59° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC
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Trattamento chirurgico delle malattie delle tonsille Alexander M. Reiter Dipl Tzt, Dr Med Vet, Dipl AVDC, Dipl EVDC, Pennsylvania, USA
Anatomia e Fisiologia A differenza dei linfonodi, che sono dotati di vasi afferenti che penetrano al loro interno e di altri efferenti che ne fuoriescono, le tonsille possiedono soltanto vasi linfatici efferenti. La tonsilla palatina è una struttura linfoide lunga e relativamente sottile localizzata nella parete laterale dell’orofaringe, appena caudalmente alla plica palatoglossa. È situata nella fossa tonsillare (cripta). Una plica tonsillare origina dalla superficie ventrale della porzione laterale del palato molle. La tonsilla palatina non possiede vasi linfatici afferenti. Le sue vie efferenti drenano nel linfonodo retrofaringeo mediale. L’apporto ematico principale è dato dall’arteria tonsillare, che penetra nella porzione media o più ampia della tonsilla con tre rami. Piccole vene tonsillari si immettono nel plesso venoso palatino.
Penetrazione di corpi estranei In caso di penetrazione di corpi estranei, l’anamnesi riferisce comunemente l’abitudine di rincorrere o acchiappare un bastone, unitamente all’insorgenza improvvisa di disagio orale, riluttanza a mangiare o bere e sanguinamento dalla bocca. La penetrazione di corpi estranei può causare profonde ferite contaminate ai lati ed alla base della lingua, a livello delle cripte tonsillari o delle pareti faringee. Queste lesioni sono gravi e richiedono esplorazione chirurgica, pulizia e, nei casi appropriati, sutura. Le schegge di legno che rimangono nella ferita possono portare ad un’ascessualizzazione retrobulbare o sottomandibolare ed alla comparsa di tragitti fistolosi. L’iniezione di un mezzo di contrasto adeguato nelle ferite o nei tragitti permette occasionalmente di delineare un corpo estraneo.
Tonsillite Si tratta di un ingrossamento infiammatorio e solitamente bilaterale delle tonsille, spesso causato da un’infezione delle vie superiori dell’apparato digerente o di quello respiratorio. La tonsillite è più comune nei cani delle razze toy e nei cuccioli. Può essere presente nei cani che hanno contratto la tosse dei canili, il cimurro, la leptospirosi ed altre malattie infettive.
I segni clinici sono rappresentati da febbre, inappetenza, colìo di saliva, starnuti, conati faringei o gastrici, tosse, rigurgito e vomito. Le tonsille sono di colore rosso brillante, gonfie ed al di fuori delle loro cripte. Ascessi localizzati possono essere visibili sotto forma di macchie bianche sulla superficie degli organi colpiti. La tonsillite cronica può essere causata da un’infezione persistente oppure essere secondaria ad un’irritazione meccanica da forme prolungate di tosse, conati o rigurgito. Per risolvere l’ostruzione parziale dell’orofaringe può essere necessario il trattamento antibiotico. In caso di frequenti tonsilliti ricorrenti, si raccomanda la tonsillectomia bilaterale.
Neoplasia L’ingrossamento tonsillare monolaterale deve sempre far sospettare una neoplasia. La forma maligna più comune a questo livello è il carcinoma squamocellulare. Anche il linfoma può colpire le tonsille, ma di solito è bilaterale ed accompagnato da linfoadenopatia generale. Il melanoma maligno può talvolta dare origine a metastasi tonsillari. Il carcinoma squamocellulare tonsillare è stato descritto come dieci volte più comune negli animali che vivono in città rispetto a quelli delle aree rurali, il che suggerisce un’associazione eziologica con la polluzione ambientale. I cani di solito vengono portati alla visita con segni clinici riferibili ad ostruzione orofaringea come dispnea, anoressia, tosse e colio di saliva. Si riscontra comunemente un ingrossamento duro dei linfonodi mandibolari e retrofaringei mediali ipsi- e controlaterali, dovuto alle rapide metastasi regionali. Al momento della presentazione alla visita, le radiografie del torace evidenziano già frequentemente la presenza di metastasi. La prognosi del carcinoma squamocellulare del cane è molto sfavorevole anche nel caso di tonsillectomia mono- o bilaterale e radioterapia regionale di faringe e linfonodi cervicali. La maggior parte dei cani soccombe alle metastasi entro un anno dalla formulazione della diagnosi. La chemioterapia con carboplatino e piroxicam può causare una remissione parziale in alcuni pazienti. La tonsillectomia può essere eseguita con lama da bisturi fredda, diatermia bipolare o laser (ad es., a CO2). Per evitare complicazioni emorragiche postoperatorie, si deve effettuare la legatura dei rami dell’arteria tonsillare. La ferita viene chiusa con una sutura in materiale assorbibile.