Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

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dell’Europa - la cui richiesta è stagnante - ma per il South East, una zona che importa energia per il 45%, nonostante le risorse proprie. Tra il 2008 e il 2013 sono stati spesi 10 miliardi di dollari nell’esplorazione e nella produzione di idrocarburi nel Mediterraneo e, tra il 2013 e 2017, si stima di spenderne altri 16. Questi investimenti saranno concentrati nei bacini che contribuiranno ad aumentare l’offerta energetica dell’area: Israele, Libano, Nel bacino del Mediterraneo sono concentrate circa il 4% delle riserve mondiali di petrolio e circa il 5% di quelle di gas; l’80% di queste sono tra Algeria, Libia, Egitto, Siria e Italia. Inoltre, il Mediterraneo ha vento, sole e acqua.

Italia e le coste della ex Jugoslavia, zone dall’alto potenziale. La Sicilia oggi contribuisce al 12% della produzione nazionale di petrolio e al 5% della produzione di gas italiano. Edison ha destinato 800 milioni di euro da investire in Sicilia fra il 2015 e 2020 per sviluppare Vega, Ibleo e Clara, tre campi ritenuti strategici. Il Mediterraneo può diventare un hub, catalizzatore di domanda e offerta. Sarà strategico anche lo sviluppo delle infrastrutture che permetteranno a questa zona e all’Europa di diventare competitive, attraendo nuove fonti energetiche con riferimento al corridoio sud, che cerca di portare gas dall’Azerbaijan all’Europa e i terminali GNL che attireranno gas da tutto il mondo. E le infrastrutture sono la conditio sine qua non per attrarre importazioni. La Sicilia ha un percorso interessante poiché c’è un terminale GNL in via di sviluppo; oggi vi transitano il 37% delle importazioni per l’Italia, acquisendo così un ruolo chiave per il nostro Paese. Edison ha contributo a sviluppare il terminale GNL che si trova di fronte a Rovigo, con 8 miliardi di metri cubi di importazione. La terza opportunità è legata alla capacità di cogliere la domanda nel South East, in particolare per l’energia elettrica. L’interconnessione è un fattore fondamentale, anche se bisogna pensare in modo laterale per capire se è possibile attivarsi, già da adesso, in attesa che le interconnessioni si strutturino secondo tutto il programma di sviluppo. Per quanto riguarda in particolare la Sicilia ci sono altri due temi importanti: il primo è quello delle rinnovabili; 1750 megawatt di eolico, 1256 megawatt di fotovoltaico, con un indotto per il territorio molto importante nella costruzione e nell’attività che ruota intorno a questi asset. Anche se il tempo degli incentivi è finito, non significa che si concluda quel tipo di business. Oggi se si costruisce un impianto fotovoltaico nel centro e nel sud d’Italia, con una parte di energia che va in autoconsumo, non si ha più bisogno degli incentivi; l’iniziativa si sostenta anche senza gli aiuti da parte dello Stato. In questo modo si aprono grandi possibilità, soprattutto per il piccolo fotovoltaico.

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