59a edizione Scivac Rimini - parte2

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59° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC

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Aggiornamenti sulle colangiti e colangioepatiti del gatto Stanley L. Marks BVSc, PhD, Dipl ACVIM (Internal Medicine, Oncology), Dipl ACVN, Professor California, USA

L’infiammazione incentrata sull’albero biliare è una forma comune di epatopatia e sembra essere al secondo posto in ordine di frequenza fra le malattie epatiche dopo la lipidosi. La classificazione istologica del termine “colangite/colangioepatite” del gatto è controversa, dato che fra i vari patologi vi è scarso accordo circa la nomenclatura da utilizzare. Nel 1996 sono stati descritti due tipi principali di epatopatia infiammatoria, distinti in base alle caratteristiche istologiche; la colangioepatite (acuta o suppurativa e cronica e non suppurativa) e l’epatite portale linfocitaria. Nel 2002, lo WSAVA Liver Diseases and Pathology Standardization Research Group ha proposto un nuovo schema di classificazione semplificato. Nel gatto sono state riconosciute tre forme distinte di colangite: 1) NEUTROFILA (di solito riferibile ad infezione batterica ascendente, ma anche segnalata in rari casi in occasione di infestazioni protozoarie). 2) LINFOCITARIA (ritenuta immunomediata). 3) CRONICA, associata ad infestazione da distomi epatici (Amphimerus pseudofelineus, Platynosomum concinnum, ecc..). La COLANGITE NEUTROFILA (BATTERICA) (storicamente indicata come colangioepatite acuta) è caratterizzata dall’infiltrazione da parte di un numero elevato di neutrofili delle aree portali del fegato e dei dotti biliari. La distruzione della lamina limitante periportale del dotto biliare esita nella necrosi degli epatociti adiacenti alle aree portali e nell’infiltrazione di neutrofili nei lobuli epatici. La colangite neutrofila può iniziare come infezione batterica ascendente all’interno del tratto biliare; tuttavia, soltanto in pochi casi vengono isolati i microrganismi. Questi sono rappresentati da Bacteroides, Actinomyces, E. coli, Clostridium e Streptococcus alfa-emolitico. Le anomalie congenite o acquisite del sistema biliare, comprese le alterazioni anatomiche della cistifellea o del dotto biliare comune ed i calcoli della cistifellea, possono predisporre alla colangite. Questa è frequentemente accompagnata da un ispessimento della bile che può causare un’ostruzione parziale o completa del dotto biliare comune della cistifellea o dei dotti biliari intraepatici e può richiedere un trattamento prima di poter controllare o risolvere il processo patologico. La colangite neutrofila può essere suddivisa in due categorie, individuate come acuta e cronica. La loro distinzione è basata istologicamente sulla presenza di un aumento di plasmacellule, linfociti, ± macrofagi nella fase cronica.

Si ritiene che la COLANGITE LINFOCITARIA rappresenti uno stadio successivo di quella neutrofila, oppure possa costituire un’entità patologica separata. È caratterizzata da un’infiltrazione moderata o marcata delle aree portali da parte di piccoli linfociti ± iperplasia biliare, fibrosi portale o periduttale o fibrosi a ponte. Le malattie frequentemente associate alla colangite linfocitaria sono rappresentate dall’infiammazione intestinale e dalla pancreatite. L’83% dei gatti con colangite presentava concomitanti infiltrazioni infiammatorie nel duodeno e/o nel digiuno ed il 50% mostrava lesioni pancreatiche. Questa associazione ha portato all’uso del termine “triadite” per descrivere i gatti colpiti. L’infiammazione intestinale può dare origine ad un’infiammazione batterica retrograda del dotto biliare comune con conseguente pancreatite e colangite. Nonostante l’elevata incidenza di infiltrati infiammatori nel piccolo intestino, la diarrea non è un riscontro frequente nei gatti con colangite. Il nuovo schema proposto per la classificazione istologica non riconosce come specifico sottotipo di colangite l’infiammazione linfoplasmocitaria portale in cui gli infiltrati sono confinati alle aree portali e non sono incentrati né coinvolgono i dotti biliari. Nelle aree portali dei giovani gatti sani si possono riscontrare plasmacellule e linfociti sparsi, spesso in stretta associazione con i dotti biliari. L’aumento numerico dei linfociti portali e delle plasmacellule viene comunemente identificato nelle aree portali dei gatti con più di dieci anni di vita, spesso in associazione con disordini extra-epatobiliari. Il nuovo schema di classificazione proposto preferisce il termine di colangite a quello di colangioepatite, dal momento che la distruzione infiammatoria della lamina limitante sino a coinvolgere il parenchima epatico non è sempre una caratteristica e, quando è presente, costituisce un’estensione di una colangite primaria. Il nuovo schema di classificazione non riconosce neppure la precedente tpologia di “epatite portale linfocitaria” e ritiene che il riscontro di un aumento numerico di plasmacellule e linfociti nella regione portale non associato all’epitelio del dotto biliare rappresenti un fenomeno normale (vedi sopra) oppure un reperto comune nei gatti anziani in associazione con disordini extra-epatobiliare (vedi sopra).

COLANGITE CRONICA La colangite cronica secondaria ad infestazione da distomi è caratterizzata da grave ectasia dei dotti biliari, lieve o


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