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Intervista al sen. Nencini per il No

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Carola Nava, 4bb Rebecca Marasco, 4bb Giacomo Longoni, 5bb Intervista al sen. Riccardo

Nencini per il No

Perché votare No? Lo abbiamo chiesto a Riccardo Nenci ni, senatore di Italia Viva – PSI, nipote di Gastone Nencini, celebre ciclista ne gli anni ‘50. Nencini nasce a Barberino di Mugello, in Toscana, nel 1959. Egli si laurea in Storia alla facoltà di Scienze Politiche; inoltre, ottiene dall’Università di Leicester nel 2004 la laurea “honoris causa” in Lettere. La sua carriera politica è caratterizza ta da una lunga militanza nel Partito Socialista Italiano, di cui attualmente fa ancora parte: i primi incarichi rico perti sono Consigliere comunale e ca pogruppo del PSI a Firenze dal 1990 al 1995. Da lì in poi la sua ascesa politi ca è rapida, arrivando a ricoprire ruoli di spicco sia nella sua regione che nei Parlamenti italiano ed europeo. Nencini ha incentrato il suo attivismo politico sul federalismo regionale, tan to da ottenere nel 2003 dal Capo del lo Stato l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce. Dal 2008 al 2019 ricopre la carica di Segretario Nazionale del Partito Socialista Italiano. Dal 2014 fino al 2018 riveste il ruolo di Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti sotto i governi Renzi prima e Gentiloni poi. Alle politiche del 2018 viene eletto Senatore presso il gruppo Misto.

Perché ha deciso di schierarsi per il No?

“Voto No per tre motivi: il primo è che tutti i ragionamenti sul risparmio sono infondati. Non è vero quello che dice Di Maio che si risparmia mezzo miliar do di euro l’anno. Il risparmio effettivo è meno di un caffè l’anno per ogni cit tadino italiano. Il secondo motivo richiede un ragio namento più “largo”: avrete notato anche voi che durante il lockdown i poteri dello Stato si sono riposiziona ti. Da una parte il Parlamento è sceso in maniera importante nell’esercizio delle sue funzioni, dall’altra il governo e i presidenti delle regioni hanno as sunto maggior potere, stravolgendo l’equilibrio previsto dalla Costituzione. Se fossi stato io a decidere il da farsi

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avrei immaginato una cosa diversa: utilizzare una fase così particolare, come quella che stiamo vivendo con la pandemia, per ripensare all’organizza zione dei poteri dello Stato attraverso una “costituente”. Soltanto dopo que sto lavoro avrei portato il tema del nu mero dei parlamentari.”

Una costituente? Addirittura, senato re?

“Attenzione, non ho detto “Assem blea Costituente”, ma “costituente”! Una costituente può essere fatta in vari modi: o formata dall’unione delle commissioni degli Affari Costituzionali delle due camere o formata da un nu mero limitato di parlamentari in rap presentanza dei vari partiti, o in altro modo… Infine, il terzo motivo: l’Italia ha alcu ne regioni molto piccole (la Valle d’Ao sta, il Molise…). Bene, queste regioni verranno fortemente penalizzate per ché avranno meno parlamentari e, di conseguenza, meno peso là dove si as sumono le decisioni. Vi è poi una quar ta ragione - così le diciamo tutte! (ride ndr). Di fronte ad un numero più basso di parlamentari da eleggere aumenta il potere delle segreterie dei partiti.”

Molti politici sostengono il taglio dei parlamentari perché si tratta di un tema portato avanti da svariati espo nenti sia di destra, sia di sinistra nel corso del tempo. In ogni caso si tratta di un primo passo per una riforma più ampia delle istituzioni. Cosa ne pen sa?

“Penso che si parta dalla parte sbaglia ta. Prima avrei fatto – ribadisco – un lavoro più ampio, come l’istituzione di una costituente per ridisegnare i pote ri dello Stato, e soltanto dopo avrei ta gliato i parlamentari. Non il contrario! È vero che il taglio dei parlamentari non è stata una proposta avanzata solo dal M5S ma che ha oscillato anche tra partiti di centrosinistra e centrodestra ma è vero anche che una cosa è il ta glio lineare del numero, un’altra cosa è il taglio all’interno di una più ampia riforma costituzionale. Sembra la stes sa cosa ma non lo è!”

Forse sarebbe più propenso ad un ta glio diretto degli stipendi o ad un altro tipo di provvedimento piuttosto che alla riduzione del numero di senatori e deputati?

“Se il problema fosse legato al rispar mio direi di sì, qui però il risparmio ef fettivo reale è molto molto basso. Per quanto riguarda il taglio degli stipendi, io, nel 1992, ero giovane, sono stato il primo ed unico parlamentare che rinunciò al doppio stipendio. Quindi

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il taglio dell’indennità non mi fa as solutamente paura! Il tema è diverso però.”

Qual è allora il tema?

“Il tema è molto più preoccupante! Il referendum l’hanno proposto i grillini con la motivazione del “Vaffa” di Grillo, ovvero questa: la politica fa schifo, ta gliamo i parlamentari! Purtroppo però più la politica cade, più emergono i poteri sostitutivi, alcuni sono nasco sti, non li vediamo noi, altri sono quelli che ben conosciamo e che guidano la globalizzazione: penso all’alta finanza o alle grandi multinazionali. Più la poli tica cade in disuso più si fanno favori a soggetti che lavorano per interessi non pubblici, ma privati.”

Pensa che il periodo di crisi econo mica, sanitaria e sociale in cui ci tro viamo possa influire sulla decisione di chi andrà a votare? Ad esempio, pensiamo ai lavoratori o alle imprese che sperano in un aiuto dal governo e che pensano che questo genere di aiuti possano arrivare anche da que sti tagli…

“Magari vivessimo una stagione dove fossero sufficienti 50 milioni (di euro ndr) per sistemare tutto! Ne sarei feli ce! No, non c’entra proprio niente. Gli aiuti richiedono cifre più onerose! In ogni caso tra bilancio italiano, scosta mento di bilancio e fondi europei pos siamo dire che i fondi non mancano per quest’emergenza.”

Cosa consiglia ai giovani che si ritro veranno a votare per la prima volta?

“Di non fidarsi di chi dà risposte sem plici, ad esempio di chi dice: “Rispar miamo un sacco di soldi!”. È falso. Consiglio di indagare sotto la superfi cie e di scegliere in maniera responsa bile. Poi, una volta istituita la pratica, di scegliere liberamente tra sì e no. Attenti alla rete, diffidate dagli slogan. Quello che non si può fare, e che molti vostri coetanei fanno, è inneggiare ad un impegno politico più diffuso, cito le Sardine ad esempio, e poi fidarsi sol tanto di motivazioni banali e meschi ne. Questo no, non si può fare!”

Un invito alla coerenza, possiamo dire?

“Un invito alla conoscenza, e poi alla coerenza. Non si può esaltare la Costi tuzione, applaudire al Capo dello Stato e poi in maniera esageratamente leg gera prendere decisioni come questa, salvo che si sostenga che i costituenti abbiano fatto un pessimo lavoro.”

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