Così nacque il più coinvolgente confronto fra setter e pointer
Coppa Europa, la leggenda In palio fra rappresentative nazionali sorse da un progetto di Giulio Colombo, Ernesto Coppaloni e del presidente del Pointer club francese. La prima edizione nel 1950 a Bolgheri vinta dall’Italia La grande cerca è esaltazione, sublimazione della caccia, è armonia e sinfonia che solo gli eletti sanno apprezzare”. Ernesto Coppaloni, 1966
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oppa Europa ha il fascino del ricordo e l’emozione dell’attualità. Terribile nell’attesa consuma nel turno le speranze d’un anno e imprime nella storia il nome della nazione sul podio relegando la seconda a prima delle ultime. Ripercorrerne le vicende è incontrare conduttori che hanno impreziosito la cinofilia e rivedere trailer che continuano ad onorarla nei figli e nipoti dando vigore a nuove genealogie. Ed è l’unica maniera per esaltare la vita. Fu immaginata per una sfida fra i grandi inglesi ed avrebbe dovuto, anno dopo anno, sancire supremazie o creare nuovi miti su coppie di starne innamorate nel grano ancora tenero. I capolavori di William Arkwrigt ed Edward Laverack si contendevano - e continuano ancore oggi a farlo in duelli senza fine l’universo della grande cerca che per loro significava reperire grouse e forcelli d’Inghilterra e Scozia e si sviluppò poi come ogni nazione importatrice e suoi selvatici pretendeva. Belgi e Francesi prima che Italiani si dedicarono alle pernici com’eran dette un tempo le starne nate libere e destinate a morire nei calanchi o nelle pianure. Confermarono che solo la natura è tanto geniale da creare due razze indirizzate al medesimo scopo ma fra loro tanto differenti. Il pointer è l’icona della fierezza e il simbolo dell’aggressività, della bellezza essenziale e dell’agonismo dei forti, il setter t’avvolge in un’ombra lieve, galoppa e sembra siano refoli di vento a sospingerlo nella danza della cerca. Richiama ad un mondo che ha il fascino delle forme e
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dell’armonia: compare e sparisce in lacet sempre più lontani e labili tantochè paion fatti d’ombre e se accade il miracolo di guidata e ferma ti suscitano l’immagine del silenzio. Ci fu allora chi progettò incontri fra i paladini delle due razze e non destò stupore che l’idea fosse sposata da francesi e tedeschi, stirpi in cui, nelle tribù fino ai giorni di Carlo Magno, per risolvere le controversie si affidavano le sorti ai duelli fra i più valorosi e chi vinceva estendeva la vittoria alla sua gente. Poi le bombe ed il crepitio dei mitra scavarono trincee nelle terre e nella coscienza dei popoli. Tornò la pace, perché così deve accadere dopo ogni combattimento … Ritornò la voglia di costruire per cancellare ogni rovina. Riprese il galoppo di setter e pointer perché la vita non si ferma. Fu in quei giorni che alcuni - fra cui Giulio Colombo – progettarono un confronto fra nazioni
Gian Mario Anelli con i suoi due campioni, vincitore di Coppa Europa 1982
e con protagonisti i paladini- ecco la storia che rivela la sua meravigliosa continuitàdelle due razze. Le rappresentative avrebbero fatto garrire insieme per due giorni le bandiere e alla cinofilia santificare l’avvenimento nell’amicizia. In pochi ebbero l’intuito di strologare che Coppa Europa avrebbe potuto diventare un crogiolo della selezione: la verifica di campioni e la conferma di capostipite. Come accade ancor oggi. Ma a rilegger quei nomi, da Diva del Tidone a Crismani Cora, Or del Cecina, Clastidium Clark ed Islo, Ticinensis Cruyft, Arno di Valdidice, Bouvard del Cerano, Jaga del Veronello, Zar degli Oddo e tanti altri ti par di esplorare le vie più autentiche di setter e pointer. E non puoi non pensare che senza la “Coppa” con tutto il corollario delle selezioni,