Progetto Susreg

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Co-funded by the Intelligent Energy Europe Programme of the European Union

Aree produttive ed Efficienza energetica linee guida



Nel 2013 la Provincia di Treviso ha aderito al Progetto Europeo SUSREG (Stimulating SUStainable REGional Development by means of a Structured Process Approach) finanziato dalla Commissione Europea all’interno del Programma Energia Intelligente per l’Europa, motivata dalla volontà di creare un’occasione di riflessione e confronto tra Imprese, Enti Locali e mondo professionale sui temi dell’efficienza energetica. Ciò ha consentito la realizzazione di una serie di iniziative mirate alla sperimentazione delle strategie individuate dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale per la riqualificazione delle aree produttive strategiche, e ha gettato le basi per creare la necessaria integrazione tra pianificazione di area vasta e pianificazione energetica, quest’ultima attuata dai Comuni attraverso i Piani di Azione per L’Energia Sostenibile.

Il presente lavoro vuole focalizzare l’attenzione del lettore sulle possibili Azioni da mettere in campo per ripensare le aree produttive in chiave di sostenibilità energetica, e di conseguenza ambientale ed economica, incentivando sinergie e collaborazioni tra le aziende che operano nel medesimo contesto e tra soggetti pubblici e privati, per perseguire un obiettivo comune che non si concretizza solamente nella riduzione delle emissioni di CO2, ma anche nella volontà di favorire la competitività e lo sviluppo delle nostre realtà imprenditoriali e del territorio. Leonardo Muraro Presidente della Provincia di Treviso


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Lavoro realizzato all’interno del progetto europeo SUSREG finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma Intelligent Energy Europe


SOMMARIO

I.

Pianificazione e sistema produttivo in Provincia di Treviso

ALLEGATO A Schede Azioni

II.

Il Patto dei sindaci e la redazione dei PAES

ALLEGATO B Scheda Audit Preliminare

III.

Le OpportunitĂ Finanziarie per Imprese ed Enti Locali

IV.

Il progetto SUSREG e le Azioni per il risparmio energetico nelle Aree Produttive


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I. PIANIFICAZIONE E SISTEMA PRODUTTIVO IN PROVINCIA DI TREVISO

Il governo del territorio della Provincia di Treviso è demandato all’applicazione della Legge Regionale 23 aprile 2004, n. 11 “norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio”, che definisce l’articolazione e i contenuti degli strumenti di pianificazione urbanistica comunali (Piano di Assetto del Territorio e Piano degli Interventi), e di quelli afferenti la pianificazione di coordinamento sia a livello provinciale (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) che regionale (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento). Il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) viene individuato come lo strumento di pianificazione di area vasta capace di tutelare gli interessi pubblici che non possono essere garantiti su scala

comunale e che necessitano di una visione più ampia del territorio, configurandosi come strumento di indirizzo e coordinamento nei confronti degli strumenti urbanistici comunali. L’ art.22, della L.R.11/04, demanda al PTCP il compito di delineare le strategie e le azioni in grado di coniugare sviluppo e riqualificazione del territorio ed in particolare, al comma 1 lett.l, di individuare i criteri di valorizzazione dei distretti produttivi. Il panorama produttivo fotografato dal PTCP è caratterizzato dalla presenza di una moltitudine di insediamenti di piccola e media dimensione distribuiti sul territorio in modo capillare. Le aree produttive vivono a stretto contatto con i centri abitati, con le aree di pregio


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naturalistico, con le attività agricole e non di rado risultano prive di servizi, di infrastrutture (rete fognaria, depuratori ecc.) e di collegamenti con la viabilità primaria (ferrovie, autostrade, aeroporti...). Nel 2004, sono state rilevate 1077 aree produttive che complessivamente occupano circa 78 milioni di mq di suolo, con una media di 11 aree per comune. Oggi molte di queste aree a causa della forte crisi economica che ha caratterizzato il panorama nazionale negli ultimi anni, risultano sottoutilizzate. Le difficoltà derivanti dalla gestione di un sistema così diffuso, sono evidenti e riguardano principalmente la predisposizione di servizi e collegamenti infrastrutturali adeguati, ma anche la sostenibilità ambientale ed energetica di aree che solo in alcuni casi appartengono a distretti produttivi consolidati, e nelle maggioranza dei casi presentano una forte diversificazione funzionale ospitando nello stesso ambito areale attività commerciali, produttive e destinate al terziario. Il Piano al fine di contenere il depauperamento del territorio e il proliferare di insediamenti sparsi e poco funzionali, propone una graduale riduzione del fenomeno di disseminazione delle attività produttive, da attuare mediante

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Estratto tavola 41B PTCP Provincia di Treviso

l’aggregazione delle aree minori o mal servite in aree strategiche ben collegate o ben collegabili ai nodi infrastrutturali, nelle quali incentivare una riorganizzazione in chiave ecologica e sostenibile dei processi


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di produzione, razionalizzando il sistema dei servizi, migliorando il sistema della logistica, della qualità urbana e dell’efficienza energetica. Pertanto gli obbiettivi da perseguire a lungo termine sono così definiti: • sviluppo e riqualificazione del 10% dei siti produttivi individuati quali “piattaforme strategiche” sulle quali avviare la realizzazione di APEA - Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate; • riconversione del 90% dei siti produttivi non idonei allo sviluppo, anche con funzioni legate alla produzione di energia da fonti rinnovabili; • diminuzione della produzione di CO2 come conseguente positiva ricaduta dei primi due obiettivi. Come precisato dalla legge urbanistica regionale precedentemente citata “Il governo del territorio si attua attraverso la pianificazione, urbanistica e territoriale del Comune, della Provincia e della Regione”; in un sistema che si basa sul principio di sussidiarietà, il coordinamento tra i diversi livelli di pianificazione diventa il principale presupposto per una corretta attuazione delle strategie. Attualmente il coordinamento tra gli strumenti di

pianificazione di livello Comunale e Provinciale è già realtà, grazie soprattutto all’impegno profuso dalle amministrazioni nelle attività di copianificazione opportunamente previste dalla legge regionale 11/2004. Più inusuale se non ancora inesistente è il tentativo di far dialogare gli strumenti di pianificazione territoriale con i piani di settore, come ad esempio i PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile) che pur presentando azioni che non determinano una ricaduta diretta sul governo del territorio, trovano nell’applicazione delle strategie degli strumenti di pianificazione il mezzo per il raggiungimento dei risultati prestazionali. Da queste considerazioni nasce la volontà di sviluppare nel progetto europeo SUSREG ( di cui si parlerà più avanti) un’esperienza di studio che parte dalle linee strategiche del PTCP, trova riscontro nelle previsioni degli strumenti di pianificazione comunale e si confronta con le tematiche di competenza dei PAES, proponendo la stesura di un complesso di azioni dedicate alle aree produttive e contribuendo alla sensibilizzazione degli stakeholders sull’opportunità di intraprendere iniziative comuni e di investire su iniziative capaci


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Estratto PI Comune di Casier Area Produttiva Bigonzo di trasformare le aree produttive in aree “smart” sia in termini ambientali che energetici. Il Piano degli Interventi (PI) del Comune di Casier, per la riconversione e lo sviluppo delle aree produttive del suo territorio, recepisce le linee strategiche del PTCP e sottolinea l’importanza dell’efficientamento energetico, impegnandosi a diffondere la cultura della sostenibilità ambientale, architettonica ed energetica degli interventi. In attuazione delle previsioni del PAT, il PI individua, tra “le dieci priorità degli accordi pubblico-privato” il tema della certificazione energetica ed ambientale delle nuove costruzioni: “L’efficienza energetica rappresenta la capacità di sfruttare l’energia fornita ad un sistema industriale, civile ed abitativo per soddisfarne il fabbisogno. Minori sono i consumi e migliore è l’efficienza energetica della struttura. La riflessione implica la necessità di implementare un nuovo modus professionale-disciplinare che sappia coniugare le ragioni della sostenibilità ambientale con le necessità di un’economia e di un’organizzazione sociale sostenibili e che, nel quadro culturale di un approccio olistico e interdisciplinare


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al tema della progettazione e della pianificazione, sappia spostare l’obiettivo dell’architettura dalla qualità del progetto, pur necessaria, alla qualità dell’abitare. L’Amministrazione Comunale intende dare mandato al PI affinché siano sensibilizzati i Cittadini e gli Operatori attivi nei processi di trasformazione del nostro Comune…” In linea con le previsioni del PI l’Amministrazione comunale ha collaborato alle attività di sperimentazione sull’area produttiva Bigonzo, oggetto del Caso Studio previsto dal progetto SUSREG, impegnandosi sia nella fase di analisi che nella fase di disseminazione, facilitando inoltre l’inserimento della tematica delle aree produttive nel PAES Medio Sile che il Comune di Casier ha redatto in collaborazione con il Comune di Casale Sul Sile.


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II. IL PATTO DEI SINDACI E LA REDAZIONE DEI PAES

Dopo l’adozione del Pacchetto europeo su clima ed energia nel 2008, la Commissione Europea ha lanciato il Patto dei Sindaci per avallare e sostenere gli sforzi compiuti dagli enti locali nell’attuazione delle politiche nel campo dell’energia sostenibile. I governi locali, infatti, svolgono un ruolo decisivo nella mitigazione degli effetti conseguenti al cambiamento climatico, soprattutto se si considera che l’80% dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 è associato alle attività urbane. Per le sue singolari caratteristiche - essendo l’unico movimento di questo genere a mobilitare gli attori locali e regionali ai fini del perseguimento degli obiettivi europei - il Patto dei Sindaci è considerato dalle istituzioni europee come un eccezionale modello di governance multilivello.

Al fine di tradurre il loro impegno politico in misure e progetti concreti, i firmatari del Patto si impegnano a preparare un Inventario di Base delle Emissioni e a presentare, entro l’anno successivo alla firma, un Piano d’Azione per l’energia sostenibile in cui sono delineate le azioni principali che essi intendono avviare. Al di là del risparmio energetico, i risultati delle azioni dei firmatari sono molteplici: la creazione di posti di lavoro stabili e qualificati non subordinati alla delocalizzazione; un ambiente e una qualità della vita più sani; un’accresciuta competitività economica e una maggiore indipendenza energetica. Benché un numero sempre crescente di comuni stia dimostrando la propria volontà politica di aderire al Patto, non sempre


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Piani di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) Aggiornamento luglio 2015

Legenda Comuni coordinati da Provincia - gruppo 1

Comuni con PAES redatto/in corso di redazione

Comuni coordinati da Provincia - gruppo 2

Comuni iscritti al Patto dei Sindaci

Comuni coordinati da Provincia - gruppo 3


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questi dispongono delle risorse finanziarie e tecniche per tener fede agli impegni assunti. Per questo motivo all’interno del Patto è stato attribuito un ruolo specifico alle amministrazioni pubbliche e alle reti in grado di assistere i firmatari nel perseguimento dei loro ambiziosi obiettivi. Infatti i Coordinatori del Patto, comprese le province, le regioni e le autorità nazionali, offrono ai firmatari consulenza strategica nonché assistenza tecnico-finanziaria. Una rete di enti locali, nota come i Sostenitori del Patto, è impegnata invece ad amplificare al massimo l’impatto dell’iniziativa con attività promozionali, collegamenti tra i membri e piattaforme di condivisione delle esperienze. Oltre all’assistenza di tipo finanziario, i Coordinatori del Patto di norma aiutano i firmatari a redigere gli inventari delle emissioni di CO2 nonché a preparare e attuare i Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile. I Coordinatori del Patto sono considerati dalla Commissione Europea quali alleati chiave dell’Ufficio del Patto dei Sindaci, in quanto svolgono un ruolo decisivo nel raggiungere le autorità locali all’interno del loro territorio e fornire ai firmatari l’assistenza tecnica, finanziaria,

amministrativa e politica necessaria per adempiere ai loro impegni. Nel Giugno 2012 la Provincia di Treviso è diventata Coordinatore del Patto dei Sindaci adottando formalmente un protocollo che cita “A tal fine la Provincia di Treviso ha intenzione di lanciare un programma di accompagnamento e supporto specifico per assicurare i Comuni nel percorso del Patto dei Sindaci, promuovendo un sistema stabile e costante di coordinamento territoriale”. In virtù di ciò la Provincia ha proposto alle Amministrazioni Comunali del proprio territorio una metodologia comune per la redazione dei PAES (raccolta dei dati e calcolo delle emissioni di CO2) anche al fine di poter avviare dei momenti di confronto tra gli stessi Comuni, metodologia che è stata accettata dal Centro Comune di Ricerca (CCR) della Commissione europea, responsabile dell’analisi e dell’approvazione dei PAES. Il protocollo ha coinvolto tre gruppi di comuni: • primo gruppo (Carbonera, Cison di Valmarino, Conegliano, Ponte di Piave, Resana e Santa Lucia di Piave) per un totale di 76.250 abitanti, sottoscrizione protocollo con i Comuni nel marzo 2013


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Patto dei SIndaci La firma

e conclusione con approvazione da parte dei Comuni dei rispettivi PAES a luglio 2014; • secondo gruppo (Mogliano Veneto, Paese, Quinto di Treviso, San Biagio di Callalta, Silea e Vedelago) per un totale di 84.972 abitanti, sottoscrizione protocollo con i Comuni nell’ ottobre 2014 e conclusione del percorso PAES a settembre 2015; • terzo gruppo (Altivole, Castello di Godego, Follina, Miane, Moriago della Battaglia, Riese Pio X, Segusino, Valdobbiadene, Vidor e Zero Branco) per un totale di 58.513 abitanti, sottoscrizione protocollo con i Comuni nel luglio 2015 e conclusione del percorso PAES previsto a giugno 2016.

Altri Comuni, che hanno intrapreso il percorso PAES in maniera autonoma, hanno comunque avuto contatti con la Provincia su questo tema. Infine i comuni di Casier e Casale sul Sile, che si sono impegnati nella redazione del PAES Medio Sile, hanno formalmente chiesto il coordinamento per la redazione dei PAES e la successiva fase di attuazione e di monitoraggio.


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III. LE OPPORTUNITA’

FINANZIARIE

PER IMPRESE ED ENTI LOCALI

Il conseguimento degli obbiettivi di riduzione dei consumi energetici, e del graduale passaggio dall’uso delle fonti di energia tradizionale alle fonti di energia rinnovabile, può essere raggiunto coordinando due linee di intervento, una di tipo comportamentale/ culturale e una di tipo strutturale. La prima è quella che permette di ottenere risparmi immediati, attuando una politica di gestione del sistema energetico aziendale e investendo sulla formazione dei dipendenti in merito ad una corretta e virtuosa gestione delle risorse (per es. areando i locali quando i sistemi di riscaldamento o di raffrescamento sono spenti, spegnendo le luci quando non si è presenti, selezionando l’opzione di risparmio energetico sui p.c. ecc.).

La seconda linea di intervento è quella che presuppone investimenti finanziari più importanti, legati alla necessità di intervenire sulla dotazione impiantistica e sull’involucro edilizio, provvedendo in primo luogo alla redazione di una Diagnosi Energetica di dettaglio, che possa definire gli interventi più appropriati alle caratteristiche dell’azienda studiata. In termini operativi una delle possibilità che le piccole e medie imprese hanno, per eseguire una Diagnosi Energetica e realizzare gli interventi di riduzione dei consumi, senza prevedere un oneroso impegno finanziario, è quella di rivolgersi ad una Energy Service Company (E.S.Co.). Le E.S.Co. eseguono l’Audit Energetico


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e implementano le soluzioni emerse a valle dell’Audit stesso, tutelando l’imprenditore dal rischio inerente all’adozione di tecnologie e tecniche d’avanguardia e dalla loro ripercussione economica e finanziaria sull’impresa stessa, sollevandolo dalla necessità di reperire risorse finanziarie per la realizzazione dei progetti, gestendo sia la progettazione che la realizzazione dell’intervento, facendosi carico dell’investimento iniziale e della manutenzione per la durata del contratto (compresa usualmente fra i cinque ed i dieci anni). Uno degli aspetti più innovativi e promettenti di una E.S.Co. è dunque la possibilità di offrire un servizio globale a «costo zero» per il cliente, che abbia intenzione di migliorare le performance energetiche della propria azienda. Per sensibilizzare l’interesse del mondo imprenditoriale all’importanza dei temi energetici ed avvicinarlo alle possibilità che il mercato offre per la concreta realizzazione degli interventi, nell’ambito del Progetto SUSREG è stata predisposta una scheda di Audit Energetico (Allegato B) compilabile dagli imprenditori in completa autonomia e senza l’ausilio di tecnici specializzati. La scheda è stata pensata per

il conseguimento di un duplice obiettivo, il primo legato alla necessità di raccogliere i dati energetici del comparto produttivo “Bigonzo“ di Casier e il secondo, quello di fornire all’imprenditore uno strumento che gli permetta di prendere coscienza dell’incidenza che la gestione energetica ha sul bilancio economico e produttivo dell’azienda. Di seguito, si presenta una rassegna delle possibilità di finanziamento (presenti ad oggi sul panorama internazionale) che le imprese potranno prendere in considerazione in modo autonomo, nel caso in cui dispongano di capitali da investire o richiedendo l’intervento di una E.S.Co che, oltre a coprire i costi iniziali, potrà gestire anche la fase di ricerca e captazione dei finanziamenti stessi. FINANZIAMENTI COMUNITARI DERIVANTI DAL FONDO FESR Fondo europeo di Sviluppo Regionale, al quale si accede tramite il POR (2014-2020), e precisamente tramite bandi emanati periodicamente dalle Regioni in merito alle seguenti azioni: Azione 4.1.1: Promozione dell’ecoefficienza e riduzione di consumi di energia


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primaria negli edifici e strutture pubbliche: interventi di ristrutturazione di singoli edifici o complessi di edifici, installazione di sistemi intelligenti di telecontrollo, regolazione, gestione, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici (smart buildings) e delle emissioni inquinanti anche attraverso l’utilizzo di mix tecnologici; Azione 4.1.3: Adozione di soluzioni tecnologiche per la riduzione dei consumi energetici delle reti di illuminazione pubblica, promuovendo installazioni di sistemi automatici di regolazione (sensori di luminosità, sistemi di telecontrollo e di telegestione energetica della rete); Azione 4.2.1: Incentivi finalizzati alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas climalteranti delle imprese e delle aree produttive compresa l’installazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile per l’autoconsumo, dando priorità alle tecnologie ad alta efficienza; Azione 4.3.1: Realizzazione di reti intelligenti di distribuzione dell’energia (smart grids) e interventi sulle reti di trasmissione strettamente complementari e volti ad incrementare direttamente la distribuzione di energia prodotta da fonti rinnovabili, introduzione di apparati

provvisti di sistemi di comunicazione digitale, misurazione intelligente e controllo e monitoraggio come infrastruttura delle “città”, delle aree periurbane e delle “aree interne”; Azione 4.4.1: Promozione dell’efficientamento energetico tramite teleriscaldamento e teleraffrescamento e installazione di impianti di cogenerazione e trigenerazione. PROGRAMMA HORIZON 2020 energia e innovazione Il programma è strutturato secondo tre macroaree di intervento o pilastri (pillars): Eccellenza scientifica (Excellent science), Leadership industriale (Industrial technology leadership), Sfide per la società (Societal challenges) e prevede tra l’altro il programma Innovation in SMEs, a cui possono accedere le PMI dei Paesi Membri con progetti presentati a titolo di singola figura giuridica, senza la compartecipazione di altre imprese, e sono finanziabili al 100% dei costi eleggibili con fondo perduto nelle fasi di business plan e di sviluppo del progetto. Il bando maggiormente interessante per ottenere contributi per il miglioramento energetico delle PMI è sicuramente SIE-


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01-2014 “Stimulating the innovation potential of SMEs for a low carbon energy system” all’interno della call H2020SMEINST-2-2014 “Horizon 2020 dedicated SME Instrument –Phase 2 2014” il quale implementa lo schema di finanziamento dello SME Instrument, finanziato per il 70% dei costi totali ammissibili. Lo SME Instrument è specificamente destinato alle PMI (articolo 22 del regolamento (UE) n. 1291/2013) per sostenere le attività di ricerca e di innovazione e le capacità delle PMI nel corso delle varie fasi del ciclo di innovazione. CERTIFICATI BIANCHI I certificati bianchi, anche noti come “Titoli di Efficienza Energetica” (TEE), sono titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi energetici negli usi finali di energia attraverso interventi e progetti di incremento di efficienza energetica. Il sistema dei certificati bianchi è stato introdotto nella legislazione italiana dai Decreti Ministeriali del 20 luglio 2004 e s.m.i. e prevede che i distributori di energia elettrica e di gas naturale raggiungano annualmente determinati obiettivi quantitativi di risparmio di

energia primaria, espressi in Tonnellate Equivalenti di Petrolio risparmiate (TEP). Un certificato equivale al risparmio di una tonnellata equivalente di petrolio (TEP). Le aziende distributrici di energia elettrica e gas possono assolvere al proprio obbligo realizzando progetti di efficienza energetica che diano diritto ai certificati bianchi oppure acquistando i TEE da altri soggetti sul mercato dei Titoli di Efficienza Energetica organizzato dal GME. Possono presentare progetti per il rilascio dei certificati bianchi le imprese distributrici di energia elettrica e gas con più di 50.000 clienti finali (“soggetti obbligati”), le società controllate da tali imprese, i distributori non obbligati, le società operanti nel settore dei servizi energetici, le imprese e gli enti che si dotino di un energy manager o di un sistema di gestione dell’energia in conformità alla ISO 50001. CONTO TERMICO Il Decreto Ministeriale del 28 dicembre 2012, cosiddetto Conto Termico, definisce un regime di sostegno per interventi di piccole dimensioni per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per l’incremento dell’efficienza energetica. I soggetti privati (condomini e soggetti


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titolari di reddito di impresa o di reddito agrario), sono ammessi per gli interventi di cui all’articolo 4, comma 2 del Decreto, ovvero: • Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di pompe di calore, con potenza termica nominale fino a 1000 kW; • Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento delle serre esistenti e dei fabbricati rurali esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomassa, con potenza termica nominale fino a 1000 kW; • Installazione di collettori solari termici, anche abbinati a sistemi di solar cooling, con superficie solare lorda fino a 1000 m2; • Sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore. Il decreto mette a disposizione 700 milioni di euro per interventi realizzati da soggetti privati. DETRAZIONI FISCALI SUGLI INTERVENTI DI RISPARMIO ENERGETICO La detrazione fiscale è prevista nella misura

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del 65% se la spesa è sostenuta nel periodo compreso tra il 6 giugno 2013 e il 30 giugno 2015. Per le spese che saranno effettuate dal 1° luglio 2015 al 30 giugno 2016, la detrazione fiscale è pari al 50%. Infine dal 1° gennaio 2016 (per i condomini dal 1° luglio 2016) l’agevolazione sarà sostituita con la detrazione fiscale del 36% prevista per le spese relative alle ristrutturazioni edilizie. Interventi ammissibili: • Riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento; • Miglioramento termico dell’edificio (coibentazioni - pavimenti – finestre, comprensive di infissi); • Installazione di pannelli solari; • Sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.


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IV. IL PROGETTO SUSREG E LE AZIONI PER

IL RISPARMIO ENERGETICO DELLE AREE PRODUTTIVE

La Provincia di Treviso, con D.G.P. n.163/50446 del 07/05/2012, ha deciso di aderire al progetto denominato SUSREG (Stimulating SUStainable REGional Development by means of a Structured Process Approach), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma Intelligent Energy Europe. L’obiettivo di progetto, in linea con le previsioni del PTCP, è quello di favorire lo sviluppo sostenibile nell’ambito della pianificazione urbana delle aree produttive e di incentivare l’uso di sistemi di risparmio energetico e produzione di energia da fonti rinnovabili, tramite la costruzione di un metodo di lavoro che coinvolga le amministrazioni locali, le associazioni di categoria, i professionisti e gli imprenditori, e promuova la diffusione di conoscenze

e competenze nel settore delle energie rinnovabili e della pianificazione sostenibile. Il cuore delle attività di progetto riguarda la sperimentazione di un Caso Studio sull’area produttiva “Bigonzo” di Dosson di Casier, scelta tra le aree produttive strategiche individuate dal PTCP. Le attività comprendono la definizione di un metodo di lavoro per la stesura di un Piano d’Azione e la stesura di un pacchetto di Azioni per l’efficientamento dell’area produttiva, replicabili anche in altri contesti produttivi, ed integrabili nella struttura dei PAES che sino ad oggi, in Regione Veneto, non hanno mai trattato la tematica delle aree produttive. L’esperienza del progetto SUSREG ha messo in luce le difficoltà che le


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Schema di progetto

METODO

replicabilità altri luoghi integrabilità altri piani

EFFICIENZA ENERGETICA AREA PRODUTTIVA

Formazione

ANALISI

PIANO D’AZIONE Toolbox

RETE

Imprese - Enti locali Finanziatori

Amministrazioni Locali incontrano nel definire un corretto quadro esigenziale dei comparti produttivi, dovute soprattutto alla frammentarietà della realtà locale, alla mancanza di un continuo monitoraggio dei quadri conoscitivi degli strumenti urbanistici, e al difficile dialogo con il settore privato che spesso vede con sospetto le iniziative di studio e di ricerca delle amministrazioni, alle quali sono demandate anche funzioni di controllo. In particolare il quadro dei consumi energetici d’area risulta di difficile acquisizione, in primo luogo perché i dati reperibili generalmente si riferiscono a comparti comunali e non alla singola area, ed in secondo luogo perché i gestori di rete data la necessità di garantire la privacy

dei loro clienti e le regole del mercato concorrenziale, difficilmente mettono a disposizione i dati delle loro utenze. L’operazione di rilievo dati, per i singoli comparti produttivi, dipende dunque dalla capacità dell’amministrazione di costruire un rapporto di fiducia e di fattiva collaborazione con gli imprenditori insediati nell’area e dalla loro sensibilità nei confronti delle tematiche energetiche. La sensibilizzazione ha assunto dunque un ruolo preponderante, tra le attività di sperimentazione del Caso Studio, soprattutto perchè rivolta non solo al mondo imprenditoriale ma anche a quello professionale. La creazione di occasioni pubbliche (corsi di formazione, seminari e workschop) di


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dialogo e confronto tra amministratori, mondo accademico, imprenditori e professionisti sui temi energetici e sulle opportunità economiche che si possono cogliere, è risultata la strategia vincente per la costruzione di un rapporto di fiducia tra pubblico e privato, facilitando la campagna di Audit, e la costruzione della rete di contatti utile alla definizione delle Azioni. Una delle prime riflessioni sull’attuale gestione delle aree produttive, derivante dall’esperienza fatta nell’ambito del Susreg, ma anche dallo studio delle esperienze già maturate in altri ambiti territoriali come l’Emilia Romagna e il Friuli di Venezia Giulia che da anni lavorano sulle APEA (Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata), è che per garantire la capacità di coordinamento e di valorizzazione delle sinergie fra le imprese insediate, e trasformare le aree produttive in aree competitive, risulta essenziale la presenza di un Soggetto Gestore. Il Soggetto Gestore rappresenta l’organo direzionale che può costituire il vero motore del processo di riqualificazione dell’area produttiva, svolgendo un ruolo di promotore e/o gestore dei servizi all’interno dell’area, rappresentando le imprese nei confronti di interlocutori esterni, promuovendo gli

interessi di tutta l’area e non del singolo. Il ruolo del Soggetto Gestore è definito e riconosciuto dall’ordinamento giuridico italiano con il c.d. Decreto Bassanini (D. Lgs. 112/98, art. 26), il quale nel delegare alle Regioni il compito di stabilire come devono essere attrezzate le aree produttive per essere ecologicamente sostenibili, stabilisce che ognuna di queste aree debba avere un Soggetto Gestore Unico. Grazie all’azione del Soggetto Gestore si possono presentare numerose possibilità di ottenere sinergie tra imprese indipendentemente dalla omogeneità o meno dei processi produttivi come, ad esempio, iniziative di simbiosi industriale, mobility management, energy management, ecc. Esso rappresenta tutte quelle imprese che condividono la volontà di gestire l’area produttiva secondo principi di sostenibilità ambientale ma anche energetica, con l’obiettivo di renderla più competitiva rispetto agli ambiti produttivi tradizionali. Il Soggetto Gestore va quindi inteso come uno strumento operativo, preposto alla programmazione, organizzazione, realizzazione e manutenzione di tutte le attività comuni dell’area produttiva, una sorta di “Amministratore di Condominio” con poteri di indirizzo e di coordinamento:


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Veduta Area Produttiva

in questa accezione deve essere in grado di rappresentare gli interessi collettivi delle aziende insediate (i “condomini”) in virtù di una forte legittimazione fondata sulla cooperazione fra le stesse imprese, ma anche di guidarne le scelte, informandole e coordinandone l’attuazione. L’individuazione del Soggetto Gestore deriva da un’analisi attenta dei soggetti già presenti nel territorio che, per natura e/o funzioni, possano eventualmente concorrere alla copertura di tale ruolo. La composizione può essere di tipo misto, con capitale sia pubblico che privato, oppure con capitale solo pubblico o solo privato. Per quanto riguarda l’area produttiva di Dosson di Casier, le attività che potrebbe promuovere il Soggetto Gestore sono le seguenti: • Creare sinergie fra le attività produttive

insediate anche al fine di individuare opportunità di economie di scala che comportino risparmi di costi nella gestione delle singole imprese, derivanti dall’erogazione di servizi centralizzati; • Favorire la produzione di energie da fonti rinnovabili e realizzare impianti di produzione di energie pulite, centralizzati o a livello di singola azienda, limitando i costi d’investimento a carico delle singole imprese; • Costituire gruppi d’acquisto per la fornitura di energia, per l’installazione di coperture fotovoltaiche, per l’ottimizzazione dei sistemi di illuminazione interna ed esterna; • Ricercare opportunità di incentivi e di finanziamenti per sostenere la realizzazione delle iniziative e definire un programma pluriennale degli investimenti.


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In carenza di una figura che possa assolvere pienamente alle funzioni di un Soggetto Gestore, nella struttura descrittiva delle Azioni di cui all’Allegato A, si è cercato di volta in volta di individuare tra le amministrazioni locali quella che può svolgere un ruolo di facilitatore e/o coordinatore per la realizzazione delle Azioni proposte. Le Azioni sono state elaborate prendendo in considerazione due scale di intervento, una di tipo areale e una di tipo puntuale. L’individuazione del primo gruppo di azioni, denominate “Azioni a livello d’area” parte dalla considerazione che molte problematiche riguardano l’accessibilità dell’area e la dotazione di servizi, accomunando gli interessi di tutti gli imprenditori indipendentemente dal tipo di attività che svolgono e trovando attuazione grazie all’intervento di un ente pubblico, all’azione congiunta di più soggetti privati o alla realizzazione di accordi pubblico-privato. Il secondo gruppo di azioni denominato “Azioni a Livello di Singola Azienda” non può prescindere dall’iniziativa del singolo imprenditore e riguarda strettamente la struttura gestionale dell’azienda, piuttosto che il ciclo produttivo, la dotazione impiantistica e la manutenzione

Tipologia Attività Area Bigonzo di Casier

Vuoto Deposito e magazzino Servizi Produzione e installazioni Produzione in serie Commercio

dell’involucro edilizio. Le azioni vengono presentate descrivendo il settore di riferimento, gli obbiettivi, i soggetti coinvolti i costi, i possibili finanziamenti e il monitoraggio. Le stime relative al risparmio di CO2 sono state redatte dalla società SOGESCA (partner formativo del progetto europeo SUSREG) e si riferiscono al campione di aziende intervistate grazie al progetto europeo.


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Partner di Progetto

CECOSLOVACCHIA IURS Energy Agency Vysocina CIPRO Limassol Municipality Stratagem Ltd DANIMARCA European Green Cities Gate 21 ITALIA Provincia di Treviso ERVET Emilia Romagna SOGESCA PAESI BASSI W/E Consultants Sustainable Building International Society of City and Regional Planners Stadsregio Arnhem-Nijmegen Environment Agency Middle Holland University of Applied Science Utrecht - Master of urban & area development SPAGNA Tecnalia Agencia Provincial de la Energía de Ávila City of Burgos –Strategic planning


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“Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo” (Henry Ford)


ALLEGATO A

Schede Azioni


AZIONI A LIVELLO D’AREA A.1 GESTIONE DEL VERDE Ottimizzare la gestione del verde in termini paesaggistici e funzionali anche mediante il potenziamento delle alberature sia nelle aree private che pubbliche; A.2 ILLUMINAZIONE PUBBLICA Ottimizzare le prestazioni dei sistemi di illuminazione lungo la viabilità e le aree pubbliche (es. mediante la realizzazione di pensiline fotovoltaiche sui parcheggi pubblici o l’utilizzo di lampade a led); A.3 PISTE CICLABILI Promuovere la realizzazione di piste ciclabili adeguatamente collegate con i centri urbani limitrofi; A.4 EFFETTO “ISOLA DI CALORE” Ridurre l’effetto “isola di calore” privilegiando per le aree esterne pavimentazioni permeabili o con elevata proprietà di riflessione solare; A.5 TRASPORTO COLLETTIVO Potenziare l’offerta del trasporto collettivo, ed in particolare di quello pubblico;

*A.6 IMPIANTI FOTOVOLTAICI

DI COMPARTO Installare impianti fotovoltaici sulle coperture dei fabbricati di ampie dimensioni, a servizio di più lotti accorpati; A.7 IMPIANTO CENTRALIZZATO DI COMPARTO (RIDUZIONE EMISSIONI CO2) Realizzare un impianto centralizzato di cogenerazione oppure impianti d’accorpamento per più lotti per la produzione di energia elettrica ed il riscaldamento ed il raffrescamento dei fabbricati; A.8 ENERGY MANAGEMENT D’AREA Istituire uno Sportello Energia o un sistema di Energy Management d’Area gestito da associazioni di categoria/soggetto gestore in collaborazione con il Comune. A.9 PROCUREMENT COLLETTIVO PER FORNITURE DI ENERGIA ELETTRICA Ottenere un maggior potere contrattuale da parte delle imprese per l’acquisizione di energia.


susreg

NOTA

* Visti gli argomenti trattati, le azioni: A6/B4 sono state associate


Scheda A1 Settore

Edilizia

Obiettivo

Gestione del Verde Ottimizzare la gestione del verde in termini paesaggistici e funzionali anche mediante il potenziamento delle alberature sia nelle aree private che in quelle pubbliche.

Descrizione

La realizzazione di sistemi vegetali che possano favorire l'ombreggiamento dei fabbricati e delle aree a parcheggio, contribuirebbe ad abbassare i valori di riscaldamento dell'area e dei fabbricati, migliorandone la vivibilità e riducendo i consumi elettrici (si veda anche Az.A4). In tal senso si propone di incentivare e promuovere la piantumazione di alberi e/o vegetazione idonea, sugli spazi sia pubblici che privati. Gli alberi infatti sono in grado di assorbire l'anidride carbonica atmosferica e di "fissarla" nel legno, che è composto per circa il 50% di carbonio. La capacità fissativa è riconosciuta anche dal protocollo di Kyoto che ammette l'utilizzazione delle foreste quale strumento per cercare di rallentare l'aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera. In accordo con quanto riportato

nell'Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi di Carbonio (INFC), viene stimata una fissazione di carbonio di circa 9,2 tonnellate di CO2 eq./ha*anno. In merito al risparmio atteso non è possibile definire dati quantitativi esatti perché dipendente dall'entità degli interventi che si deciderà di realizzare, si fa presente che in condizione di stress ambientale un albero di alto fusto può assorbire dai 15kg a 20 kg di CO2/anno, tutto dipenderà dalla quantità di alberi piantumati ma anche dal tipo di essenza scelto e dal grado di manutenzione del verde. Le aree disponibili nella zona industriale dove procedere con la piantumazione degli alberi, possono essere stimate complessivamente in circa 20.000 mq.

ASPETTI GESTIONALI Soggetti coinvolti

Denominazione Provincia Comune Aziende

Ruolo Promotore/Realizzatore Promotore/Realizzatore Promotore/Realizzatore


Stima dei costi Specifica di finanziamento

COSTI E FINANZIAMENTI Da definire in sede di progettazione dei singoli interventi, per un intervento che interessi circa 20.000 mq si stima un costo di 30.000,00 â‚Ź [x] FINANZIAMENTO PUBBLICO [ ] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [x] INCENTIVI RISULTATI ATTESI RIDUZIONE EMISSIONI CO2 MONITORAGGIO

Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

Alberi piantumati/anno; mq di aree verdi realizzate/anno Comune Annuale Comune PROCEDURE Il quadro procedurale cambia in funzione del tipo di intervento che si decide di realizzare


Scheda A2 Settore

Impiantistica

Obiettivo

Illuminazione pubblica Ottimizzare le prestazioni dei sistemi di illuminazione lungo la viabilità e le aree pubbliche (es. mediante la realizzazione di pensiline fotovoltaiche sui parcheggi pubblici o l’utilizzo di lampade a led)”

Descrizione

L'azione si riferisce principalmente al sistema di illuminazione pubblica, ma interessa anche quello delle pertinenze dei capannoni (si veda l’Az.B3). Gli interventi di efficientamento e risparmio energetico dell’illuminazione pubblica, dovrebbero essere inseriti in un quadro di programmazione che interessi tutto il territorio comunale prevedendo la predisposizione di un progetto organico da utilizzare per l'eventuale partecipazione a bandi di finanziamento pubblici. La rete d’illuminazione pubblica comunale è composta da circa 1.900 punti luce, alimentati da n.31 quadri elettrici. La sostituzione delle attuali lampade con apparecchiature ad elevate prestazioni energetiche, quali lampade a led, abbinata alla realizzazione di sistemi di telecontrollo,

garantirebbe margini di risparmio da reinvestire sul territorio, magari incentivando i privati a ripetere la medesima operazione anche per i loro sistemi di illuminazione esterna. Nell’area industriale “Al Bigonzo”, sono presenti 280 lampioni stradali con lampade a tecnologia SAP, la potenza assorbita da ogni singolo lampione è di 200 W. Nel 2008 il consumo registrato nell'area industriale è stato di 121.026 kWh. Le ore di utilizzo degli impianti sono state di 2.169. La sostituzione dei 280 corpi illuminanti con sistemi di illuminazione a tecnologia LED da 108 W ciascuno, comporta a parità di ore di illuminazione un consumo di circa 65.590 kWh, e determina un risparmio di circa il 45,8% dei consumi rilevati con lampade a tecnologia SAP.

ASPETTI GESTIONALI Soggetti coinvolti

Denominazione Provincia Comune Aziende Regione

Ruolo Facilitatore/Realizzatore Realizzatore Realizzatore Finanziatore


COSTI E FINANZIAMENTI Stima dei costi

Da definire in sede di progettazione dei singoli interventi, per l'area al Bigonzo si stima un costo di 70.000,00 €

Specifica di finanziamento

[x] FINANZIAMENTO PUBBLICO [x] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [x] INCENTIVI RISULTATI ATTESI RISPARMIO ENERGETICO RIDUZIONE EMISSIONI CO2 MONITORAGGIO

Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

KWh consumati anno Comune Annuale Comune PROCEDURE La definizione del quadro procedurale dipende dall'intervento che si deciderà di realizzare, i principali attori sono la Provincia, il

Comune e la Regione che potrà essere coinvolta anche in vista di possibili finanziamenti derivanti da bandi POR.


Scheda A3 Settore

Mobilità

Obiettivo

Piste Ciclabili Promuovere la realizzazione di piste ciclabili adeguatamente collegate con i centri urbani limitrofi.

Descrizione

I tracciati viari che oggi collegano l'area Produttiva “Al Bigonzo” ai vicini centri urbani di Dosson, Casier e Preganziol, risultano carenti di percorsi ciclopedonali che possano consentire il raggiungimento dell'area in sicurezza. Il Piano degli Interventi individua in Viale delle Industrie e in parte del tracciato della SP 107, compreso tra l'incrocio con Via Alta a sud e l'incrocio con la SP 104 a Nord (in parte già esistente ed in parte in fase di realizzazione), la soluzione per collegare il sito produttivo ai percorsi ciclabili esistenti e quindi ai centri urbani di Dosson e Casier. Ad oggi, in carenza del completamento del Terraglio Est, la SP 107 è la struttura viaria che risente maggiormente del carico viario di servizio all'area produttiva, risultando estremamente trafficata e molto pericolosa per i ciclisti. Il completamento del Terraglio Est sposterà buona parte del traffico dei mezzi pesanti su Viale delle Industrie, rendendo la SP 107 che verrà declassata, più adatta all'accoglienza di ASPETTI GESTIONALI

Soggetti coinvolti

Denominazione Provincia Comune Aziende Regione

una “mobilità lenta” che garantirebbe il collegamento dell'area con i centri urbani ma anche con i circuiti turistici denominati “Badoere le Alzaie del fiume Sile” e “Circuito Terre del Radicchio Rosso” (www.piste-ciclabili.com) già ampiamente utilizzati e pubblicizzati anche se in parte si sviluppano su strutture viarie prive di piste ciclabili. Ad oggi il collegamento tra la SP 107 e la zona sud dell'area industriale è garantito dalla pista già esistente lungo Via Luigi Enaudi. L'intervento è molto oneroso e sarà realizzato per stralci. Alla realizzazione degli interventi si potrebbe pervenire anche grazie alla stipula di accordi Pubblico-Privati. Per la stima della riduzione delle emissioni dovute all'utilizzo della pista ciclabile, si ipotizzano 456,8 utenti (pari al 20% dei dipendenti presenti nell'area dai rilievi dalla Camera di Commercio) e un percorso ciclabile di 4 km, ovvero la distanza media dell'area dai centri abitati serviti dalla pista ciclabile. . Ruolo Facilitatore/Realizzatore Facilitatore/Realizzatore Fruitore/Realizzatore Finanziatore


COSTI E FINANZIAMENTI

COSTI E FINANZIAMENTI

Stima dei costi

Da valutare per ogni singolo stralcio

Da valutare per ogni singolo stralcio

Specifica di finanziamento

[x] FINANZIAMENTO PUBBLICO [x] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [ ] AUTOFINANZIAMENTO [ ] INCENTIVI

[x] FINANZIAMENTO PUBBLICO [x] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [ ] AUTOFINANZIAMENTO [ ] INCENTIVI

RISULTATI ATTESI

RISULTATI ATTESI

RIDUZIONE EMISSIONI CO2

RIDUZIONE EMISSIONI CO2

MONITORAGGIO

MONITORAGGIO

Numero medio utenti/giorno Comune 3 anni Comune

Numero medio utenti/giorno Comune 3 anni Comune

PROCEDURE

PROCEDURE

Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

del quadro procedurale La definizione del quadro procedurale La definizione Comune e la Regione che potrà essere Comune e la Re cheinsivista deciderà di coinvolta anche dipende dall'intervento che si deciderà didipende dall'intervento coinvolta anche di possibili realizzare, i principali attori sono da la Provincia, il finanziamenti de realizzare, i principali attori sono la Provincia, il finanziamenti derivanti bandi POR.


Scheda A4 Settore

Edilizia

Obiettivo

Effetto Isola di Calore Ridurre l'effetto “isola di calore” privilegiando per le aree esterne pavimentazioni permeabili o con elevata proprietà di riflessione solare.

Descrizione

Le aree industriali, come in generale i nuclei urbani che presentano un'alta concentrazione di comparti edificati, sono caratterizzate da temperature sia invernali che estive più elevate rispetto alle zone rurali. Le superfici asfaltate o in cemento assorbono gradi quantità di energia solare favorendo il fenomeno conosciuto con il nome di “Isola di Calore”. Gli interventi che si possono realizzare per mitigare gli effetti del surriscaldamento delle superfici costruite sono molteplici ed interessano sia la struttura dei capannoni, che in queste condizioni divengono macchine estremamente energivore, che le aree esterne. Una delle prime soluzioni riguarda direttamente la struttura dei capannoni e consiste nella realizzazione di “Geen Roofs” (tetti verdi) o di “Cool Roofs”, (tetti freddi) ovvero tetti realizzati con materiali capaci sia di riflettere le radiazioni solari, che di cedere energia all'atmosfera esterna per irraggiamento termico. Lo stesso principio può essere applicato alla realizzazione di tutto l'involucro edilizio, utilizzando materiali con alti valori di riflettanza ed emissività, favorendo in tal senso l'abbassamento dei

consumi elettrici necessari al raffrescamento dell'edificio. Infrastrutture viarie, parcheggi ma anche le pertinenze dei capannoni, raramente presentano aree a verde o alberate. L'inserimento nei regolamenti comunali di norme che promuovano la realizzazione di aree verdi esterne agli stabilimenti produttivi e l'uso di pavimentazioni verdi, permeabili o con elevata proprietà di riflessione solare contribuirebbe a ridurre l'effetto “isola di calore”. Sulla base dei dati presenti in letteratura scientifica di settore, si può ritenere che un ettaro di area verde sia in grado di fissare fino a 10,2 t di CO2 equivalenti (in grado, quindi di compensare emissioni di gas-serra per una stessa quantità). I risultati attesi si esprimono sia in termini di risparmio energetico delle singole aziende, che in termini di riduzione di CO2. In merito al risparmio atteso non è possibile definire dati quantitativi esatti dei benefici derivanti dall'abbassamento dell'effetto isola di calore. Gli effetti andranno testati caso per caso.


ASPETTI GESTIONALI Soggetti coinvolti

Denominazione Provincia Comune Aziende

Ruolo Promotore/Realizzatore Promotore/Realizzatore Promotore/Realizzatore

COSTI E FINANZIAMENTI Stima dei costi Specifica di finanziamento

Da definire in sede di progettazione dei singoli interventi [x] FINANZIAMENTO PUBBLICO [x] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [x] INCENTIVI RISULTATI ATTESI RIRISPARMIO ENERGETICO RIDUZIONE EMISSIONI CO2

MONITORAGGIO Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

Mq di aree verdi realizzate/anno MWh risparmiati/anno Comune Singola azienda 3 Anni Annuale Comune PROCEDURE

Il quadro procedurale cambia in funzione del tipo di intervento che si decide di realizzare, si passa da attività di edilizia libera a progetti più

complessi che necessitano di autorizzazioni specifiche.


Scheda A5 Settore

Mobilità

Obiettivo

Trasporto collettivo Potenziare l’offerta del trasporto collettivo, ed in particolare di quello pubblico.

Descrizione

Attualmente non esiste una linea di trasporto pubblico che colleghi l'area industriale di Dosson ai centri urbani limitrofi, che distano in media circa 4 km, permettendo al personale delle varie aziende di raggiungere la propria sede di lavoro senza l'uso del mezzo proprio. L'individuazione di un Mobility Manager di Area e la redazione del “Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro” dei dipendenti delle singole aziende, è sicuramente la migliore metodologia di lavoro per la risoluzione di un problema che interessa anche le altre realtà produttive del territorio provinciale. La redazione del piano faciliterebbe l'individuazione di soluzioni comuni utili a ridurre non solo il traffico ma anche i disagi vissuti dai dipendenti costretti, per mancanza di alternative, ad utilizzare i mezzi privati. In assenza del piano una delle prime iniziative che può trovare applicazione grazie alla

collaborazione tra P.A. e imprese, è la realizzazione di un sistema di “car pooling” che consiste nella condivisione dei mezzi privati e delle spese di trasporto da parte dei lavoratori. Il servizio organizzato tramite un portale online o una app, consentirebbe di ottimizzare l’organizzazione dei trasporti, come avviene nel caso del sevizio “Bla Bla Car”. Nel Caso dell'area industriale Al Bigonzo il calcolo di riduzione delle emissioni è stato effettuato considerando un'utenza di circa 2.000 “passeggeri”, e un tragitto medio “casa - lavoro - casa” di 12 km, un’emissione dei veicoli media pari a 130g/km (valore cautelativo) per 250 giorni lavorativi in un anno.

ASPETTI GESTIONALI Soggetti coinvolti

Denominazione Provincia Comune Aziende Regione

Ruolo Facilitatore/Realizzatore Facilitatore/Realizzatore Fruitore/Realizzatore Finanziatore


COSTI E FINANZIAMENTI Stima dei costi

1.000,00 €

Specifica di finanziamento

[x] FINANZIAMENTO PUBBLICO [ ] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [ ] INCENTIVI RISULTATI ATTESI RIDUZIONE EMISSIONI CO2 MONITORAGGIO

Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

Media utenti per auto /giorno Portale web 3 anni Comune PROCEDURE La definizione del quadro procedurale dipende dall'intervento che si deciderà di realizzare.


Scheda A6/B4 Settore

Impiantistica

Obiettivo

Impianti Fotovoltaici Installazione impianti fotovoltaici sulle coperture dei fabbricati di ampie dimensioni, da porre a servizio di più lotti accorpati, incentivando anche la sostituzione degli attuali tetti in eternit.

Descrizione

L’installazione di impianti fotovoltaici sulle coperture dei capannoni industriali rappresenta un’importante opportunità di sfruttamento virtuoso delle fonti rinnovabili. La caratteristica configurazione piana di tali coperture, unitamente alla possibilità di autoconsumare l’energia prodotta dall’impianto dell'azienda sul quale viene realizzato o da quelle limitrofe, rappresenta un’occasione di sviluppo per i siti produttivi che ne faranno uso. La maggior parte delle strutture presenti nell'area “Al Bigonzo”, non sono dotate di impianti fotovoltaici, fatta eccezione per i capannoni realizzati nel comparto risalente al 2010 che presenta anche strutture altamente performanti dal punto di vista energetico e già dotate di impianti fotovoltaici. L'azione può trovare applicazione sia a livello di singola azienda che a livello di comparto. Ragionando in termini di comparto produttivo, per l'area di Casier la superficie ottimale di coperture da destinare all’installazione degli impianti fotovoltaici è di circa 77.750 mq, che permetterebbe di installare un impianto da 9.330 kWp, per una

produzione annua di energia elettrica pari a circa 10.281.000 kWh, ovvero il 24% del fabbisogno dell’intero comparto industriale di Casier. L'operazione permetterebbe un risparmio totale di 2.159.000 €/anno (valutando un costo medio dell’energia di 0,21€/kWh). Considerato che il costo attuale di un impianto fotovoltaico è di 1.700€/kW installato, l’operazione comporterebbe un investimento pari a 15.861.000 €, utilizzando la logica del gruppo d’acquisto (joint procurement), il prezzo potrebbe scendere a 1.500 €/kW installato, per un totale di 13.995.000 € di euro. I costi possono esser sostenuti dalla singola azienda o da più aziende consorziate, avvalendosi di eventuali incentivi (detrazioni fiscali, bandi POR per il finanziamento delle rinnovabili), oppure tramite una ESCO.


ASPETTI GESTIONALI Soggetti coinvolti

Denominazione Comune ESCO Provincia Aziende Regione

Ruolo Facilitatore Finanziatore e Gestore Facilitatore Fruitore Finanziatore

COSTI E FINANZIAMENTI Stima dei costi

13.995.000,00 €

Specifica di finanziamento

[x] FINANZIAMENTO PUBBLICO [x] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [x] INCENTIVI RISULTATI ATTESI PRODUZIONE DI ENERGIA RINNOVABILE RIDUZIONE EMISSIONI CO2 MONITORAGGIO

Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

Mwh di energia rinnovabile prodotta Azienda 3 anni Comune PROCEDURE La definizione del quadro procedurale dipende dall'intervento che si deciderà di realizzare, i principali attori sono la Provincia, il Comune e la Regione che potrà essere coinvolta anche in vista di possibili

finanziamenti derivanti da bandi POR. In base alla potenza dell'impianto risulta necessaria anche la verifica di assoggettabilità alla procedura di VIA.


Scheda A7 Settore

Impiantistica

Obiettivo

Impianto Centralizzato di Comparto (riduzione emissioni CO2) Realizzazione di un impianto centralizzato di cogenerazione, oppure impianti d'accorpamento per più lotti, per la produzione di energia elettrica ed il riscaldamento/raffrescamento dei fabbricati.

Descrizione

La produzione combinata di energia elettrica e termica, consente un notevole risparmio di energia primaria rispetto all’approvvigionamento separato di elettricità da rete e calore da caldaia, con un conseguente abbattimento delle emissioni di CO2. Considerando i grossi fabbisogni energetici di alcune aziende presenti nell'area Al Bigonzo, l’installazione di un cogeneratore centralizzato con potenza di 1 Mw, da porre a servizio di più aziende, consentirebbe di ottenere energia elettrica da impiegare nei processi produttivi, con un impatto ambientale inferiore rispetto all’elettricità prelevata dalla rete, ed inoltre consentirebbe la fornitura di una potenza pari ad 1 MW termico, tramite una micro rete di teleriscaldamento, al vicino centro abitato presente in via Zermanese Vecchia Inferiore. La potenza termica prodotta potrebbe riscaldare fino a 150 appartamenti, e il calore non utilizzato in eccesso dalle abitazioni domestiche essere ceduto agli impianti produttivi della zona, sia per i processi

produttivi, che per il riscaldamento degli ambienti di lavoro. Il cogeneratore, nell’ipotesi di utilizzo di 6.000 ore/anno, consentirebbe di ottenere una produzione elettrica di circa 6.243 MWh, e una potenza termica di 6.406 MWh th, ipotizzando un consumo di gas metano pari a 1.372.016 mc. I costi dovranno esser sostenuti da più aziende consorziate, avvalendosi di eventuali incentivi previsti per la cogenerazione ad alto rendimento (detrazioni fiscali, bandi POR per il finanziamento delle rinnovabili), oppure tramite una ESCO.


ASPETTI GESTIONALI

Soggetti coinvolti

Denominazione Comune ESCO Associazioni di Categoria Aziende Regione

Ruolo Facilitatore Finanziatore e Gestore Facilitatore Fruitore Finanziatore

COSTI E FINANZIAMENTI Stima dei costi

1.100.000,00 €

Specifica di finanziamento

[x] FINANZIAMENTO PUBBLICO [x] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [x] INCENTIVI RISULTATI ATTESI PRODUZIONE DI ENERGIA RINNOVABILE RIDUZIONE EMISSIONI CO2 MONITORAGGIO

Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

MWh prodotti/anno MWh ceduti/anno Comune Annuale Comune PROCEDURE

La definizione del quadro procedurale dipende dall'intervento che si deciderà di realizzare, i principali attori sono la Provincia, il Comune e la Regione che potrà essere coinvolta anche in vista di possibili finanziamenti derivanti da bandi POR. In base

alla potenza dell'impianto risulterà necessaria anche la verifica di assoggettabilità alla procedura di VIA, la richiesta di Autorizzazione Unica Ambientale o la richiesta di autorizzazione alle emissioni in atmosfera.


Scheda A8 Settore

Gestionale

Obiettivo

Energy Management d'Area Istituire uno Sportello Energia o un sistema di Energy Management gestito da associazioni di categoria/soggetto gestore in collaborazione con il Comune.

Descrizione

L’adozione di analisi e diagnosi energetiche per le imprese permette di ottenere i seguenti vantaggi: • Facilitare l’ottenimento dei Certificati Bianchi; • L’accesso a Sistemi di Gestione Energetica (ISO 50001); • Riduzione dei costi e dei consumi energetici; • Ottimizzazione delle prestazioni delle macchine e/o degli impianti; • Dimostrazione del proprio impegno verso l'ambiente. La corretta gestione del sistema energetico aziendale presuppone la presenza di esperti che si dedichino a questo tipo di attività. La legislazione italiana con la legge del 9 gennaio 1991, n.10, individua la figura del tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia, che avrà tra i suoi compiti quello di “individuare le azioni, gli interventi, le procedure e quanto altro necessario per promuovere l’uso razionale dell’energia, assicurando la predisposizione di bilanci energetici in funzione anche dei parametri economici e degli usi energetici finali”. A parte gli obblighi di legge, un Energy Manager può essere presente in qualunque realtà per la quale si ravvisi l’utilità di individuare azioni di razionalizzazione negli usi dell’energia. Nel caso delle piccole aziende

presenti nell'Area al Bigonzo, la nomina dell'Energy Manager più che un obbligo di legge diventa un'opportunità, soprattutto se si pensa di individuare una figura di riferimento non per la singola azienda ma per un comparto di piccole aziende che operano nello stesso contesto territoriale. La strategia ottimale sarebbe quella di inserire l'Energy Manager all'interno di una struttura di gestione dell'area dove il Soggetto Gestore rappresenta l'organo direzionale che può costituire il vero motore del processo di miglioramento dell'area produttiva, svolgendo un ruolo di promozione e coordinamento dei servizi all’interno dell’area, rappresentando le imprese nei confronti di interlocutori esterni, promuovendo gli interessi di tutta l'area e non solo del singolo. Il ruolo del Soggetto Gestore è definito e riconosciuto dall'ordinamento giuridico italiano con il c.d. Decreto Bassanini (D. Lgs. 112/98, art. 26). Nel caso dell'area Al Bigonzo per l'individuazione del Soggetto Gestore si potrebbe pensare al coinvolgimento delle associazioni di categoria o del Comune. La stima dei risultati attesi di questa scheda richiama i risultati ottenibili grazie alla realizzazione dell'azione B10, la cui attuazione rientra tra le attività di competenza dell'Energy Manager.


ASPETTI GESTIONALI

Soggetti coinvolti

Denominazione Comune Aziende Associazioni di categoria FIRE-Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia

Ruolo Coordinamento Fruitore Facilitatore Ente di riferimento a livello nazionale

COSTI E FINANZIAMENTI Stima dei costi Specifica di finanziamento

I costi dipendono dalla tipologia e dalla dimensione delle aziende che decidono di aderire all'operazione. [ ] FINANZIAMENTO PUBBLICO [ ] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [x] INCENTIVI RISULTATI ATTESI RIRISPARMIO ENERGETICO RIDUZIONE EMISSIONI CO2

MONITORAGGIO Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

MWh risparmiati/anno Azienda Annuale Comune PROCEDURE La realizzazione dell'azione rientra tra le strategie aziendali. L'ente di riferimento per gli Energy Managera è la FIRE (Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia) che

gestisce dal 1992 su incarico ministeriale le nomine degli Energy Manager ai sensi della legge 10/1991.


Scheda A9 Settore

Servizi di Rete

Obiettivo

Procurement Collettivo per forniture di energia elettrica Ottenere un maggior potere contrattuale da parte delle imprese per l'acquisizione di energia.

Descrizione

I dati rilevati durante gli audit energetici, evidenziano come il prezzo del gas e dell’energia elettrica, sostenuti dalle aziende, siano estremamente differenziati. Il costo dell’energia elettrica varia da 0,38 €/kWh a 0,16 €/kWh, con una media di 0,21 €/kWh. Il costo per il gas varia da un valore di 1,40 €/mc a 0,40 €/mc. Considerando il consumo totale del comparto industriale di Casier per l’anno 2011 e la differenza tra valore medio e valore minimo, si può stimare un possibile risparmio totale di 770.000 € circa per 206 aziende, con un risparmio medio annuo di circa 3.700 € per azienda. L’azione proposta prevede la formazione di un gruppo d’acquisto (joint procurement) per le forniture di energia elettrica e gas, in modo da garantire alle piccole imprese la possibilità di accedere alle tariffe di cui godono attualmente le aziende con i consumi più elevati.

Tra le aziende appartenenti all'area industriale Al Bigonzo, di Dosson di Casier, che si sono rese disponibili per la rilevazione dei dati, 18 hanno manifestato il loro interesse per partecipare al gruppo d'acquisto per l'energia e per il gas. La gestione della procedura di contrattazione con i gestori di rete dovrebbe esser condotta da un soggetto unico, sia esso pubblico (Provincia e/o Comune), o privato (soggetto gestore dell'area, consorzio di imprese, associazione di categoria); a seguito della contrattazione del prezzo di fornitura il soggetto selezionato, dovrà provvedere alla stipula di contratti singoli con le aziende aderenti, ma con il rispetto delle condizioni pattuite per il gruppo d'acquisto. L'azione andrà pubblicizzata anche tra le aziende che non hanno aderito alla sperimentazione del caso studio favorendo in tal senso la partecipazione di un gruppo di aziende più numerose.

ASPETTI GESTIONALI Soggetti coinvolti

Denominazione Provincia Comune Aziende

Ruolo Coordinamento Coordinamento Fruitore


COSTI E FINANZIAMENTI Stima dei costi

€ 1.000,00 spese per costi di organizzazione

Specifica di finanziamento

[ ] FINANZIAMENTO PUBBLICO [ ] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [ ] INCENTIVI RISULTATI ATTESI RISPARMIO ENERGETICO MONITORAGGIO

Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

€ risparmiati/anno Azienda Annuale Comune PROCEDURE L'azione non richiede il rilascio di specifiche autorizzazioni da parte di enti pubblici.


AZIONI A LIVELLO DI

SINGOLA AZIENDA B.1 COMPORTAMENTI VIRTUOSI Promuovere tra i dipendenti l’adozione di abitudini comportamentali virtuose in termini di gestione delle risorse energetiche;

* B.2 ILLUMINAZIONE INTERNA

Riqualificare l’impianto di illuminazione interna: sostituzione dei corpi illuminanti (da neon a led), installazione di dispositivi per il controllo dei consumi di energia elettrica quali interruttori a tempo e sensori di illuminazione naturale;

* B.3 ILLUMINAZIONE ESTERNA

Riqualificare l’impianto di illuminazione esterna in funzione dell’uso dei diversi spazi e delle esigenze temporali;

* B.4 IMPIANTI FOTOVOLTAICI

Installare impianti fotovoltaici (anche in sostituzione di eventuali tetti in eternit);

* B.5 RECUPERO CALORE IMPIANTI

TERMICI Ottimizzare il rendimento degli impianti termici attraverso il recupero di calore dai processi produttivi anche trasferendolo ad altre utenze;

B.6 SCHERMATURA INVOLUCRO EDILIZIO Utilizzare sistemi di schermatura che consentano la penetrazione della luce naturale in inverno e la ostacolino in estate per evitare fenomeni di abbagliamento e surriscaldamento estivi, quali schermi fissi (frangisole, aggetti, essenze arboree a foglia caduca); B.7 RIDUZIONE DISPERSIONI DI CALORE DEL FABBRICATO Migliorare la resistenza termica del fabbricato attraverso la riduzione delle dispersioni di calore (coibentazione involucro, serramenti con vetro camera,...);

* B.8 EFFICIENTAMENTO DEGLI

IMPIANTI TERMICI Utilizzare impianti termici ad alto rendimento (caldaie a condensazione) o sistemi a pompa di calore ad assorbimento; B.9 IMPIANTI GEOTERMICI CON POMPE DI CALORE Installare impianti geotermici con pompe di calore per riscaldare e produrre acqua calda sanitaria, nonché per sistemi di raffrescamento estivo; B.10 CERTIFICATI BIANCHI SISTEMI DI GESTIONE ENERGETICA A Facilitare l’ottenimento di Certificati Bianchi B Facilitare l’accesso a Sistemi di Gestione Energetica (ISO 50001).


susreg

NOTA

* Visti gli argomenti trattati, le azioni: A6/B4, B2/B3 e B5/B8 sono state associate


Scheda B1 Settore

Gestionale

Obiettivo

Comportamenti Virtuosi Promuovere tra i dipendenti l'adozione di abitudini comportamentali virtuose in termini di gestione delle risorse energetiche

Descrizione

Il conseguimento degli obbiettivi di riduzione dei consumi energetici, e del graduale passaggio dall'uso delle fonti di energia tradizionale alle fonti di energia rinnovabile, presuppone due linee di intervento, una di tipo comportamentale/culturale e una di tipo strutturale. La prima è quella che permette di ottenere risparmi immediati, investendo sulla formazione dei dipendenti in merito ad una corretta e virtuosa gestione delle risorse (per es. areando i locali quando i sistemi di riscaldamento o di raffrescamento sono spenti, spegnendo le luci quando non si è presenti, selezionando l'opzione di risparmio

energetico sui p.c. ecc.). Oggi esistono molte guide e iniziative progettuali che incentivano l'adozione di comportamenti virtuosi, promosse dall'Enea, da Legambiente, dall'Energoclub, ma anche dalla Provincia di Treviso che pur se pensate per le residenze o per le scuole (come nel caso delle iniziative promosse dalla Provincia di Treviso nell'ambito del progetto Green Schools) se applicate alla realtà delle aziende possono portare al conseguimento di risparmi rilevanti.

ASPETTI GESTIONALI Soggetti coinvolti

Denominazione Aziende COSTI E FINANZIAMENTI

Stima dei costi Specifica di finanziamento

Nessun costo [ ] FINANZIAMENTO PUBBLICO [ ] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [ ] INCENTIVI

Ruolo Realizzatore


RISULTATI ATTESI RISPARMIO ENERGETICO MONITORAGGIO Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

MWh anno/risparmiati Azienda Annuale Azienda PROCEDURE La realizzazione dell'azione rientra tra le strategie aziendali e non necessita di autorizzazioni da parte di enti pubblici.


Scheda B2/B3 Settore

Impiantistica

Obiettivo

B.2/B.3 Illuminazione Interna/Esterna Riqualificare l’impianto di illuminazione interna: sostituzione dei corpi illuminanti (da neon a led), installazione di dispositivi per il controllo dei consumi di energia elettrica quali interruttori a tempo e sensori di illuminazione naturale; Riqualificare l’impianto di illuminazione esterna in funzione dell’uso dei diversi spazi e delle esigenze temporali;

Descrizione

L'alta concentrazione di attività che si occupano principalmente di assemblare i prodotti e non di produrli nell'area Al Bigonzo, fa si che i principali consumi energetici derivino dalla gestione dei capannoni in termini di illuminazione e di riscaldamento più che dall'uso dei macchinari. L'epoca di realizzazione dei capannoni è diversificata, esiste un comparto di recente realizzazione risalente al 2010, che presenta strutture all'avanguardia sia dal punto di vista del processo che della dotazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile, ma la maggior parte dell'area è caratterizzata dalla presenza di capannoni datati con impianti di illuminazione e di riscaldamento obsoleti. Il parco lampade rilevato su un campione di circa 30 aziende è composto per il 79% da lampade al neon, per il 17% da fari/lampade ad alogenuri metallici e solo per il 4% da lampade a led. Essendo i neon da considerare obsoleti in termini di efficienza energetica, e vista l'incidenza dei consumi derivanti dall'illuminazione dei capannoni sui consumi

energetici delle aziende, la loro sostituzione garantirebbe un margine di risparmio significativo. Per gli investimenti da dedicare al rinnovamento dei sistemi di illuminazione sarebbe auspicabile attivare le procedure del procurement consortile (vedi Az. A9) che garantirebbero agli imprenditori la possibilità di ottenere offerte economicamente più vantaggiose. La logica delle economie di scala dovrebbe essere presa in considerazione anche per quanto riguarda il rinnovamento dei corpi illuminanti dei piazzali esterni. Viene stimato sulla base della superficie dei piazzali e delle aree coperte, un consumo annuo dell’area di circa 48,5 MWh (100 kWh/mq - fonte ENEA). A seguito dell’ammodernamento dei sistemi di illuminazione, viene previsto un valore cautelativo di risparmio del 50% dei consumi.


ASPETTI GESTIONALI Soggetti coinvolti

Denominazione Azienda ESCO Regione COSTI E FINANZIAMENTI

Stima dei costi

Da valutare azienda per azienda

Specifica di finanziamento

[x] FINANZIAMENTO PUBBLICO [x] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [x] INCENTIVI RISULTATI ATTESI RISPARMIO ENERGETICO RIDUZIONE EMISSIONI CO2 MONITORAGGIO

Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

MWh anno/risparmiati Azienda Annuale Azienda PROCEDURE La realizzazione dell'azione rientra tra le strategie aziendali e non necessita di autorizzazioni da parte di enti pubblici.

Ruolo Realizzatore Finanziatore / Gestore Finanziatore


Scheda B5/B8 (per la scheda B4 vedi l’azione A6) Settore

Impiantistica

Obiettivo

B.5 Recupero Calore Impianti Termici Ottimizzare il rendimento degli impianti termici attraverso il recupero di calore dai processi produttivi anche trasferendolo ad altre utenze. B.8 Efficientamento degli impianti termici Utilizzare impianti termici ad alto rendimento (caldaie a condensazione) o sistemi a pompa di calore ad assorbimento.

Descrizione

Per ottenere il miglioramento dei rendimenti termici delle aziende sarebbe auspicabile intervenire sia in termini edilizi sulla struttura dei fabbricati soprattutto di quelli risalenti agli anni 80/90 (come proposto nelle azioni B6 e B7), che sulla dotazione impiantistica, sostituendo i vecchi impianti termici, con impianti ad alto rendimento (caldaie a condensazione) o sistemi a pompa di calore ad assorbimento. All'interno dell'area produttiva di Casier, ma più in generale in tutto il territorio della Provincia di Treviso, si registra ancora la presenza di impianti termici funzionanti a olio combustibile BTZ. Considerando che un singolo impianto di potenza pari ad un 1.000 kW emette 456 tCO2/annue, passare all'uso del metano abbasserebbe il valore delle emissioni a 331 tCO2/annue con un risparmio di ben 125 tCO2/annue, senza contare la riduzione di altri inquinanti come il PM10 e l’S02 che verrebbe annullato. L'ottimizzazione dei rendimenti termici degli

impianti si potrebbe inoltre ottenere attraverso il recupero del calore dai processi produttivi, calore che potrebbe anche esser ceduto ad altre utenze. In ambito nazionale secondo le previsioni realizzate da ENEA nel PAEE (Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica), viene prevista per questa tipologia di interventi, una riduzione dei consumi nel settore delle PMI del 6% al 2020. La previsione di riduzione dei consumi dell’area industriale di Bigonzo viene stimata in base alla stima nazionale riportata sopra.


ASPETTI GESTIONALI Soggetti coinvolti

Stima dei costi Specifica di finanziamento

Denominazione Comune ESCO Associazioni di Categoria Azienda Regione

Ruolo Facilitatore Finanziatore / Gestore Facilitatore Realizzatore / Fruitore Finanziatore

COSTI E FINANZIAMENTI Da definire in funzione dei singoli interventi [ ] FINANZIAMENTO PUBBLICO [x] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [x] INCENTIVI RISULTATI ATTESI RISPARMIO ENERGETICO RIDUZIONE EMISSIONI CO2 MONITORAGGIO

Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

Mwh risparmiati/anno Comune 3 anni Comune PROCEDURE La definizione del quadro procedurale dipende dall'intervento che si deciderà di realizzare, i principali attori sono la Provincia, il Comune e la Regione che potrà essere coinvolta anche in vista di possibili finanziamenti derivanti da bandi POR. In base

alla potenza dell'impianto risulterà necessaria anche la verifica di assoggettabilità alla procedura di VIA, la richiesta di Autorizzazione Unica Ambientale o la richiesta di Autorizzazione alle emissioni in atmosfera.


Scheda B6 Settore

Edilizia

Obiettivo

Schermatura Involucro Edilizio Utilizzare sistemi di schermatura che consentano la penetrazione della luce naturale in inverno e la ostacolino in estate per evitare fenomeni di abbagliamento e surriscaldamento estivi, quali schermi fissi (frangisole, aggetti, essenze arboree a foglia caduca).

Descrizione

Per ottenere la riduzione dei consumi energetici è possibile intervenire sugli involucri edilizi con accorgimenti che permettano di controllare il passaggio e la diffusione della radiazione solare all’interno degli edifici. I sistemi da utilizzare sono molteplici, si passa dai sistemi di schermatura fissi come frangisole o aggetti, a quelli di tipo vegetale che prevedono la piantumazione di essenze a foglia caduca capaci di garantire l'ombreggiamento nei mesi più caldi, senza impedire l'irraggiamento solare nei mesi freddi. La scelta dei sistemi più adatti va fatta a seguito di un attento studio dell'orientamento dei fabbricati e delle caratteristiche strutturali degli stessi. In ambito domestico l'adozione dei sistemi di schermatura può comportare una riduzione dei consumi di circa il 10%.

Considerando la tipologia dei fabbricati presenti nell’area industriale, e le basse superfici vetrate, possiamo stimare che nel caso dell'area Al Bigonzo l'adozione di sistemi di schermatura, possa portare alla riduzione dei consumi in misura pari all'1%.

ASPETTI GESTIONALI Soggetti coinvolti

Denominazione Azienda Comune

Ruolo Realizzatore Autorizzatore


COSTI E FINANZIAMENTI Stima dei costi

Da verificare caso per caso

Specifica di finanziamento

[ ] FINANZIAMENTO PUBBLICO [ ] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [x] INCENTIVI RISULTATI ATTESI RISPARMIO ENERGETICO RIDUZIONE EMISSIONI CO2 MONITORAGGIO

Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

Numero di interventi effettuati/ totale dei possibili interventi realizzabili Comune 3 anni Comune PROCEDURE Il quadro procedurale cambia in funzione del tipo di intervento che si decide di realizzare, si passa da attività di edilizia libera a progetti più

complessi che necessitano di autorizzazioni specifiche.


Scheda B7 Settore

Edilizia

Obiettivo

Riduzione Dispersioni di Calore del Fabbricato Migliorare la resistenza termica del fabbricato attraverso la riduzione delle dispersioni di calore, (coibentazione involucro, serramenti con vetro camera,‌).

Descrizione

l miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici si può ottenere intervenendo sull'involucro dell'edificio con accorgimenti volti ad attenuare le dispersioni e migliorare i livelli di isolamento termico. Gli interventi possono interessare sia le strutture verticali, compresi gli infissi che quelle orizzontali. Le tecnologie e i materiali utilizzabili sono molteplici e devono essere scelti in funzione delle caratteristiche dei fabbricati da ristrutturare e delle esigenze aziendali. A titolo di esempio, in base alle caratteristiche del fabbricato si può optare per il sistema a cappotto o per la realizzazione di pareti ventilate, per la sostituzione degli infissi con quelli a taglio termico, per la coibentazione delle coperture ecc. Le direttive europee e la normativa italiana sottolineano l'importanza dell'isolamento

termico nella definizione del bilancio energetico dei fabbricati. I valori relativi alla riduzione delle emissioni di CO2 e del risparmio energetico atteso sono stati stimati tenendo in considerazione le iniziative proposte dalle azioni B5 e B8.

ASPETTI GESTIONALI Soggetti coinvolti

Denominazione Azienda Comune

Ruolo Realizzatore Autorizzatore


COSTI E FINANZIAMENTI Stima dei costi

Specifica di finanziamento

€ 1.500.00 (la stima si riferisca anche alla realizzazione degli interventi delle azioni B5 e B8) [ ] FINANZIAMENTO PUBBLICO [ ] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [x] INCENTIVI RISULTATI ATTESI RISPARMIO ENERGETICO RIDUZIONE EMISSIONI CO2 MONITORAGGIO

Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

MWh risparmiati/anno Azienda 3 anni Comune PROCEDURE Il quadro procedurale cambia in funzione del tipo di intervento che si decide di realizzare, si passa da attività di edilizia libera a progetti più

complessi che necessitano di autorizzazioni specifiche.


Scheda B9 (per la scheda B8 vedi l’azione B5) Settore

Impiantistica

Obiettivo

Impianti Geotermici con Pompe di Calore Installare impianti geotermici con pompe di calore per riscaldare e produrre acqua calda sanitaria, nonché per sistemi di raffrescamento estivo.

Descrizione

Il geotermico è il sistema che permette la produzione di energia da fonti rinnovabili e il contenimento dei consumi energetici, sfruttando il calore del sottosuolo. Le pompe di calore geotermiche permettono la possibilità di produrre acqua calda per il riscaldamento invernale e per gli usi sanitari, e acqua fredda per il raffrescamento estivo sostituendo contestualmente sia le caldaie tradizionali che i condizionatori. Il sistema è inoltre integrabile con altri sistemi di produzione di calore quali impianti fotovoltaici

o caldaie a condensazione. Questo tipo di impianto permette un risparmio in termini di costo di esercizio pari al 60% rispetto ad un sistema di riscaldamento con caldaia a metano, e se ben dimensionato può coprire il 100% delle esigenze energetiche del fabbricato.

ASPETTI GESTIONALI Soggetti coinvolti

Denominazione Azienda ESCO COSTI E FINANZIAMENTI

Stima dei costi

Da valutare caso per caso

Specifica di finanziamento

[ ] FINANZIAMENTO PUBBLICO [X] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [x] INCENTIVI

Ruolo Realizzatore/Fruitore Autorizzatore e Gestore


RISULTATI ATTESI PRODUZIONE DI ENERGIA RINNOVABILE RIDUZIONE EMISSIONI CO2 MONITORAGGIO Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

MWh risparmiati/anno Azienda 3 anni Comune PROCEDURE La definizione del quadro procedurale dipende dall'intervento che si deciderà di realizzare, i principali attori sono la Provincia, il

Comune e la Regione che potrà essere coinvolta anche in vista di possibili finanziamenti derivanti da bandi POR.


Scheda B10 A Settore

Gestionale

Obiettivo

Certificati Bianchi – Sistemi di Gestione Energetica A Facilitare l’ottenimento di Certificati Bianchi.

Descrizione

I certificati bianchi, anche noti come “Titoli di Efficienza Energetica” (TEE), sono titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi energetici negli usi finali di energia attraverso interventi e progetti di incremento di efficienza energetica. I Titoli di Efficienza Energetica possono essere ottenuti mediante attività di “energy saving” presso i clienti finali da parte dei soggetti obbligati o con l’acquisto dei medesimi nel mercato predisposto dal Gestore del Mercato Energetico (GME). Tale mercato viene alimentato dall’offerta di TEE ottenuti da “soggetti volontari”, ovvero da distributori non obbligati, società operanti nel settore dei servizi energetici (E.S.Co.), le imprese e gli enti che si dotino di un Energy Manager o di un sistema di gestione dell’energia in conformità alla ISO 50001. Nel caso una singola impresa non raggiunga le soglie minime di risparmio per accedere

all’incentivo, può associarsi con altre imprese e presentare un progetto unico da affidare alla gestione di una ESCO. L'Amministrazione Comunale per facilitare l'iniziativa potrà assumere il ruolo di coordinatore dell'operazione, promuovendo la raccolta delle azioni di efficienza energetica diffuse sul territorio per convogliarle in una E.S.Co. che verrà selezionata con modalità da definire, e che a sua volta venderà i Titoli cosi ottenuti nel mercato ad essi dedicato. I ricavi derivanti dall’acquisto da parte della E.S.Co. dei Titoli di Efficienza Energetica cosi ottenuti potranno essere immessi, ad esempio, in un fondo di rotazione comunale da porre a supporto di iniziative finalizzate al risparmio energetico.

ASPETTI GESTIONALI Soggetti coinvolti

Denominazione Comune Azienda ESCO ENEA

Ruolo Facilitatore Fornitore dei TEE Soggetto che gestisce l'operazione finanziaria Valutatore dei Progetti


COSTI E FINANZIAMENTI Stima dei costi

Da valutare

Specifica di finanziamento

[ ] FINANZIAMENTO PUBBLICO [x] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [ ] AUTOFINANZIAMENTO [ ] INCENTIVI RISULTATI ATTESI RISPARMIO ENERGETICO RIDUZIONE EMISSIONI CO2 MONITORAGGIO

Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

MWh risparmiati/anno Comune Annuale Comune PROCEDURE Le aziende interessate dovranno rilasciale all'E.S.Co., selezionata tramite evidenza

pubblica, la liberatoria per la riscossione dei TEE relativi ad azioni di efficienza energetica.


Scheda B10 B Settore

Gestionale

Obiettivo

Certificati Bianchi – Sistemi di Gestione Energetica B Facilitare l’accesso a Sistemi di Gestione Energetica (ISO 50001).

Descrizione

Il continuo incremento dei consumi e conseguentemente dei costi energetici, rende necessario da parete delle Aziende l'adozione di una politica di gestione intelligente dei consumi, da valutare non solo in chiave economica ma anche ambientale. Il Sistema di Gestione dell’Energia secondo lo standard ISO 50001 (Energy Management System) si propone di aiutare le organizzazioni a definire le strategie che possano favorire la riduzione dei consumi energetici, dei costi e delle emissioni di gas serra. Esso individua il complesso di azioni gestionali, le procedure operative, ed i sistemi di documentazione, necessari ad ottimizzare la gestione del sistema energetico, responsabilizzando il personale coinvolto e definendo in modo chiaro ruoli e compiti, con l'obbiettivo di pervenire ai livelli di performance energetica ed ambientali che l'Azienda si prefigge di raggiungere.

I benefici che un’azienda può ottenere tramite l’implementazione di un SGE e la certificazione ISO 50001 sono i seguenti: - Consapevolezza dei consumi energetici tramite una valutazione iniziale; - Miglioramento dell’immagine aziendale; - Rispetto di tutti i requisiti cogenti; - Riduzione dei costi legati ai consumi energetici; - Identificazione di interventi “gestionali” a costo “0”; - Tempi di ritorno brevi degli investimenti per apparecchiature e interventi in ambito energetico; - Benefici sia in ambito civile che in ambito industriale; - Approccio sistemico nella definizione di obiettivi energetici e nell'individuazione degli strumenti adatti al loro raggiungimento; - Possibilità accesso a finanziamenti e ai Certificati Bianchi.

ASPETTI GESTIONALI Soggetti coinvolti

Denominazione Comune Azienda ESCO ACCREDIA

Ruolo Facilitatore Fruitore Finanziatore/Realizzatore Certificatore


COSTI E FINANZIAMENTI Stima dei costi

Da valutare in base alla tipologia e alla dimensione dell'azienda.

Specifica di finanziamento

[x ] FINANZIAMENTO PUBBLICO [x] FINANZIAMENTO TRAMITE TERZI [x] AUTOFINANZIAMENTO [ ] INCENTIVI RISULTATI ATTESI RISPARMIO ENERGETICO ATTESO RIDUZIONE EMISSIONI CO2 MONITORAGGIO

Indicatore Detentore dato Frequenza Responsabile

MWh risparmiati/anno Azienda Annuale Comune PROCEDURE Acquisizione della certificazione del Sistema di Gestione Energetica ISO 50001 da parte di un ente accreditato. In Italia il Decreto del Ministero dello sviluppo economico del 22 novembre 2009, ha designato ACCREDIA quale organismo nazionale italiano di

accreditamento. Il D.Lgs 102 del 2014 stabilisce l'obbligo per le Imprese Energivore (individuate dal DM 5 Aprile 2013) di dotarsi del Sistema di Gestione Energetica ISO 50001.


susreg


ALLEGATO B

Scheda Audit Preliminare


Scheda Audit Preliminare Ditta Referente Sistema Energetico DATI FABBRICATO Titolarità

[ ] Proprietà [ ] Affitto

Dimensione attività (mq)

[ ] Fino a 500 mq [ ] Tra 500 e 1000 mq [ ] Tra 1000 e 3000 mq [ ] Tra 3000 e 5000 mq [ ] Oltre 5000 mq Terziario/Commerciale Deposito Produzione

Presenza stabile di dipendenti

[ [ [ [

Tipologia copertura

[ ] Copertura Piana [ ] Copertura a Falde [ ] Copertura in Eternit [ ] Altro

% % %

] Meno di 5 ] Tra 5 e 15 ] Tra 15 e 30 ] Più di 30

[ ] Presenza di pannelli fotovoltaici Note

Orari di Lavoro dalle: alle: giorni:


ATTIVITÀ AZIENDALE Tipologia attività

[ [ [ [

dei rifiuti prodotti

] Commercio ] Deposito ] Servizi ] Produzione

Note (Indicare il settore di produzione)

GESTIONE DEI RIFIUTI Tipologia dei rifiuti prodotti

Affidamento al servizio pubblico per la gestione dei rifiuti

Note (Indicare tipologia/quantità di rifiuti speciali)

[ [ [ [ [ [ [ [ [

] Rifiuti a matrice organica ] Rifiuti dalla lavorazione del legno e affini ] Rifiuti da fibra tessile ] Plastiche ] Carta e cartone ] Metalli ] Vetro ] Inerti e ceramiche ] Fanghi da depurazione di acque reflue

[ ] Si [ ] No [ ] In parte


ANALISI FONTI/FORNITURE ENERGETICHE ANNO 2013 dei rifiuti prodotti Fonte

Tipologia generatore

Potenza termica nominale (kW)

Anno di installazione

Potenza termica nominale (kW)

Anno di installazione

Consumo

Costo annuo (â‚Ź)

Energia Elettrica (kWh) Gas (mc) Gasolio per trazione (l) Gasolio per riscaldamento (l) Note (Indicare il settore di produzione) ANALISI SISTEMA PRODUZIONEdei CALORE rifiuti prodotti Fonte

Tipologia generatore

Calore Note (Indicare il settore di produzione)

ANALISI CONSUMI IDRICI ANNOdei 2013 rifiuti prodotti Fonte Acqua (mc) Note

Fornitore




Gruppo di Lavoro Provincia di Treviso Lucio Bottan Dirigente Settore Urbanistica e Nuova Viabilità Silvia Roma Maria Grazia La Greca Unità Operativa Pianificazione Territoriale Valentina Mattara Rossella Cendron Unità Operativa Rapporti e Relazioni U.E. Società SOGESCA (partner progetto SUSREG) Federico De Filippi Daniele Scollo Coordinamento e sviluppo progetto grafico Consuelo Ceolin Eleonora Valier Ufficio Comunicazione e Marketing Provincia di Treviso

Si ringraziano per la collaborazione alla redazione del Caso Studio Paola Bandoli Antonella Fragali Eleonora Guerra Settore Uso e Assetto del Territorio Comune di Casier


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