I Nostri cani - novembre 2016

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La cinegetica in montagna tra caccia e ricordi

Il racconto della coturnice Il cacciatore ha due vite: quella delle azioni e quella dei ricordi; a me rimane, data l’età, soprattutto quest’ultima e ringrazio pertanto l’infaticabile, carissimo Claudio Lombardi per averi strappato ad essi proponendomi una “chiacchierata cinegetica”. “Chiacchierata” letteralmente vuol dire “conversazione amichevole” e la mia non sarà che questo; se poi, servirà da spunto per portare un sassolino che possa favorire la sopravvivenza della nostra coturnice, il sottoscritto non potrà che gioirne perché, si sa, parlare è bello ma agire è meglio. Durante l’esercizio sano e gagliardo dell’“ars venandi” i veri cacciatori si ispirarono a tre precetti: poesia – fatica- galateo cinegetico. Il fascino della montagna è tale che fa del cacciatore di coturnici un cacciatore-poeta; non è automatico per tutti ma per molti è così. FATICA: nella caccia come nella vita…, incundi acti labores: è dolce ricordare quello che ci costò molta fatica.

GALATEO CINEGETICO Nella pratica dell’arte cinegetica con il cane cerchiamo soprattutto sensazioni ed impressioni estetiche, rispettiamo le leggi dell’uomo e quelle della Natura, ripudiamo il concetto-scopa (non è il numero che ci fa cacciatori) e pensiamo al piacere del domani. Esaurito il preambolo, passo a delineare l’identikit del cacciatore di coturnici. Il cacciatore di coturnici è un forte camminatore di montagna che possiede un cane da montagna: tutto qua. Ha polmoni d’acciaio e piede sicuro, incede calmo ma all’occorrenza è veloce, è paziente, tenace, ha nervi saldi e una resistenza a 54

tutta prova; una sorta di superuomo, dunque… no, fisicamente uno come tanti però “qualcosa” di speciale lo ha: una passione tanto grande da trasmettergli una voluttuosa febbre che dura tutta la vita; clinicamente lo si definirebbe affetto da “coturnicite acuta”: è questo soffio divino che lo fa super. Chi non possiede tale bagaglio in alta montagna non sale o, se ci prova, presto si stanca, s’affanna, si sgomenta, scende e non ci torna più.

IDENTIKIT DEL GRANDE CANE DA CACCIA IN GENERALE È l’ausiliare che sa interpretare al meglio la volontà del padrone durante l’esercizio dell’attività venatoria. Nel dettaglio, quello da montagna: ben costruito e di forte fibra, dotato di ardore cinegetico e buon olfatto, intelligente, audace, infaticabile, obbediente ed astuto; duro di piede, maestro delle guidate, delle girate e del recupero. CARTA D’IDENTITA’ DELLA NOSTRA COTURNICE In Italia sono presenti 3 tipi di coturnici, simili tra loro: la alectoris gracca gracca – la nostra appenninica la alectoris gracca saxatilis – abitatrice di Alpi e Pre Alpi la alectoris gracca withakeri – siciliana, un po’ più piccola. BREVI CENNI DISTINTIVI – AMBIENTE, ECCETERA ECC. I COLORI: su un fascinoso bianco - cenere - rosa a bande nere, un elegante “girocollo” nero a mò di collana; becco e zampe rossosangue. AMBIENTE: vastissime località sassose e soleggiate con presenza di radure e cespugliati, pietraie, strapiombi ecc. ecc., boschi e/o pinete a quote più basse.


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I Nostri cani - novembre 2016 by ENCI - Ente Nazionale Cinofilia Italiana - Issuu