Il Geometra Bresciano - n.6 del 2013

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IL GEOMETRA BRESCIANO

Anno XXXVIII N. 6 novembre-dicembre 2013

Rivista bimestrale d’informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia con la collaborazione dei Collegi delle province di

Lodi Mantova Sondrio

Spedizione in a.p. 70% - Filiale di Brescia

Contiene I.R. e I.P.

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IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia

Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli.

Direttore responsabile Bruno Bossini Segretaria di redazione Carla Comincini Redazione Raffaella Annovazzi, Lara Baghino, Stefano Benedini, Nadia Bettari, Laura Cinelli, Alessandro Colonna, Mario Comincini, Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio, Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Franco Manfredini, Giuseppe Mori, Fulvio Negri, Matteo Negri, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Giovanni Platto, Valeria Sonvico, Marco Tognolatti, Simonetta Vescovi, Giuseppe Zipponi Hanno collaborato a questo numero Beppe Battaglia, Andrea Botti, Federica Gozio, Tommaso Marangoni, Giovanni Porto, Fulvio Rivadossi, Franco Robecchi, Roberto Vincenzi

Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Editing, grafica e impaginazione Francesco Lonati Fotografie Studio Eden e Francesco Lonati Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Malta 10 - 25125 Brescia Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031 Stampa IGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia) Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20 Di questa rivista sono state stampate 8859 copie, che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia, Lodi, Mantova, Sondrio. N. 6 - 2013 novembre-dicembre Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Brescia Associato alI’USPI Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

Sommario

EDITORIALE - Riflessioni finali sulla tornata elettorale appena conclusa 2 I risultati elettorali evidenziati secondo le liste presentate 5 INTERVISTA - Commissioni rinnovate e le novità del Consiglio ai suoi primi passi 6 DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Contenuti formativi essenziali per i corsi di formazione alternativi al praticantato 12 DALLA CASSA - Riunione del Comitato Delegati CIPAG del 26-27 novembre 16 DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Geometri in aiuto ai Comuni dell’Ovest bresciano per l’aggiornamento del Catasto 18 Ecobonus prorogati a fine dicembre 2014 in otto punti 26 Acquisto della prima (o seconda) casa. Ecco cosa cambia dal prossimo gennaio 27 Associazione Geometri di Valle Camonica. Sinergia con il Comune di Breno 28 A Riva del Garda la XVII Conferenza ASITA 30 Calamità e gestione comunale dell’emergenza. L’esperienza salodiana 32 L’invito del Collegio rivolto agli iscritti a far parte delle Commissioni 36

marzo 2013 n. 59

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GEOLOGIA - Impianti geotermici a bassa entalpia 60 AMBIENTE & BIOEDILIZIA - Un esempio di risanamento energetico con riscaldamento a pompa di calore 64 TECNICA - Geografia litica: pietre pugliesi 70 CTU - I dati importanti da inserire nel frontespizio delle perizie dei CTU 76 MEDIAZIONE - Cause condominiali: è l’Amministratore che deve partecipare alla mediazione 78 CONDOMINIO - Notizie utili per il condominio 79 CULTURA - Brescia e Lodi: la Lombardia che ha anticipato Expo 80 RECENSIONI - Piazza della Loggia. Il tempo degli uomini, il cuore della città. Strenna 2013 86 Novità di legge Aggiornamento Albo

88 90

SCUOLA - Esami di Stato 2013. Le due prove scrittografiche 38 Esami di Stato. I risultati della sessione 2013 40 LEGALE - Compensi aggiuntivi all’Amministratore del condominio 41 URBANISTICA - Interventi edilizi ammessi alla detrazione IRPEF nella manutenzione e ristrutturazione 42 AGRICOLTURA & FORESTE - Il reticolo idrico: lo sconosciuto che avanza 46 CATASTO - Fabbricati rurali e sanzioni

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DAL COLLEGIO DI LODI - Autorizzazione Unica Ambientale: le novità del Dpr 13

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 2013/4 - 1


EDITORIALE

Riflessioni finali sulla tornata elettorale appena conclusa

Bruno Bossini

C

oncluse, come i nostri lettori ben sanno, le operazioni di rielezione del Consiglio Provinciale, sui cui risultati e già stato dato ampio risalto nel numero scorso della rivista, ed esauriti i clamori della campagna elettorale con l’insediamento del nuovo Direttivo e la definizione delle cariche, il nostro Collegio può ora iniziare la sua attività operativa. Quella che dovrà determinare le scelte e le strategie per la quotidiana operatività dei tremila e più geometri bresciani.

Vale la pena però, e lo facciamo con l’ausilio dei dati statistici fornitici dal Direttore Benedini e dalla solerzia della collega Laura Cinelli, di commentare e approfondire ancora una volta gli aspetti di novità e discontinuità che hanno caratterizzato l’elezione rispetto a tutte quelle che sinora l’avevano preceduta. Una così “netta” contrapposizione di programmi elettorali fra liste diverse e un così evidente aumento di partecipazione degli iscritti, sia al primo turno di consultazione elettorale che al successivo de-

terminante ballottaggio, non si era mai evidenziata, in termini così chiari – e ciò fa ben sperare per il prossimo futuro – in un maggiore interesse degli associati per tutto ciò che riguarderà la nostra professione di geometri. Sono numerosi gli spunti di riflessione che possono emergere dall’esame di detti dati; mi limito, in questa sede, a proporne tre. Cominciamo partendo dalle liste elettorali, che come sappiamo erano le seguenti: quella facente capo al Presidente uscente Giovanni Platto e le due che invece si

rispecchiavano nei due Consiglieri, pure uscenti, Nadia Bettari e Laura Cinelli. Analizzando le schede valideal ballottaggio (730) e distinguendo quelle con indicazioni uguali a quella delle liste rispetto a quelle con indicazione invece miste, risulta che hanno ricevuto : - lista Platto: voti 197 - lista Bettari: voti 89 - lista Cinelli: voti 60 per un totale di voti 346 (pari al 48% circa) - schede miste: voti 375 (pari al 51% circa) - schede nulle: voti 9 (pari al 1% circa)

21-30 anni

2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

31-40 anni

41-50 anni

61-70 anni

Ballott. 5 % - 37 votanti

Primo 4 % - 33 votanti turno

18 % - 131 votanti Ballottaggio

17 % - 139 votanti

20 % - 146 votanti Ballottaggio

51-60 anni

Primo turno

19 % - 155 votanti Primo turno

25 % - 182 votanti Ballottaggio

Primo turno

Ballottaggio

0%

Primo turno

5%

Ballottaggio

10%

Primo turno

15%

Totale votanti al primo turno: 815 Totale votanti al ballottaggio: 730

9 % - 66 votanti

20%

12 % - 98 votanti

25%

24 % - 195 votanti

30%

23 % - 168 votanti

24 % - 195 votanti

Percentuali e numero dei votanti al primo turno e al ballottaggio rispetto alle effettive affluenze

71-80 anni


EDITORIALE

Risulta, come prima considerazione, che più della metà dei votanti si è espresso per un “nuovo” Consiglio costituito da candidati di liste diverse e quindi di diverso indirizzo programmatico. E in questi casi è stata scelta, evidentemente, la persona più che la lista. Va detto però che l’elezione ha premiato solamente i candidati della lista Platto, e che quindi è stata largamente premiata la continuità dell’impegno e del lavoro del Consiglio uscente. Ma non è di poco peso che la maggioranza dei

votanti si sia espressa per un diverso equilibrio di forze nel futuro Consiglio direttivo. Non può quindi essere trascurata questa diffusa richiesta di un rinnovo più radicale nelle strategie e nei programmi operativi e degli indirizzo a favore della categoria.

M

a veniamo al secondo punto: l’età dei votanti e quella degli eletti. Esaminando la tabella che vi presentiamo a lato risulta che i votanti di età compresa dai 20 ai 40 anni, che rappresen-

tano la fascia più giovane della nostra categoria, sono stati 229 su 730 ossia circa il 32%, 1/3 degli elettori. Tutti gli altri elettori, quelli dai 41 agli 80 anni sono stati invece 501 circa i 2/3 del corpo elettorale. Tenendo conto dell’età dei nuovi Consiglieri e del fatto che gli eletti facciano tutti parte del gruppo più consistente degli iscritti, quelli meno giovani, significa, a mio parere, che le nuove leve di geometri, pur inserite fra i candidati, non sono stati premiati dal voto per almeno due ragioni: non sono conosciuti alla stra-

grande maggioranza degli iscritti e non hanno ancora potuto, o voluto, entrare a far parte dell’organizzazione del Collegio e delle sue commissioni operative per far valere appieno le loro idee. È auspicabile che nei prossimi quattro anni sia data loro questa possibilità e quali saranno i mezzi, e attraverso quali decisioni del nostro Consiglio. E saranno da loro colte le opportunità che ci auguriamo verranno loro date... di essere incisivamente partecipi nel rinnovamento che tutti auspichiamo, o continueranno a

Percentuali dei votanti divisi per circoscrizione di appartenenza Primo turno di votazione Ballottaggio

50%

40%

30%

24 %

27 %

46 %

44 %

16 %

18 %

13 %

22 %

27 %

31 %

28 %

24 %

22 %

25 %

28 %

26 %

33 %

39 %

21 %

11 %

18 %

29 %

27 %

31 %

19 %

10%

19 %

20%

TOTALE

Vestone

Verolanuova

Salò

Orzinuovi

Montichiari

Lonato

Iseo

Gardone V.T.

Edolo

Chiari

Brescia

Breno

0%

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 3


EDITORIALE La nota del Presidente 2013, anno da dimenticare, ma anche da ricordare l futuro si costruisce sul presente senza dimenticare il passato; anzi, facendo tesoro di quanto è accaduto, con le relative motivazioni e quanto è stato fatto per ovviare agli inconvenienti da poco trascorsi o tramandati dalla storia. La storia della nostra categoria la leggiamo gloriosa, tranne che negli ultimi decenni le cui iniziative politiche, burocratiche e giudiziarie hanno offuscato l'attività del geometra, abolendone addirittura il nome. Nome "geometra" che dovrà essere ripristinato in tempi brevi; nome che la società ha conosciuto, rispettato ed apprezzato. Non si distrugge ciò che funziona, ma si modifica ciò che non va. Non mi dilungo sull'argomento, avendone parlato e scritto più volte e che nell'immediato riprenderemo con più vigoria. Speravamo che nel 2013 cambiasse qualcosa in meglio, ma così non è stato; anzi, dal punto di vista economico, è parecchio peggiorato rispetto all'anno precedente, nonostante l'impegno profuso dai vertici di categoria sia a livello nazionale, regionale e provinciale. Oltre alle normative sulla scuola, sul fisco, che stanno mettendo in seria difficoltà il lavoro e reddito dei nostri studi

I

professionali, si aggiungano anche gli incagli e i danni causati dalla burocrazia sia a livello locale che nazionale. Pensiamo al futuro. Cambiamenti sono stati fatti e sono in essere nelle varie dirigenze di categoria: nazionale, regionale e provinciale. Speriamo che proposte innovative, nuovi impegni ed un più sereno dialogo, portino benefici a tutti i geometri e loro famiglie, senza dimenticare e sottovalutare quanto è stato fatto in passato. Nel 2014 mi auguro si possa dire "Passata è la tempesta, odo geometri far festa ... " . Con l'impegno di tutti, è mia convinzione, che ciò si possa avverare. Si avvicinano le festività natalizie e di fine anno: sono per me l’occasione per porgere gli auguri a tutti partendo dai miei consiglieri attuali e precedenti, consultori, iscritti all'Albo e non, collaboratori a qualsiasi titolo, nonché al personale del Collegio. Estendo l'augurio a tutti i Colleghi italiani e relativi Collegi con Presidenti e Consiglieri e, in modo particolare, alle nostre famiglie che tanto collaborano per l'affermazione del geometra. Con cordialità Giovanni Piatto

Lorenzo Lotto, Natività, Brescia, Pinacoteca Tosio-Martinengo

restare a colpa o no muti? È una legittima domanda che può essere la scommessa per il futuro della nostra categoria.

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ffrontiamo, infine, il tema della “territorialità” del voto, riflettendo per quanto possibile sui dati che ci offre la tabella che pubblichiamo, e 4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

sul perché nelle 13 circoscrizioni in cui è diviso il territorio della nostra provincia, sia avvenuto che al ballottaggio e prendendo i dati estremi, la Vallesabbia abbia “mandato” alle elezioni il 46% dei suoi iscritti, mentre la zona di Salò sia stata rappresentata solo dal 13% degli stessi. Un divario così rilevante fa emergere una

scarsa uniformità di interesse degli iscritti su un tema base come quello delle elezioni, che deve essere ed è il momento principe del possibile rinnovamento dei ranghi direzionali. Che sia ora di rivedere e riformulare le regole di individuazione dei Consultóri di zona, che peraltro potrebbero trovare più giovamento

da una più articolata ed operativa presenza sul territorio del Consiglio direttivo anche per questioni più operative e deliberanti? Può essere un’idea. Colgo l’occasione delle feste natalizie per augurare a tutti un buon, profiquo e felice anno 2014. ❑


EDITORIALE

I risultati elettorali evidenziati secondo le liste presentate Primo turno di votazioni Votanti 815 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45

Platto Giovanni Bellotti Armido Bellavia Giuseppe Zipponi Giuseppe Sala Gabriella Lissana Piergiovanni Piotti Dario Piergiovanni Abbiatici Roberta Fappani Paolo Bettari Nadia Este Angelo Orio Silvano Bonicelli Silvano Zanotti Riccardo Martinelli Corrado Luteriani Maurizio Cinelli Laura Fioretti Silvia Ziliani Irene Tomasoni Maria Pea Dario Di Schiena Lorenzo Annovazzi Raffaella Romagnoli Corrado Ghitti Paolo Guerini Amedeo Vacchi Giuliano Bernardi Federico Picchi Gian Mario Squassina Gianfranco Tomasoni Davide Baldassari Leonardo Antonini Manuel Cuter Claudio Baccarini Alberto SigurtĂ Matteo Agostini Mariano Franzoni Bruno Panzera Carlo Roselli Carlo Degani Paolo Carera Fabio Verganti Marco Baldo Claudio Bani Sandro

Voti 424 370 367 356 345 333 331 323 319 312 303 300 288 286 281 258 238 232 223 216 192 181 180 175 173 173 165 164 164 164 159 153 152 152 151 150 146 144 144 144 138 135 134 133 131

Percentuale 52,15 45,51 45,14 43,79 42,44 40,96 40,71 39,73 39,24 38,38 37,27 36,90 35,42 35,18 34,56 31,73 29,27 28,54 27,43 26,57 23,62 22,26 22,14 21,53 21,28 21,28 20,30 20,17 20,17 20,17 19,56 18,82 18,70 18,70 18,57 18,45 17,96 17,71 17,71 17,71 16,97 16,61 16,48 16,36 16,11

Secondo turno di votazioni (ballottaggio) Votanti 730 Voti 01 Bellavia Giuseppe 391 02 Bellotti Armido 382 03 Lissana Piergiovanni 369 04 Zipponi Giuseppe 355 05 Sala Gabriella 352 06 Abbiatici Roberta 348 07 Fappani Paolo 343 08 Piotti Dario Piergiovanni 342 09 Martinelli Corrado 334 10 Orio Silvano 333 11 Bonicelli Silvano 332 12 Zanotti Riccardo 322 13 Este Angelo 314 14 Luteriani Maurizio 289 15 Bettari Nadia 279 16 Fioretti Silvia 220 17 Ziliani Irene 191 18 Tomasoni Maria 190 19 Pea Dario 171 20 Guerini Amedeo 169 21 Romagnoli Corrado 169 22 Cinelli Laura 168 23 Di Schiena Lorenzo 166 24 Ghitti Paolo 166 25 Raffaella Annovazzi 153 26 Picchi Gian Mario 149 27 Squassina Gianfranco 148 28 Bernardi Federico 144 29 Tomasoni Davide 143 30 Vacchi Giuliano 138 31 Baldassari Leonardo 112 32 Roselli Carlo 110 33 Antonini Manuel 109 34 Cuter Claudio 109 35 Baccarini Alberto 107 36 Agostini Mariano 106 37 Degani Paolo 106 38 Carera Fabio 103 39 Panzera Carlo 103 40 Baldo Claudio 95 41 Franzoni Bruno 95 42 Verganti Marco 92

Percentuale 54,23 52,98 51,18 49,24 48,82 48,27 47,57 47,43 46,32 46,19 46,05 44,66 43,55 40,08 38,70 30,51 26,49 26,35 23,72 23,44 23,44 23,30 23,02 23,02 21,22 20,67 20,53 19,97 19,83 19,14 15,53 15,12 15,12 14,84 15,26 14,70 14,70 14,29 14,29 13,18 13,18 12,76

Lista PLATTO Lista BETTARI Lista CINELLI IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 5


INTERVISTA

Commissioni rinnovate e le novità del Consiglio ai suoi primi passi Con la distribuzione della cariche e le prime riunioni del Consiglio appena rinnovato si è aperta per il Collegio di Brescia una nuova stagione di impegno a favore della categoria. E proprio all’inizio d’un quadriennio, che si annuncia assai impegnativo su molti fronti – da quello normativo della professione a quello della scuola, da quello formativo della categoria a quello più strettamente economico –, abbiamo deciso di incontrare i confermatissimi vertici del Collegio bresciano, ovvero il presidente Giovanni Platto, il segretario Armido Bellotti ed il tesoriere Giuseppe Bellavia, per chieder loro di illustrarci i primi passi del nuovo Consiglio. Primi passi che, mentre leggete queste righe, si stanno già compiendo con la profonda rivisitazione dell’attività delle Commissioni del Collegio e la nascita di una Fondazione per la miglior gestione di tutto l’ambito formativo e di crescita della professione. Una ripresa dell’attività dopo il vivace dibattito e la grande partecipazione al momento elettorale che avviene mentre pure a livello nazionale inizia la sua azione un nuovo Consiglio profondamente rinnovato e con il cambio del presidente.

P

residente Platto vorrei cominciare dalle elezioni nazionali che hanno portato ad un radicale mutamento al vertice della categoria e la nomina del nuovo presidente Maurizio Savoldelli al posto di Fausto Savoldi. Un’elezione che ha determinato una profonda spaccatura nel Consiglio nazionale ed una votazione finale con sei consensi contro cinque. Aiutaci a capire cosa è successo. «Innanzitutto c’è da dire che la divisione al momento del voto per il presidente non è una novità per la nostra categoria – risponde il presidente Platto – ma è spesso figlia anche di scelte personali, di confronto tra personalità diverse, di polarizzazioni. Quel che conta mi pare sia il comune intento di lavorare per il bene della categoria. E le prime dichiarazioni di Fausto Savoldi, che ha invitato tutti a collaborare 6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

insieme per il bene della categoria, mi sono parse sincere e piene di buon senso.

Quanto alle ragioni del cambiamento, ho colto da molti incontri con gli altri presi-

denti la volontà di proporre una direzione più condivisa, una gestione più orizzontale della categoria in contrapposizione ad una guida, certo lungimirante ed efficace, ma per certi versi verticistica che ha segnato gli anni recenti. La critica al consiglio nazionale uscente si è sostanzialmente appuntata su una carenza di informazione e dialogo tra i diversi livelli della categoria, soprattutto su questioni strategiche come ad esempio il nuovo Regolamento, che è stato vissuto da molti come una scelta calata dall’alto, una proposta non aperta alla discussione, ma messa all’ordine del giorno con una secca alternativa tra prendere o lasciare». Ma perché la spaccatura è arrivata a dividere persino i due esponenti della


INTERVISTA Nella pagina di sinistra, da sinistra: il Direttore della rivista Bruno Bossini, il Segretario Armido Bellotti, il Presidente Giovanni Platto e il Tesoriere Giuseppe Bellavia. In questa pagina, il Presidente del Collegio geometri di Brescia geom. Giovanni Platto

Lombardia che al momento del voto si sono ritrovati su sponde opposte? «Io ed i colleghi della delegazione bresciana ci siamo fatti ripetutamente carico in queste settimane della necessità d’una posizione unitaria della Lombardia, la regione che rappresenta il 20% degli iscritti ed il 40% della contribuzione. E ci eravamo quasi riusciti convocando a Milano una riunione nella quale abbiamo presentato una sorta di programma della Lombardia come base per la rielezione dei vertici del consiglio uscente. Purtroppo però quella proposta non è stata accolta proprio dal presidente uscente che l’ha lasciata cadere». «Ciò che mi ha colpito in questi incontri con i presidenti dei Collegi di tutt’Italia – aggiunge il tesoriere Giuseppe Bellavia – è la critica serrata al Consiglio uscente non solo sulla mancata condivisione delle scelte strategiche, ma pure sulla incapacità d’essere incisivi come categoria sulle scelte politiche generali. Non solo come geometri non siamo riusciti a contare sulle grandi politiche governative, ma neppure nei ministeri e su questioni che la periferia ha più volte sollecitato. Quanto alle richieste del livello regionale, a quel programma della Lombardia che tutti i Collegi della regione condividevano, va detto che il Consiglio nazionale uscente non l’ha mai neppure preso in considerazione, soprattutto per le questioni attinenti il nuovo Regolamento. Eppure non si trattava di

questioni di poco conto o minoritarie: ad esempio sul tema della laurea del geometra, che proprio da Brescia è stata fortemente sostenuta, abbiamo raccolto consensi molto ampi anche durante l’assemblea autoconvocata dei presidenti che ha poi portato all’elezione del nuovo vertice». Da Roma a Brescia: è ormai agli ar-

chivi una tornata elettorale che ha fatto registrare un’alta partecipazione sia al primo turno sia al ballottaggio, tre liste fieramente contrapposte, un dibattito vivace ed a tratti aspro, una grande voglia di contare nella scelta degli uomini e degli indirizzi per la tutela della categoria… «E a differenza che a Roma – interviene Bellavia – è stata premiata la continuità: il voto ha esplicitamente avallato il lavoro fatto dal vec-

chio consiglio e ha chiesto che su quella strada si continui a camminare. Il voto dice che il Collegio funziona e gli iscritti lo apprezzano». «Io credo – aggiunge il presidente Platto – che si debba innanzitutto cogliere il valore positivo, la vitalità dimostrata dalla partecipazione di tanti colleghi alle elezioni (in un solo giorno al ballottaggio si sono recati al seggio più di 730 geometri!), il desiderio di molti di scendere in campo, di animare le tre liste, di discutere. Indubbiamente l’incertezza del risultato ha smosso l’interesse molto più quest’anno che in altre occasioni. E questa ripresa di attenzione per l’attività del Collegio, per il presente ed il futuro della categoria non potrà che portare nuova linfa alla nostra attività». «Sono anch’io convinto con il presidente della grande positività di questa mobilitazione elettorale e, con Bellavia, del significato imprescindibile di questo voto nel segno della continuità – interviene Armido Bellotti – E nella continuità c’è stato pure l’apporto di energie nuove, visto che è cambiato più o meno un terzo del Consiglio. Semmai a questo medesimo rinnovamento si poteva giungere con un po’ più di serenità, senza traumi in gran parte inutili se non dannosi. E soprattutto con comportamenti più lineari. È invece successo che alcuni consiglieri (che poi non sono stati rieletti), hanno sostenuto in Consiglio l’idea del listone e poi magari sono IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 7


INTERVISTA

corsi a formare proprie liste. Noi siamo stati quasi costretti a fare la nostra lista perché durante le riunioni di zona preparatorie all’elezione ci siamo accorti che già circolavano liste e programmi». «Belotti ha ragione – dice ancora Bellavia – un po’ più di coerenza da parte di tanti protagonisti di questi nostri confronti avrebbe giovato a tutti. E invece…invece – e così la dico tutta – apprezzo certo la partecipazione, ma mi permetto di aggiungere che il Collegio ha bisogno di aiuto disinteressato anche negli altri mesi dell’anno e non ci si può svegliare solo in concomitanza con le elezioni. Di più: non mi è piaciuto chi è sceso in campo a difesa di un interesse economico personale, così come non ho gradito che il

presidente nazionale si sia schierato apertamente per una lista piuttosto che per un’altra. Ma questa ormai è acqua passata...». Ma il fatto che siano rimasti fuori dal Consiglio tutti i rappresentanti di due liste, anche con un gruzzolo di voti non indifferenti, pone a vostro avviso problemi di rappresentanza del nuovo organismo di vertice del Collegio? «No – replica secco il presidente – un problema di rappresentanza non si può neppure porre perché in Consiglio siede chi ha ricevuto più voti e, dunque, quanti la maggioranza dei geometri bresciani ritiene idonei alla guida del Collegio. Detto questo aggiungo subito che c’è bisogno di tutti, della collaborazione di tutti anche perché le sfide che abbiamo dinanzi richiedono uno straordinario impegno. Inoltre l’impegno disinteressato a favore della categoria non è un’esclusiva del Consiglio e dei consiglieri ed anzi ci sono mille opportunità per dire la propria, contare e dare un contributo essenziale per la categoria nelle commissioni, intervenendo nelle scuole, partecipando all’organizzazione dei corsi…». «Penso proprio che il nostro Collegio non corre alcun pericolo sul versante della rappresentatività – aggiunge Bellotti – l’apertura ai colleghi è massima ed io mi attendo molto anche dai nuovi entrati in Consiglio. Sono energie fresche: mi aspetto da loro idee, progetti, inizia-

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INTERVISTA

tive così come è capitato in altre stagioni con tutti i nuovi arrivati». «Chi siede oggi in consiglio – interviene Bellavia – è forte dei voti che ha ricevuto e rappresenta pienamente l’intera categoria, rispettando la scelta di Consiglieri equamente esponenti dell’intera provincia. Le porte sono aperte e mi permetto di sostenere l’appello alla collaborazione che ha appena fatto il presidente, anche per consentire a chiunque lo vorrà di conoscere il Collegio, di vedere quanto la sua attività si regge su impegno e disinteressata dedizione. Una conoscenza si può avere anche venendo un pomeriggio in sede o partecipando ad una commissione e ciò eviterebbe a molti di parlare a sproposito d’un ambiente che non conoscono e non frequentano se non per le elezioni».

da un consigliere, che ha già tante altre cose da fare, ma da un collega esperto del settore che sia stimolo al lavoro e, insieme ai consiglieri, funga da elemento di raccordo con il Consiglio. Un esperto individuato dal presidente e dal Consiglio che abbia non solo le competenze adeguate nella materia specifica, ma sappia anche mantenere i rapporti con le istituzioni, sappia ascoltare i colleghi, sappia far lavorare il gruppo». È decisamente una grande novità… «Sì e non è l’unica dal momento che intendo anche istituire una nuova commissione per gli amministratori di condominio, un’attività specifica che vede all’opera moltissimi colleghi. Inoltre sul sito aggiorneremo i resoconti delle attività delle

Ecco: le commissioni sono probabilmente le articolazioni settoriali che possono consentire a molti di dare un apporto personale efficace all’attività del Collegio. Però non tutte hanno funzionato al meglio in questi anni… «Vero, verissimo – dice ancora Platto – Ci sono commissioni che hanno ben lavorato, altre che hanno fatto meno ed alcune che non hanno fatto nulla. Ed è anche per questa ragione che ho deciso di proporre al consiglio alcune novità proprio per le commissioni, a cominciare dalla guida. Io credo che le commissioni non debbano più essere coordinate IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 9


INTERVISTA

commissioni e non ci stancheremo mai di invitare tutti a parteciupare». E la commissione scuola? Fino ad oggi questa commissione era rimasta appannaggio del presidente, sarà ancora così? «Io penso che scuola e formazione debbano essere i temi sui quali dobbiamo impegnarci tutti, nessuno escluso. La scuola in particolare è la chiave del nostro futuro: senza scuola non ci saranno professionisti geometri domani e non mi stancherò mai di ripetere che è stato un errore madornale consentire il cambio di nome alla nostra scuola e veder così eliminato dai percorsi formativi il riferimento ad una professione che ha 10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

invece ancora un ruolo ben preciso nella società. Per questa ragione io ritengo che il lavoro della Commissione scuola è fondamentale per mantenere la nostra presenza nella scuola superiore, per affiancare i professionisti ai docenti di alcune materie tecniche nelle terze, nelle quarte e nelle quinte. Inoltre occorre entrare nelle scuole medie, dove ora l’accesso ci è negato, per farci conoscere da ragazzi e genitori che si apprestano a scegliere il loro percorso formativo. Su questo versante poi ho già proposto al Consiglio di dare vita ad una Fondazione che si occupi proprio di tutti i temi legati alla formazione ed alla scuola. Una fondazione di diritto privato

che possa muoversi agilmente senza limiti legislativi di un’istituzione come il Collegio, che si occupi non solo dei corsi per i praticanti e per la qualificazione maggiore dei professionisti, ma sostenga anche l’eccellenza, aiuti con borse di studio ed appositi progetti quei giovani che tra noi mostrano di voler progredire. Una fondazione che sappia tirar fuori il meglio dai nostri ragazzi, premi il merito e dia gambe ai loro sogni». «La Fondazione è una delle chiavi di volta dell’impegno che ci attende – prosegue Bellotti – insieme alla grande battaglia per recuperare il valore della parola geometra, fare in modo che anche nella comunicazione

generalista ne sia testimoniata la valenza, ne sia provata l’attività. La Fondazione è anche lo strumento migliore per superare tanti limiti istituzionali, fiscali ed economici, che ogni giorno incontriamo, per muoverci con più libertà e con più efficienza sul versante della formazione». Scuola media, scuola superiore: e l’università? Davvero pensiamo che sia praticabile la proposta del corso di laurea del geometra? «Non solo è praticabile, ma è l’unica possibile – risponde Platto – Lo dice la logica e ce lo impone l’Unione europea quando prevede ovunque la laurea per il tecnico professionista intermedio. E la cronaca di questi


INTERVISTA

frire il servizio formativo che la società chiede. Ed allora io dico che se la nostra categoria sarà in grado di garantire 50/60 giovani interessati ogni anno ad iscriversi a Brescia all’università del geometra, la Facoltà bresciana di ingegneria sarebbe ben contenta di apprestare i corsi proprio sulla base delle nostre richieste. Soprattutto se questi ragazzi fossero sostenuti nel loro cammino dalla nostra Fondazione».

ultimi anni ci dice che la soluzione non può essere una laurea breve in ingegneria, il cosiddetto ingegnere junior. Questa soluzione è stata fallimentare tanto per i geometri come per gli ingegneri. Occorre invece progettare, definire e costruire una laurea breve e magistrale del geometra, ovvero un corso nel quale – con un approccio non solo accademico, ma pure d’esperienza e di “laboratorio” sul campo – un giovane acquisisca le competenze, il saper fare del geometra». E se l’Università non fosse interessata ad aprire un corso con queste caratteristiche? «Anche l’università è alle prese con la crisi, deve of-

Ma non potrebbe essere più semplice seguire altre strade, ad esempio gli Ifts o gli Its… «Purtroppo gli Ifts non garantiscono il titolo di studio richiesto dall’Europa e gli Its sono troppo limitati: basta pensare che in Lombardia sarà attivato un solo Its per non più d’una ventina di posti all’anno». Parlando di università ha fatto discutere l’apertura del Consiglio nazionale ai corsi on line… «No, no, siamo seri. Quando noi parliamo di laurea del geometra pensiamo ad un corso d’impianto tradizionale, aperto certo a tutte le nuove tecnologie, ma dove il rapporto tra studente e docente non è affidato al video di un computer. Semmai la parte che ci interessa innovare è quella della concretezza dell’insegnamento, dell’abbinamento tra sapere e saper fare così tipico della nostra professione, oltre ovviamente all’insegnamento di quelle materie che sono peculiari della nostra categoria».

E questo corso universitario potrebbe valere anche come praticantato? Si parla da anni di riforma di questo istituto ma per ora si è visto ben poco. «Noi però non ci siamo limitati a parlarne. Insieme al prof. Negri abbiamo stilato una proposta che i lettori di questo giornale conoscono perfettamente e che è la nostra bibbia su questo tema. Si parla di alternanza tra ore in studio ed ore di corsi al Collegio (che la Fondazione potrebbe ampliare), di esami periodici per verificare e certificare la preparazione, di un percorso molto simile a quello che all’università porta alla laurea e che in questo caso porterebbe all’esame di Stato. E non penso che sarà difficile coordinare questi diversi elementi in un unico innovativo progetto di formazione che sia insieme post diploma e praticantato». Un’ultima domanda la riservo al segretario: cambierà qualcosa nell’organizzazione del Collegio? «Il Collegio di Brescia, mi pare di poterlo dire con orgoglio – risponde Bellotti – funziona e funziona bene. C’è un direttore efficiente ed un gruppo di impiegati di grande preparazione e dedizione. Si può sempre far meglio, ma non vedo all’orizzonte novità rivoluzionarie. Implementeremo Internet, cureremo maggiormente i rapporti con la periferia, faciliteremo l’interscambio di esperienze, moltiplicheremo ancor di più i corsi e la nascita della Fondazione ci aiuterà enorme-

mente anche sul versante organizzativo». La coda non può che essere con il tesoriere: novità in cassa? «Anche qui siamo solidi, economicamente sereni e pronti a sostenere ogni scelta che presidente e Consiglio prenderanno. Siamo nella miglior condizione possibile per dare ancor più sostanza ai programmi del Collegio a difesa ed a sostegno della categoria». Viste le difficoltà di molti colleghi, non pensate ad una forma di solidarietà che riduca la contribuzione, soprattutto per i giovani? «Non c’è una chiusura pregiudiziale, si può discutere di tutto. In bilancio è già previsto un fondo di solidarietà, peraltro appena incrementato, riservato però solamente a casi particolari per il sostegno di colleghi in estrema difficoltà; ma, per il momento, è stato deciso di non intervenire sul versante della riduzione della quota per l’iscrizione all’Albo, ricordando che per i giovani è già prevista un’agevolazione. Sicuramente verranno decise altre agevolazioni, riguardanti, ad esempio, la partecipazione ai corsi di formazione, ricordando che già le quote di partecipazione sono tra le più basse nonostante l’ottima qualità del servizio. Ripeto, se ci sono idee discutiamone». ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 11


DAL CONSIGLIO NAZIONALE

Contenuti formativi essenziali per i corsi di formazione alternativi al praticantato ( ) allegato A

Modulo A ore 144 compresa verifica finale Progettazione edilizia - Direzione lavori - Tutela ambientale Sicurezza sui luoghi di lavoro Durata minima docenze ore

01) Norme urbanistiche ed edilizie e norme tecniche per le costruzioni (Possibilità di erogazione e-learning) 4 02) Elementi di ergonomia – Redazione di progetto edilizio di fabbricati di civile abitazione, con fruibilità ampliata ed ecocompatibilità, a due piani fuori terra in muratura e muratura armata. – Calcolo delle strutture orizzontali e verticali anche con utilizzo di cemento armato. Possibilità di erogazione e-learning 8 03) Prova pratica di progetto edilizio di fabbricati di civile abitazione in muratura con elementi in c.a. 8 – Esame collettivo della prova svolta con attribuzione di valutazione; 4 04 – Redazione di progetto di fabbricato ad uso artigianale o terziario in muratura, muratura armata. Utilizzo di strutture prefabbricate in c.a. o metallo. Possibilità di erogazione e-learning 8 05 – Prova pratica di progetto edilizio di fabbricato ad uso artigianale o terziario anche con utilizzo di strutture prefabbricate in c.a. o metallo. 8 – Esame collettivo della prova pratica con attribuzione di valutazione. 4 06 – Redazione di progetto manutenzione ordinaria e straordinaria di unità immobiliari e di edifici esistenti Ristrutturazione, risanamento conservativo e adeguamento sismico. Allegati di progetto. Possibilità di erogazione e-learning 8 07 – Prova pratica di progetto di adeguamento energetico e sismico di un edificio di abitazione con almeno due piani fuori terra. Stesura della relazione tecnica e degli allegati 8 – Esame collettivo della prova pratica svolta con attribuzione di valutazione 4

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Durata minima docenze ore

08 – Certificazione energetica degli edifici di nuova costruzione caratteristiche degli impianti tecnologici e dei materiali costituenti l’involucro Possibilità di erogazione e-learning 8 09) Prova pratica di certificazione energetica di un edificio di civile abitazione. 4 – Esame collettivo della prova pratica con assegnazione di valutazione 4 10) – Procedure amministrative e burocratiche per l’ottenimento dei titoli autorizzativi (permesso di costruire DIA - SCIA). Valutazione dell’impatto ambientale. Relazione paesaggistica - Relazione delle strutture di calcolo. Come presentare un progetto. Possibilità di erogazione e-learning 8 11) – Il computo metrico ed estimativo delle opere da eseguire: procedure e scelta dei materiali da utilizzare. Procedure per l’appalto delle opere. Stesura del capitolato di appalto. Possibilità di erogazione e-learning 8 12) – Prova pratica di redazione di un computo metrico estimativo di fabbricati di civile abitazione a due piani fuori terra con due unità immobiliari. 4 – Esame collettivo della prova pratica con attribuzione di valutazione 4 13) – Norme per la sicurezza sui luoghi di lavoro con particolare riferimento ai cantieri edili. Valutazione dei rischi connessi ad ogni singola lavorazione. Redazione del Piano di sicurezza. Responsabilità e compiti del coordinatore in fase di progettazione ed esecuzione Procedure burocratiche obbligatorie Possibilità di erogazione e-learning 8 14) – Impianto del cantiere edile, accettazione dei materiali e loro prove di corrispondenza con le norma di capitolato. Organizzazione delle fasi di lavorazione e direzione dei lavori. Accettazione del rispetto delle norme di sicurezza. Responsabilità del direttore lavori. Procedure amministrative e burocratiche. Possibilità di erogazione e-learning 8


DAL CONSIGLIO NAZIONALE

Durata minima docenze ore

– Visita ad un cantiere edile in fase di esecuzione delle opere di scavo e di realizzazione delle fondazioni. 4 – Visita ad un cantier edile in fase di esecuzione delle opere in elevazione in muratura e c;a. 4 – Visita ad un cantiere edile in fase di esecuzione delle opere di finitura 4 15) – La contabilità delle opere eseguite per committenti privati e per la pubblica amministrazione. Procedure amministrative e burocratiche per la fine dei lavori. Richiesta di certificati di conformità dei materiali e degli impianti. Collaudo delle opere e delle strutture - Relazione di fine lavori. Richiesta del certificato di agibilità. Possibilità di erogazione e-learning 8 16) – Colloquio intermedio di verifica di apprendimento alla presenza del Direttore del Corso e della Commissione esaminatrice svolto anche per sezioni funzionali (8 candidati). 4

Modulo B ore 164 compresa verifica finale Attività topografiche - Geomatica - Aggiornamenti degli archivi e della cartografia catastale. - Attività peritale di valutazioni immobiliari - Consulenza tecnica - Mediazione e conciliazione Successioni e divisioni patrimoniali - Amministrazione di beni e di patrimoni immobiliari. Durata minima docenze ore

17) – Rilevazioni planoaltimetriche di aree con strumentazione tradizionale, determinazione di distanze e dati angolari. Calcolo e restituzione grafica con produzione di cartografia relativa. Metodi di rilievo. Calcolo delle coordinate. Caratteristiche degli strumenti di rilievo. Possibilità di erogazione e-learning 8 – Prova pratica di rilievo di un’area a forma irregolare con presenza di un fabbricato previa determinazione dei confini. 8 – Calcolo e restituzione grafica di quanto rilevato. Calcolo della superficie. Planimetrie, curve di livello e profili longitudinali. Esame collettivo del prodotto cartografico del rilievo e del calcolo. 6 18) – Determinazione di confini di area di proprietà pubblica e/o privata. Procedure, ricerca dei dati cartografici e degli elementi probatori e di diritto delle titolarità. Apposizione di termini, verbali di accordi con le proprietà confinanti. Determinazione delle coordinate dei punti. Servitù, usi civici e diritti reali. Possibilità di erogazione e-learning 8 – Prova pratica in campagna, riconfinazione e stesura di relazione 8 19 – Sistemi di riferimento. Strumentazioni e procedure per il rilievo satellitare. Determinazione delle coordinate secondo le caratteristiche delle strumentazioni utilizzate. Caratteristiche delle stazioni e delle apparecchiature. 8 – Prova pratica di rilievo di un’area effettuata con strumentazione GNSS. 8 – Trasformazione delle coordinate con esame collettivo dei risultati numerici conseguenti alle dovute verifiche e redazione dei relativi grafici. 4 IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 13


DAL CONSIGLIO NAZIONALE

Durata minima docenze ore

20) – Elementi di diritto. Il Codice civile. La proprietà. I contratti. I diritti reali e diritti di godimento. Le servitù. Gli usi civici. Distacchi e distanze. I regolamenti edilizi. Le norme igienico sanitarie. Le barriere architettoniche. Possibilità di erogazione e-learning

– Prova pratica di rilievo di unità abitativa con redazione della planimetria catastale e compilazione Docfa e determinazione della rendita. Simulazione di inoltro telematico. 6

8

– Prova pratica di redazione di un preliminare di acquisto/vendita di una unità immobiliare urbana. 4 21) – Archivi e cartografia catastale. Catasto terreni - catasto urbano. L’aggiornamento e la variazione dei dati catastali. Regole e procedure. Il frazionamento, il tipo mappale e il tipo particellare. Lo standard Pregeo. Possibilità di erogazione e-learning 8 – Prova pratica in campagna, frazionamento di aree con dividenti interessanti una o più particelle o per tipo mappale. Utilizzo di strumentazione tradizionale e/o di ricevitori GNSS 8 – Tipologia per approvazione automatica, casi particolari e trasmissione telematica. Esame congiunto dei risultati della rilevazione in campagna.6 22) – Catasto edilizio urbano. Sezioni censuarie e unità tipo. Categorie catastali (residenziali, ordinarie e speciali). Titoli di proprietà. Diritti reali di godimento. Concetto di unità immobiliare. La denuncia di nuovo fabbricato con suddivisione delle unità, beni comuni censibili e non censibili. La procedura Docfa. La variazione di consistenza ed il frazionamento di unità. Regole e procedure da seguire, la notifica degli atti catastali e termini di impugnazione. Il rilievo dell’unità immobiliare, la restituzione e la stesura della planimetria catastale. Classificazione e determinazione della rendita. Inoltro telematico Docfa. Possibilità di erogazione e-learning 8 14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

Durata minima docenze ore

23) – Il mercato immobiliare. Il processo di segmentazione; Standard nazionali ed internazionali di valutazione. I procedimenti di stima (confronto di mercato, dei costi, finanziario). Il rapporto di valutazione. 8 – Prova pratica di redazione di un rapporto di valutazione con il metodo del confronto di mercato di un immobile in garanzia delle esposizioni creditizie. –

8 – Prova pratica di redazione di una valutazione di un immobile mediante il criterio finanziario (capitalizzazione diretta). 4

24) – Denuncia di successione. Individuazione e descrizione dell’asse ereditario e sua valutazione ai fini delle divisioni fra eredi. Progetto di divisione di beni urbani e di terreni tra più eredi. Determinazione delle quote di spettanze e degli eventuali conguagli. Esempio pratico di denuncia di successione e di progetto divisionale. Possibilità di erogazione e-learning 8 25) – L’attività peritale. Ruolo, compiti e responsabilità del geometra (CTU, ausiliario, consulente di parte, perito) nel processo civile (cognizione, cautelativo, esecutivo) e penale. La redazione peritale. Ruolo, compiti e responsabilità dell’arbitro. Il lodo arbitrale La perizia contrattuale. Mediazione delegata, profili generali, compiti e attività del mediatore. Casi di studio. Possibilità di erogazione e-learning 8


DAL CONSIGLIO NAZIONALE

Durata minima docenze ore

Durata minima docenze ore

26) – Amministrazione dei beni immobili. Amministrazione di proprietà e di condominio. Ripartizione spese e tabelle millesimali. Parti comuni, parti comuni in uso esclusivo, parti condominiali, impianti comuni. Il regolamento di condominio. L’assemblea di condominio, il bilancio annuale preventivo e consuntivo. Redazione del verbale di assemblea. L’amministratore: rappresentanze, attribuzioni, responsabilità ed obblighi. Possibilità di erogazione e-learning 8

I consigli di disciplina. Le sanzioni disciplinari. L’organizzazione e la gestione del Collegio territoriale. Il Consiglio Nazionale: compiti e regole; Regole ed obblighi fiscali e previdenziali. Standard di qualità delle prestazioni. Rapporti con il committente. Lettera d’incarico. Possibilità di erogazione e-learning 6

27) – Regole per l’iscrizione all’Albo. Il Regolamento professionale. Regole deontologiche e di comportamento. Norma sul praticantato e sulla formazione permanente.

28) – Colloquio finale di verifica di quanto appreso alla presenza del Direttore del Corso e della Commissione esaminatrice, svolto anche per sessioni funzionali singolarmente (8 candidati). –Assegnazione della valutazione complessiva. 4

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 15


DALLA CASSA Simonetta Vescovi

Riunione del Comitato Delegati CIPAG del 26-27 novembre

I

l Comitato dei Delegati CIPAG si è riunito il 26 e 27 novembre scorsi. All’ordine del giorno alcune importanti questioni tra cui: – l’approvazione del verbale del Comitato dei Delegati tenutosi il 27, 28, 29 maggio 2013; – gli adempimenti istituzionali consistenti nella variazione al bilancio di previsione 2013 per gli aggiustamenti di esercizio; piano triennale di investimento 2014-2016 e bilancio di previsione 2014. Tali argomenti, dettagliatamente illustrati e discussi in aula, venivano approvati quasi all’unanimità;

– art. 10 bis del Decreto legge n. 76 del 28 giugno 2013 convertito nella legge n. 99/2013: destinazione degli ulteriori risparmi a iniziative a favore del welfare; – proroga della delibera del Comitato dei Delegati n. 11 del 24 novembre 2011 per la riduzione dei compensi degli Organi istituzionali, consistente nella proroga della riduzione del 15% dei compensi per in biennio 2014-2015; – revisione dell’Asset allocation strategica investimenti patrimoniali ai sensi dell’art. 12 dello Statuto e dell’art. 2 del Regolamento di attuazione delle norme statutarie. Le modifiche apportate sono: Beni Immobili Azioni Obbligazioni Monetario

% attuali 27 23 25 25

% modificate 35 23 17 25

– piano annuale di investimento delle disponibilità esercizio 2014; – modifiche statutarie consistenti in: Riduzione dei membri del Consiglio dei Sindaci da 7 a 5 come

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sotto riportato: – art. 16.1 Statuto- Il Collegio dei Sindaci è composto da cinque membri effettivi e cinque supplenti, dei quali: – un membro effettivo, con funzioni di Presidente del Collegio, ed uno supplente, quest'ultimo appartenente anche solo alla carriera direttiva, sono designati tra dirigenti in servizio alle dipendenze del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; – un membro effettivo ed uno supplente, quest'ultimo appartenente anche solo alla carriera direttiva, sono designati tra i dirigenti in servizio alle dipendenze del Ministero dell’Economia e delle Finanze; • Punto abrogato - un membro effettivo e uno supplente, quest’ultimo appartenente anche solo alla carriera direttiva, sono designati tra magistrati o dirigenti in servizio presso il Ministero della Giustizia; – tre membri effettivi e due supplenti nell'ambito degli iscritti obbligatori alla Cassa, da eleggersi dal Comitato dei delegati, con esclusione dei delegati stessi e dei membri del Consiglio di Amministrazione; • Punto abrogato - un membro effettivo, con funzioni di Presidente, da eleggersi dal Comitato dei delegati, preferibilmente scelto tra magistrati di cassazione o equiparati con la qualifica di Revisore Contabile prevista dall'art. 2397 del codice civile. Durante il Comitato dei Delegati, è intervenuto il neo eletto Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati Geom. Maurizio Savoncelli: ha illustrato il suo programma – che in vari punti si intreccia con quello già illustrato dal Presidente Cipag geom. Fausto Amadasi – volti a migliorare l’attuale situazione economica, cercando di dare nuovi impulsi soprattutto ai giovani. ❑


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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Geometri in aiuto ai Comuni dell’Ovest bresciano per l’aggiornamento del Catasto Un’esperienza riuscita, soddisfacente tanto per i Comuni dell’Ovest bresciano, quanto per il Collegio ed i geometri coinvolti, assolutamente da ripetere e da estendere ad altre zone della provincia. Anche l’ennesima testimonianza che i geometri sanno mettersi concretamente a disposizione degli enti locali per offrire la loro professionalità e competenza alla società, nella sua parte pubblica come in quella privata. E tutto questo in un ambito certamente fondamentale per i Comuni come per il cittadino qual è la rappresentazione corretta ed aggiornata del territorio sulle mappe catastali e nelle banche dati d’ogni ente locale. In sintesi è stato questo l’effetto della convenzione che il nostro Collegio ha firmato più di un anno fa con il Comune di Chiari e con tutti i Comuni del Polo catastale dell’Ovest bresciano (oltre a Chiari, Castelcovati, Comezzano Cizzago, Ospitaletto, Pontoglio, Roccafranca, Rudiano, Trenzano e Urago d’Oglio) per un intervento di aggiornamento catastale sul patrimonio immobiliare del Comune clarense (un vero e proprio nuovo accatastamento) e la bonifica della banca dati catastale delle schede planimetriche degli immobili urbani presenti sul territorio dei Comuni, ovvero il confronto tra i documenti presenti nei faldoni dell’Archivio dell’Ufficio Territorio dell’Agenzia delle Entrate e le schede digitalizzate nella banca dati e le informazioni metriche ad esse associate. Un lavoro durato più di un anno e che, sotto la direzione dell’architetto Antonio Marchina (dirigente dell’ambito e-government e Servizi informativi, Sistema cartografico e Catasto del Comune di Chiari, nonché responsabile del Polo catastale dell’Ovest bresciano), ha visto impegnati i cinque geometri liberi professionisti 18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

iscritti all’Albo, che operano in zona e che hanno risposto alla richiesta veicolata dal Collegio. Ovvero i colleghi Luca Canesi, Claudio Brignoli, Massimo Della Torre, Pamela Morsia e Loris Franzelli. Ora, mentre già si pensa a come rinnovare ed ampliare l’iniziativa, il nostro direttore ha deciso di incontrare tutti i protagonisti lasciando raccontare a loro l’esperienza conclusa da pochi mesi.

A

rchitetto Marchina, comincerei a sentire da lei com’è nata questa collaborazione con il Collegio ed i geometri bresciani in tema di Catasto. «Il punto di partenza – risponde l’architetto Antonio Marchina – è rappresentato da molteplici esigenze del Comune di Chiari e degli altri Comuni del Polo dell’Ovest per dotarsi di strumenti cartografici e catastali aggiornati così da meglio programmare i propri interventi e le proprie politiche, oltre che poter offrire al cittadino i servizi di cui ha bisogno. In particolare il Comune di Chiari aveva ed ha la necessità di accatastare una parte rilevante del suo patrimonio immobiliare, mentre tutti i 9 Comuni del Polo catastale dell’Ovest volevano completare la rasterizzazione delle planimetrie del loro territorio e soprattutto bonificare la banca dati informatica del catasto da errori ed imprecisioni, le schede planimetriche degli immobili urbani analizzando i documenti conservati in centinaia di faldoni dell’Agenzia delle Entrate di Brescia. Un

lavoro utilissimo agli uffici comunali che ora dispongono di tutti i dati metrici delle u.i.u., ma pure al cittadino, ad esempio nel caso abbia bisogno di stipulare un atto di vendita o locazione oppure produrre un certificato energetico del proprio immobile». Scusi, ma com’è possibile che un Comune come Chiari non abbia accatastato tutto il suo patrimonio? «Purtroppo è possibile perché, anche per interventi rilevanti come la costruzione di scuole, pur se l’appalto iniziale di costruzione prevedeva ovviamente pure l’accatastamento, in corso d’opera, spesso per ragioni legate alle ristrettezze di bilancio, si è preferito completare al meglio i lavori e rinviare ad un diverso momento l’accatastamento. Così facendo ci siamo però ritrovati con un ritardo non indifferente sull’accatastamento di buona parte del patrimonio, ritardo che neppure in quest’ultima occasione, ovvero con l’accordo col Collegio, siamo riusciti ad annullare comple-


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

tamente». C’è dunque da aspettarsi presto una nuova convenzione? «Sarebbe opportuno, anche se le condizioni della finanza locale rendono davvero difficile ogni intervento che vada appena oltre l’ordinaria amministrazione». Occorre perciò sperare in tempi migliori, anche se mi pare che di quest’esperienza Chiari sia soddisfatto? «Sì, si è ben lavorato ed anche se mancano ancora alcuni piccoli interventi su situazioni particolari di contorno, l’operazione è ormai in porto con piena soddisfazione dei Comuni. E il beneficio è apparso subito evidente, soprattutto dopo la bonifica delle banche dati. Anche il metodo di lavoro

Estratto dal Protocollo d’intesa tra il Comune di Chiari e il Collegio geometri di Brescia […] Premeso che A. Il Comune di Chiari intende effettuare l’aggiornamento catastale del proprio patrimonio urbano poiché rilevanti porzioni dello stesso non risultano essere registrate – o lo sono in modo non coerente con lo stato di fatto – nelle banche dati del Catasto. […] B. L’aggiornamento catastale, di cui al punto A., avrà per oggetto la predisposizione di tutti gli elaborati necessari a dare corretta ed aggiornata rappresentazione catastale – grafica e censuaria – agli immobili comunali giusto il “Piano operativo” che sarà redatto dal Dirigente in accordo con il “Tutor”, di cui al successivo punto 1a). Tale Piano operativo sarà definito in relazione alle priorità dell’Amministrazione Comunale e nei limiti delle disponibilità finanziarie stanziate e impegnate con specifico atto del Dirigente per ciascun anno. […] E. I Comuni intendono bonificare la banca dati catastale delle schede planimetriche degli immobili urbani ubicati nel loro territorio. Detta attività sarà svolta in modo continuativo presso la sede del Polo catastale - Municipio di Chiari e pertanto i geometri di cui al successivo punto 2c) opereranno di concerto con il Dirigente e con il Personale comunale già addestrato. […] Tanto premesso, si stipula quanto segue: 2) Il Collegio geometri si impegna a costituire il “Gruppo di lavoro”[…] sarà così costituito: a) n. 1 geometra – di seguito Tutor – avente comprovata e specifica esperienza professionale di almeno 10 anni di iscrizione all’Albo professionale […]; b) n. 2 geometri con specifica esperienza professionale, almeno 5 anni di iscrizione all’Albo professionale […]; c) n. 2 geometri neo-iscritti all’Albo professionale che abbiano svolto il periodo di praticantato in studi […].

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 19


DAL COLLEGIO DI BRESCIA L’architetto Antonio Marchina, dirigente dell’ambito e-government e Servizi informativi, Sistema cartografico e Catasto del Comune di Chiari.

l’attivo in questo campo, ed un paio di geometri neo-iscritti che avessero svolto il praticantato in studi a prevalente attività catastale. Ebbene, nonostante la crisi il Collegio ha dovuto inviare più d’una lettera per far emergere le disponibilità. Evidentemente non siamo riusciti ad esplicitare l’opportunità professionale di questo rapporto con i Comuni».

che abbiamo scelto mi pare abbia dato i frutti sperati: i geometri coinvolti concordavano periodicamente con me e con gli uffici e con il tutor, geometra Canesi, lo stato d’avanzamento del lavoro, verificando gli eventuali problemi e decidendo insieme come risolverli». Tutto bene pertanto? «Direi che è un modello di collaborazione positivo che varrebbe la pena di utilizzare ancora e diffondere anche in altre aree, visto che i problemi dei Comuni dell’Ovest sono i medesimi di moltissimi altri enti locali. 20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

Riterrei utile e positivo che le Amministrazioni comunali ricorressero a convenzioni simili con il Collegio disponendo delle risorse necessarie, anche perché i geometri si sono confermati partner professionali pienamente affidabili. A sorprendermi semmai è stata la relativa difficoltà a trovare i professionisti disponibili tra i giovani iscritti all’Albo. La convenzione prevedeva infatti l’incarico di maggiore responsabilità ad un geometra “tutor” con almeno 10 anni di esperienza catastale, altri due geometri già esperti con almeno 5 anni al-

È quanto in verità stiamo facendo anche con quest’intervista; nella quale vorrei adesso coinvolgere i cinque colleghi protagonisti dell’esperienza. Mi piacerebbe che ognuno di voi si presentasse e mi spiegasse poi di cosa si è occupato in questo progetto. Vuoi cominciare tu Canesi che sei il tutor ed in qualche modo il capocommessa dell’intera operazione? «D’accordo – attacca Luca Canesi – io mi occupo prevalentemente di Catasto all’interno di uno studio con sede a Castelcovati che si occupa un po’ di tutto ed è costituito da sette geometri riuniti in una cooperativa. È una formula poco usuale, ma che a noi sta dando grandi soddisfazioni, visto che funziona serenamente dal 2007. Venendo a quest’esperienza, conviene forse dire brevemente come abbiamo lavorato, così apparirà subito chiaro a tutti quanto abbiamo fatto». D’accordo: per ora sappiamo che avete costituito questo gruppo di lavoro di cinque geometri del quale tu sei stato il coordinatore o, come si dice oggi, il tutor… «Il mio lavoro è stato quello di coordinare i lavori che

sono stati suddivisi in due parti. Il primo costituito dai due giovani neoiscritti che unitamente con l’architetto Marchina e gli uffici dei Comuni hanno svolto nella sede del Polo l’aggiornamento della banca dati delle schede catastali degli immobili, verificando la corrispondenza tra i dati inseriti in Territorio web (e inserendo quelli mancanti) e quelli presenti nella documentazione cartacea degli Archivi dell’Agenzia, ovvero nei classicissimi, conosciutissimi e obsoleti faldoni. Un secondo gruppo di lavoro invece, costituito da me e da due colleghi già esperti in materia catastale, si è occupato dell’accatastamento d’un gruppo di immobili non ancora censiti di proprietà del Comune di Chiari. In questo caso ho lavorato in sinergia con l’architetto Marchina per decidere le priorità da affrontare, verificare con lui lo stato di avanzamento del lavori, mentre il gruppo ha poi proceduto ai rilievi ed all’accatastamento vero e proprio». Ma di quali immobili si è trattato? «Abbiamo accatastato in particolare alcuni grandi complessi scolastici, in particolare quattro edifici utilizzati rispettivamente dal nido, dalla primaria, dalla materna e dalla media, quindi una palestra, un campo da tennis ed un impianto sportivo. Ovviamente con tutte le pertinenze in mappa e le aree esterne soprattutto per quanto si riferisce alla viabi-


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Geom. Luca Canesi

lità collegata e di servizio a queste strutture. Un lavoro nel quale la maggiore complessità è dovuta all’estensione degli immobili e dei terreni interessati, tutti situati all’interno del reticolo urbano nel quale fino al nostro intervento c’erano dei veri e propri buchi neri, senza edifici identificati e censiti». Concretamente il tuo gruppo di lavoro si è comportato come fa ogni geometra specializzato in pratiche catastali quando è chiamato ad accatastare un immobile: rilievi topografici, restituzione grafica della realtà e inserimento catastale?

Geom. Claudio Brignoli

«Esattamente. In particolare il gruppo, pur lavorando praticamente in simbiosi, con uno scambio continuo di informazioni ed un approccio d’equipe alla soluzione dei diversi problemi che si sono presentati, ha però pure valorizzato l’apporto di ciascuno. Per questa ragione le problematiche attinenti al catasto terreni sono state affrontate principalmente dal collega Claudio Brignoli, mentre quelle del catasto urbano e delle procedure Docfa è stato appannaggio del collega Massimo Della Torre».

Ecco, conosciamo allora gli altri due colleghi del tuo gruppo, iniziando magari da Brignoli. «Sì – risponde Claudio Brignoli – io ho studiato all’Istituto Einaudi di Chiari, mi sono diplomato nel 1996, quindi ho assolto gli obblighi di leva ed ho svolto il mio praticantato in uno studio che non si occupava di Catasto ma, nonostante ciò, mi ha introdotto nella materia. Dopo l’esame di Stato quando ho aperto il mio studio nel 2000, ho trovato interessante approfondire e sviluppare tra le mie competenze proprio le procedure topografiche e cata-

stali. Ed è la branca d’attività che ho messo a frutto anche in quest’esperienza, nella quale il mio gruppo di lavoro ha dovuto mettere in relazione la realtà del costruito con la rappresentazione in mappa. Pertanto ho operato con una stazione totale integrata con strumentazione gps, per i rilievi topografici, ho battuto i punti fiduciali, ho rappresentato in mappa quanto rilevato, predisponendo quindi i vari tipi mappale e frazionamenti. Un lavoro non diverso da tanti altri che faccio quotidianamente e dove l’unica variabile è stata la dimensione IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 21


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Geom. Massimo Della Torre

dei complessi edilizi rilevati, estesi e in alcuni casi molto irregolari». Se ho capito bene il tuo studio si occupa prevalentemente proprio di Catasto… «Non solo di Catasto, il mio studio si occupa anche di progettazione, ma certo questo ramo d’attività copre buona parte del mio tempo. E peraltro mi piace, così come mi piace la topografia. Non era così a scuola, ma come sa ciascuno di noi dalla scuola al lavoro c’è un salto notevole». Quindi sei soddisfatto di quello che fai? «Sì e guardo al futuro con fiducia perché se mi volto indietro vedo che molto è cambiato in questi anni – lasciando per un momento da parte la crisi economica e concentrandomi sul contenuto del lavoro – che quanto un tempo richiedeva giornate intere di impegno, oggi

può essere sul mio tavolo in poche ore. Lavoro principalmente con l’Ute di Brescia ed anche con gli uffici di Bergamo, Cremona e comunque ogni dove sia necessario, un po’ in tutta Italia scontando tuttavia ancora qualche difformità di procedura tra una provincia e l’altra. Però, con l’informatica e le procedure telematiche, abbiamo fatto davvero passi da gigante. Il problema semmai è che il committente vorrebbe un servizio ancora più rapido, praticamente veder conclusa la pratica nel momento stesso nel quale te la chiede. Ed a questo proposito, in merito alla serenità del lavoro, l’esperienza con il Comune di Chiari è stata davvero una bella boccata d’ossigeno, perché abbiamo potuto lavorare con i tempi giusti, senza il fiato del cliente sul collo, mantenendo fede ai tempi che ci eravamo dati e verificando passo-passo in gruppo e con l’architetto Marchina come procedeva il lavoro. Una situazione ideale, e con la certezza serena di essere pagati, che, di questi tempi, non è poco». È questo anche il giudizio di Della Torre, l’altro geometra del gruppo di lavoro per l’accatastamento degli immobili di proprietà del Comune di Chiari? «Sì – risponde Massimo Della Torre – la penso anch’io come Canesi e Brignoli: quest’esperienza è stata davvero molto positiva, Sono soddisfatto anche sul versante economico perché una volta tanto non è stata

22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

mortificata la nostra dignità professionale. Inoltre sul piano dei rapporti personali posso dire di aver lavorato con grande serenità, un’equipe di professionisti che ha fatto dello scambio di informazioni e valutazioni tecniche il fulcro d’un rapporto arricchente per tutti. Io mi sono principalmente occupato dell’accatastamento dei fabbricati con il Docfa, ma ho partecipato alla soluzione di tutti i problemi che il gruppo di lavoro ha affrontato, tanto sul versante dei rilievi come su quello della traduzione cartografica e catastale. In so-


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Geom. Pamela Morsia

Geom. Loris Franzelli

Civile che mi hanno permesso di insegnare materie tecniche all’ITGC Einaudi di Chiari. Resto iscritto, ma chissà quando potrò anche solo pensare di terminare l’iter con la laurea. Nel mio studio non faccio solo Catasto, ma un po’ di tutto, dalla progettazione al coordinatore della sicurezza, il mediatore civile nonché il Consulente Tecnico di parte, insomma sono un polivalente con la sola esclusione della certificazione energetica. Come diceva un nostro slogan assai azzeccato il geometra è di famiglia ed io se entro in rapporto con una

stanza abbiamo massimizzato il contributo di ognuno, lasciando a Canesi il collegamento con i tecnici comunali e l’individuazione condivisa della priorità, e poi muovendoci ciascuno per la propria parte ed in stretto collegamento con gli altri. E visto che c’è ancora parecchio da fare, varrebbe certo la pena di riproporre l’intesa Comune-Collegio; io mi candiderei di nuovo». «Il nodo purtroppo – interviene l’architetto Marchina – è sempre rappresentato dalle risorse. Le esigenze dei Comuni non vengono meno così come l’impossibi-

famiglia cerco di risolvere tutte le questioni tecniche che mi vengono poste». Un bel quadro nel quale, scusa l’inciso, non vedo la parola Collegio: non hai mai pensato di entrare a far parte di una commissione del nostro Collegio? «Ho pochissimo tempo tra famiglia, lavoro, volontariato e formazione. Davvero non posso investire tempo nel pur importante lavoro di commissione, alla quale peraltro mi piacerebbe, potendo, partecipare. Se mi consenti, però, io a questo proposito proverei a guardare al problema da una di-

lità di rispondervi con le sole forze presenti nella pianta organica dell’ente locale, ma la finanza locale fatica a rispondere anche solo ai bisogni elementari di servizio dei cittadini. Non sarà dunque facile ripetere quest’esperienza anche se proveremo a riproporla». Scusa Della Torre, ci hai detto della tua soddisfazione, ma non ti sei presentato… «È presto detto: ho 40 anni e da 16 anni lavoro da solo nel mio studio a Chiari. Dopo il diploma al Tartaglia ho pure seguito per un po’ i corsi universitari di in Ingegneria IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 23


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

versa prospettiva. Ovvero: se molti come me non hanno il tempo materiale per andare alle commissioni, almeno le commissioni potrebbero cercare di entrare

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negli studi, di far conoscere le loro deliberazioni; sarebbe un’opportunità di condivisione e diffusione di linee di comportamento e soluzioni tecniche decisiva

per la categoria». Sì ma se facessero tutti come te non avremmo nessuno nelle commissioni… Senza farla lunga, io voglio lanciare anche in quest’incontro con voi un appello affinché sempre più geometri, magari delle ultime generazioni frequentino il Collegio, entrino nelle commissioni, lavorino al servizio disinteressato della categoria contribuendo così al rinnovamento ed alla vitalità della categoria. E visto che parliamo di giovani, vorrei sentire ora l’esperienza dei due neoiscritti…. Vuoi cominciare tu Pamela? «Mi chiamo Pamela Morsia, ho 29 anni ed ho una storia forse un po’ diversa dalla vostra. Io infatti ho sentito che tutti gli altri colleghi hanno studiato all’istituto per geo-

metri con l’intento fin dall’inizio di svolgere questa professione. Per me non è stato così. Mi sono iscritta all’istituto per geometri – il geom. Della Torre è stato un mio docente – ma a quel tempo non pensavo assolutamente di fare il geometra. Decisivo è stato invece l’incontro con i geometri e gli architetti dello Studio presso cui ho svolto il praticantato: loro mi hanno fatto intuire che forse avrei potuto seguire la via della libera professione. Dopo il praticantato ho superato l’esame di Stato ed ora collaboro prevalentemente con uno studio di architettura che fa soprattutto progettazione. Non avevo mai fatto Catasto fino ad un


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

anno fa, quando mi è stato proposto di partecipare a questo lavoro. L’ho fatto e sono davvero soddisfatta per com’è andata, per quanto ho imparato, per i rapporti che ho instaurato». In pratica cosa hai fatto? «Sotto il diretto coordinamento dell’architetto Marchina e d’intesa con gli operatori del Polo Catastale, io e

Loris Franzelli abbiamo bonificato le banche dati dei Comuni aderenti al Polo catastale dell’Ovest bresciano controllando le schede catastali degli immobili, compilandole nelle parti mancanti e correggendole se necessario, avendo come riferimento i faldoni cartacei che gli uffici comunali ci fornivano. Il nostro lavoro si è pertanto principalmente

svolto proprio negli uffici comunali con gli strumenti stessi del Comune e utilizzando l’ambiente applicativo dell’Agenzia delle Entrate». Ma come hai conciliato il lavoro nello studio con quello negli uffici comunali? «Beh diciamo che ho equamente diviso il mio tempo: un 50% è andato alle collaborazioni con lo studio d’architettura ed un altro 50% al lavoro su questo progetto del Polo catastale dell’Ovest bresciano». «Io invece – aggiunge Loris Franzelli – ho praticamente dedicato il 100% del mio tempo per circa sei mesi al solo lavoro per il Polo catastale. Per me è stata un’esperienza fondamentale perché sapevo poco di Catasto, mentre ora ho almeno i rudimenti per offrire la mia consulenza anche su questi temi. D’altra parte mi sono

diplomato nel 2003 e poi ho fatto il praticantato in uno studio a Brescia che si è prevalentemente occupato di progettazione. In quello studio ho davvero imparato molto, soprattutto ho capito quanto poco sapessi dopo cinque anni di scuola superiore. L’esperienza in quello studio è proseguita anche dopo il praticantato e l’esame di Stato, perché mi hanno assunto. Solo nel 2011, in piena crisi economica ho aperto il mio studio e sto muovendo pertanto i primi passi. Collaboro con un architetto di Brescia e sto allargando proprio su Brescia la mia attività: quest’esperienza mi ha dato davvero molto, sono soddisfatto e sono sicuro che mi aiuterà anche negli anni a venire. O almeno lo spero”. ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 25


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Ecobonus prorogati a fine dicembre 2014 in otto punti

L

e principali condizioni per fruire dell’agevolazione sono: il limite massimo di spesa sul quale calcolare la detrazione è di 48.000 euro per unità immobiliare (96.000 euro per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2014); la detrazione deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo. I lavori sulle unità immobiliari residenziali per i quali spetta l’agevolazione fiscale sono: quelli elencati alle letter b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia). In particolare, la detrazione riguarda le spese sostenute per interventi di manutenzione straordinaria, per le opere di restauro e risanamento conservativo e per i lavori di ristrutturazione edilizia effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze. quelli indicati alle lettere a), b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001 (manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia), effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenziali; gli interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi, anche se detti lavori non rientrano nelle ca-

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tegorie indicate nelle precedenti lettere A e B e a condizione che sia stato dichiarato lo stato di emergenza; gli interventi relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali, anche a proprietà comune i lavori finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche, aventi ad oggetto ascensori e montacarichi (ad esempio, la realizzazione di un elevatore esternoi all’abitazione); gli interventi per la realizzazione di ogni strumento che , attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia idoneo a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone portatrici di handicap gravi, ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 104/1992. La detrazione compete unicamente per le spese sostenute per realizzare interventi sugli immobili, mentre non spetta per le spese sostenute in relazione al semplice acquisto di strumenti,

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anche se diretti a favorire la comunicazione e la mobilità interna ed esterna. Pertanto, a titolo di esempio, non rientrano nell’agevolazione i telefoni a viva voce, gli schermi a tocco, i computer, le tastierer espanse; Tali beni, tuttavia, sono inquadrabili nella categoria dei sussidi tecnici e informatici per i quali, a determinate condizioni, è prevista la detrazione Irpef del 19%; gli interventi di bonifica dall’amianto e di esecuzione di opere volte ad evitare gli infortuni domestici. Con riferimento alla sicurezza domestica, non dà diritto alla detrazione il semplice acquisto, anche a fini sostitutivi, di apparecchiature o elettrodomestici dotati di meccanismi di sicurezza, in quanto tale fattispecie non integra un intervanto sugli immobili (ad esempio non spetta alcuna detrazione per l’acquisto di una cucina a spegnimento automatico che sostituisca una tradizionale cucina a gas). L’agevolazione com-

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pete, invece, anche per la semplice riparazione di impianti insicuri realizzati su immobili (per esempio la sostituzione del tubo del gas o la riparazione di una presa mal funzionante). Tra le opere agevolabili rientrano l’installazione di apparecchi di rilevazione della presenza di gas inerti, il montaggio di vetri antiinfortunio, l’installazione del corrimano; interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi. Per “atti illeciti” si intendono quelli penalmente illeciti (per esempio, furto, aggressione, sequestro di persona e ogni altro reato la cui realizzazione comporti la lesione di diritti giuridicamente protetti). In questi casi, la detrazione è applicabile unicamente alle spese sostenute per realizzare interventi sugli immobili. Non rientra nell3agevolazione, per esempio, il contratto stipulato con un istituto di vigilanza; gli interventi finalizzati alla cablatura degli edifici, al contenimento dell’inquinamento acustico, al conseguimento di risparmi energetici, all’adozione di misure di sicurezza statica e antisismica degli edifici, all’esecuzione di opere interne. ❑

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26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

Da “Giornale di Brescia”, 29 novembre 2013


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Acquisto della prima (o seconda) casa. Ecco cosa cambia dal prossimo gennaio

A

decorrere dal 1° gennaio 2014, il D. Lgs. n. 104 del 26 settembre 2013 ha previsto la rimodulazione della tassazione sulle case destinate ad abitazione. Ecco le principali ipotesi che si presenteranno all’acquirente dopo il 31 dicembre 2013. I requisiti per ottenere i benefici prima casa sono noti e qui vengono solo accennati: 1) l’abitazione non deve essere “di lusso”; 2) deve essere ubicata nel Comune di residenza attuale o da stabilire entro diciotto mesi dal rogito; 3) chi chiede l’agevolazione non deve essere proprietario, usufruttuario o fruire del diritto d’uso o abitazione di altra abitazione nello stesso Comune in cui intende comperare fruendo dei benefici “prima casa”; 4) il richiedente non deve essere titolare (nemmeno pro quota o in regime di comunione con il coniuge) su tutto il territorio nazionale del diritto di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altra casa d’abitazione acquisita con le agevolazioni “prima casa”. Scorrendo il grafico, è evidente che il vero avvantaggiato è chi compra la “prima casa” da un privato. Infatti, fino a fine 2013, su un prezzo-valore di 100.000 euro pagherà 3.336 euro (3%+168+168). Se invece lo stesso atto venisse rogato dopo il 1° gennaio 2014 pagherà 2.100 euro (2%+50+50); se invece l’acquirente comprasse una seconda casa del prezzo-valore di 100.000 euro dal pri-

vato entro il 31.12.2013, pagherebbe 10.000 euro (7%+2%+1%); dal 1° gennaio 2014 dovrà invece sborsare 9.100 euro (9%+50+50). In

caso il compratore si rivolgesse al costruttore, sia nell’ipotesi di prima casa che di seconda, poco cambierebbe in quanto si trove-

rebbe da gennaio 2014 a spendere qualche decina di euro in più. ❑ Da “OttopiùCasa” del 4 dicembre 2013

ECCO COME SI CAMBIA DA GENNAIO PRIMA CASA Acquisto da privato di una “prima casa” Sono dovuti i seguenti importi a) imposta di registro pari al 2% sul c.d. prezzo valore (fino al 31.12.2013 è pari al 3%) b) imposta ipotecaria euro 50 fissi (fino al 31.12.2013 è pari ad euro 168,00) c) imposta catastale euro 50 fissi (fino al 31.12.2013 è pari ad euro 168,00)

Acquisto “prima casa” da impresa costruttrice a) imposta iva (resta) al 4% sul corrispettivo pieno b) imposta di registro, imposta ipotecaria e imposta catastale euro 600,00 pari ad euro 200 cadauna (fino al 31.12.2013 le tre imposte citate scontano la tassa fissa di euro 168 cadauna)

SECONDA CASA In difetto dei requisiti di cui sopra l’acquisto dell’immobile “2A casa” è tassato come segue

Acquisto da un privato a) imposta di registro in ragione del 9% (su prezzo valore fino al 31.12.2013 è pari al 7%) b) imposta ipotecaria fissa di euro 50 (fino al 31.12.2013 è pari al 2%) c) imposta catastale fissa di euro 50 (fino al 31.12.2013 è pari all’1%)

Acquisto da un’impresa costruttrice che vende entro cinque anni dall’ultimazione dei lavori (o successivamente purché abbia optato per l’applicazione dell’Iva) • IVA (resta) al 10% sul prezzo pieno • Imposta di registro, ipotecaria e catastale euro 200 fissi/cadauna per totali euro 600 (fino al 31.12.2013 dette imposte sono pari a 168 cadauna)

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 27


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Fabio Rivadossi

L’

apertura dell’Amministrazione comunale di Breno nei confronti delle varie associazioni operanti sul territorio ha visto la nascita di una giovane e proficua sinergia con l’Associazione Geometri di Valle Camonica. Nel giugno 2011 l’Amministrazione comunale concedeva all’Associazione alcuni locali in comodato d’uso gratuito nel “Palazzo Ex. ECA”, in via Mazzini n. 12/a, ambienti necessari a quest’ultima per allestire la propria sede operativa. In seguito ad opere di ristrutturazione curate dall’Associazione, nel gennaio 2012 venne inaugurata ufficialmente la sede, suggellando la presenza nel territorio brenese di un punto cardinale per i geometri operanti in Valle Camonica. Da qui l’impegno dell’Associazione nei confronti dell’Amministrazione brenese a rendere il proprio supporto tecnico-intellettuale basato su circa duecento geometri valligiani iscritti nelle proprie fila. L’occasione si è resa utile in seguito alla necessità di coadiuvare l’ufficio tecnico comunale nella predisposizione del progetto di ristrutturazione della sede operativa dell’Unione Antichi Borghi di Valle Camonica. L’Unione, costituita tra i comuni di Breno, Bienno, Malegno, Niardo, Prestine, Borno e Ossimo, necessitava di una sede territorialmente baricentrica dove rendere operativi alcuni servizi comuni quali la Polizia locale e 28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

Associazione Geometri di Valle Camonica Sinergia con il Comune di Breno lo Sportello unico per le attività produttive. Ecco perché, su proposta del Comune di Breno, l’individuazione del Palazzo degli Uffici, sito nel centro abitato del paese in prossimità di Piazza Alpini (di fianco al Municipio).

La porzione di immobile individuata per lo scopo è collocata al piano secondo del palazzo, lato Est (ex conservatoria dei registri immobiliari). Il progetto di ristrutturazione si è reso necessario per ammodernare gli spazi e gli impianti tecnologici. Il

supporto dell’Associazione Geometri di Valle Camonica ha contribuito a soddisfare con un buon risultato e in tempi brevi le esigenze delle Amministrazioni rappresentate nell’Unione dei Comuni, in particolare del Comune di Breno. A breve


DAL COLLEGIO DI BRESCIA A sinistra, la sede dell’Associazione Geometri di Valle Camonica. In questa pagina, Il Palazzo degli Uffici di Breno e stralcio di una pagina tecnica del progetto di ristrutturazione.

l’inizio del cantiere con l’obbiettivo di concludere le opere entro l’anno, rendendo ai cittadini uffici confortevoli e servizi utili ed efficienti.

R

ingraziamo il Sindaco di Breno e tutti i componenti dell’Amministrazione Comunale per la disponibilità e la fiducia concessa, rinnovando l’impegno per future e proficue collaborazioni.

mente al centro delle proprie azioni: – la promozione della figura professionale del geometra, nei confronti delle Amministrazioni locali, degli uffici territoriali, degli istituti scolastici e di ogni singolo cittadino; – l’incontro, lo sviluppo dello spirito associativo tra i colleghi, l’inter-

scambio di conoscenze ed esperienze e, quindi, la crescita professionale degli iscritti; – l’attenzione ai giovani geometri, promuovendo azioni per facilitarne l’inserimento

lavorativo; – la formazione professionale continua, in simbiosi con i Collegi provinciali e con gli istituti scolastici presenti sul territorio; – la cooperazione con altre figure professionali con cui il geometra opera quotidianamente; – lo sviluppo di una figura professionale sempre più legata al territorio, del quale il geometra è esperto conoscitore, all’ambiente, particolarmente affascinante e delicato della Valle Camonica, alla società, con professionisti al servizio delle famiglie, del mondo imprenditoriale e degli enti pubblici. Per ulteriori informazioni consultate il nostro sito: www.geometridivallecamonica.it ❑

Cosa è l’Associazione Geometri di Valle Camonica? Il ventitré luglio 2009 nasce dalla volontà condivisa di alcuni colleghi e in piena sinergia con i Collegi Provinciali di Brescia e Bergamo, l’Associazione Geometri di Valle Camonica che oggi annovera più di duecento iscritti e pone quotidianaIL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 29


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Franco Manfredini

A Riva del Garda la XVII Conferenza ASITA

I

tre giorni della Conferenza “ASITA 2013” di Riva del Garda sono stati caratterizzati dalla trattazione di interessantissimi argomenti scientifici e tecnici, riconducibili a tutte le attività del telerilevamento, del rilevamento satellitare e di ogni altra applicazione attinente la compilazione di carte di dettaglio e tematiche. ASITA è l’acronimo di Associazioni Scientifiche per Informazioni Territoriali e Ambientali. Quattro sono le organizzazioni in essa federate: Società Italiana di Topografia e Fotogrammetria (SIFET), Associazione Italiana di Telerilevamento (AIT), Associazione Italiana di Cartografia (AIC) e Sistemi informativi territoriali e geografici (AM/FM/GIS). L’organizzazione della conferenza è da tributare a rappresentanti della Regione autonoma Trentino-Alto Adige, della Provincia autonoma di Trento e del Comune di Riva del Garda. Hanno avuto un importante ruolo anche gli Enti patrocinanti, ossia: Istituto Geografico Militare, Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri laureati e Università degli Studi di Trento. Le relazioni tecnico-scentifiche presentate e dibattute durante i tre giorni congressuali sono state numerosisime, distribuite in venti sessioni, alternativamente tenutesi nelle quattro sale del Centro Congressi. I titoli, i temi e gli argomenti trattati sono riprodotti digitalmente nella raccolta ASITA 2013 che 30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

i colleghi interessati possono ottenere dal Collegio, come da riquadro a lato. Parallelamente alle relazioni presentate e dibattute nelle sale, hanno avuto luogo le sessioni “Poster”, distinte nei cinque raggruppamenti della topografia, della geodesia applicata, del telerilevamento, della rappresentazione del territorio, della cartografia storica, della geomatica per l’analisi del territorio e della

gestione dei dati topografici e spaziali.

A

l primo piano del Palazzo dei congressi era allestita l’esposizione tecnico-commerciale dove erano osservabili le moderne strumentazione per rilevazione a terra, tramite GPS, con velivoli appropriatamente equipaggiati e con piccoli droni da utilizzare per prese di fotografie da sottoporre a rad-

Presso la Sede del Collegio, i geometri che intendono conoscere i titoli e/o approfondire i contenuti delle numerose relazioni presentate, possono ottenere su loro pen-drive la copia digitale di tutti gli atti della Conferenza e di ogni altra informazione riguardante l’Asita e le Associazioni scientifiche in essa federate

drizzamento e messa in scala. Sempre al primo piano, intervallate in moduli dedicati, erano state localizzate le postazioni degli Enti organizzatori e patrocinanti quali: la Provincia autonoma di Trento, il Collegio geometri della provincia di Trento, l’Ordine degli ingegneri della provincia di Trento, l’Istituto Geografico Militare di Firenze. Altre postazioni erano riservate alla Cassa di Previdenza Geometri, al Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri laureati e alla Società Italiana di Topografia e Fotogrammetria. Da non sottovalutare, anzi da fortemente apprezzare,


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Nella pagina di sinistra: il Centro congressi di Riva del Garda, sede del convegno Asita 2013. In questa pagina: a destra, una vista degli stand dell’esposizione tecnicocommerciale; più sotto il generale Giovanni Petrosino in rappresentanza dell’Istituto Geografico Militare, l’ing. Flavio Ferrante dei Servizi cartografici dell’Agenzia delle Entrate e il geom. Bruno Razza, consigliere uscente del Consiglio Nazionale Geometri. In basso, lo stand del Collegio geometri di Trento.

sono stati gli interventi di importanti personalità che si sono alternate al podio durante la seduta plenaria di apertura. Sono: il generale Giovanni Petrosino per l’Istituto Geografico Militare, il colonnello della Marina Italiana, l’ing. Flavio Ferrante responsabile dei Servizi Cartografici dell’Agenzia delle Entrate, le Autorità politiche e amministrative della Regione e Provincia di Trento.

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a menzionare anche un molto seguito intervento del geom. Bruno Razza, consigliere nazionale uscente, in rappresentanza del Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati. Per il Collegio di Brescia hanno presenziato i consiglieri Angelo Este, Piergiovanni Lissana e Fabrizio Pierfulvio Luteriani. Concludo questa breve cronaca menzionando, fra le molte conoscenze apprese, le seguenti tre ritenute interessanti. – Il prossimo lancio di decine di satelliti geostatici per generare maggiori accuratezze di posizionamento. – L’intrapresa iniziativa dell’Istituto Geografico Militare volta alla compilazione di cartografia di dettaglio armonizzata con le mappe catastali, per le quali l’Agenzia delle Entrate ha dato approvazione e collaborazione. – La ricerca e la realizzazione di procedure per la localizzazione dei tetti in eternit

utilizzando velivoli equipaggiati con specifici sensori capaci di leggere le frequenze rimbalzate dall’eternit. Con i dati ottenuti dai voli e con la disponi-

bile cartografia sarà possibile redigere la precisa mappatura dei fabbricati con tetto in eternit, estrarre le superfici di ciascun tetto e calcolare il

quantitativo volumetrico dell’eternit da considerare negli impegnativi problemi inerenti lo smaltimento. ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 31


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Stefano Benedini

I

l 21 novembre nella Sala dei Provveditori di Salò si è tenuto il convegno per la presentazione del piano d’emergenza predisposto per il Comune di Salò. Il Convegno ha destato ancora più interesse per il fatto di essere stato proposto a nove anni dagli eventi sismici che colpirono la cittadina benacense e per l’esperienza nel frattempo maturata che ha contribuito alla preparazione del piano di emergenza comunale og-

getto dell’incontro. L’assessore alla Protezione Civile, nel portare i saluti del sindaco alle autorità presenti, ha tenuto a ringraziare in modo particolare il geom. Giovanni Platto, presidente del Collegio geometri di Brescia, e il Consiglio Direttivo del medesimo Collegio, che hanno saputo cogliere 32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

Calamità e gestione comunale dell’emergenza L’esperienza salodiana l’occasione di promuovere, presso i propri professionisti iscritti del distretto di Salò, la partecipazione all’evento per aggiornarli sul lavoro svolto in poco meno di un anno per la redazione del piano di emergenza. La stesura di questo piano ha prodotto numerose planimetrie utili ad analizzare i molteplici scenari da considerarsi in caso di evento calamitoso – idrografia e frane, zone boscate, industrie pericolose, viabilità, lifelines, etc. – e

una planimetria sintetica, ma esaustiva, distribuita a tutta la cittadinanza con le indicazioni di immediata necessità, la cui redazione è stata affidata al giovane e promettente geometra Marco Pundetta, iscritto al registro praticanti del Collegio di Brescia. Il documento che ne è sortito costituisce un’ottima base di partenza ma, come sottolinea il geom. geologo Piero Fiaccavento, richiede un costante e puntuale la-

voro di aggiornamento: in riferimento all’evoluzione urbanistica ed economico-sociale del territorio, a quegli elementi (presi in considerazione per la stesura di un piano di emergenza comunale) in grado di incidere sui possibili scenari di panico tra la popolazione soprattutto in presenza di spazi angusti e a maggior rischio di isolamento, come evidenziato proprio dallo studio eseguito dallo stesso Fiaccavento, che ha analizzato le


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Nella pagina di sinistra il geom. geologo Piero Fiaccavento e la Cartografia del Comune di Salò con evidenziate le aree di possibile intensità di panico della popolazione in caso di calamità.

diverse componenti influenzanti la risposta della popolazione: aggravamento da senso di isolamento, da viabilità difficoltosa, da sovraffollamento in genere, specialmente in centri produttivi e commerciali.

I

l Segretario generale della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa, ha colto poi l’occasione per ricordare la sempre maggior sensibilità con cui i Comuni delle tre Regioni

La cartina sottostante riguarda l’intervento del geom. geolog. Piero Fiaccavento e mostra un particolare della compressione della Pianura padana.

che la compongono (Lombardia, Veneto e Trentino) affrontano il problema della sismicità divulgando le conoscenze emerse da seminari e convegni (aperti sia alla cittadinanza sia ai professionisti) e con un approccio culturale più attento alle tecniche di costruzione e più rispettoso delle bellezze benacensi. L’assessore ai Lavori Pubblici Graziano Gandi ha ricordato che tale attenzione si è concretizzata, sul territorio della

Provincia di Brescia, nei piani di emergenza predisposti dal 92% dei Comuni bresciani, in misura maggiore cioè della percentuale dell’intera Lombardia, che è del 78%. L’intervento dell’arch. Barbara Sofia Scala del Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio e Ambiente dell’Università di Brescia, ha riportato ai presenti la preziosa testimonianza dell’appassionato cultore di meteorologia e si-

smologia Pio Bettoni (18581937) che contribuì alla memoria sismica locale valutando per la prima volta in modo scientifico gli effetti del terremoto del 30 ottobre 1901 sulla città di Salò. Pio Bettoni definì il sisma come “grande collaudatore”, in grado cioé di effettuare una selezione degli edifici. L’arch. Scala ha presentato anche una ricerca archivistica sulle pratiche edilizie del centro storico all’indomani del sisma del 1901, per

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 33


DAL COLLEGIO DI BRESCIA La cartina fa parte dell’intervento Fiaccavento. Nella carta strutturale del prof. Castellarin si riporta la situazione tettonica del bacino benacense, dove viene edidenziata la linea di faglia Ballino-Garda con tutte le sue diramazioni

ricostruire come le indicazioni dei tecnici fossero state recepite; il suo lavoro ha evidenziato come la nuova connotazione turistica della città abbia contribuito ad uno scarsa osservanza della memoria dell’evento, portando – per esempio – alla creazione di nuove aperture nell’edificato che hanno comportato spesso l’eliminazione del maschio (muro perimetrale di sostegno) per esigenze legate alle più diffuse attività commerciali, oppure alle numerose richieste di sopralzo, nonostante le indicazioni emerse fossero di limitare tale pratica. L’approfondimento operato dalla dott.ssa Scala ha altresì offerto la possibilità di analizzare le tecniche empiriche con cui si è intervenuti nelle costruzioni: con numerosi archi di contrasto che caratterizzano i vicoli del centro storico, o la scelta di materiali più leggeri – per esempio, volte realizzate con stuoie e muri esterni in malta e legno. Il successivo intervento, affidato al Comando dei Vigili del Fuoco nella persona dell’ing. Dadone, ha voluto offrire ai partecipanti alcune raccomandazioni pubblicate nel documento preparato dalla Protezione Civile nel 2005 e facenti parte del progetto del “Piano familiare di Protezione Civile”, che suggeriscono i comportamenti da adottare in caso di piccole o grandi emergenze. L’ing. Dadone ha comunque fatto notare che tali norme di comportamento, 34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Anche queste tre immagini corredano l’intervento del geologo Piero Fiaccavento. Le prime due mostrano lo spostamento verso nord del Cuneo Lessineo che comprime verso ovest i sedimenti rocciosi occidentali che, a loro volta, per il blocco dall’Adamello, si sono accavallati verso est formando la linea di faglia Ballino-Garda,

creando un assetto strutturale complesso evidenziato nella carta del prof. Castellarin, docente all’Istituto Scienza della Terra dell’Università degli Studi di Bologna. L’illustrazione a piede pagina mostra invece la rotazione verso est dell’anfiteatro morenico del Garda coinvolgente tutto il territorio del bacino.

seppur valide e motivate, devono essere valutate dal soggetto nel contesto e nel momento in cui si verifichino

cense a causa della presenza del cosiddetto “Cuneo Lessineo”. ❑

i presupposti di necessità per la loro attuazione. Delle reazioni della popolazioni in caso di emergenza ha parlato anche il geologo Piero Fiaccavento; il piano di emergenza del Comune di Salò, si è concretizzato nello studio e nella stesura di una carta che considera i possibili scenari dovuti al panico scatenato dall’emergenza. Piero Fiaccavento nel suo interessante intervento ha spiegato la conformità della zona del Lago di Garda e ha fatto un’analisi dei movimenti tellurici (oggetto degli studi di tutta la sua vita professionale) che incombono sul territorio benaIL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 35


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

L’invito del Collegio rivolto agli iscritti a far parte delle Commissioni

I

l Consiglio direttivo del Collegio di Brescia, nella seduta di lunedì 18 novembre 2013 ha deliberato la costituzione delle seguenti Commissioni: 1. Commissione Agricoltura e Ambiente; 2. Commissione Amministratori immobiliari; 3. Commissione Catasto, Topografia e Territorio; 4. Commissione Consulenti tecnici e mediatori; 5. Commissione Edilizia sostenibile, efficienza energetica e acustica in edilizia; 6. Commissione Estimo e Valutazioni immobiliari; 7. Commissione Prevenzione incendi; 8. Commissione Sicurezza cantieri; 9. Commissione Urbanistica ed Edilizia; per le quali si chiede agli iscritti di voler segnalare tramite Pec all’indirizzo collegio.brescia@geopec.it, l’eventuale loro disponibilità a far parte di una delle Commissioni. Le disponibilità raccolte verranno sottoposte al vaglio del Consiglio Direttivo al fine di comporre le Commissioni, con un numero di partecipanti idoneo a sostenere un corretto sviluppo delle attività e garantire la rappresentanza di tutte le zone della provincia di Brescia. Tra le segnalazioni raccolte il Consiglio Direttivo individuerà il Coordinatore della Commissione, che organizzerà le riunioni e farà riferimento a un membro del Consiglio Direttivo, il quale 36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

porterà all’attenzione del Consiglio le problematiche emerse all’interno della Commissione, le proposte per l’attività formativa e di aggiornamento professionale e rappresenterà il Consiglio nelle sedi istituzionali. Il Consiglio Direttivo ha altresì deliberato che la Commissione Scuola, la Commissione Valutazione esposti e la Commissione Liquidatori parcelle siano composte dai membri del Consiglio Direttivo stesso. Il Consiglio Direttivo ha pure deliberato che la Commissione Protezione Civile venga individuata come “Gruppo di esperti per la

collaborazione con la Protezione civile”, sia composta dagli iscritti all’Albo che hanno sostenuto lo specifico corso di specializzazione della Protezione civile denominato “Rilievo del danno e valutazione dell’agibilità nell’ambito della gestione dell’emergenza sismica” e che abbiano superato l’esame finale. Il Consiglio Direttivo, che ha confermato il geom. Bruno Bossini nell’incarico di Direttore del periodico d’informazione “Il geometra bresciano”, ha accolto la richiesta del medesimo Direttore di istituire un “Comitato per lo sviluppo dei mezzi di

comunicazione” al fine di approfondire i punti di forza e gli eventuali ambiti di miglioramento della comunicazione tra Collegio e i propri iscritti, con particolare attenzione allo sviluppo del periodico, del sito Web e dell’eventuale affiancamento con altre forme di diffusione delle informazioni. È utile infine ricordare che la partecipazione all’attività delle Commissioni e ai Gruppi di lavoro sarà svolta – così come è sempre stato in passato – a titolo gratuito e nell’interesse della categoria professionale. ❑



SCUOLA

Esami di Stato 2013 Le due prove scrittografiche

Ministero dell ’Istruzione, dell ’Università e della Ricerca DIPARTIMENTO PER LO SVILUPPO DELL’ISTRUZIONE DIREZIONE GENERALE PER GLI ORDINAMENTI SCOLASTICI E PER L’AUTONOMIA SCOLASTICA

ESAME DI STATO PER L’ABILITAZIONE ALL’ESERCIZIO DELLA LIBERA PROFESSIONE DI GEOMETRA - SESSIONE 2013 PRIMA PROVA SCRITTOGRAFICA Si progetti, in un lotto rettangolare di 60x120 metri, un edificio residenziale a schiera di 3200 mc composto di 8 unità residenziali, con le seguenti caratteristiche morfologiche e funzionali: – Terreno con pendenza del 15% lungo la direttrice est-ovest, con lato ad est a quota 0,00 e quello ad ovest a quota + 9,00 m; – Lato maggiore del lotto parallelo alla direttrice nord-sud; – Il lotto confina a nord con una strada pubblica, invece per gli altri tre lati, con altri lotti privati. Prvedere, all’interno del lotto rettangolare, una strada per la viabilità interna, con relativi parcheggi e spazi di manovra per entrare ed uscire dal lotto stesso e dalla restante area verde; Elaborati richiesti: 1) Planimetria 1:500 con sistemazione della viabilità, dei lotti edificabili, dei parcheggi e delle aree verdi; 2) Pianta, sezione e prospetti di almeno due unità abitative limitrofe 1:100; 3) Pianta, sezione e prospetto di una unità abitativa 1:50.

Tempo massimo della prova: ore 8. Durante la prova sono consentiti l’uso di strumenti di calcolo non programmabili e non stampanti e la consultazione di manuali tecnici e di raccolte di leggi non commentate.

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SCUOLA

Ministero dell ’Istruzione, dell ’Università e della Ricerca DIPARTIMENTO PER LO SVILUPPO DELL’ISTRUZIONE DIREZIONE GENERALE PER GLI ORDINAMENTI SCOLASTICI E PER L’AUTONOMIA SCOLASTICA

ESAME DI STATO PER L’ABILITAZIONE ALL’ESERCIZIO DELLA LIBERA PROFESSIONE DI GEOMETRA - SESSIONE 2013 SECONDA PROVA SCRITTOGRAFICA Date le coordinate dei vertici: A: (Ax = -37,00; Ay = -24,00) B: (Bx = 45,00; By = -33,00) C: (Cx = 27,00; Cy = 24,00) D: (Dx = -11,00; Dy = 35,00) E: (Ex = -43,00; Ey = 14,00) Da un lotto poligonale irregolare, con il lato AB di confine con la pubblica via, edificabile in zona di completamento “B” di P.R.G. di un Comune sismico: 1) Si ricavi la superficie del lotto; 2) Si definisca il dimensionamento del manufatto residenziale plurifamiliare sulla base delle seguenti N.T.A.: • Indice di copertura Ic = 0,06 • Indice fondiario If = 0,35 mc/mq • Altezza massima H = m 7,00 • Distanze dai confini = m 7,00 •Distanze dalle vie pubbliche = m 10,00 3) Si satabiliscano i costi di massima, sulla base delle tariffe regionali aggiornate, di tutte le opere da eseguire fino al completamento della struttura ipotizzata.

Tempo assegnato per lo svolgimento della prova: ore 8. Durante la prova sono consentiti l’uso di strumenti di calcolo non programmabili e non stampanti e la consultazione di manuali tecnici e di raccolte di leggi non commentate.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 39


SCUOLA

Esami di Stato I risultati della sessione 2013

Candidati ammessi

215

Candidati presentati

178

Candidati non presentati

37

Esiti positivi

120

Esiti negativi

58

Percentuale abilitati

Commissione 15 Istituto Tartaglia - Brescia Alghisi Paolo Amadei Michelle Ambrosini Alessandro Antonelli Andrea Baccolo Elia Baffelli Ilario Baguzzi Roberto Barbera Giulia Barbieri Davide Barbieri Valentina Baronio Mattia Begni Stefano Belussi Davide Berettera Erica Bergomi Giulia Bertoni Simone Bertuzzi Agata Bianchi Enrico Biasin Francesca Biazzi Ester Bignotti Andrea Bisolti Alessandro Bongioni Andrea Bono Mattia Bartolameolli Stefano Boventi Luca Bulferetti Nicole Buttinoni Alberto Cadei Mattia Canedoli Roberto Canesi Michele Caretta Gabriele Cerqui Chiara Conzadori Filippo Alberto Corsini Michela Delbarba Mattia Do Alessandro 40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

67%

Dosio Chiara Fapassini Stefano Felappi Marco Ferrai Gianluca Ferrari Daniele TOTALE N. 42

Commissione 16 Istituto Tartaglia - Brescia Ferrari Gianni Pietro Ferrari Nicola Ferrari Rossella Foppoli Arianna Franceschetti Giovanni Franchini Alex Fusi Alberto Gabrieli Oscar Gamba Luca Gheza luciano

Ghidinelli Nicola Guerra Valeria Hannane Meryem Isonni Giulia Kajic Vanja Lazzari Valentina N. 5860 Lieta Alessandro Lombardi Ivan Lorusso Antonio Macetti Mirko Manca Francesco Mari Nicola Martinazzoli Diego Martinelli Roberto Martino Andrea Migliorati Benedetto Ministrini Cristina Monese Sebastiano Moretti Roberta Morettini Michele Olianai Marta Olini Alessandro Olini Stefano Ortogni Denny Padella Marco TOTALE N. 35

Commissione 17 Istituto Einaudi - Chiari Panizza Monica Parola Michela

Parolari Federico Pasini Simone Pasotti Valentina Andrea Pedeni luca Perda Enrico Giovanni Perletti Paolo Perotti Nicola Pinna Luca Pintossi Elisa Poiatti Jessica Poli Mauro Ragnoli Michele Re Giovanna Reboldi Marco Ricchini Silvia Rivadossi Andrea Rizzi Andrea Roccia Giuseppe Rossini Christian Sabattoli Denny Salomoni Cristina Savino Marco Saviori Matteo Savoldelli Laura Scalvini Jessica Serreli Simone Simplo Omar Sonetti Alessandro Squassina Greta Statuto Paolo Tiraboschi Michela Tocchella Marco Tomasoni Mara Tonni Andrea Trainini Sara Usanza Paola Vertua Francesca Zanetti Simone Zanola Riccardo Zeni Luca Ziliani Diego TOTALE N. 43


LEGALE Avv. Francesco Cuzzetti

T

ra le recenti notizie di cronaca cittadina, abbiamo appreso del comportamento disinvolto, per non dire altro, di un noto amministratore di condomini. Viene perciò a proposito la sentenza della Corte di Cassazione Sez. II del 30 settembre 2013 n.22313, la quale ribadisce il principio, tanto più attuale ora che vige la nuova legge condominiale, che l’assemblea è l’unica sovrana ad approvare i capitoli di spesa, e che l’amministratore non è legittimato in linea di massima, a pretendere compensi extra per l’attività connessa all’amministrazione. Principio che, evidente-

Compensi aggiuntivi all’Amministratore del condominio? mente, non aveva convinto quell’amministratore di condominio che, avendo trattenuto senza autorizzazione dell’assemblea una somma quale compenso per l’esecuzione di lavori di manutenzione e per la stipula del contratto d’appalto autorizzato dall’assemblea, si è sobbarcato tre gradi di giudizio, per contrastare la domanda di rimborso contro di lui proposta dai condomini, fino alla sentenza definitiva anzidetta che gli ha dato torto. L’amministratore aveva basato la sua difesa riferendosi all’art. 1720 C.c. comma 1, per la quale il mandante deve rimborsare al mandatario le anticipazioni con gli

interessi dal giorno in cui sono state fatte, e pagargli il compenso che gli spetta, e ciò in connessione con l’art. 2233 C.c. sui compensi per l’opera professionale, presumendosi l’onerosità del mandato. Però, se il rapporto tra l’amministratore e il condominio s’inquadra effettivamente nella figura del mandato, non è dato che il principio dell’art. 1720 C.c. citato, possa essere applicato in materia di condominio secondo il quale il credito dell’amministratore non può considerarsi liquido ed esigibile, senza il preventivo controllo da parte dell’assemblea. L’amministratore è vinco-

lato, per quanto riguarda il potere di spesa che può fare nei limiti dell’art. 1135 C.c. (spese urgenti) e dell’art. 1130 C.c. (spese di manutenzione ordinaria delle parti comuni ed esercizio di servizi comuni). La nuova legge 220/2012 all’art. 13 sostituisce il n. 4 del comma 1 dell’art. 1135 C.c. e stabilisce addirittura che ora è l’assemblea del condominio a provvedere alle spese di manutenzione straordinaria e alle innovazioni costituendo obbligatoriamente un fondo speciale. Riporto la massima della sentenza: «L’attività di amministratore di condominio connessa e indispensabile allo svolgimento dei suoi compiti istituzionali, deve ritenersi compresa quanto al compenso, al corrispettivo stabilito nel momento del conferimento dell’incarico per tutta l’attività amministrativa, e non deve essere retribuita a parte, sicché l’amministratore non può esigere compensi per prestazioni aggiuntive senza un preventivo controllo da parte dell’assemblea». ❑

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URBANISTICA

Interventi edilizi ammessi alla detrazione IRPEF nella manutenzione e ristrutturazione Interventi sulle singole unità abitative Accorpamento di locali di altre ubità immobiliari - Spostamento di alcuni locali da una unità immobiliare ad altra o anche unione di due unità immobiliari con opere esterne. Allargamento porte - Con demolizioni di modesta entità, realizzazione di chiusure o aperture interne che non modifichino lo schema distributivo delle unità immobiliari e dell’edificio. Allargamento porte e finestre esterne - con demolizioni di modeste proporzioni di muratura. Allarme finestre esterne - Installazione, sostituzione dell’impianto o riparazione con innovazioni. Ampliamento con formazione di volumi tecnici - Demolizione o/e costruzione (scale, vano ascensore, locale caldaia, ecc.) con opere interne ed esterne. Apertura interna - Apertura vano porta per unire due unità immobiliari o altri locali con opere interne o apertura sul pianerottolo interno. Ascensore - Nuova installazione o sostituzione di quello preesistenete (esterno o interno) con altro avente caratteri essenziali diversi, oppure per adeguamento legge 13/89. Balconi - Rifacimento con altro avente caratteri diversi (materiali, finiture e colori) da quelli preesistenti e nuova costruzione. Barriere architettoniche - Eliminazione. Box auto - Nuova costruzione (detraibile, purché reso pertinenziale di una unità immobiliare); Cablatura degli edifici - Opere finalizzate alla cablatura degli edifici, a condizione che interconnettano tutte le unità immobiliari residenziali. Caldaia - Sostituzione o riparazione con innovazioni. Caloriferi e condizionatori - Sostituzione con altri anche di diverso tipo e riparazione o installazione di singoli elementi (detraibile nelle singole unità immobiliari se si tratta di opere finalizzate al risparmio energetico) - Installazione di macchinari esterni. Cancelli esterni - Nuova realizzazione o sostituzione con altri aventi caratteristiche diverse (materiali, dimensioni e colori) da quelle preesistenti. Canna fumaria - Nuova costruzione interna o esterna o rifacimento modificando i caratteri preesistenti. Cantine - Effettuazione di suddivisioni interne con demolizioni e ricostruzione tavolati - Opere esterne con modifiche delle caratteristiche delle pareti, porte e finestre. Centrale idrica - Riparazioni varie con modifiche distributive interne o esterne Nuova costruzione (volume tecnico) nell’ambito di una operazione di manutenzione straordinaria, di un restauro o di una ristrutturazione. Centrale termica - Riparazioni varie interne ed esterne, conservando le caratteristiche (materiali, sagoma e colori) uguali a quelle preesistenti (opere murarie) Con modifiche distributive interne - Con modifiche esterne (sagoma, materiali e colori nuova costruzione (volume tecnico) nell’ambito di un’operazione di manutenzione straordinaria, di un restauro o di una ristrutturazione. Citofoni, videocitofoni e telecamere - Sostituzione o nuova installazione con le opere murarie occorrenti. Contenimento dell’inquinamento acustico - Opere finalizzate al contenimento realizzate anche in assenza di opere edilizie propriamente dette (detraibile, purché sia certificato il raggiungimento degli standard di legge); Cornicioni - Nuova formazione o rifacimento con caratteristiche diverse da quelle preesistenti. Davanzali finestre e balconi - Nuova realizzazione o sostituzione di quelli preesistenti con altri aventi caratteristiche diverse (materiali, finiture e colori). Facciata - Rifacimento, anche parziale, modificando materiali e/o colori (o anche solo i colori). Finestra - Nuova apertura o modifica di quelle preesistenti - Sostituzione con finestre di sagoma, materiale e colori diversi. Fognatura - Nuova costruzione o rifacimento con dimensioni e/o percorso diverso da quello preesistente, con opere interne o esterne (dal limite della proprietà fino alla fognatura pubblica). - Riparazioni varie e sostituzioni di parti con caratteristiche diverse da quelle preesistenti - Nuova costruzione (detraibile, se reso pertinenziale ad una unità immobiliare). 42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

Gradini scale - Sostituzione gradini interni ed esterni, modifica forma, dimensione o materiali preesistenti. Grondaie - Nuova installazione o sostituzione con modifiche della situazione preesistente. Impianto di riscaldamento autonomo interno (purché conforme al DM 37/2008 ex legge 46/90) - Nuovo impanto, senza opere edilizie - Nuovo impianto con opere edilizie (canna fumaria e/o altre opere interne o esterne) per riscaldamento o ventilazione - Riparazioni con ammodernamenti e/o innovazioni. Impianto elettrico - Sostituzione dell’impianto o integrazione per messa a norma. Impianto idraulico - Sostituzione o riparazione con innovazioni rispetto al preesistente. Inferriata fissa - Sostituzione con innovazioni rispetto alla situazione preesistente - Nuova installazione con o senza opere esterne. Infissi esterni - Nuova installazione o sostituzione con altri aventi sagoma, materiali o colore diversi (solo se riguarda l’intera facciata). Interruttore differenziale - Sostituzione o riparazione con innovazioni. Intonaci esterni facciata - Intonaci e tinteggiatura esterna con modifiche a materiali e/o colori. Lastrico solare - Rifacimento con materiali diversi rispetto ai precedenti. Locale caldaia - Riparazioni murarie varie con modifiche rispetto alla situazione preesistente - Nuova formazione (Volume tecnico) o esecuzione di interventi esterni che modificano materiali-finiture-colori. Lucernari - Nuova formazione o sostituzione con altri aventi caratteri (sagoma e colori) diversi da quelli preesistenti. Mansarda - Modifiche interne ed esterne con opere edilizie, senza modificarne la destinazione d’uso. Marciapiede - Nuova realizzazione su suolo privato. Messa a norma degli edifici - Interventi di messa a norma degli edifici (detraibile, purché compresa nelle categorie di cui all’articolo 1 legge 449/97 e siano presentate le certificazioni di legge). Montacarichi - Nuova installazione e sostituzione di quello preesistente con altro a-


URBANISTICA

vente caratteristiche (materiali e colori) diverse dalle preesistenti. Muri di cinta - Realizzazione e sostituzione con modifiche rispetto alla situazione preesistente. Muri esterni di contenimento - Nuova costruzione, demolizione e ricostruzione in altra parte esterna o nello stesso luogo, ma modificando dimensioni, sagoma, materiali e colori. Muri interni - Nuova costruzione o demolizione e ricostruzione in altra parte interna. Parapetti e balconi - Rifacimento e sostituzione con altri aventi caratteri diversi da quelli preesistenti. Parete esterna - Rifacimento anche parziale modificando materiali e colori (o anche solo i colori). Parete interna - Nuova costruzione, demolizione e ricostruzione in altra parte interna. Pavimentazione esterna - Nuova o sostituzione della preesistente modificando la superficie e i materiali. Pensilina protezione autovetture - Sostituzione di quella preesistente con altra avente caratteristiche (materiali e colori) diverse dalle preesistenti. Persiana - Nuova installazione o sostituzione con altra avente sagoma, materiale e colori diversi. Pianerottolo - Riparazione struttura con dimensioni e materiali diversi da quelli preesistenti. Piscina - Rifacimento modificando caratteri preesistenti. Porta blindata esterna - Nuova installazione o sostituzione con altre aventi sagoma o colori diversi. Porta blindata interna - Nuova installazione. Porta-finestra - Nuova installazione o sostituzione con altra avente sagoma e colori diversi - Trasformazione da finestra a porta-finestra. Porte esterne - Nuova installazione o sostituzione con altre aventi sagome o colori diversi e viceversa. Recinzioni - Realizzazione di nuova recinzione o sostituzione di quella preesistente con altra avente caratteristiche diverse. Ricostruzione - Demolizione e fedele ricostruzione di edifici. Risparmio energetico - Opere finalizzate al risparmio energetico, realizzate anche anche in assenza di opere edilizie propriamente dette (detraibile, purché sia certificato il raggiungimento degli standard di legge). Sanitari - Sostituzione di impianti e apparecchiature - Realizzazione di servizio igienico interno. Saracinesca - Nuova installazione di qualsiasi tipo o sostituzione di quella preesistente con innovazioni. Scala esterna - Nuova installazione, rifacimento e sostituzione con altra di caratteri (pendenza, posizione, dimensioni, materiali e colori) diversi dai preesistenti. Scala interna - Nuova installazione, rifacimento e sostituzione con altra, modificando pendenza e posizione rispetto alla preesistente; Serramenti esterni - Nuova installazione o sostituzione con altri aventi finiture e colori diversi dai precedenti. Sicurezza statica - Opere finalizzate alla sicurezza statica ed antisismica. Solaio - Sostituzione dei soli di copertura con materiali diversi dai preesistenti - Sostituzione di solai interpiano senza modifica delle quote - Adeguamento dell’altezza dei solai, nel rispetto delle volumetrie esistenti. Soppalco - Innovazioni rispetto alla struttura preesistente o nuova costruzione. Sottotetto - Riparazione modificando la posizione preesistente; sostituzione apparecchi sanitari, innovazione con caratteristiche diverse da quelle preesistenti Modifiche interne ed esterne con varie opere edilizie senza modificarne la destinazione d’uso - Formazione di unità immobiliare abitabile nel sottotetto mediante l’esecuzione di opere edilizie varie (detraibile purché già compreso nel volume). Strada asfaltata privata - Per accesso alla proprietà. Tegole - Sostituzione con altre di materiale e/o forma diverse dalle preesistenti; Terrazzi - Rifacimento completo con caratteristiche diverse da quelle preesistenti (dimensioni o piano). Tetto - Sostituzione dell’intera copertura - Modifica della pendenza delle falde con o senza aumento di volume. Tinteggiatura esterna - Rifacimento modificando materiali e/o colori; Travi (tetto) - Sostituzione con modifiche - Sostituzione totale per formazione nuovo tetto. Veranda - Innovazioni rispetto alla situazione precedente - Nuova costruzione con demolizione del muro che dà sul balcone creando aumento di superficie lorda di

pavimento - Trasformazione di balcone in veranda. Vespaio - Rifacimento. Zoccolo esterno facciata - Sostituzione con altro avente caratteri essenziali diversi.

Interventi sulle parti condominiali Aerosabbiatura - Su facciata. Allargamento porte interne - Con demolizioni di modesta entità. Allarme (impianto) - Riparazione senza innovazioni - Riparazione con sostituzione di alcuni elementi. Androne - Rifacimento conservando caratteristiche uguali a quelle esistenti. Antenna - Antenna comune in sostituzione delle antenne private. Balconi - Riparazioni parti murarie (frontalini, cielo), sostituzione parapetti e ringhiere conservando caratteristiche (materiali, sagome e colori) uguali; Box - Riparazioni varie e sostituzioni di parti anche strutturali conservando dimensioni uguali a quelle preesistenti. Caldaia - Riparazione senza innovazioni - Riparazione con sostituzione di alcuni elementi. Caloriferi e condizionatori - Sostituzione con altri anche di diverso tipo e riparzione o installazione di singoli elementi. Cancelli esterni - Riparazione o sostituzione cancelli o portoni, conservando caratteristiche (sagoma e colori) uguali a quelle preesistenti. Canna fumaria - Riparazione o rifacimento, interno ed esterno conservando caratteristiche (materiali, sagoma e colori) uguali a quelle preesistenti. Cantine - Riparazione conservando caratteristiche (materiali e colori) uguali a quelle preesistenti. Centrale idrica - Riparazioni varie interne ed esterne, conservando caratteristiche (materiali, sagoma e colori) uguali a quelle preesistenti.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 43


URBANISTICA

Centrale termica - Riparazioni varie interne ed esterne, conservando caratteristiche (materiali, sagome e colori) uguali a quelle preesistenti. Cornicioni - Rifacimento o sostituzione conservando i caratteri essenziali preesistenti (materiali, dimensioni). Davanzali finestre e balconi - Riparazione o sostituzione conservando i caratteri essenziali preesistenti. Facciata - Piccola apertura per sfiatatoio gas, rifacimento, anche completo, con materiali e colori uguali a quelli preesistenti. Finestra - Sostituzione senza modifica della tipologia di infissi. Fognatura - Riparazione o sostituzione della canalizzazione fognaria, fino al limite della proprietà del fabbricato. Garage - Riparazioni varie e sostituzione di parti anche strutturali conservando dimensioni uguali a quelle preesistenti. Gradini scale - Sostituzione con gradini uguali a quelli preesistenti, interni ed esterni. Grondaie - Riparazione o sostituzione senza modifiche della situazione preesistente. Impianto di riscaldamento (purché conforme al DM 37/2008- ex legge 46/90) Riparazione dell’impianto senza innovazioni, riparazione con ammodernamenti e/o innovazioni. Impianto elettrico - Sostituzione dell’impianto o integrazione per messa a norma. Impianto idraulico - Riparazione senza innovazioni o sostituzioni. Inferriata fissa - Sostituzione di quelle preesistenti senza modificare la sagoma e/o i colori. Infissi esterni - Riparazione o sostituzione, conservando la sagoma, i materiali e i colori uguali a quelli preesistenti. Infissi interni - Sostituzione con altri infissi conservando le caratteristiche preesistenti. Interruttore differenziale - Riparazione senza innovazioni o riparazione con sostituzione di alcuni elementi. Intonaci esterni facciata - Intonaci e tinteggiatura esterna conservando materiali e colori uguali a quelli preesistenti. Intonaci interni - Intonaci e tinteggiatura interna senza limitazione di materiali e colori. Lastrico solare - Rifacimento conservando materiali uguali a quelli preesistenti. Locale caldaia - Riparazioni murarie varie conservando le suddivisioni interne preesistenti. Lucernari - Sostituzione con altri aventi gli stessi caratteri (sagoma e colori) di quelli preesistenti. Marciapiede su suolo privato - Rifacimento come preesistente; Montacarichi (interni ed esterni) - Riparazione conservando caratteristiche uguali a quelle preesistenti. Muri di cinta - Riparazione conservando caratteristiche uguiali a quelle preesistenti. Muri esterni di contenimento - Riparazione o rifacimento conservando la stessa posizione, anche con materiali diversi. Parapetti e balconi - Riparazione o rinforzo della struttura conservando caratteri uguali a quelli preesistenti. Parcheggi - Riparzioni varie e sostituzione di parti anche strutturali conservando dimensioni uguali a quelle preesistenti. Parete esterna - Rifacimento, anche completo, con materiali e colori uguali a quelli preesistenti. Parete interna - Riparazione o rifacimento conservando la stessa posizione, anche con materiali diversi. Pavimentazione esterna - Rifacimento con dimensioni e materiali uguali a quelli preesistenti. Pavimentazione interna - Riparazioni senza innovazioni. Pensilina di protezione autovetture - Rifacimento conservando sagoma e colori preesistenti. Persiana - Sostituzione conservando le caratteristiche preesistenti (sagoma e colori). Pianerottolo - Riparazione struttura conservando dimensioni e materiali uguali a quelli preesistenti (interno ed esterno); Piscina - Riparzione e rinforzo di strutture, conservando le acratteristiche (materiali, sagoma e colori) preesistenti. Porta blindata esterna - Sostituzione conservando sagome e colori preesistenti. Porta-finestra - Sostituzione con altra avente gli stessi caratteri essenziali. 44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

Porte esterne - Sostituzione conservando sagome e colori preesistenti. Porte interne - Riparazione, conservando materiali, colori, dimensioni. Recinzioni - Riparazione e sostituzione conservando caratteristiche (sagoma, materiali e colori) preesistenti. Sanitari - Riparzione apprecchi sanitari e opere edilizie varie (tubazioni, piastrelle, ecc.). Saracinesca - Sostituzione con altra purché vengano conservati dimensioni e colori uguali a quelli preesistenti. Scala esterna - Riparazione conservando pendenza, posizione, sagoma, colori e materiali uguali ai preesistenti. Scala interna - Riparazione e sostituzione conservando pendenza, sagoma e posizioni preesistenti. Serramenti esterni - Sostituzione con altri aventi le stesse caratteristiche. Serramenti interni - Riparazioni, conservando materiali, caratteristiche e colori preesistenti. Solaio - Sostituzione dei solai di copertura con materiali uguali ai preesistenti. Tegole - Sostituzione con altre uguali a quelle preesistenti. Terrazzi - Riparazione delle pavimentazioni, rifacimento o sostituzione conservando le caratteristiche preesistenti (dimensioni e piano). Tetto - Riparazione con sostituzione di parte della struttura e dei materiali di copertura, conservando le caratteristiche preesistenti. Tinteggiatura esterna - Rifacimento conservando materiali e colori preesistenti. Tinteggiatura interna - Rifacimento senza limitazioni per materiali e colori. Tramezzi - Sostituzione tramezzi interni, senza alterazione della tipologia dell’unità immobiliare. Travi (Tetto) - Sostituzione con altre aventi materiali, dimensioni e posizione uguali a quelle preesistenti. Veranda - Rifacimento parziale conservando i caratteri essenziali. Zoccolo esterno facciata - Rifacimento conservando i caratteri essenziali.



AGRICOLTURA & FORESTE Mario Comincini

Il reticolo idrico: lo sconosciuto che avanza

L

o scorso 26 settembre 2013 presso l’aula magna dell’I.T.S. Tartaglia-Olivieri, il Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Brescia in collaborazione con l’Unitel ha in-

detto un seminario sulle “Attività di progettazione di interventi interferenti con il reticolo idrico”. Tale conferenza era indirizzata non solo agli iscritti del Collegio geometri, ma anche ai tecnici comunali, spinti dal continuo confronto tra le due ca46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

tegorie su di un argomento ancora ricco di dubbi e incertezze, sia nella fase di progettazione che nella fase di salvaguardia del territorio. L’introduzione del seminario è stata condotta dal geom. Antonio Gnecchi per l’Unitel

e dal geom. Mario Comincini per il Collegio geometri, i quali, dopo i saluti iniziali del Presidente geom. Giovanni Platto, hanno dato il via all’incontro, suddiviso in tre parti affidate ad altrettanti tecnici. La prima parte è stata condotta dal geom. Gianantonio Sigalini, funzionario della Regione Lombardia, il quale ha relazionato i colleghi sull’evolversi della “Polizia Idraulica”. Con il Regio Decreto del 25 luglio 1904 n. 523 venne approvato

il “Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie”. Per opere idrauliche si intendono l'insieme dei manufatti realizzati per la regimazione dei corsi d'acqua. Sono classificate in diverse categorie in base alla loro natura ed importanza. Successivamente in materia di decentramento amministrativo, la gestione delle opere idrauliche è stata conferita alle Regioni. Un organismo misto, costituito tra Stato e Regioni, operante sui bacini idrografici è l’Autorità di Bacino. È un ente istituito con la legge n. 183 del 18 maggio 1989, considerato come sistema unitario e ambito ottimale per le azioni di difesa del suolo e del sottosuolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico e la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi, indipendentemente dalle suddivisioni amministrative. L’obbiettivo è quello di superare le


AGRICOLTURA & FORESTE Nella pagina di sinistra e in senso antiorario: un’immagine dell’evento alluvionale del 18 novembre 1984, il Presidente del Collegio di Brescia geom. Giovanni Platto, i geometri Antonio Gnecchi, Mario Comincini, e Gianantonio Sigalini.

In questa pagina, il tavolo della presidenza del seminario e un settore della platea dei partecipanti

frammentazioni di competenza e istituzionali che non consentono una pianificazione unitaria e integrata. Un riassetto complessivo della normativa del settore arriva con la legge n.36 del 5 gennaio 1994. Nei principi generali, la legge ha esteso la tutela pubblica a tutte le acque, ed ha applicato ad esse il criterio di sostenibilità dell’uso, cioè un uso che non comprometta la trasmissione della risorsa ai posteri: «Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata e utilizzata secondo criteri di solidarietà» (art. 1 comma 1).

I

n pratica, si affidava alle Autorità di bacino il compito di stabilire le quantità di acqua che possono essere sottratte all’ambiente, nel rispetto del vincolo ambientale, per soddisfare i diversi usi, in primo luogo quello idropotabile. Altro passaggio fondamentale si è verificato quando dal 2001 la Regione Lombardia ha delegato alle Amministrazioni comunali le funzioni di “Autorità Idraulica” sui corsi d’acqua del reticolo idrico minore (RIM), pertanto i Comuni hanno la responsabilità di identificare il reticolo di propria competenza, effettuare la manutenzione sullo stesso e applicare i canoni per l’occupazione delle aree demaniali. I Comuni possono avvalersi

dei Consorzi di bonifica, di irrigazione, o delle Comunità montane sia per l’identificazione del RIM che per una corretta gestione del reticolo attraverso convenzionamenti specifici. A partire dal primo d.g.r. n. 7/7868 del 25 gennaio 2002

fino a giungere all’ultimo d.g.r. n. 883 del 31 ottobre 2013 la Regione Lombardia fornisce i criteri e gli indirizzi per la definizione del reticolo minore, per la redazione del Documento di Polizia Idraulica (DPI) e per lo svolgimento dell’attività di

Polizia Idraulica. Nella definizione del Reticolo Idrico Minore l’amministrazione comunale dovrà innanzitutto effettuare la ricognizione di tutto il reticolo idrico superficiale presente nel territorio comunale per identificare i corsi d’acqua IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 47


AGRICOLTURA & FORESTE Carta della classe di fattibilità per le aree ricadenti all’interno delle fasce fluviali.

presenti. Una volta proceduto alla ricognizione del reticolo idrico superficiale è necessario classificare i canali e corsi d’acqua. Al fine di garantire una corretta ricognizione e classificazione dei corsi d’acqua, è necessario operare in stretto raccordo con i Consorzi di Bonifica presenti sul territorio comunale. Una volta proceduto alla classificazione dei corsi d’acqua presenti nel territorio comunale, il Reticolo Idrico Minore risulterà costituito da tutti quelli che non appartengono al Reticolo Idrico Principale, al Reticolo di competenza dei Consorzi di Bonifica e che non siano canali privati. Concludendo il suo intervento il geom. Sigalini sottolineava l’importanza di sottoscrivere apposite convenzioni tra le Amministrazioni Comunali ed i Consorzi Irrigui, come previsto dalla normativa, al fine di tutelare e salvaguardare al meglio il reticolo idrico minore (fasce di rispetto, movimentazione paratoie, pulizia griglie, ecc.).

L

a seconda parte del seminario, relazionata dal geologo Marco Daguati, ha riguardato “Il reticolo nella pianificazione urbanistica e geologica”. Il tecnico, che ha partecipato alla redazione della componente geologica dei P.G.T. in molti Comuni, dopo una breve introduzione delle normative vigenti, ha illu48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

strato le diverse fasi di lavoro per la definizione dei piani comunali ai fini della prevenzione dei rischi geologici. Il primo passaggio è la fase di analisi, a sua volta suddivisa in fase di ricerca storica e bibliografica, compilazione della cartografia di inquadramento e predisposi-

zione di studi di dettaglio. La seconda fase è quella di sintesi/valutazione, mentre la terza è quella di proposta del piano tramite la predisposizione della carta di fattibilità geologica e delle norme geologiche di piano. La pianificazione idraulica quale elemento sostanziale della pianificazione territo-

riale, è stata valorizzata tramite alcuni esempi illustrati graficamente dal geologo, tra i quali la classe di fattibilità per aree ricadenti all’interno delle fasce fluviali del Comune di Pralboino (Brescia) o quanto è stato predisposto per il Comune di Castiraga Vidardo (Lodi) dove l’analisi di un evento alluvio-


AGRICOLTURA & FORESTE In basso, un’altra immagine dell’alluvione del 18 novembre 1964 e (a destra) la geometra Etta Titoldini.

Tabella 1 bis - Classe di fattibilità per le aree ricadenti all’interno delle fasce fluviali Classe

Norme

Fascia A all’esterno dei centri edificati

4

artt. 29, 38, 38 bis, 38 ter, 39 e 41 N.d.A. del PAI

Fascia B all’esterno dei centri edificati

3

Consentiti solo gli interventi previsti dagli articoli 30, 38, 38 bis, 38 ter, 39 e 41 delle N.d.A. del PAI

Fasce A e B all’interno dei centri edificati

Da attribuire sulla scorta degli studi idraulici per la valutazione del rischio realizzati con il metodo approfondito di cui all’Allegato 4

Fino ad avvenuta valutazione delle condizioni di rischio si applicano anche all’interno dei centri edificati le norme riguardanti le fasce A e B

Territori di fascia C delimitati con segno grafico indicato come “limitee progetto tra la fascia B e la fasciaC

Da attribuire sulla scorta degli studi idraulici per la valutazione del rischio realizzati con il metodo approfondito di cui all’Allegato 4

Fino ad avvenuta valutazione delle condizioni di rischio si applicano le norme riguardanti la fascia B fino al limite esterno della fascia C

Fascia C

Da attribuire in base alle problematiche riscontrate

Da definire nell’ambito dello studio, fermo restando quanto stabilito dall’art. 31 delle N.d.A. del PAI

nale del 1964 ha permesso la salvaguardia del centro abitato tramite la pianificazione e gestione del reticolo idrografico.

delle acque. Particolare attenzione è stata prestata in questo passaggio all’aspetto della gestione burocratica delle domande per il rilascio di concessioni o autorizzazioni ai fini idraulici: le prime per i corsi d’acqua di natura demaniale e le seconde per i corsi d’acqua di natura privata. Più complessa è la vera e propria gestione del reticolo che necessita di acquisire coscienza del territorio di cui i corsi d’acqua sono, e sono sempre stati, soprattutto nella pianura Padana, parte fondante.

E

saminando ad esempio la situazione del Comune di Brescia che, in un tessuto urbano cittadino, risulta particolarmente complessa per la presenza di numerosi corsi d’acqua che attraversano la città anche nel centro storico e che hanno subìto

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ella terza parte del c o n vegno la parola è passata al geom. Etta Titoldini, considerata la sua esperienza sul Reticolo Idrico Minore, acquisita nel Comune di Brescia dal 2002 ad oggi, preceduta da un lungo periodo, in Regione Lombardia, come esperta di temi connessi alla gestione IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 49


AGRICOLTURA & FORESTE Immagine territoriale del reticolo idrografico in variante per la salvaguardia dell’abitato; in basso un’altra fotografia della platea dei partecipanti al convegno.

nei secoli continui spostamenti, tombamenti e rimaneggiamenti vari. Ricorda come, nelle epoche storiche, tali fossi avessero una funzione importantissima come portatori di acque pulite in accesso alla città, convogliatori di scarichi al di fuori, fornitori di acque per l’agricoltura e forza motrice per opifici e mulini e per molti altri usi ancora. Dall’epoca romana la distribuzione dell’acqua tramite acquedotto, per gli usi civici, e dei fossi per gli usi agricoli/industriali era svolta da figure pubbliche importanti alle dirette dipendenze del Sindaco fino ad arrivare, nell’ultimo secolo, quasi esclusivamente alla gestione da parte dei consorzi irrigui; al-

50 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6


AGRICOLTURA & FORESTE Estratto reticolo idrografico minore del Comune di Brescia

l’istituzione del R.I.M. a Brescia erano presenti sedici consorzi irrigui ed un consorzio di bonifica. Per migliorare la gestione delle acque è stata perciò avviata una complessa politica di confluimento dei 16 consorzi in un’unica struttura, sia per migliorare la gestione delle innumerevoli paratoie, sia i rapporti nella gestione ordinaria e delle emergenze; è stata stipulata a tal fine un’apposita convenzione fra il Comune ed il Consorzio Federativo Utenze del Mella per la definizione dei rapporti. Tutto ciò ha portato ad avere due elementi (un consorzio irriguo ed uno di bonifica) con cui rapportarsi con notevoli benefici in ogni occasione anche nei rapporti con altri settori comunali (vigilanza urbana, protezione civile, ecc.)

O

ltre a ciò è importante occuparsi dei rapporti nella gestione delle reti fognarie, generalmente miste ed interconnesse con i R.I.M., della gestione di griglie poste all’imbocco di tratti tombinati per impedirne l’ostruzione, dei rapporti con i proprietari frontisti dei corsi d’acqua ecc. È inoltre importante ricordare che molte problematiche idrauliche riguardano aree che interessano più Comuni e non possono essere affrontate senza studi a livello sovraccomunale; infatti solo lo studio d’insieme permette di avere un quadro completo delle criticità

e degli interventi che si debbono porre in atto per la risoluzione di problemi complessi spesso spalmati sull’intero territorio interessato. L’affrontare poi “a livello di bacino” le problematiche idrauliche permette di poter portare a livello regionale/provinciale tali studi per l’acquisizione di finanziamenti importanti non possibili da parte del singolo Comune. Come sempre l’ultima parte

dell’incontro è stata dedicata ad uno dei momenti di maggiore interesse, ovvero quello del dibattito finale in sala, dove sono intervenuti liberi professionisti e tecnici comunali con numerosi dubbi e quesiti, dimostrando un grande interesse per l’argomento trattato. Alcuni di questi dubbi sono stati chiariti, altri sono rimasti tali dal momento che per molti la materia è risultata completamente nuova

e solo ultimamente viene presa in seria considerazione. Il Collegio resterà sempre vigile sull’evolversi della materia, mettendosi a disposizione con i propri esperti per risolvere piccole o grandi questioni riguardanti l’applicazione delle norme per una corretta progettazione e gestione del territorio. ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 51


CATASTO Laura Cinelli

A

titolo informativo e precisando che non si tratta di un documento da tutti accettato, bensì un’attività interna dell’Ufficio catastale bresciano, riportiamo le casistiche individuate e utilizzate dall’Agenzia delle Entrate Ufficio Provinciale di Brescia - Territorio, in funzione della tipologia di fabbricato rurale, del momento della sua denuncia, e della relativa applicazione dell’eventuale sanzione. Il testo è il seguente: 1) particella con qualità FR presente al catasto terreni, mai dichiarata (quindi mai accatastata) ma f o t o i d e n t i f i c a t a : l’immobile doveva essere accatastato entro il 30 aprile 2011 (quindi sanzione oltre l’anno…); si invita ad evidenziare: a) la data di servibilità all’uso del 30 aprile 2011 come fittizia, poiché l’accatastamento è presentato in ritardo quindi in sanzione; b) la data reale di servibilità nel campo relazione tecnica. 2) particella con qualità FR presente al catasto terreni che ha perso i requisiti di ruralità; l’immobile doveva essere accatastato entro il 31 ottobre 2008 (quindi in sanzione oltre l’anno…); si invita ad evidenziare: a) la data di servibilità all’uso del 31 ottobre 2008 come fittizia, poiché l’accatastamento è presentato in ritardo, quindi in san52 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

Fabbricati rurali e sanzioni

zione; b) la data reale di servibilità nel campo relazione tecnica. 3) particella con qualità FR presente al catasto terreni, mai dichiarata nè accatastata e l'immobile non è mai stato rurale: deve essere accatastato come nuova costruzione, con la data di fine lavori all'epoca in cui è diventato di proprietà dell'attuale denunciante. 4) particella con qualità FR presente al catasto terreni, avente i requisiti di ruralità: doveva essere accatastata entro il 30 novembre 2012; si invita ad evidenziare: a) la data di servibilità all'uso del 30 novembre 2012 come fittizia,

poiché l’accatastamento è presentato in ritardo quindi in sanzione; b) la data reale dalla quale possiede i requisiti di ruralità. 5) fabbricati accatastati al N.C.E.U. che possiedono i requisiti di ruralità, i proprietari non hanno presentato la domanda di richiesta di ruralità entro il 30 settembre 2012: possono presentare come istanza il modello 1 allegato alla Circolare n. 2 del 7 agosto 2012 unitamente ai modelli “B” e/o “C” allo sportello istanze dell’ufficio, che sanzionerà secondo la normativa vigente. Ritengo, dopo aver analizzato approfonditamente la

questione, che al punto 2, laddove si citano i fabbricati rurali che hanno perso i requisiti di ruralità, si debbano intendere quei fabbricati rurali presenti negli elenchi pubblicati a suo tempo dall’Agenzia del Territorio, quindi riconducibili ai commi 36 e 37 dell’art. 2 del DL 262/06, e per i quali i proprietari dovevano aver ricevuto la notifica di accertamento da parte dell’ufficio.

D

iversamente, se si è in presenza di perdita di ruralità per altri motivi, come ad esempio un passaggio di proprietà a persona non iscritta al registro degli imprenditori agricoli (IAP) avvenuto antecedentemente alla data


CATASTO

del 31 ottobre 2008, la denuncia Do.C.Fa. è da ritenersi ordinaria, con applicazione delle sanzioni in base alla data di perdita di ruralità stessa. Il problema in realtà è comunque in via di esaurimento, in quanto da gennaio 2013 questa casistica non sarà più sanzionabile per applicazione della prescrizione quinquennale. Per completare il più possibile questo intricato quadro, di seguito riassumo anche le principali casistiche previste nel Do.C.Fa. e le tipologie di documento da utilizzare: a) Fabbricati Rurali di nuova costruzione - Fabbricati Rurali censiti al catasto fabbricati oggetto di interventi edilizi - Fabbricati censiti al catasto fabbricati che acquisiscono i requisiti di ruralità e che sono oggetto di variazione catastale: – va prodotta la necessaria denuncia Docfa selezionando la tipologia documento: “Dichiarazione resa ai sensi del D.M. 26 luglio 2012”; – il Docfa dovrà essere corredato dalla/e dichiarazione/i di cui agli allegati “B” e “C” del D.M. 26 luglio 2012, oltre che dalla copia del documento d’identità del dichiarante – il termine per la presentazione: entro 30 giorni dall’evento; b) Fabbricati Rurali censiti al Catasto Terreni (qualità

da D/10) può essere redatta la denuncia “Docfa semplificata” con causale:“Richiesta ruralità”, selezionando la tipologia documento: “Dichiarazione resa ai sensi del D.M. 26 luglio 2012” e corredata dall’allegato “C” al D.M. 26 luglio 2012, oltre che dalla copia del documento d’identità del dichiarante. – il termine per la presentazione: entro 30 giorni dall’evento.

FR): – va prodotta la necessaria denuncia Docfa selezionando la tipologia documento: “Dichiarazione resa ai sensi dell’art. 13 c. 14 ter del D.L. 201/2011”. – Il Docfa dovrà essere corredato dalla/e dichiarazione/i di cui agli all. B e C del D.M. 26 luglio 2012, oltre che dalla copia del documento d’identità del dichiarante; – il termine per la presentazione: entro 30 giorni dall’evento. c) Fabbricati censiti al Ca-

tasto Fabbricati che acquisiscono i requisiti di ruralità e non sono oggetto di variazione catastale: – dovrà essere prodotta all’Ufficio Provinciale la richiesta di iscrizione del requisito di ruralità ... (all. 1 a circ. 2/2012). La richiesta dovrà essere corredata dalla/e dichiarazione/i di cui agli allegati “B” e “C” del D.M. 26 luglio 2012, oltre che dalla copia del documento d’identità del dichiarante. – per le sole unità già accertate in una categoria del gruppo D (diverse

d) Fabbricati Rurali censiti al Catasto Fabbricati che perdono i requisiti di ruralità e non sono oggetto di variazione catastale: – dovrà essere prodotta all’Ufficio Provinciale la richiesta di cancellazione dell’annotazione (all. 2 a circ. 2/2012) – il termine per la presentazione : entro 30 giorni dall’evento. e) Fabbricati Rurali censiti al Catasto Fabbricati che perdono i requisiti di ruralità e che sono oggetto di variazione catastale: – va prodotta la necessaria denuncia Docfa selezionando la tipologia documento: “Dichiarazione ordinaria” – il termine per la presentazione: entro 30 giorni dall’evento. ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 53


DAL COLLEGIO DI LODI Alessandro Colonna

L’

Autorizzazione Unica Ambientale (A.U.A.) consiste in un provvedimento abilitativo unico nel quale sono venute a confluire sette tipologie di autorizzazioni/comunicazioni pertinenti alla materia ambientale, dapprima oggetto di singola disciplina: – scarichi di acque reflue di cui al capo II del titolo IV della sezione II della Parte terza del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; – utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, delle acque di vegetazione dei frantoi oleari e delle acque reflue di cui all’articolo 112 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; – emissioni in atmosfera per gli stabilimenti di cui all’articolo 269 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; – emissioni in atmosfera per gli impianti e attività di cui all’articolo 272 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 15; – impatto acustico di cui alla legge 26 ottobre 1995, n. 447 ; – utilizzo dei fanghi derivanti dal processo di depurazione in agricoltura di cui all’articolo 9 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 99; – attività di smaltimento di rifiuti non pericolosi effettuate nel luogo di produzione dei rifiuti stessi di cui all’articolo 215 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152; operazioni di recupero di rifiuti di cui all’articolo 216 del decreto legi54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

Autorizzazione Unica Ambientale: le novità del D.P.R. 13 marzo 2013 n. 59 slativo 3 aprile 2006, n.152. Tale scenario si è venuto a creare con l’entrata in vigore (13 giugno 2013) del Dpr. 13 marzo 2013 n. 59, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 29/05/2013, n. 124 - Supplemento Ordinario n.42, consistente nel regolamento recante la disciplina dell’Autorizzazione Unica Ambientale e della semplificazione degli adempimenti amministrativi in materia ambientale gravanti sulle piccole e medie Imprese e sugli impianti non soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale, a norma dell’art. 23 del D.L. 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla Legge 4 aprile 2012 n.35. Sono quindi esclusi dall’ambito di applicazione dell’A.U.A. gli impianti e le attività soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) ed i progetti da sottoporre a valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), nell’ipotesi in cui questa comprenda e sostituisca i titoli abilitativi e le autorizzazioni ricadenti nell’A.U.A. Di fatto, le categorie di atti interessate dalle nuove disposizioni sono le nuove autorizzazioni, i rinnovi e le modifiche sostanziali, sempre riferiti alle tipologie di titoli abilitativi sopra elencati; rimangono escluse dall’ambito di applicazione della A.U.A. le semplici volture nonché le modifiche non sostanziali. Vale la pena precisare che le novità introdotte riguardano principalmente gli aspetti amministrativi e pro-

cedurali, e che i contenuti tecnici settoriali dei singoli titoli abilitativi rimangono inalterati. La norma ha individuato nella Provincia l’autorità competente all’adozione del provvedimento (salvo diverse disposizioni regionali, ma in Lombardia è confermata tale previsione). Tuttavia, l’intera procedura dovrà essere gestita dal locale Sportello Unico Attività Produttive (S.U.A.P.) definito come «unico punto di accesso per il richiedente in relazione a tutte le vicende amministrative riguardanti la sua attività produttiva, ai sensi del Dpr. n. 160/2010». Nel dettaglio, i compiti del S.U.A.P. possono essere così sinteticamente schematizzati:

– ricezione dell’istanza (esclusivamente inviata tramite Posta Elettronica Certificata) ed immediata trasmissione, previo controllo formale della documentazione e del versamento degli oneri istruttori, all’Autorità Competente (Provincia) ed ai soggetti competenti in materia ambientale (ARPA, ATO, ecc.); – trasmissione al richiedente del provvedimento adottato dall’Autorità Competente nell’ipotesi in cui non siano richiesti ulteriori atti di assenso o autorizzazioni (nel caso quindi di indizione della Conferenza dei Servizi prevista dal Dpr. n. 160/2010). In attesa che i ministeri com-

Fig. 1 - schema esemplificativo procedimenti di durata inferiore o pari a 90 giorni in cui sia necessario acquisire solo l’AUA (art. 4, comma 7) Fonte Provincia di Milano

Fig. 2 - schema esemplificativo procedimenti di durata superiore a 90 giorni in cui sia Fonte Provincia di Milano necessario acquisire solo l’AUA (art. 4, comma 7)


DAL COLLEGIO DI LODI

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DAL COLLEGIO DI LODI

petenti adottino tramite decreto la modulistica semplificata e unificata come previsto dal comma 3 dell’art. 10, alcune Regioni e alcune Provincie hanno provveduto a predisporre una propria modulistica provvisoria (la Regione Lombardia ha reso disponibile il “modello generale di istanza di autorizzazione unica ambientale” quale allegato 2 della Circolare Regionale del 5 agosto 2013, n. 19 “Primi indirizzi regionali in materia di Autorizzazione Unica Ambientale”) L’Autorizzazione Unica Ambientale comprenderà quindi tutte le autorizzazioni e i titoli richiesti ai fini dell’esercizio dell’impianto produttivo con la conseguenza che alla scadenza o modifica sostanziale del primo titolo, il soggetto richiedente l’A.U.A. presenterà istanza

contenente la documentazione occorrente per l’istruttoria del titolo in scadenza, precisando comunque quali sono i titoli che rimangono in corso di validità. Vale la pena riportare quanto di più interessante contenuto nella Circolare emanata dal ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in data 7 novembre 2013 “Chiarimenti interpretativi relativi alla disciplina dell’autorizzazione unica ambientale nella fase di prima applicazione del Dpr. 13 marzo 2013, n. 59”: – Nel definire la “platea” dei destinatari del nuovo procedimento autorizzatorio si ribadisce che un impianto non soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) è soggetto ad A.U.A. anche quando il

gestore risulta essere una grande impresa. – La richiesta di A.U.A. risulta sempre obbligatoria alla scadenza del primo dei titoli abilitativi previsti dall’art. 3, comma 1 del regolamento, salvo il ricorrere di almeno una tra le due eccezioni: ove l’impianto sia soggetto esclusivamente a comunicazione o ad autorizzazione generale alle emissioni, oppure qualora si opti per l’adesione ad autorizzazione generale alle emissioni. – Rimane in essere la facoltà per il gestore di presentare autonoma istanza di adesione all’autorizzazione di carattere generale tramite il S.U.A.P., non solo quando l’attività è soggetta esclusivamente ad autorizzazione di carattere generale, bensì anche

quando l’attività sia parimenti soggetta a titoli abilitativi tra quelli sostituiti dall’A.U.A. – Quando l’attività è soggetta unicamente a più comunicazioni oppure, congiuntamente, a comunicazioni ed autorizzazioni di carattere generale, il gestore ha facoltà, e non l’obbligo, di richiedere l’A.U.A. L’Autorizzazione Unica Ambientale sostituisce quindi gli atti di comunicazione, notifica ed autorizzazione in materia ambientale per i titoli abilitativi previsti, deve essere rilasciata entro 90120-150 giorni dal momento della richiesta a seconda delle casistiche (durata del procedimento e presenza o meno di integrazioni), ed ha una validità di 15 anni a decorrere dalla data di rilascio. ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 59


GEOLOGIA Giovanni Porto Tommaso Marangoni

Impianti geotermici a bassa entalpia

1. Introduzione Nell'ultimo decennio in Italia, ed in particolare nell'area milanese ed hinterland, sta prendendo piede l’utilizzo della geotermia a bassa entalpia; a riguardo risulta opportuno fare riferimento al D.Lgs. 11 febbraio 2010 n. 22 (art. 1) che classifica le risorse geotermiche sulla base della entalpia (e quindi della temperatura del fluido/mezzo geotermico). Come risorsa geotermica a bassa entalpia è da intendersi quella con temperatura inferiore a 90°c. Il sistema energetico geotermico a bassa entalpia si basa quindi sullo sfruttamento “termico” dell’acqua di falda e/o del sottosuolo e può essere considerato come una fonte energetica alternativa ai normali standard impiantistici. 2. Tipologie impiantistiche Sostanzialmente la tipologia di impianti che utilizzano quale vettore energetico la geotermia a bassa entalpia risultano essere di due tipologie: – open loop (a circuito aperto) quale fonte energetica viene utilizzata l'acqua di falda, che presenta una temperatura costante (15°C ca), proveniente dal pozzo di prelievo. Una volta passata negli scambiatori l’acqua viene scaricata in falda mediante un pozzo di resa con analogo chimismo ma differente temperatura; – closed loop (a circuito chiuso) – un fluido (acqua+glicole), circolante all’interno di tubazioni verticali in polietilene perforate nel sottosuolo, trasferisce il calore dal terreno e lo cede ad una pompa di calore (e viceversa). 3. Confronto tra sistema tradizionale e sistema energetico proposto Il riscaldamento globale del pianeta è un problema di sempre maggiore attualità. Il Protocollo di Kyoto, siglato anche dall’Italia, mira alla ri60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

duzione programmata delle emissioni di CO2 al fine di rallentare e progressivamente eliminare le emissioni responsabili del surriscaldamento terrestre. I sistemi di climatizzazione sono una delle componenti che concorrono a questo problema in maniera anche importante.

Per tale motivo, nell’ambito della progettazione per la realizzazione di impianti di riscaldamento/raffrescamento, l’impegno dei nuovi progettisti deve essere senza dubbio quello di valutare le possibili alternative tecniche per ridurre l’impatto ambientale indotto dalle nuove costruzioni o

Sistema di utilizzo di energia geotermica open loop

Sistema di utilizzo di energia geotermica closed loop


GEOLOGIA Confronto tra sistemi a pompe di calore (gruppi termofrigoriferi) e sistemi tradizionali

dalla ristrutturazione di quelle esistenti. Di seguito saranno illustrati i vantaggi in termini di contenimento dei fabbisogni di energia primaria e di emissioni di CO2 mediante l’adozione del sistema a pompa di calore ad acqua di falda (open loop). La comparazione è stata eseguita tra un sistema funzionante con centrali termofrigorifere a pompa di calore ad acqua di falda, ed il sistema “tradizionale” consistente in centrali termiche a gas metano e gruppi frigoriferi condensati ad aria. Le figure che seguono schematizzano i principi di riscaldamento e raffrescamento del sistema “open loop” e del sistema tradizionale.

Sistema a pompe di calore (gruppi termofrigoriferi)

Sistema tradizionale

I

l sistema a pompe di calore acqua - acqua presenta indubbi vantaggi quali: • Basse emissioni “a scala locale” di CO2 nulla in quanto non si hanno camini di emissione che concorrono all'inquinamento cittadino; • consumo ridotto di energia primaria mensile variabile tra il 60% nei mesi invernali ed il 20% nei mesi estivi1; • riduzione dei consumi di energia elettrica che sarà utilizzata solamente per il funzionamento delle pompe e degli scambiatori. Oltre alle motivazioni energetiche vi sono ulteriori mo1 La differenza in termini di riduzione di consumi rispetto ai sistemi tradizionali è dovuta alla variazione di COP (Coefficiente di Prestazione) delle pompe di calore nel passaggio da funzionamento estivo ad invernale.

tivazioni “tecniche” che rendono, in generale, preferibile il sistema a pompe di calore rispetto al sistema tradizionale: • il maggiore impatto acustico delle centrali frigorifere condensata ad aria (usualmente poste all'e-

sterno degli edifici) per il sistema tradizionale, rispetto ai gruppi frigoriferi previsti (all’interno dei piani interrati); • l’emissione in atmosfera dei fumi della combustione provenienti dalle centrali termiche;

• la maggior sicurezza (intesa come principio di prevenzione incendi) del sistema proposto dovuta all’assenza di centrali termiche per il riscaldamento, funzionanti a gas metano e poste ai piani interrati. IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 61


GEOLOGIA Modellazione numerica del plume di calore generato dalla reimmissione di acqua a differente temperatura.

4. Problematiche idrogeologiche Dal punto di vista idrogeologico, per la verifica della fattibilità degli impianti di calore “open loop”, occorre effettuare studi: 1. Fase 1 - a carattere prettamente bibliografico per capire la presenza e le potenzialità della falda nell’area oggetto di realizzazione dei pozzi geotermici. Eventualmente in questa fase qualora non siano a disposizione dati attendibili possono essere realizzati dei sondaggi pilota da allestire successivamente a piezometri; 2. Fase 2a - verifica della compatibilità con gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale esistenti (PGT per le aree di

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salvaguardia dei pozzi potabili, PTCP e PTUA per la verifica delle aree di ricarica degli acquiferi...) e dell’eventuale interferenza con falde destinate a scopo idropotabile e captate da pozzi pubblici nelle vicinanze degli impianti; 3. Fase 2b - verifica della presenza di eventuali plumes di contaminazione importanti e, in caso affermativo, verificare se il previsto prelievo/reimmissione delle acque di falda possa interferire con il medesimo; 4. Fase 3 - presentazione dell’istanza per la perforazione dei pozzi ad uso geotermico presso la provincia competente; 5. Fase 4 - perforazione dei pozzi e verifica delle ca-

ratteristiche idrogeologiche (parametri dell’acquifero tramite prove di pompaggio, prove di reimmissione per la verifica della capacità dispersiva dei pozzi); 6. Fase 5 - valutazione dell’interferenza tra pozzi di presa e resa (nel caso di interventi di una certa importanza mediante modelli numerici come meglio specificato di seguito); 7. Fase 6 - monitoraggio periodico dei parametri contenuti nella Tabella 3, Allegato 5, Parte III del D.Lgs. 152/06 oltre ad alcuni parametri integrativi.

N

el caso di interventi che richiedano quantitativi

di acqua “importanti” risulta fondamentale un’accurata progettazione idrogeologica che ubichi in modo corretto i pozzi di presa e resa al fine di evitare fenomeni di circuitazione termica, ovvero quando dal pozzo di presa viene prelevata la stessa acqua reimmessa dal pozzo di resa. Per tali studi si possono utilizzare software per la modellazione del flusso di falda e trasporto di calore quali modflow/seawat e feflow; di seguito è riportato un esempio di modellazione del plume di calore generato dalla reimmissione di acque di falda ad una temperatura maggiore (con verifica degli effetti indotti in termini di variazione della temperatura al pozzo di presa).


GEOLOGIA

5. Problematiche normative e iter autorizzativo Sistema close loop (a circuito chiuso) Le sonde a circuito chiuso sono regolamentate in Lombardia dal Regolamento Regionale 7/2010), tale normativa prevede: – per sonde con profondità inferiori ai 150 m è necessario solamente la registrazione dell’impianto presso il Registro Regionale Sonde Geotermiche (RSG) (http://geotermia.cestec.eu); – per l’installazione di sonde geotermiche che superano la profondità di 150 metri dal piano campagna, è invece necessario presentare una Relazione geologica/idrogeologica alla Provincia competente che deve rilasciare parere positivo prima dell’escavazione. Anche in questo caso la registrazione dell’impianto al RSG; – per potenze termiche e/o frigorifera utile superiore a 50 kW (come si presuppone sia il caso dello store in esame) o “grandi impianti”, sempre utilizzando il Registro Sonde Geotermiche, sarà necessario fornire le caratteristiche sito specifiche del sottosuolo ottenute attraverso il Ground Response Test, ossia una prova sperimentale che permette di rilevare le proprietà di sensitività termica del terreno e di conseguenza di procedere al corretto dimensionamento dell’impianto geotermico.

Sistema open loop (a circuito aperto) Per quanto riguarda i sistemi a circuito aperto sono in fase di definizione normative regionali per omogeneizzare gli iter autorizzativi che attualmente sono diversi tra le varie province; tra queste ultime quella più “all’avanguardia” risulta essere la Provincia di Milano che prevede: – per i pozzi di presa ai sensi dell’art. 52 del R.R. 2/2006 si deve prevedere un iter per “Concessioni per piccole derivazioni di acque sotterranee” ad uso “Recupero energetico mediante pompe di calore”; – per i pozzi di resa, la cui perforazione è autorizzata contestualmente ai pozzi di presa, si rende necessaria la compilazione di una autorizzazione allo scarico secondo le modalità indicate sul sito http://www.provincia.milano.it/ambiente/acqua/ac que_sotterranee/concessioni/nuove_concessioni/s carico_falda.html.

A

riguardo è opportuno far notare come l’art. 104 del

Decreto Legislativo 152/ 2006 vieti lo scarico diretto nelle acque sotterranee; il comma 2 ,però, consente l’autorizzazione agli scarichi nella stessa falda delle acque utilizzate per scopi geotermici. 6. Conclusioni Sulla base di quanto sopraesposto risulta evidente come da una parte gli impianti geotermici a ciclo aperto (open loop) siano idoneamente regolamentati e necessitino, anche dal punto di vista idrogeologico, un’accurata progettazione che funga anche da “garanzia” nei confronti della buona riuscita ed efficienza sul lungo periodo dell’impianto. Per le sonde geotermiche, al contrario, entro i 150 m dal p.c. non è prevista alcuna autorizzazione ma, esclusivamente, una registrazione nell’RSG (Registro Sonde Geotermiche - gestito da Cestec); tale deregulation se da un lato “snellisce” la pratica e favorisce la diffusione di tali tecnologie dall’altro evidenzia alcune importanti criticità: – nella tutela ambientale,

tenendo presente che nelle zone di pianura la grande maggioranza dei prelievi idropotabili (in particolare nell’area milanese) avviene entro i primi 100 m dal p.c. dove ricade l’acquifero cosiddetto “tradizionale”, pertanto, la scelta del limite di profondità, non permette alcuna possibilità di intervento a tutela della risorsa idrica destinata al consumo umano. Nei paesi con normativa consolidata le sonde geotermiche inserite all’interno di acquiferi idropotabili, vengono regolamentate in modo molto dettagliato, ponendo attenzione particolare agli acquiferi multistrato. – nella fase di esercizio di tali impianti, considerando la totale mancanza di valutazione degli effetti su larga scala si evince che, una volta costruiti gli impianti, anche di grandi dimensioni, sarà molto difficile realizzare sistemi di attenuazione degli impatti e, senza una strategia di monitoraggio, è possibile la crescita dei contenziosi. – Relativamente alla responsabilità tecnico progettuali, non è chiaro come venga garantita l’idoneità degli impianti e delle procedure realizzative. Sebbene la norma preveda che il proprietario produca una dichiarazione; ci si domanda se sia idoneo che questi lo faccia senza un progetto e una relazione geologica. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 63


AMBIENTE & BIOEDILIZIA Giuseppe Mori progetto architettonico e coibentazioni

Roberto Vincenzi progetto impianti termici

Un esempio di risanamento energetico con riscaldamento a pompa di calore

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perando, con l’articolo comparso sul numero scorso della rivista, di avere fornito al lettore qualche elemento in più sulle peculiarità delle pompe di calore rispetto ad altri sistemi di generazione termica nell’edilizia residenziale, analizzeremo ora due interventi di risanamento energetico che si caratterizzano per il diverso livello di isolamento e di ristrutturazione, ma che hanno in comune la scelta della pompa di calore – pur con due diverse “sorgenti fredde” – per riscaldare gli ambienti recuperati. Si tratta di un’abitazione unifamiliare a Gavardo, di cui parleremo in questo articolo, e di una “mezza” Marcolini al Villaggio Prealpino di Brescia, che tratteremo successivamente. Abitazione unifamilare a Gavardo Si tratta di un edificio unifamiliare isolato realizzato nei primi anni Sessanta, disposto su due piani con un sottotetto a cui si accede attraverso un portello accessibile con scala a pioli. Il primo piano è la parte abitabile vera e propria, il piano seminterrato è formato da un monolocale accessorio con bagno e da un ampio locale accessorio riscaldato destinato a lavanderia, laboratorio e locale tecnico per gli impianti. La superficie utile riscaldata è di 244,23 metri quadri; il volume lordo riscaldato è di 1.083,37 metricubi. Fattore di forma: 0,68 Superficie disperdente complessiva: 736.24 mq L’involucro è costituito al primo piano da muri in laterizio con camera d’aria e tavolato interno, al piano seminterrato da muri in calcestruzzo armato, solai verso sottotetto e verso portico sottostante in laterocemento, serramenti in legno a vetro semplice al piano primo, in ferro e vetro sem64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

plice al piano seminterrato. La classificazione energetica dello stato di fatto è una classe G con 443.75 Kwh/mq anno. La potenza necessaria per riscaldare questa abitazione a temperatura di progetto era di 29 kW. L’obiettivo della committenza era la massimizza-

zione della prestazione energetica dell’immobile con materiali ecocompatibili e sostenibili. La casa era inoltre da “rivisitare” con una modesta modifica interna per un nuovo bagno a servizio di una camera da letto e la sostituzione del pavimento di due locali. Altro obiettivo “collaterale” il riutilizzo – in chiave fortemente ecologica di “riciclo” spinto – quanto più possibile di strutture, accessori e arredi degli anni Sessanta. Il progetto: l’involucro Il progetto (vedi piante e sezioni schematiche) ha previsto la coibentazione a cappotto con 20 cm di fibra di legno per i muri al piano primo e la posa di uno strato isolante con spessore di 40 cm sul solaio del sottotetto

con sughero granulare e con circa 20 mq di pannelli in fibra di legno di pari spessore su una parte centrale pedonabile per accesso al tetto. La coibentazione del muro in cemento armato del piano seminterrato – unica concessione a materiali meno biocompatibili – è stata effettuata con pannelli in EPS con grafite con spessore di 16 cm, in modo da raggiungere la medesima trasmittanza dei muri al piano primo. La semplice ragione di questa scelta è dovuta a due considerazioni: la sua applicazione su un muro già di per sé sostanzialmente privo di traspirabilità ma, soprattutto, a rischio esondazione (e quindi danneggiamento) del vicino fiume Chiese. Il solaio del piano primo di-


AMBIENTE & BIOEDILIZIA Nella pagina di sinistra: la casetta unifamiliare prima dell’intervento. In questa pagina: rivestimento a cappotto in EPS con grafite da 16 cm al piano seminterrato e, a destra, rivestimento a cappotto in fibra di legno da cm 20 al piano primo.

sperdente verso il portico è stato isolato con pannelli di fibra di canapa da 16 centimetri con rivestimento in cartongesso. Altri particolari erano rivolti alla riduzione dei ponti termici, mai del tutto risolvibili in interventi di questa natura. Perciò i prolungamenti del cappotto, lo spostamento all’esterno delle nuove banchine, la posa dei serramenti con U media di 1,4 w/mqK a in continuità col

cappotto, l’ adozione di monoblocchi coibentati con cassonetto esterno destinato ad alloggiare il nuovo sistema schermante per il controllo ottimale del soleggiamento invernale ed estivo. L’impianto con pompa di calore geotermica Venendo poi al tema più specifico di questo articolo, l’impianto, va segnalato che era ancora esistente la vec-

chia caldaia a gas che alimentava i termosifoni in ghisa. Per stare “al passo” di un intervento di coibentazione quantitativamente e qualitativamente così elevato si è subito pensato all’adozione di una pompa di calore. Alla luce degli interventi di coibentazione effettuati è stato possibile progettare un impianto termico di potenza molto minore di quello originale, così costi-

tuito: 1. Pompa di calore potenza in riscaldamento pari a 9,6 kW con bollitore interno pari a lt 200 per ACS e serbatoio inerziale esterno da lt 100, dotata di contatore separato per la misura dei kWh consumati dall’impianto di riscaldamento. 2. Sonda geotermica con profondità di 117 mt perforata in roccia compatta in grado di fornire almeno 60 watt/m lineare di profondità IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 65


AMBIENTE & BIOEDILIZIA Coibentazione interna dei muri contro terra con sughero da 10 cm; a destra, coibentazione del solaio del sottotetto con fibra di legno da 40 cm; in basso, la coibentazione dei cassonetti con cartongesso e riempimento in fibra di canapa.

in Classe A+ con un valore pari a 12,04 Kwh/m2 anno.

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pari a 7000 Watt (7 kW). 3. Impianto di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore del 95%. 4. Il fabbisogno di potenza elettrica della pompa di calore è, al massimo, di 1,89 Kw. Per questa ragione è stato possibile mantenere al 66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

contatore la potenza attualmente impegnata di 3 Kw. 5. Impianto solare termico costituito da due pannelli pari a m2 4.60. 6. Impianto fotovoltaico integrato pari a 2,96 kWp. Con queste caratteristiche il fabbricato è stato certificato

erché in un caso come quello descritto poteva avere senso l’installazione di una pompa di calore? Innanzitutto la semplice ed immediata sostituzione del generatore a gas con la PdC senza adozione di coibentazioni – intervento tecnicamente possibile – si sarebbe subito scontrato con tre considerazioni. La prima: senza gli interventi di coibentazione dell’involucro, la pompa di calore avrebbe dovuto avere una potenza sufficiente a coprire il fabbisogno di 29 kW iniziali. Scegliendo una PdC aria-acqua avremmo avuto una macchina esterna di grosse dimensioni, molto più rumorosa, e decisa-

mente più costosa della semplice sostituzione con caldaia a condensazione (circa 20.000 euro, stima in opera, contro 3-5.000 euro per la caldaia a condensazione). Inoltre, si sarebbe dovuto sostituire il contatore elettrico con uno di potenza impegnata di almeno 15 kW ed un conseguente consumo di energia elettrica elevato, tale da finire nelle fasce di tariffa più elevata di circa 0,36 euro al kWh, oppure di adottare un secondo contatore separato con tariffa di 0,16 euro/Kwh dedicato esclusivamente alla PdC. La seconda: in caso di soluzione più avanzata con PdC acqua-acqua ci saremmo trovati nella necessità di predisporre almeno 4 sonde a profondità di 100 mt con un fabbisogno notevole di spazi (le sonde devono avere una


AMBIENTE & BIOEDILIZIA Sopra, Inizio della trivellazione per l’inserimento della sonda geotermica. Sotto, Fase avanzata della trivellazione.

fredda (il terreno) e il pozzo caldo (l’interno dell’abitazione). In questo caso si è calcolato che, grazie alla coibentazione effettuata, la temperatura dei radiatori poteva scendere a 45-40°C e garantire comunque la resa termica necessaria.

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distanza tra loro di almeno 10 metri). Avremmo avuto soprattutto un costo notevole solo per le sonde (circa 6-7.000 euro cadauna per un totale stimabile in 25-30.000 euro) oltre al costo della unità interna stimabile con serbatoio ACS in 10.000 euro. La terza: lasciando inalterato l’involucro dell’edificio l’impianto di emissione (i radiatori in ghisa) avrebbero dovuto funzionare con temperatura di mandata di 70°C per poter riscaldare regolarmente gli ambienti in cui sono inseriti. Con il forte isolamento esterno adottato la temperatura di mandata dei radiatori è stata fortemente diminuita favorendo in tal modo l’adozione di una pompa di calore con resa (COP) tanto più alta quanto minore è la differenza di temperatura fra la sorgente

i è inoltre una quarta considerazione: il committente si è mostrato disponibile all’adozione di un impianto localizzato di produzione elettrica (fotovoltaico) e all’installazione di impianto solare termico per la copertura del fabbisogno di acqua calda sanitaria (ACS); tutto ciò incontra le condizioni ideali per valorizzare la scelta della PdC, in quanto una parte significativa del fabbisogno di energia elettrica sarà fornito gratuitamente da fonte rinnovabile. È evidente che, come mostra una simulazione della produttività di energia elettrica di un impianto fotovoltaico a Gavardo, nella stagione invernale (dicembre gennaio) quando maggiormente sarebbe necessaria una produzione elevata di energia per alimentare la pompa di calore, si registra invece il picco più basso, ma la media generale dell’intera stagione di riscaldamento fornisce comunque valori significativi ai fini del bilancio energetico globale. A questo proposito sarebbero interessanti altre considerazioni di dettaglio sulle singole giornate invernali con o senza soleggiamento o sui sistemi di accumulo che IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 67


AMBIENTE & BIOEDILIZIA Montaggio delle tubazioni per l’impianto di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore collocato nella soffitta e, sotto, l’impianto completato della pompa di calore.

si affacciano ormai sul mercato con insistenza, ma saranno oggetto di un prossimo articolo. I risultati e conclusione I lavori sono stati conclusi nel 2010. Il fabbricato è stato parzialmente utilizzato ed è stata fatta una impostazione del termostato ambiente a 17°C per la stagione di riscaldamento e di 20° nel fine settimana dei due anni considerati. Il consumo rilevato sul contatore dedicato della pompa di calore è pari a 2.420 kWh (compresa ACS) in due anni con una media di 1.210 kWh /anno pari a 7 kWh /m? anno. Da questo consumo va però detratta l’energia elettrica fornita dall’impianto fotovoltaico per il periodo di riscaldamento nei mesi da ottobre ad aprile compresi, stimabile in 1.400 kWh che quindi abbasserebbe ancora la classificazione energetica.

A

lla luce di questi dati si potrebbe quindi, in linea teorica, affermare che il fabbricato ha prodotto un surplus di energia rispetto al suo fabbisogno, ma in realtà vanno considerati due aspetti: – l’immobile non è stato utilizzato a pieno regime con temperature costanti di 20°C, per cui sarebbe necessario stimare il maggiore consumo che si sarebbe registrato con temperature interne maggiori (in genere si stima circa 6-7% per ogni grado in più …) – va considerato che durante 68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

alcune giornate nuvolose o piovose è stato necessario il prelievo diretto dalla rete elettrica; quindi il fabbricato non può certo dirsi autosufficiente. Concludendo, vorremmo rimarcare il concetto che solo un importante intervento sull’involucro (ma, in verità, sarebbero bastati spessori minori e materiali diversi) ha consentito l’adozione di un impianto che, pur richiedendo un investimento significativo (circa 24.000 euro comprensivo di sonda, PdC con bollitore integrato, solare termico, serbatoio inerziale, ecc.), risulta decisamente più equilibrato sotto tutti gli aspetti rispetto a soluzioni alternative e con un tempo di ritorno economico di circa 17 anni che scendono intorno agli 8 considerando la detrazione fiscale del 55% utilizzata nel 2010. ❑


AMBIENTE & BIOEDILIZIA Fase di montaggio dell’impianto fotovoltaico in copertura. A destra: installazione dei pannelli solari per la produzione di acqua calda e il collettore dell’impianto di ventilazione meccanica controllata. In basso la casetta a opera finita.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 69


TECNICA Andrea Botti

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marmi e le pietre pugliesi, già noti per il secolare impiego nell’architettura, hanno conosciuto a partire dall’inizio del ‘900 un rapido sviluppo industriale e commerciale. Oggi il settore dei materiali lapidei si conferma fra i più dinamici della regione, dal Gargano al Salento, attraverso il grande altopiano delle Murge e la Valle d’Itria. Apricena è il primo polo estrattivo del meridione italiano (la cui produzione copre il 90% di quella regionale), qui si ricava un litotipo conosciuto a livello internazionale con il nome del luogo di provenienza. Oltre ad essa, la Puglia esporta altri due apprezzati calcari: la Pietra di Trani, estratta in area murgiana da cave situate nei pressi della città che le dà il nome e la Pietra di Cursi, nota anche come Pietra leccese, proveniente da una formazione rocciosa caratteristica del Salento, apprezzata per la facilità di lavorazione come ampiamente testimoniato dalle architetture seicentesche del “barocco leccese”. Secondo Domenico Potenza «spesso è proprio la pietra e la sua naturale vocazione a farsi materiale privilegiato per la trasformazione del territorio, a determinare gli splendori di un’epoca: raccolta nei campi ed ordinata nei muri a secco delle recinzioni, per farsi ricovero e ristoro nei trulli della Valle d’Itria, cavata ed appena sbozzata, nelle terre di Bari, per la costruzione (…) di mura, palazzi, chiese e fortezze medioevali, fine70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

Geografia litica: pietre pugliesi

mente lavorata nella grana calcarea del tufo (…) per le scenografie virtuose del barocco leccese; sapientemente squadrata e plasmata nelle architetture moderne del primo novecento, fino alle sofisticate armature pensate da Renzo Piano per i grandi archi della chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo»1. In queste riflessioni trovano una sintesi natura e carattere della Pietra di Apri-

stratificato in banchi solitamente separati tra loro da un leggero strato di argilla depostosi nei bassi fondali marini. I colori oscillano tra il beige, l'avorio ed il rosato (secondo la varietà), con frequenti venature spesso sottili e sinuose, che ne caratterizzano la superficie. Le principali varietà estratte sono: Biancone di Apricena, Fiorito Adriatico, Serpeggiante, Bronzetto.

prima metà del ‘900 erano quelle della tradizione: scavo con pale e picconi per raggiungere le prime falde, impiego di cunei in legno lungo le superfici di sfaldatura, trasporto al piazzale di cava e successivamente ai luoghi di lavorazione dei massi estratti. Attualmente la produzione si basa sull’impiego di perforatrici, esplosivo, seghe a nastro, pale mecca-

cena, un calcare di origine sedimentaria, costituito per oltre il 96% da carbonato di calcio (al quale si sommano tracce di ossidi di ferro, manganese, alluminio, etc.), proveniente da formazioni del Giurassico superiore-Cretacico inferiore e del Miocene,

Le cave si trovano sulle pendici del Gargano, nel territorio compreso tra Apricena, Lesina e Poggio Imperiale, qui si cavano blocchi con dimensioni massime di circa 3,00 m x 1,70 m ed altezza variabile. Le tecniche d’estrazione utilizzate fino alla

niche; i blocchi riquadrati sono destinati alle aziende di trasformazione ed il materiale decoeso, dopo la frantumazione, è indirizzato ai frantoi per la riduzione ad inerte. La Pietra di Apricena, grazie alle apprezzabili caratteristiche


TECNICA Nella pagina di sinistra, cava di Pietra di Apricena. In questa pagina, in senso orario: Pietra di Apricena, Pietra di Apricena serpeggiante, Pietra di Apricena fiorito.

fisico-meccaniche è indifferentemente impiegata in interni ed esterni, per pavimentazioni e rivestimenti. È disponibile sul mercato in una vasta gamma di dimensioni e lavorazioni superficiali: lucidatura, levigatura, anticatura oltre a tutte le lavorazioni ad urto2.

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a sua storia più recente si fonde con le esperienze architettoniche maturate nei centri abitati vicini ai luoghi d’escavazione e la versatilità di questo materiale lapideo trova conferma nelle realizzazioni che la vedono protagonista: dall’abitazione unifamiliare ai grandi interventi firmati da archistar di fama mondiale. Quasi tutti gli esempi citati, noti soprattutto agli addetti ai lavori, testimoniano oltre

alle qualità del materiale anche la sensibilità di una generazione di progettisti

che ha saputo indirizzare le proprie competenze verso lo sfruttamento e la valoriz-

zazione di questa preziosa risorsa locale innescando un processo virtuoso esemplare. A Foggia, la casa alle ventiquattro scale3, progettata dall’architetto Fernando Baldassarre e realizzata nel 2004, si presenta come un blocco di pietra, dalla geometria squadrata e rigorosa, segnata da poche ed essenziali bucature. La scalinata che costeggia il perimetro è l’elemento espressivo dell’edificio, un volume che definisce il limite del lotto ed è attraversato, internamente, da un ideale spazio verticale che, dalla cantina all’altana, individua una serie di funzioni ponendosi come nucleo distributivo e funzionale. Il rivestimento esterno è affidato alla Pietra di Apricena nei tipi Rosatino, Biancone e IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 71


TECNICA Casa alle ventiquattro scale (Foggia) e particolare; abitazione a Latiano (Br).

Bronzetto, ricavati da blocchi di seconda scelta, impiegati proprio per l’eterogeneità delle stratificazioni, le coloriture e le inclusioni saline o ferrose; sorprendenti risorse di una materia naturale le cui imperfezioni divengono fonte d’ispirazione. I manufatti posati (con basso spessore e tagliati a correre) presentano una superficie lavorata mediante puntellatura meccanica (realizzata con una martellina a tre denti) e spazzolata per fasi successive con fibre di carbonio, fino ad ottenere una patina levigata. L’uso 72 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

consapevole di materiale di scarto segnato da lacerazioni epidermiche e da venature tenere, ha permesso di ottenere un risultato d’effetto plastico e cromatico mutevole al variare della luce (bianco all’alba, oro a mezzogiorno e rosato al tramonto) e degli agenti atmosferici (in particolare dopo la pioggia). Tipologia analoga con effetto finale profondamente diverso riguarda un’abitazione unifamiliare a Latiano, in provincia di Brindisi, disegnata dall’architetto Dario Oliva e realizzata nel 20074. Il

programma prevedeva un’abitazione a due piani con affaccio sul giardino. La scorza di Apricena, trasformata in manufatti squadrati di vario spessore, riveste il corpo

d’angolo e lo caratterizza in termini materici. Il disegno delle bucature evidenzia gli aspetti plastici del corpo di fabbrica costituito da un volume destinato alle camere,


TECNICA Sopra: abitazione a Latiano (Br); sotto: edificio ad Altamura

trattato ad intonaco bianco, che si apre con un’ampia veranda sul giardino sottostante. Un vibrante rivestimento in rame, verde ossido, individua in maniera espressiva il corpo scala. Disomogeneità cromatica ed irregolarità superficiali rappresentano un valore aggiunto anche nelle scelte dell’architetto Lorenzo Colonna, progettista di un complesso per residenza ed uffici5 realizzato nel 2006 ad Altamura in provincia di

Bari. L’edificio è caratterizzato da un basamento che coincide con il piano terra e da un corpo in elevazione interamente rivestito in pietra. Al manufatto si è data una duplice consistenza materica: la parte destinata ai collegamenti verticali è visibilmente separata e realizzata in calcestruzzo, mentre il blocco degli uffici è rivestito in Pietra di Apricena, tagliata a correre, posata alternando orizzontalmente moduli di-

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 73


TECNICA San Giovanni Rotondo, aula liturgina dedicata a Padre Pio, opera di Renzo Piano.

versi per esaltarne la disomogeneità cromatica e ridurre al minimo lo sfrido. Con la stesso principio si è pavimentato il piazzale antistante, realizzato attraverso la posa ad opus incertum degli scarti di lavorazione della Pietra di Trani e di Minervino. L’accostamento del calcestruzzo alla pietra ha richiesto una maggior cura in tutte le fasi del lavoro, dalle operazioni di getto a quelle successive, concluse con la stesura di una velatura a 74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

base di idrorepellente di colore simile a quello delle pietre (provenienti dalla Murgia) presenti nel nucleo antico di Altamura. L’opera che più di tutte rappresenta l’immagine della Pietra di Apricena nel mondo è l’aula liturgica dedicata a Padre Pio a San Giovanni Rotondo progettata da Renzo Piano, attualmente fra le più importanti mete di pellegrinaggio del Paese6.

L’

edificio religioso, concluso nel 2004, sorge sulla cima del colle omonimo ed è raggiungibile attraverso un lungo viale alberato. Nessuna monumentalità nella facciata, semplicemente, un fronte vetrato arricchito dal colore e dalle immagini dell’Apocalisse accoglie il visitatore. Tutto il progetto è impostato sulla forma dei giganteschi archi in Pietra di Apricena, realizzati attraverso l’im-

piego di tecnologie che hanno consentito di sperimentare inedite potenzialità di un materiale e di una forma antichissimi. Tutto è grandioso: 6.000 mq di superficie calpestabile dell’aula possono ospitare fino a 7.000 persone che arrivano a 30.000 grazie ad una soluzione che consente, attraverso la facciata di vetro trasparente, di congiungere l’aula al sagrato. A ciò si aggiungono: una cripta per 800 persone, tre sale per confe-


TECNICA Aula liturgica a San Giovanni Rotondo, due visioni interne

renze da 1.000 posti, vari ambienti di accoglienza per i pellegrini con i relativi servizi, oltre a numerose aule più piccole per gruppi di preghiera, confessionali, uffici. La struttura è composta da una doppia teoria di archi: la

prima (con luci fino a 45 metri ed origine nel punto in cui è collocato l’altare) è costituita da una serie di elementi che divergono fra loro spingendosi fino al perimetro esterno dello spazio dell’aula; la seconda (con campate notevolmente in-

feriori), in sequenza alternata rispetto alle arcate principali, contribuisce all’aumento del numero degli appoggi sul perimetro della copertura. Nel complesso le due teorie di archi definiscono un insieme di linee curve che disegnano una forma aperta verso la grande piazza-sagrato pavimentata in Pietra di Apricena posata a “listoni”.

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grandi archi sono formati da blocchi perfettamente assemblati fra loro in modo da formare giganteschi monoliti (la cui sezione aumenta ulteriormente nelle zone terminali), armati internamente a mezzo di cavi di acciaio tesati e dotati alle estremità di un piede d’imposta in calcestruzzo armato, parzialmente cavo (con aperture

sulle sue facce laterali) per consentire a conclusione del montaggio il tensionamento dei trefoli in acciaio. Fra le diverse tipologie di litotipi disponibili in provincia di Foggia è stata selezionata, dopo una serie di prove, la categoria del Bronzetto, una varietà in grado di assicurare caratteristiche meccaniche adeguate a quei parametri ritenuti fondamentali dal progetto strutturale degli archi (modulo elastico, resistenza a compressione, a taglio, a flessione, a trazione indiretta ecc.). Le dimensioni dei blocchi presenti in cava hanno inevitabilmente condizionato il luci e sezioni delle strutture, sintesi di un rapporto fra scienza e materia che rimanda con la memoria alla brunelleschiana cupola di Santa Maria del Fiore. ❑

1

D. Potenza a cura di, Puglia di pietre, Ed. C. Grenzi, Foggia, 2007, p. 56 2 Lavorazioni eseguite sulla superficie del materiale con l’ausilio di strumenti meccanici che si avvalgono di utensili a percussione, fra le più diffuse: spuntatura, bocciardatura, martellinatura, rigatura, etc. 3 A.Botti, P. Resbelli a cura di, Archestone’08 – Architetture in pietra del nuovo millennio, Magalini editrice due, Rezzato (Bs), 2008, p. 52 4 ibidem, p. 70 5 ibidem, p. 38 6 A. Acocella, Aula liturgica di “Padre Pio” a San Giovanni Rotondo di Renzo Piano, www.architetture di pietra.it, 2009.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 75


CTU Stefano Fracascio

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I dati importanti da inserire nel frontespizio delle perizie dei C.T.U.

i propone ai tecnici che fanno relazioni di valutazione per esecuzioni immobiliari per il Tribunale di Brescia di adottare come frontespizio delle loro perizie il fac-simile di seguito riprodotto e concordato sia con il Giudice delle Esecuzioni, sia con la cancelleria del Tribunale. Ciò per semplificare, uniformare e rendere visibile a colpo d’occhio la consistenza dell’immobile. Si riproduce inoltre il modulo di richiesta per il compenso della parcella da allegare alla nota spese.

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Si fa anche presente ai colleghi che lo scanner installato al quarto piano del Palazzo di Giustizia, operativo da metà dicembre, è a disposizione dei C.T.U. del Tribunale per copiare, su propria chiavetta elettronica, sia i dati delle esecuzioni immobiliari, sia i verbali di cause o altro; si eviterà, in tal modo, consumo di carta e toner. L’accesso allo scanner è consentito tramite speciale tessera acquistabile da “Vigasio”, via Pusterla 3 - Brescia. ❑


CTU Elogio della professionalità di due nostri colleghi Capita raramente l’occasione di mettere in evidenza la professionalità dei nostri iscritti. Lo facciamo oggi con piacere, pubblicando la lettera inviataci dal collega Giovanni Gares, da tutti stimato come eminente consulente tecnico del Tribunale, nella quale esprime la sua soddisfazione per aver avuto modo di apprezzare, nella sua qualità di CTU, l’operato dei geometri Massimo Falappi e Mario Mori. Eccone il testo: «Caro Direttore de “Il geometra bresciano”, desidero porre alla tua attenzione quanto segue: sono stato nominato CTU in una causa civile da parte del Presidente della 3A sezione civile del Tribunale di Brescia, dott. Giuseppe Ondei, nella quale erano coinvolte dieci parti in causa in una controversia assai complessa e articolata. C.T. nominato dalla parte attrice il geom. Massimo Falappi con studio in Brescia e C.T. nominato per conto delle parti convenute il geom. Mario Mori con studio in Caino. Orbena, la vicenda ha avuto inizio in data 11 febbraio 2010 e si è conclusa il 15 novembre 2013, mediante sottoscrizione delle parti in causa, dei C.T.P. e del CTU, e con successivo deposito presso la Cancelleria del Tribunale di Brescia dell’atto di accordo bonario transattivo extragiudiziale. Durante l’intera vicenda ho apprezzato l’apporto fattivo e concreto fornito da entrambi i C.T.P., che pure nell’ambito della loro sfera di consulenti di parte, hanno saputo esprimere con professionalità e correttezza una collaborazione oggettiva, atta alla definizione positiva della controversia. Ho apprezzato la pazienza, la massima disponibilità e la ricerca da parte di entrambi i C.T.P., nel formulare critiche oggettive e soluzioni che, nel corso della lunga disamina con vari sopralluoghi e convegni alla presenza delle parti e degli avvocati, hanno condotto ad un risultato positivo. Alla luce di quanto sopra ho ritenuto doveroso porre alla tua attenzione il comportamento decisamente positivo e l’ottimo lavoro svolto dai C.T.P., unitamente alla serietà professionale dimostrata. Infatti è decisiva e della massima importanza la collaborazione fattiva e positiva da parte dei C.T.P. (cosa che a volte purtroppo viene meno) al fine di raggiungere il traguardo prefissato. Con osservanza geom. Giovanni Gares

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più Gares


MEDIAZIONE Federica Gorio

I

l ritorno della mediazione obbligatoria, che comprende fra le materie per le quali la mediazione è condizione di procedibilità anche le cause condominiali, riconosce pieno vigore alle norme dettate dalla legge 220/2012 che disciplina la riforma del condominio. In particolare, il nuovo articolo 71-quater delle disposizioni di attuazione del Codice civile introdotte da tale riforma, dopo aver individuato quali siano le “controversie in materia di condominio” (con richiamo espresso al Libro III, Titolo VII,

Cause condominiali: è l’Amministratore che deve partecipare alla mediazione Capo II del codice civile e gli articoli 61-72 delle disp. att.c.c.), stabilisce innazitutto un criterio di territorialità: la domanda di mediazione deve essere presentata, a pena di inammissibilità, presso un Organismo di mediazione ubicato nella circoscrizione del Tribunale dove il condominio si trova. Qualora poi il condominio riceva un invito a partecipare ad un incontro di mediazione, L’Amministratore deve munirsi di necessaria autorizzazione, che lo legittimi a partecipare con delibera assembleare da assumere con maggioranza qua-

lificata (costituita dalla maggioranza degli intervenuti all’assemblea e almeno la metà del valore dell’edificio in questione). Ove i tempi del primo incontro (che per legge deve essere fissato entro 30 giorni dal deposito della domanda) non consentano all’amministratore di assumere la delibera che lo legittimi a partecipare alla mediazione, il mediatore, su istanza del condominio, dispone idonea proroga del primo incontro. Una volta che l’Amministratore abbia ottenuto l’autorizzazione dell’Assemblea a

partecipare alla mediazione, qualora in questa sede le parti abbiano trovato un possibile accordo, lo stesso deve tornare in Assemblea per far approvare, con la medesima maggioranza qualificata, la proposta di accordo raggiunta. Ottenuto nuovamente il consenso, a quel punto l’Amministratore potrà concludere l’accordo con le altre parti presenti in mediazione. Alla luce delle nuove norme, pare evidente che la volontà di mediare sia riconsciuta in capo ai condòmini, i quali sono pienamente coinvolti sul buon esito della mediazione condotta; tuttavia il duplice ritorno dell’Amministratore davanti all’Assemblea per le necessarie approvazioni, potrebbe appesantire il procedimento di mediazione che – si ricorda – la Legge stabilisce debba concludersi entro tre mesi dal suo avvio. Da un punto di vista pratico potrebbe, dunque, essere buona cosa che gli amministratori considerino l’opportunità di farsi autorizzare in via preventiva, in occasione dell’assemblea ordinaria, con le necessarie maggioranze, a partecipare agli eventuali incontri di mediazione cui dovesse essere invitato a partecipare, ferma la necessità dell’autorizzazione assembleare per concludere l’accordo eventualmente raggiunto. ❑ Da “Giornale di Brescia”

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CONDOMINIO Francesco Ganda

Notizie utili per il condominio

Errore di convocazione Amministro il mio piccolo condominio da qualche anno. All’ultima riunione ho provveduto a convocare i condòmini ma, una volta constatato che un condòmino assente era stato convocato con solo due giorni di anticipo, ho chiesto agli altri condòmini di soprassedere ad ogni decisione per decidere in una successiva riunione. Siccome ho incassato sul punto i malumori degli altri condòmini, volevo sapare se la mia decisione è stata corretta. La decisione è corretta, anche in considerazione del fatto che ai sensi dell’articolo 1136, penultimo comma: l’assemblea non può deliberare se non consta che tutti gli aventi diritto sono stati regolarmente convocati. L’assemblea ha il potere di deliberare, di non deliberare e anche di nuovamente deliberare su quanto già deciso, per sanare errori commessi. Tanto meglio, quindi, emendare l’errore prima di decidere.

La nuova assemblea per la modifica delle destinazioni d’uso (Art. 1117 ter C.c.) Per soddisfare esigenze di interesse condominiale l’assemblea con un numero di voti che rappresenti i quattro quinti dei partecipanti al condominio e i quattro quinti del valore dell’edificio, può modificare la destinazione d’uso delle parti comuni. La convocazione dell’assemblea deve essere affissa per non meno di trenta giorni consecutivi nei locali di maggior uso comune o negli spazi a tal fine destinati e deve effettuarsi mediante lettera raccomandata o equipollenti mezzi telematici, in modo da pervenire almeno

Cassazione civile Sez. II - 4 luglio 2013 - n. 16774 In tema di condominio negli edifici, la sostituzione di delibera, utile a sanare eventuali vizi e far cessare la materia del contendere (salvo precauzione per la cosiddetta soccombenza virtuale), deve avvenire attraverso una nuova decisione che ribadisca quanto già deciso in precedenza. In questo contesto non può dirsi avvenuta la sostituzione se non v’è identità o somiglianza tra gli ordini del giorno della delibera che si voleva sostituire e quella si assume l’abbia fatto.

venti giorni prima della data di convocazione. La convocazione dell’assemblea, a pena di nullità, deve indicare le parti comuni oggetto della modificazione e la nuova destinazione d’uso. La deliberazione deve contenere la dichiarazione espressa di avere effettuato gli adempimenti di cui ai precedenti commi. Sono vietate le modificazioni delle destinazioni d’uso che possono recare pregiudizio alla stabilità, alla sicurezza del fabbricato o che ne alterino il decoro architettonico. Tribunale Roma sez. X - 7 ottobre 2013 - n. 19848 L’amministratore del condo-

minio non è legittimato a proporre l’azione di garanzia per vizi della cosa venduta o dell’opera appaltata le quali, ponendo in contestazione l’adempimento delle obbligazioni derivanti dal contratto di compravendita o da quello di appalto, possono essere esercitate soltanto dagli acquirenti delle singole unità immobiliari ovvero dal committente ed esulano, pertanto, dalle attribuzioni dell’amministratore, al quale neppure si può attribuire questa facoltà con una deliberazione maggioritaria dell’assemblea dei condomini a norma dell’articolo 1135 del Codice. ❑

Cavaliere della Repubblica Abbiamo il piacere di segnalare che il nostro collega e redattore della rivista, geom. Francesco Ganda, è stato insignito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del titolo di Cavaliere della Repubblica con decreto del 2 giugno 2013, per la particolare attività svolta in campo militare dal nostro Collega, in particolare per il suo impegno nel settore spaziale e aviatorio alle dipendenze dirette del Capo di Stato e del Comandante dell’Aeronautica. Il geometra Francesco Ganda negli anni Sessanta del secolo scorso fu infatti coinvolto in studi per la navigazione inerziale di apparati missilistici a lunga gittata. Al neo Cavaliere la redazione della rivista e tutti gli iscritti all’Albo dei geometri di Brescia esprimono le più vive congratulazioni per il conseguimento della prestigiosa onorificenza. ❉

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CULTURA

Brescia e Lodi: la Lombardia che ha anticipato Expo Franco Robecchi

C

he la ricchezza italiana, e quindi lombarda, sia basata sulla sostanza dell’imprenditoria di piccole e medie dimensioni è un dato noto e obiettivo. Il tessuto diffuso e radicato dell’antica produzione artigianale è stato alla base del successo lombardo, che non ha mai puntato su aziende di grandi o grandissime dimensioni, come è avvenuto in altri distretti italiani, sia pure, anch’essi, vincenti. Le mega-aziende hanno inevitabilmente assunto ruoli soffocanti e hanno anche innescato rapporti non sempre limpidi e talora patologici, con la politica, con il sottobosco e i vertici del potere, bancario, sindacale e anche culturale. Pensiamo alla Fiat. La Lombardia è sempre rifuggita da queste vie un poco malate dell’imprenditoria, mossa da uno spirito che potremmo riferire ad una qualità congenita della psicologia e della mentalità delle persone lombarde. Vi è una severità ancestrale nella gente di questa regione che risale forse al mondo celtico, forse al carattere alpino, quasi scontroso e non avvezzo a concessioni e cedimenti, forse ad uno spirito cattolico non distante da austerità calviniste. Tutto ciò ha comportato una diffusa attività di autonome realtà produttive, distribuite in tutto il territorio, spesso insofferenti di forti presenze centrali. Basti pensare al filone della cultura federalista sviluppatosi in Lombardia nella fase di formazione del Regno d’Italia, nonché all’insorgere del movimento politico leghista. Anche grazie alla varietà morfologica, climatica, orografica del terri80 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

torio, che va dalle alte montagne e dalle loro valli alla fascia collinare, sino alla pianura e alle nicchie dei laghi, la Lombardia ha moltiplicato le opportunità di imprese specifiche e autonome, generate dalla vocazione locale. Ogni zona, ogni provincia ha saputo sfruttare le proprie potenzialità,


CULTURA A sinistra: due vedute interne di padiglioni dell’Esposizione di Lodi del 1883. In questa pagina: il fitto ambiente interno dell’Esposizione di Lodi del 1883.

ancora rinforzando autonomia, capillarità e responsabilità identificabile e personalizzata. Dal singolo individuo alla singola famiglia, l’orgoglio del fare da sé si è travasato nell’organizzazione delle amministrazioni locali, dei comuni e delle province. Non è quindi inaspettato leggere nella

modalità economica, che affonda la sua realtà nei mercati della Mesopotamia e dell’Egitto. Ma fu la produzione industriale ad esaltare l’importanza dell’invito all’acquisto basato sulla vetrina, sull’esposizione dei prodotti. Il numero, sempre più elevato, degli articoli costruiti impose che cre-

storia della Lombardia, la feconda vivacità dell’operosa intraprendenza in campo economico, costruita da comunità decentrate.

scesse la mole delle vendite, perché il processo imprenditoriale potesse vivere ed espandersi. Divenne quindi vitale l’incitamento all’acquisto, che provocò il nascere e il proliferare delle tecniche pubblicitarie. L’esposizione delle merci divenne vitale, in una fase in cui l’industria si basava sulla novità e la continua sollecitazione della curiosità, motivate dalle mille invenzioni che cambiavano il mondo.

L’ormai non remota prospettiva di Expo 2015 suggerisce una rievocazione dell’intraprendenza provinciale della Lombardia anche nel settore dell’esibizione delle proprie merci, apparso come cruciale già a metà dell’Ottocento. L’esporre i prodotti per proporne l’acquisto, è antichissima

È quindi comprensibile che in Lombardia si siano verificate IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 81


CULTURA L’affiche di Marcello Dudovich per l’Esposizione di Lodi del 1901.

iniziative espositive, tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento, su iniziativa di città di media dimensione e importanza: come Brescia e Lodi. Anche per la monumentale manifestazione mondiale, Expo 2015, il mondo deve guardare a Milano e Milano deve farsi carico dell’intera Lombardia. Brescia e Lodi, nel retroterra di questo evento, hanno molto da dire. Quando il clima delle esposizioni di prodotti naturali e manufatti iniziò a diffondersi, in Europa, a partire dalla capostipite Londra del 1851, la Lombardia non tardò ad accorgersi dell’importanza del fenomeno. Già nel 1857 Brescia organizzò un’esposizione dei prodotti locali, della quale parlò ampiamente, con competenza e spirito critico, lo statista Giuseppe Zanardelli. Si era ai primordi, con prodotti più agricoli e artistici che manifatturieri. La parte del leone la faceva la seta, ma già si assisteva al maturare di un artigianato del ferro, che, traendo dall’antica produzione di armi, trapassava in una meccanica che annunciava l’imminente esordio industriale. Lodi organizzava, nel 1883, un’Esposizione agricola e industriale, naturalmente seguendo la caratteristica economica del suo territorio, e però aprendosi anche ad un tema assolutamente d’avanguardia e dall’immenso futuro: l’elettricità. Proprio in omaggio a questa misteriosa forza recentemente svelata dall’ingegno umano, una sezione della manifestazione le fu dedicata e, in quell’occasione si predispose la rivoluzionaria illuminazione elettrica della Piazza Maggiore di Lodi. Quasi in una succes82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

sione competitiva, fu ancora Brescia a organizzare, nel 1889, una seconda esposizione, nelle sale della Crociera di S. Luca, antica infermeria dell’ospedale medievale e poi Cinema Crocera. L’Esposizione vide la partecipazione di 480 produttori, che furono i protagonisti, come già i loro colleghi del 1857, di una rassegna panoramica sull’economia bresciana. Le Esposizioni erano occasione per bilanci e confronti e facevano il punto, anche sotto il profilo quantitativo e statistico, della situazione del momento. Camere di commercio, comuni e province traevano da quelle manifestazioni una grande quantità di dati e informazioni, che servivano a rinforzare ulteriormente i settori più attraenti e ad incentivare le nicchie più promettenti. I tempi evolvevano rapidamente, sulla massiccia spinta del clima internazionale che incalzava con conquiste sempre più eclatanti e con una smania di esibizione stupefacente. All’Esposizione universale di Vienna del 1873 era succeduta, in una gara di gigantismo, l’Esposizione universale di Parigi del 1878, che non sazia, si ripeté, nel 1889, con la faraonica Esposizione universale che poté esibire costruzioni rimaste nella storia dell’ingegneria e simbolo di un’epoca: la Galérie des machines e la Tour Eiffel. L’Italia aveva tentato, sia pure a grande distanza, di agganciarsi al convoglio del progresso


CULTURA A destra: cartolina celebrativa dell’Esposizione di Lodi del 1901. Sotto: Macchine agricole esposte a Lodi nel 1883. In basso: il Ministro Baccelli all’inaugurazione dell’Esposizione di Lodi del 1901.

e anche Milano aveva organizzato le sue manifestazioni espositive, nel 1881 e nel 1894, con le cosiddette Esposizioni Riunite. Ma le città di provincia non intendevano rimanere silenti, in Lombardia. Nel 1901 fu ancora Lodi a prendere l’iniziativa, in una rinnovata enfasi e con abilità e gusto nuovi, figli dei tempi del Liberty. Emblematico fu

l’incarico dato alla star del manifesto pubblicitario italiano, Marcello Dudovich, di creare l’affiche ufficiale dell’Esposizione. Il maestro rispose da par suo, disegnando il genio alato che irrompe nel primo piano, alzando il braccio con la fiaccola del progresso, esattamente come la statua della libertà di New York. Allo stesso Dudovich si rivolse anche Brescia, per il manifesto delle corse automobiIL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 83


CULTURA A destra: locandina dell’Esposizione di Lodi. In basso: cartolina ricordo dell’Esposizione Bresciana del 1904.

listiche del 1907. L’esposizione lodigiana presentava “macchine agrarie – sottoprodotti del latte – automatici e automobili”. Erano inoltre previste manifestazioni culturali, che arricchivano le manifestazioni, offrendo palcoscenici di grande impatto, soprattutto alla lirica, ma anche allo sport e alle arti figurative. Il 24 agosto, intervenne all’inaugurazione in Lodi Guido Baccelli, il ministro dell’agricoltura, dell’industria e del commercio nel governo dell’epoca, che vedeva premier il bresciano Giuseppe Zanardelli. La provincia si faceva sentire anche con i suoi uomini al vertice dello stato. E ancora fu Brescia e ribattere, sul tamburo della provincia che voleva fermamente farsi notare. Nel 1904 aprì la sua Esposizione Bre-

84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

sciana, che è rimasta fra le più fastose manifestazioni della Brescia moderna. Entro gli spazi del Castello, proprio in quegli stessi mesi giunto nella proprietà comunale, fu allestita la grande Esposizione che vide il trionfo del Liberty. L’Esposizione di Brescia ebbe addirittura l’onore della visita del re d’Italia, Vittorio Emanuele III. Così era la tenace e fattiva provincia lombarda di inizio Novecento. È uno spirito che dobbiamo recuperare e rimettere in campo a 110 anni di distanza, per vincere la durezza dei tempi e per dire a chi di dovere che anche per Expo 2015, Brescia e Lodi hanno la loro da dire, per il bene della Lombardia e dell’Italia. ❑


CULTURA A destra: cartolina che riproduce il manifesto ufficiale dell’Esposizione Bresciana del 1904. Sotto: il padiglione centrale dell’Esposizione Bresciana del 1904.

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RECENSIONI Bruno Bossini

C

on il libro che presentiamo ai lettori, il nostro Collegio di Brescia porta a compimento il primo ciclo di pubblicazioni d’arte che, anno dopo anno, sono state omaggiate ai geometri bresciani. Dopo i primi tre volumi che via via avevano “toccato” la Valle Camonica, con il suo mirabile gioiello scultoreo: la Via Crucis del Simoni, la Valle Sabbia con il ciclo dei Da Cemmo di San Rocco di Bagolino e la pianura di Pavone Mella con San Rocco ed i suoi affreschi cinquecenteschi, e la Santa Giovanna, il canale irriguo dei Gambara e dei Martinengo, è la volta quest’anno di uno dei luoghi di Brescia forse più amati da tutti, riconosciuto con il suo spazio urbano per eccellenza: la Piazza della Loggia. Il libro di Francesca Bossini, che si è avvalsa dell’importante apporto di Vittorio Nichilo e dello studio Foto Rapuzzi, ce ne offre una lettura diversa rispetto a quanto sinora è stato abbondantemente pubblicato sull’argomento. Attraverso la narrazione delle vicende umane che si sono succedute e sovrapposte in piazza da 500 anni e più, si scopre infatti il senso della quotidianità “vissuta” da tutti coloro che, nei tempi delle sue modificazioni storiche ed architettoniche, ne hanno calpestato il selciato. Scorrendo le pagine riccamente documentate da fotografie e riferimenti storici, si può quasi dire che sono i 86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6

Piazza della Loggia. Il tempo degli uomini, il cuore della città Strenna 2013


RECENSIONI Alcune splendide e inusuali immagini dei fratelli Rapuzzi

Macc de le ure che dall’alto della loro torre dell’orologio ci “parlano” di ciò che hanno visto delle gioie e delle sofferte giornate scritte dalla storia e dai rimandi popolari. È una piazza, quella della Loggia, che ha saputo coniugare le pietre con i sentimenti, i momenti festosi con le tragedie dei condannati, la pace del popolo ed il brulicare dei commerci ed il vociare dei caffè, con le guerre gli eccidi ed il terrorismo con la strage del 1974. Tutto ciò che di finto ha plasmato il carattere della gente bresciana.

Il libro, oltre agli iscritti, viene offerto alle autorità civiche, alle associazioni culturali cittadine, ma anche a tutti coloro che singolarmente sanno dare la giusta importanza alla cultura della nostra terra bresciana che si arricchisce anche con la storia delle vicende umane e quella artistica del suo patrimonio artistico. Il libro sarà ufficialmente presentato in Loggia il prossimo 18 dicembre 2013. ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6 - 87


Novità di Legge a cura del geom. Alfredo Dellaglio

Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri.

Circolare Agenzia Entrate 18 settembre 2013 n. 29/E Decreto-legge 4 giugno 2013 n. 63 – Interventi di efficienza energetica – Interventi di ristrutturazione edilizia - Acquisto di mobili per l’arredo e di elettrodomestici – Detrazioni. La circolare emanata dall’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti in merito alle detrazioni fiscali dirette a favorire il recupero del patrimonio edilizio e l’efficienza energetica del medesimo, la cui disciplina è stata integrata e modificata dal D.L. 63/2013

Il mondo di B. Bat.

Linee Guida Consiglio Superiore LL.PP. 2 luglio 2013-11-23 Linee guida per la certificazione di idoneità tecnica all’impiego ed all’utilizzo di prodotti in rete metallica a doppia torsione. Il documento ha lo scopo di fornire a tecnici ed operatori del settore, alle stazioni appaltanti, nonché agli organi di controllo competenti, i riferimenti normativi, teorici e sperimentali per la redazione dei capitolati per la produzione e l’utilizzo di prodotti in rete metallica a doppia torsione. Le linee guida sostituiscono la circolare del Consiglio Superiore dei LL.PP. 27 agosto 1962 n. 2078.

D.L. 12 settembre 2013 n.104 (G.U. 12 settembre 2013 n. 214) Il decreto, all’art. 26 ha apportato alcune novità nel riordino delle imposte di registro, ipotecarie e catastali disposto nel 2011. Ma l’effetto decorrerà dal 1 gennaio 2014.



Aggiornamento Albo

Iscrizioni all’Albo con decorrenza 18 novembre 2013 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

6322

D’Alessandro Luigi

Crotone (Kr) 01/01/1964

25017 Lonato (Bs) Via Albertano da Brescia 26

6323

Foti Matteo

Brescia 29/02/1984

25078 Vestone (Bs) Via Tita Secchi 117 - Frazione Nozza

6324

Bagni Andrea

Brescia 30/03/1990

25016 Ghedi (Bs) Piazza Roma 3

6325

Bertanza Emanuele

Brescia 22/10/1990

25050 Provaglio d’Iseo (Bs) Via A. Gramsci 21 - Frazione Fantecolo

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 17 settembre 2013 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

Motivo

3295

Brescia 16/07/1938

25062 Concesio (Bs) Via Europa 170

Decesso

Maffinelli Armando

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 25 settembre 2013 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

Motivo

1518

Brescia 07/09/1934

25127 Brescia Via G.B. Francino 36

Decesso

Rasori Ezio

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 17 ottobre 2013 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

Motivo

554

Concesio (Bs) 15/10/1925

25062 Concesio (Bs) Via Europa 363

Decesso

Nassini Giovanni

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 18 novembre 2013 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

Motivo

5920

Amato Alessandra

Stoccolma (Svezia) 06/06/1986

25126 Brescia Q.re La Famiglia Via Ix - 8

Dimissioni

2091

Bonometti Mauro

Salò (Bs) 25/02/1949

25087 Salò (Bs) Via Rocchetta 21

Dimissioni

90 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/6





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