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29-05-2012
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73° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC
afferenti si rendono al cervelletto), nella pratica clinica le prove che si effettuano valutano in modo pressoché indistinguibile l’una e l’altra componente e non sono in grado di differenziarle. È opportuno sottolineare che le alterazioni propriocettive possono testimoniare un danno a qualsiasi livello del sistema nervoso e che solo l’integrazione dei diversi reperti dell’esame neurologico permette di effettuare una diagnosi di sede. Tutte le manualità vertono sul principio di creare una situazione percepita come anomala dalle afferenze sensoriali (soprattutto ma non esclusivamente propriocettive) e sulla necessità dell’organismo di rispondere in modo da riguadagnare una situazione di normalità. La valutazione delle reazioni posturali e propriocettive consta di una ampia gamma di test all’interno della quale è possibile scegliere quelli più consoni alla specie (cane o gatto) o alle dimensioni dell’animale. Per un esame completo è comunque essenziale che vengano eseguite prove che valutano ciascun arto anteriore e posteriore. Le reazioni posturali e propriocettive possono essere valutate in ambulatorio (nell’esame neurologico di gatti o cani di piccola taglia), utilizzando il normale tavolo da visita oppure in ambiente esterno, su un terreno di buona presa e pianeggiante (nell’esame neurologico di cani di media-grande taglia). In ogni caso, per evitare risposte falsate o difficilmente interpretabili, bisogna aver cura che l’animale non poggi le zampe su una base liscia o troppo sdrucciolevole. Nella pratica clinica le manualità più usate sono il test del posizionamento propriocettivo, il test della carriola, il test del saltellamento e le cosiddette “prove del tavolo” (test del posizionamento visivo e tattile). Al pari della valutazione dei riflessi spinali o dei nervi cranici, anche l’evocazione delle reazioni posturali e propriocettive produce risposte che vengono classificate come: normali, diminuite, assenti. Raramente, si assiste a risposte che vengono definite aumentate o esagerate. Una risposta è considerata assente quando alla manualità effettuata dall’operatore per valutare una determinata funzione non consegue nessun tipo di risposta. Una risposta è considerata diminuita quando alla manualità effettuata dall’operatore per valutare una determinata funzione consegue una risposta ritardata o parziale. In riferimento alle lesioni del midollo spinale, le risposte anomale ai test delle reazioni posturali e propriocettive sono in grado di discriminare solamente se una lesione è situata caudalmente o cranialmente alla vertebra T2 (vedi in seguito) Se la lesione è caudale a T2 si apprezzeranno deficit sui soli arti posteriori, se invece è craniale a T2, i deficit saranno apprezzabili su tutti e quattro gli arti.,
La normalità di un riflesso spinale permette di stabilire l’integrità del circuito nervoso ad esso corrispondente e fornisce al clinico informazioni preziose per la localizzazione neuroanatomica della lesione neurologica. L’esame dei riflessi spinali viene effettuato con la finalità primaria di ottenere informazioni utili alla localizzazione neuroanatomica della lesione, cioè ad emettere una diagnosi di sede. In linea generale, la presenza o assenza dei riflessi spinali non fornisce indicazioni di significato prognostico Concetto di lesione del motoneurone superiore e di lesione del motoneurone inferiore – Nella descrizione dell’esame dell’andatura si è visto che la funzione motoria è garantita dalla sinergia dell’azione dei motoneuroni superiori e dei motoneuroni inferiori. L’esame dei riflessi spinali valuta l’integrità di un arco riflesso e pertanto valuta la funzionalità dei motoneuroni inferiori, che rappresentano la parte efferente di questo stesso arco riflesso. I corpi cellulari dei motoneuroni inferiori si trovano nelle corna ventrali del midollo spinale, a livello delle intumescenze cervicotoracica (per gli arti anteriori) e lombosacrale (per quelli posteriori). Le lesioni delle intumescenze producono alcuni segni diversi da quelli che caratterizzano le lesioni degli altri tratti del midollo spinale. Ad esempio, un animale può essere paraplegico sia per una grave lesione del midollo spinale toracolombare che del midollo spinale lombosacrale (sede dell’intumescenza). In entrambi i casi l’animale risulterà paraplegico, ma nel primo caso la paraplegia sarà spastica e i riflessi spinali presenti o addirittura aumentati; nel secondo caso la paraplegia sarà flaccida e i riflessi spinali diminuiti o addirittura assenti. Questo si verifica perché, come già ricordato, il motoneurone superiore ha una funzione modulatoria in senso inibente sui motoneuroni inferiori. Una lesione del tratto toracolombare coinvolge il MNS, lasciando integra l’intumescenza lombosacrale e di conseguenza l’arco riflesso del MNI. In questo caso si crea una lesione dei fasci motori discendenti e quindi un deficit degli input modulatori sui MNI che pertanto “libera” questi ultimi dal controllo superiore. In questa circostanza i riflessi spinali che, ricordiamo ancora, testano circuiti locali integri perché la lesione si trova in un altro punto del midollo spinale, saranno presenti o addirittura aumentati, perché privi dell’azione modulatoria del motoneurone superiore. Opposto è invece il ragionamento se la lesione coinvolge i motoneuroni inferiori: in questo caso si assisterà ad una paralisi flaccida e ad una diminuzione (fino all’assenza) dei riflessi spinali del segmento colpito. In sintesi, un riflesso normale indica che le componenti motorie e sensitive dell’arco riflesso sono normali. Ciò non preclude però l’eventualità di lesioni a strutture superiori quali i fasci dei motoneuroni superiori; un riflesso aumentato o clonico indica una lesione ai nuclei o ai fasci dei motoneuroni superiori corrispondenti. Questi infatti normalmente esercitano una azione modulatrice inibitoria sui riflessi spinali, che viene perduta quando si interrompe la connessione tra il motoneurone superiore e quello inferiore; un riflesso diminuito o assente indica una lesione alla componente sensitiva o motoria dell’arco riflesso, includendo in questo, oltre agli segmenti specifici del midollo spinale, anche la placca neuromuscolare ed il muscolo stesso.
VALUTAZIONE DEI RIFLESSI SPINALI L’esame dei riflessi spinali viene effettuato per testare l’integrità di un circuito nervoso, ed in particolare della componente sensitiva e motoria di un arco riflesso, nonché delle eventuali influenze di strutture superiori che si esercitano su di esso. L’attività riflessa, per definizione, non coinvolge alcun intervento volontario.
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