I Nostri Cani - gennaio 2019

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LAMPO Segugio Maremmano di Mazzoni (1964)

delle 10 famiglie, la SIPS riuscì a raccogliere e inviare all’ENCI per novembre del 2013. Certamente occorre ricordare i nomi di questi allevatori: Sandro Albonetti, Felice Argenio, Giovanni Cardinali, Rinaldo Cenci, Paolo Cucini, Mino Cupini, Mario Galletti, Silvano Mariotti, Aleandro Pasco, Lauro Topi. Oltre questi importanti raduni svoltisi in Toscana, in ogni Raduno della SIPS e ad ogni Campionato Sociale SIPS su Cinghiale, sono stati riconosciute svariate migliaia di soggetti fino all’estate scorsa. A luglio 2018, tra Avellino e Salerno, sono stati riconosciuti più di 300 Segugi Maremmani, segno evidente di una forte presenza della razza su tutto il territorio. Solamente nel 2017 vennero iscritti circa 4000 cuccioli di Segugio Maremmano ai Libri dell’ENCI. Ad aprile 2017 la FCI riconosce ufficialmente la razza Segugio Maremmano. Ad ottobre 2018 viene assegnato il numero di standard FCI. Un futuro di grande successo internazionale attende, quindi, il nostro fantastico SEGUGIO MAREMMANO. Vincenzo Ferrara Presidente Società Italiana Pro Segugio

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IL LUNGO CAMMINO DELLA STANDARDIZZAZIONE E DEL RICONOSCIMENTO Le prime notizie dell’esistenza della razza Segugio Maremmano sono riportate su libri della seconda metà del ‘800. Nei “Racconti di Caccia” del Niccolini si parla di ausiliari ottenuti da incroci tra Segugi e Cani da pastore, soggetti che si erano rivelati molto adatti per la caccia del cinghiale e molto adeguati alle condizioni ambientali della Maremma. Si passa, poi, ai primi anni del ‘900, con tante foto di caccia al cinghiale in Maremma sulle quali vengono mostrati dei Segugi molto simili all’attuale Segugio Maremmano. Altre foto riguardano il ventennio fascista, con foto di un mitico viaggio in treno dei cacciatori Maremmani che con i cani a seguito vanno a mostrare l’attività tipica delle loro zone: la caccia al cinghiale con i segugi. Nel dopoguerra ci sono stati i primi tentativi di standardizzazione, con raduni svolti dalla Federcaccia, con le prime raccolte di dati e caratteristiche della razza. Tante foto che dimostrano chiaramente che il nostro Segugio non era tanto differente dagli attuali soggetti di oggi. Si trattava, più che altro, di quei soggetti che si erano distinti particolarmente nella caccia al cinghiale, ottenuti, il più delle volte, da accoppiamenti tra soggetti con caratteristiche attitudinali eccellenti. Il Presidente storico della SIPS, Mario Quadri, sollecitato dai cacciatori e anche dai dirigenti della Federcaccia, in quegli anni (‘60) comincia ad interessarsi alla razza e ad abbozzare uno standard che descriva il Segugio Maremmano. Moltissime difficoltà si frappongono per il riconoscimento ufficiale della razza in Italia. Solo nel 2004 l’ENCI istituisce il Libro aperto, da quel periodo ad oggi sono stati svolti circa 300 raduni della SIPS nei quali ogni volta venivano inseriti nei registri dell’ENCI parecchie decine di soggetti di Segugio Maremmano. Una svolta decisiva per il riconoscimento si è verificata durante la presidenza della SIPS di Giancarlo Bosio che ha sostenuto fortemente l’idea che il Segugio Maremmano avesse tutte le caratteristiche per diventare una razza. Vincenzo Ferrara Presidente Società Italiana Pro Segugio

PALLINO Segugio Maremmano di Mazzoni (1967)

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