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Intervista ai maturandi
SCUOLA INTERVISTA AI MATURANDI
VALENTINA NIEDDU, 5aa La fine dell’anno scolastico porta sempre tanti pensieri, soprattutto se è il tuo ultimo anno di liceo. Fatevelo dire, non ci aspettavamo che sarebbe arrivata così in fretta, e soprattutto in questa modalità. Per molti di noi maturandi il Majo è stato più di una semplice scuola: è stato una casa, un luogo dove ridere, piangere e spesso anche arrabbiarsi. Ci siamo sentiti accolti in una vera e propria comunità unita ed è alquanto triste sapere che una buona parte di voi purtroppo non hanno ancora conosciuto questo lato della scuola. Abbiamo quindi deciso di intervistare alcuni dei ragazzi che stanno per andare via, in modo da richiamare alla mente bei ricordi per i più vecchi, e dare un’idea ai più giovani di come realmente è questa bellissima scuola. Ecco le loro risposte:
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VIOLA BONFANTI, 5aa
Cosa ti ha lasciato il Majorana in cinque anni?
«Si dice che non esistano domande banali ma solo risposte stupide o non esaustive. Per quanto questa domanda possa non essere banale, qualsiasi mia risposta sarebbe sicuramente stupida o non esaustiva perché è proprio difficile riassumere in poche parole questi cinque anni. Mi limito a dire tanti bei momenti, tante persone conosciute, qualche amicizia importante, altri momenti un po’ meno belli ma ugualmente degni di nota e quanto è bello EtCetera!» Giacomo Longoni, 5bb
«Tante nozioni in più, la maggior parte delle quali ormai risiede in quello che Freud definirebbe il preconscio, ma anche un nuovo modo di pensare e il preludio dello sviluppo di un pensiero critico.» Viola Mazzilli, 5G
«Dire che la mia esperienza al Majo è stata fruttuosa è forse dire poco: mi ha aiutato a crescere, mi ha permesso di uscire dal mio guscio con cui mi proteggevo da tutto e tutti e mi ha insegnato a vivere.» Andrea Scuratti, 5cc
«In questi 5 anni il Majorana mi ha insegnato a non vedere la scuola come solo un luogo dove si va per studiare e relative cose brutte, ma che c’è un mondo al di fuori delle quattro mura della mia classe, che è fondamentale se si vuole fare un’esperienza completa delle superiori.» Carlo Sala, 5E
Come ti senti all’idea di avere (quasi) finito il liceo?
«Felice perché dopo cinque anni ho tanta voglia di andarmene. Un po’ impaurito da quello che verrà ma entusiasta allo stesso tempo.» Giacomo Longoni, 5bb
«Non penso di poterlo riassumere in qualche riga. Posso dire però con certezza che dopo due anni di pandemia si percepisce la necessità di voltare pagina e, sebbene non abbia trascorso gli ultimi anni di liceo come speravo, sono contenta di aver concluso un altro capitolo di vita, e sono molto curiosa di scoprire come sarà il prossimo. Come direbbe la professoressa Clerici, la nostra vita inizia ora.» Viola Mazzilli, 5G
«Vojo mori’, nel senso: non so come definire questa sensazione, è strana, tristemente felice.» Andrea Scuratti, 5cc
«È finito totalmente in sordina, non mi sembra di avere fatto già cinque anni e non mi sono ancora reso conto che fra meno di un mese dovrò dare l’esame. È tutto strano, ma forse sono solo un po’ troppo nostalgico.» Carlo Sala, 5E
Cosa pensi di aver lasciato di tuo al Majo? Hai consigli per le generazioni future?
«Un ombrello, due penne e spero nient’altro.» Giacomo Longoni, 5bb
«Qualche consiglio ai miei amici più piccoli, degli scatoloni di cavi un po’ più in ordine nell’archivio della sede centrale e, spero, qualche soddisfazione per i miei professori.» Viola Mazzilli, 5G
«Spero di aver lasciato qualcosa con gli articoli scritti su EtCetera e col mio modo di pormi: di aver trasmesso che la vita va vissuta sì seriamente, ma un po’ di ironia e leggerezza non hanno mai fatto male a nessuno.» Andrea Scuratti, 5cc
«Diciamo che ho sempre, o quasi sempre, cercato di mettermi in gioco, non con molto successo, ma ci ho provato e non mi pento. Non so bene cosa ho lasciato al Majo, ma so che cosa il Majo ha lasciato a me.» Carlo Sala, 5E
«Ho sempre seguito la filosofia “minima spesa, massima resa”. La consiglio a chi verrà, oltre ovviamente a collaborare con EtCetera e vivere il liceo al massimo delle possibilità.» Giacomo Longoni, 5bb
«Non vivrete mai più il liceo, quindi fate tutto il possibile per godervi questi anni. Lanciatevi e provate di tutto, il Majorana offre la possibilità di scegliere tra una vasta gamma di attività e sarebbe un peccato non approfittarne. Si possono conoscere persone molto stimolanti e si creano bellissimi legami.» Viola Mazzilli, 5G
«Vivete il Majo, fatelo vostro, fate in modo che diventi una seconda casa e non riman-
ga solo una scuola.» Andrea Scuratti, 5cc
«Solo di non dare per scontato che il Majo, non è solo un posto dove si va per studiare, ma che c’è molto di più da fare e sono proprio le attività extrascolastiche che lo rendono un posto migliore.» Carlo Sala, 5E
Cosa speri per il Majo del futuro?
«Che diventi un luogo in cui, al netto delle differenze nei modi e nelle vedute, si possa costituire un dialogo franco e proficuo che coinvolga tutta la comunità scolastica. Ad oggi non sempre ciò è stato possibile e credo peraltro che EtCetera qui abbia un compito e delle responsabilità ben precise.» Giacomo Longoni, 5bb
«Spero che le classi tornino a riempirsi, spero che le attività pomeridiane tornino ad essere svolte in presenza, spero che vengano tramandate le tradizioni e che se ne aggiungano di nuove, spero che gli atri tornino ad essere vissuti come prima della pandemia e che il pianoforte della sede torni ad essere suonato ad ogni intervallo, ma soprattutto spero che il Majorana faccia sentire a casa le prossime generazioni tanto quanto lo ha fatto con la nostra.» Viola Mazzilli, 5G
«Spero che torni ad essere quel luogo di incontro che è sempre stato, che sia luogo di condivisione reciproca e rispetto.» Andrea Scuratti, 5cc
«Spero che possa tornare la scuola di quando ho iniziato io e che inizino a votare i rappresentanti di istituto con criterio e non a caso (ovviamente si scherza).» Carlo Sala, 5E
Anche per noi due è purtroppo giunto il momento di dirvi addio. Un grazie speciale alle quattro bellissime persone che hanno risposto alle nostre domande e condiviso le loro esperienze. Un grazie speciale anche a voi, cari lettori, per averci accompagnato in questa avventura, se così si può definire. È stato bello scrivere per questo giornalino e sapere che c’erano sempre persone interessate quello che avevamo da dire. Anche voi, con il vostro supporto, avete fatto parte di questa redazione. Quindi grazie di tutto, vi auguriamo di potervi godere a pieno la permanenza in questa scuola, così come abbiamo fatto noi.