Messico & Guatemala by Explorando

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Messico & Guatemala

Foto di Tom Taccardi


Messico & Guatemala



"Messico, con il suo nopal e il suo serpente... fiorito e spinoso, secco e solcato dagli uragani, violento di eruzioni e di colori... l'ultimo paese magico; magico di antichità e di storia, magico di musica e di geografia" In queste parole del poeta cileno Pablo Neruda c’è il senso profondo di un paese di silenzi e di voci, di natura assoluta e di civiltà, dove ognuno può cercare, e trovare, tra le tante voci la sua, voci che a ogni viaggio possono essere differenti, come i nostri stati d'animo. Voci che si possono incontrare all'ombra delle imponenti chiese barocche o tra le montagne scavate da gole e dirupi dove Chaac, il dio maya signore delle nuvole e della pioggia, fa risuonare il rombo delle grandi cascate. C'è il silenzio, pieno di voci, delle città-stato maya che si alzano come astronavi di pietra sopra la nebbiolina che invade la selva, ultima testimonianza di una civiltà ormai morente, quella degli antichi libri del Chilam Balàm, che avevano preannunziato, "Loro verranno. I saggi verranno uccisi, i templi distrutti, e tutto sarà peccato". Loro, i conquistadores, sono arrivati portando una tempesta di ferro e di fuoco ma creando anche, inconsapevolmente, un’affascinante contaminazione tra civiltà apparentemente lontane e inconciliabili. Un mondo che trova la sua espressione in chiese coloniali colorate come torte nuziali, dove santi barocchi e Cristi sanguinolenti osservano perplessi orchestre di angeli e cherubini con piume azteche. Da allora la capacità del Messico di assorbire e rielaborare influenze esterne non ha più smesso di produrre affascinanti sincretismi, religiosi, artistici, politici e culturali. Forse anche perché era l’unica possibilità di sopravvivenza per un paese “Così lontano da Dio e così vicino agli Stati Uniti”, come sospirava il vecchio dittatore Porfirio Diaz. E così solo nel Secolo Breve, quello appena trascorso, il Messico ha prodotto la prima grande Rivoluzione moderna del Ventesimo secolo e l’esplosione artistica dei murales, opera di artisti convinti di portare i musei nelle strade delle città, ma ha prodotto anche telenovelas piene di maliarde encantadoras che inchiodano davanti ai teleschermi milioni di telespettatori. Una capitale capace di stupire con le sue contraddizioni e la sua ricchezza di offerta culturale, una natura e una biodiversità tra le più ricche del continente latinoamericano, è il Messico Che continua, da sempre, a raccontare la creatività, la fede, le paure, le credenze, i colori, la gioia, con il "potere – come sosteneva Andrè Breton - di mantenere aperto un registro inesauribile di sensazioni, dalle più dolci alle più insidiose". Enrico Martino


Citta’ del Messico una delle più una delle più grandi megalopoli del mondo, Città del Messico, nata sulle rovine dell’antica capitale azteca di Tenochtitlàn, una Venezia precolombiana sull’antico lago di Texcoco, simile a un miraggio per i conquistadores di Cortés. “Le torri e le case così maestose, tutte di pietra massiccia, venivano fuori dall'acqua. Somigliavano a castelli incantati", scriveva Bernal Diaz del Castillo cronista della Conquista. Nella sua relazione all’imperatore Carlo V, Cortes ebbe difficoltà a descrivere la maestosità di ciò che aveva visto, innumerevoli canali pieni di canoe, lunghe dighe che collegavano la città alla terraferma, piramidi coronate da templi che brillavano in lontananza e piazze immense, grandi il doppio di quelle delle principali città spagnole. Da allora la “castigliana travestita da azteca” come speso è stata definita ha attraversato i secoli cambiano più volte pelle, capitale coloniale, centro della nuova repubblica messicana, sede dell’effimero regno di Massimiliano e Carlotta, trofeo dei campesinos rivoluzionari di Villa e Zapata, fino a oggi con la rinascita del suo centro storico dopo anni di decadenza. Coyoacan, antico villaggio coloniale a sud di Città del Messico amato da artisti e intellettuali, con una vivace atmosfera bohémienne di stradine, piazzette, caffè, e monumenti come la casa del conquistador Hernan Cortes. Un piccolo universo dal fascino melanconico dove la frenesia della megalopoli sembra fermarsi, soprattutto visitando le residenze di due celebrità del ventesimo secolo che rievocano con le loro atmosfere quegli anni Quaranta quando Città del Messico era una delle capitali culturali del mondo. Dove si incrociavano rivoluzionari di professione in fuga da un'Europa preda del fascismo e artisti americani in cerca di esotismo. Un universo di grandi scrittori e piccoli opportunisti, anarchici spagnoli e disperati, splendidamente raccontati nella Reina de la noche del regista messicano Arthur Ripstein. Ancora oggi entrare nella Casa Blu della pittrice Frida Kalho è come essere trascinati in un'immaginaria macchina del tempo dove i quadri, ma soprattutto gli innumerevoli oggetti raccolti dalla coppia, ricreano le atmosfere di quando attorno al tavolo della cucina sedevano registi come Sergheji Eisenstein e Luis Bunûel, intellettuali come André Breton, che considerava Frida la “quintessenza della donna immaginata dai surrealisti”, o il rivoluzionario russo Leon Trotskji che viveva a pochi isolati di distanza. Oggi la Casa Museo dedicata a Trotskji, che è sepolto nel giardino all’ombra dei cactus, è un angolo dimenticato di Città del Messico, intatto dagli anni in cui il rivoluzionario e sua moglie vissero nell’esilio messicano, fino alla morte di Trotskji, assassinato nel suo studio proprio qui da un sicario di Stalin.






Città del Messico, che polverizza quasi ogni record urbano del nostro pianeta, la realtà appare sempre quella che non è, impossibile da afferrare in un sovrapporsi di mondi che si sfiorano e si incrociano. Eppure, constatazione incredibile ma reale, nonostante tutto la città funziona, con la sua metropolitana che ogni giorno fa quasi tre volte il giro della terra trasportando milioni di passeggeri. O con le dimensioni dei rifornimenti alimentari surrealmente visualizzate da decine di migliaia di zampe di pollo che sporgono dal ghiaccio nei furgoni parcheggiati all'alba davanti alla Central de abastos, il mercato all’ingrosso. "Nonostante tutto" potrebbe essere scritto sullo stemma di una delle più affascinanti capitali del mondo, con centinaia di manifestazioni culturali ogni week-end, più mezzi di comunicazione di Parigi o Londra, più studenti di Danimarca, Norvegia e Finlandia messe insieme. Una città che è un insieme di centri abitati dove convivono architetture d’avanguardia, chiese barocce e palazzi coloniali, centri culturali ed economici tra i più importanti dell’America Latina ma anche la più importante comunità indigena del paese, circa 400.000 immigrati che hanno spesso portato con loro le tradizioni della comunità d’origine. Una città da vivere, non solo da visitare. Il sito archeologico di Teotihuacan, che si trova 50 km a nord est di Città del Messico. E’ una delle più famose località archeologiche del mondo, Patrimonio dell’Umanità dal 1987. Nel VI secolo D.C., dopo la caduta di Roma, è stata la più grande metropoli dell'emisfero occidentale. Per gli aztechi era un luogo sacro, la chiamavano Teotihuacàn o la “Città degli Dei”, ma ignoravano tutto delle sconosciute divinità a cui erano dedicati quei colossali santuari. Solo oggi un’imponente campagna di scavi sta riportando alla luce i segreti di questa città potente spesso definita una New York della Mesoamerica per l'estesissima rete di rapporti commerciali. Teotihuacan ha eretto opere architettoniche che ancora oggi lasciano stupefatti. Si esploreranno i suoi templi, i palazzi e le piramidi, tra cui il Quetzalpapalotl Palace Complex, il Tempio dei pennuti Conches, la Piramide della Luna, e l'immensa piramide del Sole, classificata tra le più grandi al mondo







San Cristóbal de Las Casas è una città dello Stato del Chiapas in Messico, situata tra le montagne della Sierra Madre Fondata nel 1528, fu una delle prime città nel nordamerica coloniale spagnolo. Inizialmente si chiamò Villareal, poi quando da paese era ormai diventata una vera a propria città, divenne Ciudad Real (città reale). Prese poi il nome di "San Cristóbal" (San Cristoforo); il "de Las Casas" è stato aggiunto in onore di Bartolomé de Las Casas, primo vescovo di Ciudad Real, che combatté per i diritti degli Indios. La città è nota per la sua bella architettura in stile coloniale. Fu capitale del Chiapas in epoca coloniale. All'inizio della dittatura di Porfirio Díaz (epoca conosciuta come il porfiriato), il potere passò a Tuxla Gutiérrez, attuale capitale, dopo una lotta tra le due città. Una lotta simile si ripeté all'inizio della rivoluzione, essendosi San Cristòbal allineata con Porfirio Díaz. Attualmente si può considerare la capitale culturale del Chiapas. Vi convivono vari gruppi etnici. È una città molto turistica; dal 2003 è stata inserita dalla segreteria del turismo nella lista delle Città Magiche.






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Santo Tomás Chichicastenango, o semplicemente Chichicastenango, è un comune del Guatemala facente parte del dipartimento di Quiché. La chiesa di Santo Tomás, è stata costruita per gli spagnoli nel 1540 sopra le rovine di un tempio maya. La domenica mattina si celebra la messa. All'interno della chiesa gli indios tracciano per terra lunghe file di candele e di petali di rose, mentre recitano preghiere secolari che nulla hanno a che vedere col cattolicesimo: continuano a utilizzarla come se fosse una piramide La principale attrattiva di Chichicastenango è costituita dal al suo grande mercato, il più famoso mercato di tutta l'America Centrale Si può comprare una grande quantità di artigianato locale, spesso di qualità eccellente. Il giovedì e la domenica sono i giorni di mercato a Chichicastenango.


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lago di Atitlan di color indigo, che si trova sopra i 130 km ed è circondato da tre vulcani: Il Toliman, l’ Atitlan e San Pedro. L’escursione si effettua durante il mattino perché al pomeriggio un vento quotidiano agita le acque, il Xocomil, che provoca imponenti onde. Arrivo a Santiago Atitlan che si trova tra i vulcani Toliman e San Pedro. Si sa che è il paese più visitato dopo Atitlan, ancora continua con le sue forme tradizionali di vita dei mayas tzutuhiles. Le donne del paese tessono e portano ancora gli “huipiles” bordati con uccelli e fiori coloriti.







Maximón (pronunciato /mæʃiˈmoʊn/ or /ˈmɒn/), o anche San Simón, è un santo popolare venerato in diverse forme dalla popolazione Maya di diverse città nelle montagne del Guatemala occidentale e protettore dei fumatori. La venerazione di Maximón non è approvata dalla Chiesa cattolica romana. Le origini del culto non sono ancora ben comprese, ma si pensa che Maximón sia la forma cristiana del dio precolombiano Mam. Il nome si pensa sia invece, la combinazione di Simón e Max, la parola in lingua mam (una lingua Maya omonima della divinità) per tabacco.



Antigua è stata fondata nel secolo XVI, la città é stata parzialmente distrutta dal terremoto di Santa Marta nel 1173, e dopo abbandonata. Oggi il suo splendore é rinato, all'estremo di costituire un gioiello architettonico e urbanistico dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Antigua Guatemala é ideale da visitare a piedi per godere pienamente del suo incanto. Visita della Università di San Carlos: il benefattore Francisco Marroquín, il 31 gennaio di 1676 creo l’Università, una delle più antiche di America, per Real Cedula del Re Carlos II. Qui ha funzionato fino al anno 1776, anno in cui la capitale fu portata a Città del Guatemala.. Per la sua perfetta architettura è una delle opere artistiche di più prestigio di Guatemala.







Tikal, considerato il centro Maya piú spettacolare. L’incredibile abbondanza di piramidi e di steli ci mostrano ancora oggi come questa cittá fosse la piú importante del mondo Maya durante il secolo VIII. La grandezza del sito archeologico copre un’area di 576 Kms. Si puó scoprire l’incanto del mistero Maya passeggiando fra piramidi alte fino a 70 metri della quali alcune costruite gia´da 200 anni prima della venuta di Cristo. Da segnalare in forma particolare é lo spettacolare scenario della giungla del Peten che si puó ammirare dalla cima della piramide conosciuta come Tempio IV







L’antica città’ maya di Yaxchilan, luogo dove il silenzio e’ rotto solo dall’ululato delle scimmie e dal volo degli uccelli. Il manto selvatico copre gli edifici in modo affascinante ma nasconde alla vista buona parte dello splendore dell’antica cultura maya. Yaxchilán è uno dei grandi siti del periodo Classico della regione maya (250900 d.C.). Questo sito, notevole per la grande quantità di monumenti con iscrizioni di qualità eccezionale, si trova immerso in uno spesso bosco tropicale nella riva del fiume Usumacinta. Lo sviluppo di questa città è avvenuto tra gli anni 350 e 810 d.C. La sua distribuzione architettonica si adatta alle caratteristiche del terreno e alla presenza del fiume , per questo i palazzi si stendono dal est al ovest su una ampia piazza che ha come limite sud, delle elevazioni che servono per appoggiare le costruzioni.



Bonampak Questo sito ha alcuni dei dipinti maya piĂš belli, discoperti nel 1946 per Guilles Healy e Charles Frey. Nel Tempio delle Pitture si trovano tre sale con affreschi coloriti che rappresentano sacerdoti , musici, ballerini in piena cerimonia, scene di guerra e di sacrifici di prigionieri , ed una festa con concerti, danze, acrobazie e auto sacrificio di 4 donne.



Palenque. Ai bordi della giungla tropicale sorge uno dei piú bei centri rituali maya in funzione dal III al VII secolo D.C. Famoso il tempio delle iscrizioni all’interno del quale é stata scoperta la tomba del gran signore “Pakal” adornato con una preziosa maschera di giada autentico capolavoro di arte maya







Campeche, capitale dell’omonimo Stato della Confederazione Messicana. Breve visita della Citta’ Antica racchiusa e fortificata con torri e muraglie innalzate per difendere la Colonia dalle incursioni dei pirati. All’interno delle vecchie mura la Citta’ conserva, anche al giorno d’oggi, un tipico sapore coloniale con bellissime case patrizie ed austere chiese.





Uxmal con i resti della cittå maya fiorita tral III ed il X secolo: particolarmente importanti sono: la Piramide dell’Indovino ed il Palazzo del Governatore.





Chichen Itza. Capitale Maya dello Yucatan, fiorita fra il V ed il X secolo D.C. si possono visitare gli imponenti monumenti delle zone archeologiche settentrionale e centrale: il tempio di Kukulkan, il tempio dei Guerrieri, il gioco della palla ed il pozzo dei sacrifici





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