S&H Magazine n. 297 • Dicembre 2021

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Questo Natale regala Zavyta!

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di ERICA LUCIA NOLI

zioni. In meno di un anno il quartetto conquista le Top 10 elli, provocanti, cari­ musicali di tutto il mondo e smatici e sensuali. I il 4 luglio 2021 raggiunge Maneskin stanno la vetta della classifica conquistando tutto e mondiale di Spotify con tutti. Il pubblico e la la sua versione di “Beg­ critica di tutto il gin’” dei The Four mondo sono ai loro Seasons. Traguardi piedi e di recente importantissimi che stanno spopolando non finiscono qui. Il anche negli Stati 26 ottobre, infatti, si Uniti. La storia del esibiscono al To­ gruppo italiano ini­ night Show di zia nella capitale nel Jimmy Fallon, tra­ 2015 quando Victo­ smissione di punta ria e Thomas, rispet­ della televisione sta­ tivamente bassista e tunitense, durante la chitarrista del gruppo, quale il conduttore an­ decidono di suonare nuncia che Mick Jagger insieme. Durante gli ha scelto il gruppo per anni del liceo incontrano aprire il concerto dei suoi prima Damiano, cantante Rolling Stones a Las Vegas. e frontman della band, e poi Nel novembre sono inoltre Ethan, il batterista. Diventano ospiti anche all’Ellen DeGene­ immediatamente amici grazie res Show e così conquistano defi­ alla musica e al rock che li unisce e nitivamente la tv americana. decidono di formare un quartetto mu­ Un anno strabiliante per i Maneskin sicale: Måneskin, nome usato dalla che, un successo dopo l’altro, band per la prima volta nel vincono l’ennesimo premio 2016 e traducibile dal danese nella categoria Best Rock agli con l’espressione “chiaro di MTV Europe Music Awards luna”. 2021 in Ungheria, il premio Il gruppo decide di inseguire il che spetta alla migliore rock sogno di entrare nel mondo band dell’anno. A concorrere della musica nel 2017 parteci­ per l’ambito riconoscimento pando all’undicesima edizione anche gruppi del calibro dei Chi è il gruppo italiano del momento, del programma X Factor Italia. Si Coldplay, Imagine Dragons e The come è nato e come è riuscito a conquistare classifica secondo ma ciò non li Killers. Si tratta del primo suc­ ferma. Canzone dopo canzone il pubblico internazionale cesso italiano in una delle cate­ iniziano a diventare sempre più gorie internazionali nella storia famosi in Italia e nel 2021 parte­ degli Ema. tutta l’Europa e si classificano nuova­ cipano al Festival di Sanremo con il ...CONTINUA SUL WEB mente primi, diventando i terzi vinci­ brano “Zitti e buoni”. Contro ogni tori italiani nella storia dell’evento. aspettativa (visto il genere di musica Inoltre, non capitava dal 1964 non propriamente consueto per il Fe­ (anno in cui Gigliola Cinquetti vinse INQUADRA IL CODICE stival) arrivano al primo posto. Il con “Non ho l’età”) che un artista QR CON IL TUO trionfo a Sanremo garantisce loro l’ac­ italiano trionfasse nello stesso cesso, solo pochi mesi dopo, all’Euro­ SMARTPHONE PER anno sia al Festival di Sanremo che vision Song Contest in qualità di CONTINUARE A all’Eurovision con lo stesso brano e rappresentanti dell’Italia. I Maneskin LEGGERE L'ARTICOLO all’esordio in entrambe le competi­ gareggiano contro star provenienti da Foto: Pagina Facebook

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MANESKIN

I SUL TETTO DEL MONDO


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S&H MAGAZINE Anno XXVI - N. 297 / DIC 2021 EDIZIONE CAGLIARI+SASSARI

Direttore Responsabile MARCO CAU

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Ufficio Grafico GIUSEPPINA MEDDE Hanno collaborato a questo numero: HELEL FIORI, GIUSEPPE MASSAIU, ERICA LUCIA NOLI, DANIELA PIRAS, RAFFAELLA PIRAS, AURORA REDVILLE, JULIA VOLTA Redazione Sassari, Via Oriani, 5/a - tel. 079.267.50.50 Cagliari, tel. 393.81.38.38.2 mail: redazione@shmag.it

03 I Maneskin sul tetto del mondo

Chi è il gruppo italiano del momento, come è nato e come è riuscito a conquistare il pubblico internazionale

05 Metaverso

Microsoft presenta Mesh

06 Barbagia Express

Il trenino del foliage che fa scoprire colori e paesaggi autunnali nel cuore della Sardegna

08 Due amici e una rapina

“Un piano perfetto” di Roberto Achenza racconta cosa vale davvero

09 Gianluca Arrighi In libreria l’antologia noir “Sulle orme del Brivido”

10 Monica Tronci e i “Plastilibri” Giraffe, leoni e scimpanzè di Plastilina insegnano la lingua sarda ai più piccoli

12 Malattie invisibili

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Editore ESSEACCA S.r.l.s., Via Oriani, 5/a - Sassari Per la pubblicità: tel. 335.722.60.54

Stampa Tipografia Gallizzi S.r.l. - Sassari

Un dolore ancora senza voce

13 Il dentista risponde La visione olistica in ambito odontoiatrico

14 SMART STORIES

Social & Web

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$ www.shmag.it telegram.me/sehmagazine issuu.com/esseacca Registro Stampa: Tribunale di Sassari n. 324/96. ROC: 28798. © 2021. Tutti i diritti sono riservati. È vietato riprodurre disegni, foto e testi parzialmente e totalmente contenuti in questo numero del giornale.

in Copertina I “PLASTILIBRI” DI MONICA TRONCI

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METAVERSO: MICROSOFT PRESENTA MESH Il primo passo concreto verso le realtà virtuali di JULIA VOLTA

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urante la pandemia molte persone sono state costrette a lavorare in smart working, trovandosi a partecipare in remoto a riunioni o persino a colloqui di as­ sunzione. La questione ha riguardato un po’ ogni Paese, come sappiamo, ed è per questa ragione che alcuni “big” della tecnologia hanno deciso di pun­ tare tutto in tale direzione. Mai come oggi si è sentita la necessità di svi­ luppare dei modi sempre più evoluti per permettere a persone di tutto il mondo di connettersi all’interno di uno stesso contesto, senza doversi necessariamente spostare da casa. Una premessa che ricorda un po’ Il mondo dei replicanti di Jonathan Mo­ stow, ma senza androidi e il pessimi­ smo per ciò che riguarda la distorsione nella natura dei rapporti umani. Già da diverse settimane Mark Zuc­ kerberg, fondatore di Facebook (ades­ so divenuto Meta), ha annunciato con grande entusiasmo la sua pro­ spettiva per il 2031: secondo lui, per quel periodo saremo pronti ad inte­ ragire attraverso realtà virtuali, che ci consentiranno di recarci in ogni parte del mondo con un semplice visore, per esempio Oculus Quest 2, già in vendita a €349,99 su Amazon. Sulla stessa lunghezza d’onda, an­ che Microsoft esprime la sua pro­ prio durante l’evento Ignite 2021, nel quale presenta in grande stile la piattaforma virtuale Mesh per

Teams, già annunciata in sordina nel mese di marzo di quest’anno. Si tratta del primo passo concreto verso il tanto decantato metaverso, in quanto si parla di uno strumento che permetterà alle persone di in­ teragire in contesti virtuali simili alla realtà, ma considerati molto più “immersivi”, attraverso avatar bi e tridimensionali. Non stiamo parlando, però, di semplici sticker, usati spesso come emoji su famosi social networks, ma di veri e propri alter ego sofisticati in grado di imitare l’aspetto dell’utente e le sue espressioni, dopo averle ap­ prese con un’intelligenza artificiale. “Troppe persone, per la maggior parte del tempo, sono un’immagine statica o una bolla con le iniziali” afferma John Roach del team Mi­ crosoft, riferendosi agli attuali mee­ ting in video. Pertanto, a differenza di quanto espresso da Zuckerberg, parliamo di una piattaforma che al momento si applica solo ai contesti aziendali, creata appositamente per gestire riu­ nioni, presentazioni e parlare con i clienti, in spazi virtuali che riprendono nell’aspetto luoghi di lavoro realmente esistenti. ...CONTINUA SUL WEB

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Foto Salvatore Di Martino

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BARBAGIA EXPRESS IL TRENINO DEL FOLIAGE CHE FA SCOPRIRE ED AMMIRARE COLORI E PAESAGGI AUTUNNALI NEL CUORE DELLA SARDEGNA di RAFFAELLA PIRAS

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nno dopo anno, assistiamo, senza mai smettere di emozionarci, al­ l’inevitabile alternarsi delle sta­ gioni. Come davanti alla cartolina più bella, continuiamo ad osservare incantati i paesaggi fiabeschi, freddi e gelati tipici dell’inverno, oppure a provare buonu­ more dinanzi allo sbocciare dei fiori e al tripudio di colori accesi che regala la primavera e a godere del sole e dei mari cristallini che animiamo con gioia ogni estate. Tuttavia, niente è in grado di impressionarci di più delle trasfor­ mazioni che offre la natura durante l’Au­ tunno. In questi magici mesi dell’anno, i più ro­ mantici e malinconici allo stesso tempo, le foglie degli alberi, prima di cadere, dal verde cambiano colore tingendosi di giallo, arancione, rosso e, infine, mar­ rone, trasformando i paesaggi in quel

fenomeno naturale definito “foliage”. Divenuto ormai una vera attrazione tu­ ristica, dapprima in alcune zone degli Stati Uniti e in Canada ma ora anche in Giappone e in Europa, il foliage, termine che nella lingua inglese significa sem­ plicemente fogliame, rappresenta uno stile di viaggio. Coloro che non si ac­ contentano di qualche passeggiata tra i boschi, partono infatti alla ricerca dei luoghi più suggestivi dove poter ammi­ rare questo spettacolo in tutte le sue sfumature. Questo avviene anche nel nostro Paese, salendo a bordo di uno dei treni storici delle linee ferroviarie che attraversano tutto lo Stivale, Isole comprese, e che viaggiano tra montagne, colline e pianure, chiamati proprio “Treni del foliage”. Anche la Sardegna ha il suo, il Barbagia Express, che utilizza lo storico trenino verde dell’ARST. Salendo a bordo del Barbagia Express ci si ritrova immersi nel cuore della Re­

gione, dei suoi paesaggi autunnali moz­ zafiato, delle tradizioni rurali e artigianali, della storia, dell’archeologia, del folklore e della gastronomia tipica. Percorrendo la tratta Mandas­Sorgono e salendo fino a 800 metri di altitudine, il trenino sardo del foliage, con un ritmo lento che ricorda quello dei viaggi di inizio ‘900, si inoltra nelle tre regioni storiche del Sarcidano, della Barbagia di Belvì e del Mandrolisai. L’itinerario è lo stesso percorso esatta­ mente cento anni fa, nel 1921, dallo scrittore inglese David Herbert Lawrence durante il suo soggiorno nell’Isola, rac­ contato poi nel suo libro di viaggio “Mare e Sardegna” in cui affermava: “È una strana ferrovia, sfreccia su per le colline e giù per le valli e attorno a curve improvvise, con la massima non­ curanza”. Il viaggio comincia da Mandas dove, proprio ultimamente, sono stati recu­


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perati i locali della vecchia stazione che ospitò il celebre scrittore nel suo famoso viaggio ed è stata inaugurata la “Locanda Lawrence”. Partendo da qui e passando per il sito nuragico di Barumini, patri­ monio dell’Unesco, e per la Giara di Gesturi con i suoi cavallini selvatici, si giunge innanzitutto ad Isili, noto per l’arte del rame e dei tessuti e, subito dopo, al sito nuragico “Is Paras”. Pro­ seguendo è possibile ammirare, prima dal treno e poi dalla stazione del Sarci­ dano, il lago “Is Barrocus”, circondato da pareti rocciose molto frequentate dagli scalatori. Dopo pochi chilometri si raggiunge la stazione restaurata e dotata di un bar­ristorante del paese di Nurallao, conosciuto soprattutto per la lavorazione della terracotta e per le cascate del Parco di Funtana Is Arinus. Poi, attra­ versando i boschi, il Trenino verde rag­ giunge la stazione storica del borgo di Laconi, che conserva intatte stampe d’epoca e la postazione del bigliettaio. Qui scendendo è possibile ammirare il Palazzo dei marchesi di Aymerich, il suo splendido parco ricco di ruscelli, ca­ scatelle e piante eccezionali, tra cui il cedro del Libano, il Museo delle statue Menhir, la villa liberty del notaio Sulis, la casa natale di Fra Ignazio e il museo a lui dedicato. Il viaggio del Barbagia Express riprende raggiungendo il punto più alto della fer­ rovia, a quasi 800 metri, inoltrandosi proprio verso la Barbagia e facendo tappa alla stazione di Ortuabis da cui è possibile spostarsi per visitare la miniera di Funtana Raminosa. Il trenino continua poi la sua corsa verso i monti, arrivando

prima all’area archeologica del nuraghe Nolza, da cui è possibile ammirare anche le valli circostanti, e poi al caratteristico paese di Meana Sardo. Dopo pochi km si giunge ai piedi del massiccio del Gen­ nargentu, nella stazione di Belvì­Aritzo. Aritzo è conosciuto per essere il paese delle castagne, ospitando ogni anno la relativa sagra, ma anche della carapigna, il tipico sorbetto al limone, inoltre qui è possibile visitare anche il centro storico con le vecchie carceri spagnole. Sempre ammirando dal finestrino i boschi del Gennargentu, come la foresta di Uatzo, si scende ad un’altra storica stazione, quella dei paesi di montagna di Desulo e di Tonara, la capitale del torrone. La corsa del Barbagia Express termina, in­ fine, alla stazione di Sorgono, al centro della regione del Mandrolisai, dove è possibile visitare il sito dei menhir di Biru ‘e Concas e il cinquecentesco San­ tuario di San Mauro Abate, in stile go­ tico­aragonese. Così, grazie al Barbagia Express e alle sue destinazioni in queste caratteristiche stazioni che sembra raccontino la storia di un tempo ormai lontano, è possibile contemplare e fotografare la Sardegna più insolita e vera, immersa in un’atmo­ sfera autunnale che la rende un quadro a cielo aperto. Quella Sardegna che, proprio come diceva Lawrence, “è fuori dal tempo e dalla storia”. Per conoscere il programma aggiornato delle diverse tappe è possibile consultare la pagina Facebook @BarbagiaExpress.


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“Ci vieni a pranzo?” Si fa pace così, tra amici. Anche se la pistola non l’ho portata, perché doveva portarla lui. Facciamo cose da grandi anche se ancora grandi non siamo, perché lavoro non ce n’è e diventare adulti è impossibile se non hai soldi e stabilità; che poi non ce l’abbiamo nemmeno dentro, la stabilità… ma magari stavolta ci va bene, e svoltiamo di brutto. di HELEL FIORI

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otrebbero essere questi i pensieri dei due protagonisti del cortometraggio “Un piano perfetto” del sassarese Ro­ berto Achenza, appena pre­ miato al Festival Visioni Sarde promosso dalla Fon­ dazione Cineteca di Bologna nel contesto della 27ª edi­ zione del Festival Visioni Italiane (dividendo il primo posto con “L’uomo del mer­ cato” della cagliaritana Paola Cireddu).

Due amici e una rapina: “Un piano perfetto” di Roberto Achenza racconta cosa vale davvero

Efisio e Brunetto (Stefano Deffenu e Andrea Carboni) sono “due amici, due dispe­ rati, che nel tenta­ tivo di migliorare la loro situazione INQUADRA IL CODICE economica si fin­ QR CON IL TUO gono quello che SMARTPHONE PER non sono, cioè CONTINUARE A due ladri, e ten­ LEGGERE L'ARTICOLO tano una rapina

in un bar. Ma non tutto va come dovrebbe andare.” spiega il regista. Tradizionalmente affine a linguaggi cupi o sperimen­ tali, e conosciuto per la regia di videoclip musicali (showreel, Tazenda), in “Un piano perfetto” Roberto Achenza ci sorprende con un buddy movie inaspet­

tato, dove sfoggia un ottimo montaggio in linea con le pellicole di genere care ai ci­ nefili senza mai scopiazzarle o strizzare l’occhio, ripor­ tando alla mente gustosi spizzichi de I Soliti Ignoti di Monicelli o di Ocean’s Ele‐ ven di Soderbergh, e facen­ doci percepire costantemente un alone grottesco da trilogia del cor‐ netto di quel genio di Edgar Wright. Achenza si ispira ai grandi, respira arte e non incespica ed anzi, fluidamente utilizza la sua conoscenza per rega­ larci un corto ben riuscito che lascia quel prezioso ap­ petito del voler conoscere meglio i due amici ed essere testimoni delle loro vite. Oltre ai due attori (già visti insieme in Perfidia di Bonifa­ cio Angius) il cast si arricchi­ sce della convincente Denise Gueye, di Paolo Sa­ laris e Monica Anelli (en­ trambi della compagnia teatrale Paco Mustèla), oltre che di tecnici professionisti ben noti nel settore e del­ l’egida della più che valida “sardo­colombiana” Bur­ nOut Films (Paolo Pisanu, Sara Arango), casa di produ­ zione che ha fornito un im­ portante apporto professionale e di strumen­ tazione, prezioso per la rea­ lizzazione del corto. Abbiamo raggiunto Roberto Achenza per parlare di que­ sto bel risultato. ...CONTINUA SUL WEB


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“Sulle orme del Brivido”, in libreria l’antologia noir di Gianluca Arrighi La raccolta riunisce alcuni dei racconti più belli dello scrittore romano, considerato uno dei maggiori autori del romanzo giallo contemporaneo di AURORA REDVILLE

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un anno di distanza dal suo ultimo romanzo “Intrigo in Costa verde” storia ambientata in una piccola città nel versante sud­occidentale della Sardegna, ritroviamo in libreria Gianluca Arrighi con un’antologia che riunisce al­ cuni dei suoi racconti più belli: “Sulle orme del Brivido”, Edizioni Mea. Il filone noir/thriller è sempre più ap­ prezzato tra il pubblico anche grazie alle numerose serie tv, e da qualche anno anche io mi sono affezionata al genere leggendo più romanzi sia stranieri che italiani, anche se non mi capita spesso di imbattermi in questo tipo di raccolte. Sono rimasta ipnotizzata dalla bellissima copertina di Daniela Molisso: non poteva essere più azzeccata, di grande impatto, la guardi e capisci già che sarà una lettura piacevole e individui anche il ge­ nere narrativo. Questa raccolta di sedici racconti inizia con una storia che colpisce davvero, La vendetta di Paolo, adrenali­ nica come tutte le altre contenute nel libro, in grado di tenere il lettore incollato alle pagine, che scivolano una dietro l’altra. L’indagine dell’autore si addentra come sempre tra i meandri dell’animo umano, colto nella sua metà oscura e nella sua profondità insondabile. La maestria di Arrighi è in parte dovuta al lavoro che svolge, la conoscenza della giustizia e i suoi meccanismi, ma la scrittura fluida e generosa è un talento naturale, costruisce delle storie che si incastrano perfettamente, un tassello alla volta, lasciando il lettore stupefatto e soddisfatto, ed è anche per questo che è considerato uno dei grandi maestri del giallo italiano. Per me la cosa più bella del leggere è quando un romanzo o un racconto ti fanno vivere emozioni, e i racconti gialli devono

contenere alcuni ingredienti imprescindibili: suspense, intrigo e imprevedibilità, oltre che una buona dose di brivido! Consiglio la lettura a tutti gli appassionati del noir, thriller e giallo poliziesco, ma anche a chi si approccia per la prima volta a questo genere. Ho avuto il piacere di parlare con Gianluca del suo nuovo progetto. Com’è nata l’ispirazione per questa rac­ colta di racconti? L’ispirazione, quando scrivo romanzi e racconti, nasce dalla mia quotidiana esperienza nelle aule di Giustizia. Sono un criminalista ormai da vent’anni e mi sono sempre occupato di delitti efferati e reati di sangue. Ti piace di più scrivere racconti brevi o romanzi? L’approccio alla scrittura di un romanzo è differente rispetto a quella del racconto. Il romanzo richiede una trama molto più articolata, una caratterizzazione dei personaggi decisamente maggiore, un profondo studio delle fonti su cui si fon­ dano le peculiarità della storia narrata. Scrivere racconti, per quel che mi ri­ guarda, è invece un’esperienza adrena­ linica, suggestiva e sicuramente più im­ mediata. Mi diverto sempre tantissimo quando scrivo novelle brevi. Progetti per il futuro? Ormai sono un attempato giuriscrittore quarantanovenne. In quasi mezzo secolo di vita, per mia grande fortuna, ho rea­ lizzato tutti i sogni e i progetti che avevo sin da ragazzo. Adesso, raggiunta la no­ torietà, ricevo sempre tante proposte interessanti. Chissà, magari alcune di esse si trasformeranno in qualcosa di concreto. Per ora mi godo il grande suc­ cesso che sta ottenendo “Sulle orme del Brivido” e, nel frattempo, continuo a scrivere... ;)


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di DANIELA PIRAS

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onica Tronci è un’artista della plastilina. I personaggi, mo­ dellati con cura, diventano protagonisti di storie illustrate per bambini. Prodotti editoriali che hanno il duplice scopo di intrattenere, invo­ gliare alla creatività chi li sfoglia, ed educare. I Plastilibri – così si chiamano – contengono filastrocche e favole in diverse lingue e schede informative di approfondimento dei temi trattati. Le illustrazioni consistono in scenografie con al centro i protagonisti e il loro mondo. Un lavoro certosino che Mo­ nica cura insieme a sua sorella gemella, Valeria. Oltre al lavoro di autrice, Mo­ nica, da vera esperta in materia, tiene dei laboratori rivolti a bambini ed adulti che vogliano scoprire questo af­ fascinante mondo. I partecipanti ven­ gono guidati passo dopo passo nella creazione di personaggi di sua inven­ zione ma non solo: i temi trattati com­ prendono anche l’artigianato e la riproduzione di quadri famosi. Un mondo – quello della plastilina – che ci riporta inevitabilmente all’infan­ zia, ma che Monica Tronci utilizza come tramite per sensibilizzare su va­ lori fondamentali quali l’identità le­ gata alla lingua sarda, l’alimentazione, l’ambiente, l’amicizia. Ma come è nata la passione di Monica Tronci per la plastilina? Tutti da bam­ bini siamo stati presi dalla magia di ve­ dere materializzarsi, sotto le nostre mani, personaggi e forme a cui dare vita. Poi, però, questa magia sfuma. Per Monica è stato un ritorno di fiamma propizio: «Quando, per caso, ho incontrato di nuovo la Plastilina, la mia vita è cambiata. Stavo attraver­ sando un momento negativo che du­ rava da qualche anno, nel quale avevo perso qualsiasi iniziativa, e ciò non era da me. Sembrava quasi che fossi in le­ targo. Quando ho ripreso a lavorare la


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Plastilina ho avuto subito chiaro cosa farne e – cosa da non sottovalutare – ho capito “cosa volevo fare da grande”. Quando scrivo Plastilina, la P maiuscola non è un caso. Le do l’importanza che merita, per i suddetti motivi». Fin da piccola, Monica ha avuto un’atti­ tudine per la modellazione. Un estro artistico che in seguito si è concretiz­ zato in diverse altre attività, come la danza, il teatro­danza, e l’ideazione di eventi originalissimi insieme a sua so­ rella Valeria. Da questa riscoperta na­ scono i primi personaggi: Monica inizia a scrivere storie e filastrocche che hanno per protagonisti le sue creazioni e, come se si trattasse di una vera e propria missione, porta avanti la pro­ mozione della manipolazione e dello sviluppo della creatività. «Ho speri­ mentato in prima persona i benefici psico­fisici di questa attività. Potrebbe sembrare un gioco, ma è molto di più. Ed è utile ai bambini come agli adulti. Usare le mani fin da piccoli significa al­ lenare le dita alla motricità fine e ad imparare quei piccoli movimenti fon­ damentali per le cose apparentemente più scontate – spiega – come abbotto­ narsi una giacca o legarsi le scarpe, per fare qualche esempio. Sviluppare la creatività è una competenza che serve in ogni campo della vita: lavorativo, fa­ miliare, associativo etc. Chi è creativo è anche un problem solver!» Col tempo, i personaggi creati fini­ scono dentro i libri: nascono così i Pla‐ stilibri. Un lavoro che scaturisce dalla fantasia e che si concretizza attraverso la realizzazione del libro, comprensiva di tutti i passaggi: disegnare le bozze della scenografia, mettere in posa gli animali, le verdure, scattare le foto. Una progettazione che si avvale di un’équipe completa: scenografi, gra­ fici, fotografi. Nei Plastilibri, insieme ai

personaggi, finiscono anche le passioni di Monica Tronci: storia, ambiente e lingua sarda. Dietro il progetto di let­ teratura per l’infanzia c’è una finalità educativa, riguardante la lingua sarda: «Ho pensato di fare i primi Plastilibri con l’intento di promuovere l’ascolto delle filastrocche in lingua sarda e, at­ traverso quella musicalità, far sì che i bambini si interessassero alla lingua che si sta ormai perdendo. La tradu­ zione in italiano posta a lato agevola la comprensione dei non sardofoni; tra questi spesso ci sono anche gli adulti che, per primi, apprezzano l’idea». Partire dalla plastilina per abbracciare diversi ambiti divulgativi ed educativi: una mission che Monica Tronci porta avanti su diversi fronti; nei suoi immi­ nenti progetti c’è la pubblicazione di un libro che non contemplerà l’uso della plastilina (ad eccezione della co­ pertina) e non sarà scritto in rima. «Lavoro a questo progetto da anni – ci racconta –. Sta avendo una gestazione molto lunga e spero piacerà ai bam­ bini e – perché no? – anche agli adulti. È una sorta di romanzo storico per bambini, ambientato ad Oristano tra il 2018 e il 1388, nel periodo giudicale. I protagonisti moderni saranno due bambini di dieci anni, ma la protagoni­ sta “d’epoca” sarà un’inedita e giova­ nissima coetanea: Eleonora d’Arborea. Il libro sarà illustrato da me con dise­ gni realistici in bianco e nero. Sarà un salto nel buio, ma non è il primo e non sarà l’ultimo: il salto nel buio è la ca­ ratteristica principale della mia attività artistica». Monica cura anche un canale YouTube dove si possono trovare video sulla pla­ stilina, videotutorial per imparare a rea­ lizzare piccole creazioni e tanto altro.


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Malattie invisibili

Vulvodinia, neuropatia del pudendo, endometriosi e fibromialgia. Sono tante le patologie non ancora riconosciute dalle istituzioni e purtroppo sono milioni le donne che continuano a soffrire di ERICA LUCIA NOLI “Per anni mi sono sentita sola e abban‐ donata, in preda a dolori senza nome che non mi permettevano di vivere una vita privata, sessuale e professionale normale e soddisfacente. La maggior parte dei medici non conosce la malat‐ tia, senza una diagnosi anche chi ci sta a fianco inizia a dubitare del nostro male e lo Stato si è dimenticato di noi”. Così si è espressa sul suo profilo Insta­ gram Giorgia Soleri, la giovane mo­ della affetta da vulvodinia ed INQUADRA IL CODICE QR CON IL TUO SMARTPHONE PER CONTINUARE A LEGGERE L'ARTICOLO

endometriosi che da tempo lotta per il riconoscimento di queste “malattie in­ visibili” e che compie un’importantis­ sima opera di divulgazione sui social. Giorgia non è la sola. Sono tante, pur­ troppo milioni, le donne che si sono sentite dire che i propri dolori erano solamente nella testa e che non pote­ vano far altro che sopportarli. Le ma­ lattie invisibili sono infatti quelle che non comportano nessun segno evi­ dente sul corpo e per questo gli am­ malati vengono accusati di essere ipocondriaci, di immaginarsi tutto e il loro malessere viene visto come un problema di esclusiva natura psicolo­ gica. Diventano così invisibili anche alle istituzioni, per lo Stato e per il Ser­ vizio Sanitario Nazionale non esistono e non hanno diritto alle esenzioni. Una di queste patologie è appunto la vulvodinia, una malattia che provoca

un forte bruciore alla parte esterna dei genitali femminili tanto da sfociare in un’infiammazione dei nervi dell’area pelvica. Chi ne è affetta soffre. Soffre nell’urinare, nell’avere un rapporto ses­ suale e qualsiasi momento di legge­ rezza, come uscire con gli amici o fare una vacanza, diventa quasi impossibile. Nonostante sia stata riconosciuta dal­ l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2020 e in Italia ne sia affetta una donna su sette (circa 4 milioni di donne), per le istituzioni non esiste e non se ne trova nessuna traccia nei LEA, cioè i livelli essenziali di assistenza. Per arrivare a una diagnosi di vulvodi­ nia servono in media 5 anni. Un tempo infinito, un tormento fisico ed emotivo che vede le donne sballottate da uno studio medico all’altro e congedate senza diagnosi. Sono infatti veramente pochi i ginecologi che sanno ricono­ scerne i sintomi e quindi curarla. Ma la vulvodinia non è l’unica, un’altra patologia è la neuropatia del pudendo che colpisce la zona pelvica e interessa anche gli uomini. Non essendo consi­ derata ufficialmente un disturbo me­ dico, viene esclusa dal Sistema Sanitario Nazionale. Per questo le as­ sociazioni italiane hanno presentato il 12 novembre, nel corso di un conve­ gno a Roma, un Disegno di Legge che chiede il riconoscimento istituzionale della vulvodinia e della neuropatia del pudendo come malattie croniche inva­ lidanti. Sono tante, per fortuna, le Onlus italiane che si occupano di divul­ gazione e sensibilizzazione. Tra queste c’è “Cistite.info Aps” la cui presiden­ tessa, Rosanna Piancone, ha dichia­ rato in occasione del convegno a Roma che il nome dell’associazione è stato scelto proprio per rendere il sito più raggiungibile da tutte quelle donne che si erano sentite dire di soffrire con­ tinuamente di comuni cistiti e hanno invece poi scoperto di essere affette da vulvodinia o dolore pelvico. ...CONTINUA SUL WEB

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Il dentista risponde

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Curiosità sul mondo odontoiatrico

Il Dott. Giuseppe Massaiu è un professionista di riferi­ mento e opinion leader in tema di Odontoiatria Naturale e Biologica, insegna in corsi frontali e on­line argomenti clinici ed extra­clinici legati al mondo della Odontoiatria e della Medicina Naturale, Posturale e Olistica oltre che del Management e del Marketing Odontoiatrico.

LA VISIONE OLISTICA IN ODONTOIATRIA L’auricoloterapia per la cura dell’ansia e del dolore

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l concetto di olismo affascina molte persone. Sempre più spesso si sente l’esigenza di prestare maggiore atten­ zione nella scelta dei trattamenti per ri­ solvere i problemi di salute, compresi quelli dentali. Nella visione olistica, il professionista valuta la persona secondo il piano chi­ mico, fisico ed emotivo per portare il paziente lungo la via del ripristino della salute della bocca. In quest’ottica si cerca di aiutare le per­ sone a trovare in sé l’energia mentale e fisica per affrontare ogni tipo di ma­ lattia nella maniera più naturale possibile. Naturalmente non è un concetto sosti­ tutivo della medicina classica occidentale ma può esserne un valido alleato.

Ma tutto questo nasce da una concezione molto più ampia e profonda che si con­ cretizza nel rispetto verso la nostra terra, luogo dal quale ognuno di noi ha origine. Sin dall’antichità, infatti, la natura ci ha permesso la sopravvivenza e quindi l’evoluzione. Nella pratica clinica olistica il professio­ nista sostituisce, dove possibile, i comuni rimedi chimici in commercio con i loro equivalenti naturali, estratti diretta­ mente dal terreno in cui crescono, non dai laboratori di chimica farma­ ceutica. Si cerca di sfruttare le potenzialità degli oli essenziali, delle piante me­ dicamentose, dei fiori di Bach, degli integratori alimentari naturali, della riflessoterapia, della digitopressione

e della auricoloterapia, sia utilizzandoli individualmente nei casi specifici, sia combinandoli tra loro se abbiamo ne­ cessità di un campo d’azione più ampio e variegato. Applicare questi principi in uno studio odontoiatrico porta il professionista alla continua ricerca di rimedi derivati dal­ l’ambiente naturale come validi alleati a quelli chimici come supporto alle te­ rapie orali dei pazienti. Non sono efficaci solo in ambito curativo ma soprattutto preventivo e di mante­ nimento. È fondamentale ascoltare le esigenze del paziente tale da individuare insieme il rimedio più adatto alla risolu­ zione della situazione di disagio, intra o extra orale. Nella filosofia del benessere, inteso come globale e olistico, infatti, il paziente deve varcare la porta dello studio den­ tistico affidarsi alle cure in poltrona con la massima serenità e tranquillità. L’auricoloterapia è una delle discipline olistica tipiche della Medicina Tradizio­ nale Cinese che interviene su specifici punti del padiglione auricolare per tratta­ re per via riflessa disturbi fisici o squilibri emotivi. Si basa sul principio per cui il padiglione auricolare riproduce in maniera detta­ gliata l’insieme dell’organismo umano, come se fosse un feto rovesciato. ...CONTINUA SUL WEB INQUADRA IL CODICE QR CON IL TUO SMARTPHONE PER CONTINUARE A LEGGERE L'ARTICOLO

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