ph. Stefano Formaglio
Non mangiate quella pianta!
Piante Velenose I
l regno vegetale si propone con un’infinita gamma di biodiversità, miriadi di specie di piante, erbe, fiori, dalle forme più varie, dai colori più smaglianti, dagli aromi più coinvolgenti, con molteplici proprietà insite in ognuna di esse. Ci sono piante commestibili, altre importanti per le loro proprietà medicinali, conosciute ed usate fin dai tempi più remoti, poi ci sono
piante velenose e velenoso-mortali, alcune molto vicine a noi e per questo molto pericolose! Le possiamo incontrare anche
nel nostro orto o nel nostro giardino: sono l’Oleandro, la Digitale dal bellissimo fiore, il Mughetto, la Peonia, il Maggiociondolo, la Speronella! Quando ci avventuriamo in collina, in campagna o lungo gli argini dei corsi d’acqua alla ricerca delle erbette commestibili può succedere di scambiare erbe buone con erbe velenose: come il Lampascione (commestibile) che viene confuso con il Colchico (velenoso mortale), o la Cicuta maggiore (la pianta usata da Socrate) che all’inizio dello sviluppo assomiglia molto al prezzemolo e può essere facile lo scambio. Alcune piante, invece,
sono tossiche solo allo stato di pianta fresca, come la Clematis vitalba, conosciuta nei Colli Euganei con il nome di Visoni o Scrossoe. C’è l’uso di consumarne i germogli cotti lessati, perché con
la cottura i principi tossici scompaiono. Nel medioevo, i mendicanti strofinandosi sulle braccia la Vitalba fresca si procuravano volutamente
delle lesioni, mostrando poi le braccia piagate quando chiedevano l’elemosina per accattivarsi la simpatia delle persone. La Vitalba ha preso così il nome di “pianta dei mendicanti”. Un’altra pianta che fresca può risultare irritante per la cute e le mucose interne dell’apparato digerente è il Tamus communis, volgarmente detto Tamaro o Tano. Il Tamaro come
la Vitalba è una pianta rampicante che in estate-autunno produce delle bacche rosse velenose, pericolose soprattutto per i bambini piccoli che si sa, sono attirati dalle bacche colorate.
Il Maggiociondolo, un alberello che cresce sporadico nei Colli Euganei, produce dei fiori gialli a grappolo che somigliano molto a quelli bianchi della Robinia.
Sappiamo che nella tradizione popolare c’è l’uso di consumare i fiori della Robinia impanati e fritti, cosa assolutamente da non fare con i fiori del Maggiociondolo perché è una pianta mortale. Le piante velenose contengono alcaloidi, che sono sostanze azotate, pericolose se ingerite anche a piccolissime dosi, ma piante micidiali
come la Cicuta, l’Aconito, la Belladonna, il Colchico o il Tasso se usate da specialisti possono diventare nelle dosi dovute dei potenti farmaci. Di piante velenose ce ne sono tantissime ed è bene conoscerle,
per evitare di incorrere in errori fatali; avviciniamoci al mondo della natura ed impariamo a conoscerla, ne riceveremo tutti i benefici.
Gastone Cusin
Piante Velenose | Euganeamente
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