Il Risorgimento Italiano Nella Memoria pubblicazione del Concorso Nazionale Endas

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Il Risorgimento a Chieti di Besa Ajdini Con le sue origini ben più antiche persino della Civiltà romana, la città di Chieti, l’antica Teate, si è ritrovata più e più volte davanti a grandi conflitti, prima essendo avversaria dei Romani stessi e poi partecipando a importanti battaglie come quella di Lepanto, quando venne fermata l’offensiva dei Turchi. Con l'arrivo del Periodo risorgimentale la città non si è tirata indietro ed ha offerto il suo contributo per realizzare la tanto desiderata Unità d'Italia. Partendo dalla fine della Rivoluzione Francese, con il Congresso di Vienna e l'inizio della Restaurazione, la penisola Italiana si ritrova politicamente divisa: sono solo il Regno di Piemonte e Sardegna e lo Stato pontificio ad essere davvero indipendenti, mentre buona parte del Nord Italia è sotto dominio austriaco insieme al Granducato di Toscana soggetto alla stessa dipendenza; il Sud invece è sottoposto ai Barbone. Tuttavia il Popolo italiano non si sente frammentato come lo è il territorio e si va formando un senso di appartenenza. Nascono così i primi moti risorgimentali, portati avanti dalla Carboneria e da altre associazioni segrete, che avvennero nel 1821 e nel 1831, ma purtroppo non ebbero effetti importanti, se non di portare gli italiani ad avere un desiderio più grande di libertà. Nello stesso periodo, a Chieti, Silvestro Petrini inizia ad interessarsi alla politica e vuole unirsi ai Carbonari fin da quando era un piccolo alunno della scuola elementare. Allora era troppo giovane, ma qualche anno dopo diventa imprenditore e riesce a mettersi in contatto addirittura con il Papa Pio IX, che, almeno in un primo tempo, manifestava le sue simpatie per le idee liberali. In seguito, nel 1846, due anni prima che scoppiasse la prima guerra d'Indipendenza guidata da Carlo Alberto, Petrini organizza nella città di Chieti diversi eventi pubblici per diffondere i valori e gli ideali del Risorgimento. È rimasta famosa la celebrazione per Garibaldi, in occasione dell’onomastico, il 19 marzo, quando commissionò un ritratto dell’eroe dei due mondi al pittore Raffaele Del Ponte e costrinse la banda della città, all’inizio recalcitrante; in quest’occasione il Petrini rischiò la prigione, condizione che purtroppo dovette pagare durante la I guerra di Indipendenza e dopo il fallimento della Repubblica romana, recluso insieme ad altri compagni tra cui Giovanni Moscone, Agapito Nobile, Gianvincenzo Pellicciotta. Nel frattempo altri patrioti di Chieti come Silvino Olivieri e Federico Salomone partecipavano attivamente alla I guerra di Indipendenza. Alla II guerra di Indipendenza prese parte lo stesso Federico Salomone, offrendo il suo valoroso contributo, raccogliendo i volontari delle regioni del centro Italia e organizzando le azioni dell’artiglieria. Il patriota, qualche anno più tardi, si unì alle camicie rosse di Giuseppe Garibaldi, insieme all’amico e patiota teatino Augusto Pierantoni, giurista di grande fama. I garibaldini partirono da Genova e nel febbraio del 1860 entrarono a Napoli, dove i Borboni furono costretti a concedere la Costituzione; dopo varie vittorie Garibaldi consegna a Vittorio Emanuele II i territori dell'Italia meridionale, che vengono annessi al Regno. Nel 1861, viene proclamato il regno d'Italia con capitale Torino, ma mancano ancora dei territori prima che venga raggiunta l'Unità. Il Veneto viene liberato nel 1866, quando il Regno d'Italia si allea con la Prussia contro l'Austria, e come ricompensa, al termine del conflitto viene restituito proprio quel territorio: questa è la terza guerra d'Indipendenza, alla quale parteciparono anche Petrini e Pierantoni. Un ultimo passaggio per arrivare all'Unità giunge durante la prima guerra mondiale, anche detta quarta guerra d'indipendenza, quando vengono annesse Trieste, la Venezia Giulia, e Trento, dove fu proprio il 123° Reggimento fanteria “Chieti” ad essere il primo ad entrare, contribuendo in modo significativo alla liberazione della città. Anche oggi rimangono molti i segni del Risorgimento nella città di Chieti, le varie memorie ai patrioti della città, come i citati Gianvincenzo Pellicciotti, Pasquale De ~ 75 ~


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