INC luglio/agosto 2011

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i nostri

Cani

Anno 57 num. luglio 2011

conservate di fronte alla constatazione della resa, del collegamento, della duttilità. Eppure la scelta diversa non è mai man­ cata, sia che ci si volesse orientare sulle maggioranze o su altre minoranze canine. Perché non hanno mai cambiato? Anche questa è una domanda che bisognerebbe porsi ogni tanto. Fascino dell’insondato, e forse di preziosi ceppi da lavoro finiti in nicchie dimenticate, circoscritto godi­ mento di pochi inconsapevoli fortunati. Lo racconta anche un quadretto dell’esimio Felice Steffenino, nel suo “Starne e altre cacce”. Il Gordon ha una lunga storia, sia in patria che in Italia. Una storia che, contraria­ mente al solito luogo comune, non si perde nella “notte dei tempi”, ma è ben chiara e documentata. Ha il fascino della leggenda (pur essendo realtà) in patria con la saga del kennel Crafnant di George Burgess, ed ha il fa­ scino delle vecchie cronache cinofile na­ zionali con il primo CAC di un Gordon (Star de Lieuran, su beccaccini, anno 1928) in Italia e i turni su quaglie con il Gordon Nord di Loano (condotto da Cappa e di proprietà del Dott. Gino Pollacci, Autore della prima pubblicazione sul Gordon in Italia) e la setter Ticinensis Mara (allevata da Antonio Ridella, di proprietà del Dott. Rettanni e condotta da Angelo Semino, anno 1955). Cinofilia d’altri tempi. Che però fa il bel paio con la cinofilia di oggi, con i risultati che la “new-wave” italiana del Gordon re­ gistra nelle prove da una trentina d’anni a questa parte, quando a fare il CACIT su beccaccini (appena pochi mesi fa) è un attualissimo e giovane Gordon di Marchetti, quando i Gordon di Gualtiero Quaglino vincono la Coppa Europa di razza e quando una giovane Gordon (alle­ vata da Luigi Taina e condotta da Quaglino) partecipa al Derby e gioca alla pari con gli altri inglesi. Fascino dei ricorsi storici? O delle correnti di sangue giuste e della co­ noscenza vera della razza? Il setter Gordon, cane noto e poco cono­ sciuto al tempo stesso. Elegante nel man­ tello nero-focato. Intrigante nelle posture vagamente equine di certi maschi impor­ tanti. Particolare nel carattere “suo”, da capire, da entrarci in sintonia. Discreto, non plateale, intimamente comunicativo nel legame con il “suo” cacciatore. Il fascino del Gordon va cercato dentro se stessi, e negli occhi del cane. Prima che nella coda corta e a punta, nel torace cerchiato e nell’andatura (eterno oggetto del contendere), il Gordon vero si fa riconoscere dallo sguardo. Denso, inda­ gatore, discriminatore verso chi ha di fronte. Tollera ma non fa sconti. Ci di­ sturba che il nostro cane da caccia ci va­ luti?

Fascino della biodiversità? Oggi il valore della biodiversità viene esaltato e cele­ brato (l’anno appena trascorso, il 2010, è stato intitolato alla biodiversità), e dunque le minoranze sono una ricchezza. Anche il setter Gordon, quantomeno per i caccia­ tori, i quali, essendo essi stessi una mino­ ranza, dovrebbero ben capire il valore della conservazione. Con un occhio allo spazio e al numero di battute, il passaggio veloce a volo radente su quello che può o potrebbe essere il fa­ scino del setter Gordon termina qui. Ma se ne può sempre riparlare. La passione per la razza forse ha preso un po’ la mano, ma caccia e cinofilia che altro sono se non passioni compagne di un fa­ scino? Roberto Aguzzoni

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ASPETTO GENERALE: Cane che ha della classe, costruito per il galoppo, e che ricorda, per la sua costruzione, il cavallo da caccia (Hunter) capace di portare pesi. La sua conformazione deve essere armoniosa in tutte le sue parti. COMPORTAMENTO – CARATTERE: Intelligente, capace e dignitoso. Audace, estroverso, di temperamento gentile ed equilibrato.

Setter Gordon oggi: diversi soggetti in ferma

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