FORMULA TENNIS MAGAZINE n.1

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N. 1 NOVAK DJOKOVIC SLAM n°22 Gen - Feb 2023 www.formulatennis.com FORMULA TENNIS SABALENKA REGINA D’AUSTRALIA SINNER TRIONFA A MONTPELLIER IL BOOM DEL PADEL

FORMULATENNIS magazine

Periodico bimestrale di informazione sportiva www.formulatennis.com

Direttore: Enrico Milani

Vice-direttore: Paolo Rossi.

Redattori: Fabrizio Brascugli, Simone Brugnoli, Daniele Flavi, Enrico Milani.

Hanno collaborato: Giuseppe Alvisi, Roberto Del Furia, Salvatore Di Bartolo, Antonio Mancuso, Stefano Milani, Caterina Milli, Paola Petrini, Fabrizio Salvi.

Fotografo ufficiale: Patrick Boren.

Altre immagini utilizzate e autorizzate rimangono di proprietà riservata degli autori citati o con “Copyright” FITP.

Grafica e impaginazione: Pictura Studio - Ar

Stampa: Graphicomp - Ar

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è pubblicata da T-Edizioni (redazione@formulatennis.com) (P.Iva 02202280513) - Sansepolcro (AR) - Italia

Registrazione: Tribunale di Arezzo n°3 del 23 giugno 2014 Iscrizione ROC: n.25247

Tutti i diritti riservati

N. 1 Gen - Feb 2023

SOMMARIO

L’ EDITORIALE

OPEN D’AUSTRALIA, DJOKOVIC FA 22 pag. 5

STEFAN TSITSIPAS, APPUNTAMENTO RIMANDATO pag. 9

JANNIK SINNER SI FERMA AI QUARTI pag. 10

NADAL NON DIFENDE IL TITOLO pag. 12

MATTEO BERRETTINI SI INCHINA A MURRAY pag. 14

MUSETTI BEFFATO AL QUINTO SET pag. 15

OPEN D’AUSTRALIA, ARYNA SABALENKA REGINA pag. 17

CAMILA GIORGI PASSA DUE TURNI pag. 20

IL PAGELLONE pag. 22

SINNER TRIONFA A MONTPELLIER pag. 26

UN SUCCESSO IL PADEL TREND EXPO pag. 28

ROLAND GARROS: L’AFFICHE DEL TORNEO pag. 30

I TENNISTI SONO CRESCIUTI... pag. 32

CALENDARIO MARZO-APRILE pag. 35

LE CLASSIFICHE pag. 37

L’EDITORIALE Perché una nuova pubblicazione sul tennis?

Nella fretta del calendario attuale, con più di tre tornei alla settimana in media tra maschile e femminile, e fortuna che ci sono i combined, a nostro giudizio ci voleva uno strumento di riflessione che non corresse dietro all’attualità del giorno per giorno. Che desse la possibilità di analizzare il perché dei risultati, delle classifiche dove facile è salire il primo anno e poi difficilissimo mantenere l’anno successivo i risultati acquisiti. Di spiegare come mai ci sono tanti infortuni in un tennis che si gioca per lo più sul cemento a velocità altissime, logorando muscoli ed articolazioni. Di capire dove sta andando il tennis del 2000 sempre più sport per giocatori da pallacanestro che si tirano proiettili gialli da fondo campo. Di spiegare perché l’età media degli spettatori di adesso è di 10 anni più vecchia di quelli di dieci anni fa, segno che non riesce, a differenza del Padel, a fare presa ne tra i giovani ne tra gli altri sportivi. Di cercare come si possano velocizzare le partite di tennis. Un match come quello tra Murray e Kokkinakis che termina alle 3 del mattino dopo 5 ore di gioco non interessa ne il pubblico ne è salutare per i giocatori.

Perché volere che la Coppa Davis diventi come la Coppa del Mondo di calcio non riscuote nell’interesse dei giocatori ne del pubblico.

Cercheremo di dare spazio alle voci più diverse, critiche e non perché è lecito per tutti avere un’opinione, ma importante è averla informata. Incominciamo questa avventura con l’entusiasmo di sempre. Viva il tennis ed anche il Padel.

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OPEN D’AUSTRALIA, DJOKOVIC FA 22

L’urlo liberatorio sul match-point, Novak Djokovic è di nuovo il re di Melbourne. Saltata l’edizione 2022 causa l’espulsione dal paese per i noti problemi di vaccino Covid, Novak Djokovic conquista il decimo titolo (su 10 finali) a Melbourne, raggiunge Rafael Nadal a quota 22 Slam, centra il 93esimo titolo in carriera e ritorna n.1 del mondo. Stefanos Tsitsipas niente può. Il greco si arrende 6-3 7-6(4) 7-6(5) dopo due ore e 58 minuti Finale dominata dal serbo come del resto tutto il torneo dove ha ceduto un solo set al francese Couacaud. Il primo set va via veloce con Tsitsipas che conquista un solo punto sul servizio di Djokovic. Non passa neanche mezz’ora che Novak chiude la prima frazione per sei giochi a tre. Si chiude al tiebreak. Nel secondo set Tsitspas ritrova la prima di servizio mentre Djokovic è più nervoso. Il 21 volte vincitore di Slam se la prende con il suo angolo, e non riesce ad essere concentrato come nel primo set. Il tennis aumenta di intensità ed il livello si equilibra. La

giusta conclusione è il tie-break. L’esperienza e la capacità di giocare sotto tensione fa la differenza. Novak mantiene la concentrazione, Tsitsipas sente il peso del momento e mette due dritti fuori. Djokovic fa suo anche il secondo set. L’incontro ha preso la strada della Serbia.

Tsitsipas che aveva avuto due set a zero di vantaggio contro Nole al Roland Garros nel 2021 si trova ora nella prospettiva opposta. Impresa non impos-

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di Enrico Milani
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sibile per il greco che ha rimontato da due set a zero contro Nadal nel 2021 e contro Sinner nei quarti quest’anno. Purtroppo servirebbe un miracolo anche perché in vantaggio di due set a zero sul veloce Djokovic non ha mai perso una partita.

Dopo una lunga sosta di 7 minuti per cambiarsi Djokovic subisce in apertura il primo break della finale. Sarà purtroppo per Tsitsipas un vantaggio effimero. Il controbreak è immediato così come l’equilibrio a livello di prime di servizio che continua. L’epilogo è di nuovo al tie-break che Novak domina. L’ormai 22 volte campione Slam corre ad abbracciare il suo team e si lascia andare in un lungo pianto liberatorio. La storia del tennis è in corso di scrittura. Poi gli abbracci, la premiazione con la coppa alzata per la decima volta nel centrale di Melbourne, e durante la premiazione un appello ai giovani:

“Osate sognare, non lasciate che vi portino via i vostri sogni. Non importa da dove venite. Più difficoltà incontrate nella vita, più sfide superate, più tutto questo vi renderà forti. Io e Stefanos ne siamo la prova Non permettete a nessuno di togliervi quel sogno. Alimentatelo, innaffiatelo come si fa con le piante. Se anche ci fosse una sola persona nel mondo che vi accetterà, che abbraccerà e sosterrà i vostri sogni, trovatela e sognate in grande. Perché potete farcela”.

Un torneo dominato, ma anche uno dei più difficili a causa dell’infortunio alla gamba che lo ha limitato nella prima settimana del torneo. Questa l’analisi di Djokovic.

“Solo due settimane fa non credevo di avere grandi chance, a causa del problema alla gamba. Per fortuna, nei tornei del Grande Slam c’è un giorno di riposo e questo mi ha permesso di presentarmi sempre in una condizione adatta per giocare e vincere. Dal quarto turno in poi la gamba non mi ha dato particolare fastidio, tanto che sono riuscito a esprimere il mio miglior tennis. In termini di qualità, credo che questo torneo meriti il podio delle mie migliori prestazioni Slam”.

“A inizio torneo non mi vedevo con grandi chance invece sono riuscito a giocare come poche altre volte. Sono motivato per vincere il maggior numero possibile di Slam. Sento grande soddisfazione e sono molto fiero di me stesso. Quando sono salito nel mio box dopo la partita ho avuto una sorta di collasso emotivo, scoppiando a piangere con mia madre e mio fratello. Ho lasciato andare tutte le emozioni che fino a quel momento ero stato costretto a tenermi dentro, per non lasciarmi distrarre da aspetti che potevano influenzare il mio gioco. Questo ha richiesto una quantità incredibile di energie mentali”. Ha continuato il nuovo numero 1 del mondo. “Sapevo che contro Stefanos sarebbe stato un match diverso rispetto ai precedenti: l’avevo visto giocare, so che aveva dominato la gran parte delle sue partite, perciò dovevo fare il massimo. Ho iniziato molto bene, poi lui nel secondo ha alzato il livello e ha avuto le sue chance, ma non le ha colte. Sono stato bravo dal punto di vista mentale in entrambi i tie-break. Non ho molto altro da aggiungere”.

“Non vedevo l’ora di venire in Australia, perché qui ho sempre ottenuto grandi risultati. Considerando i fatti dello scorso anno, stavolta ero più nervoso rispetto al passato perché non potevo sapere come sarei stato accolto. Invece è stata un’esperienza positiva, malgrado alcune cose non semplici da gestire, come ciò che è accaduto con mio padre negli ultimi giorni. Ma le persone attorno a me hanno fatto un grande lavoro per permettermi di svolgere la mia routine nel modo ideale”.

“Sono motivato per vincere il maggior numero di Slam possibile. Giunto in questa fase della mia car-

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riera, questi tornei rappresentano la più grande motivazione. Non mi è mai piaciuto paragonarmi agli altri, ma è un privilegio essere citato nella discussione sul più forte giocatore di sempre. Ho ancora tanta motivazione e non ho intenzione di fermarmi. So che se sto bene posso vincere qualsiasi torneo, contro qualsiasi avversario. Non c’è nulla di garantito, non so per quanti anni ancora giocherò e quanti Slam ancora riuscirò a disputare, perché dipende da vari fattori. Per me è molto importante sentire l’affetto e il supporto dei miei cari, e conservare il giusto equilibrio fra il tennis e la mia vita privata”. Poi il chiarimento sulle polemiche che hanno investito il padre.

“Credevo che la questione legata a mio padre si sarebbe sgonfiata più rapidamente, invece non è stato così. Quindi ci siamo trovati entrambi d’accordo sul fatto che fosse meglio che oggi rimanesse fuori dal mio box. Mi ha fatto male non averlo con me, perché si tratta di momenti speciali, ed è stato molto difficile anche per lui. L’ho visto dopo l’incontro: era un po’ triste per non aver vissuto questo titolo dalla tribuna. Tuttavia, mi ha detto che se ritenevo fosse meglio così per l’andamento della sfida, era pronto

a rimanere fuori. Credo e mi auguro che in Serbia le persone, specialmente i più giovani, possano trovare un’ispirazione in ciò che faccio e nei risultati che ho ottenuto, per fare meglio nello sport o in qualsiasi altro aspetto della propria vita. Arrivare da un paese come il mio, senza una grande tradizione tennistica e senza aiuti, rende il tennis una sfida ancora più difficile. Devi essere in qualche modo il primo ad aprire una strada, ma se ci riesci tutto diventa molto più soddisfacente. Sapendo da dove sono partito, l’affetto che ricevo e l’apprezzamento per ciò che ho ottenuto è ancora più piacevole”.

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STEFANOS TSITSIPAS APPUNTAMENTO RIMANDATO

Seconda finale Slam per il greco, ancora una volta contro Novak Djokovic dopo quella persa nel 2021 al Roland Garros nonostante due set di vantaggio. Il primo Slam non è lontano ed il suo momento verrà. L’analisi realistica di Tsitsipas riconosce la superiorità di Djokovic.

“All’inizio dell’incontro ho faticato al servizio, penso si sia notato. Ma non era nervosismo. Anzi, ero elettrizzato all’idea di scendere in campo a lottare per il titolo e il numero uno. Ci sono sicuramente cose che posso migliorare, ma la sconfitta di oggi non mi abbatte. La vedo come un passo avanti. Quest’anno punto a fare ancora meglio, a lottare ancora per i grandi tornei. Mi piace come sto giocando, il mio atteggiamento, la mia stabilità mentale. Sono contento del mio percorso”.“Oggi ciò che potevo fare l’ho fatto, tutto il possibile. Novak ti spinge sempre al limite, lo sappiamo. Avere un campione come lui è qualcosa di molto positivo per il nostro sport. Ci mostra ogni giorno dove dobbiamo arrivare: affrontarlo è una lezione. Ogni sfida contro di lui mi ha reso un giocatore migliore. I numeri parlano per lui: ha vinto 22 Slam, e insieme a lui ci sono altri due grandissimi campioni come Rafael Nadal e Roger Federer. Sono stati tanti i giocatori ad aver contribuito a portare il tennis ai livelli di oggi, ma loro in particolare. Se penso a Novak, credo si sia guadagnato tutti i suoi successi grazie a tanta professionalità e una dedizione enorme nella vita di tutti i giorni. Da uno come lui posso solo imparare, per provare a seguire il suo percorso. Sono onorato di poter giocare a tennis nella miglior epoca della storia”.

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JANNIK SINNER SI FERMA AI QUARTI di Stefano Milani

Entra in scena come un prim’attore Jannik

Sinner che si regala il secondo turno passeggiando contro il britannico Kyle Edmund. Punteggio che

non lascia dubbi 6-4 6-0 6-2 in un’ora e 56 minuti di gioco. Jannik ha giocato un match solido, contro un avversario non al meglio della condizione fisica. Un

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minimo di equilibrio nella prima frazione poi Jannik dilaga lasciando solo due giochi all’avversario. Anche il secondo turno vede un Sinner in grande spolvero. L’argentino Tomas Martin Etcheverry (79) è regolato in 1 ora e 44 minuti col punteggio di 6-3 6-2 6-2 . Al terzo turno avversario di peso. Marton Fucsovics 69 del ranking. Jannik parte male, perde i primi due set, ma poi dilaga 4-6 4-6 6-1 6-2 6-0 lo score finale. Siamo pronti per la rivincita contro Stefanos Tsitsipas che nel 2022 aveva umiliato l’altoatesino ed aveva precipitato il distacco dal coach storico Riccardo Piatti.

L’inizio del match rispecchia quello del turno precedente contro Fucsovics. Sinner è teso e parte male. Rispetto alla scorso anno Tsitsipas non è molto lontano, ma contro il n°3 del mondo non ci possono prender pause. Al greco bastano due break per chiudere i primi due set 6-4 6-4 lo score. Nonostante lo svantaggio Jannik tiene e rientra in

partita. Il servizio assiste l’azzurro che recupera terzo e quarto set. Si va al quinto. In una partita così equilibrata sono i dettagli a fare la differenza. Jannik sbaglia un facile smash e la partita cambia volto. L’azzurro perde la sicurezza dei colpi e Tsitsipas ne approfitta. Al quarto game arriva il break per il greco che tiene i turni di servizio con facilità. Finisce come nel 2022 con Tsitsipas ai quarti e SInner che esce a testa bassa dalla Rod Laver Arena. Questa volta la differenza è stata minima, ma purtroppo l’unica vittoria contro i top 5 resta quella su Alcaraz nella finale di Umag. Resta il rimpianto per le sole 4 palle break convertite su 26 e la consapevolezza che contro un top player non ci si possono concedere cali, ne dare due set di vantaggio. La distanza si è notevolmente accorciata, ma ancora non è abbastanza. Bisogna fare ancora di più. Insistere, il momento giusto arriverà anche per Jannik.

“Fisicamente mi sento più forte rispetto ad un anno fa, al punto che potrei stare ancora in campo. Anche il livello del mio gioco è buono.” Dichiara Sinner “Le notizie positive non mancano, ma la partita è finita da poco. E fa ancora male. Io ho cominciato a servire un po’ peggio, lui è cresciuto alla battuta. Ho sbagliato l’esecuzione di qualche colpo, ma le scelte generalmente sono state giuste. Purtroppo il quinto set non è un set come un altro”.

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NADAL NON DIFENDE IL TITOLO, ESORDIO VINCENTE

POI L’INFORTUNIO CONTRO MC DONALD

Di ritorno nella Rod Laver Arena dopo la finale vinta in cinque set nel 2022, Rafael Nadal ha iniziato la difesa del suo titolo eliminando il britannico Jack Draper, 21 anni 40 del mondo. Lo spagnolo ha ceduto un set, il secondo 7-5, 2-6, 6-4, 6-1 lo score in un incontro durato 3 ore e quarantuno minuti che lo ha visto prevalere anche fisicamente sul giovane rivale. Nella terza frazione il britannico è stato vittima di crampi ed ha chiesto due volte il fisioterapista duranti i cambi di campo. Nadal che non ama giocare contro avversari mancini, con i quali il suo dritto incrociato non ha l’efficacia necessaria, si è trovato sotto di un break anche nella quarta frazione, ma ha infilato una striscia di sei giochi a zero per chiudere set e match. Al secondo turno, Rafa che sta cercando il suo terzo titolo agli

Australian Open (2009, 2022) incontrerà Mackenzie McDonald che ha battuto per 7-6(5), 7-6(1), 1-6, 6-7(10), 6-4 il connazionale Brandon Nakashima. Quello che sembrava un facile incontro diventerà un incubo per lo spagnolo. Rafael Nadal (ATP 2), campione uscente e numero uno del tabellone, viene estromesso da Mackenzie McDonald (65), che si impone per 6-4 6-4 7-5 dopo poco meno di 2h30” di gioco Rafa dopo aver perso male la prima frazione sul 3-4 del secondo set si ferma e si accascia a terra con l’anca sinistra dolorante. Lo spagnolo chiama il fisio, e si fa trattare l’anca dolorante, ma è tutto inutile. Nadal resterà in campo per rispetto al pubblico ed all’avversario, ma i suoi Open d’Australia sono finiti. Con questa sconfitta Rafa scenderà oltre la sesta posizione mondiale.

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“Mentalmente” ha aggiunto Rafa “sono distrutto, mi auguro di non dover stare fuori per mesi. Ritirarmi dal match? L’essenza dello sport è un’altra. Ho pensato al ritiro”, ha spiegato, “ma non ho domandato al fisioterapista cosa mi consigliasse. Mi conosco: ho cercato di completare la partita senza aggravare la situazione. Non riuscivo a colpire il rovescio e a correre come avrei voluto, ma ci tenevo a restare in campo fino alla fine. Da campione in carica non mi andava di salutare il torneo con un ritiro. Non ho chiesto nulla neanche al mio team: sono grande a sufficienza per prendere le decisioni che ritengo giuste. È stato meglio così, ho perso e faccio i complimenti al mio avversario. L’essenza dello sport è questa: ci provi fino alla fine, senza badare a quante possibilità hai di farcela. Una filosofia che ho seguito per tutta la mia carriera”.

“Dopo la sconfitta contro Mackenzie McDonald al secondo turno dell’Australian Open, ho effettuato una serie di esami. La risonanza magnetica ha rivelato una lesione di tipo due del flessore dell’anca sinistra. Il tempo normale di recupero per questo tipo di infortunio va da sei a otto settimane”. Queste le dichiarazioni di Rafa che resterà quindi almeno due mesi fuori dal circuito. Se i tempi di recupero saranno rispettati Nadal salterà i due Masters 1000 americani dove ad Indian Wells deve difendere i 600 punti della finale ed Acapulco dove la vittoria nel 2022 gli aveva garantito altri 500 punti. Cambiali pesanti che potrebbero farlo uscire per la prima volta dal 2005 dalla top 10. Periodo complicato per il 22 volte vincitore Slam. Negli ultimi 13 match giocati Nadal aveva rimediato 8 sconfitte e costantemente combattuto con gli infortuni che non gli avevano permesso di recuperare una adeguata condizione fisica.

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MATTEO BERRETTINI SI INCHINA A MURRAY di

Una sconfitta che fa male per Matteo Berrettini che cede al maxi tie-break del quinto contro il britannico Andy Murray 49 del ranking. Una partita infinita, quattro ore e quarantanove minuti , dai due volti come ci mostra bene lo score : 6-3 6-3 4-6 6-7 7-6. Murray che giocava come non avesse mai subito due operazioni all’anca domina i primi due parziali. Due break, uno per set bastano a chiudere la pratica. Matteo poco aggressivo non ci sta e riesce ad alzare il livello di gioco. Nella terza e quarta partita è lui a comandare il gioco. Dritto e servizio rispondono presenti ed il romano riesce a rimettere lo score in parità. Nella quinta frazione lo score procede seguendo la regola dei servizi, ma è Berrettini ad avere l’occasione unica. Sul 5-4 e servizio Murray l’azzurro si procura il suo unico match-point della partita. Un punto che Matteo si sognerà a lungo. Murray gioca un serve and volley, ma non chiude la volèe. Matteo ha un facile rovescio per chiudere il match, ma la palla finisce in rete spegnendo i sogni dell’allievo di Santopadre. Si va al tie-break, ma la partita ha già preso la direzione delle Isole Britanniche. Murray prende tre mini break di vantaggio, ne restituisce due e chiude con un nastro beffardo in risposta. Come al solito Matteo aveva chiuso il 2022 con un infortunio. Questa volta era il piede destro cha aveva fermato l’azzurro durante la finale dell’ATP 250 di Napoli. Dopo i quarti di finale agli US Open (settembre 2022) dove aveva ceduto a Casper Ruud futuro finalista, Matteo aveva vinto i tre singolari di Coppa Davis contro Borna Ćorić, Sebastián Báez e Elias Ymer, contribuendo alla qualificazione della nazionale italiana ai quarti di finale. Successivamente la partecipazione per il secondo anno consecutivo, alla Laver Cup, come riserva di Roger Federer, prossimo al ritiro. A Londra Berrettini si aggiudica il singolare contro Auger-Aliassime, il doppio insieme a Novak Djokovic contro Jack Sock

e Alex de Minaur, mentre insieme ad Andy Murray esce sconfitto nella sfida contro la coppia formata da Auger-Aliassime e Sock, con il Team World che per la prima volta sconfigge il Team Europe. Il fine stagione aveva visto uno sfortunato esordio al torneo di Firenze, dove veniva estromesso da Roberto Carballés Baena, mentra a Napoli, prendendosi la rivincita sullo spagnolo e superando Tarō Daniel e Mackenzie McDonald, raggiungeva la sua prima finale sul cemento in carriera. Nell'atto conclusivo Matteo veniva sconfitto in due set da Lorenzo Musetti. La prestazione del romano era condizionata da un risentimento al piede sinistro, che, in seguito, lo costringe a disertare il finale di stagione.

Il 2023 era iniziato con la partecipazione alla United Cup con la compagine azzurra; dopo aver vinto tutti le sfide di singolare, tra cui quelli contro i top 10 Casper Ruud e Hubert Hurkacz, in semifinale Matteo lasciava via libera cede al n.4 del mondo Stefanos Tsitsipas, che lo superava in tre set. In finale veniva sconfitto nel match decisivo da Taylor Fritz, il quale permetteva alla nazionale statunitense di vincere il trofeo. Il bilancio era positivo e promettente, e permetteva a Berrettini di salire alla 14ª posizione,

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scavalcando Jannik Sinner e riconquistando la leadership nazionale nel ranking. Prospettiva ottime per l’Open d’Australia dove nel 2022 aveva ceduto in semifinale a Rafael Nadal che poi avrebbe vinto il torneo. Purtroppo lo scivolone contro Andy Murray costa al romano punti preziosi che lo fanno scendere alla 22esima posizione, numero tre d’Italia dietro SInner e Musetti. Le prospettive per il futuro sono comunque buone. Matteo a parte il quarto turno di Indian Wells ed i quarti di Rio de Janeiro non ha punti da difendere fine all’ATP 500 di Stoccarda. Ci sono quattro Masters 1000 Miami, Montecarlo, Madrid e Roma ed lo Slam di Parigi dove Berrettini non dovrà scartare nessun risultato. Le premesse per un ritorno nei top 10 ci sono tutte. Forza Matteo.

MUSETTI BEFFATO AL QUINTO SET

DAL SUDAFRICANO HARRIS, ANCHE FOGNINI

Brutta sconfitta per Lorenzo Musetti (19) che cede al tie-break del quinto al sudafricano Lloyd Harris, 24 anni 212 delle classifiche dopo essere stato sotto di due set ed un break, 6-4 6-1 6-7 2-6 7-6 lo score. Partenza al rallentatore per Lorenzo che si subisce tra la prima e la seconda frazione subisce un parziale di 8 giochi a zero. Nel terzo set Musetti si rianima e la partita prende tutta un’altra fisionomia. Il carrarino conquista il terzo parziale al tie-break e sullo slancio fa suo il quarto set rinviando tutto al quinto. Purtroppo Lorenzo che dominava lo scambio quando anticipava, ricade nella vecchia abitudine di stare due metri la linea di fondo a rimettere la palla da lontano. Tattica che può dare sicurezza, ma che alla lunga non paga. Nel tie-break decisivo Harris è più aggressivo e ne ha di più anche fisicamente. Amara conclusione della trasferta down-under che poteva dare molto in termini di punti e di fiducia. Purtroppo le vittorie in United Cup ottenute contro avversari tutti al di là della centesima posizione hanno illuso, quando

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E BELLUCCI FUORI AL PRIMO TURNO di Enrico Milani

sarebbe stato necessario restare con i piedi per terra. Peccato perché Lorenzo dopo il torneo raggiunge anche grazie ai risultati in United Cup il suo best ranking alla 18esima posizione segno che i cambiamenti tecnici specialmente dal lato del dritto stanno dando sui campi veloci i risultati attesi. Lorenzo infatti nel giocare il diritto, con impugnatura western estrema, utilizzava un’apertura con il gomito destro molto piegato indietro (come quello di Nick Kyrgios) e con ampie preparazioni che gli impedivano di usare l’anticipo, soprattutto nella risposta al servizio su campi e quindi palle veloci, dove era costretto a indietreggiare molto rispetto alla linea di fondo campo, e a scegliere una risposta bloccata, con basse percentuali di punti vinti alla risposta. Musetti si sentiva più a suo agio sulle superfici più lente come quelle in terra che su quelle veloci. Ultimamente grazie ai consistenti progressi tecnici, il dritto era sensibilmente migliorato sulle superfici dure, come può testimoniare la vittoria nell’ATP 250 di Napoli giocato sul cemento outdoor. Una battuta d’arresto che non pregiudica l’ascesa di Musetti che vanta a livello italiano una serie di record di precocità. Lorenzo infatti:

- È il più giovane tennista italiano di entrambi i sessi ad aver vinto un torneo del Grande Slam a livello Juniores (16 anni, 10 mesi, 23 giorni).

- È il più giovane tennista italiano ad aver raggiunto i quarti di finale di un torneo Masters 1000 (18 anni, 6 mesi, 14 giorni).

- È il più giovane tennista italiano ad aver raggiunto la semifinale di un torneo ATP 500 (19 anni, 16 giorni).

- È il più giovane tennista italiano (19 anni, 3 mesi, 4 giorni) ad aver raggiunto gli ottavi di finale alla prima presenza nel tabellone principale di un

Major, impresa compiuta prima di lui soltanto da Francesco Cancellotti in era Open.

- È il più giovane tennista italiano (20 anni, 4 mesi, 21 giorni) ad aver vinto un torneo del circuito maggiore sconfiggendo in finale un top 10. Una sconfitta non cambia una carriera. “Next tournament go on”.

Fuori subito anche Fabio Fognini per mano del redivivo Thanasi Kokkinakis. Partita spezzata da almeno 6 interruzioni per pioggia, conclusa il giorno dopo con Fabio innervosito che non riesce ad entrare in partita. Ultima trasferta australiana per il 36enne ligure? Invece Matteo Bellucci 21 anni, 143 del mondo ed uscito dalle qualificazioni, esce opponendo un’onorevole resistenza al francese Benjamin Bonzi 42 del ranking a cui strappa il primo set.

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OPEN AUSTRALIA: ARYNA SABALENKA

REGINA D’AUSTRALIA, PRIMO TITOLO SLAM

Con una dimostrazione mozzafiato di potenza e controllo nervoso, ha vinto il suo primo titolo del Grande Slam battendo Elena Rybakina 4-6, 6-3, 6-4 nella finale degli Australian Open. È stata una gara drammatica, a volte vertiginosa, assolutamente degna di una finale importante. Dopo aver sprecato tre match point, Sabalenka ha trasformato il quarto grazie a un diritto di Rybakina andato lungo.

Sabalenka, testa di serie numero 5, cade sulle schiena, le braccia aperte e le lacrime agli occhi. Primo titolo Slam

Vittoria meritata per la bielorussa che ha dominato in tutti i settori di gioco. Più ace ( 17 a 9), più vincenti ( 51 a 31) e punti complessivi (109 a 103).

Nel break critico del terzo set - con Rybakina al servizio sul 3 pari - Sabalenka ha iniziato a colpire più forte. La sua velocità media del suo dritto in rispo-

sta si aggirava intorno ai 120 km/h, ma durante finale è stata intorno ai 140km/h. In confronto, i finalisti maschili Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas avevano una media da giocatori degli anni ’80. Sabalenka, un’atleta straordinariamente dotata, ed è sempre stata sotto il peso delle aspettative crescenti viste le sue qualità di gioco. È un peso con cui ha lottato mentre imparava a padroneggiare l’elemento più importante del tennis professionistico: l’autocontrollo. E ora, quell’attesa è finita. Sabalenka ha ricevuto il trofeo da Billie Jean King, che ha ringraziato per tutto quello che ha fatto per il tennis femminile.

“Sto ancora tremando e sono super nervosa”, ha detto Sabalenka. “Ringrazio la mia squadra, la squadra più pazza del tour, direi. Abbiamo attraversato molti alti e bassi nell’ultimo anno. Abbiamo

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lavorato così duramente. Ragazzi, meritate questo trofeo, riguarda più voi che me.”

“Dall’ultima sconfitta agli Us Open dello scorso anno, ho imparato che devo cercare di restare calma, di concentrarmi solo su me stessa e di credere in ciò che faccio. Ho messo in pratica questi propositi durante le due settimane qui a Melbourne e questo mi ha permesse di cogliere le occasioni che mi si sono presentate”.

“Ho vinto senza bandiera? Penso che tutti sappiano che sono bielorussa, anche senza la bandiera a fianco. Nel mio Paese non ci sono tanti sportivi di altissimo livello, dunque è normale che sia conosciuta e apprezzata. Immagino che la gente in Bielorussia sia fiera di me. Come festeggerò? Con pizza, dolci e champagne”.

Ha dichiarato Sabalenka che grazie alla vittoria, eguaglierà il la sua migliore classifica della carriera salendo al numero 2 del ranking. Si ritrova a 4.385 punti da Swiatek, ma la polacca da qui al Roland Garros dovrà difendere 6.270 punti fino, lo svantaggio di aver vinto sei tornei consecutivi e 37 partite consecutive un anno fa. Rybakina invece farà il suo debutto nella Top 10. Sabalenka ha ora vinto tutte le 11 partite giocate nel 2023 ed il set di apertura contro Rybakina, testa di serie numero 22, è stato il primo che ha perso nel torneo. È la 58esima tennista nell’era Open a vincere un titolo del Grande Slam. L’ultimo a farlo è stata proprio Elena Rybakina un anno fa a Wimbledon.

Ma chi è Aryna Sabalenka la nuova start del tennis mondiale?

Aryna Sabalenka nasce il 5 maggio 1998 a Minsk, capitale della Bielorussia. Suo padre Sergey (morto nel 2019 a soli 44 anni) era un giocatore di hockey. Aryna ha iniziato a giocare a tennis per caso. Ha detto: “Un giorno, mio padre mi stava accompagnando da qualche parte in macchina, e lungo la strada ha visto i campi da tennis. Così mi ha portato in campo. Mi è piaciuto molto e mi sono divertito ed è così che è stato. Ecco come è iniziato.” Ha iniziato ad allenarsi presso la National Tennis Academy di Minsk quando è stata aperta nel 2014.

Nel 2015, la Federazione bielorussa di tennis convince Sabalenka e la sua squadra a concentrarsi sulla partecipazione a eventi professionistici di basso

livello invece che a tornei junior, anche se all’epoca era ancora idonea a competere a livello junior.

A diciotto anni si fa tatuare il volto di una tigre ruggente sull’avambraccio sinistro, poiché è nata nell’anno della tigre secondo l’astrologia cinese. Inoltre il segno simboleggia il suo spirito combattivo e il suo motto: «lotta, continua a lottare, su ogni singolo punto».

E’ il debutto di una carriera vincente.

La sua carriera è molto intensa così come l’ascesa verso il top delle classifiche mondiali. È stata seguita dall’ex tennista russo Dmitrij Tursunov dal 2018 fino alla fine della stagione 2019 e in parte all’inizio del 2020; ha anche brevemente collaborato con Dieter Kindlmann, da agosto a settembre 2020. Dalla fine del 2020 viene allenata dal connazionale Antonio Dubrov, precedentemente suo compagno di allenamento

Nel 2019 Aryna vince tre titoli WTA ed entra per la prima volta nella top 10. L’ascesa continua nel 2020. Ancora tre titoli WTA, taglia il traguardo delle duecento vittorie in carriera e vince il quinto torneo in doppio.

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Il 2021 inizia dal decimo posto in singolare e dal quinto in doppio ed arriva il primo successo in un 1000 a Stoccarda dove accreditata della quinta testa di serie, conquista il decimo titolo della carriera in singolare, che le consente di issarsi al numero 4 del ranking, suo nuovo record personale. Arrivano anche due semifinali Slam. La prima a Wimbledon dove viene sconfitta da Karolina Pliskova, la seconda agli US Open dove trova la sorpresa del torneo Leylah Annie Fernandez. La bielorussa si arrende dopo quasi due ore e mezza di gioco alla canadese con il punteggio di 6–7 6–4 4–6. Sabalenka chiude la stagione al secondo posto del ranking mondiale. Il 2022 porta ancora una semifinale Slam e la finale alle Finals. Estromessa da Wimbledon per la decisione di non far giocare i tennisti russi e bielorussi, con conseguente perdita dei punti della semifinale del 2021, Aryna viene eliminata in semifinale agli US Open. La bielorussa non riesce a sfruttare un vantaggio di 4-2 in suo favore nel set decisivo e cede in rimonta alla futura campionessa Iga Swiatek. Finalmente nel 2012 il primo titolo Slam agli Open d’Australia. Aryna inaugura la stagione 2023 nel migliore dei modi, aggiudicandosi il WTA 500 di Adelaide senza perdere neanche un set. Ottenuto il bye per il primo turno, si impone su Ljudmila Samsonova (7-6(8) 7-6(3)), Markéta Vondroušová (6-3 7-5), Irina-Camelia Begu (6-3 6-2) e la giovane sorpresa Linda Nosková (6-3, 7-64). Si tratta dell’undicesimo titolo WTA in carriera per la bielorussa, del primo in quasi due anni e del primo in assoluto nel cemento australiano. Il periodo di forma ottimale prosegue durante tutto l’Australian Open, torneo dello Slam in cui la bielorussa riesce per la prima volta a spingersi fino alla finale senza cedere alcun set. Dopo essersi sbarazzata di Tereza Martincová, Shelby Rogers, Elise Mertens, della dodicesima testa di serie Belinda Bencic, di una

ritrovata Donna Vekić e della sorpresa del torneo Magda Linette, nell’ultimo atto è chiamata ad affrontare la campionessa uscente di Wimbledon Elena Rybakina. Nella prima frazione accusa la tensione della prima finale Slam della carriera e per la prima volta nel 2023 cede un set, ma si impone nei successivi due in cui vince tutti i suoi turni di servizio e ottiene un break per set (punteggio finale di 4-6, 6-3, 6-4). In tal modo, Sabalenka aggiunge in bacheca il primo Slam in singolare della sua carriera, riportando in Bielorussia la vittoria di un Major a dieci anni di distanza dall’ultima volta, quando fu Viktoryja Azaranka ad imporsi sempre sui campi di Melbourne Park. Grazie ai punti accumulati, ritorna al suo best ranking di numero due del mondo.

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CAMILA GIORGI PASSA DUE TURNI,

MALE LE ALTRE di Paola Petrini

In chiaroscuro la partecipazione delle azzurre al primo Slam della stagione. Sei partecipanti , quattro eliminate al primo turno con la sola Camila Giorgi che riesce ad arrivare al terzo turno. Vediamo come è andata.

Camila Giorgi.

Ancora un terzo turno per Camila risultato già raggiunto altre quattro volte (2015, 2019, 2020, 2022) in undici partecipazioni agli Open d’Australia.Non ci potevamo aspettare grandi cose dalla marchigiana che ferma da oltre quattro mesi e scesa al n.75 del ranking era stata battuta al primo turno delle qualificazioni di Adelaide 2. Camila al primo turno ha superato la russa Pavlyuchenkova (364) in campo grazie al ranking protetto. La russa che era ferma dal maggio 22, non ha praticamente giocato rimediando un 6-1 6-0 senza appello. Al turno successivo la Giorgi eliminava sempre in due set la slovacca Anna Karolina Schmiedlova (105) uscita dalle qualificazioni, giocatrice in forma che al turno precedente aveva giustiziato la nostra Martina Trevisan. Il terzo turno era ancora una volta fatale a Camila

che lasciava strada alla svizzera Belinda Bencic (9) , 2-6 5-7 lo score. Come al solito Camila è entrata in partita solo nel secondo set e nonostante i 20 vincenti ha accumulato 32 errori non forzati che sono stati decisivi per l’esito del match. Valutazione positiva. Peccato per la mancanza di partite perché nel secondo set la marchigiana ha giocato alla pari con la 9 del mondo.

Lucrezia Stefanini

In miglioramento costante come dimostra la sua storia recente Lucrezia passa per la prima volta un turno in uno Slam.

La 24enne di Firenze, attuale 111 del mondo fa il suo debutto nel circuito WTA nel 2021 a Abu Dhabi superando nelle qualificazioni la croata Tena Lukas e la rumena Irina Fetecău. Al primo turno viene eliminata da Elena Rybakina, numero 19 del mondo, con un doppio 6-3. Sempre nel corso del 2021 entra nei main draw dei tornei WTA di Palermo e Tenerife, ma ottiene la sua prima vittoria nel circuito maggiore a Courmayeur, dove supera il primo turno in tre set contro Mandy Minella (6-3 3-6 7-5).

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Si ferma al secondo turno per mano della connazionale Jasmine Paolini, che si impone in due set. Tornata sul circuito ITF Il 6 febbraio 2022 vince il torneo ITF di Sharm-el-Sheikh sconfiggendo in finale la rumena Alexandra Cadanțu-Ignatik con il punteggio di 6-2 3-0 e abbandono.

Gioca il primo torneo WTA della stagione sulla terra rossa di Bogotà, nell’aprile 2022 dove vince al primo turno contro Despina Papamichail in due set. Si ferma al secondo turno perdendo contro la russa Elina Avanesjan con un doppio 6-2.

Fa il suo debutto nel tabellone di qualificazione sia all’Open di Francia che a Wimbledon, ma si ferma rispettivamente al primo e al secondo turno. Stefanini continua nella sua progressione. Dopo aver superato le qualificazioni, quest’anno entra per la prima volta in carriera nel main draw dell’Australian Open. Al primo turno affronta e supera Tatiana Maria 70 del mondo, dopo un partita lottata tre set. Al turno successivo cede contro Varvara Gracheva (84). Punteggio severo, ma i complimenti per un risultato raggiunto con la forza della volontà e l’allenamento.

Male purtroppo le altre quattro ragazze presenti a Melbourne.

Martina delude ancora una volta. Accreditata della testa di serie n.21 la 31enne toscana lascia via libera a Anna Karolina Schmiedlova 105 del ranking. Una brutta sconfitta che conferma ancora una volta la difficoltà ad esprimersi su superfici diverse dalla terra battuta.

Cocciaretto (54) resiste solo un set contro Elena Rybakina, 22 del ranking all’inizio del torneo, top 10 dopo la finale persa contro Sabalenka.

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Martina Trevisan Lucia Bronzetti Bronzetti (66) esce per mano di Laura Siegemund (23), conquistando almeno il primo set. Jasmine Paolini La Paolini (65) non oppone resistenza a Lidmila Samsonova testa di serie n.21. Elisabetta Cocciaretto
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IL PAGELLONE di Paolo Rossi

Australian Open 2023…

È la prima tappa Slam di stagione. Il primo appuntamento tosto dopo che i bagordi delle feste sono stati smaltiti. Il torneo giocato a Melbourne Park, a Melbourne in Australia, è andato in scena dal 16 al 29 gennaio scorso, con esiti a tratti immaginati, sia prima che dopo l’evento. Queste le nostre impressioni a bocce ben ferme.

attraverso il proprio carattere da combattente. Se il fisico reggerà, l’anagrafe può cominciare a pesare anche per lui, la stagione a venire lo vedrà spesso protagonista. “È la vittoria più importante della mia carriera” ha detto Djokovic più volte e con grande emozione. Se ne verranno altre i commenti futuri sono già confezionati…

I promossi?

Nel Singolare Maschile.

10 e lode a Novak Djokovic, che ha firmato il suo 22esimo titolo Major. Per il tennista serbo, tornato in vetta alla classifica mondiale, è stata una rivincita dopo l’espulsione avvenuta nell’edizione 2022 a causa della mancata vaccinazione richiesta per combattere il Covid-19. Dall’essere considerato untore a diventare nuovamente il vincitore di Melbourne la differenza è stratosferica ma tutto il percorso nei 12 mesi precedenti ha ricondotto Nole al numero 1 ATP. Le vie del Tennis non sono infinite. Citiamo quelli che sono stati, oltre a Novak, i Fantastici 4: Roger Federer ha ormai cambiato carriera. Rafael Nadal sarà in procinto di farlo forse dopo il prossimo Roland Garros. Andy Murray continua a lavorare sodo ma vincere richiede altro e la macchina del tempo ancora non esiste. Rimane invece saldo al suo posto Novak Djokovic, capace tuttora di mettere alle corde avversari nati dopo il 2000. La lezione riservata a Stefanos Tsitsipas in finale conferma ancora una volta quanto Djokovic abbia saputo forgiare il suo Tennis

Stefanos Tsitsipas: pur se sconfitto, ha raggiunto la finale, la sua seconda dopo quella del 2021 al Roland Garros. Ma da un tennista del suo livello tecnico e con una vivace freschezza atletica dovuta all’età ci si deve aspettare di più. È ovvio che il greco dovrà centrare un qualche titolo Major per consacrare il suo nome nell’albo d’oro dei campioni della racchetta (da Tennis, visto e considerato che il Padel è diventato pandemico…) ma non c’è certezza matematica che potrà riuscirci. La concorrenza è serrata e il timore reverenziale di inciampare nuovamente nei soliti avversari “vintage” nelle tappe

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Grand Slam e rimanere il primo dei comprimari potrebbe diventare una sorta di incubo. Vedremo nel proseguo dell’annata quel che accadrà. Le qualità non gli mancano.

Jannick Sinner: l’altoatesino ha fatto tremare Tsitsipas negli Ottavi di finale recuperandogli due set di svantaggio. Ha pure avuto buone chance al quinto ma lo sforzo fatto per vincere terza e quarta partita ha poi presentato il conto. L’azzurro ha fatto intravedere buone e nuove soluzioni tattiche che saranno utili nella sua stagione agonistica. Se saprà sempre più variare le sue trame di gioco inserendo le giuste discese a rete, rotazioni e traiettorie differenti, un utilizzo della palla corta per togliere il ritmo nei momenti opportuni del match, Sinner sarà uno dei sicuri tennisti in campo con l’evidenziatore per il 2023 nelle prossime prove dello Slam. Sperando in una condizione atletica che lo tuteli dai rischi di infortunio in cui a volte è incorso senza preavviso.

I rimandati azzurri?

Matteo Berrettini: il romano è incappato in un sorteggio bifronte. La sorte gli aveva assegnato al primo turno Andy Murray che in una prima analisi sommaria poteva apparire come un avversario ideale per dare avvio alla scalata del torneo almeno fino ai Quarti di Finale. Ma lo scozzese non è parso un tennista in disarmo. Superati gli acciacchi fisici dovuti ai problemi all’anca, Andy Murray ha lavorato sodo per ritrovare la consistenza che ha caratterizzato il suo Tennis negli anni migliori. Matteo purtroppo quando si è accorto di aver perso due set ha inanellato la rimonta ma al tie break del quinto set gli è mancato qualcosa,

finendo così battuto alla prima uscita. Un risultato ben diverso da quello centrato nell’edizione 2022 di Melbourne quando aveva raggiunto la semifinale dove fu sconfitto in quattro set da Rafael Nadal, che avrebbe poi trionfato in finale. Il nostro uomo di punta deve saper ritrovare lo smalto che lo ha condotto alla finale di Wimbledon nel 2021. Sempre più personaggio mediatico e testimonial di vari brand importanti, ci auguriamo che questa visibilità aumentata influenzi positivamente anche la sua presenza sul campo di gara. È tempo che Berrettini torni abitualmente uomo da ultimi 8 nei tornei dello Slam e metta tra i suoi obiettivi primari un titolo che nel singolare maschile manca in Italia ormai da troppo tempo, da ben 47 anni, da quando Adriano Panatta lasciò il suo marchio al Roland Garros di Parigi nel lontanissimo 1976.

Nel Singolare Femminile. 10 ad Aryna Sabalenka. La bellezza del circuito WTA femminile (oppure il limite, dipende da quale prospettiva la si osservi) è il continuo ricambio dei nomi ai vertici delle classifiche. La 25enne Sabalenka ha vinto il suo primo titolo Slam in Australia, alla sua prima finale centrata nelle tappe Major. Dal 2016 a Melbourne 2023, Aryna è la 15esima nuova vincitrice diversa in una finale di un torneo dello Slam.

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Si sono avvicendate tante tenniste sul podio più alto di Melbourne, Parigi, Wimbledon e New York, che non citiamo per non togliere valore alla vittoria della Sabalenka. I tempi di Martina Navratilova, Chris Evert, Steffi Graf, Justine Henin sono lontani anni luce rispetto all’attualità del tennis femminile. Il palcoscenico ha visto ormai trionfare e scomparire nell’arco di 12 mesi troppi nomi. Protagonista o attrice di sfondo? È la domanda da lasciare sulla memoria del PC. La risposta scaturirà andando avanti, anche se negli ultimi due lustri, l’evidenza ha già fornito la soluzione alla domanda. Per ora…

Le tenniste azzurre?

Quasi promossa? Camila Giorgi: i fasti del tennis femminile italico sono finiti da un pezzo, da quando Schiavone, Pennetta, Vinci, Errani davano soddisfazioni Slam una dietro l’altra, tirandosi nei 4 tornei più importanti dell’anno la giacchetta a vicenda. Camila Giorgi è al momento la giocatrice azzurra più performante nei Major. La Giorgi parte sempre a mille. Ha un tennis senza compromessi e ad alta coefficienza offensiva. Nei primi turni pare un compressore e non di rado schiaccia le avversarie che incontra. Ma andando avanti inciampa. Lei non ha un “piano B” nel suo gioco. Deve colpire la palla forte e sempre più forte. Ma se la palla continua a tornare indietro e dentro il perimetro di campo valido, forse un piano B le farebbe comodo. Perché non cominciare a pensarci? A 31 anni è l’età giusta per tentare.

Bocciatura?

Le chiacchiere sulla qualità delle Palle Dunlop utilizzate. Una palla da Tennis nasce per essere colpita centinaia di volte. Nei tornei “pro” il cambio palle dopo i primi 7 games, poi ripetuto ogni altri 9 giochi, le riconsegnano al barattolo relativamente ancora in discreto stato. Un amateur le utilizzerebbe ancora per diverse ore. Ovviamente nell’alto livello la vivacità della pallina si perde rapidamente e dopo qualche decina di minuti il contatto con le corde si prolunga e l’uscita della sfera dalla racchetta diventa meno incisiva per chi colpisce. A Melbourne la palla ufficiale ha ricevuto dai giocatori molte critiche: è troppo veloce, vola troppo, è troppo pesan-

te, diventa floscia in fretta e chi più ne ha sentite, le racconti tutte. John McEnroe, che del far polemica quando giocava, c’ha costruito la sua carriera diventando l’icona di se stesso, ha così commentato: “Queste sono chiacchiere sul nulla. Sul niente. Quando ero un tennista, ti dimenavi per qualsiasi cosa. C’è caldo, fa freddo, tira vento, mi fate giocare ad un orario impossibile, troppo tardi, troppo presto, la racchetta è incordata male, le scarpe sono dure …ecc…ecc…”. Come dire, le chiacchiere non hanno mai prodotto farina per fare il pane. Altrimenti ogni angolo del Pianeta Terra avrebbe più panetterie che abitanti. Insomma, tutto serve a far parlare i media, ma ogni tennista in fondo in fine sa bene che quando si perde, l’unico responsabile è colui che esce sconfitto. Altro che palle sgonfie o racchetta sfibrata o con le corde lente…

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JANNIK SINNER TRIONFA A MONTPELLIER, SETTIMO SIGILLO PER L’AZZURRO

Montpellier

Settimo sigillo per Jannik Sinner (17) che batte in finale in due set l’americano Maxime Cressy (51) e porta a casa il primo titolo stagionale. Era dal torneo di Umago del luglio 22 che Jannik non concludeva vittorioso un torneo. Al di là della vittoria e dei punti che lo faranno balzare in 14esima posizione mondiale, finalmente si è rivisto un Sinner trasformato, più vicino a quello di due anni fa che soffocava gli avversari con la potenza del suo gioco da fondo. Anche il servizio ha fatto il suo dovere per tutto il torneo, insieme alla risposta che è stata la sua arma vincente in finale. Cressy che serve la seconda alla stessa velocità della prima, nella seconda frazione è dovuto ricorrere al fisio per una vescica alla mano destra, ma non ha mai dato l’impressione di poter mettere in difficoltà l’azzurro. Una vittoria importante, ma soprattutto finalmente il lavoro iniziato con il nuovo coach Vagnozzi supportato da Cahill sta dando i suoi frutti. La stagione è appena all’inizio, ma la scalata è già iniziata. Con la vittoria di oggi Jannik Sinner si posiziona al quarto posto, terzo se si considera l’Era Open, nella classifica dei tennisti italiani con il maggior numero di tornei vinti.

Da quando i risultati del tennis sono inserite nel computer, 1971, i giocatori azzurri che hanno vinto almeno un torneo ATP sono stati 27.

Iniziamo però la nostra classifica dal più forte giocatore italiano di tutti i tempi. Nicola Pietrangeli che ha giocato prevalentemente prima dell’era Open. Sul database di Tennis Archives sono riportati 48 tornei vinti da Pietrangeli in singolare, al netto dei sette campionati italiani, alcune semplici esibizioni e i tornei under 23 Nella sua eccezionale carriera, è stato nº 3 del mondo in singolare sia nel 1959 sia nel 1960, secondo la classifica relativa ai tennisti non professionisti allora redatta ogni fine anno da Lance Tingay del The Daily Telegraph. Mentre nelle analoghe classifiche di fine anno redatte da Ned Potter di World Tennis troviamo Pietrangeli al terzo posto nel 1961, al quarto nel 1960, al sesto nel 1959 e all'ottavo nel 1958 e nel 1964.

Nicola ha vinto due Slam in singolare. Roland Garros nel 1959 e nel 1960 e gli Internazionali d'Italia nel 1957 e nel 1961. A Parigi vanta anche altre due finali, nel 1961 e nel 1964, e a Roma, nel 1958 e nel 1966. Anche a Wimbledon i suoi risultati restano tra i migliori dei giocatori italiani: nelle sue

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Finale: Jannis Sinner (ITA) - Maxime Cressy (USA) 7-6 6-3

diciotto partecipazioni raggiunse la semifinale nel 1960, quando fu sconfitto da Rod Laver in cinque set (6-4, 3-6, 8-10, 6-2, 6-4), impresa superata soltanto 61 anni più tardi da Matteo Berrettini, che nel 2021 ha raggiunto la finale. Nella sua unica partecipazione agli Australian Open, nel 1957, raggiunse i quarti di finale, miglior risultato, a pari merito con Giorgio De Stefani, ottenuto da un tennista italiano nelle edizioni del torneo disputate su erba, e secondo in assoluto alle spalle di Matteo Berrettini, semifinalista agli Australian Open sul cemento.

È inoltre il solo italiano, insieme al giornalista Gianni Clerici, a essere stato introdotto nella International Tennis Hall of Fame. Con Orlando Sirola formò il doppio maschile italiano più vincente in Coppa Davis. Inoltre, nel 1956 arrivarono alla finale di Wimbledon (sconfitti in tre set dagli australiani Lew Hoad e Ken Rosewall) e tre anni dopo vinsero il Roland Garros, battendo in tre set Roy Emerson e Neale Fraser. Pietrangeli vanta anche una vittoria nel torneo di doppio misto al Roland Garros nel 1958, in coppia con la tennista inglese Shirley Bloomer.

Nel tennis dell’Era Open il primo posto spetta ad Adriano Panatta con 10 titoli, (8 terra rossa, 1 terra, 1 cemento indoor) tra cui il Roland Garros del 1976 da allora rimasto l’unico Slam vinto da un tennista azzurro. Il 1976 fu L’anno d’oro di Adriano quando conquistò oltre Parigi anche Roma e la

Coppa Davis. Nello stesso anno raggiunse la sua migliore posizione in classifica al n.4 che nessun altro azzurro è riuscito più ad eguagliare.

Fabio Fognini, 9 titoli, (8 terra rossa, 1 cemento) Il ligure ha portato a casa sette ATP 250, un ATP 500 e un Masters 1000 (Montecarlo).

Matteo Berrettini 7 titoli, (3 terra rossa, 4 erba) a Gstaad, Budapest, e Belgrado sulla terra e doppietta sull’erba di Stoccarda, e del Queen’s.

Jannik Sinner 7 titoli, (2 cemento outdoor, 4 cemento indoor, 1 terra rossa)

Melbourne (Atp 250), Washington (Atp 500) sul cemento outdoor, Sofia due titoli, Anversa e Montpellier su cemento indoor e Umago sulla terra rossa. L’altoatesino sarebbe ad otto vittorie se contassimo anche le ATP NextGen Finals.

Paolo Bertolucci 6 titoli, (6 terra rossa)

L’attuale commentatore di Sky dominò la stagione del 1977 diventando il primo italiano a vincere tre tornei nello stesso anno. Grande specialista della terra battuta Paolo vinse anche il torneo di Amburgo battendo in finale Manuel Orantes.

Paolo Cané, Marco Cecchinato, Andrea Gaudenzi, Andreas Seppi e Lorenzo Sonego, 3 titoli

Da notare che per il momento Andreas Seppi resta il solo tennista italiano capace di vincere tre titoli su tre superfici differenti: terra tossa, cemento ed erba.

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UN SUCCESSO IL PADEL TREND EXPO,

OLTRE 18 MILA PERSONE IN TRE GIORNI

Che il padel non sia più una moda è ormai evidente a tutti, con oltre 7.000 campi in Italia e quasi 1 milione di praticanti, ma quello che è successo a Milano al Padel Trend Expo, il primo evento in Italia interamente dedicato a questo sport, è davvero straordinario.

Una 3 giorni a ritmi battenti a due passi dal quartiere modaiolo di Citylife e con un programma ricchissimo (intrattenimento, shopping, tornei e convegni) che ha coinvolto oltre 18.000 persone di cui “solo” 2.000 messe in campo dagli organizzatori (6 i campi allestiti per l’occasione nel bellissimo padiglione del MiCo) che hanno avuto la possibilità di partecipare alle numerose clinic realizzate da coach internazionali di assoluto livello quali Martin Echegaray, Marcela Ferrari, Maxi Castellote, e Gustavo Spector, oltre a poter provare le nuove collezioni di racchette, messe a disposizione dai numerosi top brand presenti in fiera.

Organizzata da Next Group, gruppo di comunicazione integrata in collaborazione con la Federazione Italiana Tennis e Padel ed il patrocinio del Comune

di Milano, la “fiera” a cui erano presenti oltre 90 espositori, è stata letteralmente presa d’assalto dagli appassionati che hanno potuto incontrare, vedere in azione ed addirittura giocare con campioni del mondo e pro internazionali del calibro di Martin Di Nenno, Miguel Yanguas, Gonzalo Rubio, Mati Diaz, Veronica Virseda, Jessica Castello, Luca Bergamini, Tolito Aguirre (spettacolari le sue giocate), Juan Restivo, Alvaro Montiel, e tanti altri.

Non potevano certo mancare gli ex calciatori (Candela, Di Biagio, Maini, Locatelli, Amoruso, Panucci, Adani, Toni, Fiore e Giannichedda) che capitanati da Bobo Vieri ed il suo torneo Italy Padel Tour, si sono dati battaglia davanti alle centinaia di persone che gremivano le tribune. Il torneo è stato vinto dalla coppia formata da Toni e Locatelli.

LE DICHIARAZIONI

“Siamo decisamente soddisfatti di essere riusciti a trasformare una scommessa di un anno fa, oggi in realtà. E’ stato un week end semplicemente incredibile ed allo stesso tempo emozionante,

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nel vedere i tanti espositori felici ed il pubblico partecipare alle tantissime attività messe in campo dal nostro instancabile team” – ha dichiarato Marco Jannarelli, Presidente di Next Group.

Un successo che voglio condividere con tutti, a partire dalle aziende che hanno creduto in noi e che sono state ripagate da così tanta affluenza che ci fa ben sperare per la prossima edizione nel 2024 che sarà ancora più ricca e con tante altre novità.”

queste le parole di Luigi Spera, Direttore Generale di Padel Trend Expo.

Spazio anche all’inclusione con l’evento europeo di Padel Mixto (coppie formate da un giocatore normodotato insieme ad uno in carrozzina) con la partecipazione di esponenti di ben 5 nazioni; l’evento organizzato dalla Onlus Sportinsieme e sostenuto dalla Fondazione Entain, ha visto la partecipazione di Oscar Agea, il giocatore spagnolo più forte del mondo.

E poi ancora show divertentissimi sul palco e partite inedite nei campi con la partecipazione di Cabrini, Barzagli, Jimmy Ghione, Moreno Morello, Cambiasso, Junior Kelly, Hugo Sconochini, Claudio Coldebella, Paul Griffen, Damiano Pippi, Mark Iuliano, Alberto Cisolla, Claudio Galli, Davide Silvestri, Francesco Oppini, Cristian Zenoni, ed i Tik Toker Nunzio Fresi e Tommaso Donadoni.

Presenti tanti stelle italiane, come Carolina Orsi ed Emily Stellato, medaglie di bronzo ai recenti mondiali di Dubai ed ancora il campione italiano Marco Cassetta, insieme a Marcelo Capitani, Lorenzo Di Giovanni, Michele Bruno, Luca Mezzetti, Alessandro Mezzetti, Francesca Campigotto, Saverio Palmieri e Alessandro Cervelletti.

Infine, anche la parte convegni ha riscosso una grande adesione, sia per la trasversalità degli argomenti, ma soprattutto per il livello dei diversi relatori.

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ROLAND GARROS 2023, L’AFFICHE DEL TORNEO

Realizzato dall’artista Maxime Verdier, il nuovo “Affiche” del torneo, lascia molto spazio ai sogni e alle varie interpretazioni.

Come ogni anno dal 1980, la Federazione Francese di tennis ha invitato un artista a realizzare il poster del torneo Roland-Garros. Un privilegio che quest’anno spetta al francese Maxime Verdier che firma questo 44esimo manifesto del Roland-Garros.

Terra di stelle

Intriso di poesia e intitolato “Terre d’étoiles“, questo poster ha la particolarità di essere il primo ad essere stato realizzato interamente a matita colo- rata, rafforzando ulteriormente la sua atmosfera morbida e onirica.

Maxime Verdier Artista francese nato nel 1991 a Dieppe, ha trascorso tutta la sua infanzia in Normandia.

Dopo aver conseguito il diploma di maturità letteraria, entra a far parte dell’École Supérieure d’Art et Design Le Havre-Rouen, presso la quale si diploma nel 2015, poi dell’École Nationale Supérieure des BeauxArts di Parigi. Si laureerà nel 2017, con i complimenti della Giuria.

Notato nel 2019 durante la 64a edizione del Salon de Montrouge, Maxime Verdier ha partecipato a numerose mostre collettive in Francia. Nel 2021 risiede presso la Drawing Factory di Parigi.

Vive a Parigi e lavora in un laboratorio collettivo a Gennevilliers. Il suo lavoro è l’incarnazione in sculture e disegni di un pannello di ricordi d’infanzia, emozioni, eventi tanto sorprendenti quanto aneddotici. Un’opera ricca di sfumature, tra il meraviglioso e lo strano, un po’ come le storie magiche e fantastiche.

Attraverso quest’opera l’artista ha voluto rappresentare l’influenza del torneo mettendo in risalto il nuovo centrale Philippe-Chatrier immerso in un alone di luce in una notte stellata di palline da tennis. Ha anche voluto lasciare molto spazio all’immaginazione per consentire a tutti gli appassionati di tennis di realizzare questo poster.

“Quando mi è stato chiesto di realizzare questo poster, mi è tornato in mente un ricordo. Al college avevo un amico che giocava molto a tennis e guardava spesso il Roland-Garros. Non giocavo a tennis ma condivideva con me la sua passione. Questo è quando ho iniziato ad interessarmi, a scoprire Nadal e Federer. Quello che ho trovato molto bello erano le stelle che aveva negli occhi quando parlava di questi giocatori. Quella è stata la mia prima ispirazione, spiega l’artista. Quando ho visitato lo stadio, ho anche realizzato la passione delle persone che guardano il tennis. Penso che sia bello da vedere. Penso che ci siano poche persone per appassionate di sport come per il tennis. Quando ho realizzato questo poster, ho pensato incipalmente ai bambini nei club, con l’idea di far loro desiderare di andare oltre nel loro sport“.

Tutti i sogni sono permessi

Dalla tennista che sogna il Roland-Garros dal campo in terra battuta dove si allena nel suo club alla giocatrice del torneo che sogna di alzare la coppa Suzanne-Lenglen, passando per la giovane

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dalla
© FFT © FFT

impegnata nel torneo juniores che sogna di calcare il Corte Philippe-Chatrier… Tutti possono ritrovarsi in questo poster. Lascia che la magia parli e le

tue espressioni si esprimano… Sta a te scrivere la storia che più ti ispira dando libero sfogo alla tua immaginazione!

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I TENNISTI SONO CRESCIUTI, MA NON SI MUOVONO

COME I GIOCATORI DI BASKET di Fabrizio Brascugli

L’altezza mediana è cresciuta di 2 cm tra gli uomini e 3.8 tra le donne tra il 1990 e il 2016. E’ cresciuto anche il numero dei giocatori molto alti. L’altezza è un vantaggio competitivo specialmente sulla prima di servizio anche se il vantaggio diminuisce in modo abbastanza evidente sulla seconda. Anche nel tennis giovanile si è verificato questo cambiamento, con i giocatori alti che hanno raggiunto posizioni di metà classifica con più costanza. Però se osserviamo il rendimento non sono i giocatori altissimi che vincono il maggior numero di Slam e mantengono un rendimento di gioco continuo. Roger Federer e Rafael Nadal sono 1,85m, Novak Djokovic è poco più alto (1,88), non raggiungono i picchi di Isner, Karlovic e Opelka.

Inoltre “dal 1985 al 2016, l’altezza mediana dei primi 10 e dei giocatori tra la posizione 11 e la 100 era la stessa, 185 cm., ma negli stessi 32 anni, solo 3 titoli Slam (il 2.4%) sono stati vinti da giocatori alti almeno 196 cm (uno a testa tra Richard Krajicek, Juan Martin Del Potro e Marin Cilic), rappresentando solo il 7.7% dei primi 100 nel periodo preso in considerazione”. Wiley Schubert Reed.

Nelle donne le differenze si sentono maggiormente e le giocatrici più alte vincono di più al contrario di

quello che accade nel circuito maschile. Come se ci fosse un range di rendimento ideale al di fuori del quale c’è un decadimento della prestazione ed essendo le donne generalmente più basse degli uomini il limite superiore è meno evidente di quello inferiore. Qui trovate un articolo dettagliato di cui ho riportato solo alcuni aspetti.

I vantaggi dell’altezza rimangono però evidenti fino a un certo punto e dovremmo cercare i motivi tecnici dei benefici e delle cause che sembrano imporre dei limiti, rendendo i vantaggi non lineari con il crescere dell’altezza stessa. Dobbiamo considerare almeno tre aspetti tecnici:

1. L’angolo di incidenza del servizio;

2. Il momento del braccio racchetta;

3. L’inerzia di tutto il giocatore. Perché anche il giocatore ha una propria inerzia che dipende dalla propria stazza, dal proprio peso. Quello di una guardia del football americano sarà sicuramente maggiore di quello di un mezzo fondista.

Mentre il primo punto è un vantaggio che sembra non presentare controindicazioni il secondo potrebbe avere dei pro e dei contro, con svantaggi che si evidenziano nelle fasi di gioco e non connessi all’esecuzione del gesto del servizio. Potrebbero

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esserci delle criticità su cui i giocatori molto alti devono porre attenzione in fase di allenamento e gestione tecnica dei colpi. Infine il terzo, punto potrebbe rappresentare uno svantaggio negli spostamenti del giocatore, almeno nel tennis.

La considerazione principale che dovremmo tenere presente è che il servizio è l’unico colpo in cui il giocatore ha ogni variabile sotto controllo. Se si tolgono gli elementi atmosferici e ambientali, vento, sole e il comportamento del pubblico, il giocatore ha sotto controllo ogni variabile, compresa quella del tempo necessario per eseguire il servizio. Partiamo dal presupposto che l’introduzione relativamente recente dei 20 secondi sia un tempo sufficiente per i giocatori, affinché possano trovare la concentrazione necessaria per servire. Sono fermi, racchetta e pallina sono nelle loro mani.

L’angolo del servizio.

Lo ha sicuramente spiegato meglio di me Wiley Schubert Reed nell’articolo citato. Aggiungerei che nonostante non ci sia praticamente luce per schiacciare la pallina nel rettangolo del servizio, ovvero anche mettendo gli occhi nel punto di impatto il rettangolo non sarebbe visibile, ai giocatori alti e soprattutto a quelli altissimi si apre questa possibilità.

Ovvero c’è un’area in cui potrebbero, in teoria, schiacciare direttamente il loro servizio senza essere costretti ad utilizzare una parabola. Per avere lo stesso angolo “visuale” i giocatori più bassi dovrebbero posizionarsi molto all’interno del campo da gioco.

“Tralasciando l’eventuale rotazione imposta alla pallina, affinché un giocatore di 183 cm serva a 193 km/h con lo stesso angolo di un giocatore di 196 cm, dovrebbe posizionarsi all’interno del campo a più di 90 cm dalla linea di fondo” W. S, Reed. Il vantaggio è evidente anche se diminuisce sulla seconda palla, facendo emergere maggiormente le abilità nella risposta degli avversari, a causa della delicatezza del punto i giocatori sono più conservativi e si prendono meno rischi al servizio.

Il momento del braccio racchetta. Quello che è un vantaggio all’impatto è uno svantaggio in preparazione. Nel momento della collisione è un vantaggio, perché significa che il braccio racchetta tenderà a mantenere il movimento che abbiamo deciso di dargli, imprimendo alla pallina la rotazione e la direzione volute.

Ma un braccio racchetta con alta inerzia tenderà a mantenere anche il proprio stato di quiete, pertanto sarà più difficile da accelerare. Questa difficoltà nel servizio è annullata, o molto limitata, perché il giocatore può prendersi il tempo e lo spazio per gestire il proprio gesto e trovare l’accelerazione che ritiene necessaria.

I problemi sono maggiori durante gli scambi e in risposta, quando si è costretti a correre, cambiare direzione e organizzare i colpi in tempi brevi. In queste situazioni un giocatore meno alto e, relativamente più brevilineo, potrebbe trovare il giusto compromesso che gli consente di essere competitivo in ogni fase del gioco, perdendo poco al servizio, o comunque meno di quanto perde un giocatore molto alto negli scambi e in risposta quando i tempi di gioco sono influenzati anche dagli avversari. Non si può avere tutto.

L’inerzia del giocatore.

I cestisti sono molto alti e molto agili. Fanno della destrezza e della fluidità dei propri movimenti non solo bellezza di gioco ma anche efficacia. Brad Gilbert sostiene che se un giocatore molto alto imparasse a muoversi come uno meno alto diventerebbe estremamente competitivo come non accade oggi.

“Nel tennis non c’è ancora stato un giocatore alto 198 o 201 o 203 cm in grado di muoversi come un giocatore NBA, se ne arriva uno, allora siamo di fronte a un possibile vincitore di diversi Slam”. Dichiarò Brad Gilbert.

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Anche in questo caso, però, il paragone con il basket dovrebbe tenere conto del ritmo e della varietà di gioco che l’avversario può imporre in relazione all’inerzia del giocatore, nonché della natura stessa del gioco del tennis.

E’ incontestabile che un giocatore di basket sia molto alto, pesate, ma, al tempo stesso, armonioso nei movimenti; però è sempre lui quando gioca che decide come muoversi, dove muoversi e quando cambiare direzione.

Può gestire il proprio peso con più armoniosità perché può limitare fermate e ripartenze continue. Avendo la possibilità di scegliere dove cambiare direzione può gestire lo spostamento senza soste completi, senza “stop and go”, o, almeno riducendoli al minimo. Inoltre le fermate e le ripartenze nel tennis soffrono dell’incertezza della direzione di ripartenza, perché non è scelta dal giocatore ma dall’avversario. Un cestista ha in mente il percorso da fare un tennista invece dovrà attendere di vedere la direzione del colpo dell’avversario. Nel tennis i giocatori sono condizionati molto di più negli spostamenti dalle scelte di gioco degli avversari, perché devono correre dove l’avversario ha indirizzato la palla e non, come nel basket, verso un punto fisso del campo, il canestro. In queste condizioni la fluidità è difficilmente mantenibile perché si è chiamati, non di rado, a bruschi cambi di direzione sul posto. Un’alta inerzia è il nemico numero uno per coloro che devono fermarsi e ripartire. Anche un tir con rimorchio può sembrare fluido se può gestire i cambi di direzione

senza soste, avendo lo spazio per mantenere una certa velocità, ma sembrerà lento e impacciato se costretto a fermarsi e riprendere velocità più volte in spazi brevi.

Nel tennis mantenere fluidità di movimento è molto più difficile a causa del ritmo e della natura del gioco, spesso non si può fare la strada più lunga tra un colpo e l’altro. Inoltre per colpire tutti i maestri suggeriscono di fermarsi per ridurre gli errori, sin da piccoli.

Soluzioni nei limiti del possibile. All’inizio dell’oscillazione posteriore (backswing):

1. Sfruttare l’energia gravitazionale potenziale (caduta verso il basso).

2. Accelerare in successione gli assi corti: mano racchetta, avambraccio racchetta e poi braccio avambraccio racchetta. In modo che l’inerzia maggiore che possiede l’intero braccio con la racchetta possa agganciarsi alla velocità che la racchetta ha già preso.

Spostamenti: utilizzare il più possibile un trasferimento del peso rotazionale e non lineare, in modo da mantenere una certa velocità in uscita dal colpo verso il centro del campo e in avanti, condizione che agevola la ripartenza ed evita di essere costretti a “stop and go” completi. Almeno per quanto possibile poiché per un passaggio dell’energia dal corpo al braccio-racchetta la rotazione va fermata. Un tipico esempio di come un trend evolutivo possa trovare dei limiti di sviluppo lineare nelle condizioni ambientali di gioco.

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CALENDARIO MARZO-APRILE 2023

MARZO

ATP/WTA 1000 Mar 8 - Mar 19 BNP Paribas Open INDIAN WELLS, USA

ATP/WTA 1000 Mar 21 - Apr 2 Miami Open presented by Itaú MIAMI, USA

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APRILE

WTA 500 Apr 3 - Apr 9 Credit One Charleston Open CHARLESTON, UNITED STATES

WTA 250 Apr 3 - Apr 9 Copa Colsanitas presented by Zurich BOGOTA, COLOMBIA

ATP 250 Apr 3 - Apr 9 U.S. Men’s Court Championship HOUSTON USA

ATP 250 Apr 3 - Apr 9 Grand Prix Hassan II MARRAKECH, MAROCCO

ATP 250 Apr 3 - Apr 9 Millennium Estoril Open ESTORIL, PORTOGALLO

ATP 1000 Apr 9 – Apr 16 Rolex Monte-Carlo Masters MONTE-CARLO, MONACO

WTA 500 Apr 17 - Apr 23 Porsche Tennis Grand Prix STOCCARDA, GERMANIA

WTA 250 Apr 17 - Apr 23 TEB BNP Paribas Tennis Championship ISTANBUL, TURCHIA

ATP 500 Apr 17 - Apr 23 Barcelona Open Banc Sabadell BARCELLONA, SPAGNA

ATP 250 Apr 17 - Apr 23

BMW Open by American Express MONACO, GERMANIA

ATP 250 Apr 17 - Apr 23

Srpska Open BANJA LUKA, BOSNIA & HERZEGOVINA

ATP/WTA 1000 Apr 25 - May 7 Mutua Madrid Open MADRID, SPAGNA

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CLASSIFICA ATP al 27 febbraio 2023

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1 SRB Novak Djokovic 35 6980 2 ESP Carlos Alcaraz 19 6780 3 GRE Stefanos Tsitsipas 24 5805 4 NOR Casper Ruud 24 5515 5 USA Taylor Fritz 25 3660 6 RUS Andrey Rublev 25 3405 7 RUS Daniil Medvedev 27 3320 8 ESP Rafael Nadal 36 3315 9 CAN Felix Auger-Aliassime 22 3245 10 DEN Holger Rune 19 3161 11 POL Hubert Hurkacz 26 3065 12 GBR Cameron Norrie 27 2815 13 ITA Jannik Sinner 21 2655 14 RUS Karen Khachanov 26 2470 15 USA Frances Tiafoe 25 2350 16 GER Alexander Zverev 25 2320 17 ESP Pablo Carreno Busta 31 2240 18 ITA Lorenzo Musetti 20 1855 19 AUS Nick Kyrgios 27 1825 20 CRO Borna Coric 26 1815 21 CRO Marin Cilic 34 1745 22 AUS Alex de Minaur 24 1710 23 USA Tommy Paul 25 1853 24 ITA Matteo Berrettini 26 1690 25 BUL Grigor Dimitrov 31 1620 26 USA Sebastian Korda 22 1550 27 ESP Roberto Bautista Agut 34 1465 28 GBR Daniel Evans 32 1380 29 ESP Alejandro D. Fokina 23 1345 30 CAN Denis Shapovalov 23 1335 31 SRB Miomir Kecmanovic 23 1290 32 ARG Francisco Cerundolo 24 1275 33 NED Botic van Zandschulp 27 1160 34 JPN Yoshihito Nishioka 27 1142 35 ARG Sebastian Baez 22 1045 36 USA Maxime Cressy 25 1016 37 ARG Diego Schwartzman 30 101 38 USA John Isner 37 995 39 NED Tallon Griekspoor 26 989 40 BEL David Goffin 32 985 41 USA Ben Shelton 20 964 42 ESP Bernabe Z. Miralles 26 959 43 FRA Richard Gasquet 36 955 44 USA J.J. Wolf 24 951 45 FRA Benjamin Bonzi 26 944 46 KAZ Alexander Bublik 25 935 47 CZE Jiri Lehecka 21 932 48 USA Jenson Brooksby 22 920 49 USA Brandon Nakashima 21 902 50 ESP Albert Ramos-Vinolas 35 890 CLASSIFICA ETA PUNTICLASSIFICA ETA PUNTI

CLASSIFICA WTA al 27 febbraio 2023

FORMULATENNIS N. 1 Gen - Feb 2023 38 1 Iga Swiatek POL 21 10585 2 Aryna Sabalenka BLR 24 6100 3 Jessica Pegula USA 29 5495 4 Ons Jabeur TUN 28 4921 5 Caroline Garcia FRA 29 4835 6 Coco Gauff USA 18 4251 7 Maria Sakkari GRE 27 3451 8 Daria Kasatkina RUS 25 3375 9 Belinda Bencic SUI 25 3360 10 Elena Rybakina KAZ 23 2935 11 Veronika Kuderme. RUS 25 2620 12 Liudmila Samsonova RUS 24 2301 13 Beatriz H. Maia BRA 26 2256 14 Victoria Azarenka BLR 33 2237 15 Petra Kvitova CZE 32 2227 16 Barbora Krejcikova CZE 27 2205 17 Karolina Pliskova CZE 30 2045 18 Ekaterina Alexandr. RUS 28 2030 19 Simona Halep ROU 31 1955 20 Madison Keys USA 28 1857 21 Magda Linette POL 31 1770 22 Paula Badosa ESP 25 1758 23 Shuai Zhang CHN 34 1710 24 Qinwen Zheng CHN 20 1658 25 Martina Trevisan ITA 29 1558 26 Jelena Ostapenko LAT 25 1550 27 Petra Martic CRO 32 1450 28 Anastasia Potapova RUS 21 1429 29 Anhelina Kalinina UKR 26 1422 30 Marie Bouzkova CZE 24 1418 31 Donna Vekic CRO 26 1385 32 Leylah Fernandez CAN 20 1359 33 Ajla Tomljanovic AUS 29 1305 34 Amanda Anisimova USA 21 1304 35 Bianca Andreescu CAN 22 1303 36 Irina Camelia Begu ROU 32 1288 37 Jil Teichmann SUI 25 1274 38 Danielle Collins USA 29 1273 39 Shelby Rogers USA 30 1245 40 Yulia Putintseva KAZ 28 1235 41 Lin Zhu CHN 29 1220 42 Elise Mertens BEL 27 1214 43 Bernarda Pera USA 28 1200 44 Aliaksandra Sasnov. BLR 28 1174 45 Katerina Siniakova CZE 26 1164 46 Camila Giorgi ITA 31 1144 47 Lauren Davis USA 29 1092 48 Kaia Kanepi EST 37 1052 49 Elisabetta Cocciaretto ITA 22 1045 50 Alycia Parks USA 22 1037
CLASSIFICA ETA PUNTICLASSIFICA ETA PUNTI

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