La platea de La Tollara durante l’elogio al grande cinofilo
Ricordando Giulio Colombo
La commossa prolusione di Franco Malnati in memoria del grande cinofilo
Fu un’epoca quella di Colombo, nella quale Solaro, Caielli, Coppaloni, Rautiis, Radice, Cavalli, Saladini, Ammannati, Ciceri, Corteggiani e tanti altri ancora già erano dei giganti. In un momento storico nel quale la caccia ed i terreni per prove avevano ancora esistenza felice, lo sport ed i gentlemen sovrastavano il professionismo. La cinofilia era praticata per lo più da benestanti personaggi di alta cultura. In questo contesto Giulio Colombo dedicò la sua vita e le sue notevoli sostanze, alla caccia, all’allevamento ed alla cinofilia. Nato a Milano il 26 Novembre 1886 si trasferì, dopo gli studi a Varese, già contagiato dalla passione cinovenatoria dallo zio materno di Lambrate. Varese e dintorni furono la culla per la sua passione. In S. Ambrogio Olona acquistò una villa che gli permise di allevare ed ospitare i suoi gioielli che seppur di sangue eccelso e vincitori di numerose prove, egli condusse costantemente anche a caccia. I monti della Martica, del Campo dei Fiori, del Forte di Orino erano ricetto di coturnici. La dorsale tra Casciago e Gavirate era la patria per beccacce nei mesi di Novembre e Dicembre; erano questi i territori anche di Adelio Ponce de Leon. Colombo scelse bene e i suoi piedi calcarono questi luoghi dimostrando già fin da allora che Setter e Pointer non erano fatti solo per i “biliardi” della terra di Albione. Gigante tra i grandi G. Colombo ebbe modo di imporsi e di evidenziare la sua grande poliedricità in tanti campi atti-
nenti, e non, la cinotecnia venatoria. Gli argomenti di Colombo, ancorché ancorati a quel momento storico, furono di una lungimiranza incredibile, tanto che per la maggior parte risultano essere ancora oggi attuali. L’amico compianto don Rino Dossena ebbe la fortuna di essere vicino a Giulio Colombo e che con molta umiltà si ritenne “ultimo dei suoi discepoli”, don Rino che lo conobbe a fondo anche nell’intimo dell’anima, così ebbe felicemente a descriverlo: “l’artista della cinofilia italiana, l’umanista, l’esteta nato dei rings e dei campi di gara il definitore del trialler, della grande cerca e di Coppa Europa, il provvedutissimo e spericolato mattatore di tutto lo scibile cinotecnico e venatorio”. Giulio Colombo, ancor prima di dedicarsi totalmente alla cinofilia ed alla caccia, si laureò, giovanissimo in giurisprudenza presso l’università di Friburgo. Iniziò il suo allevamento di S. Ambrogio con i Bracchi italiani con affisso D’Olona. Fu con Paolino Ciceri e prima ancora nel tempo (1909) tra quelli che ebbero l’intuito e la passione che si poteva fare cinofilia e caccia anche con la razza nazionale nostra. Nel 1923 intraprese il suo allevamento di Settes inglesi con l’affisso di “Nice Style” con la setter Daisy di Varese che acquistò da Ercole Ticozzi; nacquero poi i celebrati Giulio, Claire coperta da Spleen DI Pilade Carbone, quindi Wanda e tanti altri. In quegli anni, il flagello degli allevamenti era il cimurro che infierì anche in quel di
Varese; così molti sforzi e buoni propositi finirono nel nulla. Nel 1934 importò dall’Inghilterra Lingfield Mistic, segnalato da Ortali, dopo che aveva colà vinto il Derby e quindi Lindfield Ila e Lingfield Puma. Nice Style Star, nata il 7/4/29 che Colombo donò all’avvocato Cavalli fu famosa e capostipite dell’allevamento del Rovere. Si interessò con passione anche alla razza pointer e negli anni 20 acquistò Alalì Po di San Gaudenzio e importò Good Steel Rock, grande beccaccinista, Whisky of Bruxelles e Blackfield Fast dell’allevatore Waldemar Marr. Successivamente per motivi politici, nel 1938 ritenne opportuno cambiare l’affisso del proprio allevamento con quello “Della baita”. Combo fu prima cacciatore e poi cinofilo. Sue furono le famose riserve della Cattanea e della Calderona. Tiratore eccelso, gareggiò nella disciplina di tiro al piccione con gli allora campioni Giussani e Buttafava. All’età di 23 anni perse un braccio in un incidente di caccia, ma ciò non gli impedì di primeggiare in ogni attività e disciplina. Allevatore di varie razze come abbiamo visto fu giudice ufficiale dell’ENCI allora Kennel Club Italiano; giudice internazionale di prove sul terreno per cani da ferma, da cerca e da tana; giudice da esposizione per tutte le razze; presidente dell’ENCI, presidente della Federazione Cinologica Internazionale, autore di parecchi libri sulla caccia tra i quali: “Divagazioni sul 45