59a edizione Scivac Rimini - parte2

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59° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC

I midriatici hanno un effetto incostante nei roditori, in particolare quelli con iride pigmentato (es. i ratti Lister hooded) sono più resistenti alla dilatazione per l’effetto chelante della melanina sul farmaco: nel caso in cui l’uso di tropicamide 0,5% o 1% risulti inefficace, si può utilizzare atropina 1% e fenilefrina 10% per 3 volte ad intervalli di 5 minuti. Gli anestetici locali vanno somministrati in piccole quantità a causa del loro effetto sistemico, potenzialmente tossico.

CONDIZIONI PIÙ FREQUENTI L’epifora, che è un’anomala fuoriuscita delle lacrime lungo il muso, è generalmente associata ad ostruzione del dotto nasolacrimale, causata da malocclusione od eccessivo sviluppo dei denti incisivi inferiori; essi, traumatizzando le guance e la cavità nasale le infiammano e causano, conseguentemente, stenosi del dotto. Altri sintomi oculari associati a malattie dentali sono: ascessi facciali o retrobulbari, secondari ad infezione della radice dei denti superiori causanti esoftalmo e cheratite da esposizione. È necessario trattare la patologia dentale sottostante. La cromodacriorrea è un’eccessiva produzione lacrimale da parte della ghiandola di Harder; appare di color rosso per l’elevata presenza di porfirina nel suo secreto. Tali lacrime colorano, in maniera caratteristica, il pelo della regione perioculare, del naso e delle zampe anteriori, poiché vengono distribuite durante la pulizia personale quotidiana. È tipica dei roditori e frequente nei ratti anziani. È stato osservato, almeno nel gerbillo, che l’ipersecrezione della ghiandola suddetta, dovuta presumibilmente ad una sua ipertrofia, è causa di dermatite perioculare e facciale. Tale dermatite, nel gerbillo, non risponde ad alcuna terapia medica ma solamente alla rimozione della ghiandola di Harder. Le cause di cromodacriorrea possono essere: infettive, irritative, da stress (trasporto, incorrette o prolungate manipolazioni), prolungata esposizione alla luce artificiale (soggetti albini), carenze nutrizionali. Il microftalmo è, probabilmente, la patologia (clinicamente rilevante) più comune nei ratti, mentre l’anoftalmo è invece piuttosto raro. Le infezioni alle radici dei denti posso causare la formazione di ascessi retrobulbari e conseguente rigonfiamento emifacciale, esoftalmo, proptosi e cheratite da esposizione. Nel criceto la proptosi traumatica del globo nel criceto si riscontra con una certa frequenza se non lo si manipola con la dovuta delicatezza. può frequente nel criceto (foto 2.4.1). Le congiuntiviti sono comuni nei ratti e nei topi. Numerosi sono gli agenti infettivi che possono essere isolati in corso di congiuntiviti nei roditori, ma non sempre svolgono un ruolo principale nella patogenesi dell’infezione; al contrario, frequentemente sono agenti opportunisti che necessitano di fattori predisponenti per poter manifestare la loro patogenicità.

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Le cause possono essere infettive (Mycoplasma, virus della sialodacrioadenite, Pasteurella, Pseudomonas). Uveiti e sinechie possono originare da infiammazioni primarie dell’uvea o essere secondarie a perforazioni corneali per cause traumatiche o come complicanza di cheratocongiuntiviti. In caso di perforazione possono svilupparsi anche infezioni intraoculari per la penetrazione batterica (es. stafilococchi o streptococchi). Le sinechie sono state osservate in ratti e topi sia giovani che adulti. Le neoplasie sono piuttosto rare. La cataratta, nel topo, è stata descritta sia per cause ereditarie (associata a microftalmo negli omozigoti) che secondaria ad infezione da spirocheta (suckling mouse cataract agent). Nel ratto (Sprague-Dawley, F344 e Sherman), la cataratta è stata osservata in forma spontanea, sia congenita che in soggetti adulti.

PATOLOGIE OCULARI DELLA CAVIA Il porcellino d’india (Cavia porcellus), presenta una ghiandola intraorbitale grande, occupante la porzione laterale ed anteroventrale dell’orbita ed un’estesa ghiandola salivare zigomatica posta nella porzione posteromediale e superiore dell’orbita. Le congiuntiviti sono comuni nella cavia e la causa più frequente è Clamydophila psittaci; i sintomi sono: modica chemosi, secrezioni oculari e sviluppo di follicoli. La diagnosi può essere confermata dalla presenza di corpi inclusi intracitoplasmatici nelle cellule epiteliali del raschiato congiuntivale raccolto. La terapia è spesso non necessaria essendo, tale infezione, autolimitante. Un’altra causa di congiuntivite è la carenza di vitamina C. La terapia è volta a correggere la carenza dietetica di tale vitamina. Semi, presenti in fieni di scarsa qualità usati come lettiera nella cavia, sono frequentemente causa di congiuntiviti e vanno accuratamente rimossi per mezzo di abbondanti risciacqui oculari, al fine di evitare lo sviluppo di infezioni corneali. Noduli congiuntivali (pea eye), rappresentanti protrusioni parziali della ghiandola lacrimale o zigomatica, sono stati descritti nella cavia e devono essere differenziati da neoplasie congiuntivali quali il linfosarcoma. Tali noduli non necessitano di alcuna terapia. Osservato, nella cavia, anche il dermoide congiuntivale e corneale. Una patologia molto caratteristica descritta nella cavia è rappresentata da una metaplasia ossea a carico del corpo ciliare clinicamente manifesta come un arco di materiale bianco, visibile in camera anteriore e coprente l’angolo irido-corneale, non causa disturbi clinici e non richiede terapia. La cataratta è stata osservata nella cavia; la sua rimozione chirurgica è difficile a causa delle piccole dimensioni dell’occhio, delle grandi dimensioni della lente e della difficoltà di intubare tali animali. Anche la cavia, come gli altri roditori, può sviluppare esoftalmo associato a patologie dentali.


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