Euritmia

Euritmia Relatore: Arch. Valerio Palmieri | Laureando: Fabrizio Fanasca

Università degli Studi di Roma Tre Dipartimento di Architettura Corso di Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura Anno Accademico 2018/2019

Euritmia Relatore: Arch. Valerio Palmieri | Laureando: Fabrizio Fanasca

“Se la symmetria risiede in una qualità oggettiva delle cose, l’eurythmia in definitiva trova il suo fondamento e la sua ragione di essere nella mente e nell’ingegno dell’architetto, cioè nella sua capacità di trovare un compromesso tra motivazioni ideali e necessità pratiche.” Mario Curti

Indice Introduzione ________________________1 Proporzione _________________________4 Euritmia ____________________________5 Scelte Progettuali ____________________9 Progettazione Architettonica I _________11 Progettazione Architettonica II _________15 Progettazione Architettonica III_________21 Conclusioni ________________________28

Introduzione

L’idea di Proporzione è da sempre stata un’importante tematica all’interno dell’Architettura e nell’arco della storia è mutata numerose volte cambiando di significato. Ad oggi con il termine “Proporzione” si indica una vaga caratteristica di tipo estetico e morale che caratterizza ambienti come Musica, Arte e Architettura esprimendo una qualità oggettiva positiva di un qualsivoglia elemento, ”un giusto rapporto fra 2 elementi o il tutto, tale da produrre un effetto di armonia”. Attualmente ci sono molti significati, ma cosa certa è l’etimologia della parola stessa derivante dal latino, Proportio, ricavato da Pro e Portio, letteralmente traducibile con “secondo la parte”.

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Proporzione

Il concetto di proporzione è nato dalla necessità dell’uomo di avere un’organizzazione generale del tutto, cercando un tracciato regolatore e una infinita ricerca della perfezione della forma, dall’uomo all’architettura, tale da proteggersi contro l’ignoto e l’incerto. Lo scopo che nella storia si è cercato parlando di proporzione in architettura è quello di ottenere un’armonia, attraverso una struttura, riconducibile o non, mediante l’uso di ordini e moduli. Uno dei metodi più antichi e tuttora valido per ottenere un proporzionamento di una figura è quello di inscriverla in una forma geometrica elementare, esempio il quadrato e il cerchio.

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Euritmia

Il termine proportio è uno dei temi dominanti nel De Architectura di Vitruvio, il primo trattato sull’arte del costruire pervenuto integro ai giorni nostri del teorico architetto dell’antica Roma, e il suo concetto di idea di proporzione è strettamente legato ai vocaboli latini di Simmetria ed Euritmia, per definire in sostanza il concetto di Proporzione Architettonica.

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“Il concetto di proporzione costituisce il punto nodale della dialettica tra norma e libertà che continuamente si ripropone nella storia dell’architettura” Voce “Proporzione” del DAU.

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Il concetto che utilizza il Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica esprime un pensiero che mi aveva affascinato nell’uso del mondo delle Proporzioni, ed è quello che Vitruvio evoca con il concetto di Euritmia. Mentre il termine Symmetria viene spesso usato da Vitruvio come sinonimo di proporzione, diversamente dal significato odierno di specularità, l’Eurythmia ha un diverso vago significato. Il termine, derivante dal latino con “buon ritmo” riesce a indicare una sensazione emotiva e fisica prodotta dalla vista diretta di un oggetto proporzionato, apprezzabile principalmente dall’occhio. Mentre il concetto che si vuol dare con Eurythmia è legato alla facoltà dell’architetto, cioè un elemento soggettivo all’interno dell’architettura e, come esprime Mario Curti nel suo libro “La Proporzione: Storia di un’idea da Pitagora a le Corbusier”, risiede nella capacità di un architetto di trovare un compromesso tra motivazioni ideali e necessità pratiche.

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Introduzione Scelte Progettuali

Nei progetti realizzati in questi anni di studi in Architettura mi sono chiesto il perché di molte scelte effettuate, tra questi, i motivi per cui non ho usato delle proporzioni e delle regole ferree nelle forme, ma invece l’uso inaspettato dell’Eurythmia.

Perché nei miei progetti non ho usato le giuste proporzioni ma l’uso dell’Euritmia?

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Progettazione Architettonica I Casa per Artista

Il primo laboratorio di progettazione architettonica aveva come tema principale l’abitare. Il progetto consiste in una casa per artisti, immersa nelle colline di Sutri nel Viterbese, collocata in un vigneto su un lieve pendio, il cui scorcio affaccia verso la città di Capranica.

L’edificio si estende su un unico piano tra varie corti con uno sviluppo longitudinale che non asseconda il dislivello del colle, creando così un basamento ben percepibile su cui si estende la villa unifamiliare.

L’intenzione preliminare del progetto fu quella di dividere i macroluoghi della casa; la zona Notte, la zona Giorno e la zona Studio, e cercare di renderli visivamente riconoscibili e ben distinti.

Ma l’idea di casa necessitava un forte collegamento tra questi spazi.

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Questa tripartizione dell’abitazione creava, infatti, un forte distacco dei vari luoghi della casa, sia fisico che morale.

Per renderli riconoscibili tra loro è stata data la stessa dimensione in lunghezza. Ma i vari luoghi necessitavano di diverse ampiezze adatte alle varie esigenze. Una dimensione più ristretta e privata per la zona notte, una dimensione più ampia e condivisibile per la zona giorno, e una dimensione più spaziosa per contenere la creatività di un artista per la zona studio.

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Tra questi spazi, come elemento conduttore vi è un lungo percorso che attraversa l’intera casa, caratterizzando l’organizzazione interna per fasce parallele continue.

Queste fasce longitudinali contraddistinguono la dimensione slanciata della villa, accentuata dalle aperture che affacciano rigidamente in una sola direzione, creando un unico scorcio verso la città, aggiungendo un elemento introverso alla casa. Unica grande eccezione è l’ingresso della dimora e il suo taglio trasversale. Sugli affacci longitudinali, lo spazio si sporge creando dei luoghi di collegamento tra interno ed esterno, sia per riparare le grandi aperture vetrate della casa sia per spostare la vita della stessa verso l’esterno, sul basamento.

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L’elemento introverso della casa si intravede già dall’ingresso della villa, attraversando un lungo corridoio stretto con un pergolato, che caratterizza tutti gli spazi di condivisione esterni, dove porta alla prima corte interna, in cui si percepisce subito la discrepanza degli spazi interni privati della villa con quelli esterni del vigneto.

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Progettazione Architettonica II Museo ex Mattatoio

Il Laboratorio di Progettazione Architettonica II prevedeva di progettare un museo e foresteria annessa all’interno del già consolidato ex Mattatoio di Testaccio a Roma, riqualificando uno dei padiglioni caduto in disuso.

Così, il secondo laboratorio aveva come tema principale il contesto, inserito in un quartiere distribuito urbanisticamente da Giulio Magni e un mattatoio da Gioacchino Ersoch.

Uno degli obiettivi iniziali del progetto era quello di seguire i caratteri preesistenti del Mattatoio, cercando di adattarli al nuovo contesto universitario creatosi oggi, tra la biblioteca, le aree comuni e le aule universitarie, vissuti dagli studenti.

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Dal blocco principale, il progetto si espande negli spazi del mattatoio diventando un vero e proprio complesso museale che, mantenendo i vari allineamenti, risponde a varie esigenze. Una nuova piazza accoglie e invita i visitatori a entrare, completando l’asse prospettico dei padiglioni universitari con un’ampia doppia altezza all’interno.

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

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Ognuno dei tre elementi pensati ha una differente funzione principale e le loro diverse grandezze seguono le necessità di tali funzioni. Il blocco principale, nonché il più grande, è considerato il nodo del complesso, in cui risiedono le funzioni principali; al primo piano i servizi offerti al pubblico e al secondo il vero e proprio museo con le due sale espositive. Nel blocco intermedio si trova la foresteria che affaccia verso il Lungo Tevere e nel blocco più piccolo si trovano i servizi secondari.

Infine, i 3 edifici sono legati da dei ponti per dare un ulteriore elemento di unione al complesso.

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REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

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Il piano terra è disegnato su una griglia molto rigida, che tenta di rendere permeabile e fruibile i vari servizi al proprio interno. Rigidità che si ripropone sulla intera facciata con una accentuata serialità che, creando un contrasto con il contesto, sviluppa una tessitura a lastre di un materiale traslucido che di giorno illumina l’interno mentre di notte, il museo, si illumina dall’interno, aggiungendo un effetto Lanterna che caratterizza il nuovo volto dell’università.

All’interno, il progetto pone l’accento sulla luce per godere appieno l’esperienza museale, cosi le due sale espositive, al secondo piano, sono caratterizzate in diversa maniera.

La sala espositiva temporanea è uno spazio estroverso caratterizzato da luci diffuse, ombre e colori, dovuti dalla facciata, che circonda e racchiude una sala espositiva permanente introversa, illuminata da una luce più tenue dall’alto del lucernaio a shed, nascosto sul tetto.

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Progettazione Architettonica III Edificio Residenziale

L’ultimo laboratorio di progettazione architettonica richiedeva la progettazione di un complesso edilizio prevalentemente residenziale, posizionato nel tratto finale della Circonvallazione Gianicolense a Monteverde a Roma, nelle vicinanze della Stazione Trastevere.

CosÏ il tema del laboratorio era la residenza integrata che si confronta direttamente con l’abitare contemporaneo.

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La struttura è un lungo edificio lineare appuntito spezzato in due da un corpo scala che vi fa da perno, distinguendosi dalle tipiche palazzine romane della zona. La fase progettuale ha inizio con lo studio del luogo. La forma allungata del lotto trapezoidale e il suo rapporto con la circonvallazione gianicolense hanno suggerito la diposizione dell’edificio, garantendo un rapporto non diretto con la strada trafficata ma mediato da un’area pedonale costituente una piccola piazza, intesa come dilatazione dello spazio pubblico.

L’arretramento dell’edificio, rispetto al profilo stradale, ha anche l’obiettivo di scandire l’approccio del residente alla propria abitazione tramite una sequenza di soglie, che vanno dal pubblico, al semi-pubblico fino al privato.

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A' B'

+10.30

Pianta Terzo Piano Scala 1:200

A B

A' B'

A' B'

Planivolumetria Scala 1:500

.80

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+13.70

Pianta Quarto Piano Scala 1:200

+3.60

A

Pianta Primo Piano Scala 1:200

B

A B B

44.00 44.00 +0.00

0

0

+0.90

3.6

A'

.70

0

7.2

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B'

3.6

0

7.1 0 7.1 0

7.1

39.00

5 3.5 0

7.1

+7.00

11.40

7.10

7.10

7.10

3.55

7.10 A

7.10

Prospetto Sud Pianta Secondo Scala 1:200 Piano Scala 1:200

Pianta Piano Terra Scala 1:200

B

A'

Prospetto Ovest Scala 1:200

Prospetto Nord Scala 1:200

21.40 20.50

17.00

13.70

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10.30

7.00

Tav 4

Questa sequenza viene riproposta in scala più piccola, dalla scala urbana alla singola abitazione, tramite la presenza del ballatoio. Il sistema utilizzato non è comune a Roma ma ha notevoli pregi, che possono sfruttare la lunghezza dell’edificio.

Ma tra le criticità vi è l’introspezione diretta degli alloggi, il degrado e il conseguente abbandono del ballatoio, percependolo solo come luogo di passaggio non vissuto come spazio comune.

Così il progetto ha come obiettivo l’integrazione della dimensione semi-privata del ballatoio e quella privata dell’alloggio. L’ingresso della residenza non è più a filo con il ballatoio, ma presenta una rientranza generante uno spazio, un disimpegno che media il passaggio dal ballatoio all’abitazione singola.

Questo spazio è una sorta di veranda che pone continuità la casa con il ballatoio, tentando di mettere in comunicazione i due, generando un sentimento di maggior appartenenza e rispetto nei confronti di questo corridoio distributivo.

La veranda caratterizza l’intera dimensione dell’appartamento, comunicando in linea il soggiorno con i due affacci, insieme alla cucina, creando un ambiente aperto. Tra gli alloggi il più critico è l’appartamento temporaneo, nonché il più piccolo.

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Questi alloggi a due a due lavorano attorno ad uno spazio centrale in comune, elemento che insieme alla veranda caratterizza ed ispira l’impianto di tutti gli alloggi presenti. Da questi ragionamenti le facciate si creano, caratterizzate, sulla strada, dal lungo ballatoio spezzato dai balconi collegati verticalmente e , dall’altra, dai diversi affacci degli alloggi.

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Conclusioni

Rileggendo i miei progetti ho capito come le proporzioni e i tracciati regolatori possono comportarsi come una gabbia che racchiude l’architetto e il progetto. Mentre lavorare per Euritmia, attraverso un susseguirsi di ragionamenti, crea una forma che non è altro che il risultato di un percorso razionale che procede di scelta in scelta, secondo la facoltà dell’architetto, arrivando ad un’esatta misura e porzione da non dover cambiare più nulla.

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Bibliografia John Summerson Il linguaggio Classico dell’Architettura Torino, Einaudi, 2000 [1971] Mario Curti La Proporzione: Storia di un’idea da Pitagora a le Corbusier Roma, Gangemi Editore, 2006 Ludwing Hilberseimer Mies Van Der Rohe Torino, CittàStudi, 1993 Renato De Fosco Trattato sull’Architettura Bari, Laterza, 2001 Anna Chiara Cimoli, Fulvio Irace La divina proporzione. Triennale 1951 Firenze, Mondadori Electa, 2007 Sitografia Le Modulor www.fupress.net/index.php/article La Modularità in Architettura www.architetti.com/la-modularita-in-architettura.html Crediti Fidia, Sezione Aurea [440a.c.]

Leonardo Da Vinci, Uomo Vitruviano [1490] Marco Vitruvio Pollione, De Architettura [29-23a.c.]

Laboratorio di Progettazione Architettonica I Prof. Luigi Franciosini Stud. Fabrizio Fanasca, A.A.2015/2016 Laboratorio di Progettazione Architettonica II Prof. Giovanni Longobardi Stud. Fabrizio Fanasca, Marco Angrisani, A.A.2016/2017 Laboratorio di Progettazione Architettonica e Urbana III Prof. Valerio Palmieri, Prof. Fabrizio Finucci, Prof. Federico Orsini Stud. Fabrizio Fanasca, Edoardo Valenti, A.A.2017/2018

In Copertina: “Stelle“ di Escher [1949]