Portfolio

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ERICA TOFFANIN PORTFOLIO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ARCHITETTURA

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INDICE

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S. Marco Pal. Ducale

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INDICE

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PREMESSA

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CONOSCERE

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Istituzioni di Storia dell’Architettura; Storia dell’Architettura Contemporanea; Storia dell’Arte Moderna; Teoria e tecnica della Progettazione Architettonica; Disegno dell’Architettura; Rilievo dell’Architettura;

PROGETTARE -

Progettazione Architettonica 2; Urbanistica; Workshop; Progettazione Urbanistica 1; Progettazione Architettonica e Urbana;

pag. 5 pag. 11 pag. 19 pag. 25 pag. 35 pag. 49

pag.59 pag. 59 pag. 77 pag. 93 pag. 107 pag. 129


PREMESSA

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S. Marco Pal. Ducale

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La mia vicenda universitaria si articola in numerose esperienze, ognuna dotata di una propria autonomia e di un proprio iter. La difficoltà nel raccontarle è la stessa del narrare il proprio vissuto estrapolandone parti significative per escluderne altre. Ogni esperienza porta in se successi e fallimenti, così come un progetto si snoda in mille ipotesi scartate, riviste, interpretate e fuse insieme in quello che è poi il risultato finale. Questo è l’apice di un percorso che si è spesso sviluppato in vari mesi, avviluppandosi ad altre vicende. Ora qui tenterò di districare questa matassa suddividendo i vari corsi non in ordine cronologico ma per tipologia. L’architettura è una faccenda complessa, e lo si nota tentando di trovare il filo conduttore di un percorso formativo di per se eterogeneo. È quasi ovvio che qualche elemento sarà trascurato per lasciar posto ad altri aspetti; ma l’eterogeneità degli ambiti dell’architettura mal si presta ad essere trattata nella totalità dell’insieme, specie se si traccia un percorso fatto di esperienze che in qualche modo sono indipendenti tra loro. È appunto il percorso, il tema fondamentale. Entrando in punta di piedi nel mondo dell’architettura, non solo professionalmente, ma considerando la portata della disciplina, ho intrapreso un viaggio di cui non conosco la meta, perché in fondo non si finisce mai d’imparare, e questo è vero, ancor di più, per l’architetto. Due gli ambiti in cui ho suddiviso i miei studi: conoscere e progettare. Due macro-categorie che racchiudono in sé un approccio teso alla conoscenza come conditio sine qua non è possibile la progettazione.

“Architettore chiamerò io colui, il quale saprà con certa, e maravigliosa ragione, e regola, sì con la mente, e con lo animo divisare; sì con la opera recare a fine tutte quelle cose, le quali mediante movimenti dei pesi, congiungimenti, e ammassamenti di corpi, si possono con gran dignità

accomodare benissimo all’uso de gli homini.” Leon Battista Alberti, De re aedificatoria, 1450 circa.

“ La casa deve piacere a tutti. A differenza dell’opera d’arte che non ha bisogno di piacere a nessuno. [...] Dunque la casa non avrebbe niente a che vedere con l’arte e l’architettura non sarebbe da annoverare tra le arti: proprio così. […] Se in un bosco troviamo un tumulo lungo sei piedi e largo tre, disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è sepolto un uomo. Questa è Architettura.” Adolf Loos, Parole nel vuoto, 1910.

Ecco il duplice compito dell’architettura. Da un lato l’esigenza di spazi di vita, e dall’altro, il luogo della memoria. Alla pietra il compito di sopravvivere al tempo e sconfiggere l’oblio della morte.


CONOSCERE

Il corso percorre le tappe fondamentali dell’architettura occidentale, dal mondo antico fino alla metà del XVIII secolo. Come dicevo nella presentazione ecco che qui ho voluto dare risalto all’importanza di uno studio preventivo delle grandi opere prima di affrontare la progettazione. Questo corso mi ha fornito un’ampia panoramica dell’architettura antica ponendo attenzione a venti edifici significativi. Il programma prevedeva inoltre che lo studente fosse in grado, oltre che di descrivere con chiarezza e commentare gli edifici presi in esame, di riprodurre a mano libera piante prospetti, sezioni e qualche nodo costruttivo. Era tradizione per gli architetti terminare il ciclo di studi con un Grand Tour che li portasse a diretto contatto con le grandi opere del passato, con un’attenzione particolare a Roma. Nonostante io non avessi terminato gli studi ho affrontato il mio personalissimo Gran Tour perdendomi tra le rovine della città eterna. E il mio argomento non poteva che essere il Tempio a tutti gli dei: il Pantheon.

ISTITUZIONI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA prof. Paolo Morachiello anno di corso: 1° anno cfu: 8

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L’imperatore Adriano (117-138 d.C.) con questo edificio volle trasmettere l’idea di un divino universale, che si manifesta in tutti gli aspetti della natura e raccoglie tutti i fenomeni. Il Pantheon sorge sopra un antico Tempio, il Thoros, una costruzione chiusa, abitata da serpenti e dedicata a Esculapio, figlio di Apollo, divinità della medicina, di cui restano le fondamenta. Il nuovo Tempio è Prostilo, poiché presenta un colonnato nella parte antistante. Durante l’Impero di Costantino la capitale è spostata a Costantinopoli, e qui vi si trasferiscono tutti i ministri. La custodia di molti edifici romani è affidata al papato, che li trasforma in chiese. Così il Pantheon diviene Santa Maria ad Martires; sono creati degli altari e un passaggio che conduce al cimitero retrostante. S.Elena

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Il fregio porta l’iscrizione: Marco Agrippa, figlio di Lucio, tre volte console, lo fece costruire. Adriano non volle far scrivere il suo nome per ricollegare l’edificio al periodo augusteo; la datazione certa dell’edificio avvenne a causa di un crollo, che portò alla luce alcuni mattoni


recanti i nomi dei consoli in carica. L’architetto rimane tuttavia ignoto, alcuni attribuiscono l’edificio ad Adriano stesso, che si dilettava di architettura, altri, vista la complessità del tema, pensano a un gruppo di architetti. Il fronte è un Pronao ottastilo (come il Partenone) con timpano molto profondo. Le colonne sono monoliti di granito non scanalate ma con enthasis abbastanza accentuata, provenienti dall’Egitto. La base è ionica (un toro e due scozie) e il capitello corinzio. Le sedici colonne reggevano la trabeazione con volte in pietra, crollate a causa della rimozione dei supporti di bronzo, ordinata da Papa Barberini, per la costruzione dei cannoni di Castel Sant’Angelo. La massa muraria dell’edificio alla base sfiora i sette metri; due pareti in mattoni (opus testaceum) racchiudono un’anima di cemento. Le nicchie cieche, poi trasformate in altari, servirono a far asciugare il cemento e ad alleggerire la massa muraria.

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5 - Capitello corinzio del Pantheon, disegno. 6 - Villa Adriana a Tivoli, Teatro Marittimo. 7 - Panoramica sui Fori Imperiali, sullo sfondo il Vittoriano. 8 - Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, Filippo Brunelleschi, 1642-60. Nelle pagine precedenti: 1 - Pantheon, esterno da Piazza della Rotonda. 2 - Pantheon, interno. 3 - Pantheon, particolare della cupola con opaion. 4 - Sezioni e alzato del Pantheon e ricostruzione delle Terme di Agrippa, Andrea Palladio, 1570 circa. Immagine tratta dal catalogo della mostra Andrea Palladio 500 a cura di Howard Burns e Guido Beltramini.

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9 - Colosseo, vista del restauro nel 1821 ad opera di Giuseppe Valadier. 10 - La pigna in bronzo nel cortile del Palazzo Belvedere di Bramante. Secondo la leggenda essa fu portata dai diavoli da Troia a Costantinopoli e infine a Roma, dove chiudeva il foro del Pantheon. Quando, da tempio pagano, fu trasformato in chiesa i demoni che vi abitavano furono costretti a volare via portando con se la pigna. 11 - La piazza di San Pietro.

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Nel corso ho potuto percorrere le principali vicende dell’architettura contemporanea, dalla metà dell’Ottocento ai giorni nostri; guardando non solo ai grandi architetti ma agli scenari socio-culturali in Europa e America. Lo scopo è individuare e analizzare, attraverso casi specifici, i temi e le problematiche che emergono nell’architettura di tale periodo, attraverso seminari e conferenze, e la realizzazione di un approfondimento scritto.

STORIA DELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA prof. Maria Bonaiti anno di corso: 2° anno cfu: 8

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Louis Kahn, Paintings & Sketches. La sua carriera decollò tardi, aveva cinquant’anni, dopo un soggiorno all’estero (1950-51) presso l’American Academy di Roma che schiuse un nuovo corso alla sua vita professionale e al futuro dell’architettura moderna. Cercò di procurare gli ingredienti vitali mancanti all’architettura moderna: un senso si continuità con il passato, senza bisogno di stili storici; interessato al contesto e alla restituzione del ruolo dell’architettura come arte urbana. Le sue teorie e progetti continuano ad influenzare il lavoro delle nuove generazioni di architetti e la sua visione unica dell’arte del costruire rimarrà in prima linea nel dibattito sull’architettura per molto tempo. Se la sua opera è conosciuta e offre un’ampia letteratura, meno noto è il suo straordinario talento artistico, che indirizzò verso il disegno a mano libera e la pittura. Sono queste due sfaccettature della creatività di Kahn che ho analizzato.

Tutti i disegni raccolti sono pubblicati in: - The Travel Sketches of Louis Kahn di E. Johnson, M.J. Lewis e R. Lieberman; - The Paintings and Sketches of Louis Kahn di Jan Hochstim, introduzione di Vincent Scully S.Elena

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Nella pagina precedente due disegni tratti dal primo viaggio: 12 - Sant’Ambrogio a Milano, 1929 13 - Torri di San Gimignano, 1929

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Le cartine qui sotto mostrano l’itinerario dei viaggi: 14 - Primo viaggio in Europa, 1928-29. 15 - Secondo viaggio, 1950-51. 16 - Terzo viaggio, 1959.

Le cartine qui sotto mostrano l’itinerario dei viaggi: 14 - Primo viaggio in Europa, 1928-29. 15 - Secondo viaggio, 1950-51. 16 - Terzo viaggio,1959

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17 - Vista con barche di Venezia, 1928/29

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A lato: 18 - Muro romano, 1951.


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19 - Piazza del Campo a Siena, 1950 Nella pagina a lato: 20 - Cappella di Ronchampe, 1959

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L’idea di affrontare questo corso nasce dalla consapevolezza del forte legame dell’architettura con le altre arti. L’arte è l’espressione dei sentimenti di un popolo, siano essi religiosi o politici. La mia scelta è stata dettata dal desiderio di comprendere la genesi di un’opera d’arte e soprattutto l’utilizzo e l’interpretazione dei modelli del passato; mantenendo saldo il concetto che lo studio dell’antico è sempre stato la base, il punto di partenza per ogni nuova opera. Antonio Canova Nacque a Possagno il primo Novembre 1757; é ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo, nonché l’ultimo in ordine di tempo, fra gli italiani, che abbia acquistato assoluta preminenza in tutta Europa nel campo delle arti. Ventiduenne, si trasferì a Roma, era il 1779, dove ebbe modo di incontrare e conoscere i maggiori protagonisti dell’arte neoclassica, inserendosi anch’egli in quel clima di capitale della cultura che era da sempre la città capitolina; subì, inoltre, specialmente nel primo periodo di produzione artistica, l’influenza ed il fascino di Bernini, indiscusso maestro del Seicento.

STORIA DELL’ARTE MODERNA prof. Laura Corti attività affine o integrativa cfu: 4

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Per quanto concerne le foto inserite nella tesina di approfondimento, si tratta di scatti realizzati nel corso di alcune visite alla gipsoteca di Possagno. Come si può notare dalle repere, infatti, si tratta dei bozzetti in gesso. Alcune foto ritraggono opere in marmo collocate a San Pietro e al Louvre. Il gruppo delle tre Grazie era uno dei temi più in voga nel periodo neoclassico, ed ovviamente non poteva mancare nel repertorio di Antonio Canova. Le tre figure di Aglaia, Eufrosine e Talia erano le protettrici degli artisti, in quanto da loro proveniva tutto ciò che vi è di bello nel mondo umano e naturale. Sono nude, così come le ritroviamo nella tradizione ellenistica, e vengono rappresentate dall’artista nella classica posizione a chiasma. S.Elena

L’incrociarsi delle membra serve qui a dare un molle

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21 - Le Tre Grazie, modello in gesso, 1813-16

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abbandono alle figure che, nel sostenersi a vicenda, formano quasi un unico gruppo di affetti e sensualità corrisposte. Canova rappresenta le tre figure in modo chiaramente diverso: la prima a sinistra, Aglaia, ha i fianchi larghi, simbolo di maternità; Eufrosine, al centro è più alta e longilinea, vuole significare l’intelligenza; e l’ultima, Talia, mollemente abbandonata nell’abbraccio, è la sensibilità. Sono le tre peculiarità della donna; ecco che questo gruppo vuole rappresentare in tre figure la donna nella sua totalità. Il gruppo di Amore e Psiche, oggi conservato al Louvre, appartiene alle allegorie mitologiche della produzione canoviana. Eseguita in marmo bianco, la scultura ha superfici levigate ed un modellato molto tornito. La composizione ha una straordinaria articolazione: la donna, Psiche, è semidistesa, rivolge il viso e le braccia verso l’alto e, per far ciò, imprime al corpo una torsione ad avvitamento; l’uomo, Amore, si appoggia su un ginocchio mentre con l’altra gamba si spinge in avanti inarcandosi e contemporaneamente piegando la testa di lato per avvicinarsi alle labbra della donna. Il soggetto è tratto dalla favola di Apuleio, secondo la quale Psiche era una ragazza talmente bella da suscitare l’invidia di Venere, così che la dea le mandò Amore per farla innamorare di un uomo brutto. Ma Amore, dopo averla vista, se ne invaghì. Il soggetto è qui utilizzato come allegoria del potere dell’amore, visto soprattutto nell’intensità del desiderio che riesce a sprigionare: da qui la scelta di fermare la rappresentazione all’istante prima che il bacio avvenga ed il desiderio si consumi. Il gruppo del Canova ha una fermezza ed una staticità molto evidenti. Lo si osservi soprattutto nella visione frontale. Il corpo di Psiche insieme alla gamba e alle ali di Amore formano uno schema ad X simmetrico.

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23 - Sala progettata da Scarpa con sullo sfondo Le Tre Grazie e le teche con i bozzetti realizzati dal Canova. 24 - Ala novecentesca della gipsoteca di Possagno con l’autoritratto dell’artista e, in primo piano, George Washington, 1818. Nella pagina precedente: 22 - Amore e Psiche giacenti, 1788-93.

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26 - Monumento a Clemente XIII Rezzonico, San Pietro, 1784. A sinistra: 25 - Paolina Borghese ritratta come Venere vincitrice, bozzetto in gesso conservato alla gipsoteca di Possagno, 1805-1808.

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Compito dell’architetto è dare forma allo spazio. Il corso pone attenzione alla genesi del processo creativo e alla forma come risultato di tale processo. Lo studente è assillato dalla domanda: si può imparare a progettare? É il percorso che accomuna ogni forma d’arte. Oltre alla riflessione sull’architettura e sull’arte in genere, come forza generatrice di forma, lo studente è chiamato a realizzare alcuni elaborati, a sperimentare in primis l’attività creativa. L’architetto progetta vuoti, ma è importante la riflessione sul “pieno” che c’è attorno. Le esercitazioni, con l’utilizzo di coppie di contrari, vogliono creare delle composizioni, a partire dal fotopiano di Venezia, utilizzando le azioni del comporre.

TEORIA E TECNICA DELLA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA prof. Valter Tronchin anno di corso: 1° anno cfu: 6

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27 - Fotopiano di Venezia, quadrante 84. Immagine tratta dal sito www.comune.venezia.it.

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30 - Seconda esescitazione: CURVO. 31 - Seconda esercitazione: RETTO.

A lato: 24 - Seconda esercitazione: STATICO

Alle pagine precedenti: 28 - Prima esercitazione: VUOTO. 29 - Prima esercitazione: PIENO.

Nelle pagine precedenti: 21 - Prima esercitazione: VUOTO 22 - Prima esercitazione: PIENO 23 - Seconda esercitazione: DINAMICO

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Qui di seguito una parte importante delle esercitazioni sul quadrante di Venezia: disegni eseguiti sul posto. L’idea che ispira gli elaborati è perdersi per scoprire la cittĂ . 32 - Disegno a mano libera di una porzione di edificio compreso nel quadrante di riferimento. 33 - Particolare raffigurante una finestra in un palazzo veneziano.

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L’ultima esercitazione consiste nell’elaborazione di un modello tridimensionale che riassuma l’idea di spazio. 34 - Idea di spazio. 35 - Idea di spazio.

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36 - Esercitazione: curvo/retto. In questa esercitazione, immagini estrapolate dalla realtà si combinano con elaborazioni digitali prese dal web ed opere d’arte. Al centro del lavoro Ladanza di Matisse. Cinque corpi rosso-arancio si stagliano su uno sfondo verde e blu, formando un cerchio di figure nude che è impegnato in un girotondo vorticoso. L’artista non descrive un fatto, attraverso la composizione e il colore esprime il prorompere inarrestabile della vita, il suo continuo rinnovarsi, il suo eterno movimento. Questo però per Matisse non significa moto caotico: sono linee ordinate in relazione alla superficie dipinta: le figure si adattano alla composizione, ogni elemento dei corpi si dispone in una posizione relazionata a quella degli altri, l’uno concatenandosi al vicino e questo al successivo, secondo un rapporto calcolato che coinvolge l’intero quadro. La composizione è l’arte di sistemare in modo decorativo i vari elementi di cui la pittura dispone per esprimere i propri sentimenti. L'espressione consiste nell'intera composizione del quadro: il posto occupato dai corpi, i vuoti attorno ad essi, le proporzioni. Matisse sogna un’arte equilibrata, pura, tranquilla. Il blu, il rosso e il verde sono i colori dominanti; sono loro che permettono di percepire immediatamente la composizione distinguendone nettamente ogni elemento, creano una spazialità, non certo imitativa del reale, ma ideale. Il cerchio non si chiude proprio perché esso rappresenta la vita, l'andamento stesso della danza. Matisse lo spiegò con queste parole: “il mio obiettivo è rappresentare un'arte equilibrata e pura, un'arte che non inquieti né turbi. Desidero che l'uomo stanco, oberato e sfinito ritrovi davanti ai miei quadri la pace e la tranquillità”.

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37 - Esercitazione: interno/esterno. In questa esercitazione compaiono molti celebri capolavori, tra cui, al centro, La condizione umana II di Magritte. L’artista commentò questo suo lavoro nel 1933: “Davanti ad una finestra vista dall'interno di una stanza, ho collocato un dipinto che rappresenta esattamente quella porzione del paesaggio coperto dalla pittura. Così, l'albero nella foto nascondeva l'albero dietro di esso, fuori della stanza. Per lo spettatore, che era dentro la camera entro il quadro e fuori nel paesaggio reale”. Si tratta di un’opera dove il "quadro è nel quadro" ed il pittore belga ha qui voluto portare la nostra attenzione sul rapporto tra artista e realtà o meglio il modo in cui il reale viene trasferito sulla tela e come viene mostrata allo spettatore. In questo dipinto, rispetto all’opera La condizione umana, notiamo che il cavaletto è posto in un punto diverso ed in questo modo il pittore sceglie di conferire un taglio, una forma e una dimensione all’immagine. Questi tre elementi, (taglio, forma e dimensione), hanno la funzione di guidare e condizionare il modo di osservare e giudicare la realtà. Infine Magritte usa uno stile semplice, un disegno elementare, una gamma di colori limitata, un’illuminazione diffusa, perchè vuole che l’attenzione di chi osserva si rivolga ai soggetti rappresentati, alle loro ambiguità, ai molteplici significati ed interpretazioni che possono prendere e comunicare. L’opera nasce come soluzione al problema della finestra ed illustratrice del parodosso riguardante la rappresentazione che vuole sostituirsi al reale. Magritte unisce il quadro con ciò che verrà rappresentato, così il primo impatto che si riceve è il quadro come suo modello, ma potrebbe nascere un problema differenziale tra la tela e ciò che deve imitare. Questo problema con Magritte però non si pone, perchè lui mostra continuità di piano dal quadro al modello, un passaggio lineare.

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Per potersi esprimere un architetto deve prima di tutto saper rappresentare l’architettura. Il corso mi ha dato gli strumenti tecnici e la base teorica per poter affrontare il disegno tecnico. Le esercitazioni pratiche consistono nel rappresentare una opera di Jože Pleĉnik: il mercato coperto. Pleĉnik è un pioniere dell’architettura moderna. Allievo di Otto Wagner, la sua vasta opera attinge da riferimenti storici, ma ha sempre qualcosa di nuovo. Nasce a Lubiana, oggi capitale della Slovenia; dal 1894-1897 studia con Wagner e lavora nel suo studio fino al 1900. Dal 1900 fino al 1910 Plečnik è a Vienna, completando progetti come la Casa Langer (1900) e il Zacherlhaus (1903-1905). I primi progetti sono caratterizzati da un’organizzazione razionale tipica di Wagner, per quanto riguarda la distribuzione, e superfici riccamente decorate tipiche della Secessione. La Chiesa del Santo Spirito (Heilig-Geist-Kirche, Vienna 1910-1913) è notevole per il suo uso innovativo del cemento in facciata, ma anche per la sua astratta lingua classica. Più radicale è la cripta della chiesa, con le sue esili colonne in calcestruzzo.

DISEGNO DELL’ARCHITETTURA prof. Giuseppe D’Acunto anno di corso: 1° anno cfu: 4

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Nel 1911 si trasferisce a Praga , dove insegna alla scuola di arti e mestieri. Qui comincia a lavorare al Castello di Praga, una struttura medievale che domina la città. Plečnik torna a Lubiana e vi resta fino alla morte, ed è lì che la sua influenza come un architetto è più evidente. Lavorando senza sosta tra il 1920 e il 1930, trasformando Lubiana attraverso opere come la Chiesa di San Francesco; miglioramenti civili tra cui nuovi ponti, il lungomare, banche, e chiuse lungo il fiume Ljubljanica, monumenti, piazze e parchi , un nuovo cimitero e gli edifici più importanti, come le Uffici Insurance Company Vzajemna e la Biblioteca dell'Università. S.Elena

La rappresentazione della sua opera parte, innanzitutto, da un viaggio alla scoperta della sua città natale; città in cui l’architetto lasciò un impatto così grande da caratterizzarla. Di seguito mostrerò alcune foto del viaggio e gli elaborati più significativi che ho realizzato.

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39 - Foto del mercato coperto dalla strada. 40 - Mercato coperto, vista dal fiume. Nella pagina precedente: 38 - Particolare del mercato, affaccio sul fiume.

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41 - Disegni di studio a mano libera, matita su carta. 42 - Assonometria di un dettaglio.

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43 - Pianta piano -1 e prospetto sul fiume.

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44 - Pianta piano terra e prospetto fronte strada.

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45 - Prospetto su strada del ponte coperto.

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46 - Prospetto laterale del ponte coperto.

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46 - Assonometria del mercato coperto.

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Nelle pagine seguenti: 47 - Particolare dell’assonometria del mercato. 48 - Prospettiva a mano libera del ponte coperto, matita su carta.


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Ho inserito nel mio portfolio l’esame di rilievo dell’architettura in quanto esso è la prosecuzione di un percorso e la sua naturale conclusione per ciò che concerne la formazione teorica. I concetti qui sviluppati negli elaborati saranno la base per la progettazione. Il tema di studio tratta le chiese di Padova. La chiesa oggetto dei miei elaborati è San Canziano, un edificio molto antico, la prima menzione risale al 1034, ricostruita nel 1617. Nell’interno, ai lati dell’altare maggiore, 4 statue di terracotta, imbiancate: S. Enrico, S. Girolamo, S. Agnese, di Andrea Riccio; la quarta, S. Anna (in basso a destra), di un maldestro scolaro del Bellano. Nell’altare a sinistra, Cristo morto, dello stesso Riccio (le due Marie che lo fiancheggiavano sono ora al museo), e il miracolo dell’avaro, di Pietro Damiani (tra i personaggi, ritratti del pittore e di Fabrizio d’Acquapendente). RILIEVO DELL’ARCHITETTURA prof. Giuseppe D’Acunto anno di corso: 2° anno cfu: 4

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49 - Tecnica di misurazione. Il rilevo è stato realizzato con cordella metrica e misuratore laser. Per ottenere una perfetta orizzontalità dei punti lo strumento è stato montato su cavalletto, mentre la corrispondenza esatta del punto notevole è assicurata da un filo metallico con peso che funge da puntatore a terra. 50 - Esterno della chiesa di San Canziano.

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51 - Pianta rilevata con la posizione dei punti notevoli.

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52 - Tavola di studio preliminare . Disegno eseguito sul posto del capitello di facciata. 53 - Disegno con misure del rilievo.

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54 - Pianta rilevata della Chiesa di San Canziano. 55 - Foto esterno, particolare. A lato: 56 - Prospetto della Chiesa opportunamente rilevato, con inserimento fotografico dell’affresco in facciata.

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57 - Spaccato assonometrico della Chiesa di San Canziano. 58 - Vista assonometrica del prospetto della Chiesa.

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59 - Ingrandimento della modanatura alla base dei pilastri, rilevata con l’ausilio di un filo di rame e poi riportata su carta per rintracciare i centri di curvatura. 60 - Riproduzione assonometrica della base del pilastro. 61 - Particolare della trabeazione sopra l’altare. 62 - Particolare del basamento del pilastro nella navata. Nelle pagine seguenti: 63 - Foto esterno, dettaglio del portale d’ingresso. 64 - Particolare del prospetto del portale d’ingresso. 65 - Elaborazione grafica tridimensionale. 66 - Particolare dell’assonometria di facciata. 67, 69 - Elaborazione grafica tridimensionale della balaustra nella cappella laterale. 68, 70 - Elaborazione grafica tridimensionale del parapetto dell’altare. 59

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PROGETTARE

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PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 2 prof. Pierantonio Val anno di corso: 2° anno cfu: 8

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Questo corso ha rappresentato il primo vero lavoro progettuale. L’intervento è da collocarsi a Feltre. La cittadella fortificata, che mantiene ancor oggi la cinquecentesca impronta veneziana, svetta alta sulla dorsale di un colle; tutt’intorno, cime seghettate come fondale. Palazzi con facciate affrescate e case antiche dai tetti spioventi accompagnano la salita verso il centro storico, il tutto sovrastato dalla torre del castello. I tetti spioventi e il rivestimento in legno vogliono essere un richiamo alla tradizione costruttiva del luogo, dalle baite in legno alle case dei borghi. Lo scenario, profondamente suggestivo, non poteva che stimolare un’architettura in bilico tra passato e presente: un edificio che fosse al contempo radicato in un luogo fortemente pregno di storia e tradizioni popolari; ma che fosse in grado di parlare il linguaggio del nostro tempo, sintomo di modernità e attualità. Il progetto crea vie pedonali che vogliono suggerire le rustiche stradine di montagna e al contempo le calli veneziane. Ecco il motivo per cui le residenze sono suddivise in tanti blocchi separati. Le cesure tra gli edificati, che in alcuni casi non raggiungono i due metri, non sono un semplice collegamento tra i due fronti dell’edificio, svolgono bensì una funzione evocativa. L’albero secolare diviene il fulcro della composizione, come elemento autoctono e suggestione dell’ambiente montano. Lo si raggiunge attraversando tre blocchi, come porte d’accesso alla città, che costringono non solo il percorso ma anche lo sguardo dell’osservatore. Le residenze costeggiano la principale strada d’accesso a Feltre; creando un’entrata alla città, una porta, quasi un arco trionfale che accolga i visitatori anche mentre entrano in auto. S.Elena


71 - Foto dell’area di progetto, sullo sfondo la rocca cittadina. Alle pagine seguenti: 72 - Foto del centro storico di Feltre. 73 - Palazzi nel centro della città . 74 - Foto dell’area di progetto, strada che costeggia il lotto. 75 - Fotopiano di Feltre con inquadramento area di progetto. 76 - Planivolumetrico di progetto. 77 - Pianta piano interrato. 78 - Pianta piano terra. 79 - Pianta piano primo. 80 - Pianta piano secondo. 81 - Pianta piano terzo.

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82 - Pianta copertura con linee di sezione. 83 - Sezione A-A. 84 - Sezione B-B.


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85 - Sezione C-C. 86 - Sezione D-D.


Il progetto prevede lo sviluppo di diverse tipologie di appartamenti, con differenti metrature. Nelle figure 87, 88 e 90 si possono vedere le piante tipo dei bilocali. Nelle figure 89 e 91 si vedono le tipologie di monolocali.

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92 - Un’altra tipologia sviluppata: gli attici di lusso in duplex. 93 - Qui a sinistra il plastico del progetto inserito nel contesto, in scala 1:200.

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Il progetto si propone di analizzare la decentralizzazione della città. Oggigiorno la città sposta nella sua periferia, le tipiche attività del suo antico centro, ovvero l’ospitalità ospedaliera e il commercio. La mia idea di progetto trova spazio nella vecchia zona dell’ospedale di Mestre, e, come premessa fondamentale, ho posto il mantenimento di alcune delle attività ospedaliere ivi svolte e con esse alcuni corpi fabbrica del vecchio ospedale ancora utilizzabili a tale scopo. Attività fondamentale per lo studio del suolo urbano è un’attenta analisi in loco per poter carpire tutte quelle informazione che una normale topografia del luogo non è in grado di fornire, ad esempio le varie attività svolte e il tipo di persone che usufruiscono dell’area. Il luogo è, dal punto di vista urbanistico, estremamente denso e ricco di svariate attività. Il piano terra degli edifici è occupato prevalentemente da zone commerciali. In prossimità all’area si sviluppano un imponente centro culturale (il Candiani) e un centro sportivo di medie dimensioni; questi due “poli” sono diametralmente opposti alla zona di nostro interesse, quindi la nostra attenzione si è focalizzata sul tentativo di mantenere in contatto la vita culturale e quella sportiva del quartiere.

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S. Marco Pal. Ducale

URBANISTICA prof. Stefano Munarin anno di corso: 2° anno cfu: 8

I tre corpi dell’ospedale che inglobiamo nel progetto diventano, per la loro imponenza rispetto al tessuto urbano circostante, un elemento eccezionale con cui si rapportano i moduli degli edifici, che tentano di ripristinare la griglia urbana interrotta dall’ospedale. S.Elena

L’idea di fondo del progetto è il “domino”, ovvero creare dei blocchi (10m x 20m) in cui ho disposto alcune funzioni e creato i pieni assemblando questi “blocchi” in diverse maniere. Questo metodo mi ha permesso un maggior controllo dello spazio e mi ha aiutato a capire meglio i vuoti tra gli edifici e come lo spazio di transito si rapporta con essi.

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Analizzando ancora più a fondo l’area, ho scelto una gerarchia di zone, ho rialzato delle piazzette che si estendono tra edifici che affacciano i loro fronti su una zona, mentre le strade sono rimaste alla quota originaria per differenziarle. Un importante questione che mi si poneva era il rapporto tra il progetto e la circostante zona, per esempio sopra il fiume abbiamo organizzato una zona verde in cui si immergono 5 edifici molto alti che hanno ognuno un rapporto o con le strade o con gli edifici che hanno di fronte; infatti di questi corpi prendiamo anche le dimensioni. Il progetto mi ha aiutato a riflettere sul tipo di insediamento di cui avrebbe avuto bisogno la città ed ho optato per una grande zona pedonale di cui ognuno può usufruire liberamente, mentre gli spazi più intimi vengono ficio. tutti portati all’interno dell’edificio. Qui di seguito mostrerò innanzitutto l’inquadramento dell’area (figura 94) eun’analisii attenta dell’area (figura 95), ro e proprio. prima di passare al progetto vero


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ATTREZZATURE SPORTIVE

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ANALISI AREA ALTEZZE EDIFICI: 1 piano; 2 piani; 3 piani; 4 piani; 5 piani; 6 piani e oltre;

VIABILITÁ: strade carrabili ad alta densità; strade carrabili secondarie; piste ciclabili; aree pedonali; parcheggi.

AREE COMMERCIALI


74 - Pianta copertura con linee di sezione. 75 - Sezione A-A. 76 - Sezione B-B.

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97 - Elaborazione tridimensionale dell’area con edifici schematizzati secondo il concept del progetto: DOMINO. 98 - Foto del plastico definitivo. Nella pagina a fianco: 96 - Planivolumetrico di progetto in scala 1:2000. LEGENDA: aree verdi attrezzate; zone pedonali; piazze;

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edifici di progetto; porzione del vecchio ospedale riconvertito ad uffici; parcheggi.

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99 - Elaborazione tridimensionale dell’area con edifici schematizzati secondo il concept del progetto: DOMINO. 100 - Plastico del progetto. 101 - Evoluzione progetto, plastico di studio.

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102 - Planimetria del progetto con linee di sezione. 103 - Sezione A-A. 104 - Sezione B-B.

105 - Schema distributivo di una piazza: scuola materna; spazi commerciali; area ristorazione; piazza con pavimentazione rialzata.

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106 - Disegno tridimensionale di studio delle tipologie edilizie. 107 - Pianta di studio di un edificio. 108 - Prospettiva per lo studio dei volumi . 109 - Pianta di studio delle aree verdi attrezzate e dei percorsi pedonali e ciclabili. Nella pagina a fianco gli schemi definitivi di due tipologie di edifici all’interno del progetto.

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Edifici a torre scala 1:500

PIANO TERRA:

Edifici residenziali scala 1:500

PIANO TERRA:

area commerciale;

area commerciale;

spazi aperti pedonali;

spazi aperti pedonali;

impianto di risalita.

impianto di risalita.

PIANI SUPERIORI (primo-settimo)

PIANI SUPERIORI (primo-settimo)

residenze;

residenze;

impianto di risalita.

impianto di risalita.

PIANI SUPERIORI (primo-settimo)

PIANI SUPERIORI (primo-settimo)

residenze;

residenze;

impianto di risalita.

impianto di risalita.


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110 - Plastico del progetto. 111 - Pianta di studio delle aree pedonali e dei punti di accesso nella parte della zona ospedaliera da mantenere. 112 - Prospettiva per lo studio dei volumi. 113 - Disegno tridimensionale di un edificio. 114 - Studio dei percorsi all’interno dell’area.

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Il tema del corso era: il progetto contemporaneo nell’antico. Il laboratorio prevedeva la realizzazione del progetto di un padiglione di accesso agli scavi dell’Artemision in Ortigia, siracusa. È evidente, nell’area d’intervento, il processo di stratificazione che, dall’età greca, giunge fino ai nostri giorni. I resti di un Tempio ionico dedicato ad Artemide furono ritrovati negli anni sessanta del secolo scorso, durante i lavori per la realizzazione di alcuni edifici comunali. Il contesto urbanistico del tipo per “strigas”, individuabile solo in alcuni tratti dell’isola, è formato da una maglia regolare, con strade strette orientate in senso est-ovest, gli Stenopoi, che, incrociati con i Plateiai, scandiscono isolati di grandezza costante. L’area di progetto presenta particolari caratteristiche di degrado; il progetto prevede la rimozione degli arbusti e la valorizzazione dei resti archeologici. Il padiglione conterrà, inoltre, i numerosi reperti greci rinvenuti durante gli scavi.

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S. Marco Pal. Ducale

WORKSHOP prof. Vincenzo Latina anno di corso: 2° anno cfu: 6

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115 - Foto del giardino di Artemide, intervento di recente realizzazione che trova collocamento, insieme al padiglione, all’interno di un progetto più ampio, di valorizzazione dell’intero patrimonio storico-artistico dell’isola. 116 - Foto dell’area, colonna dell’Athenaion.

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117 - Foto dell’area di progetto, vista del fronte principale su via Minerva. 118 - Fase ideativa, pianta preliminare. In un primo momento pensavo di creare un cubo chiuso con un accesso esclusivo dal palazzo comunale adiacente. 119 - Schema di progetto. Il corso prevedeva di sviluppare il progetto partendo da uno degli schemi forniti dal docente.

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120 - Plastico di studio, vista dall’alto. 121 - Plastico di studio, foto del lucernario del cubo centrale, visto dall’interno. Il grande lucernario voleva dare una luce zenitale che illuminasse la discesa agli scavi.

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122 - Plastico di studio, vista della facciata principale su via Minerva. 123 - Plastico di studio, foto del cubo centrale con lucernario in corrispondenza alla discesa agli scavi.

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125 - Prospetto definitivo su via Minerva A-A. 126 - Pianta con linee di sezione. A sinistra: 124 - Pianta definitiva per elaborato conclusivo.

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119 - Pianta con linee di sezione. 113 - Plastico di studio, foto del lucernario visto dall’interno del cubo centrale.

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127 - Sezione E-E. 128 - Sezione C-C.


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129 - Foto del plastico definitivo. 130 - ingrandimento sul cubo di vetro centrale. 131 - Plastico del padiglione visto dall’ingresso. 132 - Disegno a mano libera della prospettiva interna del padiglione sezionato. 133 - Dettaglio: la rampa che scende a contatto con le rovine. 134 - Particolare del cubo di vetro centrale. 135 - Cubo di vetro illuminato. 136 - Plastico d’insieme.

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Il corso consiste nello svolgimento di un progetto riferito a un caso reale: un’indagine sul centro storico di Feltre concepita a diverse scale. L’esperienza progettuale vuole rendere evidente il ruolo della dimensione urbanistica nei processi di riqualificazione della città esistente. Il tema del progetto prevede uno studio sull’accessibilità alla rocca cittadina, e due ipotesi di risalita veloce, dalla piana circostante, alla rocca medievale. Il progetto prevede la valorizzazione dei sentieri naturali, attraverso la sistemazione dell’area verde boschiva a nord del colle; e la facilitazione alla risalita verso il centro, attraverso sistemi motorizzati, valorizzando sentieri storici cittadini, come il percorso della sentinella, oggi poco visibili e apprezzati. La filosofia del progetto, prevede due risalite. La sistemazione della galleria pedonale e la creazione di un parcheggio nelle vicinanze del velodromo, è quella di aumentare l’accessibilità pedonale al centro di Feltre, rispettando quanto più possibile i caratteri rurali della città storica. 65.08

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PROGETTAZIONE URBANISTICA 1 prof. Franco Mancuso anno di corso: 3° anno cfu: 6

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Gli interventi più decisi rimangono infatti celati nel sottosuolo, mentre gli accessi superficiali, che pur assumono un carattere proprio in grado di identificarli, sono di portata molto contenuta, ma collocati in punti di grande interesse, sia in termini di posizione, che in termini panoramici. Un utente, cittadino o turista che sia, può parcheggiare la macchina nel grande parcheggio a nord, e raggiungere comodamente la sommità della cittadella tramite la scala mobile che parte dalla galleria pedonale, mentre chi proviene da sud (dalla stazione ferroviaria per esempio) può risalire tramite gli ascensori posizionati lungo le mura. Il percorso naturale che unisce le due uscite passa attraverso la piazza e davanti il teatro, portando poi i visitatori a scoprire l’antica scala che collega il percorso della sentinella alla parte bassa delle mura. S.Elena


137 - Mura che circondano la rocca di Feltre. 138 - Porta di acesso alla città. Alle pagine successive: 139 - Panorama visibile dalla città, dall’affaccio sul percorso della sentinella. 140 - Portici del centro storico. 141 - Ua suggestiva veduta del panorama innevato. 142 - Entrata della galleria a sud. 143 - Fotopiano di Feltre con evidenziata l’area di intervento.

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Un intervento più deciso, in termini formali, è stato approntato nella sistemazione della galleria: una serie di ampie centine - la cui gradazione di colore è percettibile solamente nella visione globale - sostengono dei pannelli di media dimensione con varie funzioni, da quella puramente decorativa a quella pubblicitaria o libero spazio per graffiti. Da un lato della galleria, invece, la sistemazione di un bar, vuole dare una maggiore vitalità allo spazio sotterraneo, creando un ambiente in grado di attirare l’attenzione e l’interesse sia dei visitatori che dei cittadini, il cui intervento tettonico è minimizzato dalla preesistenza di un’apertura, chiusa nel secondo dopoguerra. Nell’insieme si tratta di un intervento poco invasivo, ma che riteniamo in grado di modificare profondamente il carattere del centro storico della città di Feltre, rendendolo accessibile, quindi meglio vivibile e di maggior interesse per il turista di passaggio. 142


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144 - Analisi dell’area in loco. La piantico, come mostra la legenda, sottolinea le aree pubbliche e la viabilità, sia per quanto riguarda i percorsi pedonali e ciclabili, che per quelli carrabili. 145 - Analisi dell’area in loco. La cartina mostra i luoghi e gli edifici di interesse e individua due punti significativi di risalita verso la rocca. 146 - Analisi dell’area in loco. La cartografia evidenzia le attività di interesse pubblico maggiormente significative. 147 - Pianta del progetto di sistemazione dell’area verde a nord del centro storico.

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148 - Dettaglio di progetto di una terrazza nel nuovo parco cittadino. 149 - Sezione sulla terrazza panoramica. 150 - Studio sui materiali di progetto.

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151 - Progetto, pianta del punto di uscita degli ascensori in centro storico. 152 - Progetto, pianta della galleria a Sud.

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153 - Render schematico che mostra l’interno della galleria con le pareti sfaccettate. 154 - Sezione della galleria a Sud. Alle pagine precedenti, figure 139 e 141, ho mostrato il panorama di cui il visitatore può godere all’apertura delle porte dell’ascensore. Esse, infatti, sono strategicamente rivolte verso il panorama, dando così le spalle alla strada il visitatore può osservare uno dei panorami più belli della città.

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155 - Prospetto dell’entrata della galleria. 156 - Foto di un riferimento per il progetto. A lato: 157 - Pianta e sezione della galleria Nord.

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147 - Prospetto dell’entrata della galleria. 148 - Foto di un riferimento per il progetto.

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147 - Prospetto dell’entrata della galleria. 148 - Foto di un riferimento per il progetto.

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147 - Prospetto dell’entrata della galleria. 148 - Foto di un riferimento per il progetto.


159 - Pianta del punto di uscita delle scale mobili. A lato: 160 - Render galleria Nord, con installazione di pannelli colorati. Nelle pagine precedenti: 158 - Sezione sulle scale mobili di risalita al centro.

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Il corso mi ha messo di fronte a un caso molto concreto: l’ipotesi della realizzazione di un edificio industriale. In modo particolare si tratta della realizzazione di un centro direzionale. La difficoltà consiste nella progettazione di un cosiddetto “cantiere a secco”, e ciò comporta l’utilizzo e quindi il dimensionamento di calcestruzzo precompresso. Come si vedrà successivamente, non ci sono foto dell’area, ne studi sul contesto, in quanto il corso vuole concentrarsi esclusivamente sui sistemi costruttivi, per avvicinarsi il più possibile alla realtà professionale.

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S. Marco Pal. Ducale

PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA URBANA prof. Angelo Villa anno di corso: 3° anno cfu: 6

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S.Elena


161 - Uno schizzo preso dal quaderno di appunti in cui ho annotato i vari ststemi costruttuvi in c.a. precompresso da applicare al progetto. Alle pagine seguenti: 162 - Planivolumetrico di progetto. 163 - Pianta piano terra.

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164 - Prospetto principale, lato Nord. 165 - Prospetto lato Est.

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166 - Render del progetto. 167 - Render di progetto, vista del retro con gli accessi per i mezzi pesanti e i brise-soleil al piano secondo, per gli uffici.

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168 - Pianta fondazioni 169 - Grafici per il dimensionamento delle strutture prefabbricate.

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170 - Esploso precompressi. 171 - Sezione della struttura prefabbricata con schema degli impianti.

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172 - Dettaglio costruttivo del nodo sulla copertura. 173 - Dettaglio costruttivo delle finestre con i brise-soleil. 174 - Dettaglio costruttivo delle fondazioni

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