Città sostenibili

Page 94

092-093 Scienza.qxd:Layout 1

1-08-2010

10:55

Pagina 092

oxygen 10 – 07.2010

La scienza dal giocattolaio di Davide Coero Borga

Gli ingegneri che giocavano al Meccano

092

Barrette di metallo perforate, viti, piatti e travi con le rotelle, pulegge, ingranaggi, collari e assi per meccanismi in movimento, e dadi e bulloni per assemblare i pezzi tra loro. Semplice “ferraglia” per i profani, oggetto di culto per coloro che hanno speso l’infanzia a montare, smontare e rimontare il contenuto di quelle scatole. Un gioco senza età. L’unico, peraltro, ad aver conquistato gli scaffali di improbabili paradisi della brugola: le ferramente. Inventato e brevettato nel 1901, il celeberrimo Meccano ha da poco festeggiato i cent’anni di produzione. Frank Hornby, umile impiegato di Liverpool che inventò e brevettò il nuovo giocattolo, lo chiamò “Mechanics Made Easy” – come a dire “la meccanica per tutti” – perché si basava sui principi elementari dell’ingegneria meccanica. Nel set erano contenute le ben note strisce di metallo colorate. Le perforazioni seguivano lo standard di mezzo pollice (12,7 mm), gli assi erano calibro 8 e i dadi e i bulloni con un filetto da 5/32 di pollice BSW. Gli unici attrezzi necessari per montare e smontare i modellini erano chiavi e cacciavite. Una palestra per le mani e per il cervello che improvvisa-

va di volta in volta nuove sofisticate combinazioni. Più che un giocattolo, il Meccano si è rivelato uno strumento utile per insegnare a generazioni di bambini e ragazzi i principi fondamentali della meccanica: leve, innesti, linee di forza e contrappesi. La confezione portava i numeri da 1 a 10, a seconda del numero dei pezzi contenuti. La scatola numero 10, un sogno irraggiungibile, era ovviamente alla sola portata dei benestanti: conteneva tutti i pezzi per costruire una gru a motore alta due metri. Ma a ben vedere ogni singolo set del Meccano, anche il numero 1, permetteva di costruire moltissime cose, tutte realmente funzionanti. Cosa che, ancora oggi, non è per niente banale. Arrivato sul mercato nel primissimo Novecento, il prodotto ha rivelato immediatamente le sue caratteristiche di originalità e in breve tempo la richiesta ha superato le forniture. Tanto che Hornby ha dovuto fondare una propria fabbrica in Duke Street. Presto il Meccano è diventato popolare in tutto il mondo: nel 1908 il primo stabilimento, nel 1914 una nuova fabbrica in Binns Road, sempre a Liverpool, che ha tra-

sformato la giovane azienda nella Meccano Ltd. – vero quartier generale dei 60 anni seguenti. Nel corso degli anni, il giocattolo preferito da ingegneri e architetti è stato più volte riprogettato. Tante le combinazioni di colori scelte, ma il vero boom si è avuto negli anni Sessanta. Tra il 1958 e il 1964 sono state prodotte almeno 90 nuove parti del Meccano, l’imballaggio è stato modernizzato e sono stati realizzati 10 nuovi set con l’introduzione dei primi pezzi di plastica. La vera novità, tuttavia, è rappresentata dalla comparsa del diagramma esploso con le istruzioni. Un libretto che suggeriva alcuni dei modelli che si potevano costruire con i pezzi contenuti nella scatola: un mulino a vento, una locomotiva, una scavatrice, un camion a rimorchio, una bilancia, un’elica a manovella, il martello battipalo. Piccoli progetti per piccoli cantieri. La Meccano Ltd. annovera fra i suoi progettisti numerosi laureati in ingegneria e architettura. Un’équipe di creativi che si è messa alla prova esaurendo tutte le combinazioni possibili con il numero di pezzi limitato delle confezioni del gioco. Un modello educativo con dupli-


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.