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Guida al Referendum
Attualità 5
Guida al Referendum
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“Approvate il testo della legge costituzionale concernente «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari», approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?”.
Il Parlamento italiano oggi
di Francesco Vaccaro
Ad oggi il Parlamento italiano è costi tuito da due assemblee: la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica. Il numero attuale complessivo dei par lamentari ammonta a 945: 630 depu tati e 315 senatori, oltre ai 6 a vita. Nello specifico, dei senatori a vita 5 sono di nomina presidenziale e uno lo è di diritto, salvo rinuncia, in quanto Presidente emerito della Repubblica. La durata della legislatura è di 5 anni. Per i parlamentari non è previsto il vin colo di mandato: questo vuol dire, per fare un esempio, che un deputato del PD, se non si riconosce più nel suo par tito, può cambiare gruppo parlamen tare ed entrare a far parte dei deputati del M5S. Il vincolo di mandato riguarda anche il rapporto tra elettori ed eletti: i cittadini non possono “destituire” il parlamentare da loro eletto nel corso della legislatura; semplicemente, se il senatore Tizio ha deluso il cittadino Caio, quest’ultimo non lo voterà più. Il sistema che regola le funzioni delle due camere è definito “bicamerali smo perfetto”: le due camere hanno le stesse funzioni e perché una pro posta di legge diventi definitiva, sia la Camera che il Senato devono appro vare lo stesso e identico testo. Questo vuol dire, ad esempio, che se un testo di legge viene approvato alla Camera e prima di essere approvato al Senato viene modificato anche di una virgo la, la Camera dovrà approvare nuova mente il testo modificato. Per quanto riguarda l’elezione di depu tati e senatori, la Costituzione prevede due modalità diverse: per poter votare alla Camera e per poter diventare de putati bisogna avere rispettivamente 18 e 25 anni; nel caso del Senato inve ce bisogna avere 25 anni per eleggere e 40 per essere eletti. Nell’attività legislativa del Parlamen to un ruolo fondamentale è ricoperto dalle commissioni. Esse sono dei col legi costituiti da un numero di parla -
Attualità 6
mentari proporzionale alla grandez za dei vari gruppi parlamentari e fun gono in un certo senso da guida nel processo legislativo: esse infatti discu tono le proposte di legge di loro com petenza e approvano o respingono gli emendamenti, le modifiche, proposte da qualsiasi parlamentare. Solo dopo che la proposta di legge passa il vaglio della commissione competente, essa viene discussa e approvata/respinta in sessione plenaria dalla relativa assem blea. Chiarisco questo aspetto con un esem pio: la Commissione Giustizia del Sena to approva la riforma X, che a questo punto viene sottoposta alla votazione di tutti i senatori; a quel punto si avrà lo stesso e identico procedimento alla Camera (bicameralismo perfetto). In realtà ci sono diverse tipologie di commissioni, come quelle bicamera li o d’inchiesta, ma indubbiamente quelle più importanti (quelle che ho descritto finora) sono le commissioni permanenti, che sono 28 (14 per cia scuna assemblea): esse hanno speci fiche competenze e riguardano tutti gli aspetti fondamentali dello Stato e della società; ad esempio, esistono la Commissione Trasporti, Istruzione, Bilancio e Affari costituzionali, quella che ha approvato la riforma sottopo sta al referendum.
La riforma. Il quesito: non è solo que stione di numeri!
di Giovanni Colombo
Il quesito referendario chiederà all’e lettore di approvare o rifiutare le mo difiche proposte agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione.
Il cambiamento porterebbe sostan zialmente il numero dei deputati da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200.
A questo si aggiunge un chiarimento in merito al numero dei Senatori a vita. Dal 1948 fino ad oggi, secondo alcu ne interpretazioni, ciascun Presidente della Repubblica durante il suo setten nato aveva il diritto di nominare fino a cinque Senatori a vita; altre interpreta zioni indicavano in 5 il numero massi mo di incaricati contemporaneamente in carica (eccezion fatta per i Presiden ti emeriti della Repubblica).
Chi sostiene il referendum intende formalizzare questa seconda ipotesi.
A prescindere da come la si pensi cir ca il numero dei componenti delle due Camere va evidenziato che la riduzio ne del numero degli stessi, in assenza di modifiche dell’attuale legge eletto rale avrà impatti ulteriori rispetto alla consistenza numerica dei membri del Parlamento.
Attualità 7
L’attuale legge elettorale è stata infat ti elaborata con riferimento all’attuale numero dei parlamentari e prevede, in particolare, che per ciascuna delle due Camere l’assegnazione dei seggi sia così ripartita: - il 37% dei componenti è eletto trami te sistema maggioritario in collegi uni nominali che portano il candidato che ottiene più voti a ottenere il seggio; - il 61% tramite proporzionale e per ciò tra tutti i partiti e le coalizioni che ottengono in collegi plurinominali più del 3% delle preferenze (soglia di sbar ramento); la percentuale dei seggi di sponibili viene ripartita proporzional mente; - il restante 2% dei parlamentari sono eletti dai cittadini italiani all’estero. Questo sistema, combinato all’appro vazione dell’odierna riforma costitu zionale, creerebbe degli squilibri: alcu ne regioni vedranno, in particolare per il Senato, fortemente ridotto il nume ro dei Senatori eletti, con l’ulteriore conseguenza di lasciare senza rappre sentatività i partiti di media o piccola consistenza. Ciò assegnerebbe un ruolo ancor più preponderante ai partiti o alle coali zioni più votate indebolendo il ruolo degli schieramenti minori. Da ciò l’esigenza di accompagnare l’e ventuale modifica costituzionale ad una nuova legge elettorale. I partiti hanno iniziato una trattativa che potrebbe portare all’approvazione di un proporzionale completo, molto simile a quello usato in quasi tutto il Novecento repubblicano italiano. Se la riforma elettorale fosse comple tata in questo senso, gli squilibri nati sarebbero sanati sul nascere; e se così non fosse? Se la legislatura terminasse improvvisamente senza la possibilità di un nuovo sistema elettorale? Come sarebbe gestita la situazione di impas se? Tutto questo non è chiaro.
Facciamo due conti…
di Giulia Burigotto e Giacomo Longoni
La maggior parte dei politici italiani a favore del taglio parlamentare ha fatto leva sul risparmio di denaro che la di minuzione di deputati e senatori com porterebbe. Ma è davvero così? L’Osservatorio dei Conti Pubblici Ita liani, presieduto dall’economista Car lo Cottarelli, ente preposto allo studio dei costi della spesa pubblica italiana, ha calcolato che il risparmio netto de rivato dal taglio dei parlamentari corri sponderebbe a 57 milioni l’anno e 285 milioni a legislatura, ovvero lo 0,007 % della spesa pubblica, pari a un euro all’anno per ciascun italiano.
Attualità 8
Al contrario di quanto si pensi, lo sti pendio dei parlamentari e le spese le gate al loro mantenimento non è così influente, a dispetto di spese gravose come il rimborso dei titoli del debito statale (228 miliardi di euro), la tutela dei livelli essenziali di assistenza (73.2 miliardi di euro), gli oneri finanziari su titoli del debito statale (67 miliar di), il sostegno alle gestioni previden ziali (62. 7 miliardi), per poi arrivare a spese minori riguardanti soprattutto ai costi per il personale degli istituti scolastici e universitari, le spese per il personale delle forze marittime, ae ree e terrestri e per il personale delle forze dell’ordine. Infine pochi miliardi vengono investiti nell’amministrazio ne penitenziaria e nel finanziamento delle università statali.
La rappresentanza parlamentare
di Elisa Basilico Generalmente, un parlamento è con siderato tanto più rappresentativo quanto è più basso il rapporto nume rico tra elettori ed eletti - un maggior numero di parlamentari in relazione alla popolazione dà, insomma, vita ad un parlamento più rappresentativo. In Italia al momento i membri del Parlamento sono 945, divisi in 630 deputati e 315 senatori (non contan do quelli “a vita”). Considerando una popolazione di circa 60 milioni di abi tanti, si ha all’incirca un parlamentare ogni 63 mila abitanti. In seguito al taglio, così come propo sto dalla riforma, il rapporto aumen terebbe a un parlamentare ogni 101 mila abitanti. La rappresentanza quin di diminuirebbe: un minor numero di parlamentari eletti dal popolo, infatti, significherebbe che il voto dei cittadini
avrebbe minor peso.