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29-05-2012
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73° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC
L’ulcera labiale (ulcera indolente) è una ulcera necrotica, ben circoscritta, con bordi sopraelevati, localizzata in modo mono- o bilaterale sulle labbra superiori. Normalmente non è dolorosa. È stata riscontrata in gatti di tutte le età e razze, e può essere associata alla placca e/o al granuloma eosinofilico. Anche l’ulcera labiale è stata associata alle allergie.
Se non è stata identificata la causa dell’allergia, o il gatto rifiuta il cambio di dieta, o non risponde alla iposensibilizzazione, è necessario ricorrere ad una terapia sintomatica. Gli antiistaminici (soprattutto clorfeniramina 2-4 mg/gatto BID) gli acidi grassi essenziali possono alleviare il prurito con risultati variabili (30-75% di successo). Un studio pilota ha suggerito che il palmidrol, un modulatore della degranulazione dei mastociti, può essere efficace nei casi di granuloma e placca eosinofilici. I corticosteroidi per via orale (prednisone o metilprednisolone 1-2 mg/kg SID poi ogni 48 ore) sono in grado di ottenere una regressione temporanea della sintomatologia, tuttavia il loro uso può dare effetti collaterali pericolosi, come il diabete mellito (anche irreversibile), la sindrome della fragilità cutanea felina, l’obesità e l’immunosoppressione. La ciclosporina rappresenta oggi una valida alternativa per la terapia sintomatica di mantenimento del gatto affetto da malattia cutanea allergica. Numerosi studi ne hanno provato l’efficacia in gatti affetti da prurito, alopecia autoindotta, granuloma o placca eosinofilica. Uno studio controllato da prednisolone non ha rilevato alcuna differenzia di efficacia fra i due trattamenti. Il dosaggio nel gatto (7 mg/kg, preferibilmente a digiuno) è leggermente superiore a quello utilizzato nel cane, viene consigliata la somministrazione quotidiana per 1-2 mesi, o fino all’ottenimento di risultati soddisfacenti, poi si può passare alla somministrazione ogni 48-72 ore come mantenimento. Nel gatto è sconsigliato l’uso in gravidanza, allattamento, nei gattini al di sotto dei 6 mesi, e in animali affetti da insufficienza renale, epatica, tumori maligno positivi per FIV e FeLV. Poiché sono stati descritti casi di toxoplasmosi felina anche fatali, contratta durante la somministrazione di ciclosporina nel gatto, si consiglia di cibare solo mangimi commerciali o alimenti cotti e di limitare la caccia negli animali che la praticano. Gli effetti collaterali più frequenti sono vomito o diarrea transitori entro la prima settimana di terapia (in un quarto dei gatti), una possibile perdita di peso per inappetenza che, in rari casi può portare alla lipidosi epatica (2% dei casi), per cui si consiglia di monitorare con regolarità il peso dell’animale. Come nel cane è stata descritta la iperplasia gengivale reversibile, mentre non sono state riportate riacutizzazioni di infezioni latenti da herpesvirus.
APPROCCIO DIAGNOSTICO Per tutte le lesioni sopra descritte la lista di diagnosi differenziali comprende le allergie (al morso delle pulci, alimentare ed dermatite atopica), le ectoparassitosi (cheyletiellosi, infestazione da Otodectes, rogna notoedrica e pulicosi). Inoltre si possono avere anche infezioni complicanti da batteri e/o da Malassezia. L’approccio diagnostico inizia dalla ricerca degli ectoparassiti mediante l’uso di un pettine per le pulci (a denti stretti), raschiati cutanei, scotch test, esame del cerume auricolare e trattamento antiectoparassitario di prova per 6-8 settimane. Con l’esame citologico degli essudati si può diagnosticare la presenza di infezioni batteriche o da Malassezia complicanti, o si può confermare il sospetto di allergia con l’osservazione di alte quantità di eosinofili nei preparati, in particolare da lesioni somiglianti a placche o granulomi eosinofilici. Nel dubbio una biopsia cutanea può confermare la diagnosi. Con una dieta ad eliminazione si possono identificare gli animali con allergia alimentare. La dieta va eseguita in maniera esclusiva con cibi preferibilmente cotti in casa e che il gatto non abbia mai mangiato precedentemente per la durata di 8 settimane. In alternativa si possono utilizzare cibi commerciali monoproteici o idrolisati. Nel caso che il gatto non tragga giovamento dalla dieta, e in presenza di un quadro clinico compatibile, si può emettere diagnosi di dermatite atopica.
TERAPIA In tutti i casi di lesioni erose o ulcerate, dovrebbe essere somministrato un ciclo di antibiotici per per 3-4 settimane (amoxicillina/ac. clavulanico 25 mg/kg/BID, cefalessina 30 mg/kg/BID, cefovecina 8 mg/kg sc ogni 14 giorni), per eliminare l’infezione batterica. Occasionalmente con gli antibiotici le lesioni regrediscono totalmente. Per gli animali con allergia alimentare la terapia si limita ad una dieta ipoallergenica di mantenimento. Per i gatti con dermatite atopica si può proporre al proprietario l’esecuzione di test allergologici (in genere sierologici) per l’identificazione degli allergeni responsabili dell’allergia, e la conseguente l’iposensibilizzazione.
Indirizzo per la corrispondenza: Chiara Noli, Servizi Dermatologici Veterinari Peveragno (CN) www.servizidermavet.it
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