Il fagotto umano fece spuntare due dita, seguite da uno scorcio di barba grigia e sporca. «Chi sei? Cazzo vuoi?» Prese dalla tasca del giubbotto la penna. Piantò la punta nel collo. Pressione sul pulsante della coda. Nessuna reazione. Scavò dentro la giacca a vento di una sudicia tinta indefinita. Odore di vomito non ancora espulso mescolato a miasmi di toscanello e sudore cristallizzato. Bagliore di luce attorno alla pelle ruvida. La piastrina metallica che stava cercando. La staccò. «Buonanotte.»
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