Antifascisti pordenonesi nella Guerra di Spagna

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Schede biografiche

Morte non accidentale di un anarchico: Mario Betto. Nasce a Venezia il 31 dicembre 1908 da Giuseppe e Rosa Formentini. Comunista, è sorvegliato dal 1938 al 1942 ed iscritto alla Rubrica di frontiera ed al Bollettino delle ricerche per l’arresto. Anche due suoi fratelli maggiori subiscono lo stesso destino: Alberto ed Ulderico, anche loro comunisti 72. La famiglia Betto (composta dai genitori e da quattro figli) risiede a Fontanafredda dall’ottobre 73 1921 . Il fratello Ulderico, «durante la sua permanenza a Pordenone, dove risiedette dal 1919 al 1923, si dimostrò un fervente e pericoloso comunista. Essendo stato, per la sua attività sovversiva, più volte percosso dai fascisti, riparò a Fontanafredda» 74. I Betto emigrano a Thiais, vicino a Parigi, l’11 ottobre 1923 75. Mario lavora come apprendista vetraio, e poi come muratore; dal 1930 al 1936 si trasferisce a Parigi, finché - nell’agosto 1936 - si arruolerà volontario in Spagna. Alla polizia fascista, Mario racconterà di essersi trovato in quel paese al momento dello scoppio della guerra civile perché vi sta svolgendo come di consueto un mese di ferie annuali: testimonianza quanto mai significativa della qualità della vita conquistata dai lavoratori francesi dell’epoca 76. La testimonianza di Betto è del tutto reticente: narra di avere rifiutato in ogni modo l’arruolamento nelle forze armate repubblicane, mentre Puppini documenta come, dal novembre del 1936, Betto abbia militato nel Battaglione “Dimitrov” e poi nella XII Brigata “Garibaldi”, e più specificamente nel «battaglione dei miliziani rossi spagnoli comandato dal noto PENCHIENATI Carlo». In tali reparti, Betto partecipa a tutti i combattimenti,da quelli del Harama del 1937 a quelli dell’Ebro del 1938 77.

Fra comunismo ed anarchismo Probabilmente il passaggio dall’anarchismo al comunismo di Mario Betto – suggerito dal rientro in Francia nell’aprile-maggio 1938 – è prodotto dagli scontri di Barcellona del 1937. Nel luglio 1938 Mario viene espulso dalla Francia, insieme al padre ed ai fratelli Alberto ed Ulderico in quanto «militanti comunisti e già combattenti nella Spagna rossa»: si tratta evidentemente di una generalizzazione che omologa l’impegno politico di gran parte della famiglia 78. I tre fratelli si recano quindi in Spagna: ma Mario viene accusato di diserzione dall’esercito repubblicano e rinchiuso nel carcere di Montjuic 72

Acs, Cpc, b. 598, f. 138859, Betto Mario e Pol.Pol., pacco 129, f. 14; Cpc, b. 598, f. 138546, Betto Alberto (nato a Venezia il 3 gennaio 1898, residente in Francia, iscritto alla Rubrica di frontiera per l’arresto, documenti dal 1939 al 1940) e f. 96298, Betto Ulderico (nato a Venezia il 25 settembre 1893, perlaio, pericoloso, residente in Francia – poi rientrato nel 1941, dopo un anno di internamento nel campo di Vernet -, iscritto alla Rubrica di frontiera per l’arresto).

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Acs, Cpc, b. 598, f. 138859, Betto Mario, lettera della R. Prefettura di Venezia al Cpc, prot. Gab. P.S. n. 038022-A-8 del 3 marzo 1940. In altri documenti il trasferimento da Venezia in Friuli è datato all’ottobre 1912, ma appare un refuso: nella lettera della R. Prefettura di Venezia al Cpc del 3 marzo 1940, prot. Gab. P.S. n. 038022-A-8 si dichiara testualmente che «il suindicato manca da Venezia da diciannove anni».

74

Acs, Cpc, b. 598, f. 96298, Betto Ulderico, R. Prefettura di Udine al Ministero dell’Interno, Direzione Generale della P.S., prot. n. 06353 del 28 aprile 1933.

75

Acs, Cpc, b. 598, f. 138859, Betto Mario, «copia della lettera della R. Prefettura di Venezia in data 5/3/1940, N. 037987, diretta al M° Interno P.S. A.G.R.-Sez. I^-C.P.C.»; lettera della R. Prefettura di Venezia al Cpc, prot. Gab. P.S. n. 038022-A-8 del 3 marzo 1940.

76

Acs, Cpc, b. 598, f. 138859, Betto Mario, verbale della deposizione alla Questura a Venezia del 4 dicembre 1942.

77

Puppini, 336-337; Acs, Cpc, b. 598, f. 138859, Betto Mario, Appunto per l’On. D.A.G.R., prot. n. 500.15779 del 29 maggio 1939 («Da fonte fiduciaria si è avuto l’unito elenco di connazionali già militanti nella XII brigata internazionale – la Garibaldi – i cui nominativi sono stati rilevati da un “ruolino di marcia” della brigata stessa») ed appunto del Cpc del 22 settembre 1941..

78

Acs, Cpc, b. 598, f. 138859, Betto Mario, «copia dell’appunto della D.P.P., in data 19/7/1938, N. 500/24963, diretto alla Div. A.G.R.»; verbale della deposizione alla Questura a Venezia del 4 dicembre 1942; Pol.Pol., pacco 129, f. 14, note da Parigi del 4 maggio e del 1° luglio 1938 dell’informatore n. 353: si tratta del commissario Bellavia, definito «il più valido emissario dell’Ovra a Parigi» da Franzinelli 1999, pp. 132-133.

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