Monografia Egitto

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I mercati surreali della THAILANDIA ittici del Paese. In realtà, a voler essere pignoli, bisognerebbe partire proprio da Samut Sakhon che, pur non essendo una località turistica, è molto interessante da visitare. L’odore del pesce viaggia nell’aria, è quasi nauseabondo, ti entra nella pelle, oltre che nelle narici. Ma un giro nel mercato locale è d’obbligo, come sarebbe d’obbligo stazionare sui moli la mattina presto, per osservare le barche che tornano dal mare aperto e i pescatori che scaricano le fatiche di una notte di lavoro. Dalla stazione di Samut Sakhon si prende, per pochi bath, il treno che in quasi tre ore collega la costa a Maeklong, dove si arriva a metà mattinata. A Maeklong, il piccolo convoglio attraversa una fila di edifici collocati a ridosso delle rotaie. Anzi, ad essere precisi, le costruzioni stavano lì prima che fosse costruita la ferrovia. Come il mercato. Ma nessuno ha pensato di “delocalizzarlo”, tanto che problema c’è? Si spostano i venditori al passaggio del treno, si aprono come il Mar Morto con Mosè, per richiudersi subito dopo. Nessuno si scompone, è un rituale quotidiano al quale tutti sono abituati. Al fischio del treno, che comunque percorre il tratto finale prima della stazione a passo d’uomo, i venditori fanno letteralmente un passo indietro. Si ripiegano le tende, come le capote delle spider, i banchi vengono fatti scorrere indietro su piccoli binari, giusto lo spazio per far passare il convoglio, mentre le ceste piene di pesce e di ortofrutta rimangono fra le rotaie, superate millimetricamente dal pianale dei vagoni. Poi si rioccupa lo spazio, come se nulla fosse, per ripetere l’operazione quando il convoglio torna indietro. Per otto volte al giorno i venditori fanno questo avant-arrière, una prassi normale che provoca solo la curiosità dei turisti, che ormai giungono sempre più numerosi ad osservare questo insolito fenomeno, tanto che molti tour operator hanno inserito nei propri programmi una trasferta a Maeklong. Oltre al pesce, a Maeklong si possono trovare tutti i prodotti ortofrutticoli della zona, per non parlare delle svariate varietà di insetti (cavallette, lombrichi, scarafaggi) che a

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noi fanno orrore, ma che per molti thailandesi sono cibo prelibato. In questo market trip vale la pena di allungare di un’altra ora il viaggio, per raggiungere, un po’ più a nord, Damnoensadouak, dove si tiene un altro mercato molto caratteristico. Invece che sulla terraferma, questo si tiene sull’acqua, all’interno di un groviglio di canali sui quali galleggiano un’infinità di piroghe cariche di ogni genere di mercanzia. Sono soprattutto le donne a tenere banco, accovacciate in mezzo ai prodotti esposti sul fondo piatto delle imbarcazioni. Si arriva in barca, ovviamente, sui cosiddetti “long-tail”, le lunghe piroghe dal motore potente con un lunghissimo albero motore, guidate con piglio sportivo da giovanotti tanto esperti quanto spericolati. A Damnoensadouak si scende, e si comincia a contrattare con il coltello fra i denti con i venditori, che contemporaneamente remano, prendono la merce, discutono con gli avventori, afferrano i soldi e danno anche il resto, dando prova di un equilibrio circense. Un latte di cocco per rinfrescarsi e riprendersi dall’umidità della giungla, e si torna a Bangkok, per chiudere in bellezza con il Suan Lum Night Bazaar, l’immenso mercato notturno dove si poteva trovare ogni genere di mercanzia, generalmente di bassa qualità, a cominciare dai falsi, ma dove era possibile concludere buoni affari. Parliamo al passato perché adesso il mercato è stato chiuso, al suo posto sorgeranno uffici e complessi residenziali. L’area era di proprietà della Corona, che ha pensato bene di monetizzare rendendola edificabile. Ma non si dovrà aspettare molto, per poter di nuovo tornare a bazzicare il colorato assembramento di banchi. Alla fine del 2012 il mercato, che si chiamerà Ratchada Night Bazaar riaprirà i battenti a Ratchadaphisek Road, dall’altra parte del Chao Phraya, il limaccioso fiume che attraversa la città.•

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