OXYGEN n. 16 - Enel. Il futuro, da 50 anni

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oxygen | 16 — 06.2012

Novanta e ha finito per diffondersi in tutto il mondo. Ancora non è chiaro quanto la liberalizzazione abbia favorito i consumatori o i produttori. L’obiettivo della riforma era creare nuovi accordi di governance che potessero fornire ai consumatori dei benefici a lungo termine. Le utility elettriche vennero riorganizzate; le attività di produzione e vendita al dettaglio, potenzialmente concorrenziali, furono scorporate dalle attività di trasmissione e distribuzione, che rimasero sotto il controllo statale pur offrendo libero accesso. Agli operatori indipendenti fu affidata la responsabilità di gestire il sistema energetico garantendo la sicurezza e la fornitura di servizi collaterali. Furono creati mercati all’ingrosso e al dettaglio per migliorare l’efficienza e la sensibilità alle preferenze del consumatore. I consumatori avevano la libertà di scegliere il fornitore. Fu introdotta una regolamentazione che incentivasse le attività delle reti per migliorarne l’ef062

ficienza. Furono create agenzie di monitoraggio indipendenti affinché controllassero l’andamento del mercato e l’applicazione delle regole per le diverse attività. E vennero ridotti il ruolo e l’influenza politica dei governi. Vent’anni di liberalizzazione e riorganizzazione ci hanno insegnato che creare mercati all’ingrosso e al dettaglio concorrenziali e ben funzionanti è molto difficile, sia dal punto di vista tecnico sia politico, e che non può essere fatto dovunque. Dove sono stati realizzati nel giusto modo, i mercati all’ingrosso hanno portato a una migliore performance e hanno attratto investimenti significativi. Malgrado alcuni fallimenti e difficoltà di attuazione, la tendenza generale nei settori energetici più liberalizzati è di proseguire il processo di riforma. L’esperienza ha mostrato che la riforma porta al consumatore dei vantaggi e più efficienza solo se la regolamentazione è ben fatta. E per avere una regolamentazione ortodossa serve una ferma de-

dizione politica alla riforma. I numerosi fallimenti hanno avuto molteplici cause. Il più delle volte sono dovuti alla struttura del settore elettrico, non adeguata ad accogliere la concorrenza a livello di ingrosso o dettaglio, per via dell’eccessiva concentrazione orizzontale nelle attività concorrenti e dell’insufficiente scorporazione di attività concorrenti e regolamentate, oppure a causa di volumi insufficienti per reggere la concorrenza e dell’assenza di una struttura istituzionale adatta. In altri casi il problema è stato un’allocazione non corretta dei rischi nel piano di regolamentazione, che ha esposto alcune delle parti a livelli di rischio inaccettabili, com’è successo in California. Tariffe predefinite mal concepite possono uccidere il mercato al dettaglio. E regole sbagliate per stabilire i prezzi di mercato, o l’assenza di adeguati meccanismi di compensazione, possono portare a una remunerazione insufficiente e alla mancanza di investimenti nella produzione elettri-


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