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29-05-2012
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73° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC
Un tumore raro, tipico del cane giovane, è il Tumore Spinale Toracolombare, a sede costante (da T10 a L3), molto simile istologicamente al nefroblastoma (tumore di Wilms) umano (Fig. 2).
La RM è superiore nel delineare la morfologia e le alterazioni patologiche a carico dei tessuti molli e trova quindi grande indicazione nella diagnosi delle neoplasie coinvolgenti il midollo spinale. È inoltre superiore nel delineare il grado di infiltrazione neoplastica a carico del midollo osseo. Si possono ottenere immagini direttamente acquisite sui tre piani dello spazio a garanzia di maggiori informazioni morfologiche, molto importanti sia ai fini diagnostici che di pianificazione chirurgica. La RM è considerata al momento attuale, sia in medicina umana che veterinaria, la tecnica di scelta per la diagnostica spinale. È importante che lo studio RM sia condotto con un protocollo di sequenze che garantisca un’alta sensibilità nell’identificazione di modificazioni di segnale e morfologia a carico dei tessuti esaminati. Nello studio delle neoplasie spinali, oltre alle sequenze standard T1 e T2 pesate, sono di fondamentale importanza le tecniche a soppressione di grasso (STIR, GE STIR), capaci di garantire immagini con alto contrasto estremamente sensibili nel captare alterazioni di segnale a carico di tessuti patologici. Per questo motivo sono utilizzate come immagini di screening ad alta sensibilità nel definire se in una determinata regione anatomica esistano alterazioni sia nella morfologia che nella composizione istologica. Tecniche a saturazione di grasso (FAT SAT) sono anche utilizzate per ottenere immagini T1 pesate dopo somministrazione di mezzo di contrasto paramagnetico. Anche in questo caso la soppressione del segnale del grasso coniugata con la pesatura T1 aumenta il contrasto necessario alla corretta visualizzazione di incrementi di segnale anche minimi. Nella valutazione di uno studio RM devono sempre essere presi in considerazione tre parametri fondamentali: 1) Caratteristiche di segnale (iso, ipo, iperintensità) sia in pesatura T1 che T2 2) Modificazioni morfologiche (sede della lesione, strutture interessate, rapporti con strutture adiacenti) 3) Presenza e modalità di presa di contrasto. In caso di tumori vertebrali (sarcomi, osteosarcomi), spesso il primo cambiamento patologico è dato da un segnale patologico a carico del midollo osseo, quando coinvolto. In sequenze T2 pesate la spongiosa ossea può avere segnale patologico sia ipo che iperintenso. L’ipointensità può essere
Tumori intramidollari Sono la variante midollare di tumori cerebrali intrassiali (astrocitoma, oligodendroglioma, ependimoma). Sono rari. Si possono inoltre avere metastasi intramidollari. Soprattutto emangiosarcoma e linfosarcoma possono metastatizzare in questa sede.
DIAGNOSI La presentazione clinica è caratterizzata da segni neurologici solitamente focali, espressione di mielopatia trasversa. Solo in corso di lesioni multiple metastatiche, la localizzazione neuroanatomica della lesione può essere multifocale. Modalità di insorgenza e tipo di decorso poco aiutano nella formulazione della diagnosi differenziale. Accanto a forme classiche caratterizzate da un’insorgenza subdola e un decorso lentamente progressivo, abbiamo infatti non raramente pazienti presentati per insorgenza acuta o iperacuta di segni neurologici gravi. In altri casi il dolore spinale rappresenta l’unico sintomo per un lungo periodo di tempo. La variabilità dei segni clinici dipende da alcuni fattori critici influenzanti il tipo di compressione midollare. La velocità con cui si instaura è più importante del grado: compressioni anche molto importanti che si instaurano maniera lenta sono di solito paucisintomatiche, mentre compressioni anche modiche ma ad insorgenza improvvisa o acuta determinano segni neurologici drammatici. Quest’ultima evenienza è, nella maggior parte dei casi, da rapportare ad eventi vascolari (emorragie, infarti) che si verificano nella compagine della neoplasia stessa o comunque sono causati da quest’ultima. La radiologia convenzionale può fornire elementi diagnostici solo in casi selezionati (tumori vertebrali associati a lisi e produzione ossea), in altri casi può evidenziare alterazioni secondarie (ampliamento del canale vertebrale o di un foramen) che possono far solo sospettare la presenza di una lesione occupante spazio. Associata a contrasto intratecale (mielografia) consente nella maggior parte dei casi una localizzazione longitudinale della lesione, ma non permette di delinearne esattamente la morfologia. L’avvento della diagnostica per immagini avanzata (TC, RM) ha soppiantato ormai definitivamente le tecniche tradizionali consentendo, nella maggior parte dei casi, di delineare le caratteristiche e i rapporti anatomici della lesione con i tessuti circostanti. La TC fornisce un’ottima visualizzazione delle neoplasie a partenza ossea garantendo immagini a sezione sottile con ottima risoluzione spaziale. Può essere combinata con la mielografia (mielo TC) per una migliore visualizzazione della corda midollare e degli spazi subaracnoidei. I moderni software di ricostruzione TC in 3D forniscono dati utili ad una eventuale pianificazione chirurgica.
Figura 3 - Vertebra lombare a segnale ipointenso.
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