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SASSARI
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CAGLIARI QUARTU S.E. - NUORO
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22 04 Koendi La cucina tipica sarda sul web
05 Cagliari e il suo... “Gesù” Un fenomeno social da oltre 80mila like
15 La Grotta della Vipera La leggenda di un amore
16 Claudio Vendramin
Le sue creazioni di moda a Londra
06 Per le vie di Siligo
18 HITWEETS
07 Il sound dei Fujima
19 Sa surbile
Intervista alla band oristanese
08 Dinamo Basket Sassari Campionato e Champions League al via!
10 Il dentista risponde I rischi dopo l'estrazione di un dente
12 Mario Piredda Un lungometraggio dopo “A casa mia”
13 inSardegna a Ottobre 14 Il bridge in Sardegna
La spaventosa strega-vampiro
20 In viaggio Pechino
22 Manu Invisible Dietro la maschera
24 “How to Film the World”
Il Premio Oscar László Nemes tra gli ospiti
25 Sovrappeso e obesità Si possono vincere!
26 GUIDA AI LOCALI
Panefratteria la trattoria del pane Sassari Via Carlo Alberto 2 pane frattau pane zichi pane cottu zuppa gallurese
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L’ANTROPOLOGIA SPOSA LA CUCINA SU
KOENDI
di Paola M. Ruiu
Su famini esti su mellu condimentu de su pappai (la fame è il miglior condimento del cibo). Così recita il motto scritto in calce sul sito Koendi [coendi = cuocendo] un blog di cucina tipica sarda ideato e curato da Claudia Zedda, antropologa di formazione e cuoca per passione. Due ambiti molto diversi tra loro che Claudia è riuscita a unire dettando sul suo blog una linea singolare che le permette di emergere nella moltitudine di pornografia alimentare alla quale siamo ormai assuefatti. Anche se, secondo Claudia, «di cibo continueremo a parlarne per sempre, non solo perché ci piace mangiare, ma perché il cibo è socialità. Davanti al cibo si parla, si litiga, ci si innamora, e questo lo rende un bisogno fondamentale». Il blog nasce nel 2014, per passione e per curiosità personale, quella di abbinare i piatti e gli ingredienti a leggende o rituali tradizionali. L’idea è stata quella di
unire lo studio antropologico in funzione del cibo. Dove nascono, in quali occasioni, come vengono elaborate le ricette? È partita da queste domande trovando risposta nei rituali che in Sardegna vedono il cibo come protagonista. Che siano occasioni religiose come la Pasqua e il Natale o riti di passaggio come nascita, matrimonio, morte, o anche situazioni della quotidianità come la panificazione. Da sempre il mangiare è sinonimo di convivialità, di socializzazione, aspetti della cucina che la food blogger ripropone anche nei corsi che da un anno a questa parte organizza per appassionati e curiosi. Da lei battezzati “Laboratori raccontati” nei quali non solo si impara a cucinare, ma si acquisiscono anche informazioni sulle tradizioni e le leggende di tutto il territorio regionale. Seguiti in prevalenza da donne, offrono l’occasione ideale per riproporre i vecchi ritmi della cucina e predispongono verso un tipo di socializzazione che, forse, non esiste più.
Le ricette proposte, presenti anche nel sito, spaziano dagli antipasti ai primi, dai secondi di carne e pesce ai dolci, passando per i liquori fino ad arrivare ai preziosi pani. «Un sito gustoso per conoscere la Sardegna, quella semplice e autentica fatta di pochi ingredienti ma giusti» per dirla con parole sue. Claudia è una donna attivissima e le sue passioni non si fermano alla cucina. Collabora con diversi professionisti e profili aziendali come social media manager ed è autrice di libri. Ha all’attivo due saggi antropologici, “Est Antigoriu” e “Creature fantastiche in Sardegna”, il romanzo “L’amuleto” e, ultimo in ordine di uscita, “Rebecca e le Janas”, dedicato ad un pubblico di ragazzi, ma che può essere apprezzato anche dagli adulti. Si tratta di una raccolta di storie brevi, ciascuna delle quali si conclude con una ricetta. Abbiamo chiesto a Claudia di consigliare una ricetta ai nostri lettori e lei ci ha piacevolmente sorpreso con questo antico, romantico e delizioso dolce tipico del nuorese: i coriccheddos. Sono la versione più piccola dei coros, i dolci della sposa, ed erano
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tradizionalmente regalati alla nubenda dalla madre, dalla suocera o dalla madrina. Venivano modellati con le forme più disparate, cuore, pesce, rombi, croce, cerchio, e donati in numero dispari (di solito nove) come simbolo di buon auspicio. La preparazione richiede molta pazienza e manualità, ma la fatica, promette Claudia, sarà ampiamente ripagata dal risultato. Si prepara un pistiddu a base di miele, mandorle e scorza d’arancia e lo si lascia raffreddare. Nel mentre si modella la pasta che è composta da semola, strutto e sale. Si stende un primo strato finissimo sul quale verrà posizionato il pistiddu lavorato nella forma che si preferisce. Si ricopre con un altro velo di pasta, sempre molto fine, e si ritaglia. Dopodiché si passa alla decorazione con delle apposite pinzette che daranno un risultato finale simile a un ricamo. Infine si infornano per una decina di minuti. Il dolcetto deve rimanere bianchissimo, requisito fondamentale per il coriccheddo. Per la ricetta completa e per tutte le altre gustosissime potete seguire Claudia su www.koendi.it, ma anche su Facebook e Instagram.
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Si può fare della sana ironia prendendo spunto dalla sfera sacra senza risultare blasfemi o insensibili verso il credo altrui? La risposta è affermativa e trova una sua piena espressione nella pagina Facebook fondata da Matteo Siddi, “Gesù di Cagliari”. Ciao Matteo! Come nasce la pagina? Ciao! Diciamo che il primo step è stata la mia interpretazione di Gesù nel musical “Jesus Christ Superstar”; data la mia somiglianza con il personaggio è sorto spontaneo l’accostamento ironico con Cristo. Sono seguiti i primi meme, buttati giù solo per farsi quattro risate tra amici e successivamente ho provato ad aprire una pagina apposita per condividere la mia vena ironica con più persone. Le cose sono andate decisamente bene e dai meme si è arrivati ad una web serie che ha avuto un ottimo riscontro. Tu e gli amici che con te gestiscono la pagina avete realizzato dei live e uno spettacolo teatrale. Cosa puoi dirci in merito? Dopo il clamore suscitato dalla pagina abbiamo optato per il cabaret e ci siamo quindi impegnati a fondo per portare dei live in giro per la Sardegna. Da qui l’idea di passare oltre, o meglio di dare vita ad un progetto ancora più ambizioso: unire la narrazione biblica e la figura di Gesù di Cagliari per realizzare uno spettacolo teatrale dal tono umoristico. Al momento abbiamo incassato grande approvazione da parte del pubblico e per dicembre proveremo a replicare a Cagliari, dove lo spettacolo ha fatto registrare il tutto esaurito. Chi è Matteo Siddi quando sveste i panni di Gesù di Cagliari? La mattina un tabaccaio; la sera sono il cantante di alcune band (rock e punk), un attore di teatro e cabarettista nelle vesti di Gesù di Ca-
Foto Alessandro Gallo
di Manuel Di Cristo
CAGLIARI E IL SUO... “GESÙ” Un fenomeno social da oltre 80mila like: intervista a Matteo Siddi.
gliari. La musica è una fetta importante della mia vita: ho fatto anche dei musical a livello amatoriale e apro i concerti di alcuni artisti internazionali, come quello di Natalie Imbruglia a Cagliari lo scorso 17 settembre. Attualmente ho in piedi una collaborazione con Sean Noonan, un noto batterista e composi-
tore jazz di New York: stiamo incidendo un disco insieme e abbiamo previsto di esibirci in Baviera durante la prossima primavera. Qual è il tuo rapporto con la religione, cattolica in primis? Sono agnostico, quindi non aderisco al credo cattolico; ma ho una preci-
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dal lunedì al venerdì
sazione doverosa da fare: pur non avendo fede sono fortemente convinto dell’importanza dei valori che il cristianesimo ha portato avanti e ne riconosco una rilevanza cruciale nella genesi dell’identità culturale dell’Occidente. Insomma, posso dire che i valori del cristianesimo sono anche i miei. I corti sono uno degli strumenti che hanno permesso l’ascesa di “Gesù di Cagliari”. Ti piacerebbe realizzare una trasposizione cinematografica del tuo spettacolo teatrale? È in cantiere un progetto di questo tipo? Sarebbe un sogno, mi piacerebbe molto. Purtroppo ci sono ostacoli troppo importanti da superare che mi impediscono anche solo di vagliare questa ipotesi; uno su tutti: il budget. Occorrerebbero mezzi economici importanti per attuare un progetto simile e la ricerca di finanziatori non è affatto semplice. ...e se un finanziatore ci fosse, film a parte, come indirizzeresti un eventuale investimento? Sicuramente cercherei di rendere “Gesù di Cagliari” un prodotto globale: dal merchandising fino a dei forum in cui i follower possano interagire con il personaggio, contribuendo in qualche modo alla crescita/evoluzione dello stesso. Un altro ritocco riguarderebbe i corti, che andrei a migliorare sul piano tecnico; con le strumentazioni in nostro possesso abbiamo fatto il possibile ma è chiaro che con un budget significativo saremmo in grado di curare luci e scenografie in maniera puntuale. Infine lo spettacolo teatrale: avere liquidità significherebbe poter incrementare lo spessore dello spettacolo con il coinvolgimento di attori di un certo calibro e magari l’aggiunta di comparse, la cui presenza è comunque fondamentale. Grazie per questa intervista Matteo! Grazie a voi.
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Per le vie di di Daniele Dettori Meno di mille abitanti e una superficie di circa 43 km2. Un piccolo paesino come in Sardegna ce ne sono tanti (purtroppo colpiti dalla piaga dello spopolamento), ma ricco di fascino e storia, oltre che attrattive valorizzabili e spendibili turisticamente e culturalmente. Si trova al chilometro 187 della Statale 131, ai piedi del versante occidentale del Monte Sant’Antonio. Che veniate da nord o da sud, se dalla vostra auto avvistate il Monte Santo – un rilievo tronco conico dalla cima spianata – allora ci siete quasi: state per entrare a Siligo, patria di artisti e uomini dalle importanti carriere che tra poco andremo a conoscere uno per uno. Intanto cominciamo con le chiese rurali, ottima meta se decidete di trascorrere qualche ora in aperta campagna con una bella tovaglia da picnic al seguito. La chiesa di Sant’Antonio, per esempio, i cui ruderi sono ancora presenti sulla cima dell’omonimo monte, offre la scusa per un’escursione su quello che è un ottimo sito archeologico a cielo aperto: sono visibili i resti di un santuario nuragico con le rovine di un tempio a pozzo, il nuraghe Cherchizza, e quanto è arrivato fino a noi di alcuni edifici costruiti intorno all’anno mille. Ancora, la chiesa intitolata a Sant’Elia e Sant’Enoch in cima al Monte Santo è ricca di storia e suggestione a co-
SILIGO
minciare dai due santi che, anche nella Bibbia, sono tra i più avvolti da un’aura di mistero. La festa sulla cima del monte si svolge il lunedì di Pasquetta. Abbiamo parlato prima di archeologia. In effetti sono tanti, nel territorio di Siligo, i siti che si prestano a una visita da parte degli appassionati. Segnaliamo il nuraghe S’Iscala Ruja, quello più complesso di Santu Oltolu e il nuraghe Conzattu: ci fermiamo qui perché, tra quelli meglio conservati e quelli ormai decaduti, arriviamo a 25 strutture. Ma anche il Medioevo ha lasciato tracce considerevoli come rovine di castelli e villaggi di cui oggi poco rimane e, in alcuni casi, all’interno di proprietà private. Entrando in paese e salendo lungo la via principale, ci si imbatte subito in uno fra i personaggi illustri legati a Siligo: Francesco Cossiga. Proprio il Presidente Emerito della Repubblica Italiana, qui è vissuto negli anni della sua infanzia e ha dato avvio a quell’attività politica che lo avrebbe portato, qualche decennio dopo, nella sale del Quirinale. A Cossiga, nel 2012, è stata intitolata appunto la via principale, ex corso Vittorio Emanuele II, non senza suscitare qualche polemica tra chi non ne stimava particolarmente la figura politica. Proseguendo nella via, sulla destra si trova piazza Maria Carta, con il monumento e il murale dedi-
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cati alla figura della famosa cantante silighese, classe 1934, eletta Miss Sardegna all’età di 23 anni. Partita in seguito per Roma, fece strada nel mondo della musica grazie alla sua bellissima voce che l’ha resa immortale con opere come Non potho reposare e dischi come Nuovo Maggio, e Vi canto una storia assai vera. Sua è anche la voce della colonna sonora nella miniserie in sette puntate Mosè, orchestrata da Ennio Morricone. La statua di Maria Carta, ubicata dove si trovava la casa dell’artista, guarda oggi verso l’orizzonte, proprio come faceva la cantante quando viveva a Siligo sognando il suo futuro. Siamo in chiusura ma prima di lasciare questo grazioso paesino del Meilogu dobbiamo ricordare Gavino Ledda e il suo celebre libro autobiografico Padre Padrone. L’educazione di un pastore. Nel libro, l’autore racconta la sua infanzia trascorsa in solitudine come guardia del gregge di famiglia e i continui scontri con il padre per le visioni di vita radicalmente diverse che avevano i due. Edito per la prima volta nel 1975, il libro si è rivelato subito un successo internazionale, tradotto in 40 lingue e trasformato anche in un film dai fratelli Paolo e Vittorio Taviani. Gavino Ledda è autore anche di altre opere letterarie, oltre che regista del film Ybris (1984), trasposizione del suo romanzo Lingua di falce (1977).
ARRIVA DA ORISTANO IL SOUND COINVOLGENTE DEI FUJIMA: l’intervista.
di Nike Gagliardi Che la nostra isola vanti un panorama musicale, in ambito indipendente, variegato e di elevato livello, che esplora territori che vanno dal folk al post-rock sino allo stoner, è cosa nota. Oggi proponiamo ai nostri lettori di seguirci sino a Oristano, alla scoperta di una band che si muove nel contesto dell’alternative-rock e che ha elaborato, in questo ambito, un interessante progetto: loro sono i Fujima ossia Jacopo (voce, chitarra, tastiera), Alessandro (chitarra), Francesco (basso) e Mario (batteria). Hanno registrato il primo eponimo lavoro nel 2016 (Hopetone Records) e, per saperne di più, abbiamo preferito lasciare a loro la parola. Come e quando si forma la band Fujima? Come nasce il nome del progetto? Abbiamo iniziato a suonare assieme nel 2011, pur conoscendoci da anni, sia a livello personale che musicale, ma fino a quel momento avevamo
affrontato esperienze musicali differenti. Quando abbiamo deciso di intraprendere un percorso più serio, che andasse oltre il vedersi in sala e improvvisare, è stato necessario trovare un nome per il gruppo. Il nome Fujima non ha un significato particolare, è un cognome giapponese. Però ci suonava bene, e abbiamo deciso di tenerlo. Com’è avvenuta la vostra formazione musicale? Cosa cercavate nel progetto Fujima che mancava nelle precedenti esperienze? Crescendo in una città piccola come Oristano, i nostri percorsi musicali in un modo o nell’altro si sono spesso incrociati. Siamo cresciuti ascoltando più o meno gli stessi gruppi e consigliandoci nuovi ascolti a vicenda. Inoltre, già da ragazzi, ci capitava di incontrarci e suonare assieme alle feste dell’arte o in occasioni simili; quindi, pur essendoci “formati” come Fujima solo nel 2011, è come se avessimo suonato insieme da sempre.
Foto Francesco Cherchi
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Non abbiamo iniziato con una ricerca specifica, volevamo solo fare quello che amiamo di più, cioè suonare e comporre musica. Il resto è venuto da sé, in maniera naturale. Rispetto ai progetti precedenti, forse ci siamo trovati con l’esperienza giusta per fare il salto di qualità, dopo aver fatto “gavetta” per anni. Come lavorate ai brani? Non abbiamo un metodo predefinito. A volte capita che in sala qualcuno arrivi con un’idea o un riff già pronto: se ci piace ci lavoriamo sopra; in altri casi si inizia a improvvisare e vediamo cosa può uscirne. Inizialmente ci dedichiamo alla composizione melodica e alla struttura dell’idea; l’arrangiamento, di cui alla fine anche la composizione testuale fa parte, arriva dopo. Jacopo magari in sala canticchia parole inventate e poi trova il testo su una linea che gli suona bene. Quali sono le vostre influenze musicali?
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Ascoltiamo tutta la musica possibile, dal rock, al metal, al pop, all’elettronica, al rap. Se dobbiamo citare i gruppi che ci hanno influenzato, sicuramente tra essi compaiono i Pixies, i Pavement, i Jesus and Mary Chain. A quali contenuti avete scelto di dar voce con questo primo lavoro? Direi che abbiamo semplicemente impresso su nastro magnetico quello che siamo noi, la nostra musica. Anche le atmosfere musicali che scaturiscono dai pezzi sono genuine, senza un’impronta precostituita. Nel 2016 il primo EP per la Hopetone Records: cosa ha determinato questa scelta? Guardandoci intorno, dopo aver suonato in tutta l’Isola e aver comunque pubblicato alcune registrazioni home-recording sul web, ci siamo rivolti a Simone della Hopetone e ci siamo trovati in sintonia per poter lavorare sul nostro primo EP. Inoltre, lui aveva già pubblicato album di gruppi che conosciamo bene e che apprezziamo come Undisco Kidd, Grandmother Safari e Takoma, quindi la scelta non è stata difficile. Quali sono i vostri progetti futuri? L’EP è stato pubblicato nell’estate del 2016: lo abbiamo promosso in tutta l’Isola e nella penisola, dove abbiamo fatto un mini-tour di cinque date a marzo. Adesso per motivi di lavoro e di studio viviamo in posti diversi, ma quest’estate siamo comunque riusciti a trovarci e a iniziare a lavorare su nuovi brani in previsione di un prossimo LP. Ringraziamo i Fujima per la disponibilità e consigliamo ai lettori di seguire tutte le news relative al progetto sulla pagina Facebook dedicata (@fujimaband). Buon ascolto!
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Scott Bamforth
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DINAMO SASSARI: CAMPIONATO E CHAMPIONS LEAGUE AL VIA! Archiviata la Supercoppa, la stagione inizia a pieno ritmo di Erika Gallizzi. Foto: Luigi Canu La nuova avventura della Dinamo Banco di Sardegna Sassari, nella stagione sportiva 2017/18, è iniziata. Nel penultimo weekend di settembre la squadra di coach Federico Pasquini ha, infatti, partecipato alla prima competizione ufficiale prevista per la nuova stagione agonistica, la Supercoppa. Quattro partecipanti, secondo il format in vigore già da qualche anno, ovvero le vincitrici di Scudetto e Coppa Italia della passata stagione, insieme alle seconde classificate delle stesse due competizioni. La Dinamo ha partecipato in virtù del raggiungimento della finale in Coppa Italia e, in semifinale, ha trovato di fronte a sé i Campioni d’Italia della Reyer Venezia. Non è stato un esordio fortunato e l’avventura del Banco, presentatosi all’appuntamento privo degli infortunati William Hatcher e Scott Bamforth, è terminata subito, dopo una gara in cui è riuscito a dire la propria solo in avvio, per poi subire la maggiore organizzazione e concretezza dei lagunari. Difesa ancora da registrare e, nell’occasione, attacco che ha avuto pochi protagonisti, Polonara (23 punti, record di punti messi a segno da un atleta italiano in questa competizione) e Pierre, risultando poco incisivo e fluido. Il primo trofeo dell’anno (sportivo) è andato alla EA7 Emporio Armani Milano, che dopo aver battuto Trento in semifinale, ha piegato anche la resistenza, appunto, della Reyer. Il precampionato del Banco non è stato privo di difficoltà. Con giocatori come Pierre e Planinic impegnati con le rispettive Nazionali, si è dovuto aspettare un po’ per avere il roster al completo e
per iniziare, dunque, il processo di amalgama del gruppo. Anche qualche acciacco non ha risparmiato i biancoblù, con piccoli problemi a Devecchi, Spissu e, come detto, Hatcher e Bamforth, quest’ultimo infortunatosi “a più riprese”. I tornei amichevoli sono risultati un po’ meno “impegnativi” rispetto agli anni passati e la Dinamo se li è aggiudicati tutti, perdendo, 66-85, soltanto l’amichevole con Avellino disputata a Padru, con in palio il “II trofeo Biennale di Padru” (nel torneo del Geovillage, invece, si era imposta sulla stessa Avellino, in finale, per 79-72). È una squadra ancora tutta da scoprire, che lascia pensare di poter far divertire i propri tifosi, anche se al momento non risulta facile esprimere un giudizio reale, per le poche gare disputate con squadre teoricamente del proprio livello. Di certo si può dire che l’atleta che ha colpito di più è Scott Bamforth, che in certi frangenti ricorda molto il “professor” David Logan, pur avendo una maggiore fisicità rispetto a lui. Non è stato fortunato nel precampionato e la speranza è che non sia “di cristallo” dal punto di vista fisico. Ha destato una buona impressione anche Dyshawn Pierre, arrivato con una condizione fisica ovviamente già buona dal momento che stava lavorando e giocando con la Nazionale canadese (ne consegue che, a meno che non sia Superman, avrà un fisiologico calo di forma), mentre Deshawn Jones potrà certamente dire la propria con la prestanza fisica che si ritrova, anche se, per esempio, nella gara di Supercoppa con Venezia si è spento troppo presto dopo un avvio straripante. Come previsto, ha terminato la sua breve parentesi biancoblù Erazem Lorbek, che si era
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Dyshawn Pierre
unito ai sassaresi per la preparazione, viste le iniziali assenze. Il campionato dirà di più, soprattutto perché l’inizio non sarà certo “leggero” per i biancoblù. Cantù, Torino, Reggio Emilia, Bologna e Milano saranno le avversarie del Banco nel mese di ottobre. Milano, ora guidata dall’ex CT della Nazionale Azzurra Simone Pianigiani è, come ogni anno, la favorita numero uno, Reggio Emilia ha forse qualcosina in meno rispetto agli anni scorsi, ma ha “inchiostrato” il trentunenne georgiano Manuchar Markoishvili, atleta in grado di dare tanto e far fare il salto di qualità ad una squadra, integrità fisica permettendo (ha avuto dei problemi ad un ginocchio). Attenzione a Torino (la Dinamo l’ha battuta 90-81 in precampionato, nella finale del “Città di Cagliari”), squadra interessante, ed alla neopromossa, ma dal passato illustrissimo, Virtus Bologna, che ha investito soldoni nella costruzione del roster, oltre a riportare in Italia Alessandro Gentile, affiancandolo ad un altro “top player” italiano come Pietro Aradori. Cantù, invece, è stata travolta da mille problemi, ostaggio di una dirigenza per così dire “sui generis”, e non dovrebbe costituire un grosso ostacolo. Si parte domenica 1 ottobre. Un’importante novità di quest’anno, riguarda la trasmissione in diretta delle gare: due dirette settimanali per Eurosport 2 ed una per Rai Sport, ma tutte le gare verranno trasmesse in diretta streaming sul player di Eurosport e sarà anche possibile vederle on demand. Nell’abbonamento, sottoscrivibile, in offerta, fino al 31 ottobre al costo di € 29,99 è compresa anche l’Eurolega. Ma la Dinamo Banco di Sardegna Sassari non è attesa solo dagli impegni del campionato di Serie A. La attende, infatti, anche la Fiba Basketball Champions League, con l’obiettivo di centrare uno dei primi quattro posti del proprio girone, l’A, per avere accesso ai playoff. La competizione europea, al suo secondo anno di vita, è già iniziata con le gare dei preliminari, mentre la sua regular season, fase in cui sarà impegnata la Dinamo, inizierà l’11 ottobre. Il Banco farà il proprio esordio
Achille Polonara
tra le mura amiche del PalaSerradimigni, ma aspetta di conoscere la sua prima avversaria, che verrà fuori dalla fase di qualificazione. La seconda avversaria sarà l’Oldenburg, poi ancora Murcia ed il mese terminerà col Monaco. In questa competizione, coach Pasquini non potrà schierare come italiano, per regolamento, l’italo-brasiliano Jonathan Tavernari e porterà, dunque, a referto uno dei due giovani sassaresi del vivaio che hanno fatto la preparazione con la prima squadra, Ezio Gallizzi e Simone Casula. Intanto la società biancoblù, alla vigilia dello start del campionato, ha accolto un nuovo sponsor, la Matica Srl, azienda, nata nel 2005, che eccelle nel settore dell’automazione industriale. I PROSSIMI INCONTRI DI CAMPIONATO a
1 Giornata - 1 ottobre ore 18:15 Banco di Sardegna SS - Red October Cantù 2a Giornata - 7 ottobre ore 20:45 Fiat Torino - Banco di Sardegna SS 3a Giornata - 15 ottobre ore 12:00 Banco di Sardegna SS - Grissin Bon RE 4a Giornata - 22 ottobre ore 20:45 Segafredo Virtus BO - Banco di Sardegna SS 5a Giornata - 29 ottobre ore 18:15 Banco di Sardegna SS - EA7 Emporio Armani MI I PROSSIMI INCONTRI DI CHAMPIONS LEAGUE Game 1 - 11 ottobre ore 20:30 Banco di Sardegna SS - [da definire] Game 2 - 18 ottobre ore 20:30 Banco di Sardegna SS - Ewe Baskets Oldenburg Game 3 - 25 ottobre ore 20:30 UCAM Murcia - Banco di Sardegna SS Game 4 - 31 ottobre ore 20:30 Banco di Sardegna SS - AS Monaco
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seh #shMAG Il Dott. Giuseppe Massaiu è un professionista di riferimento e opinion leader in tema di Odontoiatria Naturale e Biologica, insegna in corsi frontali e on-line argomenti clinici ed extra-clinici legati al mondo della Odontoiatria e della Medicina Naturale, Posturale e Olistica oltre che del Management e del Marketing Odontoiatrico.
Il dentista risponde Curiosità sul mondo odontoiatrico
ESTRAZIONE DI UN DENTE
loro o troppo prima o comunque male. Quindi il contatto dei denti in chiusura, che avviene una volta a minuto quando inghiottiamo la saliva, e che deve durare una frazione di secondo, inizia a durare tempi sempre più lunghi. Per cui i muscoli della chiusura rimangono via via sempre per più tempo in tensione, contratti, e alla lunga creeranno uno stato di irritazione cronica. Succede un po’ come quando facciamo attività sportiva senza allenamento, l’acido lattico si accumula nei muscoli e sentiamo dolore, perché li abbiamo sforzati troppo. Ecco spiegato il meccanismo della comparsa della sintomatologia.
Quali problemi possono nascere dopo? si chiama gnatologia, e determina una fattiva collaborazione dello specialista con medici che si occupano di svariate problematiche. A causa della perdita del dente, i denti dell’arcata opposta, non trovando più il contatto con il dente mancante, hanno iniziato pian piano ad allungarsi, mentre i denti vicini alla zona della estrazione hanno iniziato a spostarsi verso lo spazio vuoto. Insomma si altera il piano di chiusura dei denti, e i denti toccano fra
Ogni mese il Dott. Massaiu risponderà ad uno di voi. Inviate le vostre curiosità all’email dott.massaiu@shmag.it.
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A volte dopo l’estrazione di un dente possono nascere dei problemi, che a prima vista non sembrano correlati a questo. Dopo un tempo, anche relativamente lungo, può succedere che la persona inizi a soffrire di uno strano fastidio, una sensazione di testa vuota, non una vera e propria vertigine, diciamo più una sensazione simile a ciò che si proverebbe camminando sulle nuvole. Niente di invalidante, solo un po’ fastidioso ma tollerabile. Magari in seguito potrebbe soffrire di mal di testa, quello sì molto fastidioso, ma che in ogni caso si curerà buttando giù una pillola di antidolorifico. Oppure potrà iniziare ad avere male al collo, si sentirà sempre contratto e darà la colpa alla postura che tiene davanti al computer (o in macchina o a letto o ovunque gli capiti di trascorrere la maggior parte del suo tempo). Che è successo? Come è possibile che la semplice perdita di un dente possa causare così tanti fastidi o problemi, anche in zone distanti dalla bocca? C’è una branca della odontoiatria che si occupa in maniera specifica di questi argomenti,
L’alterazione della chiusura dei denti si ripercuote anche sulla posizione della mandibola, che essendo in diretta relazione col cranio tramite l’articolazione temporo mandibolare (ATM), questa si sposta dalla sua posizione normale, portandosi verso l’alto e all’indietro. Questo determina una compressione dall’esterno a carico delle strutture dell’orecchio, con comparsa di dolore senza segni di otite, prurito interno e senso costante di orecchio ovattato. Oppure di vertigini. Ecco perché, dopo aver consultato il proprio medico di base prima, e lo specialista al quale questo lo ha indirizzato dopo, in presenza di dolori cranici o fastidi nella zona del collo o delle orecchie, che non hanno ottenuto beneficio dalle terapie effettuate, può essere utile consultare un odontoiatra che si sia perfezionato in gnatologia. Sarà magari lui a risolvere il caso allontanando i fastidiosi sintomi, che pur non essendo legati a gravi patologie, troppo spesso portano a un uso eccessivo di farmaci e comunque a uno stato di sofferenza facilmente eliminabile.
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MARIO PIREDDA di Paola M. Ruiu Col cortometraggio del 2011 Io sono qui aveva sfiorato il Premio David di Donatello, con A casa mia è riuscito ad aggiudicarselo nell’edizione 2017. Mario Piredda è un regista di Badesi, partito dalla Sardegna molti anni fa per andare a formarsi al DAMS di Bologna, indirizzo cinema, città in cui poi ha scelto di restare. Nel 2004 fonda, insieme ad alcuni colleghi ed amici, la casa di produzione EleNfant film e l’anno successivo vince il concorso “AviSa”, promosso dall’ISRE, grazie al quale ottiene un finanziamento che gli permette di girare Il suono della miniera. In quasi tutte le sue opere il racconto è incentrato sulla realtà sarda e A casa mia non fa eccezione dato che è girato nell’isola e i dialoghi sono interamente in sardo. Un lavoro che, oltre a ripagarlo con l’importante riconoscimento del David, l’ha portato in giro per l’Italia e per il mondo (Salonicco, Tangeri, Bruxelles, per citarne alcuni), riscuotendo un’ottima accoglienza e una ventina di premi in numerosi festival.
Parlaci di A casa mia. L’idea è nata quasi cinque anni fa, ma solo l’anno scorso ha trovato concretezza. Mandai la bozza della sceneggiatura alla casa di produzione bolognese Articolture che aveva manifestato interesse per una collaborazione. La lessero e ne restarono entusiasti, così il progetto partì subito. In un primo momento non avevamo fretta di farlo uscire, ma, alla fine del 2016, lo mandammo a Corto Dorico dove ci aggiudicammo cinque premi. Quello fu lo stimolo che ci convinse a inviarlo anche ai Premi David di Donatello. La notizia della vittoria mi arrivò una mattina, per telefono, mi ero appena svegliato e non sapevo se stessi ancora sognando o meno! A casa mia racconta lo spopolamento dei paesini e anche un po’ la perdita delle tradizioni. Mostra una Sardegna lontana dall’immaginario comune anche perché è girato metà d’inverno e metà d’estate. L’isola cambia tantissimo da una stagione all’altra e ho voluto far vedere il contrasto: il paesaggio invernale, freddo, desolato, contro sole, mare e ombrelloni. Come hai scelto gli attori protagonisti? Avevo in testa da tempo Giusi Merli,
pensavo fosse perfetta per il ruolo. Il problema era che il cortometraggio doveva essere recitato in sardo. Dopo numerosi casting alla ricerca di una persona che le somigliasse ho deciso di fidarmi del mio istinto e contattarla. Lei non si sentiva pronta e voleva essere doppiata, ma col tempo e tanto studio ce l’abbiamo fatta. È stato un po’ rischioso, alla professionalità di Giusi ho affiancato un attore non professionista, ma sardo. Credo che il risultato finale sia una bella alchimia. Ci son state delle difficoltà? C’è sempre qualcosa che non va come l’avevi immaginata. Per esempio, per una delle scene finali, avevo scelto una location per i tramonti spettacolari che offriva. Ma il giorno delle riprese il cielo era nuvoloso e pioveva. Siamo riusciti a girare perché alla fine ha schiarito un po’, anche se non è venuta esattamente come l’avevo pensata. Di contro possono capitare anche delle fortune. Come il fatto di trovare una balena spiaggiata e avere l’opportunità di filmarla. Mi avevano dato la notizia mentre stavamo girando e per me in quel momento era importante concentrarsi sulle riprese. Ma
Foto Peppe Di Caro
Dal David di Donatello al primo lungometraggio
quell’immagine continuava a rimbalzarmi in testa. Così, l’ultimo giorno, mentre ci preparavamo a partire, abbiamo deciso di andare a catturare quell’inquadratura. Stai già pensando al prossimo progetto? Sì, sto lavorando al mio primo lungometraggio insieme alla stessa casa di produzione di A casa mia, Articolture. Le riprese sono previste per il 2018 e il titolo provvisorio è L’agnello. A breve partiranno i casting e, come al solito, vorrei continuare a lavorare con facce nuove. Anche questo è ambientato in Sardegna e sarà quindi girato nell’isola. Stare lontano da questa terra ti fa capire quanto tu ci sia legato, forse è per questo che ogni cosa che scrivo la immagino in Sardegna, i personaggi li vedo muoversi lì, comportarsi, parlare come sardi.
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inSardegna... I migliori eventi di Ottobre
Dal 5 all’8 OTTOBRE. XI edizione “Karel Music Expo”
22 OTTOBRE. Concerto di Goran Bregovic
1° OTTOBRE: Cagliari all’Arena Manifattura Tabacchi, ore 19:00. XX edizione festival "Forma e poesia nel jazz 2017" - "Ogni senso è musica": Manuel Magrini, Extreme Quintet e Fabrizio Bosso 4et. Aggius in Piazza, ore 22:00. Concerto di Dave Ruda.
13 OTTOBRE: Cagliari al Teatro Massimo, ore 10:30/18:00. Spettacolo di danza-teatro “Il colore rosa” di Aline Nari. Sassari al Teatro Comunale, ore 20:30. Stagione lirica e concertistica 2017: “Turandot” di Giacomo Puccini, regia di Filippo Tonon.
3 OTTOBRE: Masainas in Piazza, ore 21:45. Fausto Leali in concerto. Luras in Via Roma, ore 22:00. “Jubilaeum Tour 2017”, concerto di Maria Luisa Congiu.
14 OTTOBRE: Santa Teresa di Gallura in Piazza Vittorio Emanuele, ore 21:00. Enrico Ruggeri con i Decibel in concerto. Asuni in Piazza, ore 22:00. “Jubilaeum Tour 2017”, concerto di Maria Luisa Congiu.
Dal 3 al 7 OTTOBRE: Cagliari al Centro Comunale D’arte il Ghetto, ore 21:00. “Over the view” - Spaziomusica Festival 2017. 4 OTTOBRE: Florinas nell'anfiteatro comunale, ore 21:30. “Jubilaeum Tour 2017”, concerto di Maria Luisa Congiu. Aglientu in Piazza, ore 21:30. Concerto di Paolo Belli. Dal 4 all’8 OTTOBRE: Sassari al Parco di Baddimanna, dalle ore 16:45. “Teatro, Danza, Musica, Circo al Parco di Baddimanna”, rassegna di spettacoli e laboratori dedicata ai ragazzi, ai giovani e alle loro famiglie. Dal 5 all’8 OTTOBRE: Cagliari nel quartiere di Marina. XI edizione “Karel Music Expo” "In nome della madre". Dal 5 all’11 OTTOBRE: Cagliari. 12ª edizione "Tuttestorie" Festival di Letteratura per Ragazzi. 6 OTTOBRE: Cagliari al Lazzaretto, ore 19:30. “Festa della CGIL”: Spettacolo delle Lucidosottile. A seguire alle ore 21:00, concerto di Anna Tifu. 7 OTTOBRE: Cagliari al Lazzaretto, ore 20:00. “Festa della CGIL”: Concerto degli Almamediterranea. A seguire alle ore 21:30, concerto della Bandabardò. Buddusò in Piazza, ore 22:00. Concerto degli Istentales.
14-15 OTTOBRE: Orgosolo e Lollove. Autunno in Barbagia 2017. 15 OTTOBRE: Sassari al Teatro Comunale, ore 16:30. Stagione lirica e concertistica 2017: “Turandot” di Giacomo Puccini, regia di Filippo Tonon. 17 OTTOBRE: Sassari al Palazzo di Città, ore 21:00. XIII edizione rassegna “Voci di Donna”: “Faraualla - Le voci femminili del Salento”. 20 OTTOBRE: Cagliari al Teatro Massimo, ore 10:30/18:00. Spettacolo di danza-teatro “Pop up Un fossile di cartone animato” del Teatro delle Briciole. Sassari al Palazzo di Città, ore 21:00. XIII edizione rassegna “Voci di Donna”: “Tramontata è la luna - Omaggio a Maria Callas" di Fulvio Venturi. Dal 20 al 29 OTTOBRE: Cagliari al Teatro Lirico. Stagione lirica e di balletto 2017: “La fanciulla del West”, opera in tre atti, musica Giacomo Puccini; regia, scene e costumi Ivan Stefanutti. 20-21 OTTOBRE: Cagliari al Teatro Massimo, ore 21:00. “Quasi Grazia” di Marcello Fois con Michela Murgia, regia Veronica Cruciani.
7-8 OTTOBRE: Gavoi, Meana Sardo e Onanì. Autunno in Barbagia 2017.
21 OTTOBRE: Villamassargia a S’Ortu Mannu, ore 17:00. “Sagra delle Olive 2017”: concerto di Piero Marras. Nuoro al Teatro Eliseo, ore 21:00. Spettacolo di danza contemporanea “+45” di Sebastián García Ferro.
8 OTTOBRE: Villaputzu in Piazza Marconi, ore 22:00. Concerto di Moreno.
21-22 OTTOBRE: Sorgono e Belvì. Autunno in Barbagia 2017.
9 OTTOBRE: Siniscola in Piazza Don Migliorisi, ore 21:30. Concerto dei Nomadi. 12 OTTOBRE: Nuoro al Teatro Eliseo, ore 21:00. Spettacolo di danza-teatro “Il colore rosa” di Aline Nari.
22 OTTOBRE: Villamassargia a S’Ortu Mannu, ore 17:00. “Sagra delle Olive 2017”: concerto di Goran Bregovic. Cagliari al Teatro Massimo, ore 19:00. “Quasi Grazia” di Marcello Fois con Michela Murgia, regia Veronica Cruciani.
Dal 12 al 15 OTTOBRE: Carbonia e Cagliari. Carbonia Film Festival presenta "How to Film the World".
25 OTTOBRE: Cagliari al Teatro Massimo, ore 19:00. Presentazione del libro di Marcello Fois “Del dirsi addio” (Einaudi).
26 OTTOBRE. “Voci di Donna”: “Illes” di Franca Masu
25-26 OTTOBRE: Nuoro al Teatro Eliseo, ore 21:00. Spettacolo jazz “Piacere Chet Baker” di e con Luigi Tontoranelli, pianoforte: Salvatore Spano, tromba: Giovanni Sanna Passino. 26 OTTOBRE: Sassari al Palazzo di Città, ore 21:00. XIII edizione rassegna “Voci di Donna”: “Illes”, Franca Masu e Sade Mangiaracina trio. Cagliari al Teatro Massimo, ore 21:00. Spettacolo di danza-teatro “Estasi” regia, coreografia, scene e costumi di Enzo Cosimi. 27 OTTOBRE: Cagliari al Teatro Massimo, ore 21:00. Spettacolo di danza-teatro “Tipologia della resistenza” regia e performer Pablo Tapia Leyton. 28 OTTOBRE: Sassari al Teatro Comunale, ore 16:30. Stagione lirica e concertistica 2017: “Brundibàr” opera per bambini in due atti scritta da Hans Krása, regia Giovanni Scandella. 28-29 OTTOBRE: Aritzo e Ottana. Autunno in Barbagia 2017. 29-30 OTTOBRE: Cagliari al Teatro Massimo, ore 17:00. “La vita ferma” di Lucia Calamaro, dramma di pensiero in tre atti.
Mostre Fino al 15 OTTOBRE: Alghero al Palazzo Lo Quarter, ore 18:00-24:00. Mostra "I Love LEGO”. Fino al 29 OTTOBRE: Alghero al Palazzo Lo Quarter, ore 10:00-12:30 (gio-dom), ore 17:00-20:00 (mar-dom), chiuso lunedì. Mostra "La Vida Rùstiga” a cura de Centre Excursionista de l’Aguer”. Dal 13 OTTOBRE fino al 19 NOVEMBRE: Nuoro al MAN, ore 10:00-13:00 - 15:00-19:00, chiuso lunedì. Mostra “Sardegna Contemporanea. Spazi Archivi Produzioni”. Fino al 19 NOVEMBRE: Olbia al Museo Archeologico, ore 10:00-14:00 - 16:00-21:00, chiuso lunedì. Mostra evento “Nuragica”. Fino al 30 NOVEMBRE: Cagliari al Palazzo di Città , ore 10:00-20:00, chiuso lunedì. Mostra fotografica “Paesaggio e identità: storie di luoghi, di donne e di uomini – I grandi reporter della Magnum in Sardegna”.
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BRIDGE IN SARDEGNA
di Alberto Tidu
Quasi tutti abbiamo sentito parlare del bridge, ma la maggior parte di noi non ha la minima idea di come funzioni questo gioco, nonostante dal 1993 sia uno sport riconosciuto dal CONI e dotato di una federazione nazionale, la FIGB. Per saperne di più, abbiamo dunque incontrato Giorgio Zanardi, responsabile tecnico della Associazione Bridge Ichnos di Cagliari, che conta circa 200 iscritti ed è la più grande della Sardegna. Giorgio ha voluto immediatamente smentire lo stereotipo per il quale il bridge sarebbe un gioco riservato a persone particolarmente intelligenti (è risaputo, infatti, quanto sia in voga negli ambienti dell’alta finanza e tra gli uomini di successo, tanto che due grandi giocatori sono il finanziere Warren Buffett e il fondatore di Microsoft e filantropo Bill Gates): pur essendo richieste una buona memoria e una discreta capacità di analisi ed essendo totalmente irrilevante la fortuna, vi giocano individui di ogni genere, tanto che nella associazione di cui è responsabile, l’iscritto più giovane ha appena 15 anni, ma non mancano neanche gli ultraottantenni e persino qualche ultranovantenne. D’altronde, il bridge è oggi raccomandato da medici e studiosi, in quanto si tratta di una delle attività migliori per mantenere allenata la mente anche in età avanzata, oltre che un’ottima opportunità di socializzazione per chi lo pratica. Giorgio ci ha parlato di questo sport, evitando però di scendere nei dettagli del regolamento, che ci ha rivelato essere troppo complesso per poter essere descritto in questo breve articolo. Se oscure sono le regole, lo è persino l’origine del nome “Bridge”, che, se alcuni collegano al legame che si instaura all’interno di ciascuna coppia di giocatori, altri fanno risalire a lingue più lontane, ipotizzando persino parentele col termine “Briscola”. Il gioco pare comunque derivare da un antenato anticamente diffuso in Inghilterra, il Whist, e le sue regole sono mutate nel tempo fino a venire codificate e stabilizzate nella versione
attuale nel 1925 dall’americano Harold Stirling Vanderbilt. Negli anni seguenti si diffuse anche in Italia, dove inizialmente era conosciuto come “Ponte”, la traduzione dall’inglese del suo nome. Il bridge conta, ad oggi, circa 800 iscritti tra le associazioni diffuse in tutta l’isola, da Sassari a Cagliari, passando per Oristano e Tonara; oltre a chi è formalmente tesserato, vi è tuttavia qualche migliaio di appassionati che, pur non iscritti ad alcuna associazione riconosciuta, giocano assiduamente con gli amici, magari nel salotto di casa propria. L’età media è senza dubbio piuttosto alta ed è sempre difficile far avvicinare i giovani a questo sport, soprattutto per via della mancanza di riscontri pratici nel primo periodo di apprendimento: se, infatti, diventare bravo in un gioco come gli scacchi è difficile quanto e più che diventarlo nel bridge, chiunque può imparare velocemente come muove il cavallo e provare a giocare subito una partita. Nel bridge, invece, almeno nei primi tempi, non si ha un riscontro pratico ed è necessario seguire almeno tre o quattro mesi di lezione prima di potersi sedere a un tavolo da gioco: ciò, indubbiamente, scoraggia molti di coloro che vi si avvicinano. Se però si supera questa fase iniziale e ci si addentra seriamente nel gioco, difficilmente lo si abbandona e rischia anzi di diventare una vera e propria passione, che unisce tra loro i giocatori: basti pensare che l’associazione che fa capo a Tonara, ormai da diversi anni, organizza nel mese di Ottobre un appuntamento a cui accorrono gli appassionati di tutta l’isola per passare un fine settimana conviviale, tra carte e spuntini. Per diffondere maggiormente la pratica di questo gioco, le associazioni spesso organizzano corsi rivolti ai più giovani, già a partire dalle scuole elementari, favorendo così l’interesse dei ragazzi attraverso versioni semplificate del bridge, che permettano di giocare da subito qualche mano senza che lo scoraggiamento porti ad un abbandono precoce. Chissà che in futuro qualche coppia nostrana non riesca a primeggiare nel campionato italiano, nella cui serie maggiore da quest’anno è iscritta proprio l’A.B. Ichnos.
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LA GROTTA DELLA VIPERA La leggenda di un amore di Marco Scaramella Sapevi che anche la Sardegna è stata il teatro di una dolorosa e tormentata storia d’amore, degna di un’opera di Shakespeare? I protagonisti sono una matrona romana ed il suo sposo, tra il I ed il II secolo d.C. nell’antica città di Karalis. Si racconta che, dopo essere stato esiliato dall’imperatore Nerone, Gaio Cassio Longino si trasferì in Sardegna con tutta la sua famiglia, compresi suo figlio Lucio Cassio Filippo con la moglie Attilia Pomptilla. Durante il soggiorno nella città isolana, Filippo si ammalò all’improvviso, indebolendosi velocemente. La leggenda vuole che sua moglie, pregò così ardentemente gli dei da offrire la sua vita per avere salva quella dell’amato marito. Filippo guarì miracolosamente, ma solo per vedere sua moglie Pomptilla ammalarsi gravemente e morire poco tempo dopo. Filippo, disperato ma deciso a rendere onore alla moglie, decise di far erigere un tempio per celebrare la sua sposa ed il loro amore. Questo tempio, noto già nel 1600 come Crypta Serpentum, è oggi conosciuto come Grotta della Vipera. La grotta si trova a Cagliari in viale Sant’Avendrace, presso la necropoli punica di Tuvixeddu. La grotta è scavata nella roccia e riproduce l’effige di un tempio in stile ionico. Sul frontone in facciata, sono stati scolpiti due serpenti, dai quali prende il nome il sito. Gli studiosi hanno dato varie interpretazioni circa il loro significato. Secondo alcuni, stanno a simboleggiare il profondo amore e la fedeltà coniugale tra Filippo e Pomptilla, mentre per altri rappresentano le figure divine di Iside e Osiride. La grotta è formata da un vestibolo e da due camere funerarie, ma ciò che la arricchisce sono le iscrizioni che sono state rinvenute sulle pareti. Si tratta di diverse poesie, alcune in greco e altre in latino, che esaltano la figura di Pomptilla. Le poesie vennero composte da alcuni poeti invitati a Cagliari da Filippo, proprio per celebrare la memoria della sua consorte e, grazie alle quali si è potuta ricostruire la triste storia dei due coniugi. L’iscrizione riportata sul frontone è una dedica in onore di Pomptilla che
recita: “Monumento edificato e dedicato alla sacra memoria della benedetta Attilia Pomptilla, figlia di Lucius. Il marito (fece) a proprie spese”. La Grotta della Vipera è entrata a far parte dell’immaginario della popolazione locale tanto da essere oggetto di storie e leggende. Secondo alcuni, infatti, il fantasma di Pomptilla comparirebbe spesso nella zona circostante la grotta; secondo alcuni altri, sotto il tempio, si nasconderebbe un inestimabile tesoro raggiungibile tramite i cunicoli che si snodano nel sottosuolo. A protezione del tesoro ci sarebbe anche la tradizionale Musca Macedda, mosca dalla puntura mortale che secondo molte leggende sarde si troverebbe a protezione di numerosi tesori. Al di là delle leggende, una cosa è certa: è grazie ad Alberto La Marmora se ancora oggi possiamo visitare questo luogo ricco di storia. Pare, infatti, che sia stato proprio lui, nel 1822, ad impedire la distruzione della grotta, che versava già in cattive condizioni. La grotta stava, infatti, per essere demolita, per far spazio alla strada reale che avrebbe collegato Cagliari a Porto Torres. La grotta è parte integrante della necropoli di Tuvixeddu, un sito frequentato fin dalla preistoria, come testimoniano reperti in selce ed ossidiana. Il sito è stato frequentato anche in epoca punica e romana, civiltà che hanno iniziato ad utilizzarlo come luogo di sepoltura, fino a farlo diventare la più vasta ed importante necropoli punica del Mediterraneo. Le tombe, scavate nel calcare, sono prevalentemente tombe a pozzo profonde tra i 3 e gli 8 metri e dove i corpi dei defunti venivano sepolti secondo il rito dell’inumazione. Questa necropoli è molto importante, oltre che per le sepolture, anche per le testimonianze di pitture rupestri di origine nordafricana. Queste pitture rappresentano elementi decorativi floreali, come fregi di fiori di loto e palmette, ma anche serpenti urei, gorgoni e motivi geometrici. Per visitare la Grotta della Vipera o per reperire ulteriori informazioni, potete consultare il sito www.comune.cagliari.it oppure www.beniculturalicagliari.it.
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CLAUDIO VENDRAMIN
Le sue creazioni di moda a Londra per Paradise Fashion di Manuela Stacca Studio, impegno e tanta dedizione. È questa la chiave per arrivare al successo secondo Claudio Vendramin, art designer di origini friulane ma sardo d’adozione. Lui il successo l’ha raggiunto davvero, e solo poche settimane fa ha visto esposte le sue creazioni per Paradise Fashion alla Pure London, evento internazionale rivolto ai buyer della moda. Un traguardo prestigioso che arriva dopo anni di studio in grafica, design e moda e dopo tanti viaggi e collaborazioni. Attualmente, Vendramin insegna Progettazione nei corsi di Design della Moda al Liceo artistico Filippo Figari di Sassari e dopo oltre dodici anni in terra sarda, del Friuli Venezia Giulia non gli rimane che l’accento. Quando è nata la sua passione per la moda e il design? Nasco come grafico pubblicitario, con i miei studi udinesi, successivamente ho deciso di continuare a studiare arte e design, approdando infine alla moda diplomandomi a Cortina d’Ampezzo. La mia è una passione per l’arte e la comunicazione visiva, professionalmente mi definisco un insegnante e un art designer, certamente non uno stilista.
Perché si è trasferito in Sardegna? Lavoravo già al nord, poi il contatto con Alghero è stato un colpo di fulmine e mi sono così innamorato della Sardegna, dove ho deciso di vivere con la mia famiglia, dopo una lunga esperienza in Africa. Nel 2015 è partito per Addis Abeba, ma aveva già vissuto diversi anni in Eritrea. Dunque, l’Africa la conosce bene... La prima è stata un’esperienza di sette anni in Eritrea, durata fino al 2003, poi recentemente gli ultimi due anni in Etiopia, nella capitale Addis Abeba. Dunque, sempre Africa subsahariana ma due realtà molto differenti. Nel 2015, quando siamo ripartiti, mia moglie lavorava con il Ministero degli Affari Esteri ed io mi sono dedicato a vari progetti locali. Ho lavorato nel Centro Sara Cannizzaro, facendo formazione per le donne in difficoltà, per sei mesi, come volontario, realizzando anche i prototipi per una collezione presentata all’Hub of Africa Fashion Week, lo scorso ottobre, insieme alla nota designer etiopica Genet Kebede. L’incontro con Genet Kebede, fondatrice di Paradise Fashion, com’è avvenuto? L’ho conosciuta durante alcune manifestazioni di moda. Inoltre, lei
faceva parte anche della direzione del Centro Sara Cannizzaro: un giorno è venuta a casa per vedere quello che realizzavo e da lì è arrivato l’invito nel suo atelier della capitale e l’occasione delle sfilate all’Hub of Africa Fashion Week. Insieme, recentemente, abbiamo creato una mini collezione di abiti realizzati con nuovi tessuti che ho disegnato. Ovvero, quelli scelti per la Pure London. Si aspettava questo riconoscimento? Non è stato così automatico. Genet ha presentato delle slides riguardanti il nostro progetto, infine è stata selezionata come unico brand etiopico ammesso alla manifestazione. Ci speravo ovviamente, ma non me lo aspettavo. Come nascono le sue creazioni? In particolar modo, cosa può dirci su quelle esposte alla Pure London? Devo dire che mi sono avvicinato in punta di piedi al mondo locale, perché la tradizione è ancora molto forte. Per quanto riguarda
l’esposizione alla Pure London, ho usato un cotone locale, per il quale Genet si affida a tessitori artigianali, insieme alla saba, un tessuto lucido con cui spesso si realizzano gli abiti tradizionali etiopici. Ho cercato un effetto moderno con design geometrico, e colori “neon” come viola e verdi acidi, con un risultato che fonde Africa e Occidente. Questa è stata la mia sfida. C’è un consiglio che ripete maggiormente ai suoi alunni? Dico sempre che la realizzazione personale si ottiene con passione, sacrificio e allenamento costante. A volte si pensa che la moda sia solo disegnare un abito. Ma quell’abito, quel tessuto è frutto di un lungo percorso di progettazione. Non bisogna affidarsi solo all’estro del momento, all’improvvisazione… Progetti futuri? Non mi fermo mai. Anche a distanza, collaboro sempre con Genet Kebede per Paradise Fashion. Quest’anno, tra l’altro, si terrà il 25° anniversario dell’azienda e dunque sarò coinvolto nelle celebrazioni che si svolgeranno ad Addis Abeba.
#cinguettii tecnologici a cura di Marco Cau FrontRow
Kodak Printomatic
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la spaventosa strega-vampiro dei racconti popolari sardi
di Nike Gagliardi Come è noto, le leggende e i racconti popolari sardi abbondano di esseri fantastici, protagonisti di fiabe tramandate oralmente e in cui si manifesta un elevato contenuto simbolico. In esse è facile scorgere le tracce delle insicurezze derivanti dalle dure condizioni di vita tipiche di una terra a economia agro-pastorale in cui, in passato, carestia, povertà, febbri malariche attanagliavano la popolazione. Si intravvede inoltre qualcosa di più: un sostrato di credenze magiche sopravvissuto e confluito nella più recente cultura religiosa cristiano-cattolica che ne demonizzò gli emblemi pagani legati ai cicli naturali, spesso capovolgendone il significato. Sa surbile è una strega-vampiro le cui caratteristiche salienti (metamorfosi, unzione, volo, infanticidio e vampirismo) possono ben confluire nell’”identikit” stregonesco andato definendosi nei trattati degli inquisitori (dal Canon episcopi sino al più famoso Malleus Maleficarum) tra medioevo ed età moderna. Quest’ultima fu scenario di una dura soppressione e persecuzione dei culti popolari e di un irrigidimento dottrinario che culminò nella grande caccia alle streghe attuata tanto dalla chiesa riformata quanto in seno al mondo cattolico negli anni contemporanei e immediatamente successivi al concilio di Trento. Bersaglio delle accuse di stregoneria erano soprattutto persone di sesso femminile che, specialmente se sole o anziane (oppure depositarie degli antichi saperi della medicina popolare), erano più esposte ai rischi della marginalizzazione sul piano sociale e più facilmente imputabili di oscuri complotti col demonio. Nella descrizione di sa surbile, così come è tramandata dai contos della tradizione orale, sono riscontrabili le caratteristiche che rendevano taluni individui “sospettabili” agli occhi degli inquisitori: le donne predisposte a trasformarsi di notte nei demoniaci esseri e a penetrare nelle case sotto forma di mosche (da cui la precauzione delle puerpere di tappare il buco della serratura della stanza del bimbo con della cera) o di gatte per succhiare il sangue ai neonati vengono descritte come brutte, repellenti e malvagie già nelle loro sembianze “diurne”, oppure sono persone percepite come misteriose,
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Sa surbile estranee alla comunità. A volte, invece, quasi a sottolineare come il “capro espiatorio” da cui epurare il nucleo sociale possa celarsi sotto gli insospettabili panni di un familiare (in genere, come nella leggenda della “nonna surbile”, un’anziana) sono figure apparentemente positive a trasformarsi in vampiro. In talune circostanze, esse sono indotte alla metamorfosi per effetto di incantesimo o maledizione: in preda a uno stato catalettico – probabile reminiscenza della trance propria dei culti sciamanici – il loro corpo astrale, agendo indipendentemente da quello fisico, compie misfatti di cui esse sono ignare. Tanto in un caso quanto nell’altro, i rimedi per prevenire le morti in culla (un tempo molto comuni a causa di problemi connessi alla denutrizione e vissute come “inspiegabili” e quindi particolarmente traumatiche) sono fra loro simili: la surbile sa contare solo fino a tre o, secondo un’altra versione della leggenda, fino a sette (numero più volte richiamato: condizione peculiare di chi possiede o sviluppa una “seconda identità demoniaca” è l’essere ultima di sette figlie femmine). Se dunque si pone all’ingresso un pettine o una falce dentellata oppure una scopa rivolta all’insù, la strega non resisterà alla tentazione di soffermarsi a contare i dentelli dei primi o i fili della ramazza sin dove può per poi essere costretta a ricominciare intrattenendosi in quest’attività sino all’alba, ora in cui l’arrivo della luce la obbligherà a fuggire (la conta delle streghe è un elemento ricorrente nei racconti popolari italiani). Il mito delle surbiles ha numerosi punti di contatto e parzialmente si fonde con quello delle cogas, le streghe sarde per antonomasia. Sono però le prime a essersi guadagnate rinnovata fama, divenendo oggetto di recenti attenzione e studio grazie al nuovo documentario – dal titolo Surbiles, appunto – di Giovanni Columbu, presentato alla settantesima edizione del Festival di Locarno, nella sezione Signs of Life: un film nato come ricerca etnografica e che indaga e ripercorre la misteriosa credenza isolana con sguardo cinematografico. In attesa che l’ultima fatica del regista di Su Re arrivi sul grande schermo, non resta altro che avventurarci, da soli, nell’affascinante mondo delle leggende sarde.
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in viaggio a
PECHINO di Daniele Dettori Scriviamo di Pechino a poche ore dall’annuncio del diciannovesimo congresso del Partito Comunista previsto per questo mese di ottobre. Ma scriviamo anche a poche ore dalla vittoria cinese sull’Uzbekistan nella partita utile per la qualificazione ai mondiali di Russia nel 2018. Due aspetti, questi, che rappresentano al meglio la Cina di oggi, proveniente da un passato non senza ombre oscure e momenti di grande tensione ma proiettata, al tempo stesso, verso quel mondo globalizzato che, grazie all’enorme potenziale di cui è dotata, non può certamente non accoglierla. Questo mese, dunque, partiamo alla volta di Pechino per un viaggio da sogno nel grande oriente, tra panorami da favola e tradizioni di una cultura antica tutta da scoprire. Cosa vedere. Cominciamo dal
cuore di Pechino, con la famosa Piazza Tienanmen, una fra le più grandi del mondo con la sua estensione di 440mila metri quadrati. Realizzata nel 1417, questa enorme distesa ha assistito a momenti salienti della vita cinese: dalla nascita della Repubblica Popolare sotto il comando di Mao Tse-tung nel 1949, alla protesta studentesca del 1989. Questa, in particolare, suscitò l’attenzione di tutto il mondo nei confronti di quanto accadeva col regime al potere in Cina. La scena del ragazzo che ferma i carri armati in modo assolutamente pacifico ha avuto luogo proprio su questa piazza e la foto che la ritrae è diventata il simbolo della Primavera democratica cinese di quegli anni. Facilmente raggiungibile da qui è poi la Città Proibita, un luogo oggi Patrimonio dell’Umanità dove ha sede il palazzo imperiale di due importanti dinastie cinesi: Ming e Qing. Il suo nome pittoresco deriva dal fatto che soltanto chi godeva del permesso dell’imperatore poteva accedervi. Collocata nel centro di Pechino, la Città Proibita è un agglomerato di edifici progettati e disposti in modo da rappresentare il centro del potere imperiale. Dal suo
interno si può accedere al Parco Beihai, un’oasi di verde circondata da laghi e corsi d’acqua. Peraltro, delle due dinastie è possibile anche visitare le tombe situate poco fuori Pechino e alle quali si accede percorrendo un sentiero lastricato e decorato con numerose statue di animali. Il complesso archeologico risale al 1400. Un itinerario culturale non può prescindere dalla visita ai principali musei: il Museo Nazionale della Cina, contenente un ampio spaccato delle tradizioni storiche e artistiche di questo popolo; e ancora il Museo della Capitale, interamente dedicato alle produzioni artistiche cinesi in campo statutario, calligrafico e della lavorazione delle pietre. Ancora, camminando lungo le rive del fiume Yongding è possibile attraversare il Ponte di Marco Polo, così chiamato in onore del viaggiatore veneziano che lo visitò nel corso del tredicesimo secolo e, sul suo libro “Il Milione”, lo descrisse come «la più bella cosa del mondo a vedere». Il ponte è realizzato in pietra, con una struttura ad archi decorata con pregiate rifiniture artistiche. Happy Valley Beijing (traducibile
come “la Valle Felice di Pechino”) è infine un parco dei divertimenti adatto per bambini di tutte le età, che offre giochi classici come montagne russe e percorsi a ostacoli, insieme con installazioni a tema, intrattenimenti acquatici e attrazioni che rimandano al mitico continente di Atlantide. Cosa mangiare. Un piatto tipico, offerto in numerose varianti, è il Gong Bao Ji Ding, gustosi cubetti di pollo accompagnati con verdure e arachidi. Anche l’anatra è un tipo di carne che viene spesso proposta con diversi abbinamenti: la più diffusa è la forma arrosto tagliata a strisce sottili. La salsa di soia accompagna spesso la pasta, come nel caso dello Zha Jiang Mian, tagliatelle con carne e verdura. L’involtino primavera è un must per chi si trova a queste latitudini, e per chiudere il pasto potete scegliere tra un’infinita varietà di dolci tradizionali: dalle Tangyuan, palline dolci di riso, alle Egg Tart, mini tortine di crema; dalle Bun, pagnottine dolci ripiene con cremina di zucca, loto, sesamo o altri vegetali, alle Barbe di Drago, fili di zucchero che avvolgono un cuore di frutta secca.
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DI MARCO SCARAMELLA FOTO DOMENICO RIZZO ercorrendo la SS 131, avrete di certo notato alcuni enormi graffiti, rompere la monotonia ed il grigiore del cemento dei cavalcavia. Una tag li accomuna tutti: Manu Invisible, di certo il più famoso street artist sardo, che si sta imponendo sulla scena artistica italiana ed internazionale. L’artista di San Sperate, cela la sua identità dietro ad una
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maschera e, per questo motivo, alcuni lo accostano a Bansky (il celebre writer di Bristol, reputato uno dei maggiori esponenti della street art). A differenza di Bansky, Manu Invisible ha dalla sua una sentenza della Corte di Cassazione che riconosce il valore artistico delle sue opere, realizzate in giro per il mondo, da Cagliari a Srebrenica, passando per Milano e Londra. Inoltre, alterna la street art alla realizzazione di opere di piccolo formato. Ma chi è Manu Invisible? Lo abbiamo incontrato per conoscerlo un po’ meglio e farci raccontare qualcosa sul suo lavoro.
Come ti sei avvicinato al mondo del writing? Ho avuto la passione per il disegno sin da piccolo. Mi sono avvicinato al writing all’età di 9 anni con il mio primo graffito su parete. Dall’età di 12 anni ho intrapreso quello che è il mio percorso artistico più strutturato. Il mio cammino è sempre stato molto sfaccettato. Ho sperimentato diversi stili: figurativo, ritrattistico, paesaggistico, tenendo sempre presenti le mie radici, ovvero, i graffiti tradizionali anni ‘90, sia wild style, che quelli più semplici e leggibili. Da qualche anno, ho riscoperto l’utilizzo di parole desuete con un forte significato, che mi aiutino a comunicare qualcosa di utile alla società. Raccontaci di Dialogue e CBNJEST, alcuni dei tuoi lavori realizzati all’estero. Dialogue e CBNJEST (tradotto: consapevolezza) sono due opere che ho realizzato nel 2017 a Srebrenica in Bosnia. Mentre Dialogue è realizzato totalmente in caratteri occidentali insieme ad alcuni simboli religiosi, CB NJEST è realizzato per metà con alfabeto cirillico e per metà con l’alfabeto occidentale. Si collocano all’interno di un progetto che ho portato a termine con un mio amico fotografo che si chiama Alessio Cabras. Sono due opere che vogliono comunicare dei messaggi fortemente positivi per la gente di tutta la Bosnia, logorata dalla guerra e dalle divisioni sociali negli anni ’90. Ad agosto, in Sardegna, hai realizzato una serie di opere dedicate a Gramsci. Le opere, commissionate dal Comune di Cagliari, fanno parte delle celebrazioni per l’Anno Gramsciano
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per ricordare la figura di Gramsci ad ottant’anni dalla sua scomparsa. Questi lavori sono realizzati lungo il percorso che va da Cagliari a Santu Lussurgiu, e che ricalca il cammino che Gramsci avrebbe voluto fare durante la sua permanenza a Cagliari, ma che non gli è mai stato concesso per questioni politiche. Questo lavoro è stato realizzato per il progetto “Questa è la tua terra” della rete “Nino dove sei?”, di cui faccio parte. Le opere che ho realizzato per il progetto sono quattro. Movimento: realizzata a Cagliari, apre il ciclo e vuole rendere la contrapposizione fra lo stato di prigioniero politico di Gramsci e il movimento delle sue idee; Errore di sistema: simboleggia la mancanza di dialogo tra le persone; Assidua ricerca, è un’opera sia lettering che figurativa e rappresenta una nebulosa su uno sfondo nero. Quest’opera è un anamorfismo, ovvero è visibile da un unico punto di vista, e si articola su diversi livelli. Senza dubbio è una delle mie opere più importanti, inoltre mi piace che si trovi lungo la 131 che è un po’ il simbolo del mio percorso artistico; Levitante: chiude
questo ciclo di opere a Santu Lussurgiu, ultima tappa del viaggio mai concluso da Gramsci. Quali sono i tuoi lavori più importanti? Sicuramente sono quelli realizzati all’interno del percorso della 131 e delle arterie principali che collegano l’intera Sardegna. Adesso che abito a Milano, però, mi capita spesso di intervenire sulle autostrade e, di conseguenza, sto avendo un pubblico più ampio sia nell’hinterland Milanese che nel resto del nord Italia. Ti capita di collaborare con le istituzioni e, recentemente, una sentenza della Cassazione ha riconosciuto il valore artistico dei tuoi lavori. Questo aspetto come convive con la tua anima da writer? Le mie opere sono autonome. Talvolta mi capita di ricevere dei finanziamenti pubblici, però non sempre si ha il permesso scritto, per questioni burocratiche. Diciamo che sono due realtà diverse: fare writing significa lavorare abusivamente, e ha una sua atmosfera, delle dinamiche e un codice legato al mondo dei graffiti, molto puro e romantico; il lavoro istituzionale è, appunto, un la-
voro su commissione, fatto alla luce del giorno in quanto un incarico legale. In sostanza il cuore dell’opera d’arte è proprio l’atmosfera che si crea in relazione ad essa, insieme a tutte le dinamiche che le ruotano attorno. Già da prima della sentenza collaboravo con associazioni di volontariato, comuni ed enti pubblici. Sicuramente la vittoria in Cassazione, che ha riconosciuto il valore artistico delle mie opere, ha potenziato il mio lavoro, ma mi ha anche forgiato perché è stata certamente una tappa determinante nel mio percorso artistico che mi ha messo a dura prova. Qual è il messaggio che vuoi lanciare? Il tuo è un impegno politico? Mi dissocio molto dai discorsi politici. Sono semplicemente una persona che, come tutti, ogni giorno apprende qualcosa dalla società. Da artista, però, sento il bisogno di comunicare qualcosa. Più è forte il concetto che voglio comunicare, e più sento la necessità di realizzare qualcosa di grande e visibile da mostrare alla gente. Come mai indossi una maschera? La maschera si spira alla geometria e alla notte. Per me è uno scudo che mi difende dall’ondata mediatica e dal parere del pubblico che vuole sapere molte informazioni, sia della mia vita artistica che della mia vita privata. Ora fa parte del mio personaggio artistico, ed è anche legata al mio paese d’origine che è San Sperate. A quale dei tuoi lavori sei più legato? Non ho un lavoro preferito. Tra tutti posso elencarne tre che mi rappresentano. Il primo è Perseveranza:
senza perseveranza non sarei riuscito a risolvere i problemi che mi ha messo davanti la vita; Resilienza: che è la capacità di un individuo di affrontare e superare un periodo di difficoltà. Trovo che la società abbia un forte bisogno di resilienza; Iridescent a proposito del quale potete trovare molte informazioni sul mio canale YouTube. Hai progetti nell’immediato futuro? Sto realizzando un documentario che si chiama Scripta Manent in collaborazione con Giorgia Ripa. Sarà un documentario sul mio percorso artistico degli ultimi dieci anni. Connesso a questo progetto porterò a termine alcune altre opere nelle autostrade della Lombardia. Grazie a Manu Invisible per la sua gentilezza e disponibilità. Per qualunque curiosità sul suo lavoro potete visitare il sito web www.manuinvisible.com, la sua pagina Facebook o il canale YouTube.
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Al CARBONIA FILM FESTIVAL
“HOW TO FILM THE WORLD”
arriva il Premio Oscar László Nemes
di Manuela Stacca In attesa della nuova edizione che si terrà nel 2018, il Carbonia Film Festival quest’anno presenta: “How to Film the World”, un evento “sperimentale” caratterizzato da quattro giorni di incontri, masterclass, dibattiti e proiezioni, che si svolgeranno a Carbonia e Cagliari dal 12 al 15 ottobre. Al centro di questa nuova iniziativa ci saranno sempre lavoro e migrazione, tematiche importanti e di forte attualità, già filo conduttore delle passate edizioni della kermesse. Nel corso degli anni, il festival, nato ufficialmente nel 1999 con il nome di Mediterraneo Film Festival, ha indagato ampiamente su disoccupazione e migranti, creando un forte legame tra cinema e contemporaneità. Solo nel 2016, però, il Mediterraneo Film Festival ha cambiato nome, forma e veste, diventando definitivamente Carbonia Film Festival, grazie anche alla nuova direzione del critico e programmatore Francesco Giai Via.
L’obiettivo della nuova direzione è quello di rinsaldare il legame con il territorio, favorire la rinascita del Sulcis, continuando a focalizzarsi su temi sentiti dai giovani e dando maggior spazio alla parte concorsuale, con pellicole internazionali e anteprime nazionali e regionali. L’edizione 2016 ha segnato dunque un punto di svolta cruciale per la kermesse biennale, che ha deciso di tornare con un anno di anticipo con “How to Film the World”, manifestazione che vuole far riflettere sul cinema, sulle sue nuove forme di finzione, e promuovere l’educazione e la formazione dei ragazzi. Fulcro di questo evento speciale saranno, infatti, gli incontri tra autori di spicco del panorama cinematografico internazionale e i giovani studenti e appassionati della settima arte – tra cui anche gli allievi delle scuole superiori di Carbonia. Dal 1999 a oggi, sono tanti gli ospiti che hanno partecipato alla rassegna. Tra gli altri, si ricordano i registi Olivier Loustau, Nele
Wohlatz, Bonifacio Angius e Marina Spada, e gli attori Alessandro Borghi, Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea e Claudia Gerini. Quest’anno, per la prima edizione di “How to Film the World”, sono attesi principalmente cineasti internazionali, che presenteranno le loro opere e prenderanno parte a diverse masterclass aperte al pubblico ma rivolte in particolar modo ai 20 ragazzi under 30 – studenti, critici, filmmaker, provenienti da tutta Italia –, che sono stati selezionati attraverso il Bando Programma Cinema Giovani. Tra gli ospiti, è già stato confermato uno degli autori più importanti della sua generazione, nonché vincitore di un premio Oscar. Si tratta del regista e sceneggiatore ungherese László Nemes, che nel 2016 venne premiato dall’Academy per il suo lungometraggio di debutto: “Il Figlio di Saul” (miglior pellicola straniera). Il film, che racconta «in modo inedito e straziante l’orrore dell’Olocausto», come afferma il direttore artistico Francesco Giai Via, è stato premiato anche al Festival di Cannes nel 2015 con il Grand Prix Speciale della Giuria, ai Golden Globe 2016 (miglior film straniero) e ai David di Donatello 2016 (miglior film dell’Unione Europea). «Nemes è al momento al lavoro sul suo secondo attesissimo film e siamo felici che abbia accettato il nostro invito in uno dei rarissimi momenti di pausa nel montaggio di “Sunset”», continua il direttore artistico Giai Via. Nei prossimi giorni verranno svelati gli altri ospiti che parteciperanno allo “How to Film the World”, così come gli eventi e le proiezioni (almeno cinque) che si terranno al Teatro Centrale di Carbonia. Le altre attività dell’iniziativa – organizzata dal Centro Servizi Culturali di Carbonia – si svolgeranno, invece, alla Fabbrica del Cinema nel Sulcis (all’interno della Grande Miniera dismessa di Serbariu a Carbonia), inaugurata nel 2015 e nata da un progetto promosso dalla Società Umanitaria e dal Centro Servizi Culturali di Carbonia, che mira all’educazione alla cultura cinematografica, alla valorizzazione del patrimonio culturale e artistico del territorio, e alla formazione dei giovani sulle nuove forme dell’audiovisivo. Tutte intenzioni che il Carbonia Film Festival con “How to Film the World” vuole portare avanti, mirando a diventare un punto di riferimento nel ricco panorama dei festival dell’Isola e non solo.
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il Fotoesercizio
PROGRESSIONE DEL CRUNCH Distenditi a terra in posizione supina con le braccia tese, le gambe alte e la zona lombare ben aderente al pavimento. Poi, espirando, fletti il busto portandoti nella posizione a destra e trattieni per due secondi. 3 serie da 20/15 ripetizioni
Non si vogliono qui discutere le linee guida che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) propone: per quanto vere e scientificamente valide, ho notato sulla base dell’esperienza di tanti che non sempre risultano ottimali da applicare e che sono meno efficaci di altre. Camminare sessanta/novanta minuti al giorno è sicuramente un’ottima abitudine e probabilmente potremmo riuscire a ritagliarci un simile lasso di tempo nell’arco della giornata. Ma se invece si potesse ottenere lo stesso effetto, anzi migliore, dedicando solo quindici/trenta minuti al giorno? Sicuramente in questo modo le opportunità di dedicarci con regolarità aumenterebbero rendendo l’attività fisica conciliabile con gli impegni quotidiani. Allo stesso modo è possibile fare una dieta ipocalorica che
Ljupco Smokovski - stock.adobe.com
L’intento di questo articolo non è sollecitarvi a perdere peso ma fornirvi delle informazioni relative ad alcuni percorsi già efficacemente intrapresi da persone aventi le problematiche di cui si parla. Nonostante in Italia e nel mondo sovrappeso e obesità siano difficoltà sempre più diffuse, crescono proporzionalmente anche le conoscenze utili per poterli combattere: il sapere è un’arma da sfruttare a nostro favore. Ormai tutti sappiamo che i chili di troppo sono causa di malattie cardiovascolari e di diabete ma questo raramente riesce a farci scattare la voglia di cambiare: più spesso a motivarci sono disagi di natura fisica e psicologica. Cosa dà il via al cambiamento? A dare avvio a un desiderio di rinnovamento è spesso un malessere avvertito come tangibile e costantemente presente: per esempio, quando una persona si guarda allo specchio e vede riflessa un’immagine di sé che non desidera. Oppure quando azioni semplici quali fare una rampa di scale o inchinarsi diventano disagevoli; o, ancora, quando incappiamo in circostanze in cui diveniamo oggetto di derisione: purtroppo chi è in sovrappeso o ha problemi di obesità si trova sovente in situazioni simili.
prevede un apporto nutrizionale di 1200 calorie al giorno e riuscire a perdere peso; ma se vi dicessi che sono ormai in molti a raggiungere il proprio obiettivo senza contare le calorie o pesare gli alimenti? Personalmente ritengo più utile concentrarsi su ciò che hanno in comune coloro che son riusciti a cambiare vita. Da cosa iniziare? Prima di iniziare l’attività fisica recatevi dal medico per un check-up. Iniziate ad alternare i giorni in cui praticherete esercizio cardiovascolare a quelli di allenamento di tipo “resistente”. Il primo (aerobico) permette di “bruciare” calorie e potete scegliere tra la camminata veloce e lo jogging: attivandovi per venti/trenta minuti totali, provate ad alternare trequattro minuti di camminata moderata con un minuto di passo più veloce. La seconda tipologia di esercizi, quelli di resistenza (anaerobici), permettono di attivare un fenomenale effetto “afterburns”: attivano il
SOVRAPPEÀSO
ED OBESIT si possono vincere!
Fitness & Benessere a cura di Matteo Sassone
“
Sono un padre, un marito e un trainer esperto in percorsi di dimagrimento, obesità e sovrappeso. Aiuto quotidianamente le persone che vogliono cambiare forma fisica, e spesso anche la propria vita.
”
metabolismo per le ore e le giornate successive all’allenamento e permettono di costruire preziosa massa muscolare: tra essi lo squat e il push up (eseguibile da chiunque in modalità facilitata), gli esercizi per gli addominali e per tutto il corpo dove è necessario dare il massimo nei pochi secondi di durata dell’esercizio. Sarà così possibile raggiungere concretamente il vostro obiettivo così come hano fatto tanti miei allievi, ormai “ex sovrappeso”.
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Guida ai locali
Un caffè o un pasto veloce! SA SSA R I Bar Capital
Snack Bar.Ristorante
Via Mosca, 19. 392/9701310 Cafè Ristretto
Caffetteria
Via De Gasperi, 7. 329/1235308. Nessuno Cafè Set
Snack Bar.Ristorante
BAR . TAVOLA CALDA RICEVITORIA .................................................................
Via Caniga, 1 . Sassari
Via Roma, 4. 340/4060745. Nessuno Caffè Azuni
q 079 262519
Snack Bar
Viale Mancini, 13. 347/2389999. Nessuno Caffè del Corso
Snack Bar.Ristorante
L’Angolo
Snack Bar.Ristorante
Corso Vittorio Emanuele II, 17. 079/232470. Domenica
Via Pasquale Paoli, 9. 393/0504700. Domenica
Caffè Duemila
Les Mirages della Bavarese
Snack Bar.Ristorante
Caffè Italiano
Snack Bar
Via Roma, 38. 328/0057291. Domenica Caffè Lounge P
Snack Bar.Ristorante
Galleria Tanit. 079/262519. Nessuno Caffè Mokador di Monserràt
Snack Bar.Ristorante
Galleria Monserràt. 079/219182. Nessuno Cantina Mazzotti
Snack Bar.Ristorante
Piazza Mazzotti, 3. 393/2367636. Domenica Davidson Cafè
Caffetteria.Ristorante
Via Attilio Deffenu, 8. 338/1979887. Nessuno Millenovantotto
Caffetteria.Ristorante
Piazza Fiume, 10. 348/6111879 Mocambo Caffè
Wine Bar.Ristorante
Via Roma, 97. 079/280905. Domenica Moliendo Cafè
Snack Bar.Ristorante
Viale Trento, 1. 392/1422592. Domenica Caffetteria.Pasticceria
Viale Adua, 24. 331/9877605 Shardana
Snack Bar.Birreria
Via Asproni, 6/a. 328/2679594
E Allora?!
Snack Bar.Ristorante
Via Verona, 31. 079/275394. Nessuno
Solin
Snack Bar.Ristorante
Via Vardabasso, 5/b. 079/280953. Nessuno
Snack Bar.Articoli per bambini
Via Brigata Sassari, 42. 388/1214303 Family Cafè
Metropolitan Bar
San Baylon
Snack Bar.Ristorante
Cortesantamaria. 079/200185. Nessuno C.C. La Piazzetta. 079/260458. Nessuno
Family Affair
Caffetteria.Pasticceria
Viale Dante, 16/n. 079/270608. Nessuno
Via Amendola, 70. 320/7619908. Nessuno
Tris Bar
Snack Bar
Via Tempio, 17. 079/271240 Snack Bar.Tabacchi.Ricevitoria
Unico Caffè
Snack Bar.Pub
Via Carbonazzi, 18. 079/274247. Domenica Lotto, Totocalcio, Superenalotto, Totip
Viale Porto Torres, 2/b. 340/1895357. Domenica
Il Caimano Distratto
Via Alghero, 24. 327/5470727
Vanilla Cat
Cocktail Bar.Live Music
Caffetteria.Pasticceria
Piazza Tola, 9. 079/6018742. Nessuno Il Posto di Altogusto
Snack Bar.Ristorante
ALGH ERO
Predda Niedda Strada 2. 079/2670000. Domenica Jro Caffè
Snack Bar.Tabacchi
7000 Caffè
Via Carlo Fadda, 14. 079/2857065. Nessuno
Via XX Settembre, 94. Domenica sera
La Nuova Bavarese
Alguer Caffè
Caffetteria.Pasticceria
Snack Bar.Gelateria
Via Don Minzoni, 4. 079/5622648. Nessuno
Via Roma, 54. 340/9577522 Laboratorio Naturale
Snack Bar.Pranzi Veloci
Snack Bar
Viale Umberto I, 106/a. 392/7155329. Servizio Catering
Bell’Agio
Wine Bar.Caffetteria
Via Maiorca, 47/51. 079/980103. Nessuno Cafè Latino
Snack Bar
Bastioni Magellano, 10. 079/976541. Nessuno Ciau Ciau
Snack Bar.Griglieria.Paninoteca
Piazza Sulis, 8. 334/1190962. Nessuno Cyrano
Wine Bar.Libreria
Via Vittorio Emanuele II, 11. 079/9738303. Domenica Il Milese
Snack Bar.Focacceria
Via Garibaldi, 11. 079/952419. Martedì La Pantera Rosa Cafè
Snack Bar
Via Asfodelo, 9. 348/1445906. Domenica Lido Beach Bar
Cocktail Bar
Via Lido, 14. 340/9085803. Nessuno Lu Barril
Via Mazzini, 7. 079/4803101. Nessuno
Caffetteria.Ristorante
www.radiobellavita.it
Sassari . 98.900 Mhz. Alghero . 97.600 Mhz. www.radiobellavita.it Castelsardo . 103.700 Mhz.
Uffici pubblicitĂ : Sassari . Piazza Castello, 11 . Telefono/Fax 079 231851
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¿ Chiusura i Informazioni aggiuntive
Maracaibo
Cocktail Bar
Via Lido, 15. 349/1707383. ¿ Nessuno. i Live music Mignò
Snack Bar
Largo San Francesco, 16. 333/7677465. ¿ Nessuno Orange
Snack Bar.Ristorante.Pizzeria
Via XX Settembre, 2/4. 346/5944925. ¿ Nessuno. i Live music Veneto Caffè
Cocktail Bar
Via XX Settembre, 99. 340/6133967. ¿ Nessuno
PO R TO TO R R ES Bar Galleria
Snack Bar
Via Sassari, 61. 079/9145349. ¿ Domenica Cristallo
Snack Bar.Pasticceria
Piazza XX Settembre, 12/14. 079/514909. ¿ Lun sera. i Live music Falò Cafè
Snack Bar.Ristorante
Gambrinus Pub
Pub.Birreria
Viale Trieste, 6. 347/7021854. ¿ Martedì Il Posto
Via Mare, 12. 079/5902793. ¿ Domenica Gatto Nero
Snack Bar.Pub
Ristorante.Pizzeria
Via Enrico Costa, 16. 079/233528 La Gourmerì
Via Amsicora, 28. 348/8802084. ¿ Nessuno Il Porticciolo
Lounge Bar
Via Mare, 34. 345/8515043. ¿ Nessuno. i Live music Tito’s
Cocktail Bar
Insalateria
Via Cagliari, 8. 079/6045543 - 392/1302898. ¿ Sab, Dom La Perla Rosa
Ristorante.Pizzeria
Via IV Novembre, 63. 079/281255. ¿ Mar. i Consegna domicilio La Pinta
Via Libio, 1. ¿ Nessuno Tropical
Lounge Bar
Ristorante.Pizzeria
Via Saffi, 27. 079/236903. ¿ Martedì. i Consegna domicilio L’Asfodelo
Lungomare Balai, 70
Ristorante.Pizzeria
Via Roma, 134. 079/272826. ¿ Nessuno Mò… pizza!
SENNO R I & SO R SO Buena Vista Cafè
Ristorante.Pizzeria
Piazza Musu Martini, 2 - Li Punti. 079/399399. ¿ Martedì Snack Bar
Panefratteria
Cucina Tipica Sarda
Via Carlo Alberto, 2. 079/9330921. ¿ Lunedì
Via Cottoni - Sennori. 079/362273. ¿ Lunedì Cafè Cattari
Caffetteria
RE|MI
Ristorante.Pizzeria Gourmet
Via Marina, 37 - Sorso. 079/3055088. ¿ Lunedì
Via Coradduzza, 17. 333/1378998. ¿ Nessuno
Dal Gusto
Retrò
Wine Bar.Ristorante
Pizzeria
Via Canopolo, 2/a. 079/231211. ¿ Lunedì
Via Cottoni, 63 - Sorso. 079/9105748 Ibiscus Cafè
Snack Bar.Paninoteca
New Zanzibar
Ristò Park
Ristorante.Pizzeria
Predda Niedda Strada 32. 392/8243808-9. ¿ Nessuno
Via Cottoni, 17 - Sennori. 079/361512. ¿ Nessuno Snack Bar
San Sebastian
Ristorante.Pizzeria.Griglieria
Via Asproni, 18. 079/273749. i Gluten free
Via Roma Superiore, 164 - Sennori. 349/7274524
Spaghettoria S’Artea
Spaghetteria
Via Arborea, 2/b. 079/4922209 - 392/7683669
Dove mangiamo?
Speed Date
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
Predda Niedda Strada 8. 079/262520. ¿ Nessuno St. Joseph Pub
Pub.Pizzeria.Paninoteca
Via Asproni, 20/22. 079/272455. ¿ Nessuno
SA SSA R I
Tritus Bar Graziella
Pizzeria.Snack Bar.Tabacchi
Via Buddi Buddi, 54/56. 079/316263. ¿ Giovedì Bella Bè Ristorantino
Ristorante.Pizzeria
Via Asproni, 2. 079/274052. ¿ Nessuno Ultimo Piano
Ristorante
Ristorante.Pizzeria
Piazzale Segni, 9. 079/2858460. ¿ Nessuno
Via Usai, 8. 079/4816373. ¿ Domenica Black Stone
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
ALGH ERO
Predda Niedda Strada 18. 333/6801975. ¿ Nessuno Bowling
Ristorante.Pizzeria
Al Refettorio
Ristorante
Vicolo Adami, 47. 079/9731126. ¿ Nessuno
Via Luna e Sole, 1. 079/9145265 Braceria Mangiafuoco
Bisteccheria
Cut & Grill
Al Vecchio Mulino
Ristorante.Pizzeria
Via Don De Roma, 3. 079/977254
Via Catalocchino, 8/a. 347/4294090. ¿ Lun, Mar Bisteccheria
Alguer Mia
Ristorante.Pizzeria
Via Predda Niedda, 19. 346/1298121. ¿ Domenica
Via Cipro, 17. 079/9739883. ¿ Nessuno. i Consegna domicilio
El Burladero
Bontà Sarda
C.C. La Piazzetta. 079/262211. ¿ Nessuno
Ristorante.Pizzeria
Ristorante.Pizzeria
Via Don Minzoni, 183. 079/984860. i Consegna domicilio
BAR | RISTORANTI | PIZZERIE | PANINOTECHE | PUB | GASTRONOMIE | GELATERIE | PASTICCERIE | CLUB Castell de Càller
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
Via Joan Mirò (Loc. Taulera). 079/9891026. Lunedì Ches Sardegna
Sa Mesa
Ristorante.Pizzeria
Via XX Settembre, 150. 079/6140990. Nessuno CriBu’s
Trattoria.Pizzeria
Via E. Sacchi, 3. 079/5620982 - 340/4126848. Lunedì
SENNO R I & SO R SO
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
Via Valverde, 42. 079/982890. Nessuno. Consegna domicilio
Central Pub
Da Bruno
Via Roma, 158 - Sennori. 327/7625970
Ristorante
Ristorante.Pub
S.S. S.M. La Palma - Fertilia. 079/930098. Nessuno
Da Vito
Demodè Bistrot
Loc. Badde Cossos - Sennori. 079/360245. Lunedì
Ristorante.Pizzeria
Ristorante
Via Veneto, 2. 079/985194. Martedì. Consegna domicilio
Girasole
El Trò
Via Roma Inferiore - Sennori. 347/1416411. Mercoledì
Ristorante.Pizzeria
Ristorante.Pizzeria
Lungomare Valencia, 3. 339/2086484. Nessuno
La Cantera
Hopera
Via Roma, 145 - Sennori. 349/3018347. Martedì
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
Piazza Civica, 23. 079/4804011. Nessuno Il Capricorno
Ristorante.Pub
Zanzibar 2 Pizzeria.Paninoteca
Ristorante.Pizzeria
Via Roma, 197 - Sennori. 079/361036
Via Diez, 60. 079/986225. Mer. Consegna domicilio Il Corallo
Ristorante.Pizzeria
Via Kennedy, 20. 079/982772 - 328/8054588. Martedì Il Pavone
Ristorante
Take away o domicilio
Ristorante
SA SSA R I
Piazza Sulis, 3. 079/979584 Janas Restaurant
Via Principe Umberto, 23/25. 079/9337101. Nessuno La Lepanto
Ristorante
La Saletta
Agorà
Pizzeria.Gastronomia
Via Mazzini, 2/e. 079/233796. Nessuno. Consegna domicilio
Via Carlo Alberto, 135. 079/979116. Nessuno Cucina Tipica Sarda
Al Caminetto
Pizzeria
Via Kennedy, 27/b. 079/4125748 - 348/0171332. Lunedì
Via Mastino, 23. 079/280727. Dom. Consegna domicilio
Le Nouveau Gourmand
C’è Pizza per Te
Tavola Calda.Gastronomia
Pizzeria.Paninoteca
Via Napoli, 6/b. 079/2826049. Consegna domicilio
Via Asfodelo, 43. 079/9739506 Lo Smeraldo
Pizzeria
Via Carbonia, 36. 079/5907611. Consegna domicilio
Ellas
Gastronomia Greca
Via Usai, 33. 079/9103745. Lunedì
Lu Furat
Pizzeria
Via Columbano, 8. 079/9736052. Nessuno
Era Ora
Pizzeria.Fainè al metro
Via Nizza, 45. 079/5620926. Domenica
Mos Tapas Restaurant
Ristorante
Via Carducci, 3. 079/983429
Fior di Pizza
Pizzeria.Paninoteca
Via Pasquale Paoli, 1. 079/9102546. Lunedì
Osteria Macchiavello
Cucina Marinara
I 4 Mori
Pizzeria.Paninoteca
Bastioni Marco Polo, 57. 079/980628. Nessuno
Via Carlo Felice, 20. 079/273548. Lunedì
Sergio’s
I Pini 2
Pizzeria.Ristorante
Trattoria Cavour
Pizzeria
Via G. Deledda, 157. 392/6768487. Mar. Consegna domicilio
Via XX settembre, 41/a. 079/983434 Cucina Tipica Sarda e Marinara
Via Cavour, 110. 079/9738762 - 392/6110258. Lunedì
Il Vagabondo
Pizzeria
Via Perantoni Satta, 1. 079/271939. Lun. Consegna domicilio Il Veliero
PO R T O T O R R ES
La Divina Babbai
Ristorante.Pizzeria
Pizzeria
Via Ciriaco Carru, 2. 079/240443. Lun. Consegna domicilio Pizzeria.Paninoteca.Gastronomia
Via Chiarini, 1. 079/2590063. Consegna domicilio
Vicolo Cabitta. 079/515896 - 338/3609378. Mercoledì
La Scacchiera
Da Cellino
Via Giagu, 17. 079/2829023. Lun. Consegna domicilio
Ristorante.Pizzeria
Pizzeria
Via Balai, 61. 079/5046024. Martedì. Consegna domicilio
Nanni’s Pizza
Da Teseo
Via Marghinotti, 36. 079/244896. Consegna domicilio
Ristorante.Pizzeria
Via dell’Autonomia, 4. 079/508106. Giovedì Fuori Orario
On The Road Pizzeria.Paninoteca
Piazza XX Settembre, 7. 079/513616. Mercoledì
Pizzeria.Paninoteca
Gastronomia.Paninoteca
Via Mazzini, 13/a. 079/235296. Domenica Paolino
Gastronomia.Paninoteca
Via Benedetto Croce, 2. 079/9401201 - 339/5640157. Lun
Cortesantamaria. 079/233921. Nessuno C.C. La Piazzetta. 079/262252. Nessuno
La Rosa Dei Venti
Pianeta Pizza
Il Corallo 2
Ristorante.Pizzeria
Ristorante.Pizzeria
Pizzeria
Via Ettore Sacchi, 20. 079/502590. Nessuno
Via Attilio Deffenu, 5/b. 079/2006777. Consegna domicilio
Li Lioni
Pizza Bis
Cucina Tipica Sarda
Pizzeria
S.S. 131 km 224,4. 079/502286 - 340/5226468. Mercoledì
Via Dessì, 7. 079/276160. Nessuno. Consegna domicilio
Pepito Pizza
Pizza Bis 2
Pizzeria.Paninoteca
C.so V. Emanuele, 158. 079/5048034 - 392/1880422. Mar
Pizzeria
Via Florinas, 6. 079/242442. Nessuno. Consegna domicilio
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S&H MAGAZINE Anno XXII - N. 253 / Ottobre 2017
EDIZIONE SASSARI Direttore Responsabile MARCO CAU Ufficio Grafico GIUSEPPINA MEDDE Hanno collaborato a questo numero: LUIGI CANU, DANIELE DETTORI, MANUEL DI CRISTO, NIKE GAGLIARDI, ERIKA GALLIZZI, GIUSEPPE MASSAIU, DOMENICO RIZZO, PAOLA M. RUIU, MATTEO SASSONE, MARCO SCARAMELLA, MANUELA STACCA, ALBERTO TIDU, ROBERTO TRONCI
Redazione Sassari, Via Oriani, 5/a - tel. 079.267.50.50 Cagliari, tel. 393.81.38.38.2 mail: redazione@shmag.it
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Pizzeria Cocco
Pizzeria Da Rosy
Pizzeria.Paninoteca
Pizzeria
Via Monsignor Saba, 3/a. 380/8991503. Domenica Pizzeria Helena
Via Zanfarino, 2/f. 079/272341. Nessuno. Consegna domicilio Pizzeria Luna e Sole
Pizzeria
Via De Andrè, 19. 079/299930. Consegna domicilio Via Zanfarino, 49. 392/1445610. Dom. Consegna domicilio
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Pizzeria.Paninoteca
Pizzeria.Paninoteca
Via Libio, 75. 079/5047066. Consegna domicilio
SEN N ORI & SORSO Arte Pizza
Pizzeria
Via Fiorentina, 42 - Sorso. 079/350502
Refral Da Renato
Felix
Paninoteca
Via Roma, 118. 079/2670032. Nessuno Spizzati
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Viale Italia, 51. 079/6040195. Lun. Consegna domicilio
Pizzeria
Via Fiorentina, 73 - Sorso. 079/350193. Consegna domicilio Harley Pizza
Pizzeria
Via Roma, 159 - Sennori. 079/362346 Pizzeria 2000
Pizzeria
Via Roma Inferiore, 60 - Sennori. 079/362271. Lunedì
A LG HER O Big Pizza
Pizzeria al metro.Paninoteca
Via Mazzini, 83. 339/5754542. Consegna domicilio Gastronomia Greca
Qualcosa di dolce?
Via Carlo Alberto, 40. 079/6046220 I Gemelli
SASSARI Pizzeria
Ichnos Express
Gelateria Bosisio Pizzeria.Paninoteca
Gelateria
Via Brigata Sassari, 71. 079/232406. Nessuno
Via Don Minzoni, 102. 079/6011160. Pizze senza glutine
La Pallina
La Nuova Delizia
Via Chironi, 5/a. 079/278564. Domenica
Pizzeria
Via Goceano, 15. 079/985082. Lun. Consegna domicilio
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La Perla Nera
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Via Oristano, 13/15. 079/9739132. Consegna domicilio
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La Piadina del Pozzo
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Piadineria.Paninoteca
Via Minerva 25. 079/4921239. Mar. Consegna domicilio Pata Pizza
Registro Stampa: Tribunale di Sassari n. 324/96. ROC: 28798. © 2017. Tutti i diritti sono riservati. È vietato riprodurre disegni, foto e testi parzialmente e totalmente contenuti in questo numero del giornale.
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Via Ortobene, 8. 079/2598282. Mar. Consegna domicilio Prof. Pane Grosso
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C.so V. Emanuele, 115. 079/5048324 . Consegna domicilio
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Pizzeria Peter Pan
Il Drago La Stella
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Stampa Tipografia TAS S.r.l. - Sassari
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Pizzeria al Taglio.Fainè
Via Rosello, 25. 079/238052. Domenica Emiciclo Garibaldi, 7. 079/234240. Nessuno
Pizzeria.Paninoteca
Gelateria.Caffetteria.Pasticceria
Pagoda
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Pasticceria
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Gelateria
Piazza Castello, 4/b. 079/236075. Nessuno
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Gelateria
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Creperia.Toasteria
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MANU INVISIBLE Foto di Domenico Rizzo
Il Capriccio
Gelateria
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