La Professione Veterinaria 31-2013

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laPROFESSIONE

Traguardi Intervista

VETERINARIA 31| 2013

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Zoo-management: non solo per eletti Viaggio nello Zoo Health Management. Intervista a Piero Laricchiuta, neo diplomato ECZM petenti (ASL, Ministeri, Forestale) e con il medico aziendale per tutelare la salute dei guardiani, l’organizzazione dei piani di controllo degli animali in entrata e in uscita dai giardini zoologici, nonché di protocolli di emergenza in caso di fuga di animali, la formazione del personale interno, la partecipazione alla realizzazione di exhibit, l’avvio di progetti di ricerca e conservazione. Il fine ultimo è tutelare la salute pubblica e benessere animale.

a tempo, Professione Veterinaria segue con interesse e ammirazione i traguardi dei diplomati italiani ai college europei. Il 22 agosto è stato Piero Laricchiuta a ricevere il Diploma ECZM (European College of Zoological Medicine). Al momento, quello di Laricchiuta è l’unico nome italiano nell’elenco dei Diplomati ECZM con specialità “Zoo Health Management”. Il ramo è di quelli “iperspecialistici”- ci ha spiegato dandoci la bella notizia - ma anche di quelli che non devono più passare inosservati.

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La medicina degli animali da zoo è una nicchia, una élite o una disciplina trascurata dai veterinari italiani? La medicina veterinaria degli animali da zoo è apparentemente una branca riservata a pochi eletti, in realtà è solo un ramo della medicina veterinaria che in Italia è completamente trascurato e ignoto a molti. Inutile dire che fuori dal Bel Paese la situazione è incredibilmente diversa: le Università hanno veri e propri dipartimenti dedicati alla medicina degli animali esotici, da zoo e selvatici, offrono internship, borse di studio per progetti di ricerca, master iper-specialistici tutti condotti da istruttori di eccellenza e veramente esperti in zoo and wildlife medicine. Attualmente, in Italia, la situazione è sicuramente migliorata rispetto a quando ho iniziato ad occuparmi di questo settore, circa 12 anni fa. Abbiamo creato una società specialistica, incrementato le nostre collaborazioni con le Università avviando progetti di ricerca e organizzato corsi di orientamento professionale. Ancora lontano il “goal” di vedere la Zoo Medicine come disciplina universitaria….ma ci arriveremo! Cosa vuol dire essere zoo health manager per un medico veterinario? Vuol dire riconoscere nel veterinario che lavora in uno zoo la sua multidisciplinarietà specialistica: un vero e proprio manager della salute animale. Il dipartimento veterinario in un giardino zoologico è uno dei fulcri principali attorno a cui ruota tutto il sistema zoo; ciò prevede non solo lo svolgimento delle attività prettamente medicoveterinarie, che già di per sé sono molto com-

Pietro Laricchiuta, nascita e laurea a Bari, ha una lunga esperienza internazionale negli zoo, da Singapore al Botswana. Le sue branche disciplinari sono la medicina interna, le malattie infettive, l’anestesia, la cattura e il trasporto degli animali da zoo. La sua esperienza abbraccia mammiferi, rettili e uccelli. Dal 2009 è responsabile Veterinario della collezione zoologica dello Zoo di Napoli. Questa estate, ha conseguito il Diploma presso lo European College of Zoological Medicine (ECZM). Il College ECZM nasce come evoluzione dello European College of Avian Medicine and Surgery (ECAMS). Le branche Specialistiche sono: Avian, Herpetology, Small mammal, Wildlife population health e Zoo Health Management. www.eczm.eu. Nelle foto di questa pagina, il Collega è ritratto durante vari momenti della pratica professionale; qui sopra è impegnato nel trasferimento dello scimpanzé Giuditta allo Zoo Safari di Fasano.

plicate, ma anche molte altre attività parallele in collaborazione con reparti interni ed esterni alla struttura zoologica. Questi alcuni dei compiti del Medico Veterinario in uno Zoo: la collaborazione con gli organi com-

Tabin Wildlife Reserve Borneo, esemplare di rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis).

Quanto contano la determinazione e la preparazione scientifica per arrivare a questo Diploma? Molto direi, ma come in ogni cosa la passione è il fattore determinante. All’inizio della mia carriera professionale mi era stato vivamente sconsigliato di intraprendere questa disciplina, anche perché non conosciuta in Italia. L’esperienza in Europa, Oltreoceano e l’incontro di seri professionisti italiani, mi ha permesso di lavorare in strutture zoologiche con dipartimenti ben organizzati a fianco di veri esperti del settore che mi hanno permesso di comprendere quello che è il ruolo di un veterinario nei giardini zoologici, come studiare e come far ricerca. Quali sono ad oggi le nuove conquiste della zoo medicine e quali quelle ancora da raggiungere? La zoo medicine è un ramo della medicina veterinaria in continua evoluzione. La ricerca si muove attorno allo studio della biologia e fisiologia delle diverse specie, patologie, farmacologia, alimentazione. Molti gli studi avviati sulla riproduzione assistita. Non mi interessa entrare nella polemica “zoo sì o no”, ma secondo il mio punto di vista gli zoo moderni vanno considerati come piccole arche che hanno il dovere di tutelare la biodiversità e il patrimonio genetico delle specie ospitate. La zoo medicine ha l’obbligo di contribuire a questo scopo, anche perché, se non ci sarà un cambio di rotta a breve, gli zoo rimarranno gli unici luoghi in cui vedere animali oramai estinti in natura. Come si traduce nella pratica professionale questo avanzato livello di preparazione? Qual è la tua esperienza? Con molta ansia... essere European Veterinary Specialist in Zoological Medicine e ricevere la lettera di ingresso al college che apre con “Of course together with Diplomate status come both benefits and responsibilities” spaventa. Il college in medicina degli animali da zoo è un college appena nato, tutti i diplomati hanno il compito di dare il loro contributo affinché questa disciplina si affermi e si sviluppi in Europa così come negli Stati Uniti. Oltre a continuare la mia formazione professionale, frequentando corsi specialistici e colleghi più esperti ed essere impegnato nella ricerca, cercherò di aprire internship e residency program per permettere ai colleghi interessati di accedere al diploma. Si trova lavoro in Italia? Che prospettive ci sono o potrebbero esserci? La situazione italiana è abbastanza particolare. Abbiamo gli Zoo ma molti di questi sprovvisti di veterinari esperti assunti a tempo pieno. All’estero i dipartimenti veterinari nei giardini zoologici tendono ulteriormente a settorializzarsi, inserendo nell’organico veterinari con specializzazioni specifiche come, ad esempio, medicina dei rettili, aviare, pesci, mammiferi acquatici, esperti in alimentazione e anatomopatologi. Negli Stati Uniti è necessario avere un veterinario specialista

Anestesia di un orso bruno per visita oculistica, Zoo di Napoli. ogni 300 animali. In Europa oramai richiedono il Diploma, master specialistici e certificazioni che provino la reale esperienza del candidato prima dell’assunzione. Nel nostro Paese, invece, la maggior parte dei gestori stipula contratti di collaborazione con liberi professionisti che lavorano su animali da compagnia/reddito con nessuna esperienza in animali da zoo riservandosi di chiamare lo specialista solo per casi complicati. Sino a quando i gestori non ci considereranno una risorsa piuttosto che una spesa, o non saranno obbligati per legge ad avere un veterinario specialista con esperienza dimostrabile a tempo pieno, ci saranno poche probabilità di trovare lavoro in Italia. Stesso discorso per i centri di recupero. Il titolo che hai conseguito può essere pubblicizzato. Credi che ci sia nell’opinione pubblica nazionale attenzione verso le specializzazioni e le qualifiche avanzate? Penso che il diploma sia un riconoscimento di categoria, spendibile tra colleghi e, nel mio caso, con le Autorità di controllo sul benessere animale degli animali da zoo. I nostri clienti chiamano non perché hai il diploma o qualche altro tipo di specializzazione, ma per il passaparola. La situazione pian piano cambierà così come cambierà l’attenzione nei confronti delle specializzazioni veterinarie nelle istituzioni. Consiglieresti ad un collega di prendere la strada di questo Diploma? Cosa gli diresti per incoraggiarlo? Qual è il primo passo da fare per iniziare questo percorso di formazione? Certo. Prima di intraprendere un settore specialistico è necessario avere solide basi in medicina veterinaria degli animali da compagnia. È importante frequentare una clinica in cui il veterinario ha la possibilità di turnare nei vari reparti e acquisire nozioni in emergenza, diagnostica per immagini, gestione dei pazienti ospedalizzati, chirurgia, anestesia e medicina interna. Il passo successivo è iscriversi e frequentare società specialistiche italiane ed estere. Sicuramente conta molto anche la passione, intraprendenza e un po’ di fortuna. ■

Chirurgia di un leone per otoematoma “Gloria”, Zoo di Napoli.


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