I Nostri Cani - novembre 2015

Page 20

Una razza che conquista nuovi ammiratori

Il Bracco Francese la storia e il futuro

Si caratterizza per aspetto piacevole, carattere espansivo e spiccato senso del selvatico. L’attività del “club” 20

L

e origini dell’attuale Bracco francese ci portano molto lontano, sino al XVII secolo, ancor prima della creazione del Pointer inglese. Già allora, infatti, Selincourt e anche Espinar ne parlavano: quest’ultimo in particolare descriveva “un bracco di piccola taglia della zona pirenaica che velocissimo galoppava sulle pietre quasi volare su di esse”. Originario del sud ovest della Francia, fu utilizzato da Gaston Phoebus, Conte de Foix. Non si ritiene pertanto, come molti pensano, che questa razza sia stata selezionata partendo dal Pointer inglese. In realtà testimonianze scritte indicano che i capostipiti del “fermatore per eccellenza” erano antichi bracchi introdotti in Inghilterra nel 1713 da ufficiali britannici reduci dalla Guerra di successione spagnola, tra i quali anche cani della zona pirenaica. In Francia la selezione di questa razza ha fatto si che si creassero due differenti tipi: il Pyrénées, originario appunto della zona centrale dei Pirenei, più piccolo e nevrile, ed il Gascogne dal sud ovest della Francia, di mole più importante e meno veloce. Da sottolineare con particolare importanza è la storia di questa razza nella sua evoluzione in Italia, dove il Bracco francese, (soprattutto nella varietà Pyrénée di piccola taglia), ha trovato terreno fertile e sapienti allevatori che ne hanno valorizzato le qualità morfo funzionali e potenziato la selezione zootecnica con ottimi risultati, riscontrati poi dall’utilizzatore del nostro Paese. Fino all’anno 2003 la presenza di questo cane in Italia è stata veramente esigua, con limitatissime importazioni e poche cucciolate prodotte dall’allevamento italiano. Con l’avvento del nuovo e corrente millennio, esattamente verso la fine del 2002, Marco Ragatzu, Antonino La Barbera e Filippo Segato hanno fondato il primo sodalizio in tutela della razza in Italia, che dal 2006 ha visto anche il riconoscimento dell’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana. Il Club Italiano Bracco Francese inizia una concreta produzione ed una oculata selezione zootecnica per la tutela e promozione della razza nelle due varietà distinte. L’Associazione è guidata dallo scrivente che ne è stato il primo Presidente, con al suo fianco il Vicepresidente Antonino La Barbera ed il Segretario Filippo Segato. Il lavoro svolto ha garantito la continuazione di quell’opera che ha portato ai giorni nostri la razza in continua espansione ed incremento, mantenendo e migliorando le qualità che la caratterizzano. In soli pochi anni è stato possibile creare delle “famiglie” , (più che linee di sangue), con un livello molto basso di consanguineità tra di loro, che hanno garantito un ottimo grado qualitativo ed una futuribile continuazione di esso. Partendo da pochi soggetti importati in principio, (parliamo della varietà tipo Pyrénée), si è cercato di indirizzare la selezione nella direzione del soggetto ideale dettato dallo standard di razza: cani leggeri, veloci e di buona potenza olfattiva, venatoriamente validi e con particolari predisposizioni all’addestramento. Tra gli “Ancestor”, (i capostipiti delle “famiglie” italiane), sono da ricordarsi Okà du Mas du Diable, Rolaf du Vallon de Beaudini, Lidò e Lip de Saint Gens, Ondine de la Suveliere, Rip de Saint Gens, Solo du Domanine de Pontfrac, e Unik du Milobre du Bouisse, dai quali si sono ottenuti Luna di S. Donato, Zita di S.Donato, Vascodellimoncello di S.Donato, Boscquu du Clos de Gaou, Buffon del Limoncello, Zeta del Sandalyon, Zac del Sandalyon. Da queste basi, grazie ad un oculato lavoro di colla-


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
I Nostri Cani - novembre 2015 by ENCI - Ente Nazionale Cinofilia Italiana - Issuu