aperto per l’Europa e l’Italia, che si allargherĂ certamente nei prossimi anni in quantitĂ e qualitĂ â€?. Quanto costa ai contribuenti riccionesi l’Aeroporto Fellini? “Le quote di capitale sociale (pari al 6,48%) versate dal Comune di Riccione nel corso

degli anni ammontano a 859.401 euro. In attuazione del nuovo capitale sociale, per complessivi 6 milioni euro, deliberato dall’Assemblea di Aeradria il 19 maggio scorso, qualora il Comune di Riccione intendesse partecipare l’impegno sarà di 388.847 euro. Inoltre, il Comune di Riccione sta sostenendo il Piano delle attività di Promozione & Marketing di Aeradria con un impegno annuo di 74mila euro, che si andrà ad esaurire nei prossimi anno in

base a quanto previsto dal Piano di sviluppo pluriennaleâ€?. Da ex sindaco che giudizio dĂ delle politica turistica riccionese? “Con l’assoluta limitatezza, di questi ultimi anni, delle risorse finanziarie a disposizione per la promozione turistica, è apprezzabile e merita il pieno consenso l’attivismo in corso per mantenere il posizionamento di profilo e tendenza della cittĂ di Riccione, nonchĂŠ il rinnovato impegno, anche in collaborazione con Aeradria, sui mercati esteri. Condivido il costante e forte impegno di coinvolgimento di tutte le parti private turistiche della cittĂ con riferimento anche alla crescita dei filoni turistici congressuali e sportiviâ€?. Riporterebbe la tivĂš a Riccione? “Anzitutto rilevo che una serie di presenze televisive vi sono state anche in questi ultimi anni seppure con diverso impatto rispetto al passato. Risorse finanziarie permettendo e tenendo conto che occorre una maggiore presenza promozionale sul web rispetto al passato per assecondare i mutamenti di mercato, per una localitĂ che comunque lavora sui grandi numeri ritengo ancora di particolare efficacia la forte presenza su tv e radioâ€?.

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OSPEDALE CECCARINI

Fabio Denicolò al timone della Radiologia Nuovo primario al “Ceccarini”. Si tratta di Fabio Denicolò, nato a Santarcangelo 55 anni fa, dal primo maggio direttore dell’Unità operativa di Radiologia degli ospedali di Riccione e di Cattolica che guidava già dal 2009, ma come facente funzioni. Tuttora docente presso il Corso di laurea in Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna (sede di Rimini), vanta un’intensa attività, basata sulle sue esperienze mediche che spaziano dalla diagnostica radiologica del torace, scheletro e apparati digerente e urinario, alla diagnostica ecografica in particolare nella patologia muscolo-tendinea ed articolare. Gli obiettivi del neodirettore? Denicolò fa sapere che la sua Unità operativa “negli ultimi decenni cresciuta notevolmente in personale e tecnologie si pone una nuova frontiera: quella sull’appropriatezza”. Cosa intende? “Troppo spesso - spiega Denicolò - ci arrivano richieste di esami inutili o inappropriati. Stiamo facendo un grosso lavoro coi medici di famiglia e coi prescrittori in generale per provare a limitare questo fenomeno”. Per intenderci, come

sottolinea il noto camice bianco, da ora in poi avere in mano una ricetta non significa avere diritto all’esame. La mole di lavoro che l’attende è notevole, lo confermano i numeri del 2010, anno in cui sono state eseguite 77.163 radiografie, 13.107 ecografie, 1.927 risonanze magnetiche, 12.957 tomografie computerizzate e 209 biopsie. Di queste prestazioni, 37.651 sono state effettuate all’Ospedale di Cattolica. In forze 13 medici (oltre al direttore), 29 tecnici di radiologia, un coordinatore, 4 infermieri, 8 operatori socio sanitari (oss) e 7 amministrativi. Una nota anche sui macchinari. “Dopo le due nuove Tac, presto a Cattolica arriverà una risonanza magnetica più efficiente e innovativa”. Un particolare. Denicolò che ha pure firmato una decina di pubblicazioni, a 5 anni si è trasferito nel quartiere di Spontricciolo a Riccione, dove ha vissuto fino al matrimonio per poi tornare a Santarcangelo. Laureato all’Università di Bologna nel 1980, si è specializzato in Radiodiagnostica a Parma nel 1987, sempre con il massimo dei voti. Nives Concolino

REDAZIONE Direttore Responsabile: Carlo Andrea Barnabè • Capo Redattore: Giuseppe Lo Magro • Redazione: Nives Concolino, Maria Grazia Tosi • Collaboratori di questo numero: Alberto Ciotti, M. Antonella Colangelo, Ileana Belluzzi, Don Matteo, Don Franco, Nunzia Cataldo, Cinzia Bauzone, Marina Giannini, Valentino Fioravanti, Edmo Vandi, Antonio Cianciosi, Giovanni Mattoni, Lorenzo Scola, Fosco Rocchetta, Andrea Cevoli, Giancarlo Magnani, Daniele Casalboni • Foto: Foto Riccione • Pubblicità: Tel./Fax 0541 643 884 • Impaginazione e Grafica: Composet Riccione: 0541 606680 • Stampa: Litografia La.Ser. Coriano

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“Le Allegre Note” a Savona Alla fortezza del Priamar di Savona, con un cast proveniente da vari continenti, è andata in scena il 24 e 25 giugno la “Carmen” di G. Bizet, opera in quattro atti, certamente tra le più rappresentate. I nostri piccoli coristi, scritturati dal Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, dopo la brillante prestazione in Carmen del Capodanno 2010 di Rimini ( con ampi consensi di critica raccolti), sono stati impegnati per 4 giorni veramente stimolanti ed entusiasmanti. Il tutto è partito il 23 giugno con le prove regia svolte nel Teatro della Scuola Brandi di Riccione, per poi trasferirsi a Savona dove il 24 c’è stato il debutto con la replica del 25 , nello splendido scenario della fortezza del Priamar. Il Direttore concertatore di CARMEN è stato il M° Francesco Rosa, alla guida dell’Orchestra Filarmonia Veneta e del coro LI.VE di Rovigo, che al termine della rappresentazione si è complimentato con i nostri piccoli “cantattori” dando loro “un bel 10”! (leggere su Face Book!) La manifestazione fortemente voluta dalla REGIONE LIGURIA si è rivelata estremamente formativa per i nostri piccoli cantori: “Tre giorni di canto, vacanza, bagni nel mar Ligure ed emozioni in palcoscenico per i giovani coristi riccionesi, ambasciatori della coralità della nostra città. L’ennesimo riconoscimento al valore di questi giovanissimi che ormai da anni calcano le scene di vari teatri di tradizione, impegnati in produzioni di varie opere liriche.” È il commento del maestro Fabio Pecci che li ha preparati con il solito entusiasmo e tanta attenzione affinchè, come si legge negli articoli apparsi su la

Giugno 2011. Savona Fortezza del Priamar. “Coro dei monelli”, Carmen di G. Bizet.

Repubblica ed Il Giornale, si possa dire: ”E’ stato bello vedere i piccoli coristi entrare ed uscire dai buchi scavati al fianco della montagna, in una recitazione spontanea ed un canto intonato”. Al rientro non si è pensato solo alla vacanza ed al relax poiché sia “le Allegre” che le “Note in crescendo” hanno continuato con i loro diversi impegni concertistici , locali e fuori regione. L’estate non ha fermato il gruppo che oltre ad approfondire la vocalità e la scrittura musicale sta lavorando ad una nuova incisione discografica. M. Antonella Colangelo

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ASSOCIAZIONE CORO “LE ALLEGRE NOTE”

Ti piace la musica? Ti piace cantare? Hai dai 6 ai 13 anni? A Riccione il coro “Le Allegre Note” da oltre 11 anni fa incontrare bambini e ragazzi con questa passione… o gliela fa scoprire, sotto la guida del M° Fabio Pecci e con il sostegno organizzativo di uno staff simpatico ed efficiente. Il coro prova al sabato pomeriggio durante l’anno scolastico (dalle 14.30). Il coro organizza spettacoli, concerti, trasferte in Italia e all’estero ( all’estero per i ragazzi più grandi) e incisioni discografiche. Il coro ha cantato su RAI 3, RAI 1, in oltre 50 città italiane, ha partecipato ad opere liriche ( Bohème, Tosca, Carmen), Concerti Sinfonici (anche numerose produzioni dei“ Carmina Burana” con i solisti di Santa Cecilia), Concerti Rock con vari gruppi e tribute band internazionali. Da noi trovi un percorso che porta, i ragazzi più volenterosi, fino al coro “Note In Crescendo” (dai 13 ai 20 anni), formazione da concerto con esperienze discografiche e concerti all’estero. Al coro si accede previa una semplice “prova della voce” e con un contributo di euro 98 da settembre a giugno e per chi vuole approfondire dal 2005, c’è il corso estivo che ti porta ad esibirti in varie piazze d’estate sulla Riviera. Vieni a conoscerci! Gran Concerto di Natale 2010.

Visita il sito: www.coroallegrenote.it La mail per contatti: ut.resonare@alice.it oppure: direttivo@coroallegrenote.it Recapito telefonico: 338 8751778 (Maestro del coro) 338 9180294 (Presidente) La Cantoria di “Tosca” di G. Puccini – Rimini Gennaio 2010.

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progetti scolastici

Il Liceo Artistico Fellini “umanizza” il Ceccarini Si è svolta martedi 31 Maggio 2011 presso l’Ospedale “Ceccarini” di Riccione la cerimonia di inaugurazione del Progetto “ Umanizziamo le sale d’attesa” realizzato da Liceo Artistico Fellini di Riccione (classi 3C- 5C docenti Roberto Caldari, Paola Lamponi, Loredana Maggini, Diana Sorini, Calliope Tonus ) per l’allestimento della sala d’aspetto del Reparto Radiologia. E’ stato sponsorizzato dall’Azienda USL di Rimini, dal Comune di Riccione ass. Pubblica Istruzione e dal Lions Club di Riccione .Ha aperto i lavori il dr. Romeo Giannei, direttore medico del Presidio Ospedaliero di Riccione – Cattolica, il quale ha sottolineato che “ questo progetto abbellisce le pareti della Radiologia, prima spoglie e continua una tradizione storica degli ospedali, quella di ospitare opere d’arte che portino bellezza e colore anche negli ambienti di cura” Il dr. Nicoletti ha raccontato come è nata l’idea di “umanizzare” la sala d’attesa , come è cresciuto il desiderio di rendere più confortevole quel luogo per fare in modo che le persone entrando potessero percepire subito accoglienza, serenità, armonia e non solitudine e ansia dell’attesa .Il Dirigente scolastico del Liceo Artistico “Federico Fellini” di Riccione,

Prof. Giuseppe Ciampoli ed il Presidente del Lions Club Dr. Bruno Berni hanno ringraziato i ragazzi ed espresso grande soddisfazione per l’ottimo lavoro svolto. E’ stata poi la prof Ileana Belluzzi, referente e curatrice del progetto ad illustrare l’iter progettuale. “Il lavoro, sicuramente atipico per i ragazzi del “Fellini” è stata una forte opportunità di riflessione sul tema dell’accoglienza e quindi di crescita non solo dal punto di vista progettuale e tecnico, ma anche educativo poiché entrare e lavorare per un ospedale ha un significato particolarmente formativo. I ragazzi hanno realizzato venti grandi pannelli decorativi, dopo aver studiato anche la “ location”, gli spazi espositivi, le tecniche pittoriche ed ogni particolare.“Il Direttore generale dell’Azienda USL Marcello Tonini ha sottolineato l’importanza dell’uma-

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nizzazione delle cure, l’importanza che le Istituzioni (in questo caso, Scuola, AUSL, Comune, volontariato) lavorino insieme per la crescita della comunità ed ha rivolto un appello ai ragazzi: “Voi che sarete la futura classe dirigente, siate sempre pronti a dare il massimo impegno in ciò che fate a beneficio della collettività e del nostro territorio” Ha concluso l’assessore alla Pubblica Istruzione Ilia Varo la quale , richiamando l’importanza di rendere i locali sanitari accoglienti, ha anche sottolineato che “ all’interno di queste strutture lavorano persone eccezionali, La cortesia è l’anima della cura non è solo uno slogan. La cortesia alberga già dentro queste mura, grazie agli operatori, cerchiamo di renderla sempre più visibile nelle strutture”. Ileana Belluzzi


vita delle chiese

Don Matteo saluta la Mater Admirabilis Al termine della S. Messa presieduta dal nostro Vescovo Francesco Lambiasi, sento di dover ringraziare profondamente il Signore per l’esperienza passata in questi anni nella comunità di Mater Admirabilis. Il sacerdote, proprio per il suo ministero, viene a contatto con tante realtà e con tante persone. Questo avviene in maniera particolare nella nostra chiesa, in quanto, oltre ai parrocchiani residenti, essa è mèta anche di migliaia di persone che, trascorrendo le vacanze nella nostra zona, frequentano più o meno assiduamente le funzioni e chiedono colloqui o confessioni con il sacerdote. Pertanto ho avuto il privilegio di incontrare tante anime. La chiesa poi, con i sacramenti, raggiunge le persone soprattutto nei momenti salienti della vita: la nascita con il battesimo, la giovinezza con la cresima e le attività per i ragazzi, l’età adulta con il matrimonio e la catechesi per i propri figli, ed anche il momento della morte. Grazie a tutte queste esperienze ho potuto incontrare tantissime persone che mi hanno lasciato una testimonianza forte e viva sia come uomini che come cristiani. Un sentito ringraziamento lo rivolgo a tutti i parrocchiani, con i quali abbiamo condiviso molte iniziative e si è tentato di condividere la bellezza del vivere il Vangelo. Indubbiamente un forte sentimento di riconoscenza lo provo per tutti coloro che hanno avuto dei compiti operativi più diretti all’interno della parrocchia e grazie ai quali la vita della comunità ha potuto camminare. L’amicizia che mi lega a don Franco e a don Daniele sin dai tempi del seminario si vuole trasformare per loro

in un augurio particolare: Maria, Madre Ammirabile doni loro ogni grazia per poter guidare la parrocchia in questo nuovo cammino con il quale questa chiesa di Mater Admirabilis e quella dell’Alba da oggi formano un’unica zona pastorale. Una sfida grande che troverà in loro delle guide sagge e sapienti. Don Matteo

Due parrocchie= una zona pastorale 1 + 1 = 1. Così si trova effigiato sulle pareti di una casa un po bizzarra nel film Nostalghia di Andrej Tarkovskij. La spiegazione di questa formula matematica, non troppo matematica, la da il proprietario di quella casa, un tal Domenico servendosi di una bottiglia di olio: “una goccia più una goccia fanno una goccia più grande e non due”. Certamente sorprendente questa soluzione, ma anche profondamente sapienziale. Soprattutto oggi, in un mondo così frammentato, quello che cerchiamo in realtà non è la moltiplicazione dei fattori, ma l’unità di fondo, il tutt’uno, il senso unitario del tutto. Ho cominciato con una questione spirituale teologica, ma ora scendo nel pratico. In passato abbiamo fatto la moltiplicazione delle parrocchie. Voi tutti sapete che fino al secolo scorso esistevano solo due parrocchie a Riccione: san Lorenzo, la più antica, e san Martino. Poi da san Lorenzo è nata la Gesù Redentore e dalla Gesù Redentore gli Angeli Custodi. In maniera quasi simile è andata per Mater Admirabilis e Stella Maris. Come dire: le parrocchie si sono moltiplicate, da due sono diventate sei. Situazioni diverse, esigenze diverse, humus di fede diverso. Oggi quelle parrocchie rimangono sempre sei ma è cominciato il processo di unificazione. La parrocchia Gesù Redentore e la parrocchia Mater Admirabilis si fanno pionieri di questo laborioso e affascinante percorso. Per loro la formula matematica è quindi: 1+1=1, cioè due parrocchie, una sola parrocchia, anzi una sola comunità cristiana. Le due parrocchie non perderanno la loro identità, ma allo stesso tempo cam-

Chiesa Gesù Redentore.

mineranno insieme come fossero una. Poi guarda caso, anche se il caso per noi cristiani non esiste, le due parrocchie hanno sul territorio tre chiese e sapete a chi sono dedicate? A Gesù, a Maria e a san Giuseppe. Come se si fossero cercate per creare un unico patronato: la Sacra Famiglia di Nazaret. Quindi cominciamo questo cammino insieme. Certamente profetico è stato il Vescovo Francesco nel trovare in quel di Riccione il sentiero da percorrere. Viene chiamata in termini tecnici “pastorale integrata”. Questo nome è stato coniato poco tempo fa dai Vescovi italiani per definire il lavoro pastorale delle parrocchie vicine su uno stesso e omogeneo territo-

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rio. Per noi non sarà semplicemente un lavoro pastorale in comune, ma il creare una sola zona pastorale che chiameremo Zona pastorale Riccione sud dedicata alla Sacra Famiglia. Lo sappiamo non sarà facile. È connaturale in noi la tentazione del mio e del tuo: la mia chiesa, il mio campanile, il mio prete. Non dovrà funzionare così. I parrocchiani dell’Alba saranno parrocchiani della Mater e viceversa, pur vivendo e abitando la loro parrocchia. Don Franco e don Daniele non saranno proprietà privata dell’una o dell’altra. Ma in fondo non é questo imparare a vivere il Vangelo? Una parrocchia se è evangelica non può chiudersi nei suoi confini, elaborando teorie e pensieri per pochi eletti e comunicando con il medesimo vocabolario. Se una parrocchia vive il Vangelo deve aprirsi all’altro, parlare la lingua della gente comune, entrare in simpatia ed in empatia per farsi, come diceva san Paolo, “tutto a tutti”. Una parrocchia aperta deve vivere la città con uno spirito profetico, consapevole della Verità ma proponendosi sempre con umiltà. Non può fare muro contro muro, ma deve dialogare per trovare un punto in comune per il bene di tutti. Quindi questo cammino insieme delle parrocchie Mater Admirabilis e Gesù Redentore ci allenerà a vivere il Vangelo. Non serviranno tanti progetti pastorali, si comincerà dall’ ABC. Ogni giorno ci dovremo convertire dal pensare “mio e tuo” e invece dire: “la nostra parrocchia”. Sarà già un risultato importante. Poi per il resto vedremo... Don Franco


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“Ti lascio una poesiaâ€? è la rappresentazione di lettura di poesie dei bambini delle quinte delle tre scuole primarie del III circolo Didattico di Riccione che si è tenuta martedĂŹ 7 giugno presso il Palaterme di Riccione, con la partecipazione del Coro “ Le Allegre Noteâ€? del maestro Fabio Pecci, l’Accademia di danza “Antonella Bartolacciâ€?, col Patrocinio del Comune di Riccione e grazie a Conad Romagna di via Carpi, Riccione. La poesia aiuta a conoscersi interiormente, ad acquisire fiducia in se stesi, a costruire un’identitĂ individuale e collettiva. E’ libertĂ di pensiero,scambio tra culture, tradizioni e sentimenti diversi. La serata, alla quale sono intervenute circa cinquecento persone, è trascorsa nella gioiosa condivisione di momenti di lettura delle poesie scritte dagli alunni, dall’ascolto del Coro “ Le Allegre Noteâ€?, che per l’occasione ha cantato tre poesie del libro “ Ti lascio una poesiaâ€? musicate dal Maestro Pecci. L’Accademia di danza “ Antonella Bartolacciâ€? ha arricchito la rappresentazione con le sue performance. Nella serata, che si è realizzata grazie all’impegno del Dirigente Scolastico Dott. Montemaggi e alla collaborazione degli insegnanti, delle famiglie e degli alunni che hanno compreso il profondo significato educativo e didattico dell’intero progetto, un pensiero è andato all’amata poetessa riccionese Annyka Brandi alla quale è titolata la scuola Primaria di via Finale Ligure, con la lettura di una sua poesia tratta dal libro “Ognuno sorriderĂ lungo il cieloâ€?. La pubblicazione del libro “ Ti lascio una poesiaâ€? è reperibile presso l’Ufficio di Direzione- Scuola A.Brandi. Nunzia Castaldo

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Omar Montanari: dalle Fontanelle a Salisburgo… tutto d’un fiato Se è vero che la musica classica è il più grande e raffinato strumento di comunicazione, Omar Montanari ne è la prova reale. Giovane baritono, dalle grandi qualità interpretative, nato a Riccione, cresciuto “orgogliosamente” nel quartiere Fontanelle, dall’inizio della sua carriera ha contribuito immediatamente a portare alto il nome della città in tutto il mondo. Tutto comincia per Omar intorno agli undici anni, ascoltando per caso un vecchio disco in vinile, “Il Trovatore” di Giuseppe Verdi, “fu un vero e proprio colpo di fulmine”. Diplomato poi al Conservatorio Rossini di Pesaro in canto lirico, nel 2000 debutta con successo all’Auditorium della città marchigiana. Una parabola in ascesa la sua, dopo la vittoria al Concorso Europeo di Spoleto nel 2000 per giovani cantanti lirici, i più grandi teatri del mondo lo hanno visto calcare le scene con oltre 30 opere in repertorio, entusiasmando e appassionando gli ascoltatori. Una voce capace di “mettere le ali” ma anche animo sensibile e modesto, è quel che viene da pensare immediatamente quando lo si incontra. Il 13 maggio ha ricevuto il premio internazionale Gianni Poggi quale migliore interprete esibitosi negli ultimi due anni al teatro Municipale di Piacenza. L’autorevole riconoscimento, che prima di lui avevano ricevuto grandi della lirica, ha coinciso con il debutto al Festival di Salisburgo, uno degli appuntamenti culturali più significativi in tutto il mondo, in una produzione di grande prestigio: “I due Figaro o sia il soggetto di una commedia”, sotto la direzione del maestro Riccardo Muti, opera che verrà riproposta a Madrid il prossimo anno. Un bel traguardo per il cantante riccionese, che fa apparire l’episodio come la cosa più naturale al mondo. Omar comunque riparte sempre dalla musica: tantissimi gli appuntamenti, con la fierezza di riuscire a coniugare la propria voce con i dettami dell’interpretazione.Un grazie a Omar Montanari per rappresentare così bene la nostra città e la musica: il linguaggio universale che unisce gli uomini. Cinzia Bauzone

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Durante la messa pomeridiana di domenica 27 giugno, don Pietro Cannini (classe 1919) si è congedato dal “Ceccariniâ€?, dov’era cappellano dal 1952, e ha ceduto il testimonial a don Angelo Rubaconti, parroco di Misano. Dopo mezzo secolo il granitico sacerdote si è trasferito nella Casa del Clero a Rimini per godersi il meritato riposo. Un passo obbligato, ma davvero sofferto per l’anziano sacerdote che, nonostante i suoi 92 anni, con passo lesto e felpato, si aggirava ancora tra un reparto e l’altro, offrendo assistenza spirituale e conforto sempre con massima discrezione e umiltĂ . L’ospedale per don Pietro era ormai diventato la sua casa. Qui svolgeva il suo apostolato e qui viveva con l’essenziale in un piccolo locale all’ultimo piano. Nato a Vecciano (Coriano), dove sono venuti alla luce anche gli altri suoi dieci fratelli, ha cantato messa nel 1952. E’ stato cappellano per due anni a Scacciano (Misano), e per altri quattro nella parrocchia di San Martino, finchĂŠ nel 1960 è entrato per sempre al “Ceccariniâ€?. Dirigenti, medici, infermieri, operatori e autoritĂ , assieme ad alcuni semplici cittadini e al direttore dell’ospedale Romeo Giannei, hanno salutato lo storico cappellano nel corso di una cerimonia ad hoc. Con un tenue sorriso don Pietro ha esordito, dicendo: “Voglio fare un duplice ringraziamento. Il primo, verticale,va a Dio che mi ha conservato la vita cosĂŹ a lungo e mi ha dato tanti doni per condurre la missione evangelica. Ho trascorso la mia vita prima per i bambini, poi per i poveri, gli anziani e gli ammalati, qui in ospedale, e quando c’era bisogno, a Casa Serena. Il secondo grazie, orizzontale, va alle persone. I miei sessant’anni di sacerdozio li ho spesi in comune collaborazione, mai uno screzio con nessuno. In questo ospedale ci siamo sempre aiutati reciprocamente in tutto e con rispettoâ€?. Parole confermate dalle numerose e toccanti testimonianze anche “Don Pietro è stato una presenza amorosa per malati e medici. La mattina alle 6 l’ho visto tante volte, con il Santissimo sacramento, in giro per le camere a portare la

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comunioneâ€?, ricordo il cardiologo Pierangelo Del Corso. “Alle 7 ci davamo subito il buongiorno in ascensore, questo mi mancherĂ !â€?, esclama il primario Luca Garulli. La collega Marina Gambetti ricorda i tragici incidenti, quando non si trovava il coraggio di comunicare i decessi dei giovani ai genitori “mi chiudevo nel Pronto soccorso e chiamavo don Pietro, per darne notizia insieme e offrire un po’ di confortoâ€?, racconta. “Don Pietro per la sua umanità è stato un punto di riferimento prezioso per il malato che, spesso, ha bisogno di una parola in piĂš e di una medicina in menoâ€?, testimonia il primario Andrea Grossi. “Ho compiuto trent’anni di “Ceccariniâ€? da poco e posso ben dire che don Pietro è stato una presenza che ci ha accompagnato sempre e ovunque, encomiabile!â€?, fa eco il medico Manlio Sanseverino. Poi la nota di Gloria Monticelli. “Conosco don Pietro dal 1980 – conclude - è stato un aiuto importantissimo, soprattutto di notte, quand’eravamo soli con una trentina di persone e si temeva il decesso, lui ci aiutava in tuttoâ€?. A don Pietro va il grazie dell’intera cittĂ e anche di Famija Arciunesa. Nives Concolino

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LIBRI

Ciao a tutti, sono Aldi il pesciolino!

Vivo qui da tanto tempo, nuoto, salto e mi diverto. Ho amici d’ogni tipo: merluzzi, sogliole, vongole, triglie e sardine. Sono un pesce fortunato perché nessuno è mai riuscito a pescarmi: grazie alla mia coda e alle mie pinne, sono agile e veloce più delle onde. Le barche sono la mia vera passione, quelle con le vele le preferisco perché mi mettono allegria. Mi diverto a seguirle, sfidarle, guardarle. Ne ho conosciute tante di vario tipo: il Trabaccolo, la Battana, la Paranza, il Bragozzo, il Lancione... Erano le barche dei pescatori ma venivano anche utilizzate per trasportare legna, sassi, pietre e altre cose. Davanti, alcune di loro avevano degli occhi veramente buffi, mi facevano proprio ridere, gli uomini li avevano

na, Giuan, Corsaro Nero e tanti altri. Io le conoscevo tutte e le ricordo con nostalgia. Peccato che in mare non se ne vedono quasi più. Dopo tanti anni di navigazione molte di loro sono state demolite, altre sono finite in fondo al mare. Dovete sapere che ancora oggi esiste un’antica barca, bella, è la mia preferita, il Lancione “Saviolina”, di lei so tutto, la conosco dal giorno in cui è stata varata, ricordo ancora con, emozione la prima volta che l’ho vista... Ora vi racconto la sua storia.

messi pensando che avrebbero visto meglio. Le vele erano bellissime, variopinte, colorate d’arancione, di giallo, di marrone, di bianco e d’azzurro. Ogni barca aveva il suo nome: Alvaro, Bru-

Questo bellissimo libro “La Saviolina di Laura Oppioli è dedicato a Gianmarco Pari. Lo potete trovare in vendita a Riccione nelle librerie Block 60 (Palas) e Bianca e Volta (Giardini dell'Alba).

decoro in centro

Viale Ceccarini: si moltiplicano le ramazze Pulizie fai da te in viale Ceccarini e dintorni. Per garantire massimo decoro nella zona a traffico limitato, da metà luglio al 15 settembre, è stato attivato il servizio “Riccione città pulita”. Tutti i giorni, dalle 20 alle 24, due operatori ecologici con ramazze, palette, carrettino e radio rice-trasmittenti, hanno garantito strade linde nel quadrilatero compreso tra viale Corridoni, porto, ferrovia e piazzale Roma, passando per i viali Nievo, Virgilio e primo tratto di viale Gramsci. L’iniziativa non ha escluso le pulizie di Hera, d’estate comunque insufficienti nell’area centrale. Come annunciato da Giorgio Mignani, presidente del Consorzio d’area di viale Ceccarini e da

Giuseppe Savoretti, assessore al Decoro urbano, il servizio è stato pagato per metà dai commercianti e per metà dal

Comune. Gli operatori, Bruno Santini e Francesco Bosco della Cooperativa Unitaria Pensionati, oltre a far sparire, i volantini dei locali gettati a terra e le pubblicità abusive, hanno avuto il compito di chiamare le forze dell’ordine di fronte a situazioni anomale. Sono stati una sorta di “telecamera” umana. Soddisfatto di “Riccione città pulita” il sindaco Massimo Pironi, convinto che l’iniziativa possa essere ripetuta anche all’Abissinia, in Paese e all’Alba, dove, nel frattempo pulizia e cura dei giardini pensili sono stati affidate alle cure del giostraio che lavora sulla stessa terrazza panoramica. ni.co.

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NOTTE ROSA 1-2-3 luglio 2011

Certe notti da rivedere

Notte rosa... un colore più sbiadito? Se lo sono chiesti in tanti, all’indomani del capodanno dell’estate che si è lasciato alle spalle una scia amara, una specie di retrogusto che rischia di incrinare il successo della più recente - e nota - manifestazione della riviera. Chi ha steccato nel coro di eventi proposti ai primi di luglio? Cosa non ha funzionato? Oppure non ci sono ragioni o colpevoli ma soltanto la fisiologica crisi di una formula troppo commerciale, che col passare delle edizioni ha perso la spinta iniziale, la spontaneità degli esordi?

Gli organizzatori se lo chiedono minimizzando le prime crepe apparse. Fatto sta che a Riccione, il day after del grande concerto in piazzale Roma, erano più le voci critiche e i commenti velenosi di quelli positivi. La solita lagna? Forse qualcuno è antropologicamente contrario allo stile nazional-popolare della festa, ma anche chi non è ostile a priori ha rilevato una certa stanchezza e i forti rischi che Riccione ha corso quella notte. Troppa gente in pochi chilometri quadrati. Una città praticamente ostaggio di decine di migliaia di ragazzini. Tutto sommato è andata bene, ma poteva finire peggio. Ne sono consapevoli anche gli autori del cartellone, che hanno fatto ammenda. L’errore più vistoso è stato quello di ospitare a Riccione l’evento di maggior richiamo per le folli giovanili, l’unico di fatto in programma il sabato sera. La scelta ha calamitato nel cuore della città turistica una marea di ragazzi, che ha letteralmente paralizzato strade e spazi pubblici. E’ andata bene, ripetiamo, ma tutti sono d’accordo che la formula va rivista. Non si può concentrare in una sola piazza, l’unico grande evento del sabato; occorre spalmare la massa e le performance. Non a caso gli scorsi anni Riccione aveva accolto in piazzale Roma Carmen Consoli, Fiorella Mannoia, Ornella Vanoni. Artiste più sofisticate, esibizioni più adatte al salotto. Ma il tema di fondo resta, come la neccessità di bloccare sul nascere la forzata commercializzazione di un evento nato sull’onda della genuinità romagnola. Popolare sì, ma non eccessivo. Sarebbe la morte della Notte rosa.

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concorso Claudia gemini

Il “coraggio” in versi

“Ci vuole coraggio per fare tutto: coraggio per amare, coraggio per rischiare, coraggio per osare…Se nella vita tocchi il fondo il coraggio ti rimette al mondo”. Sono i versi con cui Ilaria Boccardo assieme ad altri 250 ragazzi della scuola media “G. Cenci”, ha partecipato al Concorso di poesia “Claudia Gemini” sul tema “Il coraggio”, organizzata dal Lions Club di Riccione con l’impegno dei soci Paolo Del Bello e Roberto Rossi. A Ilaria Boccardo è stato assegnato il 1° premio della categoria “Piccoli poeti” e ad Arianna Lappo quello della categoria “Grandi poeti”. Tra i partecipanti si sono classificati: Francesco Padovani, Camilla Righetti, Matteo Bruscoli, Francesca Cibba, Sofia Lopa, Aurora Bianchini, Giulia Zanotti, Chiara Scarponi, Laura Simboli e Isabella Marzi. A consegnare i premi è salito sul placo dell’Auditorium “Rita Levi Montalcini” il presidente del Lions Club Angelo Bruno Berni. Applauditissime le esibizioni canore dei giovani cantanti riccionesi Massimo Montanari e Alessandra Del Bello. Marina Giannini

compleanni

30 anni di attività per Giordana e Maria Rosa Sul finire del 1981 due signore intraprendenti (tra l’altro cognate) decidono di acquistare l’edicola sul Lungomare della Repubblica angolo Giordano Bruno. E partono dall’estate ‘82 per la loro avventura lavorativa che... dura ancora con lo stesso entusiasmo collaborativo e con sempre rinnovata cortesia verso la clientela, che, “a dila s-cèta”, si è dimostrata fedelissima. Così, quest’anno, quando Giordana Marcatelli e Maria Rosa Amadei hanno festeggiato nel periodo pasquale i loro 30 anni di attività erano in tanti a complimentarsi e a sorprendersi nel ricevere in omaggio confetti e uova di cioccolata e borsine ravvivate dal simpatico logo-ricordo. Nei loro visi sorridenti è palese la soddisfazione per

Addio alla “mamma” dello I.O.R Stringendosi in un forte abbraccio alla sua famiglia la Sede di Riccione dell’Istituto Oncologico Romagnolo vuole ricordare Venere Silvagni, fondatrice della Sede, attraverso le parole di chi ha lavorato, fatto volontariato e collaborato direttamente con lei. “Mi ha saputo motivare con le sue parole e i suoi fatti, con la sua determinazione ed il suo entusiasmo mi ha fatto capire il vero significato della parola “Volontariato”. Grazie a lei sono entrata a far parte del mondo dello IOR”. “Ha fatto nascere e conoscere a tutti l’Istituto Oncologico Romagnolo a Riccione, mettendo a disposizione le sue grandi idee: Festa del Beato Alessio, concerti lirici, mostre di quadri, gite”.

“Era una persona molto conosciuta e che ha messo a disposizione dello IOR tutte le sue risorse”

“Il suo più grande pregio è che sapeva coinvolgere la gente” .

“Venere è sempre stata molto caparbia, quando si metteva in testa di fare una cosa la portava sempre a buon fine”.

le manifestazioni di affetto ricevute che ripagano i sacrifici derivanti dalla gestione di una edicola, a partire dalle levatacce all’alba e chiusura a mezzanotte, fino alla ricerca della collocazione ideale per mostrate migliaia di titoli nazionali e stranieri. Trent’anni che le hanno viste testimoni di mille fatti curiosi legati a personaggi stravaganti, metodici, esigenti, svagati, educati, strafottenti e dei cambiamenti di una strada importante dapprima a due corsie, poi con senso unico e parcheggi, adornata da alberi spelacchiati e aiuole spesso ricettacolo di cartacce e barattoli, divenuta ora un lungomare-passeggiata ricco di tappeti d’erba, verdi boschetti, fiori multicolori, accoglienti panchine e fontanelle che di sera si colorano d’arcobaleno. Un’oasi che tante città ci invidiano, sulla quale Giordana e Maria Rosa si affacciano nei momenti di pausa, complimentandosi per la lungimiranza della loro scelta. G.L.M.

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Stefano Caldari porta nuova linfa Un intraprendente ed entusiasta Stefano Caldari da pochi mesi è alla guida della Confcommercio. Un 36enne sempre in corsa verso nuovi obiettivi a cominciare dagli sport praticati, dalla Maratona al Nuoto all’Ironman (nuotobici-corsa). Da 12 anni è titolare assieme al socio Giorgio del Coka Club, una piccola eccellenza nel campo dell’abbronzatura e del beauty. Da circa quattro è appassionato di formazione, per la quale sta studiando e con la quale intende insegnare in futuro: formazione nel senso di potenziamento mentale sia sportivo che lavorativo, management, comunicazione. Si è occupato di pubbliche relazioni per locali e di gestione d’eventi. Perché la tua candidatura alla direzione della Confcommercio di Riccione? “Perché prima di tutto amo profondamente la mia città, e ho pensato quindi che fosse l’ora di impegnarmi in prima persona per cercare di migliorarla. Molte volte mi sono lamentato, come tanti, di come le cose non funzionassero, sempre critico rispetto alle scelte intraprese, ma non facendo però nulla per cercare di cambiarle.” Un nuovo direttivo molto giovane in generale? “Direi proprio di sì, il più grande ha 43 anni. Ho apprezzato molto il fatto che la Confcommercio abbia accettato la mia sfida, perché quando si è giovani può sembrare che non si sia all’altezza; penso invece che un direttivo così possa risultare dinamico ed elaborare soluzioni innovative. Il periodo della resa deve finire, è ora di rimboccarsi le maniche e riappropriarsi di quello spirito pionieristico che ha caratterizzato le generazioni precedenti.” Da dove e come pensi di incominciare? “In questa prima fase voglio ascoltare. Parlare con tutti e capire bene il punto in cui siamo, raccogliendo il massimo

delle informazioni da chi è da più anni di me sul mercato. Abbiamo la fortuna di disporre di imprenditori di grande qualità, e voglio un confronto che nasca non solo dall’ascolto ma anche dalla condivisione.” Qual è, secondo te, la situazione economica riccionese? “Stiamo attraversando in Italia un periodo di crisi endemica e strutturale molto più profonda di quanto si potesse pensare. Anche se Riccione vanta comunque una sua solida difesa, essendo località turistica e pertanto potendo contare su flussi di gente che comunque sia viene qui da noi, anche se con tempi e modalità diverse e con un diverso approccio al consumo. Chi si è rinnovato lavora bene, chi invece ‘sopravvive’ fa da freno alla crescita.” Da dove si dovrebbe cominciare a rinnovare? “Una struttura alberghiera vecchia e che fa pagare trenta euro una pensione completa non può attirare il cliente che Riccione merita; e quei negozi che si sviluppano su trenta metri quadri non possono diventare appetibili se non per modeste proposte commerciali... come accade in modo inequivocabile ad esempio in viale Dante. Spero che questa mancanza si possa superare grazie ad un nuovo strumento legale che il Comune ha appena approvato, e che conferisce la possibilità d’ accorpamento di piccoli spazi; perché una grande firma cerca am-

bienti grandi, da svilupparsi secondo più nuove ed articolate espressività.” Credi che la spiaggia abbia bisogno di un riassetto? “Anche i gestori delle zone spiaggia devono rimodernarsi… non avendo noi un mare all’altezza. Cosa per altro che in tanti stanno incominciando a fare: mi vengono in mente alcune zone dell’Alba e vicino al porto dove i bagnini hanno investito in maniera importante, rendendole all’avanguardia; piccole gestioni familiari che dispongono di capacità imprenditoriali proprie di una grande azienda.” Quali sono le scelte pubbliche che condividi e quelle non? “Il lungomare mi piace moltissimo, anche se forse andavano valutati meglio i costi anche nella gestione dei parcheggi. Non mi piace invece il respiro che toglie l’eccessivo ingombro del Palace, e mi da molta preoccupazione il non capire in che modo rientreremo dal debito che l’affligge. Sono molto soddisfatto di quanto si stia facendo per il controllo dell’alcool ai minori e dell’abusivismo commerciale… ed edilizio. E’ giusto applicare regolamenti che debbano valere per tutti rispetto alle strutture ricettive presenti sul territorio, al fine di stimolare una sana concorrenza e mantenere un impatto ambientale congruo. Il TRC è un progetto di 15 anni e penso segnerebbe una negativa linea di demarcazione tra quello che c’è sotto e sopra la ferrovia.” Essendo avvezzo all’organizzazione di eventi, come vedi quelli organizzati? “Secondo me vanno riformulati, e diventare di caratura superiore. Quello ad esempio della Notte Rosa è sicuramente un’ottima opportunità per promuovere la città, e attraverso la presentazione di prestigiosi nomi potrebbe attirare i turisti giusti che saprebbero rivolgersi così alla nostra variegata offerta commerciale; eviterei magari spettacoli che attirino solamente una marea di giovanissimi, che per forza di cose non dispongono dell’adeguato potere d’acquisto e spesso degli adeguati comportamenti.” Come è il rapporto dell’attuale Direttivo con l’Amministrazione? “Ottimo. Anche se sono appena entrato , dai miei primi contatti ho riscontrato attenzione alle nostre osservazioni e voglia di collaborare. Personalmente farò di tutto affinché si possa ben interagire, a favore ovviamente del benessere di Riccione… e dei riccionesi.” Maria Grazia Tosi

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UNO SPORTELLO LABORIOSO Un sunto della relazione che l’Avv. Carla Lunedei, Legale dello Sportello Donna, ha presentato alla fine del suo primo anno di lavoro. Numero colloqui. “I colloqui sono stati 102, con la precisazione che il numero delle utenti presentatisi è stato leggermente inferiore dal momento che alcune di loro hanno usufruito del sevizio più volte: un incremento comunque di circa il 25% rispetto al precedente anno. Oggetto dei colloqui. Le tematiche hanno riguardato nel quasi 90% dei casi il diritto di famiglia: problematiche che si presentano durante la convivenza, opportunità e modalità per avviare una procedura di separazione giudiziaria e/o divorzile, differenze tra procedimenti consensuali e contenziosi etc. Le consulenze prestate in tema di violenza sulla donna non sono state molte, anche se particolarmente significative: casi duri e delicati, che hanno riguardato episodi avvenuti sia sul luogo di lavoro che all’interno della famiglia stessa, ad opera di stretti congiunti (mariti, conviventi, zii). Anche questo microcosmo di osservazione riccionese conferma quella che è una tendenza nazionale, il fatto cioè che la stragrande maggioranza delle violenze avviene in casa. Anche la problematica dello stalking è stata affrontata, ed ha riguardato situazioni in cui i persecutori, come avviene del resto nel maggior parte dei casi, erano ex patner particolarmente molesti, che non accettavano la fine della relazione. Provenienza geografica delle utenti. Le utenti del servizio sono state principalmente donne residenti a Riccione da diversi anni, anche se diverse provenienti da Misano Adriatico, Cattolica, Morciano, un po’ tutto il bacino Sud. Tante

quelle di origine non italiana, dall’Ucraina, Brasile, Colombia, Cuba, Cina, Moldavia, Albania, Ungheria etc. Fascia di età e condizione sociale. La fascia di età delle utenti al servizio è stata molto varia, dai 35 e i 55 anni, di solito con figli, per lo più con buona capacità relazionale e occupate nel mondo del lavoro.

Considerazioni personali. Durante questo primo anno di esperienza allo Sportello ho incontrato molte utenti, le più diverse tra loro, con le quali si sono di solito instaurati dei bei rapporti di empatia e fiducia. In molte situazioni si sono esplicitamente congratulate del servizio offerto, estendendo il proprio gradimento anche ai vari progetti intraprese dalla Commissione Pari Opportunità.” “IO… SCOMMETTO CHE CI RIESCO!” Un progetto per soli uomini. Dedicato a quelli che hanno deciso di

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cimentarsi con le piccole e grandi prove della vita quotidiana, al fine di favorire una miglior ripartizione del carico di lavoro familiare; la conciliazione dei tempi di vita abbisogna, infatti, di azioni pertinenti e concrete. Anche perché per permettere una partecipazione attiva ai processi di crescita professionale delle donne, gli uomini per primi devono imparare a fornire il proprio contributo. L’Assessorato Pari Opportunità di Rimini e la Cescot sono stati i promotori di un laboratorio di economia domestica tutta al maschile, che la dice lunga su come siano cambiati tempi. Vivere la cultura della parità, anche in casa con la propria compagna, dovrebbe diventare una costante indispensabile affinchè di vera parità si tratti. E quindi tante le specialità per le quali sono stati formati i partecipanti durante le tre edizioni annuali del corso: come preparare un menu con un occhio al budget, come gestire la spesa e la dispensa, come ottimizzare il lavare, lo stirare, il rasettare casa, e tante altre incombenze domestiche. Anche quest’anno il corso si rifarà, e speriamo che sempre maggiore ne sia l’afflusso. “IO… NON CI VOGLIO RIUSCIRE!” Questo, al contrario, poteva essere lo slogan di chi, prima che i figli maschi del femminismo non avessero recepito alcun messaggio dalle madri, rappresentava un consolidato baluardo al machismo dietro il quale si nascondevano. O meglio, una bandiera sotto la quale rivendicare l’indiscutibile diritto a mantenere l’esplicitarsi dell’efficienza fuori dalle mura casalinghe. “Ma non era poi così facile fare i lavori in casa – racconta una matura riccionese -! Per lavare non c’era mica la lavatrice… ma un grande mastello di lamiera con un’asse di legno dove risciacquare dei lenzuoli diventava una vera impresa! Per stirare c’erano ferri di ghisa che in un primo tempo si mettevano sulla stufa per arroventarli, poi quelli più ‘moderni’ avevano un serbatoio dove ci si mettava il carbone acceso. E per cucinare? Si impastava e cuoceva il pane autonomamente , si correva dietro alle galline per il pranzo della domenica, e si andava ad arrancare nei campi per raccogliere le erbe!” Info: nuova sede Sportello Donna presso CPO al piano seminterrato del Comune di Riccione. Il Legale riceve il martedì dalle 15.30 alle 18.00. Tel. 0541 608317. Per appuntamento: Tel. 0541 426033 o 0541 608111 pariopportunita@comune.riccione.rn.it


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contorni pomodori e melanzane gratinati insalata con cipolla e senza

primi passatelli in brodo tagliatelle al ragù fatto al coltello

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INFO E PRENOTAZIONI: Giuseppe 338 4304667 oppure Andrea 328 9871947 ristorante sicomoro - via bufalini (ang. viale ceccarini alta) LIBRO DI F.A. “Andè a biroun” nel tempo frenetico che stiamo vivendo è un lusso per pochi “fortunati”. Lavoro sempre più complesso, famiglia con crescenti bisogni, contatti sociali con implicazioni di ogni genere, per non parlare delle ultime, infinite, diavolerie elettroniche per comunicare o socializzare, ci avvinghiano coi loro tentacoli che, a guisa dei suadenti richiami delle mitiche Sirene di Ulisse, non ci consentono quei momenti di pura evasione, da tutto e da tutti, che solo “l’andè a biroun” può farci vivere. Il volumetto “A biroun”, che Famija Arciunesa offre in dono con l’occasione della grande festa 2011“ A Oltremare con la Famija”, nasce con l’ambizione di mandarvi a zonzo tra gli scritti di alcuni riccionesi col vizietto del “nerosubianco”, siano essi storielle un po’ romanzate vivacizzate da personaggi caricaturati, spassose zirudèle ruspanti o arguti aforismi dialettali. Il tutto senza grandi pretese, nessuno vuol fare il “saputone”; è solo una proposta di lettura “scanzonata” che ci auguriamo porti a minime riflessioni esistenziali, risvegli assopiti ricordi, spalanchi finestre affacciate sulla fantasia. Che sia come la scintilla di una candela da motore a scoppio di quel-

A biroun Andè a biroun com un chèn senza padroun tramèza al còc-le giò a marèina tramèza i fiur sò in culèina indov un gnè gnènca un mutor e t’sint bat snè e tu cor ilà t’capés ch’l’è bèl campè tan pèns che e tèmp l’è drì a vulè. A zonzo Andare a zonzo come un cane senza padrone le primordiali motociclette, non ancora soffocate dall’elettronica, che all’avvio facevano po... po... po... e poi mordevano la strada con un rombo pennellato da nuvolette di fumo. Giuseppe Lo Magro Presidente di Famija Arciunesa

tra le conchiglie giù alla marina tra i fiori sù nella collina dove non c’è neppure un motore e senti battere solo il tuo cuore là capisci che è bello vivere non pensi che il tempo è lì a correre.

Andè a biroun= andare a zonzo, senza una meta precisa, senza impegni, senza programmi, per rilassarsi, senza pensare al tempo che scorre. Termine in uso esclusivo nella Perla verde. Nel circondario (Cesena, Valmarecchia, Rimini) si usa girandloun, strasinun, sbruvaldun, zirandlun e in ziroun (questo di Rimini il più simile).

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25 settembre: a Oltremare con la Famija

Festa di Fine Estate! Domenica 25 Settembre 2011 dalle 10,00 alle18,30 Tutto il Parco Oltremare è aperto per i soci, i familiari e gli amici di Famija Arciunesa Il BIGLIETTO-INVITO (numerato) è abbinato alla sottoscrizione a premi “Splendore in Laguna” coi favolosi omaggi dei gioiellieri di Riccione, (costo 5,00 euro). Si può ritirare presso la sede di F.A. in via Montebianco (nel Parco) nei seguenti giorni di Settembre DALLE 16,30 ALLE 19,00:

gio. 8 / sab. 10 / mar. 13 / gio. 15 / sab. 17 / mar. 20 / gio. 22 / sab. 24 I bambini con altezza fino ad UN METRO entrano GRATIS In omaggio per ogni famiglia un libro di dialetto Orari degli spettacoli: Volo dei rapaci: Alkimia Happy farm Delfini

10,30 12,30 13,30 15,30 (al termine l’estrazione dei biglietti vincenti)

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Tra uno spettacolo e l’altro è possibile assistere ad una proiezione gratuita a IMAX richiedendo l’apposito coupon (mostrando il BIGLIETTO-INVITO agli addetti di Oltremare) ENTRATA VIA ASCOLI PICENO - PARCHEGGIO GRATUITO

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19 ottobre: 89° Compleanno di Riccione

Comune Autonomo 1922-2011

Comune di Riccione

PALAZZO DELLO SPORT

Mercoledì 19 Ottobre 2011 ore 20,45 Festeggiamenti presso il nuovo Palazzo dello Sport in Via Carpi – Riccione canta il mezzosoprano Laura

Brioli

Con la partecipazione di: Coro Lirico “PERLA VERDE” diretto dal m° Gianmarco Mulazzani Coro “Le Allegre note” diretto dal m° Fabio Pecci Presenta il M° Giorgio Leardini

Programma: Ore 20,45 Saluto del “Babbo” e del Sindaco di Riccione Premiazione cittadini meritevoli Concerto Lirico Al termine Taglio della Torta e brindisi

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CONCERTO BENEFICO

Biglietti (10 euro) in vendita presso la sede di F.A. - Via Montebianco (Parco della Resistenza ) Dal 1° OTTOBRE nei giorni di martedi, giovedi e sabato, dalle 16,30 alle 19,00 e tutti i giorni presso Righetti “Strumenti musicali” Via Castrocaro - Riccione L’incasso della serata verrà impiegato per l’acquisto di un macchinario da donare al reparto di radiologia dell’Ospedale “G. Ceccarini “ di Riccione

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Il fascino di Riccione “Perla verde” dell’Adriatico

Prezioso gioiello fra tutte le spiagge italiane Divenuta comune autonomo nel 1922, dopo che la sua fama aveva richiamato l’imperatore romano Diocleziano con la sua corte fastosa e godereccia e la regina Cristina di Svezia. Era la meta preferita di Benito Mussolini, dei figli e parenti del dittatore. Richiamava numerosi industriali: da Olivetti a Borghi, dal conte Rognoni, proprietario del Guerin Sportivo e potente dirigente calcistico, ai Barilla, ai Campari, ai Marzotto, agli Zegna, ai Piaggio, dai banchieri ai più famosi stilisti. Soggiorno prediletto dei maggiori campioni sportivi. Il magico Pelè era venuto a trascorrere a Riccione una fetta della luna di miele. Riccione bella e peccaminosa, splendida con i suoi sei chilometri di spiaggia con il verde, difeso con grande accanimento fino all’irrefrenabile invasione del cemento. Questa fascinosa Perla Verde era l’unica cittadina di mare in cui si poteva attendere l’alba bevendo champagne o Chinotto Neri, oppure brindando con un stuzzicante Trebbiano dei colli, mangiando un risotto sul porto, tra scosciate bionde filanti in minigonna cullati dagli ultimi successi sul juke box, attorniati da implacabili seduttori che non conoscevano concorrenti. Riccione era la regina del divertimento, il più famoso centro di seduzione in cui le donne passeggiavano quasi danzando con atteggiamenti fatali. Dalle nobildonne che nella notte ballavano a piedi nudi il “cha cha cha” sulla stola di visone in viale Ceccarini alle seducenti indossatrici, alle decine e decine di miss felici della loro generosità, alle attrici svenevoli e maliziose fino alle

splendenti fanciulle che puntavano tutto sulla loro avvenenza. Una conturbante contessina toscana amava ripetere: “vorrei svenire sdraiata” mentre tutte cercavano di dare ancor più impeto alla loro esuberanza con amori vorticosi, imitate dalle commesse della Standa o dalle impiegate della Stipel agghindate a festa. Splendide come fossero principesse insaziabili, distributrici d’amore e di “cha cha cha” ritmato da Xavier Cugat la cui moglie Abbe Lane aveva sinuosi ancheggiamenti che toglievano il respiro e spingevano i romani alla

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disperata invocazione “Abbe pietà di noi “. I locali da ballo si rubavano a colpi di milioni le maggiori attrazioni del momento. Viale Ceccarini era il salotto prestigioso nel quale imperava lo Zanarini, un bar tavola calda condotto con grande abilità dalla famiglia Bartolini con cuochi di sicuro talento che alle prime ore del mattino fingevano di servirti due uova al tegamino . Erano invece due mezze pesche sciroppate circondate da panna. Per quei tempi l’eleganza era al top. Abiti lunghi imbevuti da scie di profumi e smoking per i gran gala al Savioli, che hanno aperto la strada al Saviolino, a Villa Alta, alla Panoramica. Il Vallechiara lanciato dalla famiglia Spadini era il più gioioso il più divertente e presentava le più grandi stars del momento: da Caterina Valente a Mina, da Modugno a Nico Fidenco dalla indemoniata Joe Collins a Ornella Vanoni, a Massimo Ranieri, a Rita Pavone a Carla Boni. Celebre in tutto il mondo la pista a goletta che aveva reso famosi i Savioli. Bepi Savioli ricordava con orgoglio di aver incontrato sulla Quinta di New York un petroliere che gli raccontava con gioia d’aver ballato sulla pista del Savioli. Dagli anni 60 agli 80, grazie anche al boom economico, Riccione ha vissuto il periodo di maggior splendore. Quando il Savioli organizzava il “Gran Premio Riccione” e il “Bal in tete” c’erano due ali di folla ad applaudire i partecipanti e dovevano intervenire i carabinieri a disciplinare il traffico. Accorrevano i grandi attori: Mastroianni, Sophia Loren, Claudia Cardinale, De Sica, Totò, Sordi, Gassman, Vitti, Eleonora Rossi Drago, Lollobrigida, Ekberg... molti arrivavano in carrozza.


anni 60-80 Altrettanto avveniva al Vallechiara. Il Florida organizzava feste particolari, soprattutto in maschera dedicate agli stregoni, agli indovini mentre il grazioso “Punta dell’Est” che si avvaleva di complessi internazionali teneva le luci soffuse e il gestore l’ex campione dei mediomassimi Montebelli guardava compiaciuto le coppie avvinghiate in balli densi di promesse e di notti gonfie di stordimenti. Un clima di grande festa, di innamoramenti mozzafiato, di carezzevoli abbandoni. Un’iniziativa curiosa e divertente l’aveva presa il cantante Paolo Bacilieri che aveva aperto un locale chiamandolo “La Stalla” sotto al Mediterraneo, hotel di lusso, con la partecipazione di una mucca che dormiva davanti al dancing. A mezzanotte la mucca, lucidata a festa, veniva condotta all’interno del locale con il suo campanaccio su-

scitando l’ilarità dei presenti. Una sera la mucca si era fermata davanti a un tavolino ed aveva muggito all’indirizzo di Celentano nel locale con alcuni amici. Un nobile antiquario marchigiano aveva organizzato una festa per un Sottosegretario ai Beni Culturali a cui prevedeva di vendere alcuni quadri pagando un conto di 820.000 lire e al momento di pagare estrasse un assegno, invece di chiedere lo sconto disse: faremo 850.000 lire. Il complesso che suonava costava tre pezzi da 10.000 lire. E se ne era andato prima di mezzanotte per raggiungere Villa Alta accompagnato da alcune bellissime per incantesimare il Sottosegretario. Erano i tempi delle voci carezzevoli di Bruno Martino e Fred Bongusto. Il maestro Paolo Zavallone, famoso per il suo fiuto musicale, mi aveva portato al Saviolino promettendomi: “ascolterai un cantante più bravo di Bruno Martino”, a quei tempi una specie di oracolo. Aveva ragione. Suonavano i Loris il cantante era Fred Bongusto. Nando Pucci Negri, marito di Anna Maria Mussolini presentava al Savioli, Alvaro Alvisi al Vallechiara, Daniele Piombi un po’ ovunque e iniziava la sua serata con “Sotto questo meraviglioso cielo di stelle”. Un’introduzione che non cambiava mai. Si ballava anche al “Milan de not” sopra l’attuale Canasta e il Clan di Celentano aveva aperto, il dancing Park,

nel parco di viale Ceccarini oltre la Ferrovia in cui si esibivano nella stessa serata Pippo Baudo, Fausto Leali e i Novelty, Bruno Martino e la vedette francese Silvy Vartan. Mille lire il prezzo d’ingresso che per quei tempi in cui si consumava un buon pasto con qualche centinaia di lire era piuttosto elevato.Ancora più costoso ballare al Saviolino e a Villa Alta in cui a un’ora della notte venivano offerti piatti di spaghetti o di maccheroncini a quelle coppie che non si erano ancora inoltrate nel verde della natura ad attendere l’alba. Beppe Brili si arrampicava sugli alberi davanti al Canasta ed emetteva fischi dalle fantasiose variazioni, attirando ilarità ed applausi. C’era il Caffè Concerto all’angolo tra viale Ceccarini e via Virgilio in cui si esibivano le voci più famose. L’ora dell’aperitivo in viale Ceccarini era il momento della parata delle bellezze di casa nostra o estere. Molta eleganza: abiti bianchi di lino per gli uomini e vestiti dalle generose scollature per le fanciulle che si apprestavano alle notti goderecce. Auto spyder, Ferrari e Maserati rosse fiammanti parcheggiate sul marciapiede del salotto di Riccione. Ne avevo una anch’io. Un mondo scomparso lentamente con l’avvento delle discoteche, dei camping, con il mutamento delle mode e delle tendenze e con l’emigrazione dei nomi più prestigiosi verso le località della Sardegna e di altre spiagge frequentate da politici e dalle loro corti. Erano in arrivo, seppur in lontananza, le veline, le

letterine sino alle escort che prediligevano i lussuosi cabinati, mentre la gioventù dei figli dei fiori riempiva con un rumore assordante i grandi raduni di musica rock e successivamente perdevano la vita nei party rave con droga e grandi ubriacature. Si indossavano per moda jeans strappati e magliette scolorite. La droga scorreva a fiumi E il poetico fare all’amore si trasformava nel realistico quanto metallico “fare sesso”. L’atmosfera poetica era svanita. Condomini cancellavano il Savioli, il Florida, e gli altri locali. Era la stagione dei saccopelisti, delle donne vestite di stracci. E ai tempi nostri emergevano le escort a 10.000 euro alla notte. Tutto meccanico, tutto frenetico fra volgarità tuonanti, insolenti battute e sgangherati commenti. Imperavano le parolacce nelle loro infinite coniugazioni. Rimane sempre la bellezza di Riccione, l’affabilità dei suo abitanti, i tortellini fatti dall’arzdora, il Sangiovese delle colline, l’eleganza di viale Ceccarini e dei suoi prestigiosi negozi. Il sindaco e i suoi amministratori oggi parlano di riqualificazione della sempre attraente stazione balneare in cui è ancora possibile ammirare un bel lato B, passeggiare sui moderni lungomare, orgoglio e vanto di questa seducente città che nel pieno dell’estate diventa una metropoli festosa e pirotecnica, ancor capace di calorosi abbracci e d’incantevoli dondolii. Valentino Fioravanti giornalista scrittore

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PASSEGGIANDO

La “giungla” dei marciapiedi a cura di Giuseppe Lo Magro

Camminare sui marciapiedi della Perla verde, (dove per marciapiede si intende quella parte laterale della carreggiata solitamente a livello superiore riservata al transito dei pedoni) magari per curiosare, innocentemente, in ville e giardini non è impresa da “prendere sottogamba”: lo “scapuzzo” è in agguato e alla minima distrazione ci si ritrova a contare le stelle. Quindi se proprio si vuole farlo è bene avere “salutari” accorgimenti preventivi: suola delle scarpe di tipo antisdrucciolo, lenti degli occhiali terse e limpide, polizza assicurazione infortuni che preveda le clausole più inverosimili, numero telefonico dei vigili urbani (in caso di infortunio bisogna chiamare prima loro dell’ambulanza). Se nella giungla naturale le trappole sono infidamente numerose in quella urbana sono disseminate con arte hitchcockiana. Qui sotto (elencato a caso) un campionario collezionato nelle vie: Settembrini, Rimini, Oberdan, Montebianco, Liguria, Po, Tagliamento, dei Mille, (ma si potrebbe continuare fino alla noia...) che mostra : assenza completa di marciapiede, canali di scolo mimetizzati dalle erbacce, cordolo spezzettato, nude radici affioranti, crepe e spaccature, invasione di erbe, basi di alberi sporgenti, avvallamenti, buche riempite con ghiaia, riparazioni a scalino, eccetera eccetera eccetera...

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SALUTE E BENESSERE

Medicina d’avanguardia: Riccione in prima linea

Nella Perla verde è arrivata la prima macchina in tutta l’Emilia Romagna che applica le scoperte della Medicina Quantistica Non stiamo parlando di fantascienza, ma di fatti concreti che rivoluzionano il concetto di cura della salute e del benessere di tutti noi. Che ne direste di una macchina che attraverso trattamenti piacevoli, assolutamente non invasivi e senza effetti collaterali, si prende cura del vostro benessere e va progressivamente a combattere le malattie più insidiose e non solo? Questo è quello che succede quando la Fisica Quantistica incontra la Medicina: nasce così la Medicina Quantistica e l’apparecchiatura Quec-Phisis. Ebbene, qui a Riccione è da poco arrivata presso lo Studio Medico del Dott. Denis Ugolini questa apparecchiatura, all’avanguardia nel campo della medicina, del recupero sportivo, del benessere e della riabilitazione. Questo è il primo apparecchio presente in Emilia Romagna. Riccione così si distingue come punto di riferimento trainante anche in questo settore.

RISULTATI 1. Azione antiossidante e disintossicante dell’organismo, eliminazione radicali liberi, anti-aging 2. Riequilibrio dei liquidi corporei (eliminazione ritenzione idrica) 3. Ridotta affaticabilità (ansia, stress, recupero da stati depressivi) 4. Maggiore energia e vitalità nella vita e nello sport 5. Miglioramento delle funzioni cardio-respiratorie 6. Ripristino del corretto assorbimento dei nutrienti delle cellule (ringiovanimento cellulare) 7. Riduzione del dolore sia acuto che cronico 8. Miglioramento della qualità di vita nelle malattie degenerative ed oncologiche, rafforza sistema immunitario 9. Accelerazione della riabilitazione del sistema osteoarticolare sia da degenerazione che da traumi

Un po’ di storia Dominio di coerenza dell’acqua: tutto è nato con questa teoriaGetullio Talpo (morto nel 2006), ricercatore all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, incontra nel 1999 altri due fisici, Giuliano Preparata ed Emilio Del Giudice, che avevano formulato nel 1988 la teoria del “dominio di coerenza dell’acqua”, secondo la quale le attività e gli scambi di molecole nell’organismo non avvengono per caso, ma seguono uno “schema” basato sul campo magnetico prodotto dall’acqua, che costituisce il 99 per cento delle molecole totali dell’organismo. Solo le molecole che reagiscono alla frequenza di questo campo magnetico interagiscono tra di loro, avviando in modo ordinato le reazioni chimiche. In caso di patologia, lo “schema” è alterato, e lo si può recuperare applicando onde Elf (a bassissima frequenza) dall’esterno. Nel 2009, Luc Montagnier, scopritore del virus Hiv e Premio Nobel per la Medicina, ha riconosciuto la validità della teoria del dominio di coerenza, dichiarando come l’acqua non è affatto una sostanza inerte, ma può assumere configurazioni particolari che emettono onde elettromagnetiche. Alla figura di Talpo e alle ricerche che hanno portato alla Quec-Phisis (Qph), è dedicato il libro di Renzo Mazzaro, giornalista veneto del Gruppo L’Espresso, Viviamo tutti sulla cresta dell’onda (Aliberti editore) presentato lo scorso 28 giugno 2011 presso Villa Mussolini, nella ormai nota rassegna “Parole tra Noi” organizzata dal Block60 con l’Assessorato alla Cultura di Riccione.

Questi elencati sono i tratti generali cui corrispondono un numero veramente elevato di patologie trattabili che sarebbe molto lungo da dire. Come si vede, pure nel settore del benessere come recupero sportivo, antistress, ed estetica gli effetti ed i benefici sono decisamente importanti. Per la bellezza e benessere della persona la novità risiede, oltre che nella assoluta non invasività dei trattamenti, estremamente rilassanti, nel fatto che cura in modo naturale la salute del corpo, risana contemporaneamente l’equilibrio omeostatico e di membrana cellulare, il sistema enzimatico, il Ph corporeo, detossinando l’organismo ed eliminando i radicali liberi. Quindi i risultati estetici, di rinnovamento e ringiovanimento cellulare e della pelle, di anti-aging reale, richiedono, forse, più tempo di quelli, solo d’effetto, cui siamo da tempo abituati, ma avvengono progressivamente e stabilmente come conseguenza del risanamento dall’interno di tutto il corpo, con una azione molto potenziata e veloce rispetto al semplice utilizzo di prodotti ed elementi naturali. È un approccio quantistico-tecnologico-olistico anche nella bellezza. Dalla salute vera viene la bellezza.

Che cos’è la tecnologia Quec-Phisis La tecnologia Quec-Phisis è la risposta più all’avanguardia nell’applicazione delle ricerche sulla Elettro-Dinamica Quantistica e genera quei segnali magnetici in grado di stimolare l’attivazione delle funzioni enzimatiche compromesse, ripristinando l’efficienza di tutto il sistema corporeo. Molte turbe funzionali e malattie sono riconducibili a squilibri o a blocchi enzimatici. Questi segnali magnetici, vengono erogati in modo estremamente mirato e personalizzato. Ad ogni soggetto da trattare viene fatta una visita medica nella quale vengono raccolti dati importanti per la programmazione personalizzata dell’apparecchiatura. Questo accelera notevolmente la ripresa fisica ed il riequilibrio fisiologico della persona trattata, con un effetto progressivo e cumulativo nel tempo. Potenzia l’effetto di farmaci ed altri complementi e terapie, accelerando lo smaltimento di eventuali componenti nocivi. Facilita ed accelera l’operato di medici e terapisti. Eccellente per attività sportiva, benessere e prevenzione.

DOVE FARLO QUEC-PHISIS RICCIONE è presso l’ambulatorio del Dott. Denis Ugolini in via Carpi, 9 a Riccione. Per prenotare colloquio medico e trattamenti telefonare al 392 733 39 70 ai seguenti orari: LUN - MER – GIO: mattino 9,00-12,30 LUN – GIO – VEN: pomeriggio 15,30-19,00 38


NORDIC WALKING

Un popolo che cammina Il desiderio di mettersi in forma, il contatto con la natura, la voglia di socializzare: questo è il Nordic Walking, una nuova e sana passione che ha contagiato Riccione. Ma che cos’è in concreto? Semplice: una camminata sportiva che si pratica con l’ausilio di bastoncini. La tecnica d’utilizzo è simile a quella dello sci da fondo: vengono appoggiati al terreno in corrispondenza della proiezione del baricentro del corpo, permettendo così una notevole riduzione del carico delle articolazioni delle ginocchia, delle caviglie e delle anche. Applicandola correttamente si riesce a coinvolgere gran parte della muscolatura corporea, migliorando le prestazioni di cuore e polmoni. Originario della Finlandia sin dagli anni ’30, è arrivato in Italia nel 2003 spopolando dal 2007, e da poco ha contagiato anche le nostre zone, dove l’iperattivo ed entusiasta Massimiliano Villa, paladino riccionese della specialità, ha coinvolto nelle sue camminate anche tantissimi residenti con la voglia di muoversi. Dal maggio scorso inoltre Riccione si è candidata quale ‘capitale del Nordik Walking’, ospitando quello che è stato il padre della disciplina, il finlandese Marko Kantaneva, e proponendo una serie di eventi, tra corsi educativi, presentazione libri, promozioni commerciali… e naturalmente lunghe camminate, al Marano, a Portoverde, lungo la Valconca. Il fascino vivace del Nordic Walking ha catturato anche i nostri cittadini da subito? “Direi proprio di si – risponde Massimiliano Villa -, e dopo qualche timida camminata in solitaria nelle campagne o in spiaggia, ora il gruppo è numeroso

e ben affiatato, ed è proprio il nucleo dei Riccionesi uno dei punti di riferimento della Scuola Italiana Nordic Walking Riviera di Rimini e Valle del Conca. Ci sono poi le nostre brave istruttrici, Elena Battarra e Milena Morri, che coordinano tutta la parte fotografica e di racconto, creando attorno al noi una bella atmosfera di ricordi, colori ed atmosfere.” La varietà del nostro territorio ha contribuito al successo di tale recente disciplina? “La meraviglia del nostro territorio è stata fondamentale. Ma l’altro elemento del successo è stato il riscoprirlo a passo d’uomo, percependo

quegli scorci e quelle emozioni che il muoversi veloce di oggi ci aveva tolto. Camminare con i bastoncini è un po’ come rallentare il tempo, riscoprire ed assaporare luci, profumi e suoni che sempre erano rimasti li ad attendere il nostro passaggio. E’ proprio nel fermarsi ad ascoltare la natura che si fanno nuove scoperte e si aprono diverse prospettive, dentro noi e attorno a noi. Tornando al nostro territorio, la magia dell’imbrunire sui colli o l’incanto di un’alba sul mare, il canto dei nostri torrenti o il salto nel tempo nell’attraversare un antico borgo, rendono ogni camminata un volo unico; e dico volo perché camminare con i bastoncini, nell’armonia del movimento, è un po’ come volare.” Quanto la voglia di stare insieme assume un ruolo significativo? “Quando vedi un bimbo camminare con a fianco i genitori insieme al nonno, capisci quanto aggregativa sia questa attività, che non solo toglie ogni competizione ma anzi avvicina tutti i partecipanti con un unico denominatore comune: la bellezza dello stare insieme nella natura. E così si bruciano grassi senza fatica, si fanno decine di chilometri tra salite e discese, tra sabbie e terre, e l’essere insieme diviene una componente primaria. Forse a fine camminata arriva anche un po’ di stanchezza… ma è poi un semplice bicchiere d’acqua fresca bevuto in compagnia ed una pacca sulla spalla che fanno riporre i bastoncini in auto già pensando all’uscita successiva. Insieme.” Maria Grazia Tosi

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ROTARY CLUB

è Giorgio Leardini il nuovo Presidente Lunedi 27 agosto presso la sede del Rotary Club Riccione Cattolica (Ristorante Il Mulino di Misano Adriatico) si è svolta la cerimonia di cambio della presidenza. Per l’annata rotariana 2011-20012 è stato eletto presidente il M° GIORGIO LEARDINI musicista riccionese, ideatore del Concerto degli Auguri che si svolge da ormai sedici anni e che è diventato un appuntamento di fine anno istituzionale. Durante la cerimonia di insediamento il nuovo presidente ha tenuto il suo discorso all’interno del quale ha annunciato i suoi obiettivi per le azioni rotariane da portare avanti in questo suo anno di presidenza. Oltre al Premio Rotary Scuola, il premio professionale Jimmy Monaco, l’impegno più importante che

il suo nuovo presidente intende portare avanti è il “PRESTITO SOLIDALE”. Il Rotary Club metterà a disposizione una cifra piuttosto consistente per aiutare quelle famiglie che sono in oggettive difficoltà economiche dando loro un aiuto senza pretendere alcun interesse se non una promessa di restituzione del debito a seconda delle possibilità, in modo che questa cifra possa passare poi a un’altra famiglia in difficoltà. Il progetto vedrà coinvolte le Parrocchie del territorio di competenza del Rotary Club Riccione Cattolica e contatti sono già stati presi con alcuni parroci come Don GIORGIO DELL’OSPEDALE e Don TARCISIO GIUNGI che si sono detti molto contenti dell’iniziativa.

FOTOGRAFIA

Photoshop in pillole. Tagliare e inquadrare le immagini di Daniele Casalboni

Selezionare lo strumento taglierina punto (1) Impostare la dimensione di larghezza in centimetri punto (2) Impostare la dimensione di altezza in centimetri punto (3) Impostare la risoluzione di stampa a 300 punti punto (4)

Trascinare il mouse dall’angolo superiore a destra (A) fino all’ angolo inferiore del ritaglio (B)

Per raddrizzare l'immagine trascinate a destra o a sinistra uno degli angoli del ritaglio. Per confermare il ritaglio premere il tasto invio oppure cliccare con il mouse dentro il ritaglio.

Normalmente tutte le foto sono in proporzioni 4:3 o 3:2 ad esempio 10x15 cm, se volete ritagliare l'immagine esattamente nelle stesse proporzioni dell' originale invece di inserire la larghezza, l'altezza e la risoluzione potete semplicemente cliccare su immagine attiva (5).

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120 anni fa

1891. Nasce il Giardino d’infanzia “M. Ceccarini” L’istituzione dell’asilo infantile “Maria Ceccarini” a Riccione è certamente da inserire in un momento storico ben preciso che vede il sorgere e l’affermarsi di nuove istanze pedagogiche e il diffondersi in Italia, nel secolo XIX, delle teorie pestalozziane e froebeiane. Agli inizi dell’Ottocento l’asilo infantile svolge ancora una funzione essenzialmente di custodia e di assistenza, atta a rispondere ad esigenze di carattere economico-sociale più che educativo. Questo tipo di asilo nasce spesso da iniziative private e interessa particolarmente realtà industriali in cui è richiesta manodopera femminile, o situazioni familiari precarie (figli di vedove, artigiani, coloni che oltre ad avere pochi mezzi di sussistenza non hanno tempo di accudire la loro numerosa prole). I bambini che vi sono accolti, dai 3 ai 6 anni, appartengono quindi ai ceti più bassi e ricevono cure che soddisfano esclusivamente bisogni primari come quelli della nutrizione, pulizia e custodia. Sebbene, alla luce delle moderne esperienze pedagogiche, questo tipo di asilo possa considerarsi molto arretrato, in effetti - nel contesto storico in cui nasce e si sviluppa - ricopre un ruolo socialmente importante, quale alternativa all’abbandono in cui versava tanta infanzia di quel periodo. Una donna colta e istruita come Maria Boorman non poteva certo ignorare le novità che nel campo dell’educazione maturavano a Roma, sua residenza abituale. Le sollecitazioni le venivano anche dalle realtà vicine a Riccione: le esperienze di carattere locale non erano trascurabili. Quella riminese, in fondo, preparerà il terreno; non a caso sarà proprio la signorina Montebelli, già direttrice dell’asilo d’infanzia di Rimini, a condurre il nascente asilo “Maria Ceccarini”. Non ultima, infine, la stretta collaborazione del prof. Luigi Mancini di Riccione, valente insegnante di pedagogia e di lingua, direttore della Scuola Normale Regia di Sacile. Il giornale Italia lo definisce il Dens ex machina dell’asilo riccionese Luigi Mancini ha senz’altro il merito d’aver interpretato la volontà della benefattrice nel porre a fondamento dell’istituzione la matrice laica, proponendo in questo modo un’educazione alternativa ai modelli vigenti, che non tenevano conto della personalità del bambino, ma piuttosto miravano al suo indottrinamento. Per inciso, va anche evidenziato un legame di tipo personale fra Ma-

ria Boorman e Luigi Mancini. Infatti quest’ultimo, fratello della defunta Letizia, madre di Ersilia Tonsini, era dunque lo zio della bambina adottata da Maria Ceccarini. L’asilo fondato di sana pianta, edificato e arredato tutto a spese di Maria Boorman, pronto ad accogliere i bambini della borgata e ad educarli con il metodo froebeliano, viene inaugurato il 10 novembre 1891. La festa è grandiosa: Maria Boorman Ceccarini è accompagnata, dalla sua villa fino all’ingresso dell’asilo, con la musica della banda e il corteo della Società Operaia; bandiere e drappi sventolano da ogni casa, in suo onore. La cerimonia si svolge nella sala delle adunanze della Società Operaia posta al piano superiore dell’asilo, alla presenza delle maggiori autorità di Rimini e Riccione (il Sottoprefetto, il conte Ferrari, il Sindaco con gli assessori Bianchini e Graziani, il Regio Provveditore agli Studi di Forlì, il sig. Amati Sebastiano presidente della Società Operaia stessa). I discorsi proferiti sono prevalentemente celebrativi e ruotano tutti intorno all’importanza degli asili nell’educazione moderna, alla loro funzione sociale. Gli omaggi alla signora Ceccarini sono numerosi; i 40 bambini già iscritti e vestiti in uniforme, cantano nella sala dell’asilo un inno per l’occasione, sotto la guida della direttrice Montebelli; infine donano alla benefattrice una corbeille di fiori freschi e concludono l’esibizione con giocherelli, movimenti ginnastici e canti infantili. Nella circostanza le viene anche dedicata - dalla Società riccionese di Mutuo Soccorso - una poesia scritta dalla signora Tambellini. Tratto da: “I Ceccarini per Riccione” di patrizia bepi e oreste delucca

2011. Un bassorilievo per ricordare Nel maggio passato, presso il Giardino d’infanzia “Maria Boorman Ceccarini “ in Corso F.lli Cervi, si è svolta una bellissima cerimonia per l’inaugurazione di una lapide marmorea su cui campeggia un medaglione con l’effige della generosa benefattrice della città di Riccione a ricordo del dono dalla stessa effettuato nel lontano 1891 con la lungimiranza delle persone speciali. Il Rotary Club Riccione Cattolica, assecondando il desiderio dell’anonimo cittadino donatore della lapide, ha coordinato la bella iniziativa nella verde cornice del piccolo parco posto sul retro della struttura. La folta partecipazione di bambini e genitori è stata impreziosita dal Sindaco Massimo Pironi, da vari Assessori e Dirigenti comunali, dalla Presidente IPAB Marina Zoffoli e dal Presidente del Rotary Club Riccione Cattolica Riccardo Angelini accompagnato da numerosi soci.

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PERLA VERDE RICCIONE CALCIO OGGI UNA REALTA’

Un’altra stagione è passata e... publiredazionale

...Forti dell’esperienza acquisita nelle scorsa stagione, è con orgoglio che possiamo annunciare la nascita della A.S.D Perla Verde Calcio Riccione. Per noi tutti e per i nostri tesserati il sogno continua. Abbiamo perso una spalla importante: quella dell’appoggio dalla A.S.D. Riccione 1929, la massima espressione del calcio riccionese alla quale comunque bisogna fare i complimenti per aver ottenuto la Promozione nella serie A dei dilettanti dicasi serie D. Questa nuova società nata ufficialmente da qualche mese avrà come quartier generale il centro sportivo A.S.A.R. e la disponibilità del centro sportivo Fontanelle di Via Puglia. Un passo importante con l’onore di averlo formalizzato per dare la possibilità ai giovani aspiranti calciatori della zona sud di riccione, di poter giocare a calcio in un ambiente sano, in delle strutture all’avanguardia e Soprattutto con tecnici seri e AGGIORNATI professionalmente, ai

Quali sarà affidata la preparazione dei giovani calciatori. Perla Verde Riccione Calcio vuole essere nel panorama calcistico riccionese una società esclusivamente dedicata al settore giovanile, un calcio fatto di divertimento sarà la filosofia ALla quale ci si ispirerà. Quattordici tecnici abilitati F.I.G.C. lavoreranno per formare i giovani calciatori, che saranno presenti in quatto categorie: giovanissimi, esordienti, pulcini e primi calci. Vi aspettiamo per le iscrizioni della prossima stagione sportiva 2011/2012 presso la segreteria della A.S.D. Perla Verde Calcio Riccione al centro sportivo A.S.A.R. dal lunedì al venerdì dalle 15,00 alle 19,00 con recapito telefonico 0541/602560. Un grazie fin d’ora a chi ha avuto fiducia in noi e soprattutto vi aspettiamo per sognare insieme: noi dirigenti inseguendo l’unificazione di tutti i settori giovanili riccionesi, i ragazzi di giocare divertendosi, in fondo i sognI non costaNO nulla.

www.riccionecalcio.it


Racconto anni 30

Zuchira e i Furnarèin

Quando gli ideali non si calpestavano Aldo era un uomo vicino ai quarant’anni che viveva da solo giù a Marina, in una casetta bassa, seminascosta da cumuli di terra, alla quale si accedeva da una minuscola porticina. Tra quegli avvallamenti aveva ricavato, con cura e sapienza, vari orticelli che coltivava, a seconda delle stagioni, a pomodori, cavolfiori, insalata e quant’altro gli fosse gradito. Dietro casa, protetto da fitti arbusti che lo celassero agli occhi indiscreti di possibili ladruncoli, un bel pollaio, dispensatore quotidiano di uova e riserva di carni bianche. In tale maniera il suo sostentamento non dipendeva da nessuno e per i suoi “vizietti” rimediava qualche soldo grazie a saltuari lavoretti di fatica presso le villette dei “S-gnur” (quei villeggianti possessori di belle abitazioni sul mare). Questo sistema di vita, non usuale nel paese, gli aveva procurato un soprannome altrettanto inusuale: Zuchira. In ciò paragonandolo al grillo talpa, l’insetto grosso quanto un dito che scava gallerie nella terra. Questo quadretto non deve però trarre in inganno sulle qualità di “Zuchira” che non era un sempliciotto. Da giovane aveva studiato e il gusto della lettura era ancora ben vivo in lui. La politica era quasi un’ossessione ed ora combatteva una crisi profonda, odiava il fascismo e non sapeva mascherarlo; di conseguenza spesso era nei guai visto che esprimeva a voce alta i suoi ideali. Schedato dalla polizia, era tra quei tre/ quattro“elementi-pericolosi “che il regime fascista chiudeva in gattabuia, in via cautelativa, ogniqualvolta il Duce era presente a Riccione. Il fatto che vi narriamo avvenne in una notte d’estate. Mussolini, richiamato d’urgenza a Roma, era partito nel pomeriggio dando così il via libera alla scarcerazione dei “probabili attentatori”. “Zuchira”, aveva preso l’abitudine

in quelle occasioni di andare a sfogare l’ira repressa in una osteria del Paese vecchio, dove aveva modo di scambiare quattro chiacchiere e affogare le cocenti delusioni in “robuste” bevute. Quest’ultima costrizione in particolare (tre giorni della sua vita”regalati” all’odiato Duce), lo aveva così abbattuto nel morale che la sbornia superò ogni suo precedente limite. Barcollando comicamente, solo al terzo tentativo riuscì a cavalcare la sua sgangherata bicicletta (il piede destro non ne voleva sapere di rimanere sul pedale) e infilare il viottolo che confluiva “tla Viola” cioè in Viale Maria Ceccarini. Seguire una linea dritta pedalando e smoccolando non era facile; così, dopo aver evitato due alberi per puro miracolo s’inabissò nel fosso. La bici imbizzarrita fece una capriola e gli piombò su testa e torace un attimo dopo il cruento contatto del suo deretano con alcuni sassi cosicché al primo urlo di dolore come un’eco rispose il secondo. Subentrarono attimi di silenzio, la ferraglia del velocipede, causa i fumi dell’alcol, rappresentava le sbarre della prigione bloccando il fiato nei polmoni... poi l’aria uscì di colpo “ Aiuto...dèm una mèna... a so sguilì, a so tòt ciachèd...” (Aiuto..datemi una mano... sono scivolato, sono tutto ammaccato)...il tempo

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trascorreva lento e nessuno rispondeva alle sue sempre più flebili richieste di soccorso... poi, all’improvviso la bicicletta si leva in aria quasi fosse un uccello... ”Chi èl? iutim...trim fura d’iché....” (Chi è? Aiutatemi... tiratemi fuori da qua)... e si sentì afferrare da quattro braccia...appoggiò i piedi in terra e volgendosi ai due...” Av ringrezie... a s’era propria mès mèl... s’am’acumpagnè ma chèsa av dagh dò pivaroun e quatre mlanzène e magari ènca agl’ove fresche” (Vi ringrazio ...ero messo proprio male, se mi accompagnate a casa vi regalo due peperoni e quattro melanzane e magari anche le uova fresche).” Nessun problema signore, contenti di averla aiutata” disse il primo. “E non occorre che si disturbi” proseguì il secondo. Allora li osservò attentamente nonostante il buio del luogo: ragazzotti ben piantati, vestiti di scuro, capelli impomatati, ...in un istante si accese la luce! “Mo vuèlt a sì i Furnarèin*! Vigliaca tera putèna... arbutim giò un’ènta volta... sòbte!” (Ma voi siete gli “scarafaggi”! Vigliacca terra puttana, rigettatemi giù un’altra volta, subito!) Poi, viste le facce stupefatte dei due, agì d’impulso. “A fac da par me” (Faccio da solo) e in un tuffo fu di nuovo nel fosso, si tirò la bici addosso ed esclamò: “Grazie listès, aspét dmatèina, quand e pasarà e carèt de latèr, l’è un mi amigh! ”(Grazie comunque, aspetto domattina, quando passerà il carretto del lattaio, è un mio amico) ...e s’addormentò. G.L.M. *Furnarèin= Scarafaggio, bacherozzo Dall’umidità delle cucine e delle cantine spuntano numerosi. A Riccione, durante il fascismo, erano così chiamati i poliziotti incaricati di vigilare sulla “sacra” vita di Mussolini. Numerosi e neri, sbucavano fuori da ogni dove appunto come gli scarafaggi.


CURIO ITà senzaetà di Maria Grazia Tosi

Occupazione alberghiera: i nuovi mostri ALL-INCLUSIVE Cosa non ci si inventa per affascinare un cliente sempre più esigente e sfuggente, e che seleziona l’offerta alberghiera a seconda degli optional a lui proposti?! Pare che la cucina nostrana e la proverbiale ospitalità non siano che obsolete peculiarità, appartenenti ad un passato ormai remoto, perché si sa, i tempi cambiano… e le crisi anche. In maniera esponenziale si prolificano infatti le tante cose in più che volenterosi albergatori si inventano al fine di convincere. La formula ‘all-inclusive’, che di certo non appartiene alla nostra tradizione balneare, si è prepotentemente imposta, equiparandoci così al resto del mercato turistico internazionale. Ed ecco lo srotolarsi di una miriade di servizi in più, che per forza di cose stanno piegando la volontà degli ultimi paladini della pensione completa, i quali non potranno probabilmente far altro che adeguarsi per non restare penalizzati dalla sbilanciata concorrenza. Ma non si parla solo di spiaggia–bevande–parcheggio inclusi nel prezzo… ma di biciclette, feste a tema, massaggi, palestra, gratuità selvagge, wireless, servizio transfert, mini-club, baby-menu, biglietti dei Parchi, biglietti del treno, biglietti di autobus, benzina, gita in barca, gita nell’entroterra… e chi più ne ha più ne metta. Oltretutto ai romagnoli e ai riccionesi in particolare la fantasia non manca, e così neanche quel guizzo ingegnoso che ha fatto sì che un paese di pescatori diventasse una rinomata località balneare, in sole tre generazioni. E così andando avanti, tra altre tre chissà … magari si arriverà ad aggiungere anche un’escursione sulla luna, tutina spaziale e packed lunch ipocalorico tutto compreso, ovviamente!

IL TRIPADVISOR Non è un organismo cibernetico, ma il portale che ad oggi conta oltre 20 milioni di recensioni realizzate da viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo… e una delle più recenti fonti di stress per i titolari di hotel; perché il 30% dei turisti, prima di prenotare

una camera d’albergo, verifica quelle lasciate da chi prima di lui. E finché le recensioni sono positive tutto bene. Ma niente di più facile averne di negative: basta un bambino che venga ripreso dal bagnino in piscina perché si tuffa fuori orario, o una signora servita a tavola non per prima… che ecco scattare la recensione perfida. Che può risultare all’albergatore come una sorta di ‘delusione d’amore’, avendo lui investito per il benessere della propria clientela tutta la devozione possibile. Nessuno è al riparo da questa sciagura, capace anche di generare una perdita effettiva di fatturato, nonché della propria sudata reputazione. Ma può succedere anche il contrario: recensioni positive scritte a doc dai gestori stessi o chi per loro, per promuovere il proprio operato anche se non meritevole, o addirittura per danneggiare la concorrenza. Perché lasciare recensioni su Tripadvisor è semplice, e soprattutto non esiste un controllo accurato sulla veridicità delle informazioni (secondo alcune statistiche si stima che un terzo di queste siano false). L’inquietante fenomeno mediatico ha messo al lavoro esperti di profili aziendali, maghi dell’hacking, ed associazioni. Il consorzio “Riccione Turismo”, importante club di prodotto, ha organizzato per i suoi

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iscritti un corso incentrato su come rispondere alle recensioni, di qualsivoglia natura, mantenendo alto il proprio savoir-faire. In sintesi alcuni loro consigli: mai ribattere con una risposta ‘copia e incolla’, perché ogni caso è a sé e merita adeguata replica; tale risposta deve essere non commerciale, perché non vuole vendere ma comunicare; deve essere in lingua, senza abbreviazioni di parole o faccine varie; e non deve mai risultare aggressiva e polemica. Alcuni numeri di un sondaggio effettuato: per il 78% degli intervistati la risposta della direzione ad una recensione positiva fa pensare bene dell’hotel; il 79% sostiene che quella ad una recensione negativa rassicura sull’hotel; per il 71% è importante vedere che l’hotel ne tiene una gestione regolare. E, soprattutto, il 68% asserisce che se deve scegliere tra due strutture simili… la presenza di recensioni facilita la decisione. MIDDLE-WEEK In realtà un termine inedito, per dare così una strampalata definizione ad un nuovo modo di prenotare la vacanza. Per ‘middle-week’ si potrebbe intendere l’occupazione delle camere non nel week-end, nella parte finale cioè della settimana, e neanche nei due giorni infrasettimanali (“short break”), ma nella sua parte centrale: chek-in lunedì – chek-out venerdì. Un soggiorno che in alcuni casi può slittare a un giorno prima o a un giorno dopo; un periodo ibrido ed insolito, che se da una parte sta a bilanciare e completare quello della chiusura di settimana alleggerendolo da una situazione overbooking, dall’altro aumenta il lavoro dell’albergatore e dello staff, che naturalmente un doppio movimento comporta. L’avvicendamento infatti di due famiglie in periodo molto breve richiede più lavoro di segreteria, di sala e di camere. Ben lontani i tempi quando i bagnanti si fermavano a Riccione dai primi di luglio a dopo ferragosto, con enormi bauli che li precedevano! Non è certo però il caso di lamentarsi: la bizzarria di una prenotazione… sempre prenotazione é.


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UNA NUOVA ED ENTUSIASMANTE STAGIONE VI ASPETTA La Società Pattinaggio artistico Riccione con i suoi 200 iscritti e frequentanti è sempre in movimento. Si inizia una nuova stagione agonistica con tante iniziative, tanto entusiasmo e tanto amore per lo sport. Il pattinaggio è uno sport utile e coinvolgente, a partire dai primi passi fino alla composizione di coreografie e balli in singolo e in gruppo.

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aneddoti e poesia

Lungimiranze di Edmo Vandi

Estate anni '60, alla Baita viene da qualche sera un giovane romano, magro e allampanato, che chiede di cantare gratis affermando dì chiamarsi Renato Zero. Un agente della SIAE osserva i suoi occhi bistrati, la salopet-

Sempre estate anni '60. Al Bar Italia di Viale Gramsci si discute di calcio. "T’l’Abisinia, at chèsa ad Francesco uj'è una famija milanesa ch'las cèma Berlusconi sun fiùl ch'us cema Silvio che e fà l'imprenditòr e che e pèr che sia apasiunèd ad paloun. Perchè an gni dmandàm se e vò fè e presidènt dla Riccione Calcio?". "Sè -e dis un'ènt- me al cnès, quèl un è adàt da fè e presidènt, e fà e capmastre, sa vut che capésa ad paloun!” Infatti...

te nera semitrasparente, lo scialle legato ai polsi e sentenzia: "Quèl vistìd isè un farà mai cariera!" Infatti...

L’aria grigia porta enfatica la voce acquosa del pescivendolo.

Il pescivendolo

“Dòne, annì a véda che bèl pès ch’a ho. Fritura, sipe, di merlòz biènch e dal canoce chi fa voja”.

Tuffo anch’io il viso in tanta ebbrezza d’odori bianchi di scogli neri di profondità caleidoscopici di fantasia. Sembra una droga e pensano così anche i randagi che imitano i pellerossa sul sentiero di guerra.

E’ un invito a vedere, odorare, gustare il mare e anche amare.

Girotondi a spirale e miagolii esasperati non hanno eco attiva. Solo un calcio nelle costole.

Il carrettino è un acquario di colori di Luna e di Sole un creato rimpicciolito che riposa tra legni squamati d’argento salmastro.

E poi, via in un altro rione. “Pesceeee...!” Giuseppe Lo Magro

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ambiente

Vetrate pericolose in città Ogni anno centinaia di uccelli muoiono per collisioni contro superfici vetrate. Queste collisioni possono verificarsi tutti i giorni dell’anno e a volte superano gli abbattimenti prodotti nella stagione venatoria sul nostro territorio. Le tracce di questi incidenti le possiamo trovare su molti edifici e pannelli vetrati. Purtroppo, queste perdite sono state a lungo sottostimate, in passato anche dalle stesse associazioni animaliste, poiché le piccole vittime, una volta cadute a terra, vengono immediatamente catturate da gatti, ratti e altri uccelli predatori. D’altro canto, in assenza di reali dati, il problema non è mai stato affrontato in maniera adeguata neppure dai progettisti edili. Per fortuna oggi è aumentata la sensibilità e la coscienza in molti cittadini i quali segnalano il continuo verificarsi di questi episodi. Questa accresciuta sensibilità ha fatto si, che taluni progettisti, architetti e a industrie del settore, si siano impegnate seriamente per risolvere il problema. Senza ombra di dubbio le pareti vetrate riflettenti o trasparenti, rappresentano nel “paesaggio architettonico urbano” un punto di eccellenza e su questo non si può che essere d’accordo, ma queste vetrate rappresentano anche delle vere e proprie trappole mortali per gli uccelli. Un uccello vede attraverso una facciata in vetro un albero, il cielo o un paesaggio che lo attira e si dirige verso questi obiettivi con un volo diretto, colpendo così la lastra. Il pericolo è tanto più grande quanto più trasparente ed estesa è la facciata in

vetro. Il secondo fenomeno sono i riflessi. A seconda del tipo di lastra e dell’interno dell’edificio, i dintorni vengono riflessi in maniera più o meno marcata. Se sull’edificio si specchia un parco cittadino, all’uccello sembrerà di vedere un attraente spazio vitale e vi si dirigerà in volo senza rendersi conto che si tratta solo di un’immagine riflessa. Anche specchi sistemati

nel mezzo di un paesaggio hanno le stesse conseguenze. Come è noto gli uccelli si orientano principalmente con la vista. I loro occhi sono ben sviluppati e indispensabili alla loro sopravvivenza; nella maggior parte delle specie sono posti sul capo in posizione molto laterale, ciò permette loro una visione a «grandangolo» (per alcune specie persino a 360°). In questo modo sono in grado di accorgersi molto velocemente dell’avvicinarsi di un nemico. Lo svantaggio è che solo un angolo relativamente piccolo del campo visivo viene coperto da ambedue gli occhi, limitando la visione stereoscopica e, di conseguenza, la percezione della profondità di campo. I due emisferi cerebrali sono di conseguenza molto divisi; i due occhi assumono spesso due diverse funzioni contemporaneamente: mentre uno fissa un verme, l’altro sorveglia i dintorni. La scomposizione dell’immagine è straordinaria: mentre noi possiamo distinguere a malapena 20 immagini al secondo, un uccello è in grado di distinguerne 180. Evidenti differenze esistono anche per

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quanto riguarda la visione dei colori. Gli uccelli, ad esempio, riescono a distinguere le varie tonalità di verde meglio di noi uomini. Il vetro è apparso relativamente di recente; per questo, benché dal punto di vista visivo gli uccelli siano ben adattati al loro ambiente, non lo riconoscono quale ostacolo. Oggi le nuove conoscenze permettono di risolvere il problema, perché è possibile costruire rispettando gli uccelli e questo non vuol dire in alcun modo limitare la creatività e rendere un’architettura monotona, ma più semplicemente cercare di evitare inutili trappole e sviluppare misure di protezione esteticamente gradevoli e orientate al futuro. Esistono già alcune soluzioni sperimentate con successo, come ad esempio l’utilizzo di vetrate colorate non riflettenti, vetri deformanti o traslucidi, lastre con decorazioni satinate o reticolate. Ad esempio, sulle vetrate prospicienti la zona balneare potrebbero essere indicate decorazioni che richiamano l’aspetto marino, come serie di onde, pesci o gabbiani. Le soluzioni sono molteplici, ritengo che l’architettura su questo fronte possa dare ampio spazio alla creatività. È auspicabile anche una maggiore sensibilità da parte delle istituzioni locali, affinché prevedano negli stessi strumenti urbanistici, regole e soluzioni tecniche al fine di evitare mortali collisioni di uccelli contro le pareti vetrate. Antonio Cianciosi (Ambientalista)


Arti marziali

Centro Karate Riccione e Palaterme Un binomio vincente! Il Centro Karate Riccione, SocietĂ CAMPIONE D’ITALIA 2011 FIJLKAM, ospiterĂ i corsi dei propri atleti al palaterme di Riccione ed ha l’obbligo di difendere i numerosi titoli conquistati nel 2010/2011 che con orgoglio elenchiamo: SocietĂ CAMPIONE D’ITALIA kata Cadetti SocietĂ CAMPIONE D’ITALIA kata Junior CAMPIONE D’ITALIA a Squadre kata Cadetti CAMPIONE D’ITALIA a Squadre per Regioni Cadetti CAMPIONE D’ITALIA kata Individuale Cadetti con VILLA CARLOTTA CAMPIONE D’ITALIA kata Individuale Junior con VILLA VANESSA CARLOTTA VILLA è titolare nella squadra AZZURRA di KATA e dopo gli EUROPEI in SERBIA, ad Ottobre parteciperĂ ai MONDIALI in MALESIA per difendere il tricolore. IN BOCCA AL LUPO CARLOTTA!

NOVITA’ DELL’ANNO) del supporto dei CAMPIONI ITALIANI per la formazione e addestramento dei bambini! Il 19 SETTEMBRE partono i corsi 2011/2012 per PRINCIPIANTI destinati a bambini maschi e femmine dai 5 anni in su mentre il 3 OTTOBRE quelli per la categoria AVANZATI. I principianti, anche quest’anno potranno usufruire del periodo di prova gratuito di 3 settimane (dal 19 settembre al 3 ottobre) E’ proprio il caso di dire: SOLO AL CENTRO KARATE RICCIONE TI ALLENI CON I CAMPIONI! VI ASPETTIAMO NUMEROSI! Il Responsabile Tecnico RICCARDO SALVATORI quest’anno potrà finalmente allenare in una location prestigiosa ed adeguata al valore INTERNAZIONALE della società , dove i genitori possono seguire in completo relax le performance dei figli e avrà la possibilità di inserire nuovi corsi di AUTO DIFESA e CORSI MASTER PER ADULTI per soddisfare le numerose richieste pervenute. Coordinerà con successo lo STAFF TECNICO composto da Maestri di esperienza pluriennale come ROBERTO CORBELLI, VITO MININNI e GIAMPAOLO MASSI, oltre ad avvalersi (ALTRA

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Acqua, acqua, fuochino, fuochino, fuoco... Ecco,

di

nuovo

ti

sei

Parti come Biberon, poi dimagrisci come l’aerobica e diventi come falsomagro, poi non ti allughi e diventi come secchio, infine pieno di radicali liberi invecchi come nonno Primo.

bruciato

la

muscolatura!

aerobica massacrante, mangia i muscoli perché stimola alcuni ormoni come il Cortisolo, un eccellente catabolita. Dobbiamo mangiare meno e bere molto. Aggiungo un altro pericolo che passa inosservato. Oggi con l’alimentazione siamo tentati tutto il giorno con le irrinunciabili offerte culinarie a mangiare cibi sempre più acidi (precotti, bibite e acque gassate, soffritti, dolci, gelati, zuccheri semplici, ecc). Cosa accade? Il nostro corpo per ristabilire un Ph neutro risponde con tamponi metabolici rubando sostanze alcaline all’organismo (alle ossa e al sangue). I sintomi più frequenti sono dolori alle articolazioni, astenie, debolezze, problemi circolatori, cellulite, iperacidità di stomaco, aumento dei radicali liberi, ritenzione idrica, difficoltà di dimagrimento ecc. Noi cosa possiamo fare? Possiamo ingerire molta verdura. Per molta verdura non si intende due cucchiai di carote ma una scodella piena a pranzo e a cena, senza dimenticare la verdura durante la giornata. E ancora, bere molta acqua, acqua ionizzata sarebbe meglio perché più carica di elettroni di conseguenza stimola scambio cellulare. L’acqua ionizzata è buona da bere. Conclusione e consigli per una persona sana: Attività di sollevamento pesi (che non provochi acido lattico) Poca attività di sollevamento pesi che provochi acido lattico Attività aerobica quanto basta per mantenere uno stato organico efficiente. Non dimenticatevi di dedicare un pò di tempo all’allungamento, alla respirazione e alla serenità. E’ stato un piacere.

Sembra che l’induzione alla sofferenza lattacida (sofferenza muscolare quando si produce acido lattico), sia iniziata per l’uomo con la rivoluzione agricola circa 12 mila anni fa: tutti i giorni al lavoro in posizioni assolutamente non fisiologiche e usuranti, era la sofferenza della vanga e della zappa. Il lavoro lattacido è sofferto perché doloroso: acido lattico, sinonimo di calore e infiammazione. Mentre il lavoro aerobico ossida il grasso con l’aiuto dell’ossigeno, provocando al posto dell’acido lattico, radicali liberi. E’ chiaro mantenere un equilibrio sarebbe la cosa più augurabile ma come i Guelfi e i Ghibellini, fazioni politiche rivali del primo medioevo, come le due famiglie rivali di Verona , Montecchi e Capuleti , oggi il gruppo degli aerobici e gli anaerobici si scontrano per affermare rispettivamente che il dimagrimento funziona di più correndo e nuotando rispetto al sollevamento pesi. Cosa dobbiamo fare per dimagrire? Dobbiamo aumentare il metabolismo: solo con un adattamento muscolare anaerobico alattacido (senza produzione di acido lattico). Il lavoro muscolare alza il metabolismo per tutta la giornata, mentre l’attività aerobica consuma calorie nel momento in cui si fa. L’attività

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STAR BENE

Fitoterapia per disturbi “in rosa”

sono particolarmente ricche, come l’olio di Enotera (Oenothera biennis) e l’olio di Borragine.I risultati sono molto soddisfacenti. Quindi l’integrazione alimentare con olio di Enotera e olio di Borragine è particolarmente utile nella dieta femminile prima e durante il ciclo mestruale e a questo scopo esistono integratori specifici in capsule, molto pratici, che contengono i due olii suddetti, arricchiti con due oligoelementi, lo Zinco e il Rame, assai utili in questa sindrome femminile. Interessante inoltre è l’aggiunta di Salvia officinale, come antiossidante e antinfiammatorio e per le sue proprietà regolarizzanti del ciclo mestruale, anche in caso di amenorrea. I disturbi di origine infettiva talvolta possono arrecare veramente tanti fastidi: prurito, perdite anormali, rossori, gonfiori, dolore e bruciore, dolore durante i rapporti sessuali, odori sgradevoli...sono alcuni dei numerosi sintomi che accompagnano i problemi vaginali. Naturalmente se il disturbo non è passeggero bisogna sempre rivolgersi al ginecologo, purtuttavia essi si possono prevenire e trattare anche con una scrupolosa igiene intima e con qualche accorgimento che prevede l’uso della fitoterapia. Un buon detergente intimo a base di Propoli purificata ed estratti di piante quali la Melaleuca , la Camomilla , i semi di Pompelmo, la Calendula, la Salvia , costituiranno una valida prevenzione contro varie infezioni. Inoltre l’assunzione periodica di fermenti lattici probiotici e prebiotici, quindi altamente attivi sulla flora batterica intestinale e delle mucose vaginali, rinforzeranno le normali difese immunitarie costituite dalla flora batterica vaginale, che mantiene l’ambiente lievemente acido (Ph circa 4,5) e inospitale per i microrganismi patogeni. Quando è necessario, e non come pratica abituale proprio per non alterare con l’eccesso d’uso la flora vaginale, si può ricorrere a lavande interne utilizzando quelle naturali,sempre con semi di pompelmo,malaleuca,acido lattico etc. Di solito si affianca anche l’uso di ovuli durante le ore notturne,che ci daranno una copertura completa. Il gel di Aloe vera , per uso locale, può essere un ottimo coadiuvante sintomatico contro pruriti e infiammazioni delle mucose, il cui uso può essere protratto anche per lunghi periodi, fino ad un trattamento abituale quotidiano come prevenzione delle irritazioni. Quindi ricordiamoci ,che anche nel caso dei disturbi femminili, la “Medicina Naturale” si propone come valida alternativa o come complementare e coadiuvante delle terapie classiche.Parlatene con calma e fiducia con il Vostro farmacista/erborista,saprà darVi le risposte che cercate. Scola dr Lorenzo

L’apparato genitale femminile è piuttosto complesso e il suo fisiologico funzionamento può andare incontro a diversi problemi, legati sia al periodo fertile della donna che alla menopausa. Vi sono disturbi correlati al ciclo mestruale e altri che procurano quei piccoli o grandi fastidi di origine infiammatoria, infettiva o di altro genere cui spesso le donne vanno incontro, vediamo quale aiuto può fornirci la fitoterapia. Nella sindrome premestruale,uno dei sintomi più frequenti e fastidiosi è la tensione, che compare 6-7 giorni prima del flusso e che si identifica in variazioni dell’umore, ansia, stato di irascibilità, irrequietezza e senso di insicurezza, a volte con crisi di melanconia e di pianto, lieve depressione. Altri sintomi sono la tensione mammaria, che si evidenzia con uno stato di dolenzia alla pressione sul seno, la ritenzione idrica con conseguente senso di gonfiore generalizzato, la cefalea o emicrania mestruale, i dolori muscolari e articolari diffusi, i dolori addominali, fino ad arrivare alla dismenorrea (mestruazione dolorosa), che spesso obbliga ad assumere antidolorifici, antinfiammatori o antispastici per alcuni giorni ogni mese.In questi casi la fitoterapia può intervenire con rimedi che mirano a modificare il “terreno organico” del soggetto . Studi hanno evidenziato un abbassamento dell’acido gamma-linoleico,e poiché questo acido nell’organismo è un precursore di sostanze che agiscono come potenti agenti antinfiammatori, la fitomedicina consiglia in questi casi di utilizzare proprio quelle piante che ne

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sport motociclistici

Con “Marama” e Galbusera lo Speedway a Riccione

La Romagna ha la fama d’essere da sempre fortemente legata al motociclismo, al punto che si può affermare che “e mutor” è inteso come un mezzo dotato d’una vera e propria anima. Inoltre è opportuno rammentare che più piloti, in tempi diversi, hanno tenuto alto il nome di questa antica regione italiana, riscuotendo prestigiosi successi nei circuiti di tutto il mondo. A tal proposito, anche Riccione può vantare una discreta tradizione risalente agli anni Venti del Novecento, ed all’incirca al tempo in cui la nostra città pervenne all’autonomia comunale (1922). Le prime competizioni si tennero in un “arcaico” tracciato realizzato all’interno dell’’ingar’(dall’inglese “hangar”), espressione dialettale con cui i riccionesi identificano l’area che fu utilizzata come aviorimessa negli anni della Grande Guerra. Questa zona, ora sede del Luna Park estivo, ha rappresentato per Riccione uno spazio “polivalente”, dato che negli anni successivi al conflitto, e sino agli anni Sessanta dello scorso secolo, ha accolto diversi sport, tra cui motociclismo, ciclismo, calcio, ippica, ed altresì manifestazioni operistiche. Il cosiddetto ‘ingar’, è stato un importante luogo di aggregazione per la comunità locale, come i riccionesi meno giovani ben ricordano. Escluse le rare persone tuttora in vita, che assistettero a quelle spericolate esibizioni, appare opportuno sottolineare che questo sito, intorno agli anni Trenta, ha ospitato gare di speedway. Questa specialità motociclistica si effettuava su piste ovali in terra della lunghezza minima di 340 metri e massima di 420 metri. Il fondo poteva essere di natura diversa: o solo terra, oppure sassi, sabbia o ghiaia. L’origine di questo sport è dubbia, anche se i più ritengono che sia sorto in Australia nel secondo decennio del Novecento. In Italia venne importato da Adolfo Marama Toyo (Fiume ? – Trieste, 30 maggio 1946), un marinaio istriano, divenuto poi famoso pilota e progettista di motori, che aveva conosciuto questo genere di gare nel corso dei suoi viaggi in Australia. Marama Toyo, è il nome d’arte di un audace e “geniale” appassionato di meccanica, nato nell’allora italiana Fiume, da una famiglia di origini egiziane, probabilmente nel primo decennio del secolo scorso. Poco si sa della sua vita, a causa degli eventi che hanno preceduto e seguito l’esodo istriano. Sembra che il suo nome fosse Toyo, a cui egli stesso aveva aggiunto il soprannome datogli dai tifosi, di ”Marama”, che in lingua istriana significava “foulard”: ovvero il fazzoletto colorato che contraddistingueva i piloti di speedway. Scarne note scritte attestano la presenza nella nostra città di questo centauro, intorno alla seconda metà degli anni 30. Sicuramente venne a Riccione con lo scopo di lanciare quelle

moto dalla stranissima foggia, indispensabili per poter praticare questa nuova specialità, in una terra, la Romagna, dove il motociclismo riscuoteva già un grande interesse di pubblico. Stando al ricordo, ancor oggi vivo di Fulvio Bugli, bagnino riccionese che assistette da ragazzo a quel genere di competizioni, Riccione accolse entusiasticamente questa nuova attività agonistica, e Marama Toyo si sarebbe esibito sulla pista sterrata dell’’ingar’ intorno agli anni 1932-36, rivaleggiando soprattutto con altri due piloti: Plinio Galbusera, ed un certo Gambi. Merita di essere riportato un particolare curioso, rimasto nella memoria di Bugli, secondo cui il pilota fiumano, dall’originale codino alla Roberto Baggio, prima della partenza si riempiva la tuta di una notevole quantità di talco: quasi sicuramente poteva trattarsi di un espediente per attutire il colpo in caso di cadute. La pista veniva recintata, ed alle gare che si effettuavano in primavera, assistevano alcune centinaia di tifosi paganti. I concorrenti, che guidavano quei motori alimentati con alcol metilico ed olio di ricino, sprovvisti di freni per poter derapare nelle curve, erano dotati della “scarpa di ferro”, a protezione del piede. Seguaci appassionati di questa specialità, furono i riccionesi Ruggero Papini e Gastone Berardi, un tempo ben noti agli amanti delle due ruote. Fu durante una corsa, che Marama Toyo conobbe Plinio Galbusera, creatore e titolare dell’omonima azienda bresciana, all’epoca unica casa produttrice in Italia di motociclette da speedway. I due divennero amici ed il pilota istriano decise

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di sottoporre al costruttore la sua idea di realizzare una moto da strada spinta da un motore 2 tempi con 8 cilindri a V. L’idea di Marama Toyo era talmente fantascientifica per quegli anni, che se l’avesse proposta a qualche affermata fabbrica motociclistica, lo avrebbero preso per pazzo. Così non la pensava Galbusera, che mise a disposizione del progetto le misere risorse tecniche della propria azienda. In uno solo anno di febbrile lavoro, l’8 cilindri a V da 500 cc, ottenuto dall’accoppiamento di due unità a 4 cilindri e con il cambio posizionato fra di esse, fu progettato e realizzato, sollevando un notevole interesse al salone di Milano del 1938. Lo sviluppo per la produzione del motore venne interrotto dall’avvicinarsi del secondo conflitto mondiale e, al termine della guerra, l’impresa fu abbandonata definitivamente a causa dei bombardamenti che avevano distrutto la Galbusera e, soprattutto, in conseguenza della scomparsa di Toyo, avvenuta il 30 maggio 1946 durante una gara sul circuito di Trieste. Anche il motore è andato perduto e ne rimangono solo le foto scattate al Salone di Milano, unitamente alla vasta eco della stampa dell’epoca. Marama Toyo e Plinio Galbusera, rappresentano due singolari interpreti di un motociclismo “pionieristico” e “romantico”, che con le loro funanboliche prestazioni e fantasiose idee meccaniche, hanno contribuito a tener viva e desta, anche a Riccione, quella passione e devozione per e “mutor”, che ha accomunato, e tuttora accomuna, tanti romagnoli. Fosco Rocchetta



le rosse in tour

Da Riccione al verde cuore dell’Umbria

DIALETTO IN MUSICA di Andrea Cevoli L’è ora da fè in sèlt ad qualità L’è ora da fè un sèlt ad qualità ma ste mènd ch’un va per gnint ui è bsègn ad pèsa, tranquélità e ènca una muliga ad unestà.

A santém spès me telegiurnèl ch’ui è dal robe ch’al va mèl quasi tòt i dé e suced un atentèd e la gènta la sta dagl’ore a parlè

La terza edizione delle Rosse in Tour ha confermato il successo organizzativo di coniugare in perfetta armonia cultura ed enogastronomia. I 12 equipaggi partecipanti si sono dati appuntamento nella piazza del palazzo del Turismo di Riccione dove Le Rosse sono state salutate dal Vicesindaco del Comune di Riccione. La partenza è avvenuta nella mattinata di giovedi 2 giugno. Le vetture hanno raggiunto Fano, proseguendo per il Passo del Furlo ad ammirare un incantevole panorama. Si è proseguito in direzione Gubbio e giunti in prossimità di Ponte d’Assi la carovana Rossa ha raggiunto la Tenuta Fassia dove si è consumato il pranzo nella bella villa dei sigg. Borletti con visita guidata della sig. Elena. Sempre col sole è stato raggiunto il Castello di Sismano nel cuore dell’Umbria, dove gli equipaggi hanno preso possesso delle stanze. Venerdì partenza per Todi per la visita della città, poi partenza in direzione Orvieto costeggiando il lago di Corbara. Sosta presso l’agriturismo Elmo, incantevole tenuta e pranzo con specialità

locali. Raggiunta Orvieto nel pomeriggio e sosta autorizzata nella Piazza del Duomo, con le Rosse parcheggiate davanti alla maestosa facciata del Duomo prese d’assalto dai numerosi turisti. Nella serata ritorno al castello di Sismano. Sabato 4 giugno visita ai piu bei borghi d’Italia: si inizia con Bevagna ridente ed incantevole, per ammirare tutto il folcrore, si è continuato con Bettona, piccolo borgo medioevale, per poi raggiungere Torgiano, famosa per la sua torre. La scelta della degustazione dei vini presso l’Osteria del Museo non poteva essere più appropriata, con un cartello di benvenuto le sigg. Vittoria e Patrizia che hanno accolto titti con calore e professionalita. Deruta nel tardo pomeriggio è stata toccata per una breve sosta per poi raggiungere Sismano. Domenica 5 è stato il giorno del rientro. Sosta alla Tenuta Fassia e dopo il pranzo si è ripartiti alla volta di Riccione sotto un acquazzone estivo dopo tanto sole. Il gruppo delle Rosse ha già concordato di ritrovarsi per la 4ª edizione Giugno 2012.

e po’ dal volte ui è di chès che saria mej nu mèt e nès tal famije ui è di rapimènt dal discusioun di mazamènt

Tl’utme la gènta piò inteligènta las fa la dmanda piò impurtènta du ch’l’è la pèsa, la tranquèlità e ènca cla muliga ad unestà? Andrea Cevoli è un giovane con gli hobbies del dialetto e della musica. Ha quindi pensato di unire le due passioni in questo lavoro. Purtroppo l'esiguo spazio a disposizione non ci consente di scrivere anche la musica, ma confidiamo di farvelo ascoltare dal vivo in futuro.

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Amici che se ne vanno

Giovannino Moroncelli: un uomo dolce Caro Giovannino, dicevi sempre che il tempo è in accelerazione: tutto passa e domani è già ieri. SÏ, ieri in Viale Corridoni il tuo negozio di frutta era un sicuro punto di riferimento per qualità dei prodotti e cortesia. Ma l'occasione per conoscerti meglio la ebbi tanti anni fa: c'era da allestire un carro per il Carnevale di San Lorenzo e il gruppo, del quale facevi parte, nel Villaggio di Donna Rachele e via Toscana, aveva qualche idea nel cassetto e non riusciva forse a realizzarla. CosÏ tu mi invitasti a prendervi parte con quella gentilezza umile, che ti ha sempre contraddistinto. Fu l'inizio di un sodalizio che per anni realizzò indimenticabili momenti di aggregazione. E tu, fruttivendolo - anzi il fruttivendolo per eccellenza - ti assentavi dalla storica bottega per renderti utile. Era una "passionaccia" la tua voglia di fare, e non un peso, poichÊ ti portava laddo-

ve il cuore voleva essere. Caro Giovannino, il 29 marzo scorso ci hai lasciato; ma non il tuo senso dell'altro: quello c'è e rimarrà per sempre, perchÊ sei

sempre stato grande nella dedizione, grande nell'umiltà e soprattutto grande nella bontà . Ti sei addormentato per l'ultima volta, in un giorno che sembrava estate, nelle braccia di tua moglie, che con le tue figlie ti adorava. La tua è stata una silenziosa uscita di scena come quando te ne andavi - rincasando dalle riunioni - senza fermarti a parlare, quasi che una parola in piÚ guastasse l'armonia che avevi contribuito a creare. Possedevi, infatti, questa innata sensibilità , era in te e traspariva in ogni tua parola, da ogni tuo gesto. Il tuo sorriso mite e il tuo sguardo profondo e velato di una sottile ironia erano la rappresentazione iconografica dei tuoi sentimenti. CosÏ chi ti ha conosciuto ti ricorderà . Se tu non ci fossi stato, avremmo dovuto inventarti. Ciao Giovannino, ci manchi tanto. Giancarlo Magnani

presentatore Silvio Noto, l’allenatore Giovan Battista Fabbri, il campione della nazionale di calcio Roberto Rosato e altri giocatori del Milan. Leo era

sempre in prima linea: d’estate tra le cabine e d’inverno in mare con la barca, assieme al padre Giovanni che per pescare aveva inventato il “rabbioâ€?, adottato da altri marinai della riviera, ma presto vietato, perchĂŠ rovinava il fondo marino. Bezzi (zio dell’avvocato e consigliere comunale Giovanni Bezzi e dell’assessore Ilia Varo) spesso raccontava le tristi avventure vissute durante la seconda Guerra mondiale. Una dura parentesi che l’aveva portato fino al Mediorente. Per due volte fu addirittura protagonista di un naufragio, accadde anche nel Mar Rosso, dove salvò diverse persone. Fu pure prigioniero degli inglesi, poi il sospirato ritorno a casa dalla sua Nina, Filomena Semprucci, scomparsa nell’ottobre del 2009. Da lei aveva avuto due figli Roberto e Carla, che gli hanno dato tre nipoti Andrea, Gianluca e Irina e un pronipote Leone, l’ultimo nato della sua dinastia. Nives Concolino

Leo Bezzi: una vita per il mare

Aveva fatto del mare e della spiaggia una delle sue ragioni di vita, sempre accanto alla sua cara famiglia che ha tanto amato. Leone (Leo) Bezzi, mitico marinaio e bagnino di Riccione domenica 8 maggio è volato in cielo, portando via con sè un frammento di quella storia balneare che aveva contribuito a imbastire. Energico e cordiale, per decenni ha gestito il Bagno Leo (zona 58), ereditato dal padre Giovanni Bezzi e dalla mamma Teresa (Sina) Angelini, che a sua volta l’aveva presa in consegna dal capostipite Fortunato Pio Angelini. Una storica concessione, rilasciata intorno al 1895, che un tempo includeva le attuali zone 56, 57 e 59. Il suo profilo? Fisico da palestra, baffo e savoir-faire, tre elementi che di lui avevano fatto un mito e non solo all’Abissinia, dove ha sempre vissuto. Nel suo bagno, sul lungomare della Repubblica, ogni estate accoglieva migliaia di turisti che a Riccione avevano la seconda casa e tanti altri bagnanti,anche di fama, come il

ogni giorno il Pescatore porta in tavola la ricchezza del mare nel rispetto della tradizione romagnola

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Aquawellness! In forma, divertendosi E’ sempre più ricca e divertente l’offerta dell’Aquawellness che la Polisportiva Comunale Riccione propone a chi viene allo Stadio del Nuoto e vuole provare qualcosa di diverso dal nuotare. Innanzitutto, va detto che sono tre gli attrezzi che gli istruttori di Aquawellness usano durante le loro lezioni di 50 minuti: l’idrobike, la bici ellittica e il tapis roulant. L’idrobike è uno strumento che permette di lavorare su braccia, gambe e zona addominale in maniera molto aerobica e con la giusta dose di “fatica”. La bici ellittica favorisce di più il lavoro sulle fasce muscolari di gambe glutei e addominali (punti “vitali” per il pubblico femminile). Il tapis roulant (o treadmill, o tappeto che dir si voglia), è un attrezzo più aerobico rispetto agli altri due, dove si utilizzano di meno le braccia ma che consente un suo utilizzo più “creativo”. Sul tapis roulant, difatti, si può correre, ma anche camminare, saltare, calciare… Naturalmente l’attività dell’Aquawellness è adatta a tutti: gli istruttori della Polisportiva Comunale Riccione gestiscono le lezioni in maniera estremamente professionale, modulando l’intensità dello sforzo a seconda delle persone.

Quindi, che si abbiano 20 o 60 anni; che si sia donne o uomini, ognuno potrà consumare calorie secondo la propria volontà o forza. Va anche detto che lavorando nell’acqua alta delle piscine dello Stadio del Nuoto, le articolazioni e la schiena non sono sottoposte ad alcun tipo di stress traumatico. Inoltre, lavorare in acqua consente di aumentare la resistenza al movimento (con maggior consumo di calorie) ma alleggerisce al contempo il peso corporeo (l’acqua “sostiene”) e ciò non affatica muscoli e tendini che comunque lavorano. Un altro punto da mettere in assoluta evidenza è la preparazione dello staff dell’Aquawellness in forza alla Polisportiva Comunale Riccione. Tutti gli istruttori sono qualificati ai massimi livelli e, grazie alla partnership avviata quest’anno con il marchio Okeo, parteciperanno a continui stage di aggiornamento. Infine, la grande disponibilità di orari a disposizione degli utenti. Le lezioni saranno disponibili tutti i giorni della settimana, dal lunedì al sabato, in diversi orari. Basterà informarsi presso la reception dello Stadio del Nuoto, oppure telefonare allo 0541.644410 o consultare il sito www.polcomriccione.com Insomma, non ci sono più scuse: con l’Aquawellness resti in forma e ti diverti!

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UN VOLO IN KOREA!

In Korea dal 10 al 13 Agosto si è tenuto uno degli eventi più importanti e significativi per il Taekwondo a livello mondiale, il festival di “Hanmadang”. Nato nel 1992 ha aperto il suo primo concorso e ha riunito gli atleti del Taekwondo provenienti da tutto il mondo. E ‘stato il luogo ideale per presentare lo spirito dell’arte marziale ed evidenziare le competenze e la qualità tecnica del Taekwondo. Da allora è stato riconosciuto come il concorso internazionale più importante a livello mondiale dove introduce l’arte marziale e la promuove come una cultura di valore coreana. Hanmadang è un festival dove partecipano gli atleti professionisti del Taekwondo di tutto il mondo, ma la novità principale è che possono partecipare anche gli atleti amatori , per godersi l’arte come uno sport marziale. La Korea si è impegnata a promuovere il festival come

ORARI

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CORSI

risorsa culturale e turistica, contribuendo alla diffusione dell’evento con grande comunicazione, per visitare il Kukkiwon, la patria del Taekwondo. Sono giunti 5.000 atleti da 50 nazioni. La FIST con la presenza del nostro D.T. e Maestro Chung Kwang Soo (9° Dan) è stata invitata (come tutti gli anni) in qualità di nazione e anche gli atleti Riccionesi hanno fatto parte della squadra Italiana, un evento unico per valorizzare e ampliare il livello agonistico di ognuno. Si ricorda che la palestra di Riccione riaprirà i corsi a metà settembre presso la palestra Sparta. Potete chiamare per provare (gratuito) qualche allenamento, corsi per bambini, corsi per adulti amatori, corsi per agonisti, difese personali. Con istruttori e insegnanti qualificati e diplomati WTF (Kukkiwon – Korea). La tradizione del Taekwondo a Riccione da 35 anni… vi aspettiamo.

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Taekwondo Riccione ‑ Song Moo Kwan. Centro Specializzato che si avvale della lunga esperienza e serietà del D.T. M° Geo Ottaviani C.N. 6° Dan, diplomato alla World Taekwondo Federation Seul Korea. Allievo del Grande Maestro Chung Kwang Soo 9° Dan. Ambasciatore per IâC™ Europa e D.T. FIST Taekwondo Academy coadiuvato dal M° Roberto Betti 5° Dan e degli aiutanti­istruttori Gianluca Lotti 4° Dan e Uguccioni Luca 3° Dan. MARTEDÌ, GIOVEDÌ E VENERDÌ DALLE 17.00 OGNI ORA FINO ALLE 22, 00 CORSI DI DIFESA PERSONALE HONSULSIL (si può imparare a qualsiasi età) per DONNE che vogliono farsi rispettare

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il racconto in dialetto

Tilio e e dutor dagl’ose Tilio l’era un brav’om. Da quand ch’l’era morta la su mà e stèva da par lò, t’una casina basa tachèd me pasag a livèl de treno. E fèva e murador cinq dé la stmèna e e sabde l’armidiva di piciarèl in gir per garavlè qualcò da paghès i su vizièt. Ch’in era po’ chisà cò. Tòt al sere un quartèin ad vèin e quatre ciacare s’j’amigh tl’usteria de paes vèc; la dmènga matèina sora la palèda de port a pis-chè i baganèl e la dmènga dèp mizdé e stravizie: me teatre ad Miramare a véda e Varietà. Us sblighiva de rid sa cal batude da quatre sèld de capocomico, vèce com e còch, e us splèva al mène te finèl quand al balarèine lis scadnèva te “Cancan”. Un gn’impurtèva gnint s’agl’era tracagnote, sal tète giò ma la pènza, sla pèla gricida tla facia, si bus tal chèlze e sl’in andèva a tèmp. Tilio us divartiva un mènd. Un dè d’inverne, dèp un spetacul ch’u l’eva mand in gazoja, quand e scapa de teatre us era fat scur e ui era un caligh fét fét, sa cal guclèine gice da strémle te cudroun. Alora Tilio e tira fura da la bas-cocia e su bèl foj ad giurnèl, u l’irva e u l’imbusa sèta la maja a cròv la pènza e po’ us mèt la sèrga d’arvèrs, se didrì davènti, per avè dèpia prutèzioun. E cènd e muturèin e us’avéia vèrs chèsa cantand i mutivét ch’l’eva apèina santù. E sarà stè e caligh, e sarà stè la distrazioun.. Tilio us trova t’un incròs senza fè e stop e una machina ul ciapa tla roda didrì , u l’instèca t’un pèl dla luce e po’ e vola te fos tramèza un paciugh d’erba aqua e tèra. E pèrd cuscienza, isé il porta tl’uspidèl ad scaranèda. Dè infermier il pogia sora e litèin e l’era isé cianc-ghid che in savèva da che pèrta ciapèl. I cèma sobte e dutor ad guèrdia

ch’l’era un specialésta dagl’ose. Quand ul vèd us mèt al mène ti cavél e e dis :“ Un m’è mai capitè un disastre come quèst, ui s’è invrucì la testa e i pid...ui è snè una roba da fè...vujèlt prilì i pid che me aj’arvòlt la testa...e spirama ch’un mora”. I dè infermier i strègn agl’estremità mentre e dutor dagl’ose ul ciapa tagl’urece e i cmènza a prilì. Iché Tilio us svégia, e strabòza j’èc, e smèla chèlc e s-ciafoun, us’èlza in pid e l’urla “ Che caz ca fè...am vlì mazè?”. E dutor dagl’ose ui arspènd :” Na, me a so e dutor dagl’ose at vléva salvè...tè vù un incidènt e ut s’è’rvolt la testa e i pid!”. E Tilio “ L’incidènt u l’ha vù la tu mà quand la t’ha fat nas!”. Po’ us chèva la sèrga, us la mèt per drèt e e dis; “ Cambia mis-cir, va a fè i crèin!” e e scapa dl’uspidèl, lasand che pataca a bèca vèrta, insticunid com un cuchèl te sol. G.L.M.

Tilio e l’ortopedico Attilio era un brav’uomo. Da quando era mancata sua mamma viveva da solo in una casina bassa vicino al passaggio a livello della ferrovia. Faceva il muratore cinque giorni alla settimana e il sabato rimediava qualche piccolo lavoretto in giro per rimediare qualche soldo per pagarsi i suoi vizietti. Che non erano poi chissà che cosa. Tutte le sera un quartino di vino e quattro chiacchiere con gli amici nell’osteria del paese vecchio; la domenica mattina sul molo del porto a pescare i paganelli e la domenica pomeriggio lo stravizio: al teatro di Miramare per vedere il Varietà. Si sbellicava dal ridere con quelle battute da quattro soldi del capocomico, vecchie come il cucco, e si spellava le mani nel finale quando le ballerine si scatenavano nel “Cancan”. Non gli interessava proprio se erano tarchiate, col seno sulla pancia, con la pelle grinzosa sulla faccia, con i buchi nelle calze e se non andavano a tempo. Tilio si divertiva un mondo. Un giorno d’inverno, dopo uno spettacolo che lo aveva reso euforico, quando esce dal teatro si era fatto notte e c’era una nebbia fitta fitta con quelle goccioline gelate da brividi nel fondo schiena. Allora Tilio dalla tasca tira fuori il suo bel foglio di giornale, lo apre, lo nasconde sotto la maglia a coprire la pancia e poi si mette la giacca a rovescio, col dietro sul davanti, per avere doppia protezione. Accende il ciclomotore e si avvia verso casa canticchiando i motivetti che aveva appena ascoltato. Sarà stata la nebbia, sarà stata la distrazione...Attilio si trova in un incrocio senza fare lo stop e un’automobile lo urta nella ruota posteriore, lo scaraventa contro un palo della luce e poi vola nel fossato in mezzo ad un impasto di erba acqua e terra. Perde conoscenza così lo portano all’ospedale in gran fretta. Due infermieri lo appoggiano sulla lettiga ed era così martoriato che non sapevano da che parte intervenire. Chiamano subito il medico di guardia che era uno specialista

ortopedico. Quando lo vede si mette le mani nei capelli e dice :” Non mi è mai capitato un disastro del genere, gli si sono avvitate la testa e i piedi... c’è solo una cosa da fare...voi girate i piedi che io rivolto la testa ...e speriamo che non muoia”. I due infermieri lo afferrano alle estremità mentre l’ortopedico lo afferra nelle orecchie, poi cominciano a ruotare. Qui Attilio si sveglia.. strabuzza gli occhi, molla calci e schiaffoni, si alza in piedi e urla “Che cavolo fate...mi volete ammazzare?”. L’ortopedico gli risponde: “No, io sono l’ortopedico, volevo salvarti...hai avuto un incidente e ti si sono rivoltati testa e piedi!”. E Attilio: “L’incidente lo ha avuto tua mamma quando ti ha fatto nascere”. Poi si toglie la giacca, se la sistema correttamente e dice: ”Cambia mestiere, vai a fare i cesti di vimini!” ed esce dall’ospedale, lasciandolo incredulo a bocca aperta ingessato come un gabbiano al sole.

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LA PAGINA D EDMO VANDI

Chi si ricorda di “Riviera Eco?”

Pubblicato con grande successo nelle estati degli anni ‘60-’70 era giornaletto distribuito gratuitamente sulle spiagge romagnole. Lo ricorderà sicuramente chi ha superato gli... anta! La cronaca mondana di Riccione veniva curata egregiamente dal compianto Raffello Mantani. Il sottoscritto illustrava i pettegolezzi dell’epoca con “Noterelle” di cui trascrivo alcuni esempi.

I RASUNAMENT PER CAPI’ LA VITA Torme di ragazzine in delirio assediano MAL chiedendo prestazioni extra-canore: Il Maldrillo! Petra M. berlinese in supermini, accetta il “guancia a guancia” da qualsiasi cavaliere: la petra pomice! I soliti capelloni, dopo miglia e miglia percorsi a piedi, si presentano col medaglione di prammatica esposto sul petto: la medaglia al valor miliare! Franco B. milanese, si fa vedere quest’anno molto spesso con donne non più giovanissime: la svalutazione del “Franco!” Molte ragazzine prendono letteralmente d’assalto i componenti del complesso “I Cabala”: l’invasione delle caballette! Il cantante dei “Cabala”, Gino Trioli, riesce a soddisfare un elevato numero di ammiratrici: mamma quel Gino è generoso! I cocktails del barman Gasperino hanno fama di favorire micidiali colpi di fulmine: e per quella sera non bevemmo avante! Quando la “Pupa” balla la minigonna vola: l’aeronatica!

I giugadùr te Casinò is divìd in dè categorie: quej ch'i giuga per divertis e quej ch'il fà perchè j'ha bsègn ad sèld. Quasi sempra quej dla prèima categoria i pasa ma la sghènda. L'è mej vlè quel che t'an hj piutòst che avè quel che t'an vù. Se t'circh ch'it dà una mèna circa prèima la tua. Al persoune inteligente l'is pò permèt ad zchèr ènca a basa vosa. Se e purèt l'ha poch e spilòrc un ha gnìnt. Snè i burdèl e i mat is pò permèt ad dì sempra quèl chi pensa.

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Foto di ieri

A destra una cartolina postale -Edizione Riservata Cartoleria Libreria Minerva di Riccione- spedita nel 1931 (ma sicuramente prodotta almeno cinque anni prima). Viale Maria Ceccarini affollatissima nell’ora del passeggio pomeridiano all’incrocio con l’attuale viale Gramsci. Sulla destra si vede una parte dell’Hotel Roma (negli anni ‘20 era Hotel Centrale) che sul davanti aveva “La Concorrente”e il negozio di barbiere di Aristide Galassi, oggi sedi, rispettivamente di un negozio di abbigliamento e della Gioielleria Baleani nel complesso “Croce del sud”. Sulla sinistra: la costruzione d’angolo era il “Minerva” mentre le sedie occupate da turisti che si godevano il passeggio erano dell’Albergo Bedeschi (ora l’area è divenuta piazzetta del Faro). Nella foto di sinistra si vede, da altra angolazione, lo stesso tratto del viale in ora tardo-mattutina. Da notare le signore con tanto di ombrellini da sole.

Com’era la “Perla verde” Una bellissima vista aerea della spiaggia di Riccione, zona nord, anni “50”. L’ha scovata, e ce l’ha inviata, Marco Cecchini che ringraziamo di cuore.

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Come eravamo 1956 – Riccione Paese. Campo sportivo di Via Lazio Da sin . In piedi : Gianni Santini “Respig”, XX, Conti X “Brilli”, Fosco Baldacci “Maroso”, XX “Baliti”, Amedeo Ricci, Elvio Cesarini, Tiziano Solfrini, XX. Accosciati: XX, XX, Enzo Mussoni, Ottavio Fedeli, Baldo Arcangeli, Adriano Garavelli.

1954 – Campo sportivo di San Lorenzo Da sin. In piedi: Elvio Cesarini, Italo Castellani, Gianni Ceci , Carlo Serafini, Novilio Foschi, Pio Pecci, Elio Coscia (All.). Accosciati: Gianfranco Masini, Marzio Masini, Gilberto Dondi,Graziano Bazzotti, Edo Battara

Marotta. Marzo 1952. Federazione Italiana Caccia – Sezione di Riccione. Le prede? Allodole! Chissà se qualcuno si riconosce?

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1960. Veglione della Gioventù presso “La Casa del Popolo”. Da sin.: Cesare Rosa (Gianni Neri), Piero Fonti (Piero ad Muntèl), Bruno Gabellini, Fabio Fagioli, Franco Urbinati “Ciamblin”, Jimmi Monaco, Paolo Ronchi “ad Scajoun”, Ezio Villa, Sergio Berlini.


Come eravamo 1952- Riccione, viale Dante. Piano sotterraneo Hotel Savioli. Una delle tante feste “improvvisate” Da sin. in piedi: Antonio Serafini, Edo Battarra, Orfeo Grossi, Elvio Cesarini, Gilberto Dondi “Gil”, Cecchino Franchini, Franco Lepri, Carlo Serafini, Enzo Mussoni. Accosciati : Dolfo Corazza, Leo Ragni, Italo Castellani, Giancarlo Bellapera (?).

1950 – Classe Vª Scuola Elementare Riccione Marina (dietro Cassa di Risparmio) Da sin. In alto: la bidella Rosa, X Cevoli, Giuseppe “Barber” Fabbri, Antonio “Guzzetti” Para, Roberto Del Bianco, Lino “Trangin” Del Bianco, Luigino Santini, la maestra Edvige Frioli, In mezzo: Luigino “Brancoun” Zangheri, Sergio Pece, Elio Temellini, Ebo Ciavatta, X Berlini, Enrico Silvagni, Eliseo Tonti, Elio Ciavatta, Fernando “Pinguino” Berardi. In basso: Nano Bianchini, G.Carlo Mantellato, Nicola Rinaldi, Stefano Patacconi, Domenico Valgimigli, Vittorio Ceccarini, Cesare Fabbri, Guido Fagioli.

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