Il Geometra Bresciano - n.3 del 2012

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IL GEOMETRA BRESCIANO

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Anno XXXVII N. 3 maggio-giugno 2012

Rivista bimestrale d’informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia

con la collaborazione dei Collegi delle province di

Cremona Lodi Mantova Sondrio

Contiene I.R.



IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia

Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli.

Direttore responsabile Bruno Bossini

Sommario

Segretaria di redazione Carla Comincini

EDITORIALE - I giovani geometri e un nuovo livello di studio post secondario 2

Redazione Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini, Stefano Benedini, Nadia Bettari, Laura Cinelli, Alessandro Colonna, Mario Comincini, Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio, Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Guido Maffioletti, Franco Manfredini, Giuseppe Mori, Fulvio Negri, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Giovanni Platto, Valeria Sonvico, Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi

INTERVISTA - A Roma la Working Week della FIG: la Terra ha bisogno dei geometri per ritrovare uno sviluppo equilibrato 4 Dalla Young surveyors conference giovani geometri sempre in rete per guardare insieme al futuro 14

Hanno collaborato a questo numero Beppe Battaglia, Andrea Botti, Francesco Cuzzetti, Aldo Di Bernardo, Tiziano Giovanelli, Matteo Negri, Clara Pasotti, Franco Robecchi, Corrado Romagnoli, Alberto Simonelli, Isidoro Trovato, Ufficio Tecnico Isolmant, Ufficio Tecnico Tecnored, Simonetta Vescovi

DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Standard di qualità. Amministrazione condominiale 28

Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Editing, grafica e impaginazione Francesco Lonati Fotografie Studio Eden e Francesco Lonati Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Malta 10 - 25125 Brescia Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031 Stampa IGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia) Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20 Di questa rivista sono state stampate 9754 copie, che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio. N. 3 - 2012 maggio-giugno Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Brescia Associato alI’USPI Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

ESTIMO - Valorizzazione del patrimonio immobiliare nella disponibilità degli Enti Pubblici 20

DALLA CASSA - La risposta della Cassa al decreto “Salva Italia” 34 Stress test alle Casse private. Via al tavolo con la Fornero 35 LEGALE - Mediazione e condominio

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SCUOLA - Il conflitto, nostro compagno quotidiano 38 I 150 anni dell’Istituto Tartaglia: luogo di elaborazione didattica aperto ai nuovi saperi tecnici 40 Nuovi strumenti didattici elettronici in sperimentazione nella 2aF del Tartaglia 35

di indirizzo di Regione Lombardia

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TECNICA - L’umidità meteorica nelle superfici verticali degli edifici (parte seconda) 70 Glocal Stone 74 L’isolamento acustico degli edifici a norma di legge (parte quarta) 84 La “scommessa del cubo di ghiaccio” in Corso Zanardelli a Brescia dal 2 al 16 giugno 87 GEOLOGIA - Interventi per la riduzione del rischio di liquefazione dei terreni 88 LIBRI - “San Rocco di Pavone”. Continua il percorso editoriale del Collegio di Brescia 94 CULTURA - Un goniometro per dividere in venti milioni di parti il meridiano 96 TEMPO LIBERO - Sport, aggregazione, solidarietà gli obiettivi del XV Campionato nazionale di calcio per geometri 102 Novità di legge Aggiornamento Albo

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA - L’attività del Collegio di Brescia aprile-maggio 2012 48 Il Collegio geometri attivo al Meeting Immobiliare del Centro Fiera di Brescia 50 Incontro informativo del Collegio coi geometri della Valle Camonica 52 Il mercato immobiliare in provincia di Brescia. Abitazioni 54 DAL COLLEGIO DI LODI- Quali attese dal secondo “Piano casa” lombardo? 64 DAL COLLEGIO DI MANTOVA - A Villa Schiarino Lena di Porto Mantovano l’annuale premiazione dei nostri geometri 66 SICUREZZA CANTIERI - Coordinatore per la sicurezza. Dopo le norme UNI, le linee

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EDITORIALE Bruno Bossini

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giovani geometri, contrariamente a quanto si potrebbe temere, non abbandonano la categoria e continuano a costituire la “certezza” del suo futuro. Il rinnovo della professione non può però prescindere da un prolungamento degli studi a livello post-secondario. Sono questi i messaggi emersi con chiarezza dalla Working Week 2012 della FIG (Federazione internazionale geometri) che quest’anno, con il decisivo apporto del nostro Consiglio Nazionale e del suo presidente Fausto Savoldi, si è svolto a Roma dal 6 al 10 maggio u.s. Sul primo punto è stata quasi una sorpresa – e lo diciamo con soddisfazione – incontrare al Congresso un folto gruppo di giovani geometri professionisti provenienti da tutta Italia, che sulle tematiche della loro professionalità sono in grado di far rete su Facebook

I giovani geometri e un nuovo livello di studio post secondario e in tutti i social network professionali con i loro coetanei di tutto il mondo. Giovani che mostrano tutta la loro passione per il lavoro di geometra indirizzato in tutti i singoli settori specialistici della sua operatività. Sono giovani che si esprimono correttamente in inglese, che possono viaggiare nel mondo del lavoro più globalizzato e ricco di esperienze professionali, che non disdegnano di affrontare sia partecipando a percorsi formativi, sia a gare per commesse di lavoro specifiche che, a seconda della loro specializzazione, riescono a ottenere. È un’immagine, questa del geometra, molto moderna anche se per certi versi inusuale e certamente poco conosciuta dalle strutture operative di categoria. Spesso, infatti, questi giovani, per motivi non necessariamente riconducibili alla loro volontà, non trovano colloca-

zione negli ambiti del Collegio e le loro esigenze di formazione e sbocco nel mondo del lavoro non trovano lo spazio necessario; e fanno perciò fatica a emergere pur con tutto l’impegno anche finanziario che la categoria mette in campo sul fronte dell’informazione tecnica e della ricerca anche di opportunità di lavoro. È un problema, quello delle giovani leve, che i Collegi non possono più ignorare e devono risolvere dando concrete risposte alla formazione scolastica che è funzionale alla loro futura professione, e poi con l’iscrizione all’Albo, facilitando e favorendo loro l’accesso alla vita professionale. Questa maggior condivisione di interessi consentirebbe a quelli fra loro che mostrano una effettiva volontà di impegno per la categoria, la possibilità di operare a livello dirigenziale e in tali ambiti le loro capacità professionali e la loro più moderna visione del lavoro potrebbero esprimersi con un valore aggiunto di professionalità a favore anche di tutti gli altri iscritti.

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oi crediamo che questi giovani capaci siano molti. Occorre “trovarli”, sollecitarli e coinvolgerli com’è avvenuto con il collega Matteo Negri di Palazzolo che abbiamo incontrato a Roma im2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

pegnato a tenere, in inglese, un’interessante relazione sul tema delle nuove metodologie di valutazione degli immobili (quella che vi presentiamo a pag. 20). Ma il vero rilancio della nostra professione che sia pronta alle nuove esigenze del mercato – e veniamo al secondo dei messaggi suggeriti dal Congresso – non potrà concretizzarsi senza la risoluzione del livello di studi sui quali il futuro geometra dovrà misurarsi prima di affrontare l’esame di Stato. Tema quest’ultimo sul quale, come ben sappiamo, il nostro Paese continua a essere inadempiente rispetto alle direttive europee. Questa constatazione si è manifestata in tutta la sua evidenza al Convegno FIG, dove è emerso con chiarezza che in tutti i paesi europei ed extra europei il grado di studi del surveyor (il geometra) è di tipo universitario triennale. Qualifica che in alcuni casi è raggiunta anche con master di alta specializzazione e formazione post secondaria. Bisogna anche precisare che il surveyor fuori d’Italia è anzitutto un tecnico specialistico (non sempre professionista) abilitato a operare essenzialmente in ambiti di pianificazione territoriale (geodesia, topografia e catasto, ecc…). Da noi, come ben sappiamo,il problema della qualificazione professionale del geometra, che contrariamente ai colleghi di altri Paesi opera anche e soprattutto in ambiti di progettazione e D.L. nella realizza-


EDITORIALE La nota del Presidente Il geometra: chi è, chi vuole essere e con quali percorsi i riaggancio alle mie note espresse sul n. 1/2012 de “Il geometra bresciano” in cui prendevo in considerazione le due ipotesi principali di occupazione del geometra: libera professione o professione alle dipendenze di ditte varie, uffici tecnici dei comuni, banche ed enti vari. Per ciascuna di queste occupazioni deve corrispondere una specifica preparazione post diploma. In queste quattro righe provo a sintetizzare quale potrebbe essere l’intervento del Collegio Provinciale e del Consiglio Nazionale di categoria. Cominciamo dall’Istituto tecnico e dai relativi programmi di studio. Cosa proponiamo: affiancare ai docenti scolastici nostri professionisti per portare l’aggiornamento che avviene nella vita pratica delle attività professionali. Seguire i ragazzi a partire dalla classe terza e fino al diploma per fare emergere le loro attitudini all’esercizio della libera professione o professione subordinata alle dipendenze. Per ognuna delle soluzioni i ragazzi dovranno avere un affiancamento idoneo per prepararli ad affrontare le loro future attività con corsi integrativi quali I.F.T.S., I.T.S. ed altri per i dipendenti e corsi preparatori per accedere all’Università per chi vuole intraprendere la libera professione. La scuola deve cambiare sia a livello di istituto tecnico che universitario. Non sarà più possibile disgiungere la teoria dalla pratica professionale. Il laureato con un diploma di laurea di Geometra polivalente alla

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zione di edifici, è condizionato da diverse variabili: – il diploma di geometra da sempre ha mantenuto un livello di studi quinquennale intermedio rispetto agli studi universitari; – le mansioni professionali del geometra sono sempre state “concorrenti” almeno in parte e sui temi della progettazione e D.L. come sopra detto, con quelle dei tecnici laureati; – la laurea triennale, da anni ormai presente nei piani di studio universitari, non ha mai dato i risultati sperati in termini di conoscenze professionali, e non lo diciamo noi, ma le ditte che sono nella condizione di assumere i laureati junior; – il praticantato (ora per altro ridotto dagli ultimi dispositivi legislativi a 18 mesi) con tutti i suoi aspetti lacunosi, dei quali i Collegi sono da tempo a conoscenza, non garantisce sulla effettiva e auspicata preparazione professio-

nale dei nuovi geometri che, dopo tale svolgimento, dovrebbero essere pronti ad iscriversi all’Albo.

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no tutte considerazioni che devono far riflettere nel determinare le scelte che la categoria farà nell’immediato futuro per la definizione di un nuovo piano di studi post-secondario garante della reale preparazione professionale dei nuovi iscritti. Questi sono, a mio parere, i due possibili scenari più plausibili : – Laurea triennale universitaria: dovrà essere molto più professionalizzata e specializzata sui temi del lavoro in controtendenza rispetto alla preparazione di tipo accademico che ora l’Università offre e garantire interscambi didattici e professionali con il mondo delle professioni anche attraverso master tematici connessi al lavoro. – Diploma triennale postsecondario: dovrebbe svi-

fine del percorso di studi deve essere già in grado di esercitare la libera professione e di inserirsi immediatamente nel mercato del lavoro, perché questo ci chiede lo stesso mercato del lavoro, il futuro professionale e lo chiedono i nostri giovani. La laurea del geometra, basata sulla polivalenza della nostra categoria non è più un’utopia, anche se contrasta con gli attuali percorsi universitari difficili da cambiare se non con intervento politico nazionale. Il geometra vuole la propria laurea specifica; la categoria ha gli spazi con ambienti idonei e le risorse per organizzare studi universitari. Qualche università sia pubblica che privata è già disponibile a prendere in considerazione quanto sopra accennato, valutando gli elementi principali per un nuovo percorso di laurea e riscontrando l’esistenza delle materie prime principali quali l’elevato numero di studenti, la disponibilità di docenti e non ultimo il contributo economico della nostra categoria per una professione che avrà sempre maggior spazio e richieste nel futuro. Non dimentichiamoci che il mercato detta le norme principali e le convenienze economiche e non si sottopone a superati programmi scolastici anche a livello universitario in special modo per le professioni tecniche. Con l’occasione porgo a tutti i geometri un cordiale saluto.0

Il Presidente Giovanni Platto

lupparsi sul filone dell’esperienza positiva degli IFTS e degli ITS già previsti dalla riforma Gelmini (i primi già sperimentati nel nostro Istituto Tartaglia seppur per la durata di un solo anno). Dovrebbero tenersi presso gli Istituti Tecnici e aprirsi fortemente ai contatti con la realtà operativa attraverso master organizzati sull’esperienza di lavoro che garantiscano un alto grado di professionalità specifica. Attualmente la nostra dirigenza nazionale e anche quella provinciale sembrano privilegiare l’ipotesi della laurea universitaria. Si fa anche strada l’idea caldeggiata dal nostro Collegio, ma non ancora avviata, di una laurea triennale specifica del geometra al fine di garantire la poliedricità della sua polivalenza. Gli Istituti tecnici e le loro dirigenze si “battono” invece per un prolungamento di studio post-secondario da riorganizzarsi sui temi di la-

voro legati alle esigenze territoriali da tenersi con il concorso dell’Università e delle realtà professionali e istituzionali.

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edremo cosa sortirà dal dibattito in corso sulle diverse interpretazioni su un tema così importante come quello della formazione scolastica , quali novità emergeranno a livello di categoria, ma anche di scuola secondaria e del mondo universitario. Ciò che i geometri chiedono, al di là della questione del titolo di studio più congeniale alla professione, è la concreta possibilità di garantirsi il lavoro anche oltralpe, secondo le direttive europee, ma soprattutto di poter effettivamente “spendere” nel lavoro quella reale professionalità che giorno per giorno sarà anche alimentata dalla formazione professionale continua. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 3


INTERVISTA

A Roma la Working Week della FIG: la Terra ha bisogno dei geometri per ritrovare uno sviluppo equilibrato oi, di provincia, siamo poco abituati a frequentare le grandi assise internazionali. Ne siamo un po’ intimoriti: vuoi per la grandiosità dei loro apparati organizzativi, vuoi per la logistica che le governa, vuoi per la straripante presenza di delegati e accompagnatori di ogni razza colore paese che le frequentano, vuoi per l’atmosfera inconsueta che le pervade. Quando l’occasione ci tocca, lo

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facciamo con reverenza, non conoscendo quel che ci aspetta. Stavolta invece – la circostanza è quella della “Vorking week 2012 FIG” a Roma –, edotti dei contenuti, siamo subito entrati nella realtà del congresso seguendone i lavori, alla conclusione dei quali ci pare d’aver colto due notazioni significative: che la categoria dei surveyor, cui apparteniamo, è ben viva e carica di consapevole autosti-

Ormai lo sapete tutti: all’inizio di maggio l’Italia, grazie all’impegno del nostro Consiglio nazionale, ha ospitato la Working Week 2012 della FIG, la federazione internazionale dei tecnici del territorio che gli italiani hanno contribuito a fondare facendone una “ong” riconosciuta e rispettata in ogni contrada del pianeta. E Roma è così divenuta per la seconda volta – la prima fu all’Assemblea della FIG nel 1965 – e per una lunga settimana l’indiscussa capitale mondiale dei geometri. È stata infatti la sede non solo d’un simposio tecnico d’alto livello su tutti i temi che attengono alla gestione del territorio, alla sua conoscenza e misurazione, alla sua difesa e salvaguardia – con un occhio di particolare riguardo per la sostenibilità dello sviluppo – ma ancor di più una formidabile occasione per testimoniare il ruolo realmente centrale della nostra professione per il mantenimento d’un habitat confortevole per l’uomo ad ogni latitudine. Un’occasione che anche i geometri italiani hanno voluto cogliere appieno per rilanciare la professione, qui ed ora, per promuovere non tanto l’immagine quanto la ineludibile capacità operativa, la funzione politica in senso lato, oltre che tecnica, di una 4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

ma e che i giovani – com’è doveroso sia – vi portano con entusiasmo il loro contributo d’idee, la loro passione per un lavoro come il nostro, in continuo divenire tecnologico e contenutistico tendente alla specializzazione. Per verificare queste nostre impressioni abbiamo voluto sentire il parere di colleghi stranieri e italiani a cui abbiamo posto alcune domande. B.B.

categoria che come nessun’altra conosce e pratica quotidianamente il territorio, i suoi problemi, le sue contraddizioni. Per tutte queste ragioni, come redazione abbiamo voluto esserci, almeno per un paio di giornate. E tornati a casa, ci siamo immediatamente chiesti come trasmettere ai colleghi lo spirito di un’assise con centinaia di partecipanti da ogni parte del pianeta, decine e decine di sollecitazioni ideali e altrettante relazioni tecniche. Non ci è sembrato sufficiente infatti riportare qualcuna delle tantissime e preziose relazioni che hanno segnato i lavori, nelle commissioni specifiche come nelle sessioni plenarie. Certo lo faremo, magari già nei prossimi numeri e in parte anche in questo (pubblichiamo infatti il contributo al congresso del collega palazzolese Matteo Negri in tema di novità in campo estimativo), ma abbiamo voluto caratterizzare questo “dossier” soprattutto con gli incontri, gli scambi di opinioni, le interviste che in un paio di giorni di frequentazione romana abbiamo raccolto tra i geometri di tutto il mondo e di ogni età. Uno degli elementi d’interesse di questi incontri è infatti proprio la conoscenza del lavoro, dei problemi, delle soluzioni che


INTERVISTA Le fotografie che illustrano il presente dossier riguardano momenti del congresso FIG 2012 di Roma. Le diamo (tranne quelle necessarie a individuare personaggi citati nel testo) senza didascalia, perché bastevoli a rendere l’atmosfera della grande assise mondiale dei surveyor. In basso: il Presidente del Consiglio Nazionale geometri e geometri laurati italiani Fausto Savoldi, mentre legge il suo messaggio di benvenuto ai congressisti.

colleghi d’altri Paesi stanno sperimentando. Così nelle pagine che seguono troverete innanzitutto l’intervento inaugurale del nostro presidente nazionale, Fausto Savoldi, che nello stile ben noto, non ha certo limitato la sua prolusione ad un indirizzo di saluto ed ha cercato invece di cogliere proprio lo spirito fondante dell’assise di quest’anno. Segue poi un ampio spazio dedicato alle interviste a colleghi di altri Paesi, vicini e lontani, dalla Germania al Kenia, dal Giappone all’Indonesia, con al centro il loro lavoro, i contraccolpi della crisi economica planetaria, le prospettive per la

categoria e soprattutto il contributo che ciascun professionista nel suo ambito è convinto di poter dare per il domani del suo territorio e del mondo intero. Infine una sezione non piccola del nostro dossier l’abbiamo dedicata in conclusione ai giovani geometri che a Roma hanno tenuto la loro prima conferenza internazionale; per raccontarvela sommariamente ma soprattutto anche qui facendoli parlare, per capire seguendo i loro passi che strada sta imboccando la nostra categoria.

L’intervento introduttivo del Presidente del Consiglio Nazionale geometri Fausto Savoldi alla Working Working Week Week 2012 Gentili Signore, cari Amici, Colleghi e stimati ospiti, è per me un grande onore dare a tutti voi il più cordiale benvenuto qui a Roma. È questo il luogo stesso – il Parco della Musica – in cui, nella modernità delle strutture, una delle più nobili arti mai sviluppate dall’uomo trova il suo tempio più attuale. Grazie a tutti voi per essere accorsi in tal numero nella nostra capitale: sono certo che dopo aver apprezzato le sue bellezze e i suoi monumenti ricorderete a lungo questo evento e che ne parlerete ai vostri figli, ai vostri collaboratori e ai vostri studenti.

Abbiamo voluto invitare qui i rappresentanti delle 110 sedi provinciali dei geometri italiani. Si tratta di professionisti che, come saprete, sono significativamente presenti sul territorio nazionale e che si fanno carico delle tre principali attività loro conferite dalla legge: rilevamenti topografici, edilizia ed estimo. La loro partecipazione rende atto del nostro impegno attivo all’interno della FIG e della nostra volontà di contribuire significativamente al raggiungimento di un’efficace collaborazione (sia a livello umano, sia a livello professionale) tra le delegazioni dei Paesi membri, in particolare tra quelli oggi presenti. IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 5


INTERVISTA A destra, il Presidente della FIG CheeHai Teo (Malaysia)

Abbiamo pensato al nostro futuro e al nella quale ogni giorno siamo immersi e ricambio generazionale che ogni Orche vogliamo conoscere in modo sempre ganismo internazionale dovrebbe apiù approfondito per garantirne la sogevolare: proprio per questo i giovani pravvivenza e l’integrità. geometri provenienti da 40 Paesi del Esso è il magnifico scenario che noi mondo, si sono trovati per la prima volta in un incontro che siamo chiamati a tutelare: deve essere consegnato intatto ha preceduto questa nostra Working Week. In particolare, alle future generazioni. quelli italiani saranno al vostro fianco durante il periodo dei Gli allarmi che ci giungono da tutto il mondo scientifico, nostri lavori. Sono infatti proprio i giovani a rappresentare dalle organizzazioni internazionali e dalle nostre stesse il divenire della nostra professione. Sono proprio loro a co- Commissioni scientifiche (il preoccupante riscaldamento stituire la garanzia che la Federazione Internazionale di cui globale del pianeta, il progressivo esaurirsi delle risorse efacciamo parte proseguirà negli anni futuri nel perseguire nergetiche, la disuguaglianza nella distribuzione delle rigli obiettivi del suo statuto. sorse alimentari e della ricchezza) devono costituire per Il tema del nostro incontro annuale non poteva non tenere tutti noi un incentivo ad impegnarci per non essere solo in considerazione il fatto che ci troviamo in un Paese dove spettatori indifferenti. è presente il vastissimo patrimonio di opere artistiche, te- Questo è il motivo della partecipazione ai nostri lavori dei stimonianze della storia ed eredità della cultura del mondo rappresentanti della Fao e delle personalità politiche ed occidentale. Si tratta di un patrimonio che oggi contri- amministrative qui presenti. buisce a riscoprire, ad esaltare la ricchezza storico-cultu- Siamo obbligati a lavorare insieme per contribuire a trorale ed artistica di molti Paesi in Asia, Africa e nei due con- vare delle soluzioni: tutte le nostre competenze devono atinenti americani. Opere di architettura, pittura e scul- vere come punto di riferimento la sostenibilità e il migliotura in ogni parte di qualsiasi territorio contribuiscono al- ramento della qualità della vita, nostra e dei nostri dovrei l’autentica ricchezza del mondo intero. dire figli, ma pensiamo direttamente ai pronipoti! Proprio per questo noi siamo chiamati a riscoprire i nostri Sono qui oggi delegazioni nazionali che per la prima volta tesori e in tutti i Paesi del mondo. Siamo chiamati a rap- partecipano a questo evento: a tutti loro va il nostro spepresentali nel loro contesto ciale ringraziamento. ambientale e culturale. Come soci fondatori ci imCos’è la FIG Si tratta di un compito che pegnamo a incrementare i La FIG (Federazione Internazionale Geometri) è stata fondata a Parigi nel va ben oltre le mere incomcontatti tra i professionisti e 1878. I suoi membri fondatori sono: Belgio, Germania, Gran Bretagna, benze tecniche legate alla tra le comunità che più aItalia, Svizzera, e Spagna. All’atto costitutivo erano presenti 7 italiani. geomatica. vranno bisogno del nostro Attualmente sono iscritti alla FIG oltre 100 Paesi. La FIG collabora con È necessario tenere in conaiuto. l’ONU, l’UN-Habitat e FAO. Gli ultimi due congressi in Italia sono stati celebrati nel 1938 (5-10 ottosiderazione tematiche anA nome dei geometri itabre) e nel 1965 (25 maggio-3 giugno). La FIG Working Week 2012 si è tropologiche e socioculturali liani auguro a tutti un piasvolta a Roma dal 6 al 10 maggio 2012 presso il Rome Cavalieri Hotel. spesso trascurate dalle cocevole soggiorno qui a Vi si sono iscritti 1300 delegati da tutto il mondo tra cui 500 relatori in 100 sessioni tecniche. siddette “scienze esatte”. Roma e vi ringrazio sinceLe precedenti Working Week si sono tenute a Stoccolma (2008), Eilat Territorio: ciò che noi osserramente per la vostra par(2009), Sydney (2010) e Marrakech (2011). viamo, misuriamo e raptecipazione. La prossima FIG Working Week si terrà ad Abuja (Nigeria) dal 6 al 10 ▲ presentiamo! maggio 2013. Esso costituisce la realtà 6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3


INTERVISTA

Geometri nel mondo esperti della gestione del territorio ai quattro angoli del pianeta osa fa un collega geometra agli altri angoli del pianeta? Lavora come noi? Ha già scelto la specializzazione o mantiene la polivalenza? E, soprattutto, ha fiducia nel futuro? È convinto di poter giocare ancora un ruolo centrale nella soluzione dei problemi del suo Paese e del globo? Sono queste le domande che ci è venuto naturale porre ai tanti colleghi di nazioni vicine e lontane che abbiamo incontrato alla working week della FIG. Qui trovate le risposte di alcuni di loro, scelti proprio per rappresentare un’area specifica del mondo, ma cercando di fare sintesi, vien da dire che in ogni parte del pianeta operano geometri ben preparati, sempre con alle spalle un iter di studio accademico ad hoc concluso da una laurea, arricchita spesso da tirocini ed esperienze sul campo, corroborata da un preciso cammino di formazione permanente. In maggioranza sono professionisti della misurazione, della pianificazione e della gestione del territorio, che non disdegnano le costruzioni, ma che vedono il geo-

Nella Germania delle piccole comunità per non disperdere la sapienza del tempo

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l nostro viaggio intorno al mondo dei geometri comincia da un “vicino di casa”, da Karl Friedrich Thöne, presidente dei geometri tedeschi che professionalmente opera in Turingia, ovvero in un piccolo land nel cuore della Germania, per decenni incluso nella Rdt e nel 1990 riunificato al resto della nazione. Il suo punto di vista è dunque interessante per molti motivi, visto che lavora nella nazione che è il motore della vecchia Europa, ma pure in una regione che faticosamente in questi venti anni ha cercato di mettersi al pari con l’economia e lo sviluppo dell’Ovest.

metra soprattutto come l’esperto della miglior destinazione del territorio da conoscere in ogni suo elemento e da salvaguardare contro ogni genere di minaccia. E proprio su questo versante ritengono di straordinaria importanza la funzione che già svolgono e che sempre di più peserà nello sviluppo sostenibile di ogni area. E questo sia che si tratti di territori ancora vergini, come in Africa, di aree rurali devastate dalla crisi e dalla gestione comunista come nell’ex Germania dell’Est, di nazioni protagoniste da pochi decenni della più recente sfida economica e culturale come la Malesia o di nazioni piegate da terremoti e disastri nucleari come il Giappone. Certo la situazione italiana è un po’ diversa, ma dopo il confronto diretto con tanti colleghi abbiamo la sensazione che per stare al passo almeno con l’Europa e poi con il mondo, anche alla nostra categoria verrà richiesto uno sforzo ulteriore. Un impegno serrato che senza nulla rinnegare del passato, senza nulla sacrificare delle nostre specificità, ci consenta però di giocare con efficacia il ruolo da primattori sulla scena della gestione, della promozione equilibrata e della salvaguardia del territorio che ci appartiene pienamente.

È laureato come tutti i geometri tedeschi e per svolgere la sua professione ha seguito, dopo il conseguimento del titolo accademico, un praticantato di due anni e superato un esame di stato. «Tecnicamente – dice – siamo sullo stesso livello dei geometri italiani, diversa è invece la situazione sul versante della legge. In Germania i geometri si occupano principalmente della misurazione e della gestione del territorio, programmando e coordinando gli interventi, mentre lasciano la progettazione delle grandi costruzioni ad altri specialisti, a chi ha seguito un corso di studi che prevede per esempio i calcoli strutturali». I geometri in Germania sono pertanto soprattutto gli uomini dello studio e del governo del territorio, della programmazione urbanistica e del catasto. Ed a questo proposito IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 7


INTERVISTA A centro pagina, Karl Friedrich Thöne, presidente dei geometri tedeschi

Thöne sottolinea la differenza con l’Italia. «Il catasto in Germania è sotto la responsabilità regionale ed è gestito interamente da geometri che sono alle dirette dipendenze del governo, mentre altri geometri egualmente specializzati svolgono lavori per il privato, lavorano con le mappe e si occupano di gestire concretamente il territorio portando a termine progetti anche complessi e coordinando il lavoro di altri esperti».

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er darci un esempio il più chiaro possibile d’un tipico lavoro di geometra nel suo land, Thöne cita il fatto che «in Turingia oggi è molto sentito dal governo locale e dalle comunità il tema del recupero e della rinascita di tanti piccoli borghi che a cavallo degli anni Novanta sono stati abbandonati». È lo stato, il ministero dell’agricoltura in particolare, per il quale Thöne lavora, che si fa carico della progettazione e della realizzazione degli interventi. «È un lavoro che richiede molte competenze che il geometra assomma su di sé – spiega Thöne – si tratta di rilevare l’esistente, verificare la congruenza di mappe datate riguardo a terreni, edifici e servizi; concluso il rilievo vanno verificati i diversi diritti insistenti su immobili e terre». Ed è qui che si conclude il primo apporto tecnico del geometra al quale segue un’altra fase di tutt’altro genere: «Sulla base della situazione reale censita e verificata in ogni suo aspetto – prosegue Thöne – è ancora il geometra, spesso con l’aiuto di altri colleghi, a studiare un plausibile progetto di recupero del borgo e di opportuna destinazione delle terre, la vocazione di un territorio, come mettere a reddito le sue pe8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

culiarità in ambito agricolo e turistico, ma pure al servizio della comunità». Redatto il progetto arriva però la parte più difficile: «In altre realtà a questo punto il governo locale o lo stato potrebbe anche decidere di imporre ai cittadini il progetto che ha studiato, ma in Turingia e un po’ in tutti i land dell’Est l’uscita dalla dittatura ha significato proprio il superamento di queste imposizioni. Pertanto, tocca ancora al geometra convincere della bontà dell’intervento i singoli proprietari e chi vanta diritti su immobili e terre. E con il loro consenso inizia la non facile ricerca dei finanziamenti, pubblici e privati, necessari all’intervento». Vista da lontano, in particolare dall’Italia, sembra una procedura lunga e soggetta a un’infinità di veti e lungaggini burocratiche, ma Thone con l’eleganza di un sorriso ci fa capire che la burocrazia teutonica solitamente ha un passo diverso dalla nostra. Non sottolinea minimamente le differenze e insiste invece sul fatto che oggi il problema maggiore è dato dalla difficoltà economica: «La crisi ha indubbiamente rallentato gli interventi, trovare i finanziamenti necessari è diventato un calvario, ma la determinazione del governo, unita alla volontà di ripresa delle popolazioni del land ha evitato che i progetti si fermassero». «Per il geometra che si occupa di questione come queste – conclude Thöne – si moltiplicano gli sforzi per definire progetti realmente credibili sul piano economico e sociale, per convincere gli interessati della possibile riuscita di un’idea nuova di produzione agricola o di turismo, con un occhio attento alla sostenibilità economica ma pure a quella ecologica e verrebbe da dire quasi etica».


INTERVISTA A centro pagina, il keniano Wafula Nabutola, autorevole membro della FIG

Nell’Africa in tumultuoso sviluppo per non ripetere gli errori occidentali

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al centro della vecchia Europa al cuore dell’Africa, il continente che, grazie alle ricchezze naturali e alla voglia di riscatto delle sue popolazioni, sarà, almeno secondo molti futurologi, il protagonista assoluto dei prossimi secoli, forse già dei prossimi decenni (così la pensano per esempio i cinesi che stanno investendo a piene mani proprio nei Paesi africani che più degli altri mostrano una propensione al rapido sviluppo). Ebbene, cosa fa oggi in Africa, un geometra? Di cosa si occupa? Che prospettive sente di avere di fronte? Ne parliamo con Wafula Nabutola, keniano, autorevole membro della FIG con interessi anche in Europa e dunque con una visuale più ampia d’un collega impegnato esclusivamente nel suo Paese. «Come sarà il futuro dei geometri in Africa? Semplicemente brillante, di lavoro e di grande soddisfazione» – dice con un largo sorriso al termine di una chiacchierata dedicata in particolare al Kenia, una dei Paesi africani che non sono insanguinati da guerre tribali e paiono già instradati da tempo sulla via dello sviluppo. «In Kenia – spiega Nabutola – i geometri sono i tecnici incaricati della gestione del territorio, i responsabili del suo miglior utilizzo, gli esperti che possono individuare le vocazioni e renderle operative, sia al servizio dello Stato che dei privati». Sono laureati e lavorano spesso da liberi professionisti per lo Stato e per i privati proprio nella ricerca della migliore destinazione d’uso d’un territorio. «Da noi – aggiunge – il

geometra è il miglior conoscitore del territorio, colui che non solo lo misura e lo censisce per una mappatura reale, ma è pure colui che ne individua le peculiarità e d’intesa con i governi e le popolazioni ne propone il migliore sfruttamento». Ricorda Nabutola che in Kenia lo sviluppo urbanistico è stato per decenni episodico e caotico: «prima c’erano i villaggi, poi con gli inglesi è arrivata la ferrovia e le città sono cresciute proprio attorno ai binari. Alcune sono diventate troppo grandi e popolate con i classici problemi delle urbanizzazioni troppo rapide, mentre interi territori sono andati spopolandosi». Oggi la sfida che i geometri debbono vincere è, secondo il nostro interlocutore, quella di «aiutare lo sviluppo armonioso e rispettoso di ogni territorio». Il geometra infatti «ha le conoscenze necessarie per riconoscere le peculiarità, ma pure le fragilità di un territorio e sa metterle in collegamento con i bisogni delle popolazioni e le capacità di investimento che si manifestano». Un lavoro di consulenza tecnica e raccordo politico e sociale prezioso che, secondo Nabutola, in Kenia oggi è facilitato da una nuova legge che ha reso più vincolanti e pervasive le norme, avvicinando al singolo territorio i centri decisionali. Parlare di Prg o Pgt è assolutamente improprio, perché il controllo dell’intervento edilizio o urbanistico proposto è spesso soprattutto di buon senso, più legato alla vocazione d’una zona, alla sua reale possibilità di sviluppo che non a un disegno complessivo preordinato. «Tocca al geometra – racconta Nabutola - verificare ad esempio se costruire un ospedale in una certa zona è utile a un territorio o magari non si scontra con problemi logistici o naturali (magari la vicinanza con una palude), oppure se un IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 9


INTERVISTA

albergo interrompe in maniera troppo invasiva uno skyline, se la piscina è sicura e via di questo passo. Per farlo deve avere conoscenze topografiche e naturalistiche, deve vivere un territorio e scoprirne tutti i segreti, capire cosa c’è e cosa manca, proporne un utilizzo sensato per il breve, il medio e il lungo periodo. Nascono così i progetti dei quali sempre il geometra verifica la compatibilità ambientale e persino quella visiva». A costruire un grattacielo o l’albergo potrà pensare poi qualcun altro perché in Kenia il geometra è soprattutto «il gestore del territorio, l’uomo che coordina e rende fattibile un progetto».

E la crisi? Vi sta tarpando le ali? Rallenta lo sviluppo? «La crisi si sente – risponde Nabutola – soprattutto stanno venendo a mancare gli investimenti stranieri per i grandi progetti. Ma in Kenia buona parte degli interventi si realizzano con una forma di finanziamento mutualistico che nasce ed è gestito dalle comunità. È la gente che si aiuta vicendevolmente a realizzare un progetto che ritiene necessario per una famiglia o per una frazione o una città. E l’orizzonte, nonostante le nuvole ci appare roseo».

In Giappone per capire i mutamenti introdotti dal terremoto e da Fukushima

della terra». Sì, perché nel Paese del Sol levante i geometri sono esperti soprattutto nella misurazione, nel controllo e nella gestione del territorio. Per dirla con termini nostri sono cartografi e catastali ed hanno studiato all’università materie come la geologia, oltre che la topografia. Altri iter formativi portano, sempre con una laurea o un decennio di studi superiori, all’impegno in campo edile, in quello della programmazione territoriale e in quello della valutazione. Rispetto agli italiani sono dunque più esperti, ma in un campo più limitato. E Atsushi lavora da dipendente proprio all’Ente nazionale della mappatura, un organismo pubblico che tiene sotto controllo i mutamenti non solo fisici del territorio. «Utilizziamo 100 mila punti fiduciali e un sistema assai avanzato che sfrutta i satelliti – spiega – non solo Gps, bensì tecnologie ancora più avanzate. Occorre però ammettere che con una terra che si muove con la frequenza della nostra fatichiamo a tenere aggiornate le mappe». D’altra parte è proprio su quei documenti che si basa ogni programmazione urbanistica e ogni scelta d’intervento edilizio che non risulti pericolosa per i cittadini. Il problema non è semplice e il collega ha fatto appello nelle sessioni di studio agli altri geometri del mondo e alle aziende all’avanguardia nel campo dei rilievi geodetici affinché affinino i loro programmi e suggeriscano al Giappone tutte le possibilità per il monitoraggio delle continue deformazioni del territorio e la riduzione dei rischi. «E voglio dire – aggiunge Atsushi – che forse mai come quest’anno partecipare alla working week della Federazione internazionale dei geometri è stata per me una occasione davvero proficua. Al di là dei sistemi di rilevazione che anche in Giappone sono all’avanguardia, ho avuto il conforto di verificare procedure tecniche e approcci operativi parzialmente diversi dai nostri e che hanno rappresentato un arricchimento straordinario che non mancherò certo di riversare nel lavoro del gruppo di ricerca del quale faccio parte».

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a un continente in tumultuoso sviluppo a un paese iper-sviluppato come il Giappone che sta però facendo i conti, oltre che con la sua storica situazione geologica e un grande numero di terremoti e maremoti, con il nuovo fortissimo rischio nucleare. Pochi passi nel giardino dell’Hilton dei Cavalieri invaso dai congressisti della FIG ed eccoci catapultati dal futuro “brillante” di Wafula Nabutola agli incubi quotidiani di Atsushi Yamagiwa, che lavora nella città della scienza di Tsukuba nella prefettura di Ibaraki. E se si parla oggi con un giapponese non si può prescindere dal dramma della centrale nucleare di Fukushima, anche se il collega Yamagiwa affronta il tema con grande discrezione e pudore, con poche parole che traducono soprattutto l’impossibilità di individuare la fine di un “problema” assolutamente nuovo non solo per il Giappone ma per il mondo intero. E aggiunge che la sua presenza alla FIG «è anche finalizzata a conoscere l’operatività e le tecniche dei geometri in altre zone del mondo, per verificarne il possibile utilizzo in Giappone, dove stiamo cercando con non poca fatica di tenere sotto controllo i rapidi mutamente

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INTERVISTA A centro pagina il surveyor malese Alias B Ibrahim

Quanto alla crisi i giapponesi, come tutto il mondo occidentale, la stanno pagando, ma obiettivamente oggi stanno guardando con maggiore preoccupazione al tema dell’inquinamento nucleare e all’evoluzione del disastro di Fukushima. «La crisi – dice Atsushi – ha già ridotto il numero complessivo dei geometri e sempre meno giovani intraprendono questa professione, ma a occupare la nostra mente è soprattutto la preoccupazione per l’incidente alle centrali di Fukushima. Dovunque vado, anche qui a Roma, tutti mi chiedono se in Giappone abbiamo comunque quantificato il periodo necessario a superare l’emergenza e a tornare al-

Nel Far East dove lo sviluppo si misura con le esigenze delle nuove tigri dell’economia

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ecnici laureati specialisti nella misurazione e nel governo del territorio che vivono una crisi profonda in Europa, sono euforici in Africa e sono attanagliati dalla paura in Giappone: la sintesi delle nostre chiacchiere con i colleghi stranieri incontrati alla FIG è una forzata semplificazione, ma ha il pregio di fissare un’immagine forse sfuocata ma non fuorviante. Proviamo a completarla incontrando un geometra di quel Far East dove le nuove tigri dell’economia continuano a trainare uno sviluppo formidabile. Scegliamo la Malesia non solo perché è malese il presidente mondiale della FIG, ma anche perché a Kuala Lumpur si terrà la prossima working week della Federazione internazionale geometri nel 2014. Ed è assai probabile che in quella occasione si potrà capire quanto degli impegni presi a Roma si sarà tradotto in realtà, quanto dure saranno state le resistenze negli stati e quanto determinati saranno stati i geometri nel farsi custodi del territorio, suoi difensori intransigenti, promotori di uno sviluppo nel segno dell’equilibrio e del rispetto del creato. La Malesia peraltro è su questo versante una cartina al tor-

meno a una parvenza di normalità. Ma io non so rispondere e probabilmente in Giappone nessuno lo sa. Anche limitandomi al mio campo debbo dire che è per esempio ancora impossibile sorvolare la zona della centrale e dunque anche i rilievi topografici possono essere fatti solo con il satellite, mentre non c’è l’ausilio, abituale in tutti gli altri casi, dell’aerofotogrammetria. Ed è un vero problema».

nasole importante, un esperimento significativo da molti punti di vista. I vecchi sultanati hanno infatti lasciato spazio a una monarchia costituzionale che ha giurisdizione sulla federazione malese e ha l’Islam come religione di stato pur se tollera la presenza delle altre religioni quali buddismo e induismo. Un crogiolo etnico e di civiltà verso il quale, soprattutto dopo la scoperta di grandi giacimenti petroliferi, hanno fatto rotta popoli in fuga da altre miserie a cominciare dai cinesi, mentre la società si arricchiva e dava il via a uno sviluppo rapidissimo e caotico, concentrato particolarmente nella capitale. Questo lo scenario nel quale opera il collega Alias B Ibrahim al quale abbiamo chiesto innanzitutto qual è l’attività prevalente dei geometri in Malesia e sco-

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INTERVISTA

prendo così, che – un po’ come nel resto del mondo tranne che in Italia – anche nel Far East «i geometri si occupano principalmente, meglio quasi esclusivamente, di topografia e catasto, rilievo del territorio e sua gestione», mentre sono altre le specializzazioni che portano un professionista ad occuparsi per esempio di edilizia o di estimo. «Per svolgere la professione – aggiunge – l’iter formativo è ben preciso ed è sostanzialmente di 8/10 anni, 4 di scuola superiore e almeno altrettanti di università». Anche in Malesia inoltre, conseguita la laurea, «il giovane geometra deve svolgere un tirocinio/praticantato di un paio d’anni e superare un esame di stato, che verte appunto su materie topografiche».

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solo a quel punto che il professionista apre uno sua studio: «Fino a qualche tempo fa – dice ancora Ibrahim – era prevalente lo studio con un singolo professionista, mentre oggi si va diffondendo anche una forma associata, nella quale spesso a convivere sono geometri e ingegneri, quasi mai architetti». I progetti sui quali gli studi lavorano «riguardano innanzitutto il monitoraggio del territorio, il rilievo topografico, la pianificazione urbanistica ed edilizia, anche se il geometra è identificato nel mio paese soprattutto con il topografo». Un esperto del territorio che si avvale di tutte le tecnologie, dal teodolite al Gps: «La nostra categoria – prosegue – ha saputo aggiornarsi rapidamente in questi anni rimanendo al passo con i

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tempi e fornendo alla società malese gli strumenti per il suo sviluppo. E se è vero che non sono mancati i classici problemi d’una struttura urbana in velocissima crescita, non vanno però dimenticati i traguardi di benessere e la diffusione della modernità che lo sviluppo ha portato con sé». Anche a parere di Ibrahim questo è però il momento della riflessione, della «necessaria rivalutazione di tutte le opzioni sul campo, avendo ben presenti i pericoli per l’ambiente che uno sviluppo non equilibrato porta con sé». A rendere ancor più stringente e non eludibile questa riconsiderazione di strumenti e obiettivi è anche la crisi che stiamo sentendo in maniera assai forte e che è stata una sorta di risveglio sgradevole dopo una stagione di grande benessere». Una crisi che «fortunatamente – conclude il nostro interlocutore – la Malesia sta cercando di arginare anche mantenendo alcune barriere difensive soprattutto in campo professionale o lavorativo: da noi infatti le profesioni sono riservate ai malesi e uno straniero non può firmare un progetto o un rilievo catastale a meno che non sia in società con un malese».


INTERVISTA In basso, al centro: Bruno Razza, chiamato per acclamazione alla vicepresidenza della FIG

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INTERVISTA

Dalla Young surveyors conference giovani geometri sempre in rete per guardare insieme al futuro

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n prologo che vuole garantire un epilogo positivo, condiviso, all’altezza delle sfide planetarie che interpellano non solo la categoria, ma ciascuno degli abitanti del pianeta. Seguendo la metafora di tanti film, le due giornate della prima Conferenza mondiale dei giovani geometri (First FIG young surveyors conference nella lingua ufficiale dell’incontro) che ha fatto da battistrada alla FIG working week di Roma, è parsa proprio il necessario prologo alle discussioni tecniche, agli impegni d’intervento, alle solenni dichiarazioni che hanno poi segnato le cinque giornate dell’assise massima dei geometri di tutto il mondo. Come per ogni manifestazione all’esordio, anche per la Conferenza dei giovani geometri val la pena di mettere infila immediatamente alcuni numeri. Due i giorni di approfondimento tecnico in commissione e in sessione plenaria, ovviamente in inglese, ospitati negli spazi della sede romana Cassa nazionale geometri, tanto venerdì 4 che sabato 5 maggio, con la partecipazione di non meno di 130 giovani geometri provenienti da 40 Paesi diversi. E non pochi – soprattutto fra gli italiani – hanno poi approfittato delle convenienti convenzioni per trattenersi alla FIG working week da domenica 6 a giovedì 10 maggio. L’hanno fatto non solo perché interessati agli approfonditi tecnici ed alle discussioni in assemblea plenaria della settimana di lavori FIG, ma perché in fondo la conferenza dei giovani e la settimana hanno saputo parlare la stessa lingua, hanno mostrato la stessa sensibilità per i problemi più urgenti dell’am14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

biente e dello sviluppo sostenibile, hanno voluto condividere fino in fondo l’impegno che la categoria ha inteso assumere ad ogni livello, nazionale e internazionale. Proprio questa vicinanza e questa continuità tra la palestra del confronto a livello giovanile (erano e sono ammessi i geometri con meno di 35 anni d’età o entro i dieci anni dalla laurea che ormai in tutto il mondo abilita i surveyors) e l’assise


INTERVISTA Nella pagina di sinistra, in alto, la Presidente dello Young surveyors network, l’australiana Kate Fairlie, affiancata (in questa pagina, al centro) dalla Vicepresidente, l’austriaca Eva Maria Unger

massima hanno testimoniato almeno due elementi di grande conforto. Il primo la vitalità della categoria ed insieme la garanzia della sua operosa continuità in ogni angolo del pianeta; il secondo la lungimiranza della FIG (e tra i suoi membri più attivi la determinazione della delegazione italiana) nell’inserire a pieno titolo i giovani nel dibattito e nei lavori della working week della Federazione, consentendo comunque loro anche una privilegiata occasione di confronto.

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un più stretto collegamento tra la FIG e le giovani generazioni di geometri si parla da un lustro e in questi pochi anni molta strada è già stata fatta, soprattutto lungo percorsi ancora poco esplorati dalla FIG maggiore, come ad esempio il dialogo nei social network. Sono infatti già tre anni che i giovani della FIG si tengono in contatto su Facebook e soprattutto sul social network più specializzato in ambito professionale qual è Linkedin. È in questi “non luoghi” che i giovani si incontrano per poter liberamente discutere, scambiandosi informazioni e persino richieste di collaborazione sul lavoro. Confronti di grande valore e d’indubbio spessore visto che più d’uno dei partecipanti alla conferenza ha confermato di aver risolto alcuni dei suoi problemi tecnici proprio dialogando con i col-

leghi di altre aree geografiche del pianeta, mentre su Linkedin sono arrivati a contattarsi ben 560 geometri, ovviamente non solo giovani, ma con i giovani in numero certamente maggioritario. Per non dire dei percorsi di formazione permanente anche a distanza che le nuove opportunità legate ad internet ed ai social network offrono. Vale inoltre la pena sottolineare che il gruppo dei giovani geometri dentro la FIG non è sorto dal nulla, ma come già accennato, è frutto d’un lavoro che i membri nazionali hanno favorito in ogni modo. Basta per esempio ricordare cosa ha fatto il Consiglio nazionale italiani che fin dal 2009 ha in maniera trasparente selezionato alcuni giovani aiutandoli a prendere parte attiva alle riunioni FIG un po’ in tutto il mondo. E proprio questo nucleo, ha partecipato all’organizzazione dei seminari formativi per geometri di paesi in via di sviluppo o di aree omogenee del pianeta, come il Mediterraneo. Incontri, lezioni, confronti reiterati nel tempo, contatti a largo spettro coltivati e mantenuti che hanno portato quasi naturalmente alla prima Conferenza, appunto quella di Roma del 4 e 5 maggio. In quella sede è stato anche riconfermato anche il gruppo dirigente dello Young surveyors network, che fino al 2014 vede un “governo” tutto rosa: l’australiana Kate Fairlie è stata la presidente, mentre ad affiancarla con il ruolo di segretaria c’è l’austriaca Eva Maria Unger. IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 15


INTERVISTA Nella fotografia in basso, da sinistra, gli animatori del gruppo giovani geometri Massimiliano Romagnoli, Andrea Massaro, Luca Passador, Daniele Brancato e Alessandro Dal Masso. Al centro la dott.ssa Elisabetta Savoldi, che ha collaborato con la redazione nella realizzazione del presente dossier

Preparati per poter contare nell’oggi e nel domani d’ogni Paese: ecco l’impegno dei giovani geometri

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ogliono esserci, oggi e domani, vogliono contare ed essere coinvolti in prima persona. Chiedono di essere ascoltati non in quanto giovani ma perché hanno qualcosa da dire e soprattutto perché pagheranno loro più di chiunque altro la ricaduta delle soluzioni o delle mancate soluzioni ai problemi d’equilibrio del pianeta. Si coglie innanzitutto una gran carica d’entusiasmo tra i tanti giovani di tutto il mondo con i quali abbiamo parlato in un paio di giornate alla FIG working week di Roma. Un entusiasmo che accomuna questi attempati ragazzi a tanti altri giovani, ma che non è banalmente liquidabile come la caratteristica dell’età: ci sono state infatti stagioni non lontane nelle quali la prima espressione giovanile non era l’entusiasmo bensì la rabbia. L’approccio è perciò immediato, positivo, senza barriere e la gioia dell’incontro, l’apertura senza titubanze al dialogo a più voci e all’intervista non si traduce in confronti scontati, ma è subito arricchito da temi seri, da riflessioni pacate, di piena consapevolezza del ruolo che i geometri possono giocare nelle difficoltà dell’oggi e ancor di più nel disegno del domani. Proprio questa consapevolezza avvicina e quasi giustap-

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pone storie diversissime, giovani geometri d’un occidente in crisi e colleghi delle nuove locomotive mondiali, gente letteralmente dell’altro mondo (australiani, indonesiani, neozelandesi) e italiani di Torino e di Ragusa, di Crema e della Capitale. Ad esempio è assai raro che questi ragazzi abbiano intrapreso la carriera di geometra – con dovunque un iter di studi impegnativo solitamente chiuso con una laurea – per seguire un esempio o un interesse famigliare, piuttosto un sogno o un’idea anche romantica del nostro lavoro C’è chi come l’australiana Kate Fairlie è stata conquistata dalle mappe, soprattutto quelle artistiche e storiche e ha studiato per poterle realizzare anch’essa; c’è chi come l’indonesiano Rizqi Abdulharis amava la vita all’aria aperta e voleva una professione che lo tenesse a contatto con la terra («Solo a scuola – ci ha detto scherzando Rizqi – ho scoperto che per fare questo mestiere ci sarebbe voluta tanta matematica; ma per fortuna giocare con i numeri non mi è mai dispiaciuto»). Motivazioni come si vede diversissime ma dietro a ogni scelta c’è un grande amore per l’ambiente, la sua misurazione, il monitoraggio dei mutamenti fisici, strutturali, sociali ed ecologici. Ma al di là delle ragioni della scelta originale – abbiamo chiesto – adesso che siete geometri, sentite di aver centrato il vostro obiettivo? Risposte ancora una volta differenti nella forma eppure straordinariamente univoche. Esplicitamente solo Daniele Brancati di Ragusa ci ha detto «stiamo realizzando i nostri sogni» e


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«portando il nostro piccolo, forse piccolissimo ma non insignificante contributo alla soluzione dei problemi del nostro Paese e di conseguenza del continente e del mondo».Kate per esempio non fa le mappe che amava, ma è impegnata «nello studio della gestione del territorio con la finalità di verificare gli effetti di alcune scelte anche sui cambiamenti climatici». Analogamente Rizqi non vive all’aria aperta ma nel chiuso d’un laboratorio per monitorare il «governo del territorio e in particolare che effetto ha sul mutamento dell’ambiente marino d’una zona specifica assai delicata dell’Indonesia». Valutazioni e controlli che si impongono con ancor maggiore urgenza soprattutto laddove la crisi sta colpendo duramente (molto in Italia e in Austria, assai meno in Australia e Nuova Zelanda, praticamente per niente in Asia e in Indonesia) poiché ciascuno degli intervenuti ha volto sottolineare come proprio le difficoltà contingenti siano spesso l’alibi di governi e operatori privati per il via libera a interventi che nel lungo periodo si rivelano devastanti per l’ambiente ed i suoi abitanti.

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utti d’accordo poi e senza neppure grandi difformità d’espressione sul ruolo centrale che ai geometri spetta nell’indicazione del miglior utilizzo possibile del territorio. Lo dicono l’australiana Navelle Underwood e l’austriaca Eva Maria Unger: «Siamo noi gli esperti che meglio conoscono la terra, che controllano gli effetti che diverse gestioni del territorio provocano all’insieme dell’ambiente. Abbiamo noi le conoscenze tecniche per valutare concretamente i benefici e le controindicazioni di ogni scelta, per fare in modo che ogni intervento sia il più adatto nelle condizioni date, quello che meglio di ogni altro risponde all’interesse dell’uomo di oggi e di domani». Certo per far questo occorre essere preparati, studiare, non accontentarsi del risaputo. Per gli italiani in particolare (oltre a Daniele Brancato, hanno dialogato con noi Andrea

Massaro, Luca Passador, Alessandro Dal Masso, Massimiliano Romagnoli e Paola Ronzino variamente distribuiti sullo Stivale) è fondamentale garantirsi un’istruzione superiore. «Dobbiamo tutti studiare e lavorare – hanno detto – anche per non restare indietro rispetto ai colleghi degli altri Paesi. I geometri di tutte le altre nazioni sono per esempio laureati e non solo il mercato è ormai globale e la concorrenza non conosce frontiere, ma soprattutto anche i geometri italiani vogliono essere considerati realmente alla pari con gli altri».

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u quale strada percorrere per conquistare anche il gruppo di italiani però si divide. E più d’uno, in pratica la maggioranza, dice senza mezzi termini semplicemente che «anche il geometra italiano deve laurearsi»: deve farlo chi comincia adesso l’iter formativo, «ma pure chi è già professionista». Altri parla invece della difficoltà di laurearsi lavorando e del diverso livello delle scuole per geometri di qualche anno fa rispetto alle attuali. E se qualcuno prova a sdrammatizzare sostenendo che in fondo i geometri italiani sono quelli che «fanno più di tutti gli altri, dalle costruzioni al catasto, dall’estimo alla eco-sostenibilità e ai conti», c’è pure chi sembra trovare la mediazione uscendo dal dilemma della laurea: «Non è importante il titolo di studio – dice – ma una formazione superiore serve, è necessaria, va studiata e proposta con l’aiuto di tutta la categoria. Potrebbe trattarsi proprio d’una formula multicanale di alta qualificazione professionale, con ore di lavoro e di lezione all’Università o in un apposito istituto, tanta pratica sul campo e tanta esperienza da far valere come credito». Sul tema in verità i giovani geometri delle altre nazioni non hanno granché da dire. Per loro la questione è pacificamente risolta all’origine: sono laureati e senza laurea non sarebbero geometri (anche se va detto che nei loro paesi l’università non è quell’ambito esclusivamente accaIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 17


INTERVISTA Nella foto grande, in primo piano, Kate Fairlie e, all’estrema destra, il Presidente FIG CheeHai Teo

demico e speculativo che è in Italia, ma spesso ha contenuti formativo straordinariamente concreti). Al di là delle questioni più nazionali, il filo comune d’un discorso positivo si ritrova immediatamente nelle parole di Rizqi non a caso premiato con una borsa di studio della FIG per il suo intervento sul futuro della professione. A parere dell’indonesiano infatti «i problemi del pianeta sono oggi talmente complessi e interconnessi che spetta innanzitutto ai tecnici dare l’indicazione delle soluzioni più adatte e fare in modo che a livello planetario si seguano i medesimi pro-

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tocolli e non si prosegua invece, come accade oggi, su strade spesso contrapposte e alfine controproducenti». Da qui l’auspicio condiviso da tutti che i momenti di confronto come la working week della FIG si moltiplichino ed, anche attraverso il Young surveyors network e la Conference, divengano strumenti di confronto permanente e continuo. Può sembrare retorico, ma è estremamente reale: «Il mondo ne ha drammaticamente bisogno». ❑



ESTIMO Matteo Negri

Valorizzazione del patrimonio immobiliare nella disponibilità degli Enti Pubblici Relazione tenuta dall’Autore, geometra libero professionista bresciano, alla “Working Week FIG” in Roma il giorno 9 maggio 2012

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n applicazione al Decreto Legge 25 giugno 2008 n. 112, per i funzionari pubblici delle Regioni, delle Provincie, dei Comuni e degli altri Enti locali, lo studio della valorizzazione immobiliare e la scelta degli investimenti è volto alla redazione del Piano delle Alienazioni degli immobili, con la conseguente classificazione come patrimonio disponibile e la variazione della destinazione urbanistica. Illustrazione del caso studio Il Comune di Paratico in provincia di Brescia che si svi-

luppa tra la sponda bresciana del Sebino e le colline orientali della Franciacorta, ha come finalità il recupero a parco urbano di uno scalo merci ferroviario in disuso da anni e in stato di semiabbandono. La splendida posizione geografica tra lago e collina offre a questo paese numerose possibilità di sviluppare la naturale vocazione turistica. L’area, ubicata centralmente in lato nord rispetto allo sviluppo del fronte lago del territorio comunale, rientra in un ambito di elevato valore percettivo, connotato dalla presenza congiunta di fattori fisico-ambientali e storico-

culturali. L’Amministrazione Comunale, prima di procedere alla progettazione all’assegnazione e all’appalto dei lavori, intende quantificare la convenienza economica dell’operazione immobiliare e conoscere il flusso dei costi e dei ricavi dell’intervento edilizio, mirando nel contempo a conoscere il valore di mercato futuro del compendio immobilare in esame. 20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

Determinazione del valore di trasformazione Gli obiettivi e l’azione estimativa proposta In applicazione agli Standard Internazionali di Valutazione (IVS) e in conformità allo standard italiano (Codice delle Valutazioni Immobiliari edito da Tecnoborsa) verranno illustrate le procedure tecnico scientifiche – intese come benchmark minimo accettabile – indispensabili per costruire le basi del rapporto di valutazione. Lo studio propone l’individuazione e l’analisi procedurale dello standard metodologico estimativo, finalizzato alla scelta della convenienza economica del com-

parto in esame e alla determinazione del suo valore di trasformazione. La convenienza economica verrà determinata attraverso l’individuazione dell’ Highest and Best Use (HBU), ossia il massimo valore di trasformazione o di mercato prospettati per il compendio immobiliare rispetto alla sua destinazione attuale. La determinazione del valore di trasformazione del parco passerà invece attraverso l’analisi del flusso di cassa scontato (Discounted Cash Flow Analysis - DCFA) che considererà i costi iniziali dell’intervento edilizio legati alla sua riqualificazione e tutti i redditi netti ricava-


ESTIMO Nella pagina precedente, da sinistra in senso antiorario, ex scalo merci ferroviario riqualificato in un parco urbano; Location map - Google Maps Italia - ©2012; il parco urbano “Le chiatte” di Paratico; lo scalo merci ferroviario in disuso e semi abbandonato

bili dall’operazione immobiliare, valutati alle diverse scadenze periodiche. Per procedere alla determinazione del valore di mercato dell’intero comparto in esame sarà indispensabile calcolare, attraverso l’osservazione del mercato immobiliare, i saggi di capitalizzazione relativi alle tipologie immobiliari previste nella riqualificazione dell’area. Rilevazione del mercato immobiliare Per determinare l’analisi economica dell’investimento e l’HBU sarà fondamentale effettuare l’osservazione e la valutazione del mercato immobiliare. Ai fini della stima degli immobili il mercato di riferimento sarà quello reale. Si procederà infatti alla rilevazione dei prezzi e dei canoni di mercato degli immobili simili a quelli oggetto di stima, riferiti al medio-breve periodo. I dati veri di mercato saranno noti agli agenti immobiliari, ai tecnici, agli inquilini e ai proprietari concedenti, alle

In questa pagina: planimetria di progetto del parco urbano “Le Chiatte”

imprese edili e società immobiliari, ai notai, ai commercialisti, ai consulenti fiscali, ai funzionari di banca che operano nel credito immobiliare, etc. L’analisi di mercato considererà il compendio immobiliare esaminato e il suo contesto insediativo, relativamente alla presenza di servizi pubblici, alla viabilità, alle infrastrutture, alla qualità della vita, etc. L’analisi del mercato immobiliare mirerà a prevedere l’offerta e la domanda (attuale e futura) per ogni immobile collocato nel proprio segmento di mercato, ossia l’unità elementare non ulteriormente scindibile dall’analisi economica-estimativa del mercato immobiliare. Ai fini dell’analisi economica -estimativa, un segmento di mercato, in termini concreti, resta definito principalmente dai seguenti parametri: • Localizzazione: indica la localizzazione dell’unità immobiliare nello spazio geografico ed economico. • Destinazione: indica se si tratta di contratti per abi-

tazione, ufficio, attività commerciali, artigianali, industriali o terziarie. • Tipologia immobiliare: indica se trattasi di contratti relativi a fabbricati e a terreni, del mercato dell’usato, del ristrutturato, del nuovo o seminouvo, di condominio o di proprietà esclusiva. • Tipologia edilizia: si riferisce ai caratteri dell’edificio (es. edifici multipiano, villette, case coloniche, opifici, complessi immobiliari, ecc). • Dimensione: se trattasi di unità immobiliari piccole, medie o grandi. I parametri del segmento immobiliare trovano applicazione nella raccolta degli usi e delle conusuetudini commerciali del settore immobiliare. L’osservazione puntuale e meticolosa del mercato immobiliare porterà alla rilevazione di dati immobiliari di fabbricati con destinazione ludico ricreativa in zona lago, assoggettabili a locazione, nella fattispecie compravendite, canoni di mercato lordi e relative spese di

esercizio. Prevedendo l’Amministrazione Comunale il potenziamento dei parcheggi in zona lago, per completare l’analisi del mercato immobiliare sarà determinante quantificare i possibili introiti (tariffe) e i relativi costi di esercizio derivanti dai parcometri. Highest and best use Per determinare il valore di mercato dell’operazione immobiliare sarà necessario procedere con l’analisi del più conveniente e miglior uso, o quello più probabile (HBU – highest and best use). Tale parametro è da intendersi come l’uso che presenta il massimo valore di trasformazione o di mercato tra i valori di trasformazione e di mercato degli usi prospettati per un immobile. L’HBU in esame esprimerà la destinazione alla quale corrisponderà il valore massimo tra il valore attuale (verde incolto con rustici economicamente obsoleti e fatiscenti) e i possibili valori di trasformazione (parco urbano con fabbricati posti a

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reddito), il tutto nel rispetto dei seguenti vincoli: 1. Tecnico: l’intervento dovrà essere fisicamente e tecnicamente realizzabile tenendo conto dell’assenza di: – gravi prescrizioni pregiudizievoli dettate dal vincolo ambientale e paesaggistico; – limitazioni alle destinazioni d’uso ammesse derivanti dalla zonizzazione acustica; – gravi vincoli idrogeologici; – eventuali limiti all’edificabilità; – gravi limitazioni tecnicoeconomiche per eventuali bonifiche: trattandosi del recupero edilizio di un’area attraversata in passato dal transito ferroviario bisognerà prendere in considerazione l’eventuale bonifica ”Piano del Ferro”. Il progetto infine dovrà tener conto delle Norme Tecniche Attuazione (NTA) contenute nello strumento urbanistico vigente e adottato.

2. Giuridico: per l’assenza di pesi o limitazioni d’uso quali: oneri reali, obbligazioni di proprietà, diritti di prelazione, servitù attive, passive, etc. 3. Di bilancio: inteso come intervento finanziariamente sostenibile. 4. Economico: inteso come intervento economicamente più conveniente rispetto alla destinazione attuale. Una volta effettuata la rilevazione e l’osservazione del mercato immobiliare, si potrà verificare se la destinazione più probabile e redditizia degli immobili collocati sull’area oggetto di intervento, corrisponderà agli obiettivi progettuali ipotizzati dall’Amministrazione Comunale e più precisamente: A) il recupero dell’ex scalo ferroviario in un parco urbano attraverso: – una sapiente organizzazione del verde; – la riproposizione di alcuni tracciati dei binari esistenti, quali percorsi interni al parco; – la riqualificazione dei

moli di attracco (lingue); – la sistemazione dei pontili di imbarco dei vagoni ferroviari, come passerelle di camminamento. B) il restauro conservativo del vecchio deposito carri e la sua trasformazione in un ristorante. C) la realizzazione del nuovo chiosco (bar) come punto di ristoro per i fruitori delle infrastrutture, in sostituzione del preesistente piccolo magazzino ferroviario. D) L’ampliamento della dotazione di parcheggi. Analisi del costo di traformazione Una volta valutato l’HBU, si dovrà procedere alla determinazione del costo di trasformazione, inteso come costo di costruzione o riqualificazione. L’analisi delle voci di spesa dell’intervento edilzio verrà effettuata mediante la conoscenza dei costi di costruzione relativi alla riqualificazione del parco. Tale costo rappresenterà la

somma delle spese che, al momento di stima, l’Amministrazione Comunale dovrà sostenere per realizzare l’investimento. Il costo di riqualificazione del parco resterà definito come sommatoria delle seguenti voci di spesa: – spese di costruzione (compresi costi diretti, indiretti ed il profitto normale d’impresa); – competenze professionali; – spese per allacciamenti; – spese legali; – spese di finanziamento; – spese per interessi passivi; – spese assicurative; – varie ed imprevisti. La voce di spesa più significativa, in termini di peso economico, sarà sicuramente rappresentata dalle spese di trasformazione. Il procedimento di stima idoneo a quantificare le spese di costruzione sarà il computo metrico estimativo, che provvederà ad applicare i prezzi unitari correnti, alle quantità delle diverse lavorazioni previste dal progetto.

Stato di fatto: area incolta

In progetto: parco urbano attrezzato

Redditi ex ante → Nessuno

Redditi ex post → Sponsor e altre entrate

A.

22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3


ESTIMO

Il computo metrico verrà redatto per le seguenti opere: A. Riqualificazione del parco

B. Risanamento conservativo dell’ex deposito carri e la sua trasformazione in ristorante

C. Realizzazione di un nuovo chiosco, come punto di ristoro (bar).

D. Sistemazione di via Marconi e la realizzazione dei nuovi parcheggi a pagamento.

Stato di fatto: ex deposito carri

In progetto: ristorante con plateatico

Redditi ex ante → Nessuno

Redditi ex post → Affitto

Stato di fatto: piccolo magazzino ferroviario

In progetto: nuovo chiosco con plateatico

Redditi ex ante → Nessuno

Redditi ex post → Affitto

Stato di fatto: sede stradale esistente

In progetto: potenziamento parcheggi

Redditi ex ante → Nessuno

Redditi ex post → Parcometri e sanzioni

B.

C.

D.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 23


ESTIMO

Bilancio di esercizio Il bilancio di esercizio o estimativo in generale viene inteso come un bilancio economico, volto a considerare la redditività prospettica di un immobile ai fini della stima del suo valore di mercato. Nella ricerca del valore di mercato, il bilancio estimativo dovrà intendersi: – annuale: l’anno viene indicato come il periodo di riferimento; – preventivo: riguarda la previsione dei risultati della gestione futura degli immobili; – medio: riguarda il livello del canone di mercato e delle altre eventuali entrate, oltre alle quantità ed i prezzi dei mezzi produttivi impiegati nella gestione (materiali, manodopera, noleggi, etc.). – ordinario: ossia riferito alla figura del proprietario quale imprenditore immobiliare normale, medio e ordinario. Il bilancio estimativo mirerà a determinare il reddito netto degli immobili, attraverso l’analisi dei ricavi (attivo) e dei costi di esercizo annuali (passivo) in carico alla parte proprietaria. Attivo Normalmente, nel bilancio di esercizio annuale di un immobile, l’attivo è rappresentato dai canoni di mercato anticipati, in genere con scadenza frazionaria, e da altri possibili ed eventuali introiti. Per quantificare le poste attive del bilancio estimativo, 24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

il valutatore procederà all’individuazione dei redditi di immobili simili a quelli oggetto di valutazione, attraverso l’analisi del mercato. In funzione alla disponibilità e tipologia dei dati immobilari, i canoni di mercato verranno calcolati analiticamente attraverso l’applicazione di uno dei metodi di stima appartententi al metodo del confronto di mercato (market oriented), ossia: MCA “Market Comparison Approach”, MCA e sistema di stima, sistema di ripartizione o attraverso la regressione lineare. Nel caso studio, l’attivo sarà rappresentato dai futuri redditi lordi di mercato derivanti dalla possibile locazione del ristorante, del bar, oltre agli incassi ottenibili dalla pubblicità dei privati (sponsor) e dai ricavi desumibili dalla sosta a pagamento dei visitatori-turisti. Passivo In generale, nel bilancio di esercizio annuale di un immobile, il passivo riguarda: – le quote di ammortamento; – le spese di manutenzione straordinaria; – le spese di assicurazione; – le spese di gestione; – gli oneri fiscali; – lo sfitto e l’inesigibilità del canone; – gli interessi passivi. Nel caso studio, il passivo sarà certamente rappresentato dai costi di gestione derivanti dalla locazione del ristorante, del chiosco, oltre alle spese derivanti dalla

gestione dei parcheggi a pagamento. Le spese di esercizio derivanti dalla manutenzione del parco verranno assorbite direttamente dai privati che intenderanno sponsorizzare le propria attività, mediante l’affissione di cartelli pubblicitari ubicati in prossimità della zona adibita a parcheggi e nelle aree a verde. Ricerca del saggio di capitalizzazione Il saggio di capitalizzazione non è una grandezza naturale espressa spontaneamente dal mercato; la sua ricerca avverrà secondo la regola generale di estrazione

con la costruzione di un flusso di cassa. La ricerca del saggio di capitalizzazione si svolgerà rilevando i prezzi e i canoni di mercato e le eventuali altre entrate di immobili comparabili, appartenenti allo stesso segmento di mercato dell’immobile da valutare, oltre ai costi di esercizio e il periodo di disponibilità. L’estrazione del saggio di capitalizzazione per ciascun immobile comparabile si svolgerà con l’equazione del saggio di rendimento interno riferito alle serie dei ricavi e dei costi, al periodo di disponibilità e al prezzo di ciascun immobile di confronto.

+ P(1±d)

Flusso di cassa dell’investimento nel metodo della capitalizzazione finanziaria

+ Rt

0

1

2

3

- Ct

-P

• •

n


ESTIMO

Dove saranno noti: P = prezzo di mercato dell’immobile comparabile; Rt = reddito lordo annuo variabile dell’immobile da valutare; Ct = costo annuo variabile dell’immobile da valutare; d = saggio annuo di rivalutazione; n = durata del periodo di disponibilità (anni).

Riepilogo delle metodologie estimative per il calcolo del saggio di capitalizzazione annuo (i) per l’applicazione della yield and change formulas Metodo Capitalizzazione diretta

I

l saggio di capitalizzazione (i), inteso come saggio di rendimento interno, si otterrà per estrazione o interpolazione, attraverso un foglio di calcolo elettronico. Ove non sarà possibile determinare il saggio di capitalizzazione attraverso un flusso di cassa relativo a immobili simili recentemente compravenduti e contestualmente locati, si procederà alla sua determinazione attraverso l’applicazione della yield and change formulas (if). Noto il saggio annuo di capitalizzazione (i), desunto da metodologie estimative differenti, quali per esempio la capitalizzazione diretta, il mortgage and equity components, il land and building components, o il rapporto copertura del debito (DCR), si considerarà il fenomeno rivalutativo o svalutativo ad un saggio annuale (±d).

Applicazione Noti i canoni d’affitto e prezzi di compravendita riferiti al medesimo immobile e corrispondenti al segmento di mercato dell’immobile da valutare.

Formula da applicare

Dove R sono i Redditi e P i Prezzi relativi all’immobile X e Y.

Noti canoni d’affitto e prezzi di compravendita NON riferiti allo stesso immobile, ma a immobili che ricadono negli stessi segmenti di mercato dell’immobile da valutare. Dove R sono i Redditi e S le relative Superficie Commerciali. P i prezzi di altri immobili del medesimo segmento di mercato e S le relative Superfici. Mortgage and equity components

Considera le modalità di finanziamento nell’acquisto di un immobile, distinguendo tra la parte ottenuta in prestito espressa in percentuale LTV del prezzo totale e la restante parte autofinanziata (1LTV)

Land and building components

Viene applicato alle parti tecnico-economiche di un immobile attraverso il rapporto complementare tra il valore della parte (terreno o fabbricato) e il valore del tutto (terreno e fabbricato).

Rapporto copertura del debito

Il rapporto di copertura del debito (debt coverage ratio, DCR) è derivato dal campo delle stime cauzionali e pone una condizione esterna legata alle garanzie di restituzione di un prestito. Il rapporto di copertura del debito è il rapporto tra il reddito lordo erogato dall’immobile e la rata di ammortamento del prestito immobiliare.

Dove im è il saggio di capitalizzazione del mutuo (mortgage capitalization rate) e ie il saggio di redditività diretta (equity capitalization rate).

Dove CT è il rapporto complementare del terreno e iT il relativo saggio di capitalizzazione, mentre if rappresenta il saggio di capitalizzazione del fabbricato.

Dove DCR è il rapporto di copertura del debito, LTV la parte ottenuta in prestito espressa in percentuale, im è il saggio di capitalizzazione del mutuo (mortgage capitalization rate)

Dovendo infine determinare il flusso dei redditi e dei costi alle diverse scaIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 25


ESTIMO

denze peiodiche (es. trimestrali), sarà necessario calcolare il saggio periodale (ik) riferito alla scadenza prefissata. Stabilito il periodo di riferimento delle poste, al quale corrsiponderà la sua frequenza di capitalizzazione (K), si procederà al calcolo del saggio periodale equivalente partendo dal saggio di capitalizzazione annuo precedentemente definito, secondo la seguente formula:

Determinazione del valore di trasformazione La determinazione del valore di trasformazione del comparto esaminato passerà attraverso l’analisi di un flusso di cassa scontato (DCFA). Rappresentazione del flusso di cassa scontato

26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

La costruzione del flusso di cassa riguarderà i costi inziali di trasformazione dell’intero comparto e l’analisi estimativa dei ricavi e dei costi d’esercizio, alle scadenze stabilite, relativi alla locazione del ristorante, del chiosco e degli incassi ricavabili dei parcometri e dalle sponsorizzazioni dei privati.

I

l valore di trasformazione del parco V, con i relativi immobili da riqualificare, si quantificherà applicando la seguente formula:

Dove dovranno essere noti: – i costi di trasformazione dell’intera operazione

immobiliare desunti dal computo metrico estimativo (CTt), – la durata dell’intervento edilizio per la trasformazione del parco, inteso come ciclo di produzione (m); – le poste attive periodali in carico all’Amministrazione Comunale, desumibili dalla locazione del ristorante, del chiosco e dagli introiti derivanti dalle soste a pagamento e dagli sponsor dei privati (Rt); – le poste passive perio-

dali o costo di esercizio in carico all’Amministrazione Comunale, derivanti dalla gestione delle locazioni del ristorante, del chiosco e dei parcometri (Ct); – la durata del periodo di disponibilità, inteso come orizzonte temporale, coincidente con il periodo di locazione commerciale degli immobili concessi in affitto (n);

– il periodo di riferimento delle poste attive e passive, inteso come frequenza (k); – l’individuazione del saggio periodale di svalutazione/rivalutazione delle poste attive (g); – l’individuazione del saggio periodale di svalutazione/rivalutazione delle poste passive (h); – l’individuazione del saggio periodale di svalutazione/rivalutazione sul valore di recupero finale (± d) ; – il saggio di capitalizzazione periodale dell’analisi del flusso di cassa scontato (ik). Impostando in una tabella di lavoro i dati soprariportati e servendosi di un foglio di calcolo elettronico, si potrà estrapolare il valore di mercato di rivendita finale attraverso il flusso di cassa scontato (DCFA). Conclusioni L’analisi del processo estimativo e la determinazione analitica del valore di mercato del compendio immobiliare esaminato, attraverso la sua trasformazione e riqualificazione in un parco attrezzato, permetterà all’Amministrazione Comunale di conoscere quanto segue: 1. il costo di trasformazione da sostenere per la riqualificazione degli immobili fisicamente deteriorati, funzionalmente ed economicamente obsloteti; 2. i ricavi futuri ipotizzabili dalla locazione del ristorante e del chiosco; 3. gli introiti desumibili dai


ESTIMO

parcheggi a pagamento e dalle eventuali sponsorizzazioni dei privati per il mantenimento del parco; 4. i costi di esercizio in carico alla parte padronale; 5. il saggio di capitalizzazione e la possibilità di determinare il tempo di rientro dell’investimento (GRM - Gross Rent Multipler); 6. il valore del compendio immobiliare a fine locazione. ❑

Bibliografia

Geom. Matteo Negri

International Valutation Standards, IVSC, London, 2007 SIMONOTTI M., Manuale delle stime immobiliari, Reana del Rojale, Udine, 2005 SIMONOTTI M., Prontuario delle stime immobiliari, Reana del Rojale, Udine, 2005 SIMONOTTI M., Metodi di stima immobiliare, applicazione degli standard internazionali, trattato teorico pratico, Dario Flaccovio editore, Palermo, 2006 Codice per le valutazione degli immobili in garanzia delle esposizioni creditizie, ABI - Associazione Bancaria Italiana, 2009 SIMONOTTI M., Valutazione immobiliare standard, Pixart srl (stampa), Quarto d’Altino (Ve) Codice delle valutazioni immobiliari, IV ed., Tecnoborsa, Roma, 2011 Corso professionale di estimo immobiliare basato sugli standard internazionali di valutazione, 2012, Associazione Geo.Val- Geometri Valutatori Esperti (Web site www.geoval.it)

Viale Europa 52 25133 Brescia E-mail: m.negri@isostime.com Web site: www.isostime.com

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 27


DAL CONSIGLIO NAZIONALE

Standard di qualità: Amministrazione condominiale

1. Scopo e campo di applicazione Il presente documento specifica i requisiti di conoscenza, competenza ed esperienza del geometra e ne descrive i metodi di valutazione della conformità, con specifico riferimento alla prestazione di “amministrazione immobiliare”, intesa come attività finalizzata all’amministrazione e gestione di immobili di proprietà privata in comunione e in condominio. Si applica al geometra iscritto all’Albo, indipendentemente dalla natura dell’impiego. 2. Riferimenti normativi e legislativi Il presente documento rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nel presente documento come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l’ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento. – Codice civile articoli dal 1100 al 1116 (della comunione in generale); – Codice civile articoli dal 1117 al 1139 (del condominio sugli edifici); – UNI 10801:1998 “Servizi. Amministrazione condominiale e immobiliare. Funzioni e requisiti dell’amministratore. 3. Termini, definizioni, simboli e abbreviazioni 3.1 Termini e definizioni 3.1.1 amministratore: colui che su mandato degli aventi diritto gestisce un immobile e/o un condominio (UNI 10801). 3.1.2 assemblea: adunanza dei partecipanti (aventi diritto) in un determinato luogo per discutere, trattare, deliberare argomenti di comune interesse (UNI 10801). 3.1.3 bilancio preventivo: documento, predisposto dall’amministratore e approvato dall’assemblea dei condomini (o comunione), che riporta le spese preventivate per l’anno di gestione. 3.1.4 comunione: insieme di aree e/o superfici con o senza immobili e/o diritti reali, in proprietà a più entità fisiche e/o giuridiche. 3.1.5 condominio: coesistenza di parti di un edificio di proprietà singola, piena ed assoluta, con beni o parti comuni necessarie e/o volontarie, dei quali il singolo condominio è comproprietario di una quota indivisa (UNI 10801). 3.1.6 condomino: persona fisica o giuridica titolare di un diritto reale sull’immobile o su parte di esso e che, 28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

per mezzo di atti formali o legali, designa un mandatario per l’amministrazione delle parti, impianti, luoghi comuni dell’edificio (UNI 10801). 3.1.7 consiglio di condominio (o consiglieri): organo consultivo e di controllo dell’amministratore che agisce e delibera nelle forme e nei limiti a lui demandati dal regolamento e/o dai patti speciali contrattuali trascritti (UNI 10801). 3.1.8 manutenzione ordinaria: attività necessaria che si ripete costantemente nel tempo ad intervalli relativamente brevi e di costo non rilevante. 3.1.9 manutenzione straordinaria: opera di rilevante entità e costo che si rende necessaria solo eccezionalmente o a grande distanza di tempo. 3.1.10 quota millesimale(millesimi): quota parziale, rapportata al valore dell’intero edificio in condominio, che rappresenta il valore proporzionale (rispetto a 1000) di una singola unità immobiliare sul valore totale dell’edificio stesso. 3.1.11 parti comuni: opere elencate dall’art. 1117 del Codice civile e comunque tutte le parti, impianti e servizi destinati all’uso comune, se non diversamente disposto dal titolo di acquisto. 3.1.12 quote: il valore della singola proprietà componente la comunione. 3.1.13 regolamento di condominio (o comunione): documento scritto che dispone le norme circa l’uso delle cose comuni e le modalità di riparto e attribuzione delle spese secondo gli obblighi e i diritti spettanti a ciascun partecipante, nonché le norme per la tutela del decoro dell’edificio e quelle relative ai compiti demandati all’amministratore, oltre a quelli previsti dalla legge (UNI 10801). 3.1.14 rendiconto consuntivo: documento contabile dettagliato della gestione amministrativa di un anno o frazione; esso espone, in una forma di facile comprensione per l’utente medio, le spese e le entrate raggruppate per motivazioni omogenee secondo le disposizioni di legge e/o del regolamento di condominio o di gestione (UNI 10801). 3.1.16 ripartizione consuntiva: documento-quadro sinottico che indica le quote di spesa spettanti a ciascuna unità immobiliare; la quota di spesa è la sommatoria delle quote spettanti per ogni capitolo omogeneo di spesa (tabella); essa contiene, altresì, il saldo attivo e/o passivo per ogni unità immobiliare, rappresentato dalla sommatoria delle spese dedotta la sommatoria dei versamenti e – trattandosi di spese di cassa – saranno annotate quelle da pagare relativamente alla competenza (UNI 10801). Nota: vedere altre definizioni nella norma UNI 10801.


DAL CONSIGLIO NAZIONALE

5. Descrizione del lavoro, servizio o processo 5.1 Generalità Il processo di amministrazione immobiliare prevede i compiti di seguito elencati: a) presa in consegna; b) esame della documentazione; c) aggiornamento dati dell’amministratore; d) prima convocazione assemblea; e) preparazione, convocazione e coordinamento della riunione assembleare; f) esecuzione delle deliberazioni dell’assemblea; g) cura dell’osservanza del regolamento di condominio (o comunione); h) disciplina dell’uso delle cose comuni; i) rappresentanza del condominio in ogni sede; j) coordinamento di tutti i soggetti coinvolti nella gestione; k) disponibilità al riscontro delle pezze giustificative e dell’estratto conto; l) pagamento delle ritenute d’acconto sulle fatture/parcelle dei fornitori; m) predisposizione e trasmissione del modello 770 all’Agenzia delle Entrate; n) redazione e aggiornamento del registro della sicurezza Dpr 37/98; o) adempimento delle prestazioni del Tus predisponendo il D.U.V.R.I. (documento unico valutazione rischi e interferenze); p) richiesta ad ogni fornitore del DURC (documento unico di regolarità contributiva), del certificato di iscrizione alla Camera di Commercio nonché della verifica di possesso dei requisiti di idoneità tecnico-professionale; q) aggiornamento dei valori di ricostruzione a nuovo, dei massimali e delle garanzie della polizza globale fabbricati; r) verifica delle rispondenze allo stato di fatto e delle scadenze delle pratiche di adeguamento alle normative; s) convocazione dell’assemblea straordinaria; t) rinuncia e revoca del conferimento del mandato. Fase 1: assunzione del mandato La presente fase si compone dei seguenti compiti: a) presa in consegna successivamente alla nomina avvenuta in assemblea (solitamente entro 15 giorni), incontro con l’amministratore uscente per ricevere, mediante un verbale di passaggio, le consegne e la relativa documentazione (Appendice A); b) esame della documentazione verifica della completezza, studio (con particolare rife-

rimento al regolamento e ai verbali delle assemblee) e archiviazione della documentazione, con segnalazione ai condomini dell’eventuale documentazione mancante; c) aggiornamento dati dell’amministratore – aggiornamento presso l’Agenzia delle Entrate del nominativo sul certificato di attribuzione del codice fiscale/partita Iva; – aggiornamento del nominativo e deposito della firma presso l’istituto di credito; – eventuale variazione di domiciliazione per le bollette degli enti erogatori; – comunicazione ai fornitori. d) prima convocazione assemblea convocazione assemblea per discutere i punti dell’ordine del giorno non trattati nell’assemblea precedente e presentarsi ai condomini. Fase 2: Gestione annuale dell’assemblea ordinaria La presente fase si compone dei seguenti compiti: a) preparazione, convocazione e coordinamento della riunione assembleare alla fine di ciascun anno di esercizio, per rendere conto della propria gestione: – predisposizione del rendiconto delle spese e la relativa ripartizione consuntiva; – convocazione dell’assemblea ordinaria con i seguenti punti all’ordine del giorno e secondo l’art. 1135 del Codice civile: approvazione del bilancio preventivo e relativo piano di riparto; nomina dell’amministratore; approvazione del bilancio preventivo e relativo piano di riparto della gestione successiva; discussione di eventuali altri punti ritenuti necessari o richiesti dai condomini (o comunionisti); – partecipazione all’assemblea ordinaria, rispondendo a quesiti e fornendo le informazioni richieste; b) esecuzione delle deliberazioni dell’assemblea – redazione del verbale dell’assemblea, evidenziando con chiarezza le deliberazioni assunte; – trasmissione ai condomini della copia del verbale dell’assemblea; – riscossione delle spettanze; – sollecito nei confronti dei condomini (o comunionisti) morosi, e in caso di mancato versamento avvio della procedura ingiuntiva; – erogazione delle spese occorrenti per la manutenzione ordinaria delle parti comuni dell’edificio e per l’esercizio dei servizi comuni; – aggiornamento periodico della contabilità con registrazione delle spese e degli incassi verificando parallelamente il conto corrente intestato al condominio (o comunione); IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 29


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– verifica dell’esecuzione di tutte le deliberazioni dell’assemblea. Fase 3: Compiti istituzionali La presente fase si compone dei seguenti compiti: a) cura dell’osservanza del regolamento di condominio (o comunione); b) disciplina dell’uso delle cose comuni e delle prestazioni dei servizi nell’interesse comune in modo che ne sia assicurato il miglior godimento a tutti i condomini (o comunionisti); c) rappresentanza del condominio in ogni sede (art. 1131 del Codice civile); d) coordinamento di tutti i soggetti coinvolti nella gestione al fine di evitare dissidi, consigliando i condomini (o comunionisti) sulle procedure, gli interventi o le azioni per preservare o valorizzare il proprio immobile, mantenendo i contatti con i condomini (o comunionisti) e i consiglieri, con periodici sopralluoghi nell’immobile; e) disponibilità al riscontro delle pezze giustificative e dell’estratto conto. Fase 4: Compiti amministrativi La presente fase si compone dei seguenti compiti: a) pagamento delle ritenute d’acconto sulle fatture/parcelle dei fornitori a mezzo di compilazione del mod. F24, provvedendo a trasmettere certificazione dell’avvenuto pagamento ai fornitori medesimi; b) predisposizione e trasmissione all’Agenzia delle Entrate del modello 770; c) redazione e aggiornamento del registro della sicurezza Dpr 37/98; d) adempimento delle prescrizioni del TUS (Testo Unico Sicurezza) predisponendo D.V.R. (documento di valutazione dei rischi) e D.U.V.R.I. (documento unico valutazione rischi e interferenze); e) richiesta ad ogni fornitore del DURC (documento unico di regolarità contributiva), del certificato di iscrizione alla Camera di Commercio, nonché della verifica di possesso dei requisiti di idoneità tecnico-professionale; f) verifica ed eventuale aggiornamento dei valori di ricostruzione a nuovo, dei massimali e delle garanzie della polizza globale fabbricati; g) verifica delle rispondenze allo stato di fatto e delle scadenze delle pratiche di adeguamento alle normative relativamente a: – impianto ascensore; – certificati di prevenzione incendi; – impianto di terra; – eventuale potabilità dell’acqua. 30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

Fase 5: Assemblea straordinaria La presente fase si compone del seguente compito: convocare l’assemblea straordinaria quando ritenuto necessario o quando ne è fatta richiesta a termine di regolamento. Fase 6: Rinuncia o revoca del conferimento del mandato La presente fase si compone del seguente compito: qualora l’assemblea nominasse un nuovo amministratore, l’amministratore uscente deve predisporre il passaggio consegne come descritto al punto 5.2.3.1 6.2.2 Conoscenze ed abilità specifiche Nell’espletamento dell’attività di amministrazione immobiliare il geometra deve avere capacità e abilità per: – conoscere e saper applicare le disposizioni contenute nel libro terzo del Codice civile; – essere aggiornato sugli orientamenti giurisprudenziali; – avere nozioni di contabilità. 7.2 Liste di controllo Fase 1: Assunzione del mandato Compiti a) Presa in consegna b) Esame della documentazione

c) Aggiornamento dati dell’amministratore

d) prima convocazione assemblea

Aspetti della verifica ❑ verbale passaggio consegne ❑ verifica competenza ❑ studio e archiviazione documentazione ❑ segnalazione eventuale documentazione mancante ❑ comunicazione Agenzia Entrate ❑ comunicazione istituti di credito ❑ eventuale comunicazione enti erogatori ❑ comunicazione fornitori ❑ verifica sussistenza

Fase 2: Gestione annuale dell’assemblea ordinaria Compiti a) Preparazione, convocazione e coordinamento della riunione assembleare

b) esecuzione deliberazioni assemblea

Aspetti della verifica ❑ predisposizione dei rendiconto delle spese ❑ ripartizione consuntiva ❑ convocazione dell’assemblea ordinaria ❑ partecipazione all’assemblea ordinaria ❑ redazione del verbale dell’assemblea ❑ trasmissione ai condomini della copia del verbale dell’assemblea ❑ riscossione delle spettanze ❑ solleciti spettanze


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❑ eventuale avvio procedura ingiuntiva ❑ erogazione delle spese ❑ aggiornamento periodico della contabilità ❑ verifica esecuzione deliberazioni assemblea

Fase 3: Compiti istituzionali Compiti a) cura dell’osservanza del regolamento di condominio b) disciplina dell’uso delle cose comuni e delle prestazioni dei servizi c) rappresentanza del condominio in ogni sede d) coordinamento di tutti i soggetti coinvolti nella gestione e) disponibilità al riscontro delle pezze giustificative e dell’estratto conto

Aspetti della verifica ❑ verifica sussistenza ❑ verifica sussistenza ❑ verifica sussistenza ❑ verifica sussistenza ❑ verifica sussistenza

Fase 4: Compiti amministrativi Compiti a) pagamento delle ritenute d’acconto sulle fatture/parcelle dei fornitori b) predisposizione e trasmissione all’Agenzia delle Entrate del mod. 770 c) redazione e aggiornamento del registro della sicurezza Dpr 37/98 d) adempimento prescrizioni del TUS e) richiesta ad ogni fornitore del DURC f) verifica e aggiornamento polizza assicurativa g) verifica delle rispondenze allo stato di fatto e delle scadenze

Aspetti della verifica ❑ verifica sussistenza ❑ verifica sussistenza ❑ verifica sussistenza ❑ verifica sussistenza ❑ verifica sussistenza ❑ verifica sussistenza ❑ impianto ascensore ❑ certificati di prevenzione incendi ❑ impianto terra ❑ eventuale potabilità dell’acqua

Fase 5: Assemblea straordinaria Compiti a) convocazione assemblea straordinaria

Aspetti della verifica ❑ verifica sussistenza

Fase 6: Rinuncia o revoca conferimento del mandato Compiti a) rinuncia o revoca del conferimento del mandato

Aspetti della verifica ❑ verbale passaggio consegne

Appendice A - Elenco documentazione per passaggio di consegne 1) fascicolo immobiliare (vedere Appendice B) 2) situazione economica del condominio (o comunione) alla data del passaggio (versamenti dei condomini (comunionisti), elenco crediti/debiti); 3) chiavi del condominio (o comunione); 4) documentazione relativa al conto corrente ed eventuali libretti assegni; 5) contratto di lavoro di eventuali dipendenti del condominio (o comunione), libri matricola, versamenti contributivi, CDU, DM10 ed eventuale altra documentazione); 6 copia dell’ultima bolletta pagata di tutte le utenze (per eventuali domiciliazioni); 7) corrispondenza cartacea ed elettronica in entrata e uscita; 8) controlli periodici dell’impianto ascensore, impianto di messa a terra, potabilità dell’acqua, caldaia, ecc. 9) elenco dettagliato e copie delle fatture pagate nell’anno corrente e dei relativi versamenti delle eventuali ritenute di acconto; 10 altri eventuali documenti (azioni giudiziarie, atti amministrativi, pratiche di detrazione fiscale, modelli 770 relativi ai versamenti delle ritenute d’acconto, adempimenti normativi locali, ecc;). Appendice B - Fascicolo immobiliare (UNI 10801) Il fascicolo immobiliare deve contenere tutte le informazioni necessarie alla conoscenza e all’efficiente conduzione degli immobili e delle loro parti comuni da parte dell’amministratore e degli stessi utenti. Esso specificatamente deve contenere: 1) libro dei verbali e delle deliberazioni assembleari; 2) planimetria aggiornata dello stabile e/o degli stabili nel caso di comprensorio immobiliare, con la data dell’ultimo aggiornamento; 3) elaborato planimetrico con la rappresentazioni delle parti e luoghi comuni costituenti la comunione generale e le eventuali comunioni parziali; 4) anagrafica dei partecipanti aventi titolo al condominio con riferimenti catastali indicati nella planimetria di cui al precedente 2); 5) scheda grafico-tecnica dell’impianto di riscaldamento centrale; 6) scheda grafico-tecnica dell’impianto centrale di raffrescamento; 7) scheda grafico-tecnica dell’impianto di adduzione di acqua sanitaria; 8) scheda grafico-tecnica della rete di smaltimento delle acque bianche e nere; IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 31


DAL CONSIGLIO NAZIONALE

9) scheda grafico-tecnica dell’impianto di adduzione gas di rete; 10) scheda grafico-tecnica dell’impianto elettrico comune; 11) scheda grafico-tecnica dell’impianto telefonico; 12) scheda grafico-tecnica per ogni elevatore di persone, merci e/o auto; 13) scheda grafico-tecnica per ogni impianto comune per la ricezione televisiva; 14) scheda grafico-tecnica dell’impianto antincendio; 15) copia autentica della polizza globale; 16) attestazioni di conformità integrale degli impianti (da 5 a 14) ed eventuali certificazioni di prevenzione incendi; 17) eventuali decreti di vincolo ai sensi della legge; 18) tabelle dei millesimi di proprietà generale e tabelle derivate per il riparto delle spese complete dell’elaborato di calcolo; 19) regolamento condominiale o di gestione (vedere art. 1138 del Codice civile), con la chiara indicazione della

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20)

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data del verbale di approvazione, se trattasi del regolamento assembleare o del rogito – allegandone copia originale – se trattasi di regolamento contrattuale; a questo saranno fascicolati tutti i verbali e/o atti delle eventuali modifiche succedutesi nel tempo; raccolta dei rendiconti e riparti degli ultimi cinque anni approvati dalle rispettive assemblee con la firma convalidata del presidente dell’assemblea, del segretario e dell’amministratore, per la verifica dell’autenticità; raccolta dei contratti stipulati; atti e convenzioni costitutivi di servitù prediali e di altri diritti di terzi; raccolta dei giustificativi di spesa per i quali la legge prevede la conservazione per periodi superiori ai cinque anni; codice fiscale se ed in quanto dovuto. ❑



DALLA CASSA Simonetta Vescovi

I

n questi mesi gli organi di stampa hanno spesso parlato della nostra Cassa (Cipag) e di tutte le altre private professionali che, negli ultimi tempi, hanno dovuto affrontare un arduo lavoro per adeguarsi alle decisioni del ministro Fornero. Come è noto, le Casse professionali avevano i bilanci tecnici attuariali basati sulla sostenibilità dei propri conti (entrate contributive superiori alle uscite per pagamento delle prestazioni pensionistiche) fino al limite di trent’anni. Con l’entrata in vigore del decreto cosiddetto “Salva Italia” hanno dovuto dimostrare la sostenibilità dei bilanci tecnici attuariali fino ai cinquant’anni. Il termine ultimo per ottemperare a questa decisione era il 30 giugno 2012; nel

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La risposta della Cassa al decreto “Salva Italia”

caso di mancato adeguamento le pensioni sarebbero state calcolate con il metodo contributivo, molto più penalizzante per i pensionati; sarebbe inoltre scattato a loro carico un nuovo contributo dell’1% del loro reddito per gli anni 2012 e 2013. La nostra Cassa negli anni aveva già provveduto al graduale innalzamento della percentuale sui redditi da versare; ora si aggira intorno al 15%, ancora molto lontana da quella versata all’Inps e dall’innalzamento dell’età per la pensione di vecchiaia a 67 anni dal 1° gennaio 2013. Il nuovo traguardo della sostenibilità fino a cinquanta anni imposto dal Governo ha obbligato il Cipag a ritoccare alcuni provvedimenti al fine di raggingere l’obiettivo; ma, avendo la nostra

Cassa tenuto sotto controllo la situazione negli anni, i nuovi adempimenti si sono rivelati minimi, salvaguardando gli iscritti attivi. In sintesi: – pensione di vecchiaia: graduale innalzamento del requisito (di sostenibilità?) a decorrere dal 2013 con aumento di sei mesi ogni anno per raggiungere, nel 2019, l’età anagrafica di 70 anni; – fino al 31 dicembre 2015 il requisito anagrafico di cui agli articoli 33, comma 1 e 34 comma 6 del “Regolamento per l’attuazione delle attività di previdenza ed assistenza a favore degli iscritti e dei loro familiari” viene così modificato: anno 2013, età anagrafica 65 anni e 6 mesi, graduale aumento di 6 mesi per ogni anno fino al

raggiungimento, nel 2016, dei 67 anni; – la rivalutazione Istat per gli anni 2013 e 2014 è bloccata per le pensioni di importo mensile lordo superiore a euro 1.500,00; – la rivalutazione Istat per gli anni dal 2015 al 2019 è bloccata per le pensioni di importo annuo lordo superiore a euro 35.000,00. Queste sono le sostanziali novità approvate a giugno dal Comitato dei Delegati Cassa. Dovranno essere vagliate e approvate dagli organi competenti dei ministeri interessati. Le modifiche sopra descritte, come si può notare, non hanno aumentato i contributi da versare, perché già erano stati aumentati negli ultimi anni. La Cassa ha scelto la strada di intervenire sulle pensioni in essere per non gravare il peso dei continui ritocchi solo sulle future generazioni, chiamando a contribuire anche le generazioni che dal nostro sistema previdenziale hanno ricevuto (e tuttora ricevono) molto più di quanto riceveranno le giovani generazioni. Alla luce delle evidenti ristrettezze economiche che stanno vivendo i colleghi attivi (che sempre più spesso hanno difficoltà nell’onorare i versamenti, come riscontrano sia il Cipag, sia i Collegi), si reputa che le decisioni prese siano state le migliori (meno dolorose?) per raggiungere l’obiettivo fissato dal ministro Fornero. ❑


DALLA CASSA Isidoro Trovato

Stress test alle Casse private Via al tavolo con la Fornero

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iportare la trattativa (a distanza) tra il ministro Fornero e le casse private di previdenza. I rapporti tra le due parti finora non sono stati molto cordiali: non c’è mai stato un incontro ufficiale e le dichiarazioni reciproche sono sempre state abbastanza bellicose. Il tema del contendere è semplice: all’interno del decreto salva Italia viene chiesto alle casse dei professionisti di dimostrare (entro il 30 settembre di quest’anno) la sostenibilità del loro attuale sistema previdenziale (retributivo o misto) per i prossimi 50 anni. Chi non dovesse riuscirci dovrà passare al modello contributivo puro pro-rata. «Credo che nell’attuale sistema previdenziale di alcune casse private ci sia qualcosa che non quadra – sostiene Fornero – e i bilanci di alcuni enti lo dimostrano. I requisiti che abbiamo richiesto servono a garantirci che fra qualche anno una cassa privata non si trovi nelle condizioni di chiedere l’intervento pubblico per non fallire. La richiesta sarebbe ingiusta e noi dobbiamo prevenire queste eventualità». Uno dei nodi cruciali del confronto tra le parti è rappresentato dal rendimento del patrimonio: le casse private infatti dispongono di risorse patrimoniali molto ampie e chiedono che i loro rendimenti vengano conteggiati per dimostrare la sostenibilità del loro bilancio per i prossimi 50 anni. In un primo momento il governo si

è dichiarato contrario a questa evenienza, chiedendo alle casse di contare esclusivamente sul capitale. Adesso sembra però possibile un’apertura che possa accettare il conteggio dei rendimenti. «Si tratta, finalmente, di un primo segnale di dialogo – conferma Andrea Camporese, presidente dell’Adepp, Associazione degli enti previdenziali privati – ciò che viene chiesto alle casse private è uno sforzo enorme: dimostrare un equilibrio di bilancio per mezzo secolo, nell’impossibilità di valutare quali siano i cambiamenti economici e sociali. Chi può sapere oggi come sarà e quali cambia-

menti avrà avuto la professione dell’avvocato o quella del giornalista tra cinquant’anni? Di certo c’è che il rendimento dei nostri patrimoni non può rimanere fuori dai conteggi ministeriali. Per questo siamo molto soddisfatti del fatto che il ministro Fornero abbia accettato, nero su bianco, che il saldo corrente sia composto da entrate contributive più gli interessi reali suipatrimoni al netto della spesa per le prestazioni. Alla luce di ciò, attendiamo di essere finalmente ricevuti dal ministro Fornero per poter aprire un dialogo che possa migliorare questa fase di cambiamento per le casse private». E magari per illu-

strare la seconda fase della riforma, vista dalla parte degli enti previdenziali: creare un secondo livello di welfare che possa garantire ammortizzatori sociali, un’assistenza sanitaria integrativa e sostegni economici per i giovani che vogliono intraprendere la carriera professionale. Un progetto che richiede fondi che, secondo le casse private, potrebbero essere reperiti attraverso un piccolo sconto nella tassazione dei rendimenti. Tutte questioni che finiranno su quel tavolo delle trattative che adesso sembra davvero a portata di mano. ❑ (da “Corriere della Sera”) IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 35


LEGALE Francesco Cuzzetti

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el decreto Legislativo 4 marzo 2010 n. 28 di attuazione dell’art. 60 della L.18 giugno 1969 n. 69 in materia di mediazione, finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali, posso presumere che se ne conosca ormai natura e scopo, essendo operativo dal 20 marzo 2010. In considerazione degli oggetti delle controversie giudiziarie da proporre la legge ha stabilito quale condizione di procedibilità per poter iniziare la causa davanti al giudice ordinario, l’esperimento del tentativo di mediazione, attraverso un procedimento ad hoc. Le materie sono tassativamente indicate dalla legge, e a esse si sono aggiunte ora quelle relative alle cause condominiali a seguito di proroghe che hanno fatto scattare per esse il termine d’inizio al 20 marzo 2012 (art. 8 D.Lgs 29 dicembre 2010 n. 225 convertito nella L. 26 febbraio 2011 n. 10). Ovvia considerazione, che la locuzione di controversie in materia condominiale, porti a ritenere che ci si riferisca alle controversie riconducibili alla normativa condominiale secondo il codice civile. E qui va subito detto che l’obbligo della mediazione non è escluso nelle ipotesi particolari di condominio: condominio orizzontale, supercondominio, condominio minimo o parziale, che presumo di non dover specificare. Siccome la normativa non 36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

Mediazione e condominio

può essere oggetto di interpretazione estensiva, può interessare – in una materia tanto vasta come quella dei rapporti condominiali – conoscere quali possono essere gli oggetti del contendere da sottoporre o meno a mediazione. Anzi, forse è più semplice iniziare per dire quali sono gli oggetti che non è obbligatorio sottoporre a mediazione preventiva. È esplicitamente escluso (art. 5, comma 4 del decreto legislativo) il ricorso per ingiunzione così frequentemente usato dagli amministratori per il recupero degli oneri dai condomini morosi, inclusa l’eventuale opposi-

zione fino alla concessione della provvisoria esecuzione del decreto ottenuto, oltre il quale scatta l’obbligo della mediazione a carico dell’opponente stesso. Non sussiste l’obbligo per la richiesta di sospensione di delibera assembleare e neppure per la domanda di revoca dell’amministratore da proporre al Tribunale. Vi è poi tutto il vasto campo dei rapporti di locazione o comodato che riguardano le singole proprietà condominiali. Nella sostanza oggetto della mediazione deve considerarsi ogni controversia nella quale la materia del condominio sia condominiale nel

suo aspetto soggettivo. Non il condominio come parte del rapporto dedotto in causa. Esemplificando si possono indicare come oggetto della mediazione: le azioni di garanzia per vizi e difetti in relazione all’appalto; le deliberazione ex art. 1137 C.c.; le questione relative al cosiddetto condominio parziale ex art. 1117 C.c.; le innovazioni ex artt. 1120 e 1121 C.c.; le opere ex art 1122 C.c.; le controversie circa la sopraelevazione; le attribuzioni, rappresentanze e provvedimenti dell’amministratore; le spese fatte dal condomino in via d’urgenza; il regolamento condominiale e le tabelle millesimali; le questioni riferibili agli artt. 1123,1124 e 1126 C.c.

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nche se non classificabili come rientranti nell’ambito del condominio, possiamo dire in esso comprese le controversie in materia di diritti reali relative al diritto di proprietà, piena o nuda, di usufrutto ecc., in quanto riferibili a un bene o a un impianto condominiale. Stavo concludendo questa nota, quando in una rivista leggo questo titolo: «dal condominio a Equitalia ma perché gli italiani amano tanto i Tribunali?» chiaro riferimento al fatto che la mediazione stenta a decollare. Ma, visto che c’è, forse è il caso di utilizzarla, anche per stemperare la classica litigiosità propria dell’ambito condominiale. ❑



SCUOLA Fulvio Negri

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egli ultimi numeri della rivista il direttore Benedini illustrava puntualmente la specializzazione del mediatore come ulteriore opportunità che la professione offre. Quelle note chiarivano gli ampi contorni di uno specifico campo di applicazione che esige peculiari competenze tecniche, giuridiche e comunicative necessarie a concorrere alla composizione di varie controversie. E tuttavia la capacità di gestire i conflitti è certamente requisito essenziale pressoché a tutti gli ambiti di lavoro del geometra che, come abbiamo ripetutamente rilevato, è figura in continua interrelazione con una pluralità di soggetti portatori di interessi sovente contrapposti. Ad esprimere esigenze ed istanze non sempre convergenti sono clienti, committenti, acquirenti, venditori, imprenditori, maestranze, collaboratori, tecnici e capi ripartizione degli Enti Locali, assessori, ispettori degli organismi di vigilanza. Insomma una folla variegata di interlocutori, ciascuno dei quali reclama la migliore ragione del proprio punto di vista, incrocia le giornate del professionista, investendolo di istanze disparate con cui dovrà misurarsi per portarle ad una sintesi capace di dare la maggior soddisfazione possibile a tutti (o quasi) gli interlocutori prima che si staglino all’orizzonte le nubi di fratture insanabili e minacce di pro38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

Il conflitto, nostro compagno quotidiano

cessi legali. Così la cospicua missione originaria del geometra, che già deve conciliare i bisogni materiali individuali della popolazione con la sostenibilità dell’ambiente, l’armonia del paesaggio e le norme sociali, si complica ( o si arricchisce secondo altra accezione) con la variabile relazionale che di questi tempi vira sempre di più al contenzioso. Il suo lavorare con altri comporta sempre più spesso dover affrontare e risolvere situazioni di dissidio tramite percorsi di composizione delle spinte operate da soggetti concorrenti; al professionista spetta, in questo intrico, il ruolo di guida degli itinerari di avvicinamento delle posizioni contrapposte, con il compito di evitare la degenerazione delle diversità in liti, ricorsi legali o semplicemente inimicizie umorali che impediscono la collaborazione. È una missione ardua, talora ingrata ma utilissima per la collettività. Va da sé che il rapporto fra queste figure e le diverse parti costituisce non solo un confronto sul merito tecnico ma anche un incontro di umanità all’interno del quale si articolano emozioni, pensieri, vissuti che originano da disparate matrici socioculturali e altrettanto multiformi caratterialità. È evidente allora quanto desiderabile sia un’adeguata conoscenza delle dinamiche relazionali e di comunicazione che amplifichi la spontanea disposizione al

dialogo grazie a strumenti idonei a ravvicinare sensibilità e posizioni di soggetti apparentemente inconciliabili. La raccomandazione è ancor più pressante se rivolta alla formazione dei giovani diplomandi, scontando una congiuntura culturale come quella attuale che certo non premia lo scambio di vedute pacato ed orientato al bene collettivo (né la scuola può riuscire in toto a supplire alla mancanza di senso civico presente in larga parte dei media).

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uindi il mediatore non può chiudere il suo operato all’interno di seppur corretti tecnicismi: egli, poiché si trova davanti persone diversamente motivate e connotate, deve intervenire con strumenti e modalità variamente calibrate. Contestualmente ha da ragionare in termini di reciprocità: il suo atteggiamento non è fattore neutro, variabile, indipendente. Ogni sua parola, gesto, registro di voce produce effetti sulla possibile risoluzione del problema, risultando componente rilevantissima nell’attivazione di un canale di comunicazione fra i soggetti contrapposti. Dalla conquista della loro fiducia dipenderà il grado di credibilità ed autorevolezza che non vengono garantiti dal solo ruolo ufficiale: la prestazione attesa è la costruzione di un clima capace di garantire uno spazio di confronto in cui le parti si

sentano realizzate nell’espressione delle loro ragioni. Gli può essere assai utile allo scopo esercitare un ascolto empatico, inteso cioè, almeno inizialmente, a non valutare ma ad immedesimarsi nello stato d’animo degli altri attori della questione. Acquisita questa conoscenza potrà adottare le strategie più opportune entrando nello specifico dei contenuti del dissidio. Certamente l’allestimento, fin dalle prime mosse, di un accordo preventivo condiviso sulla materia del contendere, che rechi elemento di soddisfazione a tutti i soggetti in lizza senza mortificare alcuno, è l’opzione più conveniente ed ergonomica. Su questa strada il primo passo è di natura culturale. Si tratta di ribaltare l’idea per cui il conflitto su di un tema è di per sé elemento patologico, distruttivo, da risolvere con lo scontro; non solo la diversità è da sempre la naturale condizione delle dinamiche sociali ma, correttamente interpretata, ne è il motore di sviluppo. Fin dagli albori della storia occidentale, l’incontroscontro di pensieri in opposizione ha permesso l’evoluzione della civiltà. Come prevedeva a metà Ottocento l’idealismo tedesco, se ad una tesi si contrappone un’antitesi che propone un altro punto di vista, alla fine del processo di confronto si ritroverà una conclusione (sintesi) più ricca dell’assunto iniziale, ma ugualmente provvisoria per-


SCUOLA

ché destinata ad un nuovo contradditorio. Il progresso, l’innovazione sono stati possibili proprio perché, anche tramite la dialettica delle idee, oltre che lo sviluppo delle condizioni materiali, si sono negati l’ineluttabilità e il carattere definitivo dell’esistente, scongiurando la stasi e l’immobilismo; se così non fosse stato saremmo ancora all’economia curiale e al geocentrismo tolemaico. Senza dire poi del deficit di democrazia che si verifica quando ad imporsi è il pensiero unico. Perciò “benefico” é il conflitto. Si tratta allora di far comprendere che, se è depurato dalle pregiudiziali accezioni negative e se viene accompagnato da uno stile che rigetti l’aggressività a tutti i livelli, il conflitto altro non è che il manifestarsi propositivo di due o più interessi ed opinioni difformi rispetto ad un problema.

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uarracino in un suo recente articolo affermava che può rappresentare un’occasione di arricchimento per i contendenti perché, pur in presenza di un contrasto duro, l’esistenza di un competitore informato costringe a misurarsi con se stessi oltre che con lui, facendo scoprire i limiti delle proprie impostazione e possibilità. Ovviamente in tale novero non vanno annoverati i casi in cui palmare è l’evidenza di responsabilità colpose o dolose cui il responsabile

voglia sottrarsi in danno di altri: qui solo il giudice può risolvere l’impasse. Ma anche in circostanze più incerte, quelle in cui torti e ragioni sono mescolate, nonostante la nobiltà dell’approccio collaborativo, assai spesso nemmeno un persuasore smaliziato riesce a spegnere sul nascere le incipienti controversie che così subiscono una deriva verso il contenzioso. Purtroppo la statistica impietosamente mostra che l’atteggiamento antagonistico, fondato sull’irrigidimento frontale fino allo scontro totale con l’intento di annientare l’avversario, è opzione largamente praticata. Ancor più in questa frequente fattispecie di comportamenti l’intervento del geometra deve saper rispondere alla complicazione con le competenze del negoziatore, profilo di ulteriore complessità che esige la padronanza dei riti della trattativa che ha protocolli maggiormente articolati rispetto alle pratiche relazionali di composizione delle vertenze sopra richiamate. È infatti l’ultima risorsa disponibile per evitare la paralisi dei progetti e delle opere e l’avvio di costosi strascichi giudiziari. Non si potrà raggiungere un’intesa piena ma almeno un accordo che offra a tutti gli attori della contesa una via di uscita ragionevole, la miglior alternativa possibile alla rottura irreparabile foriera di guai pesantissimi. Insomma il nostro professionista, oltre che l’onere della progettazione e

dell’esecuzione degli interventi richiesti dal contesto, è di fatto un prezioso punto di equilibrio per l’armonia delle genti e delle istituzioni del suo territorio.

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nche in questo caso il concetto di mediazione ha subito un’evoluzione positiva. In un passato non poi così lontano trattare veniva reputato sinonimo di far il doppio giuoco, intendersi col nemico, perfino tradire. Il modello era l’uomo tutto d’un pezzo che non scende a compromessi, che a qualsiasi costo tiene la posizione. Dalla competizione di individui non poteva che uscire un solo vincitore, con l’altro sconfitto ed umiliato. Il pensiero duale e poi l’idea del lavoro in gruppo hanno, più recentemente, smussato quelle rigidità relazionali, costruendo progressivamente un’immagine positiva del negoziato (a due), poi della mediazione (con un terzo come facilitatore dell’intesa) o infine addirittura della concertazione (a molti). Conseguentemente si sono sviluppate una disciplina e una metodologia della negoziazione come supporto alla gestione e alla soluzione positiva della contesa non risolta all’origine. Ed è una qualità fortemente apprezzata nei curricula vitae dei candidati a compiti di con-

duzione dei gruppi di lavoro. Sull’argomento mi riprometto di tornare in un prossimo numero, abbinandolo a qualche riflessione sull’altra fondamentale variabile che entra in gioco nel processo di mediazione fra soggetti contrapposti: la leadership. Intanto mi limito a ricordare che Hagan e poi Di Nubile l’hanno definita come la qualità in grado di «persuadere delle persone a mettere da parte, almeno per un periodo, i loro obiettivi individuali con lo scopo di raggiungere un fine comune». Bisognerà che Scuole e Collegi ne tengano debito conto nella revisione dei percorsi formativi dei futuri geometri, a partire dal rinforzo delle competenze non solo strettamente di indirizzo ma anche di quelle relative all’area comunicazione-interpretazione, prerequisito insostituibile per chi debba tentare di raccordare espressioni talvolta divergenti di tanti soggetti disparati. Mi pare lo chiedesse anche il Presidente Savoldi nel suo intervento in occasione delle celebrazioni dei 150 anni del Tartaglia. ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 39


SCUOLA Stefano Benedini

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a cerimonia di festeggiamento per i 150 anni dell’Istituto per Geometri “N.Tartaglia” si è aperta con il discorso di benvenuto e ringraziamento del prof. Paolo Taddei, attuale Dirigente Scolastico del medesimo Istituto. Il professor Taddei ha sottolineato come il Tartaglia, secondo Istituto di studi superiori aperto in Brescia (1862) dopo l’Istituto Magistrale, sia ormai, con la sua lunga continuità didattica, un consolidato riferimento culturale per la città e che, dalla sua fondazione a oggi, ha contribuito al sostegno della realtà produttiva del terri-

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I 150 anni dell’Istituto Tartaglia: luogo di elaborazione didattica aperto ai nuovi saperi tecnici torio e alla costante crescita della società civile bresciana. Il prof. Taddei ha ricordato come vi operarono figure eminenti che hanno contribuito a scrivere la Storia d’Italia come Giuseppe Cesare Abba, scrittore e patriota che, dal 1884 per 26 anni, vi insegnò lettere e vi ricoprì anche la carica di preside. Ma il prof. Taddei ha voluto rievocare anche tutti i presidi e i professori che negli anni hanno saputo trasmettere con passione, intelligenza e onestà le nozioni e l’impegno necessari sia a svolgere con professionalità il lavoro di geometra, sia a contribuire allo sviluppo

della società civile. Un’esperienza lunga, quella del Tartaglia, che ha saputo leggere i bisogni formativi del territorio e che, mantenendo questi presupposti, può tuttora garantire un futuro ricco di soddisfazioni personali agli studenti che lo frequentano. Il richiamo all’attenzione sul futuro dei giovani è stato spunto per la citazione tratta dal discorso con cui Cesare Abba iniziò, presentandosi, l’anno scolastico 1884, proposta anche come sintesi del fare scuola oggi: «Vorrei dire di me quanto sarebbe necessario a servire di presentazione, ma mi parrebbe tempo tolto ai loro studi, e per me il più bel motto che possa as-

sumere un giovane studioso è quello che Byron aveva fatto scrivere su l'uscio della sua libreria: fuori o ladri del tempo! Io cercherò di farmi conoscere da voi col procedere del tempo e per quel poco che valgo sarò tutto vostro. Lavoreremo insieme con amore con pazienza, con costanza, e se voi mi verrete a seconda, spero che in fin d'anno ci potremo dare una vigorosa stretta di mano dicendoci a vicenda: siamo contenti di noi. Fin d'oggi vi dico che intendo di trovare in voi buon volere ed affetto. Io per voi l'avrò come fratello. Disciplina, rispetto di se stessi in iscuola e fuori, franco animo e garbo da uomini in tutto. Vi tratterò da uomini, poiché io credo al Locke, il quale disse: il giovanetto diventa uomo tanto più presto quanto più tosto è trattato da uomo». Il discorso del prof. Taddei si


SCUOLA Il tavolo delle autorità, l’aula magna gremita di geometri, ex allievi e studenti. Sotto, il Dirigente scolastico del “Tartaglia” prof. Paolo Taddei

è concluso con l’invito agli allievi di far tesoro degli insegnamenti ricevuti e di quelli che riceveranno, ricordando loro che l’età della scuola è quella più bella e spensierata, ma è anche quella che plasma la personalità. Li ha quindi spronati a non arrendersi di fronte alle difficoltà, perché esse aiutano ad affrontare le sfide che la vita porrà loro. È seguito quindi il breve intervento del prof. Bertani, ex-preside dell’Istituto, che ha voluto portare la sua esperienza, riconoscendo di aver trovato nel “Tartaglia” un ambiente umano straordinario che gli ha fatto conoscere in profondità la ricchezza dell’istruzione tecnica, fino a rivendicarne la pari dignità educativa, culturale e professionale di quella umanistica dei Licei. L’intervento successivo è stato affidato al Sindaco di Brescia, Adriano Paroli, che ha portato il saluto della città attestando come l’attività formativa dell’Istituto sia incastonata nella storia delle attività della città stessa, caratterizzate dal lavoro, dalla preparazione e dalla capacità di guardare avanti e costruire.

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er il primo cittadino di Brescia, caratteristica peculiare dell’Istituto è sempre stata la sua vicinanza al mondo del lavoro, espressa nella capacità dei geometri di contribuire al miglioramento e al rinnovamento della realtà urbana. In momenti in cui

può sembrare sconfortante guardare al futuro è d’aiuto anche guardarsi indietro è vedere la solidità di quanto si è costruito finora; in questo senso l’occasione di festeggiare i 150 anni dell’Istituto è anche l’opportunità per apprezzare quanto l’Istituto sia stato punto di riferimento per la città in tutti questi anni. Sono stati quindi letti i saluti inviati dal Presidente della Regione, Roberto Formigoni, dall’Assessore all’Istruzione, formazione e cultura della Regione, Valentina Aprea, e dal Presidente della Provincia di Brescia, Daniele Molgora, di cui riportiamo in sintesi degli estratti: Roberto Formigoni: «L’attenzione rivolta al tema dell’istruzione e formazione delle giovani generazioni sta divenendo prioritaria; dall’educazione infatti diIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 41


SCUOLA Da sinistra: Il prof. Aldo Zenoni, Preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia; la prof.ssa Maria Rosa Raimondi, Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale; il Sindaco di Brescia Adriano Paroli; l’Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia Aristide Peli e il Consigliere regionale Mauro Parolini. Sotto, i professori Emilio Venturini e Mario D’Adda, docenti nell’Istituto Tartaglia

pende la crescita di tutte le nostre società europee. La modalità stessa in cui si sta sviluppando l’economia mondiale richiede sistemi formativi all’altezza delle sfide e per questo abbiamo deciso di investire nella valorizzazione di tutti i soggetti che educano; per dare ai nostri talenti, e in particolare a quelli giovani, gli strumenti per esprimersi pienamente. Il compito delle istituzioni è quello di liberare le energie del tessuto sociale favorendo tutte le espressioni originali presenti nella società Lombarda. Il vostro Istituto è, in tal senso, un esempio per tutti. Da ben un secolo e mezzo infatti formate professionisti in grado di contribuire fattivamente alla crescita economica di Brescia e della Provincia». Valentina Aprea: «Il tra42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

guardo raggiunto dal vostro Istituto dimostra la qualità dell’insegnamento che nel corso degli anni avete sa-

puto dispensare a favore delle giovani generazioni. Valorizzando le loro competenze e impartendo loro

quelle nozioni indispensabili per lo svolgimento della professione di geometra che richiede solide abilità tec-


SCUOLA

niche e rigorose capacità. Un particolare pensiero in questa speciale occasione va ai giovani alunni, augurando loro che sappiano apprendere quelle nozioni che li renderanno persone preparate quando faranno il loro ingresso nel mondo del lavoro». Daniele Molgora: «Nato nel 1862 per rispondere ai bisogni di sviluppo economico della Provincia di Brescia, l’Istituto, è da sempre stato un punto di riferimento per il territorio in grado di offrire agli studenti una formazione tecnica fondamentale per un adeguato inserimento nel mondo del lavoro», messaggio ripreso anche dalla Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, dott.ssa Maria Rosa Raimondi che ha suggerito una lettura in parallelo tra la situazione alla fondazione

dell’istituto – quella del neoregno d’Italia da costruire – e l’attuale difficile situazione, che richiede una svolta di innovazione per offrire un miglioramento della società. «Oggi siamo in un momento di passaggio del sistema scolastico che richiede un rilancio dell’istruzione superiore recentemente riordinata. Il cambio di denominazione da “Istituto Tecnico per geometri” a “Istituto Tecnico per Costruzioni, Ambiente e Territorio” non è solo un cambio di etichetta, ma implica la creazione di un nuovo curricolo, ponendo l’accento in modo significativo sull’ampliamento delle prospettive non trascurabile, legando alle nuove esigenze le nuove competenze». In questa prospettiva la Dirigente ha lodato l’adesione – primo in Provincia a raccogliere la

sfida – dell’Istituto alle nuove disposizioni con l’istituzione, per esempio, del Comitato Tecnico Scientifico che vede rappresentate non solo le componenti scolastiche, ma anche tutte le componenti coinvolte nella costruzione delle professionalità.

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a parola è poi passata al prof. Aldo Zenoni, Preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia, che si è avvalso della proiezione di alcune slides di riepilogo per presentare la relazione che si sta cercando di consolidare tra l’Istituto e la Facoltà, per costruire insieme un sistema scolastico solido, orientato al futuro, per accompagnare le generazioni brillanti e operose dei giovani bresciani. I numeri ricavati dalla ricerca

effettuata negli archivi dell’Università hanno offerto la possibilità di approfondire il rapporto realizzato in trent’anni di attività dell’Ateneo bresciano, durante i quali l’Istituto ha raggiunto l’ottava posizione per numero di popolazione universitaria fornita all’Università (1.647 studenti); che sale alla quarta posizione, se si focalizza l’analisi alla sola Facoltà di Ingegneria (1.052 studenti); un discreto numero, considerando che l’Istituto prepara professionisti già pronti a entrare nel mondo del lavoro. Se si estende l’analisi al restante numero di studenti che optano per altre facoltà si è potuto osservare come l’Istituto non precluda lo sbocco verso altri percorsi universitari come Economia, Legge e Medicina. Negli anni il nuIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 43


SCUOLA In queste pagine: breve fotocronaca dei festeggiamenti per il 150° anno di vita dell’Istituto Tecnico per geometri “Tartaglia”, con particolare risalto per la lettura teatrale di testi tratti da lettere di allievi sul fronte della prima guerra mondiale, inviate al loro preside e agli insegnanti, condotta da studenti dell’ultimo triennio.

mero di diplomati che ha scelto di proseguire gli studi a livello universitario è andato progressivamente aumentando, attestandosi sulle 50 unità che ogni anno accedono alla facoltà di Ingegneria. Il nuovo ordinamento dei percorsi universitari sembra aver consentito una maggiore propensione degli studenti neodiplomati degli Istituti Tecnici – geometri ed altri – ad orientarsi verso gli studi universitari, arrivando a rappresentare più del 50% delle iscrizioni, superando così quelli di provenienza liceale. All’interno della facoltà di

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ingegneria i percorsi di studio preferiti dagli studenti del Tartaglia, che nel vecchio ordinamento non erano necessariamente legati al settore civile, ma vedevano una percentuale interessante orientata anche al settore meccanico, nel nuovo ordinamento – che offre percorsi più specifici – vede confermarsi un 50% di iscrizioni per il settore civile, ma altresì affermarsi percorsi specifici di laurea in ambiente e territorio, e di tipo edile-architettonico. Il prof. Zenoni nel suo intervento non ha nascosto l’esistenza di difficoltà tra gli stu-

denti neodiplomati nell’approcciarsi alla realtà universitaria; difficoltà che la Facoltà e l’Istituto stanno cercando, in collaborazione, di appianare per costruire un solido raccordo.

L’

intervento di Aristide Peli, assessore della Pubblica Istruzione alla Provincia, è iniziato ricordando l’importanza della figura del geometra nelle famiglie bresciane, proseguendo poi con l’annuncio dell’accorpamento dell’Istituto, che avverrà a partire da settembre, con il Liceo Artistico “M. Oli-

vieri” per la creazione di un unico Istituto d’Istruzione Superiore. L’Assessore ha ricordato anche la positiva esperienza del C.T.S., accennata anche dalla dott.ssa Raimondi, che si è potuta realizzare in tempi brevi rispetto ad altri Istituti, proprio per la stretta correlazione tra l’Istituto e tutte le realtà legate al mondo del lavoro, portando i diversi membri partecipanti a confrontarsi da subito con l’esigenza di una offerta formativa post-diploma alternativa al percorso universitario, quella degli I.T.S., legata alle richieste del mer-


SCUOLA

cato del lavoro e caratterizzata da un considerevole numero di ore destinate alla formazione pratica. L’assessore Peli ha poi affrontato l’argomento del calo nelle iscrizioni all’Istituto per geometri, individuando anche nell’eccessiva frammentazione di questi istituti sul territorio verificatasi negli anni passati l’ostacolo alla creazione di nuove classi con un numero di iscritti adeguato ad affrontare un percorso di studi completo per i cinque anni previsti. Incertezza, questa che influenza le scelte familiari per l’orientamento secondario degli studi. Agli insegnanti Emilio Venturini e Mario D’Adda (autori del libro “La scuola dei Geometri”) è stato affidato il compito di ricordare figure di prestigiosi studenti che si sono qui formati, tra i quali Giovanni Treccani degli Al-

fieri, fondatore dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, padre Ottorino Marcolini e Bruno Boni, storico sindaco di Brescia dal 1948 al 1975. Sono quindi seguiti i saluti dei Presidenti Savoldi e Platto che hanno ricordato i loro trascorsi sui banchi del Tartaglia. I festeggiamenti per il 150° anno del “Tartaglia” si sono conclusi con la lettura scenica di testi tratti da lettere di allievi dell’Istituto, scritte dal fronte della prima guerra mondiale, inviate al loro preside e ai loro insegnanti, nelle quali esprimevano le loro emozioni, i loro sentimenti patriottici, le loro ansie in momenti sommamente tragici della loro vita. La lettura teatrale, coordinata dalla professoressa Alida Quartini, eseguita da studenti coetanei degli autori dei testi, con la mirabile guida e regia di Roberto Sa-

voldi, ha suscitato tra i presenti forti emozioni a testimonianza dell’inaspettato altissimo spessore culturale dell’iniziativa. Al riguardo vogliamo esprimere alla professoressa Quartini e al regista Savoldi le nostre più vive congratulazioni e il nostro sincero ringraziamento, che estendiamo parimenti ai loro eccellentissimi allievi Nicola

Barucco (V-A), Simone Gamba (V-C), Roberto Lupo (IV-D), Massimiliano Lupo (IV-F), Luca Melignano (V-B), Nicolas Merigo (V-F), Lucrezia Pozzati (III-F), Andrea Pianta (IV-F), Andrea Paderno (V-F), Michele Pellegrino (V-F), Stefania Rignanese (III-F), oltre agli ex studenti dell’Istituto Stefano Gaffurini e Davide Manenti. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 45


SCUOLA Clara Pasotti

E

-book al posto dei libri di testo, Lim (lavagna interattiva multimediale) in sostituzione delle lavagne. Per una nuova didattica basata sull’utilizzo della tecnologia e di internet. La digitalizzazione approda all’Istituto Tecnico “Tartaglia” con il progetto “E-ducazione” promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale e Regione Lombardia, come pure con il prossimo progetto, in cantiere, per il prossimo anno, “Generazione web Lombardia”. Di recente ciascun alunno della classe 2aF ha ricevuto in dotazione, fino al 9 giugno, un netbook da utilizzare a supporto delle lezioni e sul quale poter effettuare “navigazione differenziata”, monitorata cioè attraverso l’utilizzo della Carta regionale dei servizi, sulla base di un accordo stipulato lo scorso dicembre da USR e Regione. «Si tratta di una fase speri-

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Nuovi strumenti didattici elettronici in sperimentazione nella classe 2a F del “Tartaglia” mentale – spiega Stefano Ghidini, referente del progetto –. Partiti al momento in cinque scuole lombarde (a Brescia oltre al Tartaglia, l’iniziativa interessa il liceo Golgi di Breno), ci si è posti l’obiettivo di arrivare a 200 scuole alla fine del 2012, partendo anche con più classi, prime o terze per agevolare l’acquisto dei libri di testo, all’interno del medesimo istituto». Al Tartaglia si pensa per esempio di «coinvolgere due o tre classi terze» spiega il Dirigente

scoastico prof. Paolo Taddei. Il progetto comprende, tra l’altro, anche corsi di addestramento per i docenti, nonché l’installazione del “registro elettronico”, destinato negli intenti a garantire una gestione ottimale delle comunicazioni tra scuola e famiglia (per la segnalazione di eventuali “marinatori”). Il collegio docenti dell’Istituto di via Oberdan ha inoltre da poco deliberato – e attende ora il verdetto dei consigli di classe – l’avvio per alcune classi terze del progetto “Generazione Web Lombardia”, promosso dal Ministero dell’Istruzione e Regione, sulla base di una proposta giunta dagli assessori Valentina Aprea (Istruzione, formazione e cultura) e Carlo Maccari (Semplificazione e Digitalizzazione). Finanziato per 4 miloni di euro dal Miur e ulteriori 4,5 da Regione Lombardia, il percorso è destinato a coinvolgere a partire del prossimo settembre 25mila studenti di prima e terza supe-

riore, incluse le paritarie e gli istituti di formazione professionale. Requisiti richiesti richiesti alle scuole sono la precedente adozione di libri digitali e la preparazione dei docenti al loro utilizzo.

L’

idea che è alla base del progetto medesimo, è quella di stimolare, attraverso l’esperienza di classi sperimentali, l’avvio di una rivoluzione digitale della didattica, in cui siano integrati strumenti tradizionali e nuove tecnologie, con forme di collaborazione tra docenti ed editori. Il che significa “e-book” consultabili tramite netbook e tablet, ma senza per ora il venir meno di libri e penne. Ciascun studente riceverà una “dote tecnologica” del valore di 250 euro e ogni classe sarà dotata di Lim. Conseguenze positive si avranno così anche sul peso degli zaini: tutto il necessario per seguire la lezione sarà contenuto nella memoria del computer. Il progetto Generazione web Lombardia rientra nelle numerose azioni, alcune già intraprese e altre in cantiere, previste dal “Piano nazionale scuola digitale”. ❑ (da Giornale di Brescia, 23 maggio 2012)



DAL COLLEGIO DI BRESCIA

L’attività del Collegio di Brescia aprile - maggio 2012

Aprile 2012 2 1° corso Aggiornamento Prevenzione incendi mod. F 3 1° corso Aggiornamento Prevenzione incendi mod. G 1° corso Esperto del Giudice - Breno (Lezione I) 4 1° corso Esperto del Giudice - Breno (Lezione II) 2° corso aggiornamento Prevenzione incendi mod. A 5 3° corso Acustica in edilizia - Breno (Lezione III) 10 2° corso Perizia e valutazione danni grandine e tecniche di liquidazione danni in agricoltura (Lezione I) 12 2° corso Esperto del Giudice (Lezione I) 13 2° corso Esperto del Giudice (Lezione II) 16 4° corso Acustica in edilizia (Lezione I) Riunione Commissione Estimo allargata 17 2° corso Perizia e valutazione danni grandine e tecniche di liquidazione danni in agricoltura (Lezione II) 18 Assemblea annuale degli iscritti 2° corso Aggiornamento Prevenzione incendi mod. C 19 3° corso Esperto del Giudice (Lezione I) 3° corso Acustica in edilizia - Breno (Lezione IV) 20 3° corso Esperto del Giudice (Lezione II) 23 4° corso Acustica in edilizia (Lezione II) Riunione del Consiglio Direttivo del Collegio 24 2° corso Perizia e valutazione danni grandine e tecniche di liquidazione danni in agricoltura (Lezione III) 26 3° corso Acustica in edilizia - Breno (Lezione V) Riunione Commissione Mediatori allargata 4° corso Esperto del Giudice (Lezione II) Incontro gruppo di lavoro Protocollo intesa con Comune di Chiari 27 4° corso Esperto del Giudice (Lezione II) 7° corso Impermeabilizzazioni - Breno

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Maggio 2012 2 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale 4° corso Acustica in edilizia (Lezione III) 3 2° corso Aggiornamento Prevenzione incendi mod. D 4 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale 8° corso Impermeabilizzazioni 7 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale 4° corso Acustica in edilizia 8 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale 9° corso Impermeabilizzazioni 9 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale 10° corso Impermeabilizzazioni 10 5° corso Acustica in edilizia (Lezione I) 11 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale 2° corso Aggiornamento Prevenzione incendi mod. E 12 Cerimonia 150° Istituto “N. Tartaglia” 14 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale 4° corso Acustica in edilizia (Lezione V) 15 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale 2° corso Prevenzione incendi mod. F 16 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale Seminario “Mediazione delegata D.Lgs. 28/10” 17 5° corso Acustica in edilizia (Lezione III) 18 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale 11° corso Impermeabilizzazioni Riunione Commissione Ambiente e Bioedilizia allarg. 21 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

22 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale Seminario “Acustica ambientale” 23 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale 24 5° corso Acustica in edilizia (Lezione III) Riunione di redazione de “Il geometra bresciano” 25 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale Incontro geometri della VII e VIII circoscrizione - Breno

28 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale Riunione del Consiglio direttivo del Collegio 29 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale 30 Riunione Commissione Sicurezza allargata 31 5° corso Acustica in edilizia (Lezione IV) Incontro della Coordinatrice commissione Sicurezza con il Dirigente PSAL-ASL

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 49


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Stefano Benedini

P

artecipare all’organizzazione di un meeting immobiliare in tempi così difficili per il comparto edile è stato certamente un gesto risoluto che ha consentito di confrontarsi con franchezza sia sugli esempi di ottima qualità che si sono realizzati in edilizia in questi anni con il contributo professionale anche dei geometri, sia sulle difficoltà che ancora gravano sul settore edile impedendone la ripresa. Il Collegio geometri ha deciso il proprio coinvolgimento patrocinando l’evento realizzato al Centro Fiera di Brescia nei giorni 1 e 2 giugno scorsi, cogliendo l’occasione di presentare al riguardo la professionalità dei propri iscritti e cercando, nel loro interesse, di contribuire al rilancio del settore, e dando un importante contributo con la partecipazione di propri rappresentanti a incontri e interventi. Lo stesso geom. Platto, Presidente del Collegio, ha partecipato all’incontro di apertura del meeting “Prezzi e mercato. Analisi e prospettive”, affrontando subito con onestà e senso pratico il difficile scenario presentato da Massimo Ziletti e Giuliano Marini della Borsa Immobiliare, supportati dai dati sulle compravendite offerto dal dott. Fabio Barca del Consiglio Notarile. Il geom. Platto ha sostenuto che oggi il problema principale degli acquirenti è capire la qualità di ciò che si vuole acquistare. La crisi dell’edilizia è un pro50 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

Il Collegio geometri attivo al Meeting immobiliare del Centro Fiera di Brescia dotto della crisi finanziaria generata dalle grandi speculazioni, che concentra nelle mani di pochi un potere economico così mal distribuito da incidere negativamente sul mercato. L’odierno maggior ostacolo all’acquisto della casa è quello che colpisce la fascia media degli acquirenti che dispone di un reddito non più compatibile con i mutui, generando una crisi di insolvenza e l’impos-

sibilità a rispettare i pagamenti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un elenco di oltre 4 pagine di giornale di immobili sotto procedura esecutiva rappresentano un ulteriore elemento concorrenziale sul mercato. Crisi di insolvenza dunque, che coinvolge anche le imprese, messe in difficoltà dal mancato pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche, da una er-

rata valutazione dei costi delle aree che incidono sul prezzo di vendita, o dalla scarsa qualità degli immobili. Il geometra si pone così come la figura professionale a cui le famiglie possono fare riferimento con fiducia nel momento dell’acquisto, che valuti l’effettivo grado di qualità e comfort dell’immobile: risparmio energetico, isolamento acustico, termico, materiali, ecc. La qua-

Microgenerazione: benissimo, ma … L’ing. Marino Tessadori, profondo conoscitore della microgenerazione e contitolare dello studio Sti di Concesio, nel n. 3/2011 de “Il geometra bresciano” nell’intervista che ci aveva concesso, accennò, tra l’altro, a prevedibili difficoltà per la rete di distribuzione italiana, riguardo all’utilizzo dell’energia proveniente da fonti alternative. A conferma di quanto allora esposto, l’ing. Tessadori ci ha fatto pervenire la nota che qui riproduciamo a completamento del suo pensiero in proposito. «Alcuni mesi fa, durante l’intervista inerente la microgenerazione diffusa avevamo accennato alla difficoltà della rete elettrica nazionale di accettare l’incremento di produzione di energia dagli impianti fotovoltaici ma, in genere, per la microgenerazione. La difficoltà accennata si è dimostrata vera al punto che l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas è intervenuta per avviare a soluzione tale problematica mediante un primo atto costituito dalla delibera 84/2012/R/EEL che ha coinvolto anche i soggetti responsabili degli impianti di produzione, a cui sicuramente nei prossimi tempi ne seguiranno altri. Per capire meglio il problema è bene spiegare che un sistema elettrico tradizionale è costituito da centrali di produzione, trasformatori, linee di trasmissione di alta tensione e linee di distribuzione a media e bassa tensione per trasportare energia elettrica dai luoghi di produzione a quelli di consumo. La produzione di energia elettrica è tenuta sotto controllo per adeguare la produzione alla richiesta, in quanto come è risaputo l’energia elettrica deve essere prodotta nel momento in cui serve, ma soprattutto le reti e i metodi di controllo delle stesse sono stati studiati e applicati per gestire il flusso di energia dalla produzione cosiddetta tradizionale agli utilizzatori. Negli ultimi anni la situazione è radicalmente cambia-

ta con la presenza sempre più importante di impianti di produzione da fonti rinnovabili, ovvero il fotovoltaico, l’eolico e la cogenerazione, i quali producono quando c’è la disponibilità della fonte di energia primaria e non quando è presente la richiesta di energia, destabilizzando la rete elettrica mandandola fuori controllo. In alcune zone della rete e per alcuni periodi di tempo, l’energia prodotta e non consumata localmente si può trasmettere in senso inverso a quello tradizionale, cioè risalire dalla bassa tensione verso la media tensione e dalla media tensione verso l’alta tensione, generando una inversione di flusso, destabilizzando la rete, generando sbalzi di tensione e di frequenza e una serie di altri fenomeni non visibili e non compatibili dall’utente finale, ma difficilmente risolvibili da chi è preposto a distribuire quel bene così prezioso e ormai indispensabile come l’energia elettrica. La generazione diffusa ha quindi stravolto lo schema classico di distribuzione di energia elettrica e posto nuovi problemi la cui soluzione passa per ora attraverso i dettami della delibera dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas n. 84/2012/R/EEL ma proseguirà sicuramente attraverso un controllo più accurato della rete elettrica probabilmente anche con il comando degli impianti di generazione diffusa». ◆


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

lità richiesta, cioè quella che negli anni passati era prerogativa solo di poche imprese particolarmente lungimiranti e che è poi divenuta essenziale, di riferimento per le nuove realizzazioni e anche per l’adeguamento dell’esistente. Ciò che il Collegio desidera trasmettere ai propri iscritti è che il futuro è fatto di “meno costruito, ma di meglio costruito”. Saper progettare con qualità con la certezza che tale requisito emerge sempre. Chi ha costruito bene negli ultimi anni non ha da temere l’estromissione dal mercato, chi non ha costruito bene vedrà invece i propri immobili invenduti e inutilizzati. Un’altra necessità sottolineata dal geom. Platto nel suo intervento, è quella di conciliare il costruire con qualità con il costruire a costi contenuti; ciò che ha inciso principalmente sui costi del costruire (e quindi sui prezzi di vendita) è il costo delle aree. Saper effettuare una corretta stima dei valori delle aree è perciò fondamentale per un appropriato approccio al mercato.

L’

intervento del nostro Presidente ha consentito al dott. Barca del Consiglio Notarile di confermare che l’«Attestato di Certificazione Energetica», inizialmente visto come una nuova fastidiosa incombenza da espletare nella documentazione degli atti di compravendita con ulteriori oneri, è invece una risorsa che consente agli ac-

quirenti di valutare subito l’immobile, anche in riferimento ai costi di mantenimento del bene che dovranno sostenere nel lungo periodo.

N

on a caso la scelta del geom. Platto e del Consiglio Direttivo è andata nella direzione di approfittare dell’evento per offrire ai frequentatori del meeting una serie di chiarimenti sulla certificazione energetica degli edifici; ciò si è realizzato con la distribuzione al pubblico del meeting di un semplice ma esauriente materiale informativo predisposto dalla geom. Raffaella Annovazzi. A lei, con la collaborazione dei colleghi Giuseppe Franco e Roberto Manella, è stata affidata anche la presentazione della certificazione energetica e della dipendenza energetica all’interno di uno spazio appositamente concesso per brevi incontri informativi. Nonostante il lodevole proponimento e grazie alla preziosa collaborazione del gruppo di esperti – teso a soddisfare le necessità emerse negli incontri della Commissione Ambiente e Bioedilizia e del Consiglio Direttivo sulla necessità di diffondere l’argomento – si è registrato uno modesto afflusso all’intervento proposto, anche perché scarsamente segnalato. Da evidenziare però come il maggior numero di quesiti posti ai rappresentanti del Collegio abbia fatto riferimento

proprio alla certificazione energetica, confermandone l’attualità e l’interesse. L’esperienza è comunque stata proficua e ha ribadito la necessità di informare in modo approfondito il pubblico; a tale proposito pros-

simamente sul sito del Collegio sarà disponibile un pieghevole che gli iscritti potranno scaricare e distribuire tra i propri clienti per far loro conoscere l’utilità e la necessità della certificazione energetica. ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 51


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Stefano Benedini

O

rganizzato, il 25 maggio scorso, un incontro informativo promosso dal Consiglio Direttivo del Collegio, realizzato in collaborazione con l’Associazione Geometri della Valle Camonica, con i propri iscritti delle Circoscrizioni di Breno ed Edolo; lo scorso anno un evento simile era stato offerto ai geometri del distretto di Chiari, con l’intenzione di aggiornare i professionisti sugli ultimi sviluppi del nuovo regolamento professionale, sulle attività del Collegio e per raccogliere le segnalazioni di eventuali problematiche con cui gli iscritti si trovano a confrontarsi nello svolgimento del proprio lavoro. L’accoglienza dei membri del Consiglio è stata affidata

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Incontro informativo del Collegio coi geometri della Valle Camonica al geom. Diego Salvetti, in rappresentanza dell’Associazione, che ha espresso apprezzamento per l’iniziativa che consente agli iscritti di essere partecipi della vita del Collegio. Il geom. Platto, Presidente del Collegio, ha ringraziato per il benvenuto, riconoscendo la collaborazione offerta al Collegio dall’Associazione e presentando il proponimento con cui il Consiglio intende organizzare altri incontri con gli iscritti di tutto il territorio della Provincia. Il dibattito è poi entrato nel vivo della discussione affrontando l’argomento delle difficoltà segnalate dagli iscritti nel districarsi tra le numerose differenti normative adottate nei vari Comuni. Il geom. Bonicelli, membro del Consiglio Direttivo, ha segnalato il problema della lunghezza dei tempi burocratici necessari alla presentazione delle pratiche, in particolare di quelle riguardanti i vincoli idrogeologici richiedenti l’esame della Comunità Montana di Vallecamonica, tempi che si ripercuotono negativamente sul-

l’attività dei professionisti. La geom. Vescovi, consultore di zona e delegata CIPAG, ha posto l’attenzione soprattutto sulla complessità delle pratiche subordinate al parere della Sovrintendenza, accennando a una forma discriminatoria – in alcuni casi documentabile come hanno confermato i colleghi Gronchi e Salvetti – nella quale incorrerebbero i geometri in quanto professionisti non laureati. Il Presidente Platto ha riconosciuto come l’incongruenza tra quanto richiesto dai diversi Enti si ripercuota sul lavoro dei geometri, ipotizzando che le norme edilizie vengano poste alla sola competenza dei Comuni, puntualizzando come le segnalazioni esposte siano state inoltrate anche a livello regionale e nazionale, facendo proprie segnalazioni simili di colleghi di altri Collegi Provinciali. Se ai Comuni si può riconoscere una certa predisposizione al dialogo, con la Sovrintendenza si segnalano solo rigide chiusure, favorite da recenti sentenze in sede giudiziaria e dalle disposizioni della Regione Lombardia che impone il parere della Sovrintendenza. L’unica soluzione del problema è individuabile nell’occasione rappresentata dalla presentazione del nuovo regolamento della professione, che consentirà di affrontare questo argomento. Il Presidente ha sollecitato a vigilare sulla redazione dei P.G.T., con particolare attenzione alle norme sui piani attuativi e loro va-

rianti, in modo da segnalare al Collegio tutti i motivi di possibile contrasto al fine di opporvisi. L’accenno al nuovo regolamento della professione ha consentito al Presidente di illustrare altre proposte come quella della fusione tra i tre ordini professionali – geometri, periti industriali e periti agrari – da non escludersi, ma da subordinare alla risoluzione delle problematiche specifiche della categoria; oppure quella di accentrare a livello regionale alcune funzioni ora svolte dai Collegi provinciali (fino ad arrivare all’ipotesi della loro abolizione) con l’intenzione di ottimizzare le risorse e diminuire i costi, ma certamente creando disservizi agli iscritti allontanando da loro il consueto punto di riferimento per la ricomposizione dei contenziosi, per le risposte ai quesiti previdenziali e nella disponibilità alla risoluzione di situazioni disagiate.

I

l Collegio di Brescia non ha mancato di raccomandare queste considerazioni al C.N.G.e G.L. in difesa dei Collegi Provinciali, auspicando inoltre la necessità che il cambiamento che si intende attuare consideri l’istituzione di un percorso di studi di laurea universitaria triennale specifico per il geometra. La parola è passata poi al geom. Piotti, Consigliere provinciale e Presidente del Sindacato Geometri di Brescia, che ha illustrato le ini-


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

ziative che questo ente intende realizzare, dopo un periodo di interruzione delle attività dovuto alla scarsa chiarezza sugli ambiti in cui operare: un servizio di consigli legali gratuiti soprattutto per i giovani iscritti; la creazione di una “rete” di professionisti disposti alla collaborazione; la preparazione di un disciplinare per l’incarico congiunto.

È

seguito l’intervento del geom. Este, Consigliere ed esperto catastale, che ha ricordato con piacere il periodo trascorso in loco per l’informatizzazione delle mappe della Valle Camonica; Este ha con energia fatto presente come la necessaria e prioritaria revisione del catasto richieda il riconoscimento della centralità del ruolo del geometra per il corretto e preciso adempimento delle operazioni e della predisposizione della documentazione. Il mancato coinvolgimento dei professionisti che ha sì prodotto un aumento della quantità, ma con uno scarso incremento della qualità, è da imputare alla poco incisiva azione condotta a livello nazionale; l’esempio portato in tal senso dal geom. Este riguarda la scarsa propensione ad affrontare e risolvere il problema delle acque, che di fatto impedisce tutti gli atti di aggiornamento catastale che coinvolgono i corsi d’acqua d’ogni genere.

L’ultimo intervento previsto dell’incontro camuno è stato quello geom. Bellavia, Tesoriere e Delegato CIPAG, che ha presentato alcune proposte innovative del C.N.G. e G.L. non toccate dai precedenti interventi: l’ipotesi di istituzione di un “campus” per geometri nel complesso Lacchiarella (acquistato dalla CIPAG) per concentrarvi la formazione professionale per gli iscritti all’Albo e al registro praticanti e la proposta della formazione di società di capitale – suggerite dal Governo e recepite dal C.N.G.eG.L. – ma che hanno suscitato l’opposizione del Consiglio sulle modalità di realizzazione ipotizzate. Il geom. Bellavia ha inoltre ricordato l’imminente conclusione della fase sperimentale del Database valori immobiliari, dopo le ultime modifiche richieste dalla Commissione Estimo, e l’avvio dell’accesso internet alle pratiche catastali per tutti gli iscritti. Dopo questa breve introduzione il geom. Bellavia ha illustrato il lavoro svolto negli ultimi anni per garantire la sostenibilità della Cassa fino al 2050. I provvedimenti adottati sono risultati particolarmente drastici per mantenere il sistema solidale tra le generazioni garantito dal retributivo; i contributi sono passati dal 5% all’attuale 7%, in previsione di arrivare al 15% nei prossimi anni. L’età pensionabile è passata da 65 a 67 anni. Il calcolo della pensione non viene più effettuato sugli ultimi 10 anni di contribuzione ma su tutto

l’arco contributivo. Un maggior gettito alla Cassa è venuto dall’aumento del contributo integrativo che è passato dal 2% al 4% concordato con ingegneri e architetti che, però, hanno in seguito rivisto le proprie decisioni, procrastinando il raggiungimento della soglia del 4% di alcuni anni.

I

principali fattori che hanno penalizzato la sostenibilità della Cassa sono stati la diminuzione del numero degli iscritti, la contrazione dei redditi e l’aumento del numero dei pensionati. Il geom. Bellavia ha anche ricordato come il “Decreto Sviluppo” dello scorso febbraio obblighi a presentare entro il 12 giugno i bilanci attuariali per la sostenibilità a 30 anni; in caso contrario è previsto il passaggio forzato al metodo di calcolo contributivo pro rata dal 1° gennaio 2012 e un contributo di solidarietà per i pensionati (l'1% per il 2012 e il 2013) in modo da riportare l'equilibrio dei conti. La geom. Farisoglio, Presidente dell’Associazione Geometri di Valle Camonica, ha preso

la parola a conclusione dell’incontro per ricordare la necessità che il Collegio, soprattutto in questo momento di crisi, promuova la qualità e la validità della professione. L’unione tra gli iscritti deve emergere per contrastare coloro che svendono la propria professionalità danneggiando se stessi e i colleghi. Il Presidente Platto, condividendo lo spunto della collega, ha auspicato che, non esistendo più un tariffario di riferimento, vengano prodotti degli orientamenti per la tutela sia del professionista sia del committente. ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 53


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Il mercato immobiliare in provincia di Brescia Abitazioni Nuovo/Ristrutturato minimo

massimo

Acquafredda

1.200,00

1.500,00

Adro

1.560,00

Agnosine

Recente massimo

minimo

800,00

1.000,00

520,00

1.950,00

1.320,00

1.650,00

1.200,00

1.450,00

800,00

Alfianello

1.260,00

1.400,00

Anfo

1.260,00

Angolo Terme

Da ristrutturare minimo

massimo

650,00

240,00

300,00

800,00

1.000,00

480,00

600,00

1.000,00

560,00

700,00

280,00

350,00

1.080,00

1.200,00

700,00

775,00

340,00

380,00

1.400,00

900,00

1.000,00

630,00

700,00

235,00

260,00

1.200,00

1.200,00

945,00

1.050,00

485,00

540,00

210,00

230,00

Artogne

1.200,00

1.275,00

945,00

1.050,00

620,00

690,00

225,00

250,00

Azzano Mella

1.360,00

1.700,00

1.120,00

1.400,00

720,00

900,00

480,00

600,00

Bagnolo Mella

1.440,00

1.800,00

1.120,00

1.400,00

960,00

1.200,00

560,00

700,00

Bagolino

1.360,00

1.700,00

960,00

1.200,00

720,00

900,00

290,00

360,00

Barbariga

1.215,00

1.350,00

990,00

1.100,00

720,00

800,00

315,00

350,00

Barghe

1.260,00

1.400,00

900,00

1.000,00

560,00

620,00

235,00

260,00

Bassano Bresciano

1.360,00

1.700,00

1.200,00

1.500,00

800,00

1.000,00

450,00

560,00

Bedizzole

1.520,00

1.900,00

1.200,00

1.500,00

880,00

1.100,00

400,00

500,00

Berlingo

1.215,00

1.350,00

1.035,00

1.150,00

810,00

900,00

360,00

400,00

Berzo Demo

1.200,00

1.250,00

990,00

1.100,00

630,00

700,00

225,00

250,00

Berzo Inferiore

1.200,00

1.200,00

945,00

1.050,00

630,00

700,00

200,00

220,00

Bienno

1.200,00

1.320,00

1.060,00

1.180,00

560,00

620,00

240,00

265,00

Bione

1.260,00

1.400,00

900,00

1.000,00

585,00

650,00

235,00

260,00

Borgo San Giacomo

1.260,00

1.400,00

990,00

1.100,00

660,00

730,00

350,00

390,00

Borgosatollo

1.560,00

1.950,00

1.280,00

1.600,00

960,00

1.200,00

640,00

800,00

Borno

1.440,00

1.800,00

1.240,00

1.550,00

800,00

1.000,00

215,00

270,00

Botticino (M)

1.760,00

2.200,00

1.440,00

1.800,00

960,00

1.200,00

560,00

700,00

Sera

1.840,00

2300,00

1.520,00

1.900,00

1.040,00

1.300,00

600,00

750,00

S. Gallo

1.320,00

1.650,00

1.060,00

1.300,00

800,00

1.000,00

400,00

500,00

Bovegno

1.200,00

1.500,00

1.030,00

1.290,00

720,00

900,00

320,00

400,00

Bovezzo

2.080,00

2.600,00

1.600,00

2.000,00

1.240,00

1.550,00

800,00

1.000,00

Brandico

1.200,00

1.300,00

990,00

1.100,00

720,00

800,00

315,00

350,00

Breno

1.260,00

1.400,00

1.125,00

1.250,00

810,00

900,00

270,00

300,00

Caino

1.560,00

1.950,00

1.200,00

1.500,00

880,00

1.100,00

480,00

600,00

Calcinato

1.360,00

1.700,00

960,00

1.200,00

760,00

950,00

400,00

500,00

Calvagese

1.440,00

1.800,00

1.080,00

1.350,00

840,00

1.050,00

440,00

550,00

Calvisano

1.240,00

1.550,00

960,00

1.200,00

680,00

850,00

390,00

490,00

54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

minimo

Agibile massimo


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Le presenti quotazioni del mercato immobiliare in provincia di Brescia sono tolte dal “Listino dei valori immobilari” n. 1 (ottobre 2011-aprile 2012) edito da ProBrixia – Camera di Commercio di Brescia che ringraziamo

Nuovo/Ristrutturato minimo

massimo

Capo di Ponte

1.220,00

1.250,00

Capriano del Colle

1.520,00

Recente

Da ristrutturare

massimo

minimo

990,00

1.100,00

630,00

700,00

225,00

250,00

1.900,00

1.160,00

1.450,00

840,00

1.050,00

600,00

750,00

1.240,00

1.550,00

960,00

1.200,00

720,00

900,00

440,00

550,00

Capriolo

1.400,00

1.750,00

1.200,00

1.500,00

880,00

1.100,00

400,00

500,00

Carpenedolo

1.280,00

1.600,00

880,00

1.100,00

680,00

850,00

375,00

470,00

Castegnato

1.600,00

2.000,00

1.240,00

1.550,00

920,00

1.150,00

520,00

650,00

Castelcovati

1.360,00

1.700,00

1.000,00

1.250,00

720,00

900,00

360,00

450,00

Castelmella

1.600,00

2.000,00

1.320,00

1.650,00

880,00

1.100,00

560,00

700,00

Castenedolo

1.600,00

2.000,00

1.120,00

1.400,00

880,00

1.100,00

480,00

600,00

Alpino

1.440,00

1.800,00

1.040,00

1.300,00

800,00

1.000,00

400,00

500,00

Bettole

1.440,00

1.800,00

1.040,00

1.300,00

800,00

1.000,00

400,00

500,00

Bodea

1.280,00

1.600,00

880,00

1.100,00

720,00

900,00

360,00

450,00

Capodimonte

1.280,00

1.600,00

880,00

1.100,00

720,00

900,00

360,00

450,00

Macina

1.280,00

1.600,00

880,00

1.100,00

720,00

900,00

360,00

450,00

Casto

1.200,00

1.450,00

800,00

1.000,00

505,00

630,00

205,00

255,00

Castrezzato

1.360,00

1.700,00

1.000,00

1.250,00

760,00

950,00

400,00

500,00

Cazzago San Martino

1.440,00

1.800,00

1.200,00

1.500,00

960,00

1.200,00

505,00

630,00

Bornato Pedrocca

1.360,00

1.700,00

1.160,00

1.450,00

920,00

1.150,00

480,00

600,00

Calino

1.360,00

1.700,00

1.160,00

1.450,00

920,00

1.150,00

480,00

600,00

Cedegolo

1.200,00

1.250,00

990,00

1.100,00

630,00

700,00

225,00

250,00

Cellatica

2.120,00

2.650,00

1.890,00

2.100,00

1.440,00

1.600,00

900,00

1.000,00

Ceto

1.200,00

1.250,00

990,00

1.100,00

630,00

700,00

225,00

250,00

Cevo

1.200,00

1.200,00

900,00

1.000,00

585,00

650,00

180,00

200,00

Chiari

1.720,00

2.150,00

1.360,00

1.700,00

1.000,00

1.250,00

560,00

700,00

1.440,00

1.800,00

1.160,00

1.450,00

840,00

1.050,00

425,00

530,00

Cigole

1.260,00

1.400,00

1.060,00

1.180,00

670,00

740,00

315,00

350,00

Cividate Camuno

1.200,00

1.200,00

925,00

1.030,00

630,00

700,00

200,00

220,00

Coccaglio

1.440,00

1.800,00

1.160,00

1.450,00

800,00

1.000,00

400,00

500,00

Collebeato

2.080,00

2.600,00

1.640,00

2.050,00

1.280,00

1.600,00

800,00

1.000,00

Collio

1.200,00

1.500,00

960,00

1.200,00

640,00

800,00

320,00

400,00

Cologne

1.320,00

1.650,00

1.065,00

1.330,00

800,00

1.000,00

480,00

600,00

Comezzano C.

1.240,00

1.550,00

920,00

1.150,00

680,00

850,00

320,00

400,00

Concesio

2.040,00

2.550,00

1.600,00

2.000,00

1.240,00

1.550,00

720,00

900,00

Fenili Belasi

Santellone

minimo

Agibile massimo

minimo

massimo

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 55


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Nuovo/Ristrutturato

Recente

Agibile

Da ristrutturare

minimo

massimo

minimo

massimo

minimo

massimo

minimo

massimo

S. Vigilio

1.800,00

2.250,00

1.400,00

1.750,00

1.080,00

1.350,00

625,00

780,00

S. Andrea

2.080,00

2.600,00

1.640,00

2.050,00

1.280,00

1.600,00

840,00

1.050,00

Cortefranca

1.680,00

2.100,00

1.440,00

1.800,00

960,00

1.200,00

520,00

650,00

Corteno Golgi

1.200,00

1.200,00

945,00

1.050,00

630,00

700,00

225,00

250,00

Corzano

1.215,00

1.350,00

990,00

1.100,00

720,00

800,00

335,00

370,00

Darfo

1.200,00

1.430,00

880,00

1.100,00

665,00

830,00

320,00

400,00

Montecchio Bessimo

1.200,00

1.260,00

970,00

1.080,00

630,00

700,00

300,00

330,00

Corna

1.200,00

1.430,00

1.000,00

1.250,00

720,00

900,00

320,00

400,00

Erbanno

1.260,00

1.400,00

1.080,00

1.200,00

810,00

900,00

345,00

385,00

Gorzone

1.230,00

1.365,00

1.060,00

1.180,00

765,00

850,00

330,00

365,00

Boario

1.200,00

1.500,00

1.040,00

1.300,00

720,00

900,00

320,00

400,00

1.240,00

1.550,00

1.040,00

1.300,00

720,00

900,00

320,00

400,00

Quinzanello

1.260,00

1.400,00

1.125,00

1.250,00

765,00

850,00

270,00

300,00

Corticelle Pieve

1.215,00

1.350,00

990,00

1.100,00

765,00

850,00

270,00

300,00

Boldeniga

1.215,00

1.350,00

1.035,00

1.150,00

585,00

650,00

270,00

300,00

Desenzano del Garda

3.680,00

4.600,00

3.040,00

3.800,00

2.240,00

2.800,00

1.600,00

2.000,00

Fronte Lago

6.000,00

7.500,00

4.800,00

6.000,00

2.800,00

3.500,00

2.400,00

3.000,00

Rivoltella

2.880,00

3.600,00

2.480,00

3.100,00

2.000,00

2.500,00

1.280,00

1.600,00

S. Martino

2.240,00

2.800,00

1.600,00

2.000,00

1.040,00

1.300,00

800,00

1.000,00

Montonale

2.080,00

2.600,00

1.600,00

2.000,00

1.200,00

1.500,00

640,00

800,00

Vaccarolo

1.400,00

1.750,00

1.040,00

1.300,00

800,00

1.000,00

400,00

500,00

Edolo

1.280,00

1.600,00

1.080,00

1.350,00

640,00

800,00

240,00

300,00

Erbusco

1.680,00

2.100,00

1.440,00

1.800,00

960,00

1.200,00

520,00

650,00

Esine

1.200,00

1325,00

1.035,00

1.150,00

675,00

750,00

160,00

180,00

Fiesse

1.200,00

1.300,00

1.000,00

1.100,00

600,00

660,00

240,00

270,00

Flero

1.680,00

2.100,00

1.360,00

1.700,00

1.040,00

1.300,00

640,00

800,00

Gambara

1.200,00

1.500,00

1.000,00

1.250,00

610,00

760,00

255,00

320,00

Gardone Riviera

3.280,00

4.100,00

2.960,00

3.700,00

2.080,00

2.600,00

1.440,00

1.800,00

Lungolago

4.640,00

5.800,00

3.920,00

4.900,00

3.040,00

3.800,00

1.760,00

2.200,00

2.560,00

3.200,00

2.400,00

3.000,00

2.000,00

2.500,00

1.120,00

1.400,00

Fucine Pellalepre

Dello

Centenaro/S. Pietro

Supiane S. Michele Tresnico 56 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Nuovo/Ristrutturato

Recente

Agibile

Da ristrutturare

minimo

massimo

minimo

massimo

minimo

massimo

minimo

massimo

Gardone Val Trompia

1.480,00

1.850,00

1.200,00

1.500,00

960,00

1.200,00

520,00

650,00

1.400,00

1.750,00

1.200,00

1.550,00

n.d.

n.d.

n.d.

n.d.

2.680,00

3.350,00

2.320,00

2.900,00

1.600,00

2.000,00

1.000,00

1.250,00

Lungolago

3.840,00

4.800,00

3.440,00

4.300,00

2.800,00

3.500,00

1.600,00

2.000,00

Zuino/Muslone

2.560,00

3.200,00

2.240,00

2.800,00

1.600,00

2.000,00

1.040,00

1.300,00

Gavardo

1.480,00

1.850,00

1.120,00

1.400,00

800,00

1.000,00

440,00

550,00

Ghedi

1.520,00

1.900,00

1.280,00

1.600,00

1.040,00

1.300,00

600,00

750,00

Gianico

1.200,00

1.275,00

990,00

1.100,00

630,00

700,00

180,00

200,00

Gottolengo

1.295,00

1.620,00

1.100,00

1.375,00

700,00

875,00

345,00

430,00

Gussago

2.040,00

2.550,00

1.600,00

2.000,00

1.280,00

1.600,00

760,00

950,00

Idro

1.280,00

1.600,00

960,00

1.200,00

655,00

820,00

250,00

310,00

Iseo

2.320,00

2.900,00

1.960,00

2.450,00

1.520,00

1.900,00

720,00

900,00

Frontelago

3.200,00

4.000,00

2.360,00

2.950,00

1.840,00

2.300,00

960,00

1.200,00

Clusane

1.760,00

2.200,00

1.440,00

1.800,00

1.040,00

1.300,00

640,00

800,00

Cremignane

1.600,00

2.000,00

1.360,00

1.700,00

1.040,00

1.300,00

640,00

800,00

Pilzone

1.520,00

1.900,00

1.440,00

1.800,00

1.040,00

1.300,00

640,00

800,00

Isorella

1.305,00

1.450,00

1.080,00

1.200,00

700,00

780,00

340,00

380,00

Leno

1.520,00

1.900,00

1.345,00

1.680,00

930,00

1.160,00

560,00

700,00

Castelletto

1.280,00

1.600,00

1.120,00

1.400,00

720,00

900,00

360,00

450,00

Milzanello

1.200,00

1.500,00

960,00

1.200,00

610,00

760,00

240,00

300,00

Porzano

1.360,00

1.700,00

1.160,00

1.450,00

810,00

1.010,00

480,00

600,00

2.560,00

3.200,00

2.240,00

2.800,00

1.680,00

2.100,00

1.080,00

1.350,00

3.000,00

4.400,00

2.500,00

3.800,00

2.000,00

3.000,00

900,00

1.800,00

Lodrino

1.200,00

1.500,00

960,00

1.200,00

640,00

800,00

320,00

400,00

Lograto

1.200,00

1.450,00

960,00

1.200,00

720,00

900,00

320,00

400,00

Lonato del Garda

1.840,00

2.300,00

1.520,00

1.900,00

1.040,00

1.300,00

625,00

300,00

Lumezzane

1.520,00

1.900,00

1.280,00

1.600,00

880,00

1.100,00

480,00

600,00

S. Sebastiano

1.520,00

1.900,00

1.280,00

1.600,00

n.d.

n.d.

n.d.

n.d.

S. Apollonio

1.480,00

1.850,00

1.200,00

1.500,00

n.d.

n.d.

n.d.

n.d.

Pieve

1.440,00

1.800,00

1.200,00

1.500,00

n.d.

n.d.

n.d.

n.d.

Maclodio

1.200,00

1.450,00

960,00

1.200,00

720,00

900,00

320,00

400,00

Mairano

1.215,00

1.350,00

1.035,00

1.150,00

765,00

850,00

335,00

370,00

1.215,00

1.350,00

1.035,00

1.150,00

720,00

800,00

335,00

370,00

Inzino Gargnano

Limone del Garda Lungolago

Pievedizio

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 57


DIDAL COLLEGIO DI BRESCIA

Nuovo/Ristrutturato

Recente

massimo

Malegno

1.200,00

1.200,00

915,00

1.015,00

540,00

60,00

200,00

220,00

Malonno

1.200,00

1.200,00

945,00

1.050,00

630,00

700,00

180,00

200,00

Manerba del Garda

2.560,00

3.200,00

2.240,00

2.800,00

1.680,00

2.100,00

1.040,00

1.300,00

Direttamente a lago

3.680,00

4.600,00

3.160,00

3.950,00

2.560,00

3.200,00

1.760,00

2.200,00

Campagnola/Statale

2.240,00

2.800,00

2.080,00

2.600,00

1.600,00

2.000,00

960,00

1.200,00

Manerbio

1.545,00

1.930,00

1.345,00

1.680,00

920,00

1.150,00

560,00

700,00

Marcheno

1.360,00

1.700,00

1.120,00

1.400,00

800,00

1.000,00

360,00

450,00

Marone

1.600,00

2.000,00

1.280,00

1.600,00

880,00

1.100,00

560,00

700,00

1.280,00

1.600,00

1.095,00

1.370,00

840,00

1.050,00

600,00

750,00

1.480,00

1.850,00

1.120,00

1.400,00

960,00

1.200,00

480,00

600,00

Molinetto

1.560,00

1.950,00

1.200,00

1.500,00

960,00

1.200,00

505,00

630,00

Ciliverghe

1.520,00

1.900,00

1.120,00

1.400,00

960,00

1.200,00

480,00

600,00

Milzano

1.215,00

1.350,00

1.015,00

1.130,00

630,00

700,00

270,00

300,00

Moniga del Garda

2.560,00

3.200,00

2.240,00

2.800,00

1.600,00

2.000,00

1.040,00

1.300,00

3.680,00

4.600,00

3.160,00

3.950,00

2.560,00

3.200,00

1.760,00

2.200,00

Monticelli Brusati

1.680,00

2.100,00

1.560,00

1.900,00

1.040,00

1.300,00

480,00

600,00

Montichiari

1.480,00

1.850,00

1.160,00

1.450,00

880,00

1.100,00

520,00

650,00

1.280,00

1.600,00

960,00

1.200,00

720,00

900,00

415,00

520,00

Montirone

1.400,00

1.750,00

1.120,00

1.400,00

800,00

1.000,00

440,00

550,00

Monteisola

1.760,00

2.200,00

1.520,00

1.900,00

960,00

1.200,00

560,00

700,00

1.920,00

2.400,00

1.680,00

2.100,00

1.120,00

1.400,00

640,00

800,00

Muscoline

1.360,00

1.700,00

1.120,00

1.400,00

880,00

1.100,00

440,00

550,00

Nave

1.600,00

2.000,00

1.240,00

1.550,00

960,00

1.200,00

520,00

650,00

Niardo

1.200,00

1.250,00

990,00

1.100,00

630,00

700,00

225,00

250,00

Nuvolento

1.480,00

1.850,00

1.120,00

1;400,00 880,00

1.100,00

480,00

600,00

Nuvolera

1.480,00

1.850,00

1.120,00

1;400,00 880,00

1.100,00

480,00

600,00

Odolo

1.240,00

1.550,00

880,00

1.100,00

520,00

650,00

240,00

300,00

Offlaga

1.200,00

1.500,00

935,00

1.170,00

655,00

820,00

310,00

390,00

Ome

1.520,00

1.900,00

1.280,00

1.600,00

920,00

1.150,00

520,00

650,00

Orzinuovi

1.800,00

2.250,00

1.440,00

1.800,00

1.250,00

600,00

750,00

Orzivecchi

1.280,00

1.600,00

1.040,00

1.300,00

800,00

1.000,00

360,00

450,00

Ospitaletto

1.520,00

1.900,00

1.280,00

1.600,00

800,00

1;000,00 360,00

450,00

Mazzano

Direttamente a lago

massimo

minimo

Da ristrutturare

minimo

Vello

minimo

Agibile massimo

minimo

massimo

Borgosotto/Vighizzolo Dò/S. Bernardino

Fronte lago

58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

1.000,,




DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Nuovo/Ristrutturato

Recente

Agibile

Da ristrutturare

minimo

massimo

minimo

massimo

minimo

massimo

minimo

massimo

Padenghe sul Garda

2.600,00

3.250,00

2.240,00

2.800,00

1.600,00

2.000,00

1.040,00

1.300,00

Paderno Franciacorta

1.440,00

1.800,00

1.240,00

1.550,00

800,00

1.000,,

480,00

600,00

Paitone

1.440,00

1.800,00

1.120,00

1.400,00

880,00

1.100,00

465,00

580,00

Palazzolo s/Oglio

1.600,00

2.000,00

1.295,00

1.620,00

960,00

1.200,00

530,00

660,00

1.440,00

1.800,00

1.175,00

1.470,00

880,00

1.100,00

505,00

630,00

Paratico

1.760,00

2.200,00

1.440,00

1.800,00

1.040,00

1.300,00

520,00

650,00

Passirano

1.520,00

1.900,00

1.320,00

1.650,00

800,00

1.000,00

480,00

600,00

Pavone Mella

1.200,00

1.500,00

1.000,00

1.250,00

610,00

760,00

240,00

300,00

Pezzaze

1.260,00

1.400,00

990,00

1.100,00

765,00

850,00

360,00

400,00

Pian Camuno

1.200,00

1.225,00

945,00

1.050,00

720,00

800,00

190,00

210,00

2.000,00

2.500,00

1.720,00

2.150,00

1.140,00

1.425,00

720,00

900,00

Piancogno

1.200,00

1.250,00

945,00

1.050,00

720,00

800,00

200,00

220,00

Pisogne

1.400,00

1.750,00

1.200,00

1.500,00

760,00

950,00

360,00

450,00

1.280,00

1.600,00

1.080,00

1.350,00

720,00

900,00

320,00

400,00

Polaveno

1.200,00

1.450,00

920,00

1.150,00

720,00

900,00

320,00

400,00

Polpenazze

2.160,00

2.700,00

1.880,00

2.350,00

1.360,00

1.700,00

800,00

1.000,00

Pompiano

1.200,00

1.500,00

960,00

1.200,00

640,00

800,00

320,00

400,00

1.260,00

1.400,00

990,00

1.100,00

660,00

730,00

315,00

350,00

1.360,00

1.700,00

1.080,00

1.350,00

720,00

900,00

480,00

600,00

1.360,00

1.700,00

1.160,00

1.450,00

800,00

1.000,00

480,00

600,00

3.600,00

4.500,00

3.120,00

3.900,00

2.080,00

2.600,00

1.320,00

1.650,00

Passo Tonale

1.760,00

2.200,00

1.520,00

1.900,00

1.200,00

1.500,00

n.d.

n.d.

Pezzo

1.760,00

2.200,00

1.520,00

1.900,00

1.200,00

1.500,00

n.d.

n.d.

Poia

2.240,00

2.800,00

1.920,00

2.400,00

1.440,00

1.800,00

720,00

900,00

Precasaglio

1.840,00

2.300,00

1.440,00

1.800,00

1.280,00

1.600,00

640,00

800,00

Zoanno

2.080,00

2.600,00

1.800,00

2.250,00

1;440,001.800,00

720,00

900,00

1.200,00

1.500,00

1.000,00

1.250,00

640,00

800,00

305,00

380,00

1.215,00

1.350,00

1.035,00

1.150,00

640,00

710,00

270,00

300,00

Pontoglio

1.280,00

1.600,00

1.080,00

1.350,00

720,00

900,00

360,00

450,00

Pozzolengo

1.800,00

2.250,00

1.520,00

1.900,00

960,00

1.200,00

640,00

800,00

Pralboino

1.215,00

1.350,00

1.035,00

1.150,00

630,00

700,00

270,00

300,00

Preseglie

1.200,00

1.450,00

800,00

1.000,00

600,00

750,00

225,00

280,00

San Pancrazio

Monte Campione

Fraine

Gerolanuova/Zurlengo Poncarale Borgo Ponte di Legno

Pontevico Torchiera/Bettegno Campazzo/Chiesuola

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 61


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Nuovo/Ristrutturato minimo

Recente

Agibile

massimo

minimo

massimo

1.4400,00

1.750,00

1.040,00

1.300,00

800,00

1.000,00

440,00

550,00

Provaglio d’Iseo

1.680,00

2.100,00

1.440,00

1.800,00

1.040,00

1.300,00

520,00

650,00

Puegnago del Garda

2.200,00

2.750,00

1.920,00

2.400,00

1.360,00

1.700,00

800,00

1.000,00

Quinzano d’Oglio

1.280,00

1.600,00

1.040,00

1.300,00

695,00

870,00

360,00

450,00

Remedello

1.260,00

1.400,00

990,00

1.100,00

675,00

750,00

305,00

340,00

Rezzato

1.760,00

2.200,00

1.360,00

1.700,00

1.000,00

1.250,00

640,00

800,00

Virle

1.560,00

1.950,00

1.200,00

1.500,00

800,00

1.000,00

480,00

600,00

Rezzato sud/S. Carlo

1.600,00

2.000,00

1.200,00

1.500,00

880,00

1.100,00

560,00

700,00

Roccafranca

1.200,00

1.500,00

920,00

1.150,00

640,00

800,00

290,00

360,00

Rodengo Saiano

1.680,00

2.100,00

1.440,00

1.800,00

1.120,00

1.400,00

640,00

800,00

Roé Volciano

1.880,00

2.350,00

1.600,00

2.000,00

1.080,00

1.350,00

680,00

850,00

Roncadelle

1.720,00

2.150,00

1.480,00

1.850,00

1.160,00

1.450,00

760,00

950,00

Rovato

1.520,00

1.900,00

1.320,00

1;650,00 800,00

1.000,00

520,00

650,00

1.440,00

1.800,00

1.240,00

1.550,00

800,00

1.000,00

360,00

450,00

Rudiano

1.240,00

1.550,00

920,00

1.150,00

680,00

850,00

290,00

360,00

Sabbio Chiese

1.280,00

1.600,00

1.000,00

1.250,00

760,00

950,00

335,00

420,00

Sale Marasino

1.760,00

2.200,00

1.520,00

1.900,00

1.040,00

1.300,00

600,00

750,00

1.600,00

2.000,00

1.400,00

1.750,00

960,00

1.200,00

600,00

750,00

4.000,00

5.000,00

3.200,00

4.000,00

2.240,00

2.800,00

1.440,00

1.800,00

Lungolago

4.800,00

6.000,00

4.000,00

5.000,00

3.200,00

4.000,00

1.680,00

2.100,00

Campoverde

2.880,00

3.600,00

2.560,00

3.200,00

1.760,00

2.200,00

1.120,00

1.400,00

Barbarano

3.200,00

4.000,00

2.800,00

3.500,00

2.000,00

2.500,00

1.280,00

1.600,00

Villa

2.720,00

3.400,00

2.320,00

2.900,00

1.680,00

2.100,00

960,00

1.200,00

Cunettone

2.240,00

2.800,00

2.000,00

2.500,00

1.600,00

2.000,00

920,00

1.150,00

S. Felice del Benaco+Portese

2.560,00

3.200,00

2.320,00

2.900,00

1.760,00

2.200,00

1.280,00

1.600,00

Direttamente a lago

3.600,00

4.500,00

3.120,00

3.900,00

2.480,00

3.100,00

1.680,00

2.100,00

San Gervasio

1.260,00

1.400,00

1.080,00

1.200,00

700,00

780,00

325,00

360,00

San Paolo

1.200,00

1.500,00

935,00

1.170,00

640,00

800,00

320,00

400,00

San Zeno Naviglio

1.560,00

1.950,00

1.280,00

1.600,00

960,00

1.200,00

600,00

750,00

Sarezzo

1.480,00

1.850,00

1.200,00

1.500,00

920,00

1.150,00

480,00

600,00

Saviore dell’Adamello

1.200,00

1.200,00

900,00

1.000,00

585,00

650,00

180,00

200,00

Sellero

1.200,00

1.250,00

990,00

1.100,00

630,00

700,00

225,00

250,00

Prevalle

minimo

Da ristrutturare

massimo

minimo

massimo

Lodetto/S. Anna Duomo/S. Andrea

Maspiano/Conche Salò

62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Nuovo/Ristrutturato

Recente massimo

minimo

Da ristrutturare

minimo

massimo

Seniga

1.200,00

1.300,00

990,00

1.100,00

610,00

680,00

270,00

300,00

Serle

1.360,00

1.700,00

1.040,00

1.300,00

800,00

1.000,00

440,00

550,00

Sirmione (Castello Fronte lago)

6.800,00

8.500,00

5.440,00

6.800,00

3.600,00

4.500,00

3.120,00

3.900,00

Sirmione (Colombare)

3.680,00

4.600,00

3.040,00

3.800,00

2.240,00

2.800,00

1.600,00

2.000,00

Lugana /Rovizza

3.200,00

4.000,00

2.800,00

3.500,00

1.760,00

2.200,00

1.440,00

1.800,00

Soiano del Lago

2.560,00

3.200,00

2.240,00

2.800,00

1.600,00

2.000,00

1.120,00

1.400,00

Sonico

1.200,00

1.200,00

945,00

1.050,00

630,00

700,00

180,00

200,00

Sulzano

1.680,00

2.100,00

1.440,00

1.800,00

880,00

1.100,00

440,00

550,00

2.000,00

2.500,00

1.680,00

2.100,00

1.000,00

1.250,00

600,00

750,00

Tavernole sul Mella

1.200,00

1.450,00

880,00

1.100,00

680,00

850,00

290,00

360,00

Temù

2.240,00

2.800,00

1.760,00

2.200,00

1.520,00

1.900,00

640,00

800,00

Tignale

2.000,00

2.500,00

1.680,00

2.100,00

1.360,00

1.700,00

760,00

950,00

Torbole Casaglia

1.360,00

1.700,00

1.080,00

1.350,00

880,00

1.100,00

440,00

550,00

Toscolano Maderno

3.040,00

3.800,00

2.560,00

3.200,00

1.760,00

2.200,00

1.040,00

1.300,00

Lungolago

4.000,00

5.000,00

3.440,00

4.300,00

2.800,00

3.500,00

1.680,00

2.100,00

Gaino

2.400,00

3.000,00

2.000,00

2.500,00

1.440,00

1.800,00

880,00

1.100,00

Maclino/Monte Maderno

2.800,00

3.500,00

2.000,00

2.500,00

1.600,00

2.000,00

960,00

1.200,00

Travagliato

1.200,00

1.500,00

1.040,00

1.300,00

800,00

1.000,00

400,00

500,00

Tremosine

1.920,00

2.400,00

1.760,00

2.200,00

1.120,00

1.400,00

600,00

750,00

Trenzano

1.240,00

1.550,00

920,00

1.150,00

640,00

800,00

310,00

390,00

Urago d’Oglio

1.240,00

1.550,00

960,00

1.200,00

720,00

900,00

335,00

420,00

Vallio

1.320,00

1.650,00

1.040,00

1.300,00

800,00

1.000,00

400,00

500,00

Verolanuova

1.360,00

1.700,00

1.160,00

1.450,00

800,00

1.000,00

430,00

540,00

Verolavecchia

1.320,00

1.650,00

1.055,00

1.320,00

800,00

1.000,00

440,00

550,00

Vestone

1.320,00

1.650,00

960,00

1.200,00

840,00

1.050,00

400,00

500,00

Vezza d’Oglio

1.920,00

2.400,00

1.600,00

2.000,00

1.280,00

1.600,00

560,00

700,00

Villa Carcina

1.480,00

1.850,00

1.200,00

1.500,00

920,00

1.150,00

560,00

700,00

1.440,00

1.800,00

1.240,00

1.550,00

n.d.

n.d.

n.d.

Villanuova sul Clisi

1.480,00

1.850,00

1.200,00

1.500,00

920,00

1.150,00

480,00

600,00

Visano

1.200,00

1.500,00

800,00

1.000,00

400,00

500,00

290,00

360,00

Vobarno

1.320,00

1.650,00

1.000,00

1.250,00

920,00

1.150,00

370,00

460,00

Zone

1.360,00

1.700,00

1.160,00

1.450,00

800,00

1.000,00

400,00

500,00

Fronte lago

minimo

Agibile massimo

minimo

massimo

Pregno/Carcina/Villa Cogozzo/Cailina

n.d.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 63


DAL COLLEGIO DI LODI Tiziano Giovanelli*

Quali attese dal secondo “Piano casa” lombardo?

Il 4 maggio scorso si è tenuto presso l’I.T.E.S. “A. Bassi” di Lodi il seminario “La legge regionale 13 marzo 2012 n. 4”, che ha visto come relatore l’avv. Tiziano Giovanelli di San Colombano al Lambro, noto legale amministrativista specializzato in materia urbanistica, di governo dell’ambiente e del territorio. L’evento è stato seguito da una vasta platea di professionisti. Pubblichiamo questo suo importante contributo.

L

a gestione del patrimonio edilizio esistente – sin dalla prima normativa che se ne è organicamente occupata a livello nazionale (legge 5 agosto 1978 n. 457) – ha costantemente comportato la valutazione di un ampio spettro di questioni di natura urbanistico-edilizia. Tra queste spiccano sicuramente quelle che si incentrano – come si dice da qualche anno con espressioni più aggiornate rispetto a quella iniziale che contemplava il solo “recupero” – sulla sua valorizzazione, razionalizzazione, trasformazione e riqualificazione. In tal senso – dopo le norme speciali che si sono succedute negli anni precedenti – acquistano particolare significato le disposizioni regionali che disciplinano gli interventi finalizzati all’utilizzo, alla trasformazione e alla sostituzione del patrimonio edilizio esistente. Dopo la prima esperienza della legge 16 luglio 2009, n.13 – che ha registrato la formalizzazione di poche centinaia di pratiche sull’intero territorio regionale – la Lom-

bardia, dando attuazione alle indicazioni dettate dal decreto legge 13 maggio 2011, n. 70 (convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n. 106), ha inteso

* L’avv. Tiziano Giovanelli si è laureato nel 1980 all’Università degli Studi di Pavia e ha conseguito l’abilitazione alla professione forense nel 1983 presso la Corte d’Appello di Milano. Si è diplomato nel 1985 alla Scuola biennale di perfezionamento in governo dell’ambiente e del territorio della facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Pavia. È abilitato dal 1997 al patrocinio avanti le giurisdizioni superiori (Corte di Cassazione, Consiglio di Stato, Corte Costituzionale). Quale legale specializzato in materia, esercita la libera professione sia presso le competenti giurisdizioni sia come consulente di enti pubblici, di aziende e di privati.

64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

rilanciare con forza l’incentivazione dei sovraindicati obiettivi. Con la legge 13 marzo 2012, n. 4 – oltre a intervenire per l’ottava volta sul corpo normativo della articolata riforma introdotta in materia di governo del territorio con la legge 11 marzo 2005, n. 12 (che già aveva abrogato le leggi degli ultimi trent’anni) – la Regione Lombardia ha

così voluto modificare, ridisciplinandolo, il novero delle scelte che possono essere operate dai Comuni: – in sede di pianificazione territoriale;

– in sede di programmazione integrata di intervento; – in sede di deliberazione consiliare. Nell’occasione, la Regione ha iniziato altresì ad affrontare le ricadute conseguenti alla nota sentenza n. 309/2011 del 21/23 novembre 2011, con la quale l’Alta Corte aveva appena dichiarato l’illegittimità costituzionale – oltre che dell’articolo 103 della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 («nella parte in cui disapplica l’art. 3 del d.P.R. 6 giugno 2011, n. 380») e dell’art. 22 della legge regionale 5 febbraio 2010, n. 7 - dell’art. 27, comma 1, lettera d), ultimo periodo, della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12, «nella parte in cui esclude l’applicabilità del limite della sagoma alle ristrutturazioni edilizie mediante demolizione e ricostruzione». Il tema delle “modifiche” è stato trattato dalla legge regionale 13 marzo 2012, n. 4, consentendo distintamente: – quelle “della sagoma”, nell’ambito dell’utilizzo del patrimonio edilizio esiste, purché siano «necessarie per l’armonizzazione architettonica con gli organismi edilizi esistenti» (art. 3, comma 2); – quelle “alla sagoma”, nell’ambito della sostituzione del patrimonio edilizio esistente, purché siano «necessarie per l’armonizzazione architettonica con gli organismi edilizi esistenti e con diversa


DAL COLLEGIO DI LODI

allocazione entro il lotto di riferimento» (art. 5, comma 3). La Regione – intervenendo per la nona volta sul corpo della normativa di governo del territorio lombardo «al fine di tutelate il legittimo affidamento dei soggetti intressati» (alla surriportata pronuncia di incostituzionalità) – ha chiarito con l’art. 17, comma 1, della legge 18 aprile 2012, n. 7 che i titoli abilitativi formatisi alla data del 30 novembre 2011 si considerano validi ed efficaci «fino al momento della dichiarazione di fine lavori, a condizione che la comunicazione di inizio lavori risulti protocollata entro il 30 aprile 2012».

L

a stessa disposizione – inserendo il punto “7-bis” alla lettera e) del comma 1 dell’art. 27 della legge regionale

11 marzo 2005, n. 12 – ha inoltre annoverato tra quelli di «nuova costruzione» quegli interventi di integrale sostituzione edilizia degli immobili esistenti che avvengano «mediante demolizione e ricostruzione anche con diversa localizzazione nel lotto e con diversa sagoma, con mantenimento della medesima volumetria dell’immobile sostituito» Da considerare è, infine, la previsione – evidenziata dall’art. 3, comma 3, dall’art. 4, comma 1, dall’art. 5, comma 8, e dall’art. 6 – di demandare ai Comuni l’assunzione di apposite deliberazioni per riconoscere bonus aggiuntivi rispetto a quelli assegnati dagli strumenti urbanistici e/o per individuare quelle parti

del territorio alle quali riferire le disposizioni incentivanti della legge regionale 13 marzo 2012, n. 4. Da questo punto di vista, vale la pena di suggerire a tutti coloro che vi fossero effettivamente interessati di sollecitare gli enti locali – con congruo anticipo rispetto alle scadenze temporali previste – ad adottare

quegli atti che sono, volta a volta, indicati dalla esaminata normativa per attivare concretamente le possibilità di dare corso agli interventi, tenendo ben presente che il termine “generale” fissato dalla legge regionale 13 marzo 2012, n. 4 andrà a spirare, salvo proroghe, al 31 dicembre 2013. ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3 - 65


DAL COLLEGIO DI MANTOVA

A Villa Schiarino Lena di Porto Mantovano l’annuale premiazione dei nostri geometri

S

i è tenuta anche quest’anno la tradizionale cerimonia di premiazioni dei geometri mantovani. Nella splendida cornice di Villa Schiarino Lena di Porto Mantovano (Mn) lo scorso 4 maggio sono stati premiati i geometri neo iscritti all’Albo, ai quali spetta un arduo compito, quello di intraprendere la nostra professione in un momento di piena crisi economica che renderà più difficile il loro inserimento nel mondo del lavoro. A tutti va il nostro augurio unito alla raccomandazione di lavorare con impegno per raggiungere quella professionalità che possa contribuire, in futuro, a contraddistinguerli. Premiati anche, e soprattutto, i geometri con 40 - 50 e 60 anni di iscrizione all’Albo che hanno dedicato e che continuano a dedicare la loro vita a questa professione svolgendola con impegno e passione. Sono state inoltre consegnate dieci borse di studio del valore di euro 300,00 ai geometri neoiscritti che nella scorsa sessione degli esami di abilitazione hanno ottenuto i voti più alti. Erano presenti alla manifestazione l’onorevole Marco Carra, la dott.ssa Giovanna Martelli, Vicepresidente della Provincia di Mantova, il dott. Angelo Andretti Vicesindaco del Comune di Porto Mantovano, il dott. Danilo Pilotti, Comandante dei Vigili del Fuoco di Mantova, il prof. Marco Bonora dell’I.T.G. “C. D’Arco”, il prof. 66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

Daniele Marzola dell’I.T.G. “G. Galilei”, oltre ai rappresentanti locali dei vari Collegi e Ordini professionali. I rappresentanti nazionali di categoria presenti alla ceri-

monia: per la Cassa Italiana Geometri il Presidente geom. Fausto Amadasi, per il Consiglio Nazionale Geometri il Consigliere geom. Pierpaolo Bonfanti, e a li-

vello regionale oltre al Presidente della Consulta Regionale Lombarda geom. Michele Specchio, i Presidenti, i Segretari e i Delegati Cassa dei Collegi lombardi.


DAL COLLEGIO DI MANTOVA

Ecco l’elenco dei premiati: NEO ISCRITTI 01. Alessandro Baraldi 12. Fabio Barbiani 13. Marco Beduschi 14. Alessandro Bettoni 15. Sebastiano Braghiroli 16. Saveria Bulgarelli 17. Matteo Devincenzi 18. Elena Favini 19. Micol Foresta 10. Chiara Francesca Furgeri 11. Graziella Ghio 12. Davide Gobbi 13. Angelo Guaita 14. Andrea Incudini 15. Andrea Lancini 16. Alessandra Lombardi 17. Stefano Lucchini 18. Ilaria Mancini 19. Lisa Pezzini 20. Luca Pieropan 21. Alberto Rama 22. Emiliano Rosa 23. Mauro Scalogna 24. Devid Travaini 25. Giulia Ughetti 26. Nicola Veneri 40 ANNI DI ISCRIZIONE 11. Guido Aldrighi 12. Teodoro Allegretti

13. Umberto Bardini 14. Rosolino Caramaschi 15. Franco Cecchin 16. Renzo Coraini 17. Gabriele Giroldi 18. Giovanni Gorgatti 19. Flavio Guernieri 10. Roberto Lorenzini 11. Franco Mondini 12. Donato Previtali 13. Fernando Reni 14. Cesare Savazzi 15. Franco Scacchetti 16. Ugo Setti 17. Claudio Sgarbi 18. Valerio Varini 50 ANNI DI ISCRIZIONE 11. Paolo Bombonati 12. Angelo Lucchini 13. Gino Magri 14. Giampietro Martinotti 15. Gianpiero Olivotto 16. Ireneo Piccinelli 60 ANNI DI ISCRIZIONE 11. Aristide Bolzoni 12. Ugo Cauzzi 13. Franco Magelli 14. Angelo Peerani 15. Giovanni Rampani IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 67


SICUREZZA CANTIERI Corrado Romagnoli Membro della Commissione Sicurezza

Coordinatore per la sicurezza Dopo le norme UNI, le linee di indirizzo di Regione Lombardia

A

nche la Direzione Generale della Sanità di Regione Lombardia, dopo le linee guida di UNI-CNG, ha approvato con decreto 10602 del 15 novembre 2011 il documento contenente le Linee di indirizzo per l’attività di coordinatore per la sicurezza nei cantieri edili. Un argomento quindi che ultimamente interessa sia la dirigenza della nostra categoria ma anche la Regione, tutti impegnati sul fronte di indirizzare il coordinatore della sicurezza verso una soglia di minima prestazione a cui un buon tecnico aderisce al fine di svolgere l’incarico affidatogli correttamente ed eticamente. Il documento è stato elaborato tenendo conto sia delle esperienze pratiche di coor-

dinamento riscontrate nei cantieri e del diverso approccio dei coordinatori al loro ruolo, sia dell’andamento degli indici infortunistici del settore costruzioni sul territorio nazionale e lombardo.

Le indicazioni riportate nel documento riguardano un insieme di attività che se svolte da un coordinatore della sicurezza garantiscono una soglia di minima prestazione a cui un buon tecnico deve attenersi per obbligo morale e di rettitudine. Si tratta di “regole” volontarie che non sostituisco in alcun modo i contenuti di legge, ma semplicemente vi si affiancano e integrano le lacune relative a tempistiche e modalità pratiche di assolvimento degli obblighi.

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n particolare, per quanto concerne il ruolo del coordinatore, si evidenzia una notevole variabilità/disomoge68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

neità circa le modalità di verifica, controllo e coordinamento sulle attività di cantiere. A tali differenze si aggiungono quelle relative ai ruoli e ai rapporti fra i diversi attori del coordinamento e della prevenzione. Sulla base di quanto detto, la linea di indirizzo si prefigge di proporre strumenti concreti per l’assolvimento degli obblighi in carico ai coordinatori per la progettazione e per l’esecuzione dei lavori esplicitando tempistiche e modalità di assolvimento dei vari compiti. Poiché gli incarichi tecnici previsti dalla legge sono due, Coordinatore della Sicurezza in fase di Progettazione e Coordinatore della Sicurezza in fase di Esecuzione, il documento è stato elaborato tenendo in considerazione le singole figure. Tralasciando la descrizione delle figure e dei rispettivi ruoli che la normativa stessa prevede esaustivamente, la linea guida si occupa principalmente di evidenziare quali sono i compiti dei coordinatori con particolare riferimento a tempistiche e modalità, riassumendo in tabelle di facile lettura, in cui si trovano esplicitate ed “enfatizzate” le azioni che più si riferiscono ai compiti e agli obblighi dei Coordinatori (CSP e CSE) e che l’esperienza di questi anni segnala come non sempre attuate. Per quanto riguarda le norme UNI-CNG accennate in premessa, le stesse mirano a definire procedure e modalità di svolgimento delle prestazioni professio-


SICUREZZA CANTIERI

nali specifiche delle attività dei geometri; tali procedure standardizzate si prefiggono di raggiungere uno standard qualitativo per ogni prestazione e rappresentano il modo in cui le prestazioni professionali dovrebbero essere correttamente svolte. La loro chiara definizione consentirà anche di determinare più agevolmente e motivatamente l’equo compenso. In particolare nella categoria edilizia, urbanistica e ambiente, viene individuata nella parte 8 il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e nella parte 9 il coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione. Il documento elaborato specifica i requisiti di conoscenza, competenza ed esperienza del geometra, e ne descrive i metodi di valutazione della conformità. Secondo queste norme, le prestazioni professionali del CSP e del CSE richiedono la compresenza : – del compito (cosa un geometra deve saper fare per essere considerato idoneo alla prestazione) – dei requisiti di competenza (cosa deve sapere, quali caratteristiche deve avere il geometra per essere idonea alla prestazione) – della valutazione (come un geometra è valutato per essere considerato idoneo al compito) Va detto che tutti coloro che hanno il compito di “fare prevenzione”, dal committente al lavoratore, devono

“investire” tutte le risorse necessarie, anche in termini di tempo, per raggiungere il massimo grado di sicurezza possibile, ovviamente in relazione alla propria professionalità e ai criteri deontologici e di responsabilità sociale della propria attività. La linea di indirizzo di Regione Lombardia non ha la presunzione di essere esaustiva, ma vuole essere uno strumento utile per migliorare l'efficacia delle attività di coordinamento per la sicurezza. Il documento non intende – né potrebbe – costituire una “norma” vincolante, aggiuntiva alla normativa in vigore in materia di sicurezza nei

cantiere, né per il coordinatore né tanto meno per gli organi di vigilanza. Si intende invece definire alcuni requisiti di massima a livello regionale di buona qualità dell’operato del coordinatore in modo che possa svolgere i propri compiti per migliorare i livelli di sicurezza in cantiere.

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el resto anche l’applicazione degli standard UNI-CNG non è dunque un obbligo, ma una buona prassi e un auspicio affinché tutti i professionisti del settore operino al meglio per aumentare la qualità della prestazione fornita, per il

bene del committente e dei soggetti che operano nei cantieri, ma anche per il bene del professionista stesso, perché una prestazione di qualità deve essere riconosciuta professionalmente e anche dal punto di vista economico. I testi delle norme UNI-CNG e della linea guida della Regione Lombardia sono scaricabili dai seguenti link: http://www.cng.it/cng_new_ site/index.aspx# a seguire cliccare sul tasto Standard di Qualità e http://datastorage02.maggioli.it/data/doc s / w w w. i n g e g n e r i . c c / d e creto_linee_di_indirizzo_co ordinatori_sicurezza.pdf ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 69


TECNICA A cura di Tecnored s.r.l.

L’umidità meteorica nelle superfici verticali degli edifici (Parte seconda)

L’azione combinata dell’acqua e del vento Questa manifestazione diversa di umidità viene spesso sottovalutata e non presa nella giusta considerazione soprattutto riguardo alle conseguenze da essa derivanti. Infatti, mentre un comune acquazzone non produrrà alcun tipo di danni sulle superfici di un edificio e basteranno alcuni giorni per farle tornare perfettamente asciutte, lo stesso fenomeno, in presenza di vento, comporterà per lo stabile problematiche importanti e ripercussioni di lungo periodo. Fatta eccezione per le strutture in calcestruzzo, l’azione combinata dei due elementi permetterà all’acqua di penetrare in profondità per la pressione esercitata dal vento sulla superficie, superando agevolmente l’intonaco attraverso le sue cavillature e micro fessurazioni per interessare successivamente gran parte, o la totalità, della muratura stessa. In questo caso si avranno tempi lunghissimi di asciugatura (mesi o, in alcuni casi, anni) con relativa perdita di coibentazione con valori non inferiori al 70% rispetto alla stessa muratura asciutta. Conseguentemente sulle superfici interne si potranno produrre condensazioni superficiali creando il terreno favorevole alla successiva proliferazione di muschi, funghi o licheni. Inoltre, durante la fase di asciugatura della muratura in questione, si potranno verificare tra70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

smigrazioni saline o di carbonati sulle superfici con conseguenti ulteriori danni meccanici ed estetici. L’importanza della protezione Come sono per noi importanti ombrello e impermeabile quando piove, risulta fondamentale per qualsiasi tipo di manufatto costruito la protezione dagli agenti atmosferici. Ciò può essere ottenuto utilizzando idrofobizzanti dell’ultima generazione al fluoro-carbonio in solventi eteropolari (TRF 500 Para Pioggia) non pellicolanti, e in grado di non modificare anche in minima parte il coefficiente di traspirabilità dei materiali trattati. Per realizzare protezioni non solamente superficiali ma profonde, soprattutto nelle zone costiere, dove all’azione combinata dell’acqua e del vento si unisce quella dell’atmosfera marina salmastra, potranno essere utilizzati gel protettivi studiati specificamente per ogni tipo di materiale, in grado di penetrare sino a 2 centimetri di profondità, garantendo una protezione superiore ai dieci anni per quelli recenti e superare addirittura i venti anni nei materiali più antichi. Per rendere l’idea dell’importanza della protezione dei materiali da costruzione riporteremo brevemente una significativa esperienza.

Alcuni anni or sono, dovendo realizzare un progetto di deumidificazione per un edificio industriale dismesso, notavamo parecchie pannellature di grandi dimensioni in cemento armato precompresso appoggiate alle pareti dello stabile. Fatta eccezione per tre di esse, sulle quali erano state realizzate delle campionature di colorazione con pitture a calce, le rimanenti, indistintamente, presentavano la perdita totale o parziale dello strato “copriferro” rendendole completamente inutilizzabili. È bastata infatti la semplice protezione di un prodotto non specifico quale una pittura a calce per evitare alle pan-

nellature dipinte l’ossidazione dei ferri e il loro successivo degrado, mantenendo le stesse quasi inalterate per oltre 10 anni. Tecniche di risanamento a confronto: sistemi tradizionali e innovazioni Intonaci deumidificati Utilizzando gli intonaci macroporosi, la muratura si presenterà per alcuni anni apparentemente asciutta. L’interno, però, risulterà perennemente umido, con fortissima dispersione termica e accumulo di sali sulla superficie degli intonaci, fino alla saturazione degli stessi con successiva ripresa dei fenomeni disgregativi.

Due esempi di applicazione della tecnica DryKit per l’eliminazione dell’umidità dalle strutture verticali antiche La chiesa parrocchiale di S. Gaudenzio, ubicata all’interno del centro murato di Morro d’Alba (An), in Piazza Romagnoli, è una grande mole edilizia che sorge quasi a ridosso delle mura castellane ed è lambita in parte, a livello del piano terreno, dal camminamento detto “della Scarpa” che corona l’intero incastellamento. La facciata, tutta in mattoni faccia a vista, con portale e finestrone nel mezzo, è costituita da due ordini di lesene sormontate da capitelli dorici con l’inferiore più ampio e diviso rispetto a quello superiore, che si conclude in un tamponamento a timpano. Per avere un quadro completo delle vicende storiche dell’edificio è stata effettuata un’attenta ricerca d’archivio al fine di rintracciare eventuali documenti relativi al progetto della chiesa, che è stata riedificata dalle fondamenta in epoca settecentesca, in luogo di un precedente edificio sacro ascritto al XV secolo. Gli interventi di restauro, iniziati nel marzo 2008 e portati avanti sotto la vigilanza della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Marche, hanno restituito alla chiesa un’immagine pregevole sotto il profilo artistico, che ne esalta la centralità architettonica nel centro murato e il ruolo di fulcro spirituale della comunità. Tale risultato è stato raggiunto partendo dal restauro delle superfici esterne, mediante un accurato lavaggio dei paramenti murari e la rimozione degli elementi pericolanti, la ripresa delle lesioni murarie e la stuccatura delle connessure. Gli accurati lavori di pulitura sono stati preceduti da interventi di risanamento dall’umidità ascendente, che interessava la parte bassa delle murature


TECNICA

Vespai areati e convogliatori Tutti i sistemi di areazione che si possono ottenere con svariate metodologie, tra le quali canalette con griglie, canalizzazioni d’aria tra vespai areati (tipo Igloo) e murature esterne, sifoni aera-

tori passanti, non passanti, inseriti a varie angolazioni con alette elicoidali ecc., non eliminano in alcuna maniera la risalita d’acqua per capillarità. Ciò perché il contatto della muratura stessa con il terreno rimane invariato; anzi, la maggiore evaporazione che si verifica sulle superfici murarie a opera di tali dispositivi favorisce un maggior accumulo di sali sulle superfici stesse, accelerandone il più delle volte il degrado. I notevoli vantaggi che si ottengono in ogni caso con l’utilizzo dei citati vespai areati riguardano esclusivamente le pavimentazioni tutte che risultano sicuramente più a-

della facciata, attraverso l’applicazione di una barriera chimica ad impregnazione capillare “DryKit” della Tecnored di Verona. Anche la protezione degli sporti e di altri elementi lapidei esterni è stata realizzata con idrorepellenti incolori non pellicolanti sempre forniti dall’azienda veronese.

Elettrosmosi attiva e passiva Il fenomeno della risalita d’acqua per capillarità è legato per oltre il 96% delle cause all’angolo di bagnabilità che l’acqua assume all’interno di un capillare con

sciutte e isolate termicamente. Proprio per questo motivo (e per non sottrarre loro calore) si sconsiglia di collegare il vespaio areato con l’esterno, anche per evitare alloggiamenti indesiderati di piccoli roditori e animali in genere.

Un edificio rurale del Settecento in provincia di Verona. Il vasto patrimonio architettonico del passato si presenta ai nostri occhi non solo attraverso le grandi opere e i monumenti, ma anche nel recupero di edifici che portano testimonianza di una cultura, di uno stile di vita, di una coscienza popolare. ArcStudio Perlini®, consapevole della potenzialità di sviluppo e dell’importanza culturale di tale patrimonio, ha sapientemente progettato il recupero di un edificio rurale del 1700 rendendolo esempio di riqualificazione a basso consumo energetico, in grado di offrire un elevato comfort abitativo garantito anche dalla scelta dei materiali a basso impatto ambientale. Un ritorno all’edificio del passato con il comfort del presente e la volontà di preservare il futuro ambientale. Lo sviluppo di nuove tecnologie nell’ambito dell’edilizia ha consentito di ripensare e reinterpretare il concetto di restauro, non solo in termini di rispetto per il passato ma anche di rispetto per l’ambiente. Tale impegno nella ricerca ha visto la nascita di studi specializzati in architettura e restauro a basso consumo energetico che si fondano sull’esperienza e la conoscenza di professionisti sensibili alle tematiche ambientali. Per questo la ricerca nel settore dei materiali anche per il restauro segue →

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 71


TECNICA

limitata o nulla tensione superficiale, come spiegato in precedenza dalla legge di Yurin. Intervenire pertanto con sistemi di elettrosmosi attiva o passiva sul restante 4% del problema legato sostanzialmente alla differenza di potenziale elettrico esistente tra il terreno e la muratura fuori terra, risulta quanto meno vano o privo di qualsiasi presupposto logico e razionale. Le motivazioni, infatti, spesso addotte da chi utilizza questi sistemi per giustificare il permanere dell’umidità anche dopo l’intervento, sostenendo la necessità di mantenere una “giusta dose” d’acqua per e-

vitare lo sgretolamento delle stesse, vengono inequivocabilmente contraddette dal fatto che tutte le murature al di sopra della quota massima intressata dai fenomeni di risalita risultano perfettamente asciutte con valori in peso acqua materiale prossimi allo zero, senza per questo manifestare alcun tipo di sgretolamento o frantumazione. Tali fenomeni, infatti, sono legati esclusivamente alla presenza di sali igroscopici trasmigrati sulle superfici a seguito dell’evaporazione dell’acqua di risalita capillare. Taglio meccanico

continua, per fornire soluzioni sempre più adeguate che incontrino le ambizioni progettuali di chi crede nel risparmio energetico. I fortissimi aumenti dei costi per il riscaldamento hanno evidenziato i limiti per l’utilizzo degli intonaci macroporosi o da “risanamento” nella soluzione delle problematiche dei muri umidi. Una muratura afflitta dall’umidità ascendente, infatti, può diminuire anche dell’ottanta per cento le proprietà coibenti della stessa struttura asciutta. Gli intonaci “anti umido” di fatto nascondono il problema, in quanto l’interno della muratura rimane costantemente impregnato di umidità, con enorme riduzione della coibentazione e conseguente aumento della dispersione termica. Fondamentale risulta pertanto bloccare la risalita dell’acqua per capillarità alla base della muratura e questo si può ottenere esclusivamente con il taglio meccanico della stessa con interposizione di uno strato impermeabile oppure con la creazione di una barriera chimica idrofobizzante a base silanica o polisilossanica inserita a lenta diffusione. L’utilizzo del metodo del taglio meccanico delle murature è possibile comunque su limitatissime zone del territorio, in quanto la nuova mappa sismica nazionale preclude di fatto tale possibilità. Da qui l’impiego sempre maggiore della tecnologia DryKit® System per eliminare definitivamente da qualsiasi tipo di muratura, materiale o spessore il fenomeno dell’umidità ascendente, ottenendo l’effettivo risanamento delle murature, conseguente ripristino dei valori ottimali di coibentazione e forte riduzione sui costi per il riscaldamento. Deumidificando le murature umide del

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Il taglio meccanico blocca definitivamente la risalita d’acqua per capillarità, favorendo l’asciugatura completa della muratura e ripristinando i valori di coibentazione tipici della muratura stessa. Si possono verificare in ogni

cascinale con la tecnologia consolidata DryKit®System della Tecnored siamo riusciti a ripristinare i valori naturali di coibentazione delle murature asciutte anche a piano terra. Il risparmio energetico conseguente sia per il riscaldamento che per il raffrescamento risulta incredibilmente alto e troppo spesso sottovalutato. Se a ciò aggiungiamo i vantaggi analoghi ottenuti su tutte le superfici verticali “in pietra faccia a vista” con il prodotto specifico al fluorocarbonio TRF500 Parapioggia, il contributo tecnologico/enegetico della Tecnored in tutto il nostro progetto risulta significativo e decisamente apprezzabile.

caso lesioni e assestamenti della sttuttura, che limitano l’utilizzo di questa tecnica a pochissime zone individuabili nella nuova mappa sismica nazionale. Sistemi di risanamento a confronto Iniezioni di resine occludenti Le barriere chimiche realizzate con iniezioni a basse o alte pressioni a base di resine occludenti del tipo epossidico, poliestere, poliuretanico, acrilico, ecc. producono indubbiamente benefici da un punto di vista statico alla struttura (consolidamento della zona interessata), ma difficilmente riescono a garantire una di-


TECNICA

stribuzione omogenea all’interno della muratura per realizzare nella stessa uno strato impermeabile continuo e uniforme che interrompa definitivamente la risalita capillare. Le resine iniettate, infatti, tenderanno inevitabilmente a seguire le vie preferenziali prodotte dalle malte di allettamento oppure andranno a saturare le fessurazioni e i vuoti presenti in tutti gli edifici di vecchia costruzione. I vantaggi effettivi risulteranno quindi in funzione della omogeneità del materiale da costruzione interessato, oltre all’altezza della barriera stessa, che non dovrebbe mai essere inferiore a circa 50 cm di spessore e realizzata almeno su tre/quattro livelli differenti.

questi tre punti di forza: 1) i formulati che vengono utilizzati da quasi trent’anni sono esclusivamente a base silanica o polisilossanica ad alta concentrazione contenenti gli specifici agenti penetratori e non presentano i forti limiti operativi degli a-

naloghi formulati idrofobizzanti a base siliconica; 2) la metodologia utilizzata per l’imbibizione è quella della lenta trasfusione, che è l’unica a garantire la sostituzione dell’acqua presente all’interno dei capillari con il formulato specifico (vedere le sezioni dei capillari descritti nell’articolo del numero precedente della rivista); 3) gli appositi diffusori brevettati in cellulosa facenti parte dell’attrezzatura usa e getta assicurano l’assorbimento del formulato anche in presenza di fori o cavità, garantendo la continuità della barriera stessa.

Conseguentemente, la barriera realizzata con DryKit® System, oltre a risolvere definitivamente il problema dell’umidità ascendente, ripristina i valori originali di coibentazione della muratura asciutta mantenendoli inalterati nel tempo. Non sussistono inoltre controindicazioni di tipo geoleogico o sismico su tutto il territorio nazionale per l’uso di questa tecnologia che può essere applicata su qualsiasi tipo di materiale e spessore. ❑ Si ringrazia la Tecnored di Verona per la concessione del permesso di riproduzione degli articoli sull’umidità comparsi sui n. 2 e 3 della presente rivista.

Barriera chimica DryKit a lenta diffusione La certezza del risultato che la barriera chimica DryKit® System assicura nel tempo può essere sintetizzata in IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 73


TECNICA Andrea Botti

È

opinione sempre più diffusa che, fra tutti i materiali da costruzione attualmente presenti sul mercato, la pietra sia fra quei pochi in grado di ‘tutelare’ la produzione architettonica contemporanea dalle insidie della globalizzazione, in particolare: impoverimento dei linguaggi e conseguente omologazione, sradicamento, de-contestualizzazione e riduzione dei saperi locali a puri fenomeni di folklore. Identità e territorialità sono termini di una grammatica che appartiene da sempre alla produzione lapidea ma che, in questi ultimi anni, si sono arricchiti di nuove valenze grazie alla diffusione di una recente strategia di approccio al mercato (studiata per garantire la sopravvivenza della piccola e media impresa) che la sociologia ha identificato con il termine Glocale (globale+locale). L’aspetto fondante prevede la tutela e la valorizzazione di identità, tradizioni e realtà locali, all'interno di un sistema più ampio e complesso. Un esempio concreto di Glocal proiettato nel settore delle costruzioni è rappresentato dalle opere selezionate in occasione del Premio Internazionale Architetture di Pietra, un riconoscimento biennale organizzato nell’ambito di Marmomacc (la kermesse veronese considerata come il primo riferimento per il mondo della pietra non solo italiana) che nell’ultima edizione ha 74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

Glocal Stone

scelto di porre l’accento sulla cultura locale come sintesi di tecnica e tradizione. Il primo progetto presentato è il Jacob und Wilhelm Grimm Zentrum di Max Dudler: un e-

dificio che sin dal primo sguardo non lascia dubbi circa la collocazione geografica. La sua chiara eco trilitica che, secondo la critica, richiama alla memoria l’architettura classica di Leon Battista Alberti, rimanda alla Berlino neoclassica della Potsdamer Platz di Kollhoff, del Beisheim Center di Hilmer & Sattler und Albrecht e ancora del Marriot Hotel di Bernd Albers, solo per citare alcuni esempi. L’apparente semplicità della griglia della facciata è il risultato di un’attenta analisi operata nella scelta e nella lavorazione del materiale: lastre di Jurassic Limestone bavarese di 4 cm di spessore rese scabre tramite water jet ad alta pressione al fine di conferire un aspetto cangiante alla facciata. La simmetria e la geometria regnano su tutta la

composizione del complesso: un’opera coraggiosa, la più grande libreria a scaffale aperto della Germania (due milione e mezzo di pubblicazioni), in un’epoca in cui internet sta cercando di soppiantare il volume cartaceo. Altrettanto ambizioso è il ruolo talvolta riabilitativo affidato alla pietra: antichi luoghi da nascondere per le attività che in essi si svolgevano in passato, possono assurgere ad ambiti centri residenziali, in risposta alla domanda di un nuovo modo di vivere e abitare in cui si possano coniugare innovazione e tradizione, come nel caso dell’l’intervento realizzato in Galizia a Puente Sarela (Santiago de Compostela), dove lo spagnolo Victor Lopez Cotelo ha saputo convertire

un’antica conceria in un complesso residenziale. La pietra utilizzata è per lo più di recupero: sono state usate lastre di granito provenienti da manufatti di contenimento della zona sia per il muro di cinta che per rivestire il nuovo edificio in cemento armato. Mai come in questo intervento si è potuta esaltare la longevità della materia litica e la sua versatilità, il reimpiego di conci reperiti sul posto non ha in alcun modo inficiato il valore tecnologico ed estetico del progetto. Le lavorazioni sono state effettuate per lo più in cantiere da una squadra di scalpellini che ha saputo destinare ciascun elemento spoliato a un corretto utilizzo. D’altro canto il legame fra questo territorio, la Galizia e la pietra è sin dall’antichità inscindibile e ancora oggi i principali interventi su questo territorio vedono il materiale lapideo protagonista. Non a caso, proprio qui, si è assistito, negli ultimi anni, alla nascita di un nuovo linguaggio diffuso fra quei progettisti che


TECNICA Nella pagina di sinistra: Jacob und Wilhelm Grimm Zentrum, Max Dudler, Berlino; Complesso residenziale a Puente Sarela, Victor Lopez Cotelo, Santiago de Compostela

hanno optato per il rivestimento esterno in pietra, saldamente legato agli antichi impieghi (posa mediante sovrapposizione), metafora di archetipi costruttivi, che ha dato vita a una costruzione senza tempo, strettamente radicata al luogo che la ospita.

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i potrebbe definire anche come “sindrome di Anton Garcia Abril”, l’architetto catalano che con il suo Centro di Alti Studi Musicali della

Da sinistra in senso antiorario: Rettorato dell’Università a Vigo, EMBT architetti; Niyang River Visitor Centre, Standardarchitecture, Linzhi, Tibet; Abitazione privata a Madrid, I. Vicens e J. Antonio Ramos; Particolare del rivestimento in granito di Mondariz

bitazione privata realizzata a Madrid. Lo stesso materiale scelto da Enric Miralles e Benedetta Tagliabue – EMBT architetti – per il rivestimento del Rettorato dell’Università a Vigo: granito che imita le tracce dei casseri del calcestruzzo. Qui le esigenze progettuali e la tecnica costruttiva contemporanea dialogano con il paesaggio e con la tradizione, in particolare, del Modernismo Catalano4; ne scaturisce un’architettura evocativa, apparentemente semplice ed essenziale, in realtà ricca di dettagli complessi e articolati (non ultimo il sistema di isolamento termico della facciata ventilata).

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roseguendo nella rassegna delle opere segnalate al Premio Internazionale Architetture di Pietra l’attenzione si sposta in Tibet e precisamente nella regione del Linzhi, dove un gruppo cinese di giovani architetti,

Standardarchitecture, ha realizzato tre piccoli rifugi in pietra rispettando lo spirito del luogo e interpretando in chiave modernista la tradizione costruttiva locale. L’inserimento delle tre costruzioni di forma rigidamente geometrica, nel territorio, è mitigato dall’utilizzo della pietra locale posata secondo la tradizione da maestranze del luogo; alcuni muri portanti in pietra raggiungono i 60 cm di spessore. Nulla è lasciato al caso:

Galizia2 in Granito di Mondariz, ha regalato notorietà a quella che, non molto correttamente, è ormai conosciuta come pietra scanalata3. A questa sorta di “brutalismo litico” che sembra scaturire da una riscoperta dell’esaltazione delle qualità tettoniche della pietra e delle sue irregolarità, si sono ispirati anche gli architetti Ignacio Vicens y Hualde e José Antonio Ramos Abengòzar nel 2004 per un’aIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 75


TECNICA Sopra: tempio hindù, Sameep Padora, India; a destra: casa in pietra, Aris Kostantinidis, Grecia; sotto: centro di ricerca di Furnas, Aires Mateus, Azzorre

la forma deriva direttamente da esigenze funzionali e di adeguamento al sito. In uno dei tre edifici l’esterno è stato rivestito con una pittura bianca data direttamente sul paramento lapideo per meglio sintonizzarsi con la sensibilità spirituale tibetana. Il risultato ottenuto colpisce per la pu-

76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

vincoli legati alla religione: un tempio hindù deve avere una sala ipostila per pregare e una cella, per ospitare la divinità, terminante con una torre voltata. La soluzione

antica, questa sorta di tholos 5 è totalmente privo della comune decorazione che riveste solitamente i templi di questo genere. La medesima essenzialità

realizzata coinvolge il territorio: la modellazione del terreno dà luogo a uno spazio aperto per la preghiera. La parte edificata è solo quella della cella che diviene un edificio simbolico, essenziale, monolitico. In pietra locale basaltica posata alla maniera

governa il progetto dei fratelli Aires Mateus per il Centro di ricerca di Furnas nelle Azzorre: un vuoto progettato come un allestimento teatrale, mascherato da un rivestimento in pietra basaltica. «Il muro di pietra è una delle più alte declinazioni architettoniche della materia (…) stratificata nel dispositivo murario essa (la pietra) esprime un’idea di permanenza che mi sembra fondamentale per la realizzazione di edifici significativi per dimensioni e destinazioni funzionali in riferimento alla città6». Il risultato ottenuto è il frutto di uno studio approfondito dei par-

lizia che conferisce un che di mistico ed essenziale. Non molto distante, in India, Sameep Padora ha realizzato un’opera interessante, anche perché a costo zero. Il progetto è stato donato alla comunità che ha provveduto a riunire una serie di volontari per la sua edificazione. Il tema in oggetto poneva dei


TECNICA Villaggio difensivo di pietra nel Caucaso, Georgia

ticolari che rendono l’opera assimilabile per la sua precisione a una scultura. Il premio ad memoriam è andato ad un architetto greco, Aris Kostantinidis, famoso per le sue case in pietra frutto di una rivisitazione in chiave abitativa del megaron miceneo7 e per la sua architettura concepita per un luogo, su un suolo e con il suolo. Infine, il premio all’architettura vernacolare è stato assegnato ai Villaggi difensivi di pietra nel Caucaso. Sorti fra il IX e il XIII secolo in Svanezia, una regione della Georgia caucasica, sono composti da edifici turriti che ricordano le nostre case medioevali. La torre, separata dall’abitazione, è da leggersi come elemento di difesa degli abitanti e come elemento archi-

tettonico prevalente: dotata di entasi per necessità statiche, all’interno si sviluppa in piani sovrapposti comunicanti tramite un foro nel soffitto ad eccezione dei primi due piani. Le costruzioni sono edificate con conci regolari ricavati dalle rocce scistose della zona, legati con malta, che conferiscono un aspetto policromo alle costruzioni. Oggi i villaggi sono entrati a far parte della World Heritage List dell’Unesco8, ma necessitano tempestivamente d’interventi di recupero.

D

unque, un riconoscimento a progetti che richiamano in maniera inequivocabile forme archetipe, capaci, per il loro valore primigenio, di contribuire a ren-

dere universale linguaggi locali generati da tecniche della tradizione. Prima il trilite, poi il tholos, quindi il me-

garon rivisitati in chiave modernista, tornano come punto di partenza di una nuova architettura legata al territorio, ma non per questo locale. ❑

Metodo di lavorazione superficiale che conferisce alla superficie un grado di rugosità variabile. E’ un trattamento che avviene impiegando un getto d’acqua ad alta pressione. Il livello di rugosità varia in relazione a fattori quali: la pressione di lavoro degli ugelli; la loro distanza dalla superficie; la velocità di movimentazione; la durezza, la composizione mineralogica, la compattezza ed il colore del materiale. 2 Vedi “Il geometra bresciano” n.3 del 2008. 3 Si tratta di una soluzione che consente di eseguire il rivestimento di facciate mediante la posa in opera di manufatti di notevole spessore (anche cm 30), dotati di faccia a vista “a spacco” percorsa da profonde scanalature verticali, cicatrici delle perforazioni praticate per agevolare la fase di distacco dei blocchi dal fronte di cava (che richiamano alla memoria i semilavorati impiegati sulle sponde marittime come frangiflutti). 4 Corrente architettonica spagnola dei primi del ‘900 il cui massimo esponente fu Antoni Gaudì. 5 Il tholos è una tipologia sepolcrale tipica dell’età del bronzo e dell’arte micenea, costituita da un vano circolare, solitamente ipogeo, coperto con cerchi concentrici di blocchi lapidei a costituire una sezione più o meno ogivale. 6 D. Turrini, Manuel Aires Mateus. Un tempio per gli Dei di pietra, Libria, 2011, pag. 59 7 Grande ambiente centrale con focolare tipico della tipologia del palazzo miceneo. 8 La Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco include 936 proprietà facenti parte del patrimonio culturale e naturale che il Comitato del Patrimonio Mondiale ritiene siano di eccezionale valore universale. 1

Per ogni approfondimento in merito ai progetti citati vedi: A cura di V. Pavan, Glocal Stone, Arsenale Editrice, Verona, 2011, euro 30,00

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TECNICA A cura di Isolmant (geomm. Nicola e Costante Pizzamiglio, agenti di zona, Brescia)

L’isolamento acustico degli edifici a norma di legge (Parte quarta)

Isolamento acustico e termico delle facciate L’isolamento acustico standardizzato della facciata (D2m,nT,w) rappresenta la capacità della facciata di abbattere il rumore proveniente dall’esterno. La norma UNI EN ISO 123543 definisce il metodo di calcolo dell’isolamento acustico di facciata normalizzato rispetto al tempo di riverberazione. Tale valore, dipende dalle prestazioni dei diversi elementi costituenti la facciata stessa. In particolare poiché la potenza sonora globalmente trasmessa dalla facciata è somma delle potenze

sonore trasmesse dai diversi elementi, il suo valore numerico è determinato in primo luogo dalla prestazione acustica degli elementi in grado di dare luogo a una maggiore trasmissione, ovvero dagli elementi acusticamente più deboli (infissi, cassonetti, prese d’aria). Quindi, per realizzare una facciata con ottime prestazioni acustiche oltre a progettare una muratura adeguata (parte opaca) occorre investire soprattutto sulla parte vetrata. In particolare l’indice di valutazione del potere fonoisolante apparente è calcolato sulla base dei valori dell’in-

dice di valutazione del potere fonoisolante dei singoli elementi costituenti la facciata (elementi normali: murature e finestre - piccoli elementi: prese d’aria, bocchette di ventilazione), considerando sia la trasmissione per via strutturale che quella per via aerea e sia la trasmissione diretta che quella laterale. Isolamento acustico di pìiccoli elementi La normativa vigente prevede per i locali con apparecchi di cottura la presenza indispensabile di un’apertura permanente nella parete di facciata o nei serramenti per garantire l’in-

Influenza dei componenti finestrati Per ottenere un adeguato livello di isolamento acustico è necessario adottare vetrate con intercapedine, delle quali una della due lastre deve essere necessariamente stratificata. Tali vetrate devono avere un potere fonoisolante certificato variabile tra 40 dB e 42 dB. L’indice di valutazione da utilizzare per la parte vetrata deve tenere in considerazione anche il contributo (generalmente negativo) del telaio. La perdita di isolamento del componente “vetro + serramento”, rispetto al potere fonoisolante dell’elemento vetrato, può essere determinata in base alla classe di tenuta all’aria del serramento, riportata nella norma UNI EN 12207 del 2000. Per ottenere un adeguato livello di isolamento acustico è quindi necessario adottare un serramento con classificazione di tenuta all’aria pari alla classe 4. È necessario inoltre porre particolare attenzione alle modalità di installazione di porte-finestre e finestre, con particolare riferimento alla tenuta acustica della battuta tra porta/finestra e telaio. Una installazione non corretta può portare alla creazione di ponti acustici che

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gresso di aria dall’esterno. Tali aperture di ventilazione nelle pareti perimetrali causano una perdita ingente di isolamento acustico e devono pertanto essere realizzate in modo tale da limitare il danno acustico alla facciata. Le prese d’aria per la ventilazione delle cucine devono quindi essere costituite da griglie afoniche certificate: a questo proposito si consiglia di utilizzare l’apposito silenziatore per prese di ventilazione IsolmantGenius che ha un Dn,e,w (indice di valutazione dell’isolamento acustico normalizzato del piccolo elemento) = 57 dB.

vanificano le prestazioni, potenzialmente elevate, degli infissi in oggetto. La fessura che corre tra il falso telaio e il serramento deve essere chiusa con abbondante silicone da entrambi i lati.

Serramenti Classe serramento

Perdita di isolamento [dB]

1

5 < DRw < 8

2

2 < DRw < 5

3

1 < DRw < 2

4

DRw ≤ 1


TECNICA

Divisori nuovi

1

2

3

4

1. Posa del divisorio perimetrale e del rinzaffo (intonaco interno) da 1 cm Realizzazione del foro Ă˜ 15 cm circa. 2. Posa di Isolmant Fascia Tagliamuro, dei primi corsi del divisorio interno e inserimento di Isolmant Genius o Isolmant Genius Junior a filo della parete interna. 3. Completamento del muro interno, applicazione della rete porta intonaco e intonacatura. 4. Rifilatura delle parti eccedenti e applicazione delle griglie.

Divisori esistenti

1

2

3

4

1. 2. Ricavare nel muro perimetrale una nicchia di dimensioni pari a 75 cm di lunghezza per 26 cm di altezza e 18 di profonditĂ . 3. Inserimento di Isolmant Genius o Isolmant Genius Junior a filo della parete interna e ripristino della parete con malta cementizia. 4. Rifilatura delle parti eccedenti e applicazione delle griglie.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 79


TECNICA

Isolamento acustico e termico delle coperture Una stratigrafia di copertura tradizionale in calcestruzzo o in laterocemento è sufficientemente massiva per garantire il rispetto dei limiti di legge, mentre per lae coperture in legno tale risultato non è scontato a causa dell’eccessiva leggerezza del materiale unita alla possibile presenza di discontinuità costituite dalle linee di accostamento degli assiti o dei pannelli.

La progettazione delle coperture in legno deve quindi essere rivolta ad appesantire se possibile la struttura oppure a prevedere specifiche stratigrafie formate da pannelli e isolanti in grado di fornire importanti prestazioni acustiche e termiche sia invernali che estive. Le prove in opera e le certificazioni di laboratorio sin qui ottenute hanno permesso di realizzare pacchetti con Isolmant Perfetto con interessanti valori di iso-

lamento acustico, trasmittanza termica e sfasamento dell’onda. È necessario porre la massima attenzione al rispetto delle indicazioni progettuali in fase di posa in opera, a sigillare le discontinuità tra i tavolati, a utilizzare i materiali isolanti di natura e nello spessore adeguati alle esigenze sia termiche sia acustiche. Inoltre devono essere considerati i seguenti accorgimenti:

– i travetti devono essere realizzati “in testa” alla trave di colmo per limitare i ponti acustici; – il cordolo di bordo deve essere realizzato in modo che il pacchetto di copertura sia completamente contenuto nell’altezza del cordolo.

Soluzione consigliata e messa in opera – Posizionare Isolmant sopra il manto bituminoso nello spessore idoneo al raggiungimento della trasmittanza termica prevista per legge. – Isolmant è battentato e si posa facilmente direttamente sulla guaina bituminosa. – Realizzare un idoneo massetto a supporto della finitura.

La posa di Isolmant D311 in copertura offre un contributo aggiuntivo nel contenimento della trasmittanza termica del divisorio al fine di rispettare i parametri previsti dal Dlgs 311/06

1. Finitura 2. Massetto ripartitore 3. Isolmant Gamma Special o Gamma Plus 4. Manto bituminoso 5. Massetto pendenze 6. Solaio

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TECNICA

Isolamento acustico degli impianti idraulici Tutte le tubazioni in generale provocano noiosi rumori che diventano ancora più fastidiosi nell’utilizzo dei servizi sanitari durante le ore notturne. I rumori impiantistici come definiti dal Dpcm 5 dicembre 1997 si distinguono in due categorie a seconda del tipo di funzionamento. In particolare si parla di: – impioanti a funzionamento discontinuo: ascansori, scarichi idraulici, bagni, servizi igienici e rubinetteria; – impianti a funzionamento continuo: impianto di riscaldamento, aerazione e condizionamento. La rumorosità di questi impianti, misurata in opera, in un ambiente diverso da quello in cui il rumore stesso è generato, non deve superare i limiti riportati dal Dpcm e individuati dai seguenti parametri: – LASmax = livello massimo di pressione sonora, ponderata A con costante di tempo slow per impianti a funzionamento discontinuo; – LAeq = livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata A per impianti a funzionamento continuo. Comportamento a lungo termine dei materiali resilienti L’isolamento acustico ai rumori impattivi di una struttura orizzontale funziona secondo l’effetto massamolla-massa. Per tale motivo il materiale acustico deve possedere determi-

Consigli per la posa Per limitare la generazione e la propagazione del rumore prodotto dagli impianti a funzionamento discontinuo (impianti idraulici) si forniscono una serie di indicazioni e di criteri da seguire durante la progettazione e la posa in opera: • nelle colonne di scarico in presenza di variazione di direzione di 90° (da verticale a orizzontale) è necessario raccordare i due tubi con due curva a 45° e un tubo intermedio della lunghezza di 250 mm; • nella rete di distribuzione dell’acqua è opportuno prevedere una velocità del fluido non superiore a 2,5 m/s, adottando di conseguenza idonee sezioni per le tubazioni; • le rubinetterie adottate devono essere classificate nel gruppo acustico 1 (Lap< 20dB) secondo la norma ISO 3822; • devono essere previsti sistemi per l’attenuazione del “colpo d’ariete” nella rete; • nella posa dei sanitari (vasche, lavabi, piatti doccia) è opportuno prevedere l’interposizione di uno strato resiliente tra l’apparecchio sanitario e la struttura muraria; • per l’alloggiamento delle colonne di scarico si consiglia di realizzare un apposito cavedio in muratura. È preferibile non ricavare detto cavedio all’interno di pareti divisorie tra unità immobiliari perché potrebbe diminuire notevolmente la resistenza acustica della partizione; • si suggerisce di chiudere il cavedio utilizzando laterizi pesanti privi di scassi e di forature come ad esempio blocchi porizzati dello spessore di 8 cm oppure mattoni pieni posati di costa. In entrambi i casi le fughe verticali tra i laterizi devono essere completamente sigillate con malta di allettamento; • dove la distanza tra i tavolati lo consente, è opportuno rivestire le pareti interne del cavedio con materiale fonoassorbente tipo Isolmant Perfetto; • nel solaio l’asola per il passaggio degli scarichi deve essere rinchiusa con idonei materiali per evitare di creare un ponte acustico tra locali sovrapposti. Le tubazioni non devono mai essere a contatto diretto con il solaio o con le pareti quindi è opportuno rivestirle, nei tratti di attraversamento, con una guaina isolante tipo Isolmant Piombo; • le tubazioni devono essere fissate alla muratura tramite appositi collari antivibranti; • i tubi devono essere di tipo silenziato o, in alternativa, potranno essere fasciati per tutta la lunghezza con Isolmant Piombo.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 81


TECNICA

nate caratteristiche che lo rendano idoneo a funzionare all’interno della struttura. Tali caratteristiche fisiche sono essenzialmente due: la rigidità dinamica (la qualità dell’effetto molla) e lo scorrimento viscoso a compressione (la garanzia di funzionare nel tempo come molla). Il connubio studiato delle due qualità componenti lo strato elasto-dinamico renderà possibile il funzionamento del sistema. Lo strato resiliente inserito tra le due masse è l’attivatore che permette al massetto galleggiante di funzionare e di dissipare l’energia rumore. La rigidità dinamica La rigidità dinamica viene rilevata secondo il metodo riportato nella norma UNI EN 29052-1 “Acustica. Determinazione della rigidità dinamica. Materiali utilizzati sotto i pavimenti galleggianti negli edifici residenziali” ed esprime la capacità di un materiale resiliente di

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funzionare da “molla” all’interno del sistema. Essa è determinata in laboratorio dopo aver tenuto il materiale sotto carico per 24 ore (tecnicamente si chiama “condizionamento del provino”), ed è univocamente determinata a partire dalla misura della frequenza di risonanza del sistema caratterizzato dal materiale in prova sottoposto a un carico distribuito pari a circa 200 kg/m2 secondo la seguente formula: s’t[N/m3] = (2pfr)2m’t (1) in cui: m’ = massa per unità di area del carico totale applicato al campione in kg/m2 fr = frequenza di risonanza in Hz Il valore ricavato dalla formula (1) rappresenta la rigidità dinamica apparente del materiale; potrebbe essesre necessario correggere tale valore con la rigidità dinamica dell’aria s’a (vale a dire s’ = s’t + s’a) se e solo se il mat

teriale sottoposto a prova (nella sua interezza o anche solo in una delle sue componenti se si tratta di un prodotto accoppiato) fosse caratterizzato da una resistenza al flusso d’aria né molto bassa, né molto alta (la norma specifica che tale valore r deve risultare 10kPa s/m2<r<100kPa s/m2). Il valore determinato attraverso la misura in laboratorio è stato misurato su una serie di provini (la norma prevede un numero minimo di tre) “condizionati” per 24 ore con un carico costante. Scorrimento viscoso a compressione Ma cosa succederebbe alla rigidità dinamica qualora questo carico permanesse a lungo nel tempo? Una prima risposta può essere fornita determinando la deformazione visco-elastica del materiale (creep) eseguendo la prova di compressione secondo la norma UNI EN ISO 1606. Si tratta di sottoporre il ma-

teriale all’azione costante di un carico distribuito di 2 kPa, circa 200 kg/m2 (tale situazione è aderente a quanto accade nella realtà di uno strato resiliente posato sotto lo “strato ripartitore di carico”) e di valutarne l’andamento della deformazione nel tempo; Una analisi di interpolazione dei dati misurati consentirà di prevedere la deformazione massima del materiale dopo dieci anni. Tale dato è strettamente correlato alla rigidità dinamica del materiale. Un’importante diminuzione dello spessore registrata dopo le prime 24 ore (ciò che accade prima è già “registrato” dal condizionamento dei provini per la prova di rigidità dinamica) si tradurrebbe in un aumento della densità del materiale con conseguente aumento della rigidità dinamica. (Fine della quarta e ultima puntata) ❑



AMBIENTE & BIOEDILIZIA A cura di Giuseppe Mori

La valutazione ambientale dell’edificio Dal sito Global Footprint Network http://www.footprintnetwork.org/it/index.php/gfn/page/footprint_basics_overview/

U

na premessa per noi tecnici. Negli ultimi anni ci siamo messi a correre per stare al passo con le esigenze che ci vengono imposte, volenti o nolenti, a livello normativo per tentare, pur con il fiatone e con scarsità di risorse, di ridurre la emissione di Anidride Carbonica e degli altri gas che alterano il clima. Abbiamo appreso negli studi di questi anni che è nella nostra possibilità dare un contributo determinante alla riduzione dei consumi nell’ambito edilizio che ci compete. Ma la realtà è estremamente complessa e a renderla sempre più complessa e ingestibile, siamo noi cittadini con i nostri comportamenti troppo spesso inconsapevolmente irresponsabili verso le limitate risorse che abbiamo a disposizione. Abbiamo certo appreso le tecniche – materiali e impianti – in grado di ridurre i consumi energetici, ma il passo in più che ore ci viene richiesto è quello di maturare la consapevolezza che, ancora limitandoci al mondo delle costruzioni, vi sono moltissimi altri ambiti sui quali agire per “rientrare” nei limiti pur senza rinunciare al confort. Quello a cui sto alludendo è il tema, di cui abbiamo cominciato forse a leggere qualche articolo qua e là, della Certificazione non tanto e solo degli aspetti energetici che sta diventando ormai patrimonio comune, nonostante anche qui si registri l’atteggiamento colpevolmente “furbo” di committenti e colleghi senza scrupoli. Ci si sta ormai infatti avviando verso la certificazione del fabbricato tout court, visto come complesso articolato di immissioni-emissioni di materiali e prodotti vari che, nel loro ciclo di vita dalla produzione allo smantellamento, possono incidere notevolmente – in funzione di tante piccole scelte progettuali – sul fabbisogno di risorse naturali e sul modo di smaltire i materiali messi in opera al momento della futura “sostituzione” edilizia. Parliamo insomma della varie certificazioni basate sul ciclo LCA dei materiali che studia per ogni prodotto ogni caratteristica del prodotto sia in fase di produzione come in fase di smaltimento, considerando naturalmente il beneficio apportato durante la sua esistenza inglobata nell’edificio. In questo articolo, ripreso dal sito della organizzazione internazionale Global Footprinti Network, cominciamo a conoscere un po’ più da vicino, il livello di impoverimento delle risorse verso il quale stiamo andando. Non si tratta di usare strumenti come clave per intimidirci ma come possibili strumenti che la scienza ci mette a disposizione per migliorare la nostra consapevolezza per indirizzare al meglio il nostro operato quotidiano. La nostra rivista cercherà, nei prossimi numeri, di mettere a disposizione altri argomenti di approfondimento. G. M

L’

umanità ha bisogno di quello che ci fornisce la natura, ma come sappiamo quanto stiamo utilizzando e quanto abbiamo a disposizione? L’Impronta Ecologica è emersa come unità di misura di prim’ordine della domanda di risorse naturali da parte dell’umanità. Essa misura quanta superficie in termini di terra e acqua la popolazione umana necessita per produrre, con la tecno84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

logia disponibile, le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti prodotti. La nostra attuale situazione globale: a partire dalla metà degli anni ‘80 l’umanità sta vivendo in overshoot, ovvero al di sopra dei propri mezzi in termini ambientali, con una domanda annuale di risorse utilizzate al di sopra di quanto la Terra riesca a generare ogni anno. Oggi, la Terra necessita di un anno e quattro mesi per rigenerare quello che noi uti-

lizziamo nell’arco di un anno. Stiamo perpetuando questo sovrautilizzo dilapidando le risorse della Terra. Si tratta di una minaccia ampiamente sottostimata che riguarda il benessere dell’umanità e la salute del pianeta, una minaccia non adeguatamente affrontata. Misurando l’Impronta della popolazione – di un individuo, una città, un’azienda, una nazione, o di tutta l’umanità – possiamo valutare

la pressione che esercitiamo sul pianeta, per aiutarci a gestire le nostre risorse ecologiche più giudiziosamente e ad agire individualmente e collettivamente a sostegno di un mondo in cui le persone riescano a vivere entro i limiti del pianeta. Concepita nel 1990 da Mathis Wackernagel e William Rees dell’Università della British Columbia, l’Impronta Ecologica è oggi ampiamente usata da scienziati, aziende, governi, agenzie, individui, e istituzioni che lavorano per monitorare l’uso delle risorse ecologiche e promuovere lo sviluppo sostenibile. Impronta Mondiale Ci stiamo tutti sulla Terra? Oggi l’umanità usa l’equivalente di 1,3 pianeti ogni anno. Ciò significa, come dicevamo, che oggi la Terra ha bisogno di un anno e quattro mesi per rigenerare quello che usiamo in un anno. Scenari alquanto ottimisti delle Nazioni Unite suggeriscono che se il presente trend della popolazione e del consumo continuasse, entro il 2050 avremo bisogno dell’equivalente di due pianeti per il nostro sostentamento. E naturalmente ne disponiamo solo di uno. Trasformare le risorse in rifiuti più velocemente di quanto questi possano essere ritrasformati in risorse ci pone in una situazione di sovrasfuttamento ambientale, di esaurimento proprio di quelle risorse dalle quali la vita umana e la biodiversità dipendono.


AMBIENTE & BIOEDILIZIA

Il risultato è il collasso dello stock ittico, la diminuzione della copertura forestale, l’esaurimento dei sistemi d’acqua di sorgente, e la crescita di inquinamento e rifiuti, che creano problemi come il riscaldamento globale. Questi sono solo alcuni dei più evidenti effetti dello sfruttamento eccessivo delle risorse. Lo sfruttamento eccessivo contribuisce anche al sorgere di conflitti e guerre per le risorse, di migrazioni di massa, di carestia, di malattie e di altre tragedie umane – e tende ad avere un impatto sproporzionato sui più poveri, i quali non possono ovviare a questo problema prelevando le risorse altrove. La fine dell’overshoot La Terra fornisce tutto quello di cui abbiamo bisogno per vivere e prosperare. Quindi, cosa deve fare l’umanità per vivere senza

andare oltre i mezzi forniti da un solo pianeta? Individui e istituzioni a livello mondiale devono cominciare a riconoscere i limiti ambientali. Dobbiamo iniziare a porre i limiti ambientali al centro dei nostri processi decisionali e a utilizzare l’ingegnosità umana per tro-

vare nuovi modi di vita, entro i limiti che la Terra impone. Ciò significa investire in tecnologia e infrastrutture che permettano di operare in un mondo dalle risorse limitate. Ciò significa agire individualmente e creare la domanda pubblica che induca aziende e decisori politici a partecipare. L’utilizzo di strumenti quali l’Impronta Ecologica per la gestione del nostro patrimonio ecologico è essenziale alla sopravvivenza e al successo dell’umanità. Conoscere quanta natura abbiamo a disposizione, quanta ne utilizziamo e chi usa

sando i limiti di rigenerazione del pianeta, il patrimonio ecologico diventa sempre più critico. Ogni Paese ha il proprio profilo di rischio ecologico: molti sono ormai in deficit ecologico, con Impronte più grandi della propria capacità biologica. Altri dipendono pesantemente da risorse esterne che sono sottoposte a una pressione crescente. In alcune aree del pianeta, le implicazioni dei deficit ecologici possono essere devastanti, condurre alla perdita delle risorse, al collasso degli ecosistemi, all’indebitamento, alla povertà, alla

cosa, è il primo passo, e ci permetterà di monitorare i nostri progressi man mano che lavoriamo per il nostro obiettivo di un’esistenza sostenibile su un unico pianeta.

carestia e alla guerra. L’Impronta Ecologica é una strumento di contabilità delle risorse in grado di aiutare i Paesi a comprendere i propri bilanci ecologici fornendo loro i dati necessari a gestire le proprie risorse e rendere il proprio futuro più sicuro.

Impronta delle Nazioni Nel mondo odierno, dove l’umanità sta già oltrepas-

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 85


AMBIENTE & BIOEDILIZIA

I governi nazionali che utilizzano l’Impronta sono in grado di: • Determinare il valore del patrimonio ecologico del proprio Paese • Monitorare e gestire il proprio patrimonio • Identificare i rischi associati ai deficit ecologici • Predisporre una politica che sia basata sulla realtà ecologica e che faccia della salvaguardia delle risorse la priorità maggiore • Misurare i progressi verso i propri obiettivi È abbastanza sicuro che Paesi e regioni in surplus ecologico – e non quelle che ricorrono al peggioramento 86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

del loro deficit ecologico – emergeranno come le economie e società del futuro più robuste e sostenibili. La nostra iniziativa sullo sviluppo umano Ci sarà sviluppo sostenibile quando tutti gli esseri umani potranno avere vite soddisfacenti senza nuocere al pianeta. Questo, noi crediamo, è l’obiettivo ultimo. Due principali indicatori mostrano come ciò possa essere realizzato. I dati dell’Impronta Ecologica ci dicono che, con l’attuale popolazione e disponibilità di territorio, l’Impronta Ecologica che rende

rinnovabile la domanda di risorse di un Paese è di meno di 1.8 ettari globali a persona. L’Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite (ISU) – che misura le conquiste medie di un Paese in campi quali la salute, la conoscenza, e lo standard di vita – ci dice che un ISU superiore a 0.8 è considerato “alto sviluppo umano”. La combinazione di questi due fattori dà come risultato quelle che possono essere considerate le condizioni minime di sviluppo umano sostenibile, e dimostra quanto abbiamo ancora da fare per raggiungerle.

Nonostante gli impegni crescenti verso uno sviluppo più sostenibile, la maggior parte dei Paesi non soddisfa questi due requisiti minimi. Man mano che individui, organizzazioni, Paesi e regioni si impegnano per la promozione dello sviluppo sostenibile, i decisori politici necessitano di dati e sistemi di misura per fissare gli obiettivi e monitorare i progressi. Misure quali l’Impronta Ecologica e l’ISU svolgono un ruolo di aiuto critico nella determinazione degli obiettivi e nella gestione dei progetti di sviluppo.


AMBIENTE & BIOEDILIZIA

La “scommessa del cubo di ghiaccio” in Corso Zanardelli a Brescia dal 2 al 16 giugno

L

a sezione bresciana dell’Associazione Casaclima Network organizza la “Scommessa del cubo di ghiaccio”, consistente nel porre due blocchi di ghiaccio uno all’aria aperta e l’altro inserito all’interno di una piccola costruzione riproducente un edificio termicamente isolato ad altissima efficienza energetica. Dopo due settimane di permanenza sotto il sole, i due blocchi di ghiaccio verranno confrontati per valutarne quantità, peso e volume. Considerate le condizioni climatiche del periodo il cubo posto all’aria si sarà verosimilmente disciolto, mentre quello posto all’interno della stuttura ad altissima efficienza energetica sarà ancora parzialmente visibile. Lo scopo della manifestazione è quello di mostrare i vantaggi delle costruzioni ad alta efficienza energetica, garantendo un comfort ottimale all’interno delle abitazioni sia d’estate sia d’inverno. Costruire fabbricati ad alta efficienza energetica è oggi possibile, perché esistono esperienze, tecniche e materiali che consentono di aumentare

il benessere interno alle abitazioni, riducendo le spese e abbattendo le emissioni di gas serra salvaguardando così il clima e l’ambiente. Nell’ambito della manifestazione sono organizzati convegni e mostre sul tema del risparmio energetico. L’Associazione CasaClima Network Brescia è a disposizione per illustrare il tema e il progetto nelle sue particolarità tramite incontri gratuiti con chi fosse interessato. Il primo incontro/seminario, svolto il giorno 6 giugno, ha

visto la partecipazione di Norbert Lantschner, ideatore di CasaClima che ha trattato il tema “Dialogo e sviluppo. La nuova architettura nell’era solare”. Un altro incontro, più tecnico, ha affrontato alcuni temi pratici sulle varie componenti dell’architettura sostenibile. La manifestazione “La scommessa del cubo di ghiaccio” è stata possibile anche grazie al patrocinio e al contributo del Comune di Brescia. Le Associazioni “CasaClima

Network” sono organizzazioni indipendenti e senza scopo di lucro il cui obiettivo è quello di promuovere e coordinare sui territori provinciali il progetto CasaClima mediante campagne di informazione e promozione, attività di assistenza e supporto alla certificazione CasaClima, di formazione e aggiornamento professionale rivolte agli operatori del settore. ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 87


GEOLOGIA Aldo Di Bernardo (Program Geo, Brescia)

G

li eventi sismici che hanno coinvolto di recente ampie porzioni di territorio in Emilia e in Lombardia hanno portato all’attenzione dei non specialisti un fenomeno che spesso, dove ci sono le condizioni predisponenti, accompagna i terremoti: la liquefazione dei terreni. Generalmente con il termine liquefazione sismica s’intende la perdita quasi totale di resistenza al taglio, con l’assunzione di un comportamento meccanico simile a quello di un liquido, in seguito all’incremento delle sovrappressioni dell’acqua circolante, dovuto all’applicazione di carichi statici o dinamici in un terreno incoerente saturo. In pratica tutti i terreni con una componente sabbiosa prevalente, sciolti o mediamente addensati, saturi d’acqua e posti entro i 15 metri di profondità dal piano campagna si possono considerare potenzialmente suscettibili di liquefazione. Da un punto di vista fisico la liquefazione è legata al moto di filtrazione dell’acqua nei pori del terreno. Le deformazioni indotte dal sisma nel terreno costringono al movimento il fluido che satura i vuoti del deposito. Nei livelli di sottosuolo caratterizzati da una permeabilità medio-bassa il moto dell’acqua induce la generazione di una sovrappressione idraulica che tende ad allontanare i granuli di sabbia fra loro. La perdita di contatto reciproco conduce all’annullamento della resistenza al taglio del terreno che, da quel 88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

Interventi per la riduzione del rischio di liquefazione dei terreni momento e fino a quando non si esaurisce la sollecitazione sismica, inizia a comportarsi come un fluido. Perché il fenomeno si manifesti è quindi necessario che l’input sismico abbia una durata e un’intensità sufficiente a produrre nel terreno un moto di filtrazione rapido. La liquefazione non si manifesta normalmente nei terreni a granulometria fine, limi e argille, dove le forze elettrostatiche attrattive fra minerali argillosi impediscono la fluidificazione. È molto raro anche nelle sabbie grossolane e nelle ghiaie, in cui l’elevata permeabilità consente un moto di filtrazione senza la generazione di importanti sovrappresioni idrauliche. A livello globale la liquefazione dei terreni è la principale causa di danno durante un evento sismico. Fra gli effetti che si possono elencare si hanno: • la fuoriuscita di terreno liquefatto (sand boils) con conseguente subsidenza del terreno; • i movimenti di massa rapidi su versanti acclivi; • le deformazioni laterali su

pendii con bassa pendenza; • la perdita di capacità portante di fondazioni superficiali e profonde; • i cedimenti post-sismici; • la spinta al galleggiamento di strutture sepolte; • l’incremento della spinta su opere di contenimento (muri e diaframmi). La maggior parte degli studi e delle ricerche relative al rischio di liquefazione in condizioni sismiche sono state condotte in zone del mondo in cui i terremoti di magnitudo 7 o superiore sono la regola. Da noi, per fortuna, sono l’eccezione. Ciò non significa che il rischio di liquefazione vada trascurato, come gli ultimi eventi hanno dimostrato. Pur non di dimensioni così eclatanti come in altri Paesi, esiste un’ampia casistica di danni provocati dal fenomeno nei terremoti storici italiani. Anche eventi localizzati in un ambito areale ristretto e coinvolgenti spessori di terreno non particolarmente elevati sono sufficienti a innescare fenomeni di instabilità di versante, deformazioni importanti nei terreni di fon-

dazione e collasso di opere di sostegno. L’analisi dei dati storici disponibili per i terremoti italiani ha consentito di dimostrare che generalmente il fenomeno è associato a sismi di magnitudo uguale o superiore a 5 in siti ubicati entro una distanza dall’epicentro di circa 50 chilometri. La magnitudo 5 è indicata come valore di soglia anche nella Normativa italiana (D.M.14.01.2008). Interventi di mitigazione del rischio Una volta confermato il potenziale di liquefacibilità dell’area in esame, si tratterà di valutare se sia possibile mitigare il rischio in modo da consentire una progettazione entro accettabili limiti di sicurezza o, viceversa, se sia preferibile abbandonare il sito. La scelta naturalmente andrà fatta tenendo presente non solo l’aspetto tecnico ma anche quello economico. Quest’ultimo è legato all’ubicazione del sito, alla profondità dei livelli liquefacibili rispetto al piano campagna, al loro spessore, alla loro estensione areale e alla loro composizione granulometrica. Fondamentalmente il rischio di liquefazione può essere affrontato secondo due approcci differenti e, in parte, complementari. Si può agire a livello “strutturale”, trasferendo il carico dell’opera in profondità con l’adozione di fondazioni su pali, oppure aumentando la resistenza alle azioni laterali, nel caso di muri e dia-


GEOLOGIA Figura 1: Applicabilità delle tecniche di miglioramento dei terreni in funzione della composizione granulometrica (da Mitchell e Gallagher, 1998)

frammi, con l’uso di tiranti e ancoraggi di diverso tipo. Si tratta cioè di intervenire aumentando la capacità di resistenza della struttura agli effetti della liquefazione. In alternativa, o in aggiunta, è possibile agire tentando di migliorare le caratteristiche geotecniche, in senso lato, del sito, abbattendo in maniera significativa la suscettibilità alla liquefazione dei terreni a rischio. Questo può essere fatto incrementando il grado di addensamento dei livelli liquefacibili o modificandone la composizione granulometrica e il grado di saturazione. A questa categoria appartengono anche gli interventi di riprofilatura del pendio. I metodi per il miglioramento delle caratteristiche geotecniche dei terreni potenzialmente liquefacibili possono essere classificati come segue: 1. sostituzione; 2. compattazione dinamica; 3. abbattimento delle pressioni neutre; 4. iniezioni; L’applicabilità delle tecniche di bonifica rispetto alla composizione granulometrica è indicata nella figura 1. Nel grafico sono indicati anche i profili limite di Tscuhida (1970) che identificano i terreni potenzialmente liquefacibili. Le sigle si riferiscono all’effetto sul terreno previsto per ognuna delle singole tecniche, secondo il seguente schema: C1 = incremento della densità del terreno; C2 = incremento della pressione di confinamento

Figura 1

efficace; C3 = prevenzione del collasso dello scheletro solido; C4 = dissipazione rapida delle pressioni interstiziali; D1 = rinforzo del terreno e ridistribuzione dello sforzo di taglio sismico. Nella descrizione che seguirà delle varie tipologie d’intervento si forniranno indicazioni sul principio fisico che sta alla loro base e sulle condizioni di applicabilità, in modo da fornire una guida sintetica alla scelta della tecnica più adeguata. Sostituzione In generale se il livello potenzialmente liquefacibile è

posizionato in prossimità della superficie e il suo spessore non supera, indicativamente, i 3,0-3,5 m, il sistema più economico per eliminare il rischio di liquefazione è quello di sostituire il terreno in questione. Il materiale asportato andrà rimpiazzato con terreno granulare, essenzialmente sabbia grossolana e ghiaia, caratterizzato da un coefficiente di permeabilità e da un grado di addensamento superiori a quello del terreno originario. L’intervento di sostituzione del terreno naturale può essere completato eventualmente con l’inserimento di georinforzi, per ridurre le deformazioni e incrementare la resistenza al taglio del terreno.

Non sono assolutamente da impiegare, come materiale sostitutivo, terreni a granulometria fine, limi o argille, di difficile compattazione e soggetti a cedimenti di consolidazione a lungo termine. Compattazione Si tratta di un insieme di tecniche il cui scopo principale è quello di incrementare il grado di addensamento dei terreni potenzialmente liquefacibili attraverso le vibrazioni prodotte con opportune strumentazioni. L’efficacia degli interventi di compattazione dipende principalmente dalla granulometria del deposito. In livelli con un’elevata percentuale di fine i metodi dinamici sono scarsamente efficaci. IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 89


GEOLOGIA Figura 2: Stima della densità relativa post-trattamento con rullo vibrante (U.S.Army Corps of Engineers).

In generale queste procedure sono da prendere in considerazione nel caso di sabbie con percentuale di fine, limo e argilla, inferiore al 20%. Rulli vibranti È il sistema di compattazione più semplice ed economico. Si tratta essenzialmente di un rullo vibrante che viene fatto transitare in superficie. Il numero di passaggi dipende dal grado di addensamento che si desidera ottenere (figura 2). La sua efficacia è limitata al caso di livelli liquefacibili molto superficiali, in quanto la profondità massima alla quale viene risentito il trattamento è intorno ai 2 m. Figura 2

Figura 3: Geometrie della griglia d’intervento per sonde vibranti.

Esplosivi L’onda d’urto prodotta da piccole cariche esplosive, inserite in appositi prefori alla profondità richiesta, può indurre l’addensamento nei terreni granulari sciolti. La variazione di densità relativa che si ottiene non è di solito uniforme: in alcune direzioni si può avere un risultato migliore che in altre. L’intervento può essere esteso fino a una profondità massima di circa 20 m, ma è inefficace nel trattamento di livelli molto superficiali. Le cariche vanno posizionate a una profondità corrispondente ai due terzi circa dello spessore dello strato liquefacibile. La spaziatura delle verticali è

generalmente compresa fra i 3,0 e 7,5 m in funzione del peso della carica usata. Infissione di pali È frequente il caso in cui il problema della presenza di livelli stratigrafici potenzialmente liquefacibili vicino alla superficie venga risolto con l’adozione di fondazioni su pali. Questa opzione si basa sul presupposto che trasferendo i carichi dell’edificio in profondità, oltre la zona a rischio di liquefazione, si riescano a evitare gli effetti deleteri legati al fenomeno. Utilizzando pali battuti bisogna tenere in considerazione il fatto che le vibrazioni prodotte dall’infissione hanno l’effetto di aumentare il grado di addensamento dei Figura 3 livelli liquefacibili attraversati. Robinsky e Morrison (1964) hanno evidenziato che nelle sabbie sciolte l’incremento di densità relativa si estende lateralmente fino a 3-4 diametri. Si è osservata una relativa scarsa efficacia del sistema vicino alla superficie. Infatti nei primi 1-2 m sotto il piano campagna l’aumento di addensamento ottenuto con l’infissione è meno significativo rispetto a quello ottenibile a profondità maggiori. Sonde vibranti (terraprobe o altre) Il metodo consiste essenzialmente nell’inserimento di una sonda in un preforo

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collegata a una sorgente di vibrazioni, agenti in senso verticale, posta in superficie. Inizialmente la sonda viene calata a una profondità leggermente superiore a quella alla quale si trova la base dello strato liquefacibile, quindi attivata e fatta risalire lungo il foro. Normalmente prima di riportarla in superficie la sonda viene lasciata agire alla quota d’intervento per circa 30-60 secondi. Di solito si opera secondo una griglia di verticali con maglia quadrata o triangolare e lato variabile da 1 a 3 m. La profondità massima di intervento è intorno ai 20 m. Anche in questo caso il metodo è poco efficace nei primi 3,5 m sotto il piano campagna.

N

ella figura 5 è riportato il grafico elaborato da Saito (1977), in cui viene rappresentata l’efficacia, in termini di numero di colpi SPT, dell’intervento in funzione del contenuto in fine, limo e argilla, del livello potenzialmente liquefacibile. Si nota che per frazioni di fine superiori al 10% circa il metodo è poco efficace. Vibrocompattazione Nota anche con il termine di vibroflottazione, si tratta di una tecnica in cui una sonda


GEOLOGIA Figura 4: Schema della tecnica di vibrocompattazione(da Brown, 1977). Con B viene indicato il volume complessivo trattato, con A il volume aggiunto dalla superficie in fase di risalita della sonda. Figura 5: Schema di esecuzione della compattazione dinamica (da Lukas, 1995).

cilindrica vibrante, di 1,8 m di lunghezza e 0,4 m di diametro circa, detta vibroflot, viene fatta penetrare nel terreno grazie a un getto d’acqua in pressione. Raggiunta la profondità d’intervento, il getto d’acqua inferiore viene interrotto, mentre viene attivato quello sommitale. La sonda a questo punto risale a una velocità di circa 30 cm al minuto. A causa dell’addensamento del terreno prodotto dal trattamento, in superficie si forma una cavità che viene progressivamente riempita con sabbia o ghiaia pulite. Il materiale aggiunto viene spinto verso il basso Figura 4

dal getto d’acqua della sonda. Si opera solitamente con una griglia d’intervento a forma triangolare o quadrata, in cui le verticali sono spaziate fra loro mediamente da 1 a 2 m. Un’idea

dell’efficacia del trattamento può essere fornita dal grafico di figura 8. La profondità massima di trattamento è intorno ai 30 m. Compattazione dinamica (heavy tamping) Il metodo della compattazione dinamica consiste nel produrre un incremento della densità relativa degli strati liquefacibili attraverso le vibrazioni prodotte dall’impatto di una massa lasciata cadere ripetutamente sul terreno. Generalmente vengono utilizzati blocchi di calcestruzzo di alcune tonnellate di peso con un al-

lito fra 5 e 15. Vista la difficoltà di stimare a priori l'efficacia dell'intervento è consigliabile eseguire al termine un controllo, eseguendo per esempio prove penetrometriche, allo scopo di accertare l'effettivo addensamento del terreno raggiunto. Le prove andranno spinte fino a una profondità data da: D = WH con: H(m) = volata della massa battente; W(t) = peso della massa

Figura 5

tezza di caduta che può arrivare fino a 20-30 metri. Si opera generalmente con una griglia quadrata e una spaziatura delle verticali d’intervento variabile da 5 a 10 m. Il numero di colpi in ogni nodo è compreso di so-

Poiché l’impatto della massa battente sul terreno genera vibrazioni a bassa frequenza, che possono sovrapporsi alle frequenze di risonanza tipiche degli edifici, è consigliabile mantenere una distanza di sicurezza di almeno 15 m dalle strutture preesistenti. Si ricorda che il metodo risulta poco efficace per sabbie con più del 10% di contenuto in fine.

battente; = coefficiente empirico uguale a 0,65 per le sabbie; D(m) = profondità massima alla quale viene risentito l'intervento. n

Abbattimento delle pressioni neutre La suscettibilità alla liquefazione di un deposito sciolto può essere ridotta intervenendo sul tempo di dissipazione delle sovrappressioni neutre. L’incremento della permeabilità totale del terreno consente un più rapido esaurimento delle sovrappressioni idrauliche generate dal sisma. Allo scopo comunemente vengono utilizzati dreni o pali verticali costituiti da materiale granulare, sabbia e ghiaia, a elevata permeabilità. Il principio è quello di creare delle zone di deflusso rapido che funzionino da richiamo per l’acqua intergranulare presente nei livelli liquefacibili. La procedura di messa in opera è illustrata sommariamente nella figura 6. I dreni vengono posizionati secondo una griglia di forma quadrata, triangolare o esagonale (figura 7). Il calcolo della spaziatura fra le colonne granulari parte dal presupposto che il drenaggio dell’acqua avvenga solo in senso radiale (orizIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 91


GEOLOGIA Figura 6: Messa in opera dei dreni verticali (da Tsukamoto et al., 2000). Figura 7: Disposizione in pianta dei dreni verticali (da Tsukamoto et al., 2000).

Figura 8: Applicabilità dei prodotti di iniezione (U.S.Army Corps of Engineers).

glio. Con il termine iniezione s’intende quindi la saturazione dei pori con leganti di diversa natura, il cui scopo è dotare il terreno di una coesione ‘artificiale’ che renda il deposito meno suscettibile alla liquefazione. Essendo trattamenti relativamente costosi, di solito vengono utilizzati per bonificare volumi ridotti di terreno. In figura 11 vengono indicati gli intervalli granulometrici di applicabilità dei diversi prodotti di iniezione usati correntemente.

Figura 6

stono le condizioni, un’indagine geotecnica mirata allo scopo di identificare con precisione spessore e profondità dei livelli di terreno potenzialmente liquefacibili e di quantificare il rischio. Si tenga presente che gli interventi di bonifica rappresentano sempre, anche negli scenari meno complessi, una percentuale importante del costo totale dell’opera. Una valutazione preliminare di dettaglio dei volumi coinvolti nel fenomeno consente di dimen-

Figura 8

zontale) e non ci siano variazioni nel grado di addensamento del terreno da bonificare. Va tenuto presente che i dreni verticali di ghiaia, oltre ad abbassare il valore delle sovrappressioni idrauliche, hanno altri effetti positivi. In particolare la loro infissione tende a provocare l’addensamento del terreno potenzialmente liquefacibile e loro maggiore resistenza Figura 7

92 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

meccanica permette di limitare le deformazioni orizzontali indotte dal sisma. Iniezioni La presenza di coesione nel terreno tende a stabilizzare lo scheletro solido, rendendo difficile la perdita di contatto fra i granuli durante il sisma e quindi l’annullamento della resistenza al taConclusioni Considerando i non trascurabili danni potenziali che possono essere provocati dal fenomeno della liquefazione, che vanno dall’innesco di movimenti franosi al collasso di opere e manufatti, l’analisi del rischio dovrebbe essere condotta sempre in modo sufficientemente accurato. Questo significa prevedere, dove esi-

sionare correttamente, a un costo irrisorio, gli interventi di mitigazione del rischio, guidando il progettista nella scelta operativa d’intervento più appropriata ed efficace. ❑


GEOLOGIA

Bibliografia ALDO DI BERNARDO, La liquefazione dei terreni: teoria, normativa e procedure di calcolo, Edizioni Program Geo. Normativa Europea Sperimentale ENV 1998, Eurocodice 8. MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI, D.M. 14/01/2008. CONSIGLIO SUPERIORE DEI LAVORI PUBBLICI, Circolare 02/02/2009 n.617. T.CRESPELLANI, R.NARDI, C.SIMONCINI, La liquefazione del terreno in condizioni sismiche, Zanichelli Editore. ASSOCIAZIONE GEOTECNICA ITALIANA, Aspetti geotecnici della progettazione in zona sismica, Patron Editore.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 93


LIBRI

“San Rocco di Pavone” Continua il percorso editoriale del Collegio di Brescia

A

nche quest’anno il Collegio dei geometri non ha mancato l’impegno editoriale assunto alcuni anni fa. Quello cioè di offrire ai suoi iscritti un approfondimento sulla valorizzazione dell’ingente patrimonio artistico disseminato nella vasta e multiforme provincia di Brescia. Quest’anno lo ha fatto dando alle stampe il volume “San Rocco di Pavone. Iconografia tradizione e arte in una comunità della Bassa bresciana”, a cura di Francesca Bossini. Il libro, dopo le escursioni in Valle Camonica (per ammirare la mirabile Via Crucis di Cerveno) e in Valle Sabbia (a godere gli affreschi bagossi dei Da Cemmo) ci porta nella Bassa, precisamente in quella porzione di pianura che da Ghedi si estende in direzione di Pralboino correndo lungo il tracciato della roggia Santagiovanna. L’argomento del volume riguarda essenzialmente due aspetti della storia di Pavone del Mella: quello della religiosità dei suoi abitanti che nel 1513 si espresse nella costruzione della chiesetta di San Rocco e quello legato alle vicende del luogo in rapporto alla realizzazione della roggia Santagiovanna, opera idraulica resa possibile dall’accordo tra i signori dominanti della zona, i Gambara e i Martinengo; l’intesa consentì anni di relativa tranquillità e pace in quella plaga, nonostante il territorio bresciano circostante fosse oppresso da lotte, saccheggi, scontri armati e pestilenze. 94 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

Le centododici pagine del libro, riccamente illustrate, contengono tre approfonditi studi affidati a specialisti di grande rilievo: Vittorio Nichilo, Valentino Volta e Ilaria Volta. Il primo traccia un affresco socio-economico della comunità di Pavone nel periodo di passaggio tra Medioevo a Rinascimento, soffermando l’attenzione specialmente sulla condizione di vita degli abitanti nelle campagne bresciane di quel periodo, sulla loro alimentazione, sulle coltivazioni praticate, sull’influenza che agronomi come Agostino Gallo e Camillo Tarello ebbero nella conduzione di fondi e orti e sugli effetti dell’arrivo dalle Americhe da poco scoperte di cereali, ortaggi e animali sconosciuti in Europa. Valentino Volta esamina in dettaglio le vicende storiche

e urbanistiche del borgo, la sua evoluzione sotto l’influenza delle famiglie dominanti dei Martinengo e dei Gambara. Nella seconda parte del suo lavoro Valentino Volta si chiede quale sia stato il motivo che indusse i pavonesi alla costruzione della chiesetta di San Rocco. Considerata l’assenza di un evento straordinario che ne giustificasse la costruzione e visto che «nel linguaggio dell’Arte nulla accade mai per caso», afferma sia verosimile immaginarla come frutto del coagularsi di sentimenti di fede e di riconoscenza del popolo per il periodo di serenità, di pace e prosperità che in quel momento godeva la comunità «appena uscita da un medioevo portatore solo di miserie, di fatiche, di orrori». Valentino Volta fa infine una accurata analisi critica degli affreschi presenti nella chiesa: esamina ogni riquadro, osserva ogni dettaglio, senza tuttavia azzardare attribuzioni non trovando elementi di collegamento con altre situazioni pittoriche coeve, ma avanzando l’ipotesi che le pitture non siano opera di un solo artista. Il terzo e ultimo saggio, uscito dalla penna di Valen-

tina Volta, ripercorre il tracciato della roggia Santagiovanna che, dai fontanili a sud di Ghedi dove attinge le acque, si dirige con ampia curva a sud-ovest raccogliendo quelle di altre risorgive fino nei pressi della Badia di Leno per piegare poi decisamente a sud fino a Pavone e di qui, sdoppiarsi in due rami, uno verso il territorio agricolo di Pavone Mella, l’altro verso quello di Pralboino. La studiosa esamina le vicende della costruzione della roggia attraverso la consultazione di numerosi documenti, partendo dal rogito Aquani del 22 aprile 1485 in casa del conte Pietro Gambara presenti i rappresentanti del comune di Ghedi in veste di venditori del diritto di captazione e lo stesso Pietro Gambara e Scipione Maria Martinengo come acquirenti. È l’atto che avvia alla «…più importante opera irrigatoria della pianura orientale – sono parole dello storico Paolo Guerrini –, resta come testimonianza perenne delle alte benemerenze che i due condottieri bresciani in rapporto all’agricoltura, poiché il danaro iniquamente ricavato dalla professione militare e dalla guerra essi seppero convertire e redimere nelle pacifiche opere della bonifica agraria e nell’incremento della produzione economica». Il volume si presenta in veste editoriale elegante e in linea con i precedenti volumi della collana. ❑



CULTURA

Un goniometro per dividere in venti milioni di parti il meridiano Franco Robecchi

I

l mondo delle unità di misura fu, nella storia, un ginepraio fitto di termini, criteri, dimensioni, un po’ come il mondo delle monete o il mondo delle lingue. Anch’esso serviva per dare qualche certezza collettiva, ma anche per creare una grande confusione, nella quale potevano sguazzare gli esperti e i marpioni, i giocolieri del mercato, delle banche, delle pubbliche amministrazioni, che avevano spazio per le loro angherie e per le loro furbizie. Fu certamente una grande scelta l’adozione del metro, come proposta internazionale, basato sul sistema decimale. Il metro, il cui nome (dal greco “misura”) e anche il concetto furono focalizzati dall’italiano Tito Livio Burattini nel 1675, ma, al solito, fu la macchina promozionale e supponente francese a prevalere. L’Illuminismo e la rivoluzione borghese capirono che non poteva nascere una razionalizzazione di progresso se non passando attraverso criteri certi e universali di misura, e la misura lineare fu giustamente ritenuta basilare. Se il Burattini intendeva riferirsi ad un’entità inequivocabile ripetibile come il movimento del pendolo, l’ambizione di universalità e certezza spinse i Francesi a riferirsi ad una non meno assoluta entità: il meridiano terrestre. Naturalmente doveva essere un meridiano passante per Parigi e la nuova unità di misura sarebbe stata la decimilionesima parte del semimeridiano, della sua lunghezza, cioè, dal Polo Nord all’equatore. Solo che la misura del meridiano, con l’esattezza che il caso esigeva, non era nota. Ad una sua quantificazione, ovviamente non esattissima, si era giunti già dai tempi antichi. È abbastanza nota la soluzione trovata dal direttore della celebre biblioteca d’Alessandria, Eratostene di Cirene, nel terzo secolo avanti Cristo, che, in Egitto, adottando una soluzione 96 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3

molto semplice, si avvicinò moltissimo alla vera misura del meridiano. Egli rilevò l’angolo dei raggi solari, rispetto alla verticale, in due località egiziane, presumibilmente giacenti sullo stesso meridiano e nello stesso giorno, il solstizio d’estate. Una delle due località si trovava sul Tropico del


CULTURA Due perfette raffigurazioni dello strumento di Borda, nella chiosa indicato erroneamente come “Bordea”, disegnate da Jean Jacques Lequeu nel primo Ottocento.

cancro, per cui l’angolo era zero. Con un semplice ragionamento geometrico Eratostene dedusse l’angolo al centro di due raggi terrestri coincidenti con le due località. Conoscendo la distanza in superficie tra le medesime, con una semplice proporzione Eratostene dedusse una lunghezza del meridiano pari a circa 39.000 chilometri attuali, inferiore di soli 1.000 chilometri alla lunghezza normalmente oggi attribuita al meridiano. In Francia già dagli anni Ottanta del Seicento Giovanni Domenico Cassini aveva intrapreso una misurazione nuova del meridiano, poi perfezionata dal figlio Jacques, ma la sintesi fra una precisa misurazione e la definizione dell’unità metrica emerse nel clima della Rivoluzione francese. A seguito di una deliberazione del 1791, che decise l’adozione della nuova unità di misura, il metro, come decimilionesimo segmento di metà meridiano, nel 1792 furono incaricati due astronomi e geodeti, Jean-Baptiste Delambre e Pierre Méchain, di tracciare e misurare un meridiano passante per Parigi che la megalomania d’Oltralpe intendeva porre alla base dell’intera organizzazione geografica del pianeta. Infine, quelle ambizioni, durate però quasi cent’anni, furono frustrate, con l’assegnazione del ruolo di meridiano cardine a quello passante per Greenwich, nel 1884. Il meridiano di Parigi fu collocato lungo una linea che passava nel cortile del famoso Moulin de la Galette, celebrato da Toulouse Lautrec, là dove fu eretto un cippo che segna un punto di passaggio della linea ideale che congiunge Polo Nord e Polo Sud. Il meridiano, che correva in gran parte sul suolo francese, doveva però essere misurato accuratamente, almeno per un grande tratto, dal quale poi indurre la misura totale. I due scienziati decisero di collegare, con una lunga

triangolazione, le città a livello del mare di Dunkerque, in Francia, e Barcellona, in Spagna. I triangoli, infatti, dovevano essere riportati ad una forma appiattita sul livello marino. Salito il Delambre verso Nord e sceso il Méchain verso sud dovettero misurare alcune basi fondanti della triangola-

zione che furono individuate a Melun e a Perpignan. Il punto di incontro delle due misurazioni avvenne a Rodez, un centro a nord-ovest di Nîmes. Le operazioni si protrassero sino al 1798, mentre il metro fu adottato in Francia l’anno successivo. In seguito l’unità di misura fu negata e poi reintrodotta, divenendo pressoché universale, salvo nel mondo inglese, alla fine dell’Ottocento. Oggi la sua misura è data dallo spazio percorso dalla luce, nel vuoto, nella frazione di IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3 - 97


CULTURA Disegno del Cerchio ripetitore di Borda, in un’incisione ottocentesca. Il Cerchio di Borda celebrato in un francobollo tedesco. Ritratto di Jean-Charles de Borda con, sotto braccio, un suo strumento topografico: il Circolo a riflessione, che egli perfezionò sul modello dell’astronomo tedesco Tobias Mayer.

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CULTURA A destra, un tratto delle triangolazioni geodetiche tracciate in Francia alla fine del Settecento per la misurazione dell’arco di meridiano terrestre, finalizzata alla definizione del metro campione. In basso, sulle due pagine, carta geografica della Francia occidentale nella quale è tracciato il meridiano di Parigi, dalla Manica al confine spagnolo.

secondo pari a 1/299.792.458. Nel complesso procedimento geodetico settecentesco fu coinvolto anche un altro scienziato, Jean-Charles de Borda. Ingegnere, scienziato e ufficiale di marina, il Borda fu uno studioso di idraulica, come ci ricorda una formula a lui intitolata. Il Borda partecipò anche, contro gli Inglesi, che lo fecero prigioniero, alla guerra americana per l’indipendenza degli Usa. Fu un impegnato tecnico, autore di importanti tavole logaritmiche e trigonometriche, ideatore di un sistema decimale della misura degli angoli, con l’angolo giro pari a 400 gradi, e fu un ideatore di strumenti topografici. Proprio nel caso della misura dell’arco di meridiano parigino, e quindi della definizione del metro, il Borda mise a punto quello che fu poi chiamato il “Cerchio ripetitore di Borda”, uno strumento ottico per la misurazione raffinata di angoli azimutali. Lo strumento si basa sulla presenza di due cannocchiali indipendenti, ruotanti sul piano orizzontale e

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CULTURA Il cippo con la punta di lancia eretto a Montmartre e (a destra) il contesto del cortile del Moulin de la Galette, a Parigi, dove fu tracciato il meridiano che si voleva fondante. In basso, allegoria settecentesca delle misure geodetiche per la definizione dell’unità di misura metrica.

sullo stesso asse. Con essi, di volta in volta impostati su due traguardi dello stesso angolo, la misura veniva ripetuta, in senso orario e antiorario, così da offrire una sistematica verifica. La concentrazione di eccelse professionalità storiche nella vicenda della misura geodetica dell’arco di meridiano e dell’identificazione del metro-campione non si ferma qui. Il Cerchio di Borda, in quell’occasione settecentesca, ma anche dopo la morte del Borda, avvenuta proprio in quegli anni, nel 1799, fu costruito da un celebre artefice, Etienne Lenoir. Il Lenoir, che firmava i suoi strumenti come un artista (“Lenoir à Paris”), collaborò con il Borda per la migliore realizzazione dell’apparecchio. Alcuni storici lo ritengono, anzi, il vero inventore dello strumento. Il Lenoir, che era nato nel 1744, fu incaricato dal Borda di costruire il Cerchio ripetitore intorno al 1772. Egli era del tutto privo di istruzione, ma aveva maturato una immensa ed intelligente esperienza nella costruzione meccanica di strumenti astronomici, topografici e per la navigazione. Nel 1787 fu nominato dalla monarchia “ingegnere certificato del re” e, in seguito, fu incaricato di confezionare il campione in platino del metro che infine fu determinato dalla laboriosa operazione geodetica e ingegneristica. Etienne Lenoir non è da confondere con l’omonimo inventore belga che, nella seconda metà 100 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3


CULTURA

dell’Ottocento, fu un pionieristico inventore di interessanti innovazioni inerenti al motore a scoppio, soprattutto per le nascenti automobili. Le personalità di altissimo profilo attivate per la grande innovazione illustrano una grande stagione del progresso tecnico mondiale, che ebbe nella Francia del Settecento un suo fulcro innegabile. Le tecniche meccaniche, topografiche, geodetiche, il pensiero astronomico e matematico, la scienza riversata sull’organizzazione civile, economica, commerciale, l’organizzazione statale capace di efficienza e progetto, lo spirito di innovazione sono fattori e qualità che hanno portato l’umanità verso grandi passi nell’evoluzione. Sono caratteri dei quali oggi avremmo più bisogno che mai, in Italia, per accelerare la visione della luce alla fine del tunnel, in questo momento di grande difficoltà. Anche l’esempio di Cassini, Borda, Delambre e Lenoir può tornarci utile. ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3 - 101


TEMPO LIBERO Alberto Simonelli

G

razie alla collaborazione del Collegio è stata creata la squadra di calcio dei geometri della provincia di Brescia nella speranza di formare un gruppo di colleghi che vedono nello sport uno straordinario mezzo di aggregazione e comunicazione. Partecipare al campionato nazionale per noi è stata l’opportunità di comunicare, al Collegio e soprattutto alla nostra provincia, che i geometri ci sono, sanno collabo-

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Sport, aggregazione, solidarietà gli obiettivi del XV campionato nazionale di calcio per geometri rare e i giovani sono pronti a mettersi in gioco per il futuro della professione. Già dalla prima partita del girone di qualificazione con Asti, come nelle successive con Salerno e Venezia, per la nostra squadra che, ricordo, neo costituita e alla prima partecipazione, è stata soprattutto una opportunità di realizzare una sana collaborazione, contribuendo, ognuno nel proprio ruolo, al raggiungimento di un obiettivo comune. Abbiamo po-

tuto sperimentare sul campo di gioco ciò che auspichiamo possa essere realizzato anche nell’attività professionale. Ringrazio i tre Collegi del primo girone per i complimenti a fine partita, per le strette di mano, gli abbracci, gli auguri e il tifo che ci hanno regalato nelle partite successive. Ai sorteggi per le sfide a scontro diretto del mercoledì sera, Brescia era presente al completo. Tutti sen-

tivano il momento e tutti volevano essere presenti alla decisione sul nostro futuro, proprio come accade oggi alla nostra professione. Noi geometri bresciani, pur consapevoli del momento di profonda evoluzione e rinnovamento della nostra professione di geometra, anche con la partecipazione a questo evento di portata nazionale, abbiamo voluto dare dimostrazione di essere pronti a rimetterci in gioco, per il nostro futuro.


TEMPO LIBERO La formazione che ha conquistato il quarto posto ai Campionati nazionali geometri di calcio. Da sinistra: Michele Beretti, Claudio Piscioli, Emanuele Bacca, Matteo Vinzoli, Alberto Corsini, Marco Turra, Marco Ferretti. Accosciati: Enrico Franzoni, Alberto Simonelli, Paolo Otello, Massimo Orioli, Alessandro Pinelli. Facevano parte della selezione bresciana anche Matteo Francinelli Andrea Gorini, Mario Esposito, Enrico Lombardi, Stefano Piazzi, Remo Salari, Davide Zani, Giuseppe Zipponi, Matteo Agnelli, Marco Letti

Nei quarti di finale dall’urna è uscita la sfida con Pesaro Urbino. Il giorno successivo è stata proprio una battaglia, che si è protratta oltre i tempi regolamentari, decisa da un gol all’ultimo minuto del collega Bacca su un bellissimo cross di Gorini.

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obbiamo anche ringraziare il nostro portiere Vinzoli che durante il primo tempo ha parato un rigore. Bello vedere la felicità di tutta la squadra dopo il rigore parato, vedere la fatica e la determinazione messa in campo nei minuti successivi fino all’esplosione al gol qualificazione. Era difficile, in quel momento, smettere di esultare … ma siamo riusciti a fare anche questo, per disputare l’ultima manciata di minuti fino al fischio finale. Nei due giorni successivi si sono disputate le semifinali e le finali. Consapevoli dell’ottimo risultato fino a lì raggiunto, con la stanchezza che nei giorni avanzava, le due partite, nonostante il costante impegno, si sono concluse con le vittorie dei collegi di Arezzo e Firenze. Due sconfitte, per un quarto posto che, comunque, ci rende orgogliosi. Un quarto posto fortemente voluto, per dare un segnale positivo a tutti i colleghi bresciani, ma anche per lasciare spazio al domani che speriamo ci regali nuove soddisfazioni. Colgo l’occasione per fare i complimenti, a nome di tutta la squadra di Brescia, ai

Dall’alto: il rigore parato nei quarti di finale nella partita contro il Pesaro; il gol vittoria di Emanuele Bacca al Pesaro; un’azione d’attacco nella finalina con Firenze.

Collegi di Arezzo, Torino e Firenze che ci hanno preceduto in classifica, al Collegio organizzatore di Forlì-Cesena per l’ospitalità e alla Geosport per aver guidato i 22 collegi partecipanti allo sviluppo di una manifestazione di solidarietà che ha portato, attraverso una partita della Nazionale dei geomertri contro una rappresentativa di ex giocatori di serie A, alla raccolta di fondi da destinare ai Collegi colpiti dai terremoti dell’Emilia Romagna. Infine, ringrazio personalmente il mio Collegio per la fiducia dimostrata fin dalla nascita di questa squadra, dal Presidente Platto, al Direttore Benedini, ai colleghi Piotti e Maruffi e voglio complimentarmi coi miei compagni per l’esperienza trascorsa insieme, per quello che hanno saputo dare in campo e fuori. Chiudo riportando uno spezzone di un messaggio che un collega che ha partecipato al torneo ha trasmesso a tutto la squadra: «…grazie a tutti per l’amicizia, per il sacrificio, per l’unione, per gli scontri e per i chiarimenti, per tutto quello che non mi aspettavo e invece è successo …». ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 103



Novità di Legge a cura del geom. Alfredo Dellaglio

Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri. Decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti 27 febbraio 2012 (Gazzetta Ufficiale 9 marzo 2012 n. 58) Differenze percentuali tra tasso d’inflazione reale e tasso d’inflazione programmato, per l’anno 2011. Com.Ministero Infrastrutture e Trasporti 7 marzo 2012 (Gazzetta Ufficiale 7 marzo 2012 n. 56) Linee guida per i controlli antimafia indicate dal Comitato di coordinamento per l’alta sorveglianza delle grandi opere ai sensi dell’art.16, comma 4 del Dl 29 aprile 2009 n. 39, convertito nella Legge 24 giugno 2009 n. 77, recante “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici della Regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di Protezione Civile”. Decreto Ministero Infrastrutture e trasporti 11 novembre 2011 (Gazzetta Ufficiale 6 marzo 2012 n. 55) Procedure schemi tipo per la redazione e la pubblicazione del programma triennale, dei suoi aggiornamenti annuali e dell’elenco annuale dei lavori pubblici e per la redazione e la pubblicazione del programma annuale per l’acquisizione di beni e servizi ai sensi dell’art.128 del D.Lgs 12 aprile 2006 n.163 e succ mod . Circ.Ministero Ambiente e Tutela Territorio 16 febbraio 2012 (Gazzetta Ufficiale 1 marzo 2012 n. 51 Supplemento Ordinario n. 3) Circolare attuativa, ex art 2, comma 1, lettera s) del D.25 novembre 2008 “Disciplina delle modalità di erogazione e di finanziamenti a tasso agevolato … Fondo rotativo per il finanziamento delle misure finalizzate all’attuazione del protocollo di Kyoto. Decreto Ministero Sviluppo Economia 7 gennaio 2012 (Gazzetta Ufficiale 7 marzo 2012 n. 56) Disposizioni attuative del D.2 dicembre 2009 ai fini della risoluzione anticipata delle convenzioni 6/92 per gli impianti alimentati da combustibili di processo o residui o recuperi di energia.

Decreto Ministero Sviluppo Economia 29 marzo 2012 (Gazzetta Ufficiale 31 marzo 2012 n. 77 Norme in materia di stoccaggio strategico di gas naturale. Legge 24 marzo 2012 n. 27 (Gazzetta Ufficiale 24 marzo 2012 n. 71 Supplemento ordinario n. 53/L) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-Legge 24 gennaio 2012 n.1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività. Decreto-Legge 2 marzo 2012 n. 16 (Gazzetta Ufficiale 2 marzo 2012 n. 52 Conversione in Legge 26 aprile 2012 n. 44 (Gazzetta Ufficiale 28 aprile 2012 n. 99 Supplemento Ordinario n. 85) Disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e potenzionamento delle procedure di accertamento. Com. Ministero Lavoro e Politiche Sociali 23 marzo 2012 (Gazzetta Ufficiale 23 marzo 2012 n. 70) Previdenza Professionale Geometri – Adeguamento per il 2012 di limiti, contributi e prestazioni previsti dal Regolamento per l’attuazione delle attività di previdenza e assistenza e del Regolamento sulla contribuzione. Com. Ministero Lavoro e Politiche Sociali 22 marzo 2012 (Gazzetta Ufficiale 22 marzo 2012 n. 69) Approvazione delle delibere 12/2011 e 13/2011 della Cassa Italiana di previdenza ed assistenza dei geometri liberi professionisti in data 24 novembre 2011. Ord. Presidenza Consiglio dei Ministri 29 febbraio 2012 n. 4007 (Gazzetta Ufficiale 7 marzo 2012 n. 56) Costruzioni in zone sismiche . Decreto Ministero Interno 16 marzo 2012 (Gazzetta Ufficiale 30 marzo 2012 n. 76) Piano straordinario adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi per alberghi e strutture ricettive.

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Aggiornamento Albo

Iscrizioni all’Albo con decorrenza 28 maggio 2012 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

6210

Ferrari Fabrizio (Reiscriz) Iseo (Bs) 09/08/1970

25050 Passirano (Bs) Via Irma Marchiani 13 Loc. Monterotondo

6211

Fara Giansandro

CiriĂŠ (To) 20/02/1972

25018 Montichiari (Bs) Via P.A. di Francia 4

6212

Gozza Federico Mattia

Gavardo (Bs) 25/07/1984

25088 Toscolano Maderno (Bs) Via Resola 28

6213

Mazzoldi Alberto

Brescia 01/08/1987

25080 Mazzano (Bs) Via Matteotti 48

6214

Zampedrini Simone

Brescia 06/03/1984

25020 Flero (Bs) Via Umberto I 47

6215

Danesi Romina

Iseo (Bs) 07/12/1989

25040 Corte Franca (Bs) Via Grumi 10

6216

Pianta Alex

Brescia 14/06/1988

25075 Nave (Bs) Via Brescia 220

6217

Rubagotti Marco

Brescia 29/09/1989

25030 Trenzano (Bs) Via Volta 18 Fraz. Cossirano

6218

Sartorelli Paolo

Brescia 01/09/1989

25123 Brescia Via Zadei 60

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Anno XXXVII N. 3 maggio-giugno 2012

Rivista bimestrale d’informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia

con la collaborazione dei Collegi delle province di

Cremona Lodi Mantova Sondrio

Contiene I.R.


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