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18 Vet Journal Attualità scientifica
laPROFESSIONE
VETERINARIA 17 | 2009
Mineralizzazione prostatica e diagnosi finale di prostatopatia Nei cani sterilizzati di uno studio associazione tra mineralizzazione e neoplasia e malattie prostatiche del cane vengono spesso valutate mediante esame radiografico o ecografico dell'addome. Spesso queste indagini identificano una mineralizzazione prostatica, ma la rilevanza clinica di questo reperto è attualmente sconosciuta. Uno studio ha caratterizzato la relazione tra mineralizzazione prostatica visibile radiograficamente ed ecograficamente e diagnosi finale. Si valutavano le cartelle cliniche di 55 cani con evidenza di prostatomegalia o mineralizzazione prostatica e in possesso di diagnosi citologica. Le immagini radiografiche ed ecografiche venivano valutate per la ricerca di linfoadenopatia retroperitoneale caudale, lesioni vertebrali o altri segni di metastasi; inoltre si valutava semiquantitativamente la mineralizzazione prostatica. Ventidue cani su 55 (40%) erano affetti da neoplasie prostatiche. Riguardo alle neoplasie, nei cani sterilizzati la mineralizzazione aveva un valore predittivo positivo (PPv) del 100%, un valore predittivo negativo (NPV) del 50% e una sensibilità e specificità rispettivamente
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dell’84% e del 100%. La mineralizzazione nei cani interi aveva un PPV del 22%, un NPV del 96% e sensibilità e specificità rispettivamente del 67% e 77%. Tutti i cani sterilizzati affetti da prostatomegalia ma negativi per neoplasia prostatica erano affetti da prostatite batterica ed erano stati castrati entro i tre mesi precedenti. I cani interi con prostatomegalia e mineralizzazione ma negativi per neoplasia erano affetti da cisti paraprostatiche (n = 3), iperplasia prostatica benigna (n = 2) o prostatite (n = 2). Il grado di mineralizzazione non era indicativo di neoplasia. Nei cani sterilizzati che presentavano mineralizzazione prostatica, concludono gli autori, era molto probabile che fosse presente una neoplasia della prostata. I cani interi avevano minore probabilità di essere affetti da neoplasia prostatica in assenza di una mineralizzazione evidenziabile all'esame radiografico o ecografico. (M.G.M.) *“Relationship between prostatomegaly, prostatic mineralization, and cytologic diagnosis” Bradbury CA, Westropp JL, Pollard RE. Vet Radiol Ultrasound. 2009 Mar-Apr; 50(2): 167-71 ■
IL PUNTO SULL’ITTIOSI DEL GOLDEN RETRIEVER no studio prospettico ha descritto gli aspetti epidemiologici, clinici, istopatologici e ultrastrutturali dell’ittiosi del Golden retriever, indagando inoltre le modalità di trasmissione della malattia. Sono stati esaminati 150 Golden retriver, 73 dei quali affetti da ittiosi (35 maschi e 38 femmine); in 40 soggetti affetti si effettuava un’indagine clinica e istopatologica dettagliata. I segni clinici dermatologici includevano desquamazione generalizzata da lieve a moderata a grave, inizialmente caratterizzata da grosse squame biancastre che divenivano progressivamente nerastre. La cute glabra ventrale era iperpigmentata e ruvida, simile a carta vetrata. Il quadro istopatologico era caratterizzato da ipercheratosi ortocheratosica lamellare o compatta da moderata a grave in assenza di un coin-
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volgimento significativo dello strato granuloso. L’indagine ultrastrutturale evidenziava strati di cheratina lamellari o compatti e numerosi corneodesmosomi persistenti nello strato corneo. L’analisi del pedigree suggeriva un’ereditarietà autosomica recessiva. Gli aspetti istopatologici e ultrastrutturali suggeriscono fortemente, concludono gli autori, che l’ittiosi del Golden retriever sia secondaria a ritenzione, causata dalla mancata degradazione dei corneodesmosomi, e trasmessa con modalità autosomica recessiva. (M.G.M.) *Clinical, histopathological and genetic data of ichthyosis in the golden retriever: a prospective study" Guaguere E, Bensignor E, Küry S, Degorce-Rubiales F, Muller A, Herbin L, Fontaine J, André C. J Small Anim Pract. 2009 May; 50(5): 227-35.
DISCOSPONDILITE IATROGENA DA MRSA IN DUE CANI li MRSA (Meticillin-resistant Staphylococcus aureus) erano la causa di una discospondilite insorta in seguito a emilaminectomia toracolombare in due cani. La diagnosi veniva stabilita mediante risonanza magnetica ed esame radiografico, in associazione a coltura dei tamponi microbiologici. Inizialmente si effettuava un trattamento con antibiotici beta-lattamici ma, ottenuta la conferma dell'infezione da MRSA dall’esame colturale e analizzati i risultati dell’antibiogramma, si modificava la terapia somministrando gentamicina e trimetoprim/sulfadiazina. Un cane tuttavia peggiorava e veniva sottoposto a eutanasia. L'altro cane invece migliorava con la terapia appropriata. Il primo tentativo di sospendere la terapia antibiotica quattro mesi dopo l'intervento chirurgico era seguito da una recidiva. Si iniziava quindi una terapia con cloramfenicolo che veniva mantenuta per ulteriori quattro mesi. Il cane non presentava ulteriori recidive dopo 2,5 anni. Occorre essere consapevoli, concludono gli autori, del possibile coinvolgimento degli MRSA nella discospondilite postoperatoria, soprattutto per la scelta iniziale dell'antibiotico in attesa dei risultati dell'esame colturale. (M.G.M.) *“Two dogs with iatrogenic discospondylitis caused by meticillin-resistant Staphylococcus aureus” M. Schwartz, I. C. Boettcher, S. Kramer, A. Tipold Journal of Small Animal Practice. Volume 50 Issue 4, Pages 201 - 205.
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