A TAVOLA CON LA CURIOSITÀ
Le leggende sul cibo Fabio Molinari
“È questo in fondo il fascino della storia alimentare: scoprire come gli uomini, con il lavoro e con la fantasia, hanno cercato di trasformare i morsi della fame e le ansie della penuria in potenziali occasioni di piacere”. (M. Montanari)
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Le leggende metropolitane sono racconti, a volte terrificanti, senza alcun fondamento. Il cibo è uno tra i soggetti più citati. Testi: Fabio Molinari
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e leggende contemporanee sono le nuove favole per adulti, un esorcismo alle paure più diffuse, con una morale finale”. Paolo Toselli da un quarto di secolo raccoglie le più diffuse “leggende metropolitane” (o meglio leggende contemporanee, perché diffuse ovunque) e per farlo ha anche fondato un’associazione: il Centro per la Raccolta delle Voci e delle Leggende contemporanee. E il cibo non è esente da voci e leggende, anzi, è uno dei terreni più prolifici, come raccontato nella mostra “Ma cos’è questa robina qua?”. Eccone quindi alcune, tra le più diffuse, inquietanti e divertenti.
LE BUFALE “SCIENTIFICHE”: DAL MICROONDE ALL’E330, FINO AGLI ALLARMI SUI CIBI INFETTI
IL BRODO DELLA ZIA E ALTRI DISGUSTI A inizio Novecento era usanza diffusa degli emigrati in America mandare dei pacchi ai parenti rimasti in Italia. Si dice che una di queste famiglie un giorno ricevette da oltreoceano un pacco con all’interno una specie di farina. Non sapendo di cosa si trattasse, pensarono subito a una sorta di brodo liofilizzato per farne una minestra. Pochi giorni dopo, però, giunse una lettera di spiegazioni che chiedeva di tumulare in Italia le ceneri della zia spedite con il precedente
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pacco. “Qui entra in gioco l’elemento del disgusto - spiega Toselli - che è fondamentale in molte leggende. In Veneto già a fine Ottocento si diceva che in un’osteria, molto frequentata per via di un bollito eccezionale, fosse stato ritrovato un anellino nel piatto. Tempo dopo questo oggetto, messo in relazione con la scomparsa di alcuni bambini in un paese vicino, avrebbe rivelato il tragico segreto della bontà di quelle carni”. Oggi la versione più comune delle leggende a tema disgusto nel piatto riguarda le ossa di topo nelle zuppe dei ristoranti orientali. Una “bufala” così diffusa da essere addirittura ripresa da alcuni giornali.
A chi sui social non è mai capitato di imbattersi in un volantino del Centro oncologico di Aviano che sconsigliava una lunga serie di snack, di cui alcuni neppure più in produzione? Stiamo parlando di una delle “bufale” più diffuse (e durature), nonostante le innumerevoli smentite. La storia inizia negli anni Settanta tra Svizzera e Francia con un volantino che sarebbe stato stilato dalla direzione dell’ospedale di Villejuif (che smentì con una nota ufficiale) contenente una lista di additivi ritenuti cancerogeni e usati comunemente, tra cui il temutissimo E330. La stessa lista, con qualche piccola variazione, venne poi attribuita al Centro oncologico di Aviano che, anche in questo caso, ne ha più volte smentito la paternità (l’ultima pochi mesi fa). A distanza di quarant’anni questo elenco, che è un mix di informazioni false o travisate, circola ancora. E sul banco degli imputati c’è proprio l’E330 che, in realtà, non è altro che
l’innocuo acido citrico contenuto in tutti gli agrumi. La paura atavica delle sigle che ci appaiono poco chiare colpisce anche il latte. Ancora oggi Internet è pieno di avvertimenti sui numerini (da 1 a 5) stampati sul fondo delle confezioni, che indicherebbero le ripastorizzazioni di latte scaduto. Per bloccare questa leggenda è intervenuto anche il Codacons, che spiega come si tratti solo di codici legati alla tracciabilità. Il microonde è invece l’elettrodomestico più temuto, stando alle tante leggende circolanti sul suo conto. Tra le più diffuse quella che sconsiglia l’utilizzo di vaschette di alluminio al suo interno. Anche l’Eafa - associazione europea fogli di alluminio - è intervenuta con una ricerca che spiega come non ci siano pericoli al riguardo e come utilizzarle correttamente. La paura dell’immateriale, come un virus, si riflette spesso in alcune raccapriccianti leggende. L’HIV, per esempio,
è al centro di una serie di leggende che hanno coinvolto dal ketchup alle arance fino all’ananas, infettate ad arte da Febbraio 2016 | A TAVOLA
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