Professione Veterinaria, Anno 2008, Nr 8

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laPROFESSIONE

SIDEV - SIVAE Focus

VETERINARIA 8 | 2008

La dermatologia delle specie aviari La seconda giornata dell’incontro SIDEV-SIVAE è stata dedicata alla dermatologia delle specie aviari, con relatore Lorenzo Crosta te dei casi l’impiego per la cattura e la contenzione di una salvietta, che nasconde la mano impedendo di spaventare l’animale, è un buon sistema. La visita, che deve essere completa e sistematica, va seguita di solito dall’esecuzione di esami collaterali (ematochimici, sierologici, batteriologici, radiografici, ecc.) per raccogliere le informazioni minime adeguate a raggiungere una diagnosi. Anche negli uccelli è possibile eseguire biopsie cutanee, che devono sempre comprendere un tratto di cute colpita (con un follicolo) e uno di cute sana. Il ricorso ad un patologo esperto in patologia aviare è indispensabile per ottenere informazioni attendibili. Rogna knemidocoptica a livello del becco in un pappagallo ondulato.

di MARTA AVANZI SIVAE ’intervento introduttivo ha illustrato le caratteristiche anatomiche della cute degli uccelli, caratterizzata dalla presenza delle penne, la cui funzione, oltre a quella ovvia del volo, è anche di termoregolazione, impermeabilizzazione, corteggiamento, riconoscimento di specie e mimetismo. La cute aviare è molto sottile e delicata, relativamente priva di ghiandole, anche se i suoi cheratinociti producono lipidi, tanto da poter considerare tutta la cute come un’unica ghiandola. La principale ghiandola degli uccelli, assente in alcune specie, è l’uropigio, posto alla radice delle penne della coda. Il suo secreto viene distribuito sulle penne, rendendole impermeabili e aiutando a mantenerle in buone condizioni. Le penne, diversificate strutturalmente secondo la loro funzione (volo, isolamento termico, recettori di posizione) sono dotate ciascuna di innervazione che ne segnala la posizione. Non tutta la cute è uniformemente rivestita di penne: alcune zone (apterili) ne sono prive ma ricoperte dalle penne delle aree circostanti (pterili). Le penne vengono rinnovate periodicamente con la muta, analoga alla muta dei mammiferi; la penna in crescita possiede una vascolatura prominente e sanguina profusamente se viene spezzata.

L

DEPLUMAZIONE Le alterazioni delle penne sono sempre condizioni anomale e vanno distinte in modificazioni acquisite durante lo sviluppo della penna (patologie sistemiche o follicolari) o dopo la sua formazione (traumi esterni o autoindotti).Le mutazioni cromatiche possono essere genetiche, di origine nutrizionale/carenziale, secondarie ad epatopatie o malattie virali (da circovirus: malattia del becco e delle penne o PBFD). In caso di eventi stressanti (es. digiuno o malattie) le penne in sviluppo possono mostrare la formazione di striature trasversali, dette appunto barrature da stress. La deplu-

mazione attiva, una presentazione molto frequente nei pappagalli in cattività e indicata con il termine di Feather Destructive Behavior, può riconoscere molte cause, talvolta difficili da identificare: infettive, parassitarie, nutrizionali, allergiche, ormonali, traumatiche o comportamentali. Spesso, anche se la causa primaria scompare, permane il comportamento distruttivo acquisito. La condizione presenta un’ampia gamma di gravità, dalla masticazione o strappamento delle penne all’automutilazione. Per giungere alla diagnosi sono spesso necessari esami approfonditi: emochimici, radiografici, sierologici (per PBFD, polyomavirus e psittacosi), colturali, bioptici. Le patologie che causano una deplumazione passiva, con perdita di penne e piume e mancata o ridotta ricrescita, richiedono lo stesso iter diagnostico della deplumazione attiva. Tra le cause principali vi sono importanti malattie virali - come la malattia del becco e delle penne (PBFD) causata da un circovirus e la polyomavirosi -, malattie batteriche, micotiche e parassitarie e, raramente, endocrine.

LA CUTE E IL BECCO

Lesioni cutanee vaiolose in un canarino.

Cinerino con infezione da circovirus (PBFDV): si noti l’alterazione di colore di alcune penne che sono diventate rosa.

VISITA E CONTENZIONE La visita clinica del paziente aviare presenta molti punti in comune con quella dei pazienti più tradizionali, ma anche alcune particolarità. La più importante è la tendenza degli uccelli ammalati a nascondere la loro condizione assumendo un comportamento normale, quando si sentono osservati o minacciati. Valutare l’uccello da una certa distanza, mentre si raccoglie l’anamnesi, può quindi permettere di cogliere importanti indizi sul suo stato di salute.Tranne che per i pazienti più mansueti e abituati ad essere manipolati, la cattura e la contenzione degli uccelli richiede delicatezza ed esperienza, per evitare di provocare lesioni (anche all’operatore, nel caso di uccelli dal becco potente come gli ara, in grado di causare gravi lesioni alle dita). Nella maggior par-

Cinerino con grave deplumazione attiva. L’automutilazione è stata scatenata dalla morte della compagna.

Cacatua con deplumazione attiva. Il soggetto era tenuto in un negozio e alimentato a semi. Cambiando il management e correggendo l’alimentazione il problema si è risolto senza bisogno di ricorrere a farmaci.

Molte patologie colpiscono primariamente la cute, causando lesioni quali papule e pustole, croste, tumori e papillomi. Il vaiolo rappresenta un gruppo di patologie da poxvirus aviari, piuttosto comuni; in Italia colpisce soprattutto colombi e canarini. Nella sua forma cutanea causa papule, pustole e croste. Altre forme virali sono causate da herpesvirus, papillomavirus, il circovirus della PBFD o il polyomavirus. Le forme allergiche sono riportate aneddoticamente, ma mancano dimostrazioni definitive della loro esistenza, anche se alcuni casi rispondono alle modificazioni dietetiche (eliminazione di noci, mais, girasole, arance) e si sospettano inoltre allergie ad Aspergillus e agli acari della polvere. Le cisti delle penne (ipopteronosi cistica) sono frequenti nei canarini, in cui si sospetta una pre-

Ipopteronosi cistica a livello dell’ala in un Ara.

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disposizione genetica. Le cisti possono essere asportate chirurgicamente, ma è necessaria un’ottima emostasi per evitare emorragie fatali.I tumori cutanei non sono infrequenti negli uccelli e in genere presentano una minor propensione a causare metastasi. Tra i tumori più comuni si osservano xantomi, lipomi, carcinomi, fibrosarcomi e tumori dell’uropigio.Il becco degli uccelli, che è formato da una base ossea rivestita da una guaina di cheratina, è una struttura in crescita continua che richiede un consumo regolare. Il becco può andare incontro a patologie traumatiche come ad esempio le fratture, di interesse ortopedico, ma anche a patologie dermatologiche quali infezioni batteriche, virali o micotiche e parassitarie. Può presentare inoltre lesioni neoplastiche e subire alterazioni dello sviluppo a causa di patologie sistemiche o fattori nutrizionali.

IL PIEDE AVIARE Il piede aviare può essere interessato da una frequente patologia, la pododermatite (bumblefoot), la cui gravità varia da una leggera desquamazione a una grave infezione dei tessuti molli accompagnata da osteomielite. Nelle forme avanzate la prognosi è riservata o infausta, e ogni precauzione va posta nella prevenzione, che si attua con una dieta appropriata e l’uso di posatoi adeguati alla specie. La terapia, secondo la gravità, si basa sulla somministrazione di antibiotici, analgesici e antisettici topici o sull’intervento chirurgico. Nei pappagalli del genere Amazona è descritta una patologia detta necrosi del piede che si manifesta con ulcere pruriginose e autotraumatismo. L’eziologia non è chiara, ma si sospettano reazioni immunomediate o allergiche con infezioni secondarie. Curiosamente, sono più colpiti i pappagalli dei fumatori, nel qual caso talvolta per osservare dei miglioramenti è sufficiente che il proprietario si lavi le mani prima di toccare il pappagallo. Anche il miglioramento della dieta e delle condizioni ambientali, nonché l’applicazione topica di prodotti antibiotico-cortisonici, può essere di aiuto. In alcuni pappagalli, in particolare inseparabili (Agapornis) e calopsitte (N. hollandicus) si osserva una sindrome detta dermatite cronica ulcerativa del patagio. Si sospetta un’eziologia infettiva, visto l’andamento epidemico che può assumere la condizione. Il trattamento prevede la somministrazione di vitamina E, pulizia delle lesioni e loro bendaggio, trattamento delle infezioni secondarie. Nelle forme croniche la risoluzione è molto difficile e le recidive sono frequenti.

TRATTAMENTO FARMACOLOGICO I trattamenti farmacologici negli uccelli sono per la maggior parte dei casi su base empirica, mancando specifici studi. In generale si impiegano gli stessi principi attivi usati nei mammiferi, ma con dosaggi e frequenza di somministrazione superiori, a causa dell’elevato metabolismo di questa classe di animali. Le vie di somministrazione più frequenti sono quella orale (diretta, mentre è sconsigliato porre i farmaci nell’acqua di bevanda) e intramuscolare nei muscoli pettorali. Prodotti topici quali creme e pomate non vanno applicate dove sono presenti piume, perché disturbano l’animale e possono indurre autodeplumazione, ma vanno riservate alle aree cutanee prive di penne, come le zampe e la faccia. Spesso i farmaci possono essere applicati sul piumaggio tramite aerosol impiegando soluzioni medicate. Il collare elisabettiano rappresenta una soluzione estrema per impedire la deplumazione attiva e l’autotraumatismo. ■


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