/ATTI-1-302

Page 267

01_Atti_73_SCIVAC_ok:Atti_73_SCIVAC

29-05-2012

8:42

Pagina 267

73° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC

sono necessari alla formazione e al buon funzionamento della squadra! È opportuno, quindi, rivedere i concetti che fanno capo a uno stile autoritario nella comunicazione essere umano – cane come la leadership basata sulla competizione (gerarchia di dominanza) e la priorità di accesso alle risorse (cibo, luogo di riposo, contatto fisico – controlli -).

cetti di pacchetti di informazione (i programmi dei computer) acquisiti nei processi di apprendimento e di attività di elaborazione dei dati in ingresso (elaborazione). L’individuo quando apprende, non è passivo di fronte agli stimoli, ma ricerca attivamente ciò che può essere funzionale ai propri bisogni (R. Marchesini). Secondo l’approccio cognitivo, l’apprendimento utilizza e dà luogo a rappresentazioni cioè a schemi (set neurali) che processano gli imput secondo modalità preferenziali e precise. Inoltre, tali schemi sono in grado di essere modificati e reimpostati dal processo di apprendimento stesso. L’apprendimento, quindi, non produce automatismi ma arricchisce il sistema dotandolo di nuovi strumenti di conoscenza vale a dire allargando il suo possibile fronte esperienziale (piano prossimale di esperienza). Per la scuola cognitiva si deve parlare di una vera e propria costruzione dell’esperienza in funzione degli obiettivi conoscitivi del soggetto (R. Marchesini): ciò che il soggetto mette in atto in un momento particolare si definisce azione cognitiva caratterizzata da una componente elaborativa (operazioni cognitive o funzioni logiche, rappresentazioni e metacomponenti) e una componente posizionale (motivazioni, emozioni e arousal). L’approccio mentalistico considera il comportamento come la manifestazione della condizione della mente nel qui e ora: i comportamenti non sono entità separate o separabili ma l’espressione del sistema.

L’APPRENDIMENTO: UN APPROCCIO COGNITIVO Per tutta la prima metà del Novecento, il concetto di black box è rimasto una sorta di tabù inviolabile. L’antropocentrismo in vigore a quell’epoca, imponeva di porre un confine ben definito tra l’uomo e l’eterospecifico: l’animale era considerato un automa mosso da pulsioni (interpretazione psicoenergetica, K. Lorenz) o da condizionamenti (interpretazione associazionista, B. Skinner), privo di un mondo interno capace di assegnare all’individuo una soggettività. Dagli anni 40, la spiegazione associazionista del processo di apprendimento sembrava presentare le prime difficoltà d’interpretazione. Tolman, grazie all’ipotesi dell’apprendimento latente, riuscì a dimostrare come fosse possibile realizzare un processo di apprendimento al di fuori dei rigidi principi associativi. Negli anni 60 cominciò a prendere piede l’idea che il comportamento fosse l’espressione di un complesso mondo interno, che deve essere conosciuto per individuare dei protocolli di apprendimento. Le interpretazioni pulsionali e associazioniste non solo non erano in grado di spiegare la multifattorialità del comportamento “ma si dimostravano anche carenti nell’interpretazione delle dinamiche della complessità che dagli anni 70 la scienza ha riconosciuto anche ai sistemi abiotici (per esempio un uragano) e che non possono essere disattese nell’esplicazione di ciò che si manifesta come l’acme della complessità, il cervello” (R. Marchesini). Da quegli anni, gli studiosi iniziarono ad ammettere l’esistenza di un mondo interno (caratterizzato da funzioni logiche, dalle memorie, dalle emozioni, dall’arousal, dalle rappresentazioni, dalle metacognizioni e così via) che poteva essere associato alle motivazioni descritte dagli etologi. Appare, così, il concetto di mente come struttura di organizzazione dei processi cognitivi: la visione mentalistica prende corpo da un insieme di fattori non strettamente connessi a performance riferibili alle cosiddette funzioni intellettive superiori (come ad esempio la coscienza) ma anche ai processi più elementari di esperienza e apprendimento (R. Marchesini). Intorno alla metà del Novecento G. Edelman, J. LeDoux e tanti altri, applicando le nuove teorie proposte dalle Scienze Cognitive e dalla Neurobiologia, hanno manifestato l’interesse per conoscere “che cosa c’è dentro la mente”. L’animale, quando apprende, costruisce rappresentazioni e non condizionamenti: il soggetto acquisisce ed elabora le informazioni. “L’approccio cognitivo non riguarda le prestazioni di alto profilo, non è un discorso sulla coscienza del cane ma investe il normale modo di affrontare un problema o un’esperienza di apprendimento da parte del cane” (R. Marchesini). La rivoluzione informatica, che si è sviluppata nel corso degli anni 60, ha cambiato profondamente il modo di affrontare il tema dell’apprendimento. Compaiono i con-

IL PERCORSO PEDAGOGICO E TERAPEUTICO: PUNIZIONI ED EMOZIONI L’obiettivo del percorso pedagogico o terapeutico proposto dalla Scuola Italiana di SISCA è di tipo relazionale: un progetto di crescita e valorizzazione della coppia mirato e tarato sul sistema - famiglia e non solo sul cane. Secondo l’approccio cognitivo – relazionale per accompagnare il cucciolo durante lo sviluppo comportamentale (percorso pedagogico) o modificare un’interfaccia problematica tra il soggetto e il mondo (percorso terapeutico) è necessario intervenire sia sulle dotazioni interne del soggetto sia sulla struttura relazionale del sistema – famiglia: “Non è il cane che deve saper fare o non fare qualcosa ma è la coppia che deve essere in grado di vivere la propria interazione – integrazione nei diversi contesti dove si trova o si troverà ad agire” ... “Non ha alcun senso avere del cane una visione mentalistica e impostare il processo di apprendimento attraverso condizionamenti”. (R. Marchesini) Appare necessario, quindi, rivedere il concetto di Rinforzo Positivo poiché, applicando le leggi del Condizionamento Operante, si “rinforza” il solo comportamento svincolato dalle motivazioni/emozioni/ arousal che lo sottintendono. Il “premio” deve essere somministrato quando l’assetto motivazione ed emozionale dal soggetto gli permettono di raggiungere una condizione di arousal medio … anche alcuni minuti dopo il termine di una sessione educativa (Gratifica)! Ritengo sia opportuno, invece, abbandonare l’utilizzo del Rinforzo Negativo (scomparsa di uno stimolo avversativo per esempio l’apprendimento del Seduto dapprima “impiccando” il cane e rilasciando la trazione quando l’animale esegue il comando) e della Punizione Positiva (comparsa di uno stimolo avversativo in gra-

267


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.