59a edizione Scivac Rimini - parte2

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59° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC

• lesioni del complesso del granuloma eosinofilico (LCGE)2 Classicamente le forme cliniche del granuloma eosinofilico sono raggruppate come placca eosinofilica, granuloma eosinofilico e ulcera indolente. Tuttavia, è più esatto parlare solo di lesioni (papule, placche, noduli erosi o ulcerati) poiché spesso l’aspetto clinico reale delle LCGE non corrisponde alle forme classiche. Le lesioni tipiche del CGE nel cavo orale sono papule, placche e noduli, isolati o confluenti, eritematosi, erosi od ulcerati. La distribuzione nel cavo orale è variabile però spesso vengono colpite le labbra (porzione centrale del labbro superiore o inferiore e porzione laterale in corrispondenza dei denti canini), la superficie dorsale della lingua, il frenulo linguale e il palato molle. Raramente sono colpiti gli archi glossofaringiei e la regione tonsillare. Le LCGE orali devono differenziarsi da neoplasie, stomatite plasmocellulare proliferativa, reazioni da corpo estraneo o lesioni traumatiche proliferative. A questo scopo è molto utile valutare la presenza o meno del caratteristico colore bianco-giallastro presente sulla superficie delle LCGE. L’evidenza di un’infiammazione eosinofilica all’esame citologico del materiale ottenuto mediante ago-infissione o raschiato della superficie della lesione è molto suggestivo,. Tuttavia, per una diagnosi definitiva è necessario un esame istopatologico. Nonostante l’evidenza scientifica di un collegamento causale tra parassitosi e LCGE sia scarsa, una volta formulata la diagnosi clinico-patologica di LCGE è necessario eseguire un protocollo diagnostico-terapeutico che permetta di escludere un ruolo eziologico degli artropodi parassiti (pulci e acari). Solo in caso di mancata risposta alla terapia antiparassitaria, e in casi cronici o ricorrenti, sarebbe consigliabile escludere la presenza di reazioni d’ipersensibilità nei confronti di altri allergeni, quali allergeni alimentari ed ambientali.

Lesioni crostose (predominanti) Nel cane la presenza di croste adese fortemente alla superficie cutanea nella giunzione mucocutanea orale è suggestiva di: • Dermatosi zinco responsiva • Dermatite necrolitica superficiale Queste due malattie sono a volte localizzate solo nella giunzione mucocutanea orale, anche se possono colpire altre giunzioni mucocutanee e la cute dei genitali, dei punti d’appoggio e dei cuscinetti plantari. La dermatosi zinco responsiva colpisce cani di razza Siberian Husky e Alaskan Malamute. La dermatite necrolitica superficiale colpisce cani anziani con malattia epatica o sottoposti a terapia cronica con barbiturici. L’esame dermatopatologico è diagnostico per entrambe le malattie.4

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Alterazioni della pigmentazione • Ipopigmentazione → Vitiligine: depigmentazione maculare progressiva e parzialmente simmetrica. Le aree predisposte sono il tartufo, le labbra, la mucosa orale e i cuscinetti. Quando colpisce le aree con pelo si osserva frequentemente leucotrichia associata. Quando è limitata alle aree facciali ed in assenza di leucotrichia, la vitiligine deve differenziarsi da malattie infiammatorie causa di depigmentazione delle mucose, quali la sindrome simile a quella di Vogt-KoyanagiHarada, il lupus cutaneo e la leishmaniosi. La mucosa colpita da vitiligine presenta solo depigmentazione senza segni d’infiammazione quali perdita della struttura superficiale della cute, erosioni od ulcere. L’esame istopatologico può aiutare a differenziare una forma di depigmemtazione idiopatica da una associata ad una malattia infiammatoria.4 • Iperpigmentazione → Lentigo: iperpigmentazione maculare conseguenza di un’iperplasia melanocitica intraepidermica. Queste lesioni si sviluppano tipicamente sulle labbra, la rima palpebrale, il piano nasale e padiglioni dei gatti di colore arancione, crema, rosso o tricolore.

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Indirizzo per la corrispondenza: Laura Ordeix E-mail laura.ordeix@telefonica.net


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