53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
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Le più comuni alterazioni ematologiche del gatto: le anemie Saverio Paltrinieri Med Vet, PhD, Dipl ECVCP, Milano
Introduzione
Anemie non rigenerative
Da un punto di vista pratico risulta speso difficile identificare la causa delle anemie nel gatto. In linea generale, infatti, l’inquadramento fisiopatologico delle anemie, indispensabile per risalire alla causa ed impostare una corretta terapia, prevede una prima classificazione in forme rigenerative e non rigenerative: tale classificazione, nel gatto, è complicata dal fatto che parametri classificativi importanti, come anisocitosi, sferocitosi ed indice di produzione reticolocitaria, non sono facilmente valutabili. I più recenti contaglobuli laser possono permettere di risolvere parzialmente tali problemi, ma la completezza delle informazioni rilevabili ematologicamente rimane sicuramente inferiore a quella rilevabile nel cane o in altre specie animali. A ciò si aggiunge il fatto che sono frequenti le infezioni da virus quali i virus dell’immunedeficienza felina (FIV) e della leucemia felina (FeLV), in grado di influenzare l’eritropoiesi sia a livello midollare che periferico. La distinzione tra forme rigenerative e non, può essere basata, su dati clinico-anamnestici e su test quali l’esame del midollo osseo, il profilo sideremico e biochimico, in corso di sospette forme non rigenerative, ed il test di Coombs in caso di sospette forme rigenerative. A livello ematologico le forme non rigenerative sono caratterizzate da anemia normocitica normocromica in assenza di reticolociti e di alterazioni morfologiche eritrocitarie evidenti, eccezion fatta, in alcuni casi, per un aumento dei rouleaux eritrocitari. Nelle forme rigenerative l’anemia tende ad essere macrocitica ipocromica, con presenza di anisocitosi e policromasia (che a loro volta riflettono la presenza di reticolociti), e possono essere rilevabili eritrocitari morfologicamente anomali quali sferociti (eritrociti di piccole dimensioni e particolarmente colorabili in quanto ricchi di emoglobina), eccentrociti, corpi di Heinz (segni di ossidazione dell’emoglobina), corpi di Howell-Jolly (residui di materiale nucleare), nonché eritrociti nucleati. La corretta valutazione della reticolocitosi che, come detto, è indispensabile per classificare come rigenerativa un’anemia, è complicata dal fatto che già in condizioni fisiologiche il gatto presenta reticolociti circolanti, caratterizzati, nelle colorazioni con nuovo blu di metilene o blu brillante di cresile, dalla presenza di piccole strutture puntiformi e vengono pertanto definiti “puntati” e vanno differenziati da quelli “aggregati” o “reticolati”, caratterizzati da grossi reticoli intracitoplasmatici. I due tipi di reticolociti andrebbero quindi valutati separatamente, e solo gli aggregati sono indicativi di rigenerazione.
Le forme non rigenerative sono spesso caratterizzate da anemia da lieve a marcata, a comparsa lenta e progressiva, tanto che l’organismo ha il tempo di adattarsi a tale situazione, e la sintomatologia è frequentemente lieve, se paragonata alla gravità dell’anemia. Le anemie non rigenerative più frequenti nel gatto sono quelle da infiammazione cronica, seguite dalla depressione midollare associata a patologie sistemiche e dalle forme tossiche. Queste ultime sono spesso diagnosticabili solo per esclusione, e spesso risulta impossibile giungere alla sostanza chimica responsabile della patologia. Sono invece rare le forme carenziali, in particolar modo quelle da carenza di ferro, che possono essere presenti solo in seguito ad emorragie croniche “a stillicidio” conseguenti, ad esempio, alla presenza di tumori ulcerati. In questi casi l’anemia tende ad assumere un aspetto microcitico ipocromico, e può essere presente trombocitosi, fenomeno peraltro difficilmente apprezzabile nel gatto, nel quale la conta automatizzata delle piastrine risulta spesso problematica. Le forme da infiammazione cronica sono invece particolarmente frequenti, sia in conseguenza di processi infiammatori aspecifici sia in corso di patologie specifiche quali la peritonite infettiva felina (FIP) e le già citate FIV e FeLV. In tali situazioni si osserva anemia normocitica normocromica non rigenerativa, associata a leucocitosi neutrofila e linfopenia (solo in corso di FIV e/o FeLV può contemporaneamente essere presente leucopenia). Tra le patologie sistemiche in grado di indurre anemia rientra soprattutto l’insufficienza renale cronica, caratterizzata da anemia normocitica normocromica di particolare gravità imputabile alla mancata o ridotta produzione di eritropoietina da parte del rene, ed i rari casi di ipotiroidismo ed ipocrticosurrenalismo. Infine, può essere rilevata anemia non rigenerativa da depressione midollare in associazione a tumori, soprattutto se di origine mieloide o eritroide, o in corso di mielodisplasie: anche tumori non ematologici però possono indurre anemia, nel quadro della depressione metabolica sistemica che caratterizza le forme di cachessia neoplastica. Da quanto sopra esposto si evince che in tutte le forme di anemia non rigenerativa del gatto è importante eseguire esami sierologici per FIV e FeLV, e valutare con attenzione non solo i dati relativi all’eritrogramma ma anche tutte le altre alterazioni eventualmente presenti nell’esame emocromocitometrico. L’elettroforesi delle sieroproteine può essere utile per confermare la presenza di processi infiammatori nonché per rilevare quadri elettroforetici specifici delle patologie sopra accennate (es: gammopatia policlonale in corso di