Professione Veterinaria, Anno 2010, Nr 14

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20 Vet Journal www.vetjournal.it

laPROFESSIONE

VETERINARIA 14 | 2010

Endoscopia respiratoria equina: su treadmill o in campo? La tecnica in campo può sottostimare la presenza di dislocazione dorsale del palato molle a recente tecnica di effettuazione dell’esame endoscopico delle vie respiratorie del cavallo durante la corsa in campo non è stata direttamente confrontata con la tecnica più tradizionale dell’endoscopia durante esercizio su treadmill ad alta velocità. Uno studio ha confrontato le due tecniche endoscopiche nei cavalli Purosangue inglesi. Si effettuava un confronto diretto tra 4 cavalli e si eseguivano entrambe le procedure nello stesso soggetto a 10 giorni di distanza l’una dall’altra. Si effettuava anche un confronto indiretto tra i risultati dell’endoscopia in campo di 50 cavalli da corsa e quelli dell’endoscopia su treadmill di altri 50 cavalli da corsa. I cavalli venivano incrociati per età, sesso, uso (National Hunt o corsa in piano) e problema principale (rumori respiratori anomali vs. ridotta performance).

L

La dislocazione dorsale del palato molle veniva diagnosticata meno frequentemente durante l’endoscopia in campo che durante quella su treadmill. Non vi erano differenze significative nella diagnosi del collasso laringeo dinamico tra le due tecniche. Il test su treadmill veniva effettuato su distanze maggiori e a maggiori inclinazioni ma a velocità minore ri-

Rischio suicidio tra i veterinari: una revisione delle possibili cause

spetto all’esercizio in campo. Rispetto al test su treadmill, quello in campo veniva spesso effettuato a intervalli. I risultati del confronto diretto e indiretto suggeriscono che la dislocazione dorsale del palato molle è diagnosticata meno frequentemente durante l’endoscopia in campo che durante l’endoscopia su treadmill. Esercizi sotto sforzo strenuo possono essere più facili da effettuare su treadmill che attraverso prove multiple a intervalli in campo. Occorre quindi interpretare con attenzione i risultati negativi di entrambe le procedure, ma soprattutto quelli della tecnica in campo se non sono state replicate in maniera appropriata le condizioni di corsa. “Comparisons of overground endoscopy and treadmill endoscopy in UK Thoroughbred racehorses” k. J. Allen, s. H. Franklin. Equine Veterinary Journal. Volume 42 Issue 3 (April 2010) (p 186-191) (M.G.M.). ■

Nel corso della propria carriera, il veterinario è esposto a una complessa interazione tra possibili meccanismi influenzanti

noto che i medici veterinari sono esposti a un più elevato rischio di suicidio, rispetto alla popolazione generale. Sono state compiute numerose speculazioni circa i possibili meccanismi alla base del maggior rischio suicidio nella professione ma solo poca ricerca empirica. Uno studio ha effettuato una ricerca computerizzata della letteratura pubblicata sul rischio suicidio e sui fattori che influenzano il suicidio tra i veterinari, confrontandoli con quelli di altri gruppi occu-

È

pazionali e della popolazione generale al fine di sviluppare una revisione strutturata dell’argomento. I medici veterinari hanno un tasso proporzionale di mortalità per suicidio circa quattro volte superiore a quello della popolazione generale e circa due volte superiore a quella degli altri professionisti della sanità. Nel corso della carriera professionale del veterinario può verificarsi una complessa interazione tra possibili meccanismi in grado di aumentare il rischio suicidio. Tali possibili fattori includono le caratteristiche delle persone che accedono alla professione, fattori negativi durante il training pre-laurea, stressori correlati al lavoro, facilità di accesso e conoscenza dei metodi di suicidio, stigma relativo alla malattia mentale, isolamento professionale e sociale e misuso di alcol o farmaci (principalmente farmaci da prescrizione cui i professionisti hanno facile accesso). Effetti contestuali come l’atteggiamento nei confronti della morte e dell’eutanasia, che si forma a causa dell’abituale coinvolgimento professionale nell’eutanasia degli animali d’affezione e nella macellazione degli animali da reddito, e il “contagio” suicida dovuto al contatto diretto o indiretto con propri pari nell’ambito del ristretto contesto professionale, costituiscono altri possibili fattori influenzanti, concludono gli autori. “Veterinary surgeons and suicide: a structured review of possible influences on increased risk” D. J. Bartram and D. S. Baldwin. Vet Rec. 2010 166: 388-397. (M.G.M.) ■

ANEMIA INFETTIVA EQUINA IN QUATTRO PAESI EUROPEI

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l ministero della salute tedesco ha notificato all’OIE, il 14 aprile, un nuovo caso di anemia infettiva equina (AI) in forma clinica in un cavallo a Bayern; l’animale è stato abbattuto. I casi precedenti di quest’anno nel paese risalgono al marzo scorso. La Germania è il quarto paese europeo ad essere implicato nelle epidemie di AI di quest’anno (2010), dopo Romania, Belgio e UK. I casi del Belgio e del Regno Unito sono stati associati all’epidemia originale in Romania. L’origine della nuova epidemia tedesca non è stata chiarita e si dovrà accertare l’eventuale associazione con i casi precedenti in Europa, avvenuti precocemente quest’anno se si considera l’ecologia del vettore. (M.G.M.)

INTOSSICAZIONE DA TOSSINE TREMORGENICHE DI PENICILLIUM NEL CANE

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funghi del genere Penicillium, soprattutto P. crustosum, producono micotossine tremorgeniche e possibili composti tremorgenici. Uno studio descrive l’intossicazione accidentale con le suddette tossine di sei cani. I segni clinici includevano vomito, convulsioni, tremori, atassia e tachicardia, tutti segni indicativi di intossicazione a carico del sistema nervoso. La sintomatologia induceva a sospettare un avvelenamento da micotossine tremorgeniche. Un cane veniva soppresso nella fase acuta mentre altri 3 guarivano completamente entro alcuni giorni. Segni neurologici erano tuttavia presenti 4 mesi dopo l’avelenamento in due di questi soggetti. Uno di essi guariva completamente nei 2-3 mesi successivi mentre l’altro presenta ancora atassia 3 anni più tardi. Campioni di cibo, contenuto gastrico e/o biopsie gastriche relativi all’intossicazione venivano sottoposti ad analisi micologica e chimica. In tutti i casi si riscontrava penitrem A e, quando cercata, anche roquefortina C. Il fungo produttore di queste tossine, Penicillium crustosum, veniva identificato in tutti i casi per i quali si disponeva di materiale adatto per l’esame micologico (cibo o vomito). Si tratta, a conoscenza degli autori, della prima segnalazione che documenta la presenza di penitrem e roquefortina C negli organi di cani intossicati. Inoltre, lo studio indica che il tempo di guarigione dopo grave intossicazione da P. crustosum può essere protratto. (M.G.M.) “Poisoning of dogs with tremorgenic Penicillium toxins” G S Eriksen, K Hultin Jäderlund, A Moldes-Anaya, J Schönheit, A Bernhoft, G Jaeger, T Rundberget, I Skaar. Med Mycol. February 2010; 48(1): 188-196.

ESPRESSIONE SIMULTANEA DI DISPLASIA

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no studio ha analizzato la correlazione fenotipica tra displasia dell’anca e displasia del gomito nel cane. È stato utilizzato il punteggio radiografico di 1411 cani di diverse razze sottoposti a classificazione ufficiale di entrambe le condizioni. In questa popolazione, il rischio per un animale di essere simultaneamente affetto da displasia dell’anca e del gomito era pari a 1,67. Per un cane affetto da displasia del gomito, il rischio di essere affetto da displasia dell’anca aumentava all’aumentare del grado di displasia del gomito. Similmente, per un cane affetto da displasia dell’anca, il rischio di essere affetto da displasia del gomito aumentava all’aumentare del grado di displasia dell’anca. In un cane affetto da displasia dell’anca o del gomito, il clinico dovrebbe ricercare anche l’altra condizione. Data la bassa ma positiva correlazione, la selezione contro un carattere non influenza l’altro carattere in maniera sufficiente, quindi la selezione deve essere rivolta alla riduzione della displasia dell’anca così come a quella del gomito. (M.G.M.)


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