Il Geometra Bresciano - n.1 del 2012

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IL GEOMETRA BRESCIANO

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Anno XXXVII N. 1 gennaio-febbraio 2012

Rivista bimestrale d’informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia

con la collaborazione dei Collegi delle province di

Cremona Lodi Mantova Sondrio



IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia

Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli.

Direttore responsabile Bruno Bossini

Sommario

Segretaria di redazione Carla Comincini

EDITORIALE - Nuovo Ordinamento: iscrizione all’Albo e “modesta costruzione” 2

Concorso di idee per San Giacomo al Mella. In arrivo le adesioni 67

Redazione Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini, Stefano Benedini, Nadia Bettari, Laura Cinelli, Alessandro Colonna, Mario Comincini, Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio, Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Guido Maffioletti, Franco Manfredini, Giuseppe Mori, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Giovanni Platto, Valeria Sonvico, Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi

INTERVISTA - Amadasi: «La Cassa è in salute, ma in discussione ora è il futuro della professione» 4

LEGISLAZIONE - Aggiornamento del costo di costruzione di edifici residenziali (anno 2012) 52 Dal 1° gennaio 2012 il bonus del 36% è diventato strutturale 54 La prevenzione incendi cambia: nuova normativa, nuove procedure e Scia 60

Hanno collaborato a questo numero Beppe Battaglia, Andrea Botti, Francesco Cuzzetti, Matteo Furloni, Antonio Gnecchi, Roberto Manella, Riccardo Massaroni, Alessandro Monacchi, Rosario Rampulla, Giuseppe Carlo Redaelli, Franco Robecchi, Isidoro Trovato, Maurizio Zanini Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Editing, grafica e impaginazione Francesco Lonati Fotografie Studio Eden e Francesco Lonati Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Malta 10 - 25125 Brescia Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031 Stampa IGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia) Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20 Di questa rivista sono state stampate 9817 copie, che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio. N. 1 - 2012 gennaio-febbraio Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Brescia Associato alI’USPI Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Le nuove supergaranzie per le Casse professionali: equilibrio gestionale per 50 anni 10 Professional Day 12 Certificazione energetica: i nuovi obblighi e il sistema dei controlli 28 Il mercato immobiliare in provincia di Brescia. Abitazioni 30 Il sito internet del Collegio: servizio sempre più apprezzato 36 L’attività del Collegio di Brescia novembre 2011-gennaio 2012 38 Sono 500mila i metricubi di amianto da smaltire nel Bresciano 39 Seminario di urbanistica a Lumezzane 40 Nuova sede per l’Associazione Geometri di Valla Camonica 42 “Geometri di Valle Camonica” a Roma in visita alle sedi della Cassa e del CNG 44 “Prevenzione incendi”. Le nuove procedure illustrate nel seminario del 24 gennaio 56 DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Standard di qualità: la certificazione energetica 16 DALLA CASSA - Quadro riepilogativo dei trattamenti pensionistici della Cassa di previdenza 20

DAL COLLEGIO DI LODI - Stima dell’indennità di sopraelevazione 64 DAL COLLEGIO DI MANTOVA- Orientamenti tariffari in materia catastale 66 AGRICOLTURA & FORESTE - Nitrati: istruzioni per l’uso 68 GEOLOGIA - Misura della velocità delle onde sismiche di taglio (Vs) con metodi geofisici 72 TECNICA - L’isolamento acustico degli edifici a norma di legge (parte terza) 76 Linee guida Leed … ora anche per le pietre naturali 88 CONDOMINIO - Deregulation: chi garantirà l’opera del professionista? 92 CULTURA - Tecnica e lavoro nella grafica pubblicitaria ottocentesca 94 Novità di legge La parola agli esperti Aggiornamento Albo

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LEGALE - Limiti per le riforme sulle distanze legali nel condominio 22 SICUREZZA CANTIERI - Nuovo Cd sulla sicurezza: un tema che riguarda tutti i professionisti 24 SCUOLA - Cambiare il praticantato: formazione-lavoro per preparare i nuovi geometri 46

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1 - 1


EDITORIALE Bruno Bossini

È

un’occasione irripetibile quella che il Decreto “Salva Italia” recentemente approvato offre alla nostra categoria sull’annosa questione (mai risolta) del nuovo Ordinamento professionale dei geometri. Ma è anche un’occasione insperata perché, come dice il Presidente Savoldi su “Geocento” sett.-ottobre, «per la prima volta a riscrivere i regolamenti professionali sono chiamate direttamente le categorie interessate». Occasione irripetibile anche perché il Governo ha fissato una data inderogabile (il 13 agosto 2012), alla scadenza della quale decadranno tutte le norme precedenti regolanti le professioni. Lo stesso Governo, entro la medesima data (e sempre che le varie categorie siano adempimenti nel predisporli) si è impegnato ad approvare i nuovi Regolamenti. Entro breve tempo quindi le tanto agognate norme riguardanti la nostra categoria potrebbero diventare realtà. A tale proposito il Consiglio Nazionale geometri si è già mosso con tempestività. La “bozza” di regolamento predisposta, già presentata per sommi capi nell’ultima Assemblea dei Presidenti, è stata poi sottoposta all’esame dei Consigli provinciali che, in stretto rapporto con le Consulte Regionali, stanno esprimendo i loro pareri sulle tematiche che da essa emergono. Il Consiglio Nazionale spera vivamente entro 2-3 mesi di 2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

Nuovo Ordinamento: Iscrizione all’Albo e “modesta costruzione” giungere alla stesura definitiva del testo, in modo tale da sottoporlo al competente Ministero per la definitiva approvazione. In questa sede ci pare opportuno porre all’attenzione alcune norme, a mio parere, meritevoli di commento approfondito: quella dell’accesso alla libera professione, quella sul proposto Consiglio Regionale e la “modesta costruzione”. Sulla prima il nuovo Ordinamento proposto si rifà, molto giustamente, ai criteri che stanno alla base del decreto recentemente approvato sulle liberalizzazioni e che si richiama, peraltro, anche a lle semplificazioni adottate il mese scorso. La nuova regola intende eliminare qualunque barriera di accesso all’Albo. Per favorire ciò, ecco la novità della “iscrizione telematica” dietro semplice comunicazione dell’interessato. Il suo adempimento è infatti ritenuto un “atto dovuto”, perché, secondo legge, un geometra diplomato o laureato, dopo aver concluso il periodo formativo con l’esame di maturità, dopo aver svolto il praticantato e superato l’Esame di Stato, acquisisce il diritto di esercitare la libera professione. E tutto ciò senza che il Collegio sia tenuto ( come ora è di prassi) a verificare i requisiti di ammissibilità, a deliberare l’iscrizione all’Albo e a comunicarla all’interessato nei tempi d’attesa che possono variare dai pochi giorni (nei Collegi virtuosi) ai 60 giorni di legge o più, in caso di di-

niego all’iscrizione e successivo ricorso dell’interessato. La seconda regola, quella del nuovo organismo regionale, almeno a noi bresciani e lombardi, risulta quanto meno controversa. Il nuovo apparato istituzionale, destinato a ricevere on line le comunicazioni d’iscrizione per poi smistarle ai singoli Collegi provinciali, dovrebbe anche garantire gli iscritti sull’attività disciplinare dei Collegi, ponendosi come “organismo giudicante terzo” tra i medesimi ed il Consiglio direttivo del Collegio di loro appartenenza.

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parte la pura questione economica (il nuovo organismo regionale potrebbe costare dai 120 ai 130mila euro/anno in Lombardia) pensiamo che l’iscrizione all’Albo possa benissimo continuare a essere gestita da ogni singolo Collegio dotato di procedure computerizzate. Ed anche per quanto attiene ai dispositivi disciplinari essi potrebbero essere assicurati dagli stessi Collegi provinciali attraverso l’istituzione di un nuovo Consiglio all’uopo eletto. È molto probabile che il Consiglio Nazionale si sia orientato verso la soluzione sopra descritta in un’ottica di uniformità di giudizio a livello nazionale, dopo aver verificato che non tutti i Collegi possono offrire garanzie e strutture informatiche al servizio del ricevimento on line delle iscrizioni e abbiano difficoltà a eleggere un

nuovo organo disciplinare: la cosa probabilmente risponde a vertità. Ma anche in tale evenienza ci chiediamo: non è più conveniente per la Categoria investire risorse nel miglioramento di quelle poche realtà non autosufficienti, piuttosto che pensare a nuovi e costosi apparati regionali, dei quali peraltro non è garantita l’efficienza? Sulla “modesta costruzione”, che noi geometri riteniamo rientri nelle nostre competenze, costituendone anzi il “baluardo”, solo da pochi anni essa è stata messa in discussione dalla concorrenza dei laureati. Molto bene quindi ha fatto il nostro Consiglio Nazionale a introdurre nella bozza di ordinamento il nuovo concetto di modesta costruzione. Ci pare però non propriamente attinente alla nostra professione il riferimento alle norme tecniche per costruzioni in ambito sismico (Decreto del 14 gennaio 2001). Tale decreto tratta, infatti, ambiti di lavoro che i geometri nella stragrande maggioranza dei casi non svolgono e non intendono praticare. L’art. 7.8.1.9 (semplice costruzione in muratura e muratura armata) e gli altri articoli della bozza (il 4.5.6.4 - 7.2.2 7.8.3.1 - 7.8.5.1 sulla verifica delle tensioni ammissibili, sui criteri di progetto riguardano problematiche di calcolo di cemento armato in ambito sismico, che esulano dalle nostre competenze. La nozione di modesta costruzione per noi geometri non


EDITORIALE La nota del Presidente Il geometra: chi è e chi vuole essere l geometra è quel professionista polivalente intermedio che la società italiana ha chiesto e continua a richiedere con apprezzamento. Distinguiamo il geometra libero professionista dal geometra professionista con contratto di lavoro subordinato. Ambedue sono professionisti: i primi, offrendo le proprie prestazioni professionali ai vari clienti o enti che ne richiedono l’operato; i secondi, alle dipendenze del proprio datore di lavoro. Nella nostra società di cosa si occupa il geometra libero professionista? È considerato il principale tecnico di famiglia, con la quale si relaziona con etica e amicizia e ad essa rivolge i propri servigi professionali per molteplici esigenze quali: rilievi topografici, progettazioni, preventivi, appalti, direzione lavori, contabilità e liquidazione lavori di fabbricati nuovi o ristrutturati, completi di rilievi, sicurezza cantiere, risparmio energetico e relative certificazioni, acustica, sicurezza antincendio, accatastamenti e tutte le relative certificazioni e pratiche burocratiche. Predispone perizie di valutazioni immobiliari, divisioni patrimoniali, successioni, gestioni amministrative di aziende agricole e condomini. Risponde a incarichi di C.T.U. (consulente tecnico d’ufficio) incaricato dal Giudice; C.T.P. (consulente tecnico di parte); perizia danni causati da calamità naturali sui prodotti agricoli ecc. Qui mi fermo nell’elenco delle possibili prestazioni professionali del geometra libero professionista per non allungarne la lettura. Cosa fa il geometra dipendente da impresa edile o ditte varie? È l’anello di congiungimento fra il progettista e le maestranze per l’esecuzione dei lavori. Predispone analisi di costo, preventivi, assistenza cantiere, contabilità, direzione di cantiere, coordina i tempi di interventi e collegamenti fra le varie lavorazioni che concorrono alla realizzazione dell’opera, cura la manutenzione delle strutture industriali, commerciali, ecc. Dalle citazioni, seppure in difetto, sopra riportate, emerge la polivalenza del tecnico geometra. Cosa vuole essere il geometra del futuro. Norme europee richiedono la laurea a chi esercita la libera professione. Bene! Noi siamo pronti per un percorso di laurea. Attualmente la categoria si è autoregolamentata per affrontare le richieste del mercato sempre più esigenti e specialistiche con grande serietà e qualità. Nel futuro, chi non avrà competenze specifiche e di grande qualità da offrire alle richieste della comunità e in particolare dello specifico cliente, sarà inevitabilmente emarginato. Corsi di preparazione per specifiche competenze e relativi aggiornamenti, sono in essere per tutta la categoria dei geometri, non-

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si riferisce tanto alla realizzazione di fabbricati in c. a. in ambito sismico (per i quali da sempre chiediamo la collaborazione e l’intervento di laureati specialisti), ma si incentra piuttosto su altre caratteristiche tipologiche che in sintesi potrebbero essere così riassunte: – fabbricati residenziali di 23 piani fuori terra per case singole, bifamilari o a schiera; – fabbricati industriali in struttura prefabbricata in c.a. (la cui progettazione e D.l. resta in ogni caso a carico del costruttore/pre-

fabbricatore). Tali tipologie di fabbricati nelle competenze dei geometri avranno struttura portante in muratura (con limitato uso di semplici cementi armati e per i soli pilastri centrali, travi in spessore e non, solai e sbalzi di luce limitata, rampe scale in semplice appoggio, architravi di luci limitate, ecc.) e volumetria che dovrà essere studiata ad hoc a seconda della destinazione dell’immobile. Per quanto poi attiene alle costruzioni che esulano da tale tipologia, e che quindi

ché corsi post diploma quali IFTS-ITS che preparano il geometra ad affrontare il mercato del lavoro, con alta specializzazione tematica molto richiesta, all’età di 20-21 anni e con soddisfacenti risultati economici. Cosa chiede il geometra all’Università? Una laurea specifica del geometra con programmi e piani di studio adeguati alla sua polivalenza e non essere considerato un intruso in percorsi di laurea programmati per altre categorie con scarsi risultati sul mercato del lavoro e specialmente nell’ambito della libera professione. La laurea del geometra non sarà certamente una fabbrica di disoccupati, anzi, produrrà prospettive di lavoro sempre in espansione. La laurea del geometra con i relativi piani di studio universitari deve essere considerata alla stregua di un abito fatto su misura per la polivalente professione del geometra, tanto richiesta, ma altrettanto ostacolata e sacarsamente presa in considerazione dai vari Atenei. Il futuro del geometra libero professionista non dovrà più ricadere in contestazioni di competenze con altre categorie e l’occasione delle liberalizzazioni delle professioni è propizia per la realizzazione della specifica laurea del geometra facendo chiarezza anche sulla denominazione degli istituti tecnici per geometri, ora denominati tecnici delle costruzioni, ambiente e territorio, ma pur sempre geometri, tecnici capillarmente diffusi su tutto il territorio nazionale. La professione ordinistica del geometra, come anzidetto, capillarmente presente in ogni Comune nazionale, per la sua competenza e nel modo concreto e amichevole di rapportarsi con la società e le istituzioni pubbliche, rappresenta un notevole segmento delle libere professioni ordinistiche a garanzia del cittadino e della società in generale. Non si condanna una categoria professionale che tanto ha dato negli anni passati, se non anche nei secoli passati, ed apprezzata dalla nostra società civile, ad una mortificazione della propria attività quando la stessa categoria chiede più cultura per un maggior sapere e saper fare e rappresenta una risorsa attuale e futura per la nostra bella Italia. L’attuale momento politico è un’occasione propizia, se la politica ci ascolta, per realizzare le aspirazioni insite nel Dna del geometra, abbandonando ogni spinta egoistica di categorie professionali, ma tenendo in massima considerazione oltre che al saper, il saper fare. L’occasione mi è propizia per porgere a tutti i geometri ed all’Italia intera i migliori auguri di Buona Pasqua. Con cordialità

Il Presidente Giovanni Platto

superano il concetto di “modesta costruzione”, perché non avvalersi del progetto a firma congiunta con altri specialisti laureati?

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er quale motivo – ci chiediamo – dovrebbero sorgere a carico dei geometri problemi di competenza quando il committente senza coercizioni intenda affidare direttamente a due o più professionisti l’incarico di progettazione e direzione lavori del suo costruendo immobile, in modo tale che a ciascuno di essi compe-

tano esclusivamente le responsabilità professionali per le quali è abilitato? E soprattutto quali impedimenti potrebbero venirci dalla Magistratura di fronte ad un disciplinare sottoscritto secondo legge che precisi i singoli ruoli operativi e le relative responsabilità senza nascondere ipotesi di sudditanza del laureato nei confronti del geometra? Sono domande che attendono risposte dal nuovo Regolamento professionale. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 3


INTERVISTA

Amadasi: “La Cassa è in salute, ma in discussione ora è il futuro della professione” I toni sono piani, pacatissimi, lontani da ogni eccesso verbale. Ma forse proprio per questo l’allarme risuona più forte, stringente, convinto. “In discussione – dice Fausto Amadasi quasi al termine dell’intervista che ci ha concesso alla fine di gennaio – non è tanto il futuro della nostra Cassa autonoma di previdenza che ho l’onore di presiedere, quanto piuttosto la sopravvivenza stessa della nostra categoria. La nostra Cassa infatti è in salute grazie ai provvedimenti presi negli ultimi anni ed è in condizioni di garantire le prestazioni ai colleghi e di fare tutto quanto necessario per rispettare anche le impegnative richieste di sostenibilità a 50 anni. Il problema è però un altro, ovvero il futuro della nostra professione”. Il capitolo non ancora completamente chiarito delle liberalizzazioni, la partita delle società tra professionisti aperte ai soci di capitale, persino il tema della pubblicità degli studi sono infatti a parere di Amadasi tutte questioni aperte che possono avere effetti devastanti sul presente e soprattutto sul futuro del geometri. Temi e problemi sui quali si discute da anni, ma che ora pare verranno decisi in poche settimane dal Governo Monti “con una minima interlocuzione con le categorie e nessun reale dibattito nel paese”. Il rischio, secondo Amadasi, è la marginalizzazione della nostra professione e la ulteriore, forte contrazione dei redditi dei geometri. Con l’effetto immediato d’una secca riduzione della contribuzione che finirebbe per riverberarsi anche sull’equilibrio e l’esistenza stessa della Cassa.

4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

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residente Amadasi, il tema delle pensioni occupa da mesi le prime pagine dei giornali, ogni stagione porta nuovi allarmi in tema di sostenibilità della previdenza e delle Casse, nuove ipotesi contributive, riforme, accorpamenti, rivoluzioni… Verrebbe da chiedere: a che punto è la notte? «Provo a rispondere a tono dicendo che la notte resta buia, molto buia. E, si badi bene, la notte è buia non tanto per le pensioni, i pensionati di oggi e di domani e la nostra Cassa autonoma di previdenza, quanto per la nostra professione, il nostro lavoro, il nostro reddito. Dico questo non certo per parlare d’altro rispetto alla tua domanda, Direttore, ma perché non c’è modello matematico virtuoso e non c’è floridissima Cassa di previdenza che possa resistere a lungo se viene meno la categoria di riferimento, il reddito degli associati e i loro relativi contributi. E purtroppo le discussioni di questi giorni sul tema generale delle liberalizzazioni, in particolare le norme che stanno venendo avanti dal Governo e dal Parlamento possono essere molto penalizzanti per i geometri e, in ultima istanza, anche per la nostra Cassa». A cosa ti riferisci in particolare? «Gli aspetti sono tantissimi, ma tutti accomunati da un preconcetto negativo sulle libere professioni che mi pare egemone tanto nel dibattito politico quanto, forse ancor di più, nella sua traduzione sui giornali e ad uso

dell’opinione pubblica. I geometri, al pari di tutti gli altri professionisti, sono considerati una casta che gode di grandi privilegi, magari fiscalmente poco disciplinata, mentre i Collegi sono corporazioni poste a difesa di privilegi medioevali. Troppo spesso non ci si preoccupa di confrontarsi lealmente con la realtà ma ci si limita allo sproloquio urlato nei talk show televisivi che, purtroppo, spesso si traducono in provvedimenti legislativi sciagurati». È un quadro a tinte foschissime… «Mi auguro d’essere solo un pessimista, anche perché per ora molti provvedimenti sono stati solo annunciati, ma abbiamo poche settimane per cercare di modificare un disegno che, se realizzato senza le necessarie correzioni, sarebbe distruttivo per la professione. Penso ad esempio alle cosiddette liberalizzazioni…». Per la verità il dibattito sulle liberalizzazioni non ha visto i geometri nell’occhio del ciclone; anzi, secondo molti colleghi, noi siamo una categoria atipica che, ad esempio, fa di tutto per favorire l’accesso dei giovani alla professione, non ha barriere rilevanti all’ingresso, in buona sostanza non ha privilegi particolari da difendere. «Il guaio è che, anche in tema di liberalizzazioni, il dibattito finito sui giornali è fatto soprattutto di stereotipi e slogan mentre restano in ombra i contenuti erroneamente considerati marginali, ma che invece rien-


INTERVISTA Il Presidente della Cassa di Previdenza dei geometri, Fausto Amadasi (a sin.), a colloquio con il Direttore della rivista Bruno Bossini

trano in un ben preciso disegno di marginalizzazione delle professioni. Pensiamo per esempio all’apertura della professione alle società con soci esclusivamente di capitale. Qui i rischi mi paiono molto evidenti, anche se il dibattito pubblico non ne ha fatto minimamente cenno. Penso ad esempio al rapporto di inevitabile sudditanza tra il professionista e il socio di capitale, molto vicino a quello tra imprenditore e lavoratore dipendente (e le storie di questi anni delle cosiddette partite Iva fasulle, nate cioè solo con lo scopo di ridurre il costo del lavoro di chi è a tutti gli effetti un dipendente, testimoniano almeno la grande attualità di questo rischio). Penso, inoltre, a quanto reddito oggi di natura esclusivamente professionale – e dunque soggetto anche al contributo previdenziale – verrà un domani incamerato da queste società sotto una voce diversa, senza contribuzione e magari con una fiscalità favorevole. Penso a come questi stessi meccanismi falseranno la concorrenza, favorendo la società con una struttura di costi più leggera rispetto al professionista che dovrà mettere in fattura anche una parte dei suoi costi previdenziali…». C’è però chi sostiene che con una spa e un capitale alle spalle anche il geometra potrà concorrere per le grandi commesse che finora lo vedono invariabilmente escluso… «Lo spero, ma temo di più la

pervasività di certi fenomeni. Guardo per esempio a quanto è successo in questi anni alle agenzie immobiliari, riunite per la maggior parte da grandi marchi in franchising con la perdita non solo dell’identità del singolo agente, ma pure d’una parte del suo reddito proprio a favore del brand che, non a caso, può farsi forte e tendenzialmente imbattibile della sua immagine pubblicitaria nazionale. Ebbene, perché non pensare che anche nelle competenze più tipiche della nostra categoria si possa assistere da domani a fenomeni simili? Penso per esempio agli amministratori di condominio e guardo alla Francia dove ci sono società per azioni che amministrano decine di migliaia di appar-

tamenti e hanno alle loro dipendenze tecnici (ma potrebbero anche essere pseudo soci prestatori d’opera) che si occupano degli immobili di una zona o di una certa fascia». Certo un orizzonte non proprio roseo. «No, e i campi a rischio sono infiniti, dalla topografia al catasto, dalla direzione lavori alla sicurezza, alla certificazione energetica etc. Per questo, visti i rischi, io credo che la categoria dovrebbe fare una battaglia senza quartiere per limitare le possibilità di un utilizzo scorretto delle nuove forme di aggregazione tra professionisti o indebite forme di concorrenza dovute al diverso trattamento fiscale e, se l’onda è comunque favorevole alle cosiddette libe-

ralizzazioni e alle nuove società, si cerchi almeno di evitare il peggio». Come? «Per le società io credo che ad esempio dovrebbe essere assolutamente prevalente l’aspetto professionale rispetto a quello finanziario, così come anche le società dovrebbero essere iscritte ad Albi e Collegi, pagare le medesime tasse e i medesimi contributi dei liberi professionisti… Se la riforma terrà conto di queste indicazioni io sono convinto che ci saranno nuove possibilità non solo per i geometri ma per l’intera società italiana. Ecco perché ritengo che siano davvero molti i temi sui quali puntare i piedi come categoria; ciò che purtroppo sembra mancare è il IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 5


INTERVISTA

tempo per una discussione approfondita. Governo e Parlamento vogliono fare presto, decidere entro maggio, ma il rischio altissimo è la distruzione di un sistema che finora, bene o male, ha funzionato, il pericolo è la creazione in un attimo d’un cumulo di macerie dalle quali sarà ancor più difficile ricostruire qualcosa di positivo”». Va detto però che l’insistenza a fare presto viene dalle richieste della Ue e dalla crisi che il paese sta attraversando; segno forse che il sistema Italia non ha funzionato perfettamente e merita d’essere rivisto. «La crisi c’è ed è profondissima, ma io ho il timore che spesso si confondano i piani e si voglia far passare per necessaria una mutazione che nasconde anche ben precisi interessi di parte. Mi spiego tornando all’ambito che più mi impegna, quello della previdenza e delle Casse: da mesi si mischiano facilmente problemi veri (l’invecchiamento della popolazione, la riduzione dei redditi e dunque dei contributi, le pensioni troppo basse della maggioranza della popolazione anziana e quelle decisamente scandalose di una piccola parte, alcuni privilegi di talune categorie come i vitalizi dei politici) ad altre questioni più o meno demagogiche riguardo ai professionisti e alle loro Casse. Di volta in volta le Casse sono dipinte come forzieri d’oro e fondi ad un passo dal fallimento, governate allo stesso modo da grandi speculatori o ingenui 6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

amministratori poco attenti allo spreco». Beh, qualche fatto di cronaca ha dato in verità adito a più d’una perplessità… «Certamente non si può negare che siano state commesse gravissime ingenuità, ma la principale regola prima di esprimere giudizi generalizzati è quella di fare un’analisi basata su dati reali e costruttiva con il necessario discernimento tra una Cassa e l’altra, tra una amministrazione, peraltro sempre vigilata dal Ministero, e l’altra, tra un fatto, una categoria e le altre. I Ministri che si sono succeduti negli ultimi anni invece hanno dato la sensazione di fare di ogni erba un fascio, con posizioni quanto meno ingenerose se non scorrette. Un’abitudine che viene da lontano, basta guardare per esempio al passaggio al contributivo». Guardiamolo insieme. «Per qualche tempo se n’è solo parlato, poi nel breve volgere d’un paio di Consigli dei Ministri si è deciso il passaggio totale al contributivo. Punto. Si è detto: da oggi c’è il contributivo per tutti senza pensare a cosa concretamente questa scelta significa. In pratica lo Stato ci dice che da oggi quello che ciascuno versa finisce in una sorta di salvadanaio e la somma versata gli verrà restituita a fine carriera quando andrà in pensione. Tutto questo senza un minimo di solidarietà tra le generazioni, tra chi è più fortu-

nato e chi non sarà in grado di versare contributi sufficienti per una pensione dignitosa per lui o per i superstiti. Il retributivo nato nel primo dopoguerra aveva una sua ragion d’essere quando è stato introdotto, perché ha consentito, con la solidarietà tra le generazioni e all’interno della categoria, di dare una pensione minima a tutti, di dare risposte assistenziali adeguate a chi non ha mai usufruito delle coperture previste per i dipendenti e ha svolto una attività precaria per tutta la sua esistenza lavorativa. Tutto questo va fatto solo se è sostenibile o perché è necessario? In tutti questi anni l’Inps, come le Casse autonome, hanno creato debito previdenziale futuro ma, mentre le Casse sono impegnate a sanare questo debito e sono considerate al pari di incoscienti cicale se non raggiungono la sostenibilità, per l’Inps il problema non si pone perché ogni anno il debito viene sanato con la fiscalità. Lo schema retributivo oggi non può più funzionare per l’invecchiamento della popolazione e la contemporanea riduzione demografica delle ultime classi entrate nel mondo del lavoro; serve pertanto una riforma, fatta magari con una adeguata gradualità, così da consentire il mantenimento d’un minimo di equità e di solidarietà tra le generazioni. Di più: il nodo della previdenza va inserito nel quadro più generale della riforma della società. Tanto per capirci: con un semplice

articolo inserito in un D.L. si possono riformare in mille modi le pensioni ma si deve tenere conto che ogni riforma previdenziale ha un impatto sociale rilevante sulla platea degli iscritti e che a sua volta l’evoluzione della società modifica radicalmente le prospettive di sostenibilità della previdenza. Venendo ai professionisti ciò significa che si possono cambiare le regole previdenziali ma si deve farlo avendo chiaro come cambia la professione, come si modifica per esempio il lavoro, ovvero il reddito sul quale i professionisti pagheranno i contributi». E invece cosa è successo? «Invece per ora stanno cambiando dalla sera alla mattina le regole previdenziali senza alcuna certezza sulla professione, il tutto spesso confuso con il tema veramente delicato delle liberalizzazioni». Tra le regole mutate in una notte c’è stata ad esempio quella della sostenibilità della Cassa passata da 30 a 50 anni. Cosa significa esattamente. «Semplicemente il Governo ha alzato improvvisamente l’asticella e l’ha messa molto, molto in alto. Il discorso tecnico è complesso e anche un po’ inutile perché di scarso significato reale. Anche noi amministratori abbiamo pensato a questa norma come ad una sorta di “stress test” per i nostri conti, ovvero una prova non tanto per valutare la reale sostenibilità della Cassa, ma per verificare la coerenza tra le re-


INTERVISTA

gole che ci siamo dati e l’evoluzione a lungo termine della gestione, così da capire se sono necessari interventi urgenti che pongano il sistema su un binario di convergenza maggiore dell’equilibrio». Tu, Presidente, dici che sfugge il significato concreto d’una verifica a 50 anni della sostenibilità, ma gli studi attuariali cercano proprio di dare senso agli equilibri di lungo periodo. «In termini astratti è così: il modello matematico attuariale, una volta inseriti i dati previdenziali degli iscritti e l’evoluzione prevedibile dei parametri Ministeriali, ci consente di valutare la convergenza o la divergenza rispetto all’equilibrio desiderato. Ma concretamente verificare l’equilibrio tra 50 anni vuol dire in pratica stabilire se le regole attuali ci metteranno in grado di pagare gli assegni non dei pensionati di oggi e neppure dei geometri di oggi che andranno in pensione domani, ma dei geometri che cominceranno a lavorare tra dieci anni e che oggi si stanno probabilmente iscrivendo alla prima media… Io non ne contesto la validità, anzi servono a capire la congruenza del sistema, ma per valutare la reale sostenibilità anche solo a 20/30 anni sono ben altri i parametri e le incognite che dovremmo poter risolvere. A cominciare, lo ripeto, dalla evoluzione nel tempo del reddito presumibile dei professionisti, dalla applicazione di aliquote contributive sostenibili da parte del professionista che

non lo mettano fuori mercato, da un trattamento fiscale delle Casse coerente con le finalità pubbliche della previdenza e, in buona sostanza, da quale ruolo avrà il geometra nella società di domani. Detto questo, da Presidente posso comunque aggiungere che, in termini generali, saremo in gradi di varare i provvedimenti necessari a superare lo stress test e che la nostra Cassa, grazie a tutte le decisioni prese negli ultimi anni, appare oggi strutturata per il mantenimento dell’equilibrio e la sostenibilità di lungo periodo». Un discorso analogo riguarda la

nuova norma che impone l’equilibrio tra quanto si incassa e quanto si spende ogni anno per le prestazioni. «Sì, ed anche se a questo proposito c’è stato un balletto poco edificante sull’interpretazione dei diversi elementi da considerare, comunque posso dire che pure su questo la nostra Cassa è sufficientemente adeguata. Aggiungo però che anche qui il nodo delle norme cangianti non aiuta certo ad avere quadri di riferimento precisi. Tanto per fare un esempio basterà dire che il decreto discusso, approvato, modificato e riapprovato sull’esenzione dell’adeguamento Istat per le pensioni sopra i 1.400 euro,

vale per la Cassa un risparmio di 3 milioni di euro ogni anno che non è propriamente una cifra ininfluente». Ed anche questa norma ha subíto più d’una modifica nello stesso giorno… «Proprio così, con buona pace delle previsioni attuariali, d’ogni teoria sui diritti acquisiti, d’ogni dichiarazione sull’intangibilità delle pensioni già definite. Ma il problema maggiore in definitiva non è questo. Ripeto: i nostri conti sono in ordine e la Cassa supererà tutti i requisiti che il Governo ha posto, compreso quello, non sempre facile da garantire, d’avere un patrimonio i-

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INTERVISTA

doneo a coprire l’ammontare di 5 anni di prestazioni. Detto questo però, da Presidente e da geometra so che la vera incognita, il nodo che rischia di strangolarci tutti è il reddito dei geometri, non tanto di quelli che sono andati o andranno presto in pensione quanto di quelli che lavorano e lavoreranno ancora per un po’ di anni. Negli ultimi tre anni abbiamo avuto una sensibile riduzione dei redditi dei geometri iscritti alla Cassa: siamo tornati ai livelli del 2006 e altre categorie sempre vicine al nostro ambito come architetti e ingegneri risulta siano tornati a livelli molto più preoccupanti». È questo il costo della crisi che nessuno vede, ma molti provano sulla loro pelle. «Proprio così. E va chiarito subito che con redditi in caduta libera e decontribuzioni tanto rilevanti non c’è sistema che si regga. In sintesi è lo stesso problema che abbiamo come sistemapaese, dove miliardi di tagli al welfare rischiano di non far abbassare d’una virgola il nostro deficit perché nello stesso periodo non si è investito sulla crescita, il Pil è diminuito e anche la fiscalità ne ha seguito la discesa”. Il premier Monti, ma anche l’intera Europa dicono di voler rispondere a questo problema rilanciando lo sviluppo, anche se in un periodo di crisi non è facile e neppure scontato. «Speriamo solo che dalle parole si passi ai fatti e senza intenti punitivi nei confronti delle categorie dei profes8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

sionisti. Anche perché senza aumento dei redditi degli iscritti, senza un freno alla decontribuzione, l’equilibrio dei conti torna inevitabilmente in discussione. Non si può infatti pensare ad aumenti di aliquota al di sopra di quel cammino già definito e che ci porterà nel

2018 al 22% costituito dal 15% sul reddito del professionista e dal 5% a carico del cliente esposto in fattura che corrisponde al 7% sul reddito». Restando alle questioni della nostra Cassa, vorrei ora se possibile un aggiornamento di alcuni dei temi trat-

tati nell’intervista che ci avevi rilasciato un anno fa. A cominciare dal passaggio di immobili dalla Cassa a un fondo di gestione immobiliare di Polaris, un argomento che aveva fatto discutere parecchio in periferia. «Il fondo è partito un anno fa e in due diversi momenti sono stati conferiti in gestione di circa 330 milioni di euro di immobili della Cassa, scelti tra quelli meno pregiati del nostro patrimonio. Per dare un giudizio al rendimento della gestione dovremo attendere inevitabilmente qualche tempo, ma conviene ricordare che l’operazione non nasce dalla volontà di modificare il risultato economico, quanto piuttosto dalla necessità di aumentarne l’efficienza con una gestione totalmente privatistica (la Cassa gestendo direttamente era per esempio costretta ad effettuare appalti pubblici per tutti gli interventi di manutenzione straordinaria), senza valutare il trattamento


INTERVISTA

fiscale degli Enti non commerciali per i quali non è possibile recuperare l’Iva. Inoltre c’è da aggiungere che le nuove norme uscite dalla manovra di luglio, con il passaggio dei controlli delle Casse alla Covip secondo le regole previste per i Fondi Pensione, sembrano precludere, se non modificate in fase di stesura del regolamento, a tutte le Casse la gestione diretta del patrimonio immobiliare, promuovendone il passaggio ai fondi. In pratica noi abbiamo solo anticipato una tendenza, siamo stati i primi, e per ora gli unici, cogliendo tutti i vantaggi di questa situazione».

grazie alla capillare presenza di colleghi sul territorio e allo specifico, originale sistema informatico Greta – continua a farlo adesso, sia per gli immobili rimasti alla Cassa, sia per quelli conferiti al fondo, sia per tutti gli altri immobili degli altri fondi gestiti da Polaris o da un’altra Sgr. Sono state così acquisite per i geometri altre opportunità di lavoro, salvaguardando competenze e redditi della nostra società partecipata. Inoltre quest’esperienza ci permette ora di agire sul mercato e proporci per la gestione operativa di tutti gli immobili di altri fondi esistenti o che nasceranno».

La preoccupazione dei colleghi riguardava per la verità il controllo del fondo, mentre convenivano sull’efficienza della soluzione. «Il controllo, come avevo detto un anno fa, è al 100% dei geometri attraverso la Cassa che esprime tutto il Comitato tecnico del fondo, compreso il Presidente (che è tra l’altro Renato Ferrari, il Presidente del Collegio di Bergamo)».

Veniamo invece da ultimo alle novità che incidono più direttamente sugli iscritti: dopo l’abolizione del ‘famigerato’ Modello 17 ci sono alle viste altre novità positive sul versante burocratico? «Ogni giorno cerchiamo di migliorare e di eliminare la burocrazia, ma certo il superamento dello scoglio del Modello 17 è un successo importante che voglio rimarcare. Va infatti sottolineato il risparmio di tempo per i colleghi, ma anche la drastica riduzione dei possibili errori nella duplicazione della dichiarazione dei redditi. Inoltre la compensazione nel Modello F24 del credito d’imposta con il debito previdenziale ci ha consentito di lasciare nelle tasche degli iscritti oltre 20 milioni di euro: molti infatti non hanno versato nulla, limitandosi a scomputare le somme che il Fisco doveva loro e che sa-

L’altra preoccupazione dei colleghi riguardava il possibile venir meno della nostra specifica competenza nella gestione operativa degli immobili, anche attraverso la Groma. «Ed anche a questo proposito è accaduto esattamente quello che avevo preannunciato un anno fa: il fondo gestisce operativamente i diversi immobili con dei ‘building manager’ coordinati dalla Groma. In sostanza quanto Groma faceva prima – anche

rebbero state rimborsate tra qualche anno. Nel 2012 verranno iscritti nell’F24 anche i minimi senza più l’invio dei MAV con un significativo ulteriore risparmio. In pratica ogni geometra dovrà compilare solamente l’Unico fiscale e, naturalmente, versare il relativo contributo non compensato, per essere in regola con tutto». È stata davvero una grande novità che tutti i colleghi hanno apprezzato. «Sì, e permettermi di dire con orgoglio che siamo stati la prima categoria a farlo e saremo gli unici anche nel 2012 perché tutte le altre categorie, visto il buon esito dell’iniziativa, si sono mosse solo a settembre, a Finanziaria già impostata e pertanto potranno averne beneficio solo dal 2013». Ultimo tema: la previdenza integrativa. A che punto siamo? «La Cassa ha deliberato a novembre ed entro la primavera avremo il testo definitivo da inviare all’Organo di controllo. In questi mesi inoltre avvieremo il progetto di formazione del personale su questo specifico argomento, riconvertendo così risorse umane importanti che si sono liberate da altre incombenze burocratiche eliminate recentemente grazie alle innovazioni realizzate. Sarà un versamento ovviamente volontario che consentirà ad ogni geometra di costruirsi il proprio piano individuale di previdenza. Il versamento costituirà un patrimonio che sarà sempre ‘portabile’ verso altri fondi e

che potrà arricchirsi di somme oggi accantonate presso altri fondi; l’investimento a fini pensionistici sarà inoltre fiscalmente detraibile fino ad un massimo di 5 mila euro all’anno e darà diritto, dopo un certo numero di anni dall’adesione, ad avere prestiti e anticipazioni. Speravamo che i colleghi potessero aderire on line, ma le norme per ora lo impediscono cosicché il contratto dovrà essere redatto e firmato in una delle nostre sedi, ovvero nei Collegi». E per quanto riguarda la possibile traduzione in versamenti pensionistici d’una parte degli sconti concordati dalla Cassa con supermercati o altri fornitori di merci e servizi? «Purtroppo qui ci scontriamo con una scopertura normativa, non è prevista infatti da alcuna norma la trasmigrazione a fini previdenziali di somme ricavate dagli sconti. Per adesso, attraverso la Fondazione Geometri che vede insieme l’impegno di Cassa e Consiglio Nazionale, ci limitiamo a varare una carta della scontistica con le caratteristiche d’una carta di credito Postepay, utilizzabile in una serie di esercizi convenzionati e sulla quale potrà essere anche accreditata la pensione». ❑

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA Isidoro Trovato

C

oprire vent’anni in tre mesi. È questa la “mission impossible” richiesta dal nuovo governo alle Casse di previdenza private. In pratica gli enti pensionistici dei professionisti entro il 31 marzo dovranno assicurare l’equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni pensionistiche per i prossimi 50 anni. Finora invece le Casse di previdenza dovevano assicurare la sostenibilità del loro sistema fino ai prossimi 30 anni. «Non bisogna dimenticare che fino al 2007 la sostenibilità da garantire era di 15 anni. Insomma nel giro di 4 anni ci viene richiesto un salto di 35 anni. Qualcosa di mai visto in nessun sistema previdenziale europeo» protesta Andrea Camporese, presidente dell’Adepp, l’associazione che raggruppa 20 enti previdenziali. «È per questo che abbiamo già chiesto al ministro Fornero di rivedere insieme a noi forma e sostanza del decreto varato domenica». La prima riforma formulata dalle casse del mondo professionale è quella di inserire nel calcolo di sostenibilità anche il patrimoniodi ciascun ente. «Non si può ignorare che la ricchezza di ciascuna cassa è formata da beni mobili e immobili – osserva Walter Anedda, presidente dell’istituto dei dottori commercialisti – da tempo stiamo lavorando per mettere in sicurezza il nostro sistema per i prossimi 30 anni, adesso, improvvisamente e in appena tre mesi 10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

Le nuove supergaranzie per le casse professionali: equilibrio gestionale per 50 anni ce ne chiedono altri 20. E il tutto senza nemmeno calcolare il nostro patrimonio. Eppure noi non incidiamo per nulla nel bilancio dello Stato, non chiediamo contributi. Anzi, paghiamo doppiamente le tasse: sulle pensioni e sul rendimento del patrimonio». A questo punto diventa evidente quale sia il tarlo che si

di tutte le Casse può raggiungere la rilevante cifra di 500 miliardi. Possibile che si stia ipotizzando una socializzazione degli utili e una privatizzazione delle perdite? Molto meglio pensare che ci verrà concessa una proroga a quella scadenza del 31 marzo e che si possano includere nel calcolo di sostenibilità anche i beni

insinua nella mente di chi gestisce gli enti privati: non è che il fine ultimo sia quello di far confluire le casse all’interno all’interno dell’Imps per poter mettere le mani sul “tesoretto” accantonato dai professionisti? «Certo che il dubbio viene – ammette Giovanni Malagnino, vice presidente dell’ente di previdenza dei medici – abbiamo calcolato che l’ammontare dei patrimoni

patrimoniali». Ciò che non appare ancora chiaro è che cosa accadrà se tutto rimarrà com’è se le casse non riusciranno ad adeguarsi entro marzo. «Il decreto prevede l’applicazione del sistema di calcolo contributivo per tutti – spiega Camporese – il punto è che l’applicazione del contributivo, da sola, non potrà cambiare la sostenibilità degli enti. E se l’equilibrio

non dovesse essere raggiunto nemmeno con il contributivo? E poi, siamo proprio sicuri che un calcolo proiettato in avanti di mezzo secolo sia equo anche per le generazioni future? Se non dovessimo trovare la giusta misura, dovremmo tagliare del 50% le pensioni che già eroghiamo o caricare i giovani di un pesante prelievo previdenziale». Uno scenario pesantissimo che aggraverebbe la condizione di chi già ha praticato uno strappo importante. È il caso della cassa forense che dopo cospicui aumenti dei versamenti e qualche taglio alle pensioni era finalmente arrivata all’equilibrio. Ma che adesso dovrebbe ripartire da zero. «Uno sforzo troppo grande per noi – sottolinea Alberto Bagnoli, presidente della cassa forense – non bisogna dimenticare che il reddito degli avvocati continua a scendere fino a medie toccate 20 anni fa. Un nuovo aumento delle aliquote non sarebbe sostenibile, oltre a essere ingiusto. Invece il passaggio al contributivo non ci spaventa anche perché da tempo adottiamo un contributivo corretto molto simile al contributivo. Il punto è, con entrambi i sistemi, nessuno può garantire la sostenibilità per un periodo di tempo lungo mezzo secolo. Il tutto per una riforma che non inciderebbe per niente sul bilancio dello Stato». A meno che a qualcuno non faccia gola il “tesoretto”. ❑ Da “Il Sole 24 Ore”



DAL COLLEGIO DI BRESCIA Bruno Bossini

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ra stata annunciata come una giornata di protesta e di ferma opposizione alle liberalizzazioni del governo Monti ed il tam-tam dei mass-media aveva in parte avvalorato quest’ipotesi. Si è rivelata invece la giornata delle precisazioni e delle rassicurazioni delle categorie professionali. Il popolo delle professioni, che, non dimentichiamolo, garantisce il 13% del Pil e assicura lavoro a più di 4 milioni di addetti, probabilmente per la prima volta si è riunito in massa presso 150 sedi di città italiane collegate telematicamente con la sede centrale dislocata a Roma presso l’Auditorium della Conciliazione, per una giornata professionale moderata dalla giornalista Rai Tiziana Ferrario, incentrata sui presupposti della corretta attività professionale e sui miglioramenti legislativi in tema di liberalizzazioni che potrebbero o dovrebbero garantire un miglior servizio ai cittadini da parte di tutte le professioni. A Brescia, nella gremita sala convegno della Camera di Commercio molto numerosi erano i geometri convenuti (si dice oltre 150) a riprova che nei momenti di difficoltà economica, e quello che viviamo è certamente uno dei più critici, la categoria non intende far mancare il suo contributo. Negli interventi del dott. Passantino, organizzatore della giornata quale presidente del CUP provinciale, del sindaco Adriano Paroli e 12 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

Professional Day


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Nella pagina precedente: veduta della sala della Camera di Commercio di Brescia in occasione del Professional Day e il tavolo dei relatori; in basso il dott. Passantino, presidente del CUP provinciale, l’avv. Adriano Paroli, sindaco di Brescia. In questa pagina, l’on. Emilio Del Bono, capogruppo di minoranza al Comune di Brescia

del capogruppo di minoranza on. Del Bono e del dott. Pelizzari, consulente del lavoro a Brescia, ma anche in quelli numerosi che si sono succeduti in via telematica (ricordiamo tra gli altri il ministro Paola Severino, il dott. De Bortoli, direttore del Corriere della Sera e del rappresentante delle Casse di Previdenza, Camporese) è emerso un messaggio chiaro. Il sistema delle professioni

continua per ora a “reggere bene” e, pur nella necessità di un suo sostanziale ammodernamento, continua a costituire nel mercato economico italiano l’unico baluardo certo a garanzia della qualità dei servizi professionali. Al riguardo, tutte le categorie si augurano che le garanzie richieste dalla U.E. su una maggior facilità di accesso alla professioni e su una maggior concorrenza tarif-

faria dei professionisti, alle quali non pare possibile sottrarsi, non si rivelino nell’attuazione delle nuove norme più una propensione allo scadimento della qualità dei servizi che un reale miglioramento delle prestazioni. Le professioni in quel processo di rilancio del mercato e dell’economia nazionale e di sviluppo del Paese che si intende mettere in atto devono essere aiutate ad acquisire un vero ruolo sussi-

Lettera alla Nuvola Il progetto delle professioni per l’Italia Il processo schizofrenico della riforma delle professioni si sta consumando fuori da un progetto chiaro, finalizzato a mettere a sistema con l’economia e lo sviluppo del Paese un importante patrimonio di risorse intellettuali e tecniche. La correzione di regole antiche è necessaria e utile, per i cittadini e per i professionisti, ma è un’illusione pensare che quelle nuove possano aumentare il Pil o aiutare l’Italia ad uscire dalla crisi, credendo che un maggior tasso di concorrenza rappresenti una bacchetta magica che risolva i problemi del Paese. Negli ultimi vent’anni la politica ha troppo ragionato di forme e poco o niente di contenuti, dimenticando che cosa sono e cosa fanno i professionisti, oggetto delle riforme. Noi agronomi, architetti, geologi e ingegneri siamo una comunità di mezzo milione di persone. Con passione, competenza e fatica tentiamo di svolgere la difficile missione di tutelare, trasformare e sviluppare il territorio, le città, i ponti e le strade, i campi, i boschi di questo Paese bello e difficile. Non c’è passo, vita e lavoro dei cittadini che non si svolga nell’ambiente che noi studiamo, disegnamo, comprendiamo e modifichiamo. Siamo, o dovremmo essere, gli autori della mediazione necessaria tra la tutela del bene pubblico e lo sviluppo economico; coloro che integrano, nelle loro idee e progetti, il miglioramento dell’habitat e la crescita economica; gli ideatori di innovazioni indispensabili all’industria, capaci di aumentare la sicurezza della vita dei cittadini e la

sostenibilità ambientale. Questo sappiamo fare! Dalla Germania all’India al Brasile, le politiche economiche di chi cresce hanno messo al centro proprio i professionisti, chiedendo innovazione, idee, tecniche nuove adeguate alla sfida tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente. In Italia, invece, si ragiona di “tariffe” e “corporazioni”, di “valore legale del titolo di studio” in un clima di recessione culturale oltre che economica. Come se Adam Smith non fosse morto da secoli e John Nash, con la sua teoria dei giochi, non ci avesse insegnato la logica della cooperzione tra cittadini e tra le comunità sociali ed economiche. Le comunità sociali e professionali sono le parti del corpo sociale, la logica della concorrenza, senza cooperazione, le trasforma in monadi armate le une contro le altre con il risultato di sfasciare l’economia. La riforma, a spizzichi e bocconi, si farà. Se ne correggeranno, speriamo, gli errori figli evidenti dell’assenza di un progetto, di contrapposizioni ideologiche e dell’istinto sbagliato di conservazione di parti della comunità professionale. Ma il giorno dopo i giovani agronomi, ingegneri e geologi continueranno ad essere alla periferia dello sviluppo, disoccupati o poveri, senza alcuna possibilità di mettere le loro idee al servizio del Paese. Alla faccia della Strategia di Lisbona, che doveva mettere al centro l’economia della conoscenza e che, invece, sta morendo sotto i colpi della dis-economia della finanza, dei rating e degli spread! Per tutto questo noi chiediamo una vera imme-

diata “seconda fase” nella quale ci si dia l’opportunità di discutere e attuare non riformette di meccanismi ordinamentali, ma veri e propri progetti per lo sviluppo sostenibile del Paese, nelle quali le professioni possano ritrovare il ruolo che spetta loro non per diritto divino, ma perché servono all’Italia. Noi i progetti li abbiamo e offriamo, a costo zero, soluzioni realizzabili e intelligenti sulla sburocratizzazione, la rigenerazione dei territori e delle città, la valorizzazione del paesaggio e dell’agricoltura, l’innovazione tecnologica, la salvaguardia ambientale. Li offriamo al Governo, al Parlamento, ai Comuni e le Regioni, a Confindustria, ai Sindacati, a tutti coloro che vogliono aiutare il Paese: senza cooperazione, senza mettere a valore le specificità, rendendo sinergiche le capacità l’Italia piena di localismi e steccati andrà alla deriva allontanandosi dall’Europa, come in un romanzo di Saramago. Leopoldo Freyrie Presidente Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

Gian Vito Graziano Presidente Consiglio Nazionale Geologi

Andrea Sisti Presidente Consiglio Nazionale Dottori Agronomi e Forestali

Armando Zambrano Presidente Consiglio Nazionale Ingegneri

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA Da sinistra: Marisa Tretti Clementoni, rappresentante Associazione Diritti del Malato. Don Ivo Panteghini; Alberto Pelizzari, presidente Ordine Consulenti del Lavoro; Romana Bettoni, presidente Associazione Consulenti del Lavoro

diario in aiuto all’Amministrazione pubblica che ancora è molto carente, ma al fine di garantire la preparazione dei professionisti anche in tale ruolo i Collegi e gli Ordini devono assicurare la formazione continua dei loro iscritti. I professionisti, in qualunque campo essi operino, devono continuare a farlo come da sempre è avvenuto a livello personale fiduciario. Ecco quindi la necessità di norme precise per

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l’ingresso del capitale non professionale nelle società di professionisti. Bene ha fatto il Governo, dietro suggerimento delle professioni, a limitare tale quota di capitale al 33%. Ma non è ancora tutto chiaro sulla operatività di tali società che pure possono costituire un importante incentivo allo sviluppo del terziario: quali saranno le regole di voto? la redditività del capitale sarà considerata lavoro professionale e quindi assoggettata ai pre-

lievi previdenziali dei professionisti? ecc. Il professionista in ogni caso non potrà mai divenire “impresa” senza che la sua prestazione risulti radicalmente svuotata qualitativamente e privata di quel valore solidaristico che in alcuni casi e per certe attività riesce a permeare la sua attività. Gli italiani nelle loro richieste di servizio non intendono rinunciare all’intermediazione di un professionista. Le professioni, infine, pur

prendendo atto della necessità di interventi liberalizzatori sulla gestione delle loro attività, che però non siano solo discriminatori a favore di attività al puro profitto, pongono l’accento sul perdurare della presenza nel mercato dei monopoli dei cosiddetti “poteri forti” ben conosciuti da tutti, che si spera vengano anch’essi ridimensionati a favore, in questo caso sì, di una reale riduzione dei costi. ❑



DAL CONSIGLIO NAZIONALE

Standard di qualità: la certificazione energetica

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roseguiamo nella presentazione ai lettori dei documenti predisposti dal CNGeGL con riferimento alla definizione degli standard di qualità pubblicamente consultabili e commentabili sul sito www.cng.it, nella sezione “Standard di qualità”. Ai visitatori di queste pagine web non sfuggirà la constatazione che i commenti postati sui vari argomenti risultano essere di scarsa entità, nonostante si stia approssimando il termine per poter esprimere le proprie considerazioni; si auspica che questa constatazione possa esprimere l’elevato consenso del lavoro espresso dal CNGeGL piuttosto che uno scarso interessamento dei professionisti sul futuro della propria professione. L’eterogenea attività professionale svolta quotidianamente dai professionisti rende difficile operare una scelta tra tutti gli argomenti proposti all’interno degli standard di qualità pubblicati, su quale possa essere il tema su cui è più opportuno focalizzare l’attenzione dei lettori. La decisione di fare riferimento, in questo numero, alla certificazione energetica è determinata dalla particolare attualità della materia, dalla sempre maggiore attenzione riposta su questi temi e dalle frequenti segnalazioni esposte da chi svolge questa attività sulla disinvolta esiguità di alcuni compensi richiesti per il rilascio delle certificazioni che non coinciderebbero con una pratica professionalmente attenta e approfondita, tema già affrontato nello specifico articolo a firma del dott. arch. Franco Giuseppe nel numero 4/2011 della rivista. La decisione di consentire lo svolgimento dell’attività di certificatore energetico anche a coloro che non siano iscritti a uno specifico albo professionale – dopo la frequenza del corso di formazione specifico e il superamento del test finale – è sicuramente segno dei tempi, con riferimento a quella liberalizzazione a cui si ispirano i più recenti proponimenti governativi, e fornisce l’occasione per ribadire che liberalizzare può significare effettivamente rendere più competitivi gli operatori all’interno di un mercato; ma è una direzione che richiede una attenta attività di monitoraggio sulla correttezza del lavoro svolto, sia per la tutela del committente, sia per la difesa della professionalità della categoria. La presentazione in queste pagine di quanto proposto dal CNGeGL, in una forma sintetica rispetto a quanto proposto nel documento pubblicato sul sito, consente di confrontarsi con un documento che vuole esplicitare la complessità degli elementi da prendere in considerazione per svolgere con professionalità l’attività e potrebbe rappresentare un testo di riferimento per tutti i tecnici operanti nel settore.

Edilizia, urbanistica e ambiente Parte 14: Certificazione energetica 3. Termini, definizioni, simboli ed abbreviazioni 3.1 Termini e definizioni Ai fini del presente documento valgono i termini e le definizioni seguenti. 3.1.1 Ambiente climatizzato: vano o spazio chiuso che, ai fini del calcolo, è considerato riscaldato o raffrescato a determinate temperature di regolazione2. 3.1.2 Certificazione energetica: procedura che permette di pro16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

durre un'attestazione della prestazione energetica dell'edificio mediante uno o più descrittori di fabbisogno energetico calcolati secondo metodologie normalizzate3. 3.1.3 Committente: soggetto che commissiona la progettazione di un’opera. Può coincidere con l’utente, con il finanziatore e/o con il proprietario. 3.1.4 Edificio: sistema costituito dalle strutture edilizie esterne che delimitano uno spazio di volume definito, dalle strutture interne che ripartiscono detto volume e da tutti gli impianti e dispositivi tecnologici che si trovano stabilmente al suo interno; la superficie esterna che delimita un edificio può confinare con tutti o alcuni di questi elementi: l'ambiente esterno, il terreno, altri edifici; il termine può riferirsi a un intero edificio ovvero a parti di edificio progettate o ristrutturate per essere utilizzate come unità immobiliari a sé stanti4. 3.1.5 Fabbisogno di energia termica (utile): quantità di calore che deve essere fornita o sottratta ad un ambiente climatizzato per mantenere le condizioni di temperatura desiderate durante un dato periodo di tempo5. 3.1.6 Prestazione energetica di un edificio: quantità annua di energia primaria effettivamente consumata o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare i vari bisogni connessi ad un uso standard dell'edificio: la climatizzazione invernale, la climatizzazione estiva, la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, la ventilazione e l'illuminazione6. 3.1.7 Progettazione edilizia: processo a sé stante che consiste in un sistema di attività coordinate e tenute sotto controllo, con date di inizio e di fine, intrapreso per predisporre un progetto in modo conforme al documento preliminare alla progettazione7. 3.1.8 Temperatura interna di regolazione (set-point): temperatura interna minima fissata dal sistema di regolazione dell'impianto di riscaldamento e temperatura interna massima fissata dal sistema di regolazione dell'impianto di raffrescamento ai fini dei calcoli di fabbisogno energetico8. 3.1.9 Temperatura interna: media aritmetica della temperatura dell'aria e della temperatura media radiante al centro della zona considerata9. Note 2 Definizione tratta dalla UNI/TS 11300-1, punto 3.1. 3 Definizione tratta dalla UNI/TS 11300-1, punto 3.3 4 Definizione tratta dalla UNI/TS 11300-1, punto 3.4 5 Definizione tratta dalla UNI/TS 11300-1, punto 3.5 6 Definizione tratta dalla UNI/TS 11300-1, punto 3.7 7 Definizione tratta dalla UNI 10722-1:2007, punto 3.15. 8 Definizione tratta dalla UNI/TS 11300-1, punto 3.12 9 Definizione tratta dalla UNI/TS 11300-1, punto 3.11. È un’approssimazione della temperatura operante definita dalla UNI EN ISO 7726 e della temperatura risultante secca definita dalla UN EN ISO 6946.


DAL CONSIGLIO NAZIONALE

3.2 Simboli e abbreviazioni COM committente UI unità immobiliare da certificare SU superficie utile SL superficie lorda VN volume netto VL volume lordo

5. Descrizione del lavoro, servizio o processo 5.1 Generalità Il processo inerente l’attività di certificazione energetica prevede i compiti di seguito elencati: – verifica documentale preliminare – ricognizione dei luoghi – descrizione degli ambienti – descrizione dell’involucro – descrizione degli impianti – determinazione delle trasmittanze e degli apporti gratuiti – determinazione del fabbisogno di energia primaria – determinazione dei rendimenti di impianto – individuazione della classe energetica – eventuale formazione di uno scenario di qualificazione dell’involucro e degli impianti – eventuale individuazione della classe energetica conseguibile. Tali compiti sono stati elaborati e sviluppati nei punti 5.2.2 e 5.2.3 secondo le diverse fasi della prestazione al fine di agevolarne lo svolgimento pratico. 5.2 Processo 5.2.1 Generalità Il processo inerente l’attività di certificazione energetica è costituito da una sequenza di fasi, quali la verifica documentale e ricognizione, il calcolo, l'analisi e la classificazione dell’edificio. Nell'autonoma e libera determinazione delle proprie scelte, il geometra ha la facoltà di proporre soluzioni volte al miglioramento delle prestazioni energetiche dell'edificio, e di esprimere tali soluzioni in forma chiara, completa e adeguata. Ciascuna fase è autonoma ed è articolata in uno o più dei compiti elencati al punto 5.2.2 e sviluppati al punto 5.2.3. 5.2.3 Fasi del processo 5.2.3.1 Fase 1 - Verifica documentale, ricognizione e descrizione dell'edificio La presente fase comprende i seguenti compiti:

a) verifica documentale In base alla programmazione dell’attività e agli elaborati da produrre, il geometra acquisisce: – la descrizione di quanto il committente richiede per le finalità della prestazione professionale; – il titolo di proprietà o atto equipollente; – la cartografia e la normativa edilizia ed urbanistica; – il rilievo dello stato dei luoghi. b) ricognizione dei luoghi Il geometra esegue un sopralluogo per verificare l’attendibilità del rilievo al fine di pianificare l’attività da svolgere nelle fasi successive. In particolare, individua e verifica: – l’oggetto del rilievo; – l’attendibilità del rilievo; – la destinazione d’uso di UI – la datazione di UI – l’ubicazione di UI – l’orientamento di UI – la contestualizzazione di UI – l’eventuale collocazione all’interno dell’edificio di UI – gli ambienti confinanti c) descrizione degli ambienti di UI Il geometra determina, per ogni ambiente, i parametri geometrici e le caratteristiche termiche, individuando: – SU riscaldata – SL riscaldata – SL disperdente – VN riscaldato – VL riscaldato – Ventilazione d) descrizione dell’involucro: – Descrizione dei componenti opachi – Dimensioni, tipologia e stratigrafia componenti opachi disperdenti verticali – Dimensioni, tipologia e stratigrafia componenti opachi disperdenti orizzontali – Descrizione dei componenti trasparenti – Dimensioni, tipologia dei componenti trasparenti – Dimensioni, tipologia dei telai dei componenti trasparenti – Sistemi di schermatura solare e) descrizione degli impianti: – Descrizione del generatore I. Datazione II. Tipologia III. Fonte energetica utilizzata IV. Potenza nominale V. Potenza degli accessori IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 17


DAL CONSIGLIO NAZIONALE

VI. Perdite e rendimenti – Descrizione del sistema di distribuzione I. Datazione II. Tipologia III. Disposizione IV. Coibentazione – Descrizione del sistema di erogazione I. Tipologia II. Disposizione – Descrizione del sistema di controllo I. Tipologia II. Sensibilità – Descrizione del sistema di produzione di acqua calda sanitaria I. Tipologia II. Sistema di accumulo e distribuzione – Descrizione di eventuali sistemi di utilizzo di fonte rinnovabile I. Tipologia II. Sistema di accumulo e distribuzione 5.2.3.2 Fase 2 - Calcoli La presente fase comprende i seguenti compiti: – Determinazione delle trasmittanze dei componenti opachi – Determinazione delle trasmittanze dei componenti trasparenti – Determinazione degli apporti gratuiti – Determinazione del fabbisogno di energia primaria dell’involucro – Determinazione dei rendimenti di impianto 5.2.3.3 Fase 3 – Analisi e classificazione La presente fase comprende i seguenti compiti: – Analisi dei risultati – Individuazione della classe energetica dell’immobile – Eventuale programma di riqualificazione energetica dell'immobile, attraverso: – Definizione di uno scenario di riqualificazione dell’involucro – Definizione di uno scenario di riqualificazione dell’impianto – Determinazione della classe energetica dell’immobile conseguibile mediante la: – Quantificazione del beneficio energetico – Quantificazione del risparmio di energia primaria – Quantificazione della mancata immissione di prodotti climalteranti – Quantificazione del costo economico – Quantificazione del tempo di rientro dell’investi18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

mento. 6.2 Conoscenze ed abilità specifiche Il geometra nell’espletamento dell’attività di certificazione energetica deve avere capacità e abilità per: – conoscere e saper applicare le tecnologie costruttive (aspetti strutturali, impiantistici, ecc.) idonee allo specifico intervento; – conoscere e saper individuare materiali da costruzione e componenti idonei allo specifico intervento; – conoscere e saper applicare la legislazione e la normativa di riferimento, sia generale sia particolare per lo specifico intervento; – conoscere e saper applicare le norme UNI in materia di determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio (programmazione e progettazione degli interventi, schemi grafici e documentazione tecnica)11; Inoltre, costituiscono valore aggiunto le seguenti conoscenze, capacità e abilità: – conoscere e saper utilizzare tecniche e materiali innovativi; – conoscere e saper utilizzare soluzioni progettuali evolute; – conoscere e saper utilizzare metodologie avanzate. Note 11 In Appendice B si riporta un elenco non esaustivo delle principali norme UNI in materia di prestazioni energetiche degli edifici 12 Regolamento “Formazione professionale continua” (Gazzetta Ufficiale n. 35 del 12 febbraio 2010 – sezione “Comunicati”)

6.3 Mantenimento e miglioramento delle competenze Nel rispetto dell’obbligo previsto dal Regolamento per la formazione professionale continua12, il geometra è tenuto a garantire un continuo aggiornamento delle proprie conoscenze scientifiche per il corretto svolgimento della prestazione, di assoluta qualità, a tutela della collettività. 7. Criteri e modalità di valutazione 7.1 Generalità La valutazione della conformità della prestazione ai requisiti di qualità specificati nei punti 5 e 6 della presente specifica, relativi al processo e alla competenza, è strutturata per essere uno strumento di autovalutazione della corretta esecuzione della prestazione professionale da parte del geometra e supporta il professionista nello svolgimento della prestazione professionale in modo da soddisfare le esigenze della committenza considerando anche eventuali interessi di terzi. Tale strumento di autovalutazione si concretizza in una lista di controllo che rispetta lo sviluppo progressivo dell’analisi del processo di intervento, strutturata in due co-


DAL CONSIGLIO NAZIONALE

lonne. Nella prima colonna sono inserite tutte le fasi, sottofasi, compiti del processo che caratterizzano la prestazione professionale, così come descritti nella presente specifica. Nella seconda colonna sono inserite le note che contengono elementi ritenuti fondamentali per l’esecuzione del compito, spiegazioni più dettagliate di cosa il geometra deve fare, considerazioni, suggerimenti che sono ritenuti rilevanti ai fini della corretta esecuzione dei compiti, abilità particolari che il geometra deve mettere in campo. Compiti a) Verifica documentale

b) Ricognizione dei luoghi

c) Descrizione degli ambienti di UI

d) Descrizione dell’involucro

e) Descrizione degli impianti

Aspetti della verifica • Descrizione delle finalità della prestazione • Titolo di proprietà • Cartografia • Normativa edilizia e urbanistica • Rilievo dello stato dei luoghi • Verifica oggetto del rilievo • Verifica attendibilità del rilievo; • Destinazione d’uso di UI • Datazione di UI • Ubicazione di UI • Orientamento di UI • Contestualizzazione di UI • Eventuale collocazione all’interno dell'edificio di UI • Ambienti confinanti • SU riscaldata • SL riscaldata; • SL disperdente • VN riscaldato • VL riscaldato • Ventilazione • Descrizione dei componenti opachi; • Dimensioni, tipologia e stratigrafia componenti opachi disperdenti verticali; • Dimensioni, tipologia e stratigrafia componenti opachi disperdenti orizzontali; • Descrizione dei componenti trasparenti; • Dimensioni, tipologia dei componenti trasparenti; • Dimensioni, tipologia dei telai dei componenti trasparenti; • Sistemi di schermatura solare • Generatore: I. Datazione II. Tipologia III. Fonte energetica utilizzata IV. Potenza nominale

V. Potenza degli accessori VI. Perdite e rendimenti • Sistema di distribuzione: I. Datazione II. Tipologia III. Disposizione

Compiti a) Determinazione delle trasmittanze dei componenti opachi b) Determinazione delle trasmittanze dei componenti trasparenti c) Determinazione degli apporti gratuiti d) Determinazione del fabbisogno di energia primaria dell’involucro e) Determinazione dei rendimenti di impianto

Aspetti della verifica • Verifica sussistenza

Compiti c) Analisi dei risultati d) Individuazione della classe energetica dell’immobile e) Eventuale programma di riqualificazione energetica dell'immobile

Aspetti della verifica • Verifica sussistenza • Verifica sussistenza

• Verifica sussistenza

• Verifica sussistenza • Verifica sussistenza • Verifica sussistenza

• Definizione di uno scenario di riqualificazione dell’involucro • Definizione di uno scenario di riqualificazione dell’impianto • Determinazione della classe energetica dell’immobile conseguibile mediante la: I. Quantificazione del beneficio energetico II. Quantificazione del risparmio di energia primaria III. Quantificazione della mancata immissione di prodotti climalteranti IV. Quantificazione del costo economico V. Quantificazione del tempo di rientro dell’investimento

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 19


DALLA CASSA

Quadro riepilogativo dei trattamenti pensionistici della Cassa di previdenza

Simonetta Vescovi

I

n questi periodi di incertezza, facciamo un piccolo quadro riepilogativo dei requisiti per i trattamenti pensionistici nel nostro Ente. (La tabella è tratta da “Il Geometra Magazine” n. 5/11 periodico d’informazione, cul-

tura, aggiornamento professionale del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia e Collegio dei Geometri della Valle d’Aosta che ringraziamo).

Requisiti per trattamenti pensionistici Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza Geometri PENSIONE DI VECCHIAIA RETRIBUTIVA (artt. 2 e 34, comma 1)

Calcolo retributivo fino alla 40° annualità; le successive con calcolo contributivo

66 anni fino al 2011 66 anni e 6 mesi dal 1° gennaio 2012 67 anni di età a regime nel 2013 + 33 anni per il biennio 2011-2012 34 anni per il biennio 2013-2014 35 anni di anzianità contributiva a regime nel 2015

PENSIONE DI VECCHIAIA CONTRIBUTIVA CON PRO-RATA Fino al 31/12/2009 calcolo retributivo; dal 01/01/2010 calcolo contributivo

65 anni di età + 33 anni per il biennio 2011-2012 34 anni per il biennio 2013-2014 35 anni di anzianità contributiva a regime nel 2015

PENSIONE DI VECCHIAIA CONTRIBUTIVA CON PRO-RATA (Norma transitoria in vigore fino al 2014)

Calcolo misto: retributivo fino al 31/12/2006; contributivo dal 01/01/2007

PENSIONE DI VECCHIAIA CONTRIBUTIVA (art. 33, comma 1)

65 anni di età + 30 anni di anzianità contributiva

65 anni di età + almeno 5 anni di anzianità contributiva

PENSIONE DI ANZIANITÀ Fino al 31/12/2006 calcolo retributivo; dal 01/01/2007 calcolo contributivo Requisito: “Regolare” contribuzione - per ogni anno dal 2003 dev’essere stato dichiarato un volume d’affari Iva minimo stabilito annualmente dalla Cassa (Comma 8 art. 3 del Reg. Contr.) 20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

A partire dai 58 anni di età + 30 anni di anzianità contributiva “regolare” Con l’applicazione della somma dei seguenti coefficienti di riduzione per età e contributi: 58 anni 25% 59 anni 20%

35 anni contributivi 15% 36 anni contributivi 12%


DALLA CASSA

Anno 2003 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007 Anno 2008 Anno 2009 Anno 2010 Anno 2011 Anno 2012

€ 7.000,00 € 7.150,00 € 7.350,00 € 7.500,00 € 7.600,00 € 7.750,00 € 7.900,00 € 8.150,00 € 8.200,00 € 8.350,00

60 anni 15% 61 anni 10% 62 anni 5%

37 anni contributivi 9% 38 anni contributivi 6% 39 anni contributivi 3% 64 anni 0%

Oppure con i 40 anni di regolare contribuzione, si prescinde dall’età e non si applica alcuna penalizzazione

PENSIONE IN REGIME DI TOTALIZZAZZIONE (d.Lgs n. 42 del 02/02/ 2006)

Pensione di Vecchiaia e di Anzianità Il calcolo del pro quota a carico della Cassa viene effettuato con sistema contributivo. Viene, invece, utilizzato il sistema di calcolo reddituale nel caso in cui il richiedente abbia maturato il requisito d’anzianità contributiva e di iscrizione prevista per la pensione di vecchiaia ordinaria. Sulla quota di pensione di anzianità da totalizzare vengono applicati i coefficienti di riduzione legati all’età anagrafica ed all’anzianità contributiva, ogni qualvolta il relativo calcolo venga effettuato con il criterio retributivo. Tali riduzioni non vengono applicate solo ove la quota pensionistica sia liquidata in presenza di almeno 40 anni di anzianità contributiva maturata presso la Cassa. Non si applica invece il requisito del raggiungimento del limite del volume d’affari minimo previsto dal comma 8 dell’art 3 del Reg. Contr.

La facoltà di totalizzazione è riconosciuta alle seguenti condizioni: 1) I richiedenti non devono essere già titolari di un trattamento pensionistico; 2) Il cumulo dei periodi assicurativi presenti in gestione diverse, purchè non coincidenti temporalmente; 3) L’anzianità contributiva minima non dev’essere inferiore a 3 anni in ciascuna gestione (tale limite riguarda solo le pensioni di anzianità e di vecchiaia); 4) Può essere chiesta la totalizzazione anche nell’ipotesi in cui si raggiungano i requisiti minimi per il diritto a pensione in una gestione; 5) Non è possibile effettuare una totalizzazione parziale sia per quanto riguarda le gestioni sia per quanto riguarda i periodi contributivi della singola gestione. La prestazione è conseguibile a domanda e va presentata all’ente gestore della forma assicurativa a cui da ultimo il medesimo è, ovvero è stato iscritto e il pagamento degli importi liquidati dalle singole gestioni è effettuato dall’INPS I soggetti che maturano i requisiti del età e di contribuzione dal 1° gennaio 2011, conseguono la pensione trascorsi 18 mesi dalla maturazione dei requisiti.

Precisazione Si precisa che l’opera presentata nell’articolo apparso a pag. 50 del numero scorso della rivista (n. 6/2011 rubrica “Lavori di geometri” - Campo da golf di Castrezzato) è stata realizzata su progettazione e direzione lavori del dott. agronomo Fulvio Bani (AG.EC. s.r. l. di Selvazzano Dentro - Pd), che si è avvalso dell’aiuto del geom. Gianfranco Peli (Studio Artec) di Monticelli Brusati per la parte topografica e cartografica. Il geom. Giovanni Battista Zammarchi di Castrezzato, nella sua qualità di coordinatore dell’intervento nell’interesse del committente, ha assistito alla realizzazione dell’opera e dei relativi annessi curando anche l’ottenimento dagli enti competenti delle autorizzazioni e concessioni necessarie .

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 21


LEGALE Avv. Francesco Cuzzetti

R

iporto il dispositivo della sentenza della Cassazione sez. II del 25 ottobre 2011 n. 20092 che mi darà lo spunto per alcune considerazioni: «le norme sulle distanze legali sono applicabili anche tra i condomini di un edificio quando siano compatibili con le norme particolari relative alle cose comuni, ma in caso di contrasto prevale quale diritto speciale, la disciplina che regola la comunione, nel consentire la più intensa utilizzazione dei beni comuni in funzione del godimento della proprietà esclusiva, purché il condomino non alteri la destinazione del bene e non ne impedisca l’altrui pari uso». La sentenza è stata generata da una vertenza in cui un condomino contestava ad un altro sottostante, di avere costruito delle pensiline che a suo dire non rispettavano i limiti di legge delle distanze legali in fatto di veduta, in tal caso in appiombo, da lui esercitata. Altre sentenze hanno affrontato lo stesso argomento riferito a ipotesi diverse di violazione delle distanze legali e, tanto per semplificare: alla installazione di una canna fumaria sul muro condominiale in prossimità della finestra di un condomino, o in riferimento alla rimozione di un balcone realizzato in violazione della norme sulle distanze, o alla trasformazione di finestra in balcone; ma in ogni caso quello che conta è ovviamente il suddetto principio affermato dalla 22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

Limiti per le riforme sulle distanze legali nel condominio giurisprudenza e di questo voglio parlare. Il ragionamento parte dalla constatazione che c’è una norma generale, dettata dall’art. 907 C.c. in base al quale quando si è acquistato il diritto di avere vedute verso il fondo vicino, il proprietario di questo non può costruire a distanza minore di metri tre, e se vuole appoggiare le nuove costruzioni al muro in cui sono le vedute dirette o oblique, deve arrestarsi almeno tre metri sotto la loro soglia. C’è, d’altro canto, la normativa speciale dettata dall’art. 1102 C.c. sull’uso della cosa comune secondo la quale ciascun partecipante della comunione può servirsi della cosa comune, purchè non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. Tale norma a sensi dell’art. 1139 C.c. si estende al condominio. Ora la giurisprudenza dice che l’applicazione delle norme sulle distanze legali che si riferiscono ai rapporti tra proprietà contigue e separate (art. 907 c.c.), può avvenire anche in riferimento ai particolari rapporti relativi alle cose comuni, solamente quando non siano in

contrasto con le norme che regolano la comunione (art. 1102 C.c.) poiché altrimenti sono queste ultime a prevalere. In sostanza, le norme relative alle distanze legali, sono subordinate a quelle che regolano i rapporti condominiali, che vanno considerati sulla base di princípi diversi, ispirati a ragioni di solidarietà che richiedono un costante equilibrio tra le esigenze e gli interessi di tutti i partecipanti alla comunione che regola in modo particolare e specifico il godimento e l’utilizzazione dei beni comuni in funzione della proprietà esclusiva, ponendo solo come limiti

ovvii il divieto di non alterare la destinazione del bene, e quello di non impedire un pari uso da parte degli altri condomini. Tutto questo non vuol dire che c’è un indiscriminato via libera a ogni violazione delle distanze legali nel condominio, ma soltanto che c’è un’attenuazione del dettato codicistico, in relazione al contemperamento delle reciproche esigenze, essendo ovvio che di fronte alle più gravi violazioni, quali la diminuzione di luce e aria, l’inspectio in alieno ecc., riprendono vigore le norme generali. ❑



SICUREZZA CANTIERI

Nuovo Cd sulla sicurezza: un tema che riguarda tutti i professionisti Il Collegio di Brescia si appresta ad inviare a tutti i colleghi iscritti all’Albo ed ai praticanti una copia del nuovo Cd dedicato ai temi della sicurezza in cantiere che ha predisposto l’apposita Commissione regionale coordinata dalla collega Nadia Bettari. Si tratta di un utile compendio che aggiorna lo stato dell’arte su questo delicato argomento dopo che in materia sono intervenuti il Testo unico del maggio 2008 e le successive n. 81 significative modificazioni ed integrazioni. Uno strumento di lavoro indispensabile per ogni professionista, anche per chi solitamente delega al coordinatore della sicurezza le non poche incombenze di questo delicatissimo capitolo, anche perché la sicurezza ha senso se riesce a permeare ogni intervento fin dalla progettazione. In quest’intervista abbiamo chiesto di illustrarci i contenuti del Cd e le principali questioni in materia proprio a Nadia Bettari, bresciana, esperta del settore, consigliere del Collegio, responsabile della Commissione sicurezza provinciale e coordinatrice di quella regionale, segretario del Consiglio di Geo.Sicur., l’Associazione nazionale geometri per la sicurezza. Il nuovo Cd che illustra le norme sulla sicurezza nei cantieri, completo di regolamenti, procedure e modulistica, è pronto; verrebbe da dire che finalmente è pronto, visto che se ne parla da mesi… «Sì. Finalmente innanzitutto perché la categoria ne sentiva impellente la necessità e sono moltissimi i professionisti che ce l’hanno richiesto, ma anche perché riusciamo a coronare un progetto che non è stato facile condurre in porto ed è costato un mare di lavoro. Il percorso per raggiungere questo risultato è stato davvero accidentato e per nulla facile. Consentimi inoltre di dire che l’intera Commissione regionale ed io personalmente siamo orgogliosi del supporto tecnico che possiamo offrire con questo Cd ai colleghi ». Il Collegio di Brescia, per la verità, aveva già prodotto anni fa un Cd. E, perdonami la franchezza: era necessario farne un altro? 24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

«Senza dubbio. E per due diverse ragioni. Innanzitutto la normativa. Dal varo del decreto legislativo numero 494 nell’agosto del 1996 (che a sua volta era la traduzione per i cantieri edili delle disposizioni della legge numero 626 del 1994) si sono succeduti una serie di interventi legislativi e variamente normativi che hanno trovato una loro prima sistematica organizzazione nel Testo Unico della sicurezza varato nel maggio del 2008 con la legge numero 81. Questo complesso di norme, ulteriormente integrato nell’agosto del 2009, ha innovato alcuni concetti ed ha precisato una serie di disposizioni che vanno ormai considerate come un corpus unitario. Ed anche se in questa materia non passa giorno senza che regolamenti, sentenze ed altri interventi legislativi, nazionali o regionali, mutino aspetti più o meno rilevanti, era ormai giunto il momento di fissare lo stato dell’arte e, soprattutto, offrire ai colleghi un supporto operativo affidabile per svolgere il loro lavoro». Una prima necessità era pertanto rappresentata dalle nuove leggi, ma, mi par di capire che c’era pure dell’altro. «Sì. Infatti anche se il Cd preparato dal Collegio di Brescia è servito in questi anni ai colleghi di tutt’Italia, la Commissione regionale sicurezza che ho l’onore di coordinare, ha concepito l’ambizioso progetto di offrire uno strumento di lavoro valido almeno per tutti i colleghi lombardi. Mi spiego: la legge è nazionale, ma le Asl e le D.P.L., ovvero gli organismi tecnici di riferimento che operano sul territorio, sono locali, ed era molto sentita la necessità di portare a sintesi, ovviamente nella continua interlocuzione con l’Asl regionale, il livello lombardo con procedure condivise ed il più possibile uniformi». Detto così direi proprio che era un progetto molto ambizioso, viste le spesso contraddittorie, autonome indicazioni d’ogni burocrazia soprattutto su procedure e modulistica. Ci siete riusciti? «Direi di sì, visto che procedure e moduli unificati sono stati approvati dalla Consulta regionale prima di finire sul Cd. Ci ha aiutato un metodo di lavoro che ha coinvolto tutti i Collegi, ciascuno con le sue peculiarità e le sue potenzialità. In pratica la complessa materia è stata spacchettata e suddivisa tra i delegati alla sicurezza dei diversi collegi lombardi. La Commissione regionale sicurezza, che ha sede a Brescia, ha quindi coordinato, uniformato e collezionato tutti i contributi, approfittando anche della consulenza su alcuni argomenti dell’avvocato Menini, il penalista consulente della Commissione sicurezza del nostro Collegio». E qual è stata la maggiore difficoltà che avete incontrato? «Il vero nodo da sciogliere è stato proprio la costruzione di una modulistica uniformata che raccogliesse tutte le solle-


SICUREZZA CANTIERI Nadia Bettari, Coordinatore della Commissione Sicurezza Regionale

citazioni e le esigenze delle diverse Asl e dei diversi Ispettorati».

solo in cantieri con più di 200 uomini/giorno di lavoro o in presenza di rischi particolari (cadute dall’alto, carichi sospesi ect), ora l’obbligatorietà scatta in tutti quei cantieri nei quali viene impegnata più di una ditta anche non contemporaneamente. In pratica anche chi ristruttura un bagno e vede impegnato insieme al muratore, un idraulico e un elettricista deve dotarsi del piano, ovviamente commisurato all’entità dell’intervento ed ai relativi rischi, e nominare un coordinatore».

Complimenti, ma veniamo – pur brevemente e senza entrare troppo nella giungla degli aspetti tecnici – alle questioni di contenuto. Molti colleghi lamentano talvolta la scarsa chiarezza di alcuni concetti, la fumosità di talune norme, la loro possibile contraddittoria interpretazione. Ecco: siete riusciti a dare interpretazioni univoche delle questioni fondamentali? «Questo è stato senza dubbio uno degli obiettivi più importanti che abbiamo perseguito; e sono soddisfatta del risultato. Faccio un solo esempio: siamo riusciti ad inserire nel Cd gli ultimissimi chiarimenti normativi su uno dei punti cardine, ovvero l’individuazione del responsabile dei lavori. Ebbene è responsabile dei lavori chi è nominato dal committente con potere di spesa, almeno per quanto attiene agli interventi nel campo della sicurezza. E già questa precisazione ha un’importanza straordinaria per il nostro lavoro». Vediamo qualche altro elemento: ad esempio cos’è cambiato dalla legge 494 del 1996 al Testo unico aggiornato e modificato fino al 2009 in tema di obbligatorietà del Piano di sicurezza del cantiere? «Anche a questo proposito il cambiamento è stato assai profondo. Cominciamo con il ricordare che il Piano di sicurezza va concepito già al momento della progettazione dell’opera. Ma, soprattutto, mentre nella ‘494’ l’obbligatorietà scattava

Il 9 maggio 2013 scadrà il termine per l’aggiornamento dei coordinatori Ricordiamo agli iscritti abilitati quali Coordinatori per la Sicurezza prima del 9 maggio 2008, che il 9 maggio 2013 scadrà il termine stabilito dal T.U.S. per il raggiungimento delle 40 ore di aggiornamento per mantenere l’abilitazione. Il Collegio ha iniziato fin dal 2008 ad organizzare corsi in tal senso. È prevista l’organizzare di un ultimo corso di 16 ore a partire da ottobre 2012 che si concluderà entro aprile 2013.

Mi hai detto che in questi 15 anni, dal varo della 494 ad oggi, sono cambiate le norme e che anche questa è una delle ragioni che hanno consigliato la produzione del nuovo Cd. Ma puoi dire in coscienza che nei cantieri sia cambiato anche l’atteggiamento dei professionisti e delle imprese riguardo alla sicurezza, o meglio che tutte queste norme siano state applicate ed abbiano ridotto il pericolo di incidente? «Le statistiche e non le sensazioni personali ci dicono che gli incidenti sono gradualmente diminuiti ed anche la sicurezza, che un tempo era vissuta solo come una spesa inutile, sia invece vista oggi come un preciso dovere civico. O almeno questo era vero sino a un paio d’anni fa: la crisi ci sta infatti facendo fare dei gran passi indietro. Purtroppo quando i budget vengono ridotti i primi investimenti che saltano sono proprio quelli sul fronte della sicurezza: si tagliano le spese mirate a questo obiettivo, si riducono irragionevolmente IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 25


SICUREZZA CANTIERI

Associazione Geo.Sicur. Geo.Sicur. Associazione Geometri per la sicurezza Nella rivista n° 04/2011 de “Il Geometra Bresciano” è stato pubblicato un articolo sull’Associazione Geo.Sicur. in cui si riportava la quota di iscrizione anno 2011 per i Soci Individuali pari a 50,00 €. Nella riunione di Consiglio del 24/11/2011 il Direttivo della Geo.Sicur. ha deliberato di consentire l’iscrizione gratuita per l’anno 2012 per tutti i geometri iscritti ai Collegi che sono Soci Collettivi. Informiamo quindi che il Consiglio del Collegio di Brescia ha condiviso l’iniziativa versando la quota come Socio Collettivo consentendo quindi a tutti i Colleghi di Brescia di iscriversi all’Associazione gratuitamente, semplicemente inviando il modulo compilato scaricabile dal sito www.geosicur.it.

i compensi ai coordinatori. Ed il guaio è che anche tra professionisti ci si scontra per incarichi a prezzi assolutamente inadeguati a compensare il lavoro e la responsabilità che un vero Piano di sicurezza impone».

diffondere il Cd come meglio crede. Così c’è chi l’ha semplicemente inserito nel proprio sito, chi ne ha una o più copie in sede, chi infine, come ad esempio il Collegio di Brescia, ne invierà una copia ad ogni iscritto ed anche ai praticanti». E mi pare che a tuo avviso sia stata quest’ultima la scelta migliore. «Non c’è il minimo dubbio. La sicurezza infatti non va considerata solo come una specializzazione che qualche collega consegue, ma come un requisito professionale indispensabile per chi opera in ambito edilizio, per chi progetta come per chi realizza. Ecco perché sulla sicurezza dovremmo tutti sapere un po’ di più anche se saranno poi solo alcuni colleghi a scegliere di assumersi incarichi e responsabilità. In questo senso mandare il Cd a tutti, praticanti compresi, significa fare formazione anche sulla sicurezza ed inserirla nel bagaglio necessario per svolgere oggi la nostra professione. Non si tratta insomma di consentire ai colleghi di scaricare moduli e magari fare copia e incolla con qualcuno dei documenti contenuti nel Cd, ma di diffondere cultura, di far crescere la categoria per consentirle di servire meglio la società». ❑

Purtroppo questa è una mestizia comune a buona parte del nostro lavoro. Tornando al Cd resta solo da dire della diffusione. «Abbiamo lasciato massima liberta ad ogni Collegio di

Pubblicato il Cd “Linee guida del C.S.P. e del C.S.E. dei Collegi geometri della Lombardia”

D

opo tre anni di impegnativo lavoro della Commissione Sicurezza Regionale, siamo finalmente arrivati a pubblicare il Cd “Linee guida dei C.S.P. e C.S.E.”, frutto del confronto di tutti i Collegi geometri della Lombardia. Purtroppo assistiamo quotidianamente quali coordinatori a metodologie di lavoro diverse da coordinatore a coordinatore, da provincia a provincia, da Organo di vigilanza a Organo di vigilanza, nonostante la normativa in materia di sicurezza e salute dei lavoratori abbia valenza nazionale. La Commissione ha pertanto deciso di emanare una linea guida comune a tutti i geometri lombardi che può essere presa a riferimento come buona prassi di comportamento di ciascun coordinatore. Scrivo “può essere” in quanto, come tutte le linee guida, non è una norma di legge, ma vuole essere semplicemente uno strumento che faciliti l’attività che ciascuno di noi è chiamato a svolgere quotidianamente nei cantieri edili. 26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

Commissione è quello di utilizzare questo strumento per opporsi ad eventuali sanzioni “facili” che possono essere ingiunte ai coordinatori dagli Organi di vigilanza. Si è trattato di un lavoro portato a termine con molta competenza dai vari membri della Commissione e per questo ringrazio tutti per l’eccellente e prezioso lavoro svolto.

Il documento, soprattutto nella parte dedicata alla modulistica, vuole essere prima di tutto uno strumento di supporto ai giovani coordinatori, ma ha l’intento di essere utilizzato anche dalle Commissioni Parcelle dei Collegi in caso di liquidazione delle parcelle. Queste ultime, infatti, per valuIl Coordinatore tare se il professionista ha correttadella Commissione Sicurezza Regionale mente svolto il proprio incarico, pogeom. Nadia Bettari tranno confrontare la documentazione prodotta con la documenSeminario su “Lineenguida tazione “minima” per C.S.P. C.S.P. e C.S.E. illustrata nella linea guida inseMercoledì 28 marzo 2012 dalle 14.30 alle 18.00 si terrà nell’Aula rita all’interno Magna dell’Istituto “Tartaglia” il seminario «Linee guida per C.S.P. e del Cd. C.S.E. dei Collegi geometri della Lombardia» Un ulteriore obiettivo della



DAL COLLEGIO DI BRESCIA Roberto Manella

I

l 27 gennaio scorso si è svolto presso il Collegio geometri della provincia di Monza e Brianza un incontro tra i rappresentanti delle Commissioni Ambiente dei vari Collegi lombardi e i funzionari del Cestec e della Regione Lombardia. Erano presenti il dott. Mauro Fasano, dirigente dell'Unità Organizzativa – Energia e Reti Tecnologiche – della Regione Lombardia, oltre all’ing.Belli e all’ing.Capignani per il Cestec s.p.a. L’incontro ha consentito di fare il punto sulla certificazione energetica in Lombardia,ed è emerso che la nostra regione è tra le prime in Europa per quantità di attestati con quasi 720.000 ACE depositati, oltre ad essere la più virtuosa in Italia con oltre 1.000 edifici in classe A+ e quasi 5.000 edifici in classe A. Il tema principale dell’incontro ha riguardato l’entrata in vigore delle ultime deliberazioni della Regione Lombardia, e più precisamente la deliberazione IX/2555 del 24 novembre 2011 riguardante le modalità di dichiarazione delle prestazioni energetiche degli edifici soggetti ad annuncio commerciale e la deliberazione n. IX/2554, sempre del 24 novembre 2011, riguardante i criteri per lo svolgimento degli accertamenti in materia di certificazione energetica e relative sanzioni. Per quanto riguarda il primo provvedimento citato, dal 1° gennaio 2012 è entrato in vigore l’obbligo di dichiarare su qualsiasi annuncio com28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

Certificazione energetica: i nuovi obblighi e il sistema dei controlli merciale riguardante la vendita o la locazione di immobili la classe e l’indice di prestazione energetica dell’edificio, a prescindere dalla destinazione d’uso dello stesso ad esclusione delle fattispecie di cui al punto 4 dell’ex dpr 412/1993. Nel caso l’annuncio riguardasse un edificio in costruzione, pertanto non ancora dotato di certificato energetico, i dati da indicare saranno quelli risultanti dalla relazione tecnica di cui al-

zare il compratore e a indirizzarlo verso gli edifici più performanti, premiando di fatto chi costruisce con maggiore attenzione al risparmio energetico; a ulteriore conferma di quanto sopra esposto è il fatto che nonostante l’attuale crisi e il calo delle compravendite immobiliari, gli edifici che si vendono più facilmente sono proprio quelli in classe A ed A+. A pochi giorni dall'entrata in vigore di tale obbligo si

Innanzitutto bisogna specificare che non vi è alcun intento vessatorio da parte dell’Organismo Regionale e che il fine di questa attività di verifica è quello di punire i furbi e non di tartassare chi lavora in buona fede e con professionalità. A tal proposito si è giunti a conoscenza di certificatori che pubblicizzano su alcuni siti noti a tutti la redazione di certificati energetici senza sopralluogo e a prezzi che definire ridicoli è un eu-

l’art.28 della L.10/91 riportando accanto al dato la dicitura “valore di progetto”. La sanzione prevista in caso di inadempimento varia da €.1.000,00 ad €.5.000,00 e l’irrogazione della stessa compete al comune nel quale l’immobile è ubicato. L’inserimento dei valori di prestazione energetica degli edifici all’interno degli annunci commerciali è di grande importanza, in quanto serve a sensibiliz-

stima che circa il 40% degli annunci sia in regola con la recente normativa. Il 1° gennaio è entrato in vigore anche il sistema di verifica degli attestati, anche se l’inizio vero e proprio dell’attività di controllo è stato spostato ai primi giorni di febbraio. Vediamo dunque come si svolgeranno i controlli e quali saranno le modalità con cui verranno scelti gli attestati da verificare.

femismo. Tale modalità risulta irregolare in quanto il certificatore è tenuto a effettuare un sopralluogo per verificare le caratteristiche dell’edificio, pertanto i certificati ottenuti con questo modus operandi sono considerati sanzionabili a prescindere. Venendo ai criteri di scelta degli attestati da sottoporre a verifica, la prima caratteristica presa in esame è il numero di certificati redatti in


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

un certo lasso di tempo. Sostanzialmente chi redige un numero di ACE molto elevato rispetto alla media regionale viene considerato come soggetto più a rischio. Non si esclude di inserire in futuro come soggetto a rischio anche chi di certificati ne redige molto pochi (es. 1 o 2 all'anno). Un altro parametro che sarà preso in considerazione è la vicinanza del valore di EPH al salto verso una classe meno performante.

avranno comunque più possibilità di controllo gli edifici collocati in classi più performanti; inoltre verrà posta particolare attenzione a quei certificati che presentano evidenti anomalie in alcuni dei dati inseriti nel software. Oltre ai criteri sopra evidenziati vi sarà poi una componente casuale nell’estrazione dei certificati da sottoporre a controllo, pertanto ogni attestato prodotto ha la possibilità di essere verifi-

visto che nel caso vengano riscontrate irregolarità nel certificato il professionista possa richiedere un contraddittorio nel quale eventualmente fornire ulteriori spiegazioni o documentazione a sostegno delle scelte effettuate che potrebbero modificare un esito inizialmente negativo. È poi stato definito un livello di tolleranza da adottare nelle misurazioni che verrà applicato sia al certificatore che al soggetto preposto alla

Per fare un esempio se un attestato presenta un valore di EPH che colloca il fabbricato in classe A, ma questo valore è molto vicino al limite tra classe A e classe B, l’attestato è considerato maggiormente a rischio. Chiaramente un valore al limite tra classe A e classe B verrà considerato maggiormente rispetto a un valore al limite tra classe F e classe G. A prescindere dalla distanza dal limite di classe inferiore

cato anche se con più o meno probabilità rispetto agli altri a seconda delle caratteristiche sopra citate. Gli ispettori preposti alla verifica degli attestati saranno consulenti esterni scelti tra gli iscritti all’elenco dei certificatori e ai vari ordini professionali, che verranno ciclicamente sostituiti. Oltre alla fase di verifica sul campo dell’attestato, durante la quale il certificatore può essere presente è pre-

verifica, dati gli inevitabili piccoli scostamenti che si possono verificare durante le operazioni di rilievo. Sono previsti inoltre vari gradi di responsabilità in quanto un ACE irregolare potrebbe non derivare necessariamente da un errore del certificatore, ma anche da eventuali inesattezze dovute a documentazione errata fornita dal proprietario dell’edificio piuttosto che da altri soggetti ad esso correlati.

Nel caso la sanzione venisse comunque notificata il trasgressore potrà entro 60 giorni procedere al pagamento in misura ridotta a un terzo della sanzione prevista o, se più favorevole, al doppio del minimo della sanzione edittale, oltre alle spese di procedimento.

S

e dopo tale termine il pagamento non fosse stato effettuato e il Cestec non ritenesse sufficiente l’eventuale documentazione presentata dal trasgressore si procederà con un’ordinanza ingiuntiva e, nel caso di ulteriore mancato pagamento entro 30 giorni, verrà avviata la procedura Equitalia per la riscossione coattiva della somma dovuta. Infine è necessario aprire una parentesi sull’evoluzione storica della procedura da eseguire nella redazione della certificazione energetica; molti colleghi ricorderanno infatti le difficoltà riscontrate con le prime versioni del software a causa dei difetti iniziali dello stesso. I dirigenti del Cestec hanno assicurato che sono ben consci di questo problema e oltre a garantire che nell’esecuzione dei controlli verrà debitamente considerato questo aspetto, si sono dimostrati disponibili ad accettare e a valutare eventuali suggerimenti per il miglioramento del software che dovessero giungere dai certificatori. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 29


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Il mercato immobiliare in provincia di Brescia Abitazioni Nuovo/Ristrutturato minimo

Acquafredda

massimo

Recente minimo

Agibile

massimo

minimo

Da ristrutturare

massimo

minimo

massimo

980,00

1.400,00

770,00

1.100,00

510,00

730,00

210,00

300,00

1.500,00

1.950,00

1.350,00

1.650,00

700,00

1.000,00

400,00

600,00

Agnosine

980,00

1.450,00

700,00

1.000,00

490,00

700,00

245,00

350,00

Alfianello

980,00

1.400,00

770,00

1.100,00

500,00

720,00

240,00

345,00

Anfo

910,00

1.400,00

700,00

1.000,00

490,00

700,00

180,00

260,00

Angolo Terme

920,00

1.200,00

800,00

1.050,00

325,00

540,00

160,00

230,00

Artogne

1.000,00

1.275,00

850,00

1.050,00

480,00

690,00

150,00

250,00

Azzano Mella

1.190,00

1.700,00

980,00

1.400,00

630,00

900,00

420,00

600,00

Bagnolo Mella

1.330,00

1.900,00

1.050,00

1.500,00

910,00

1.300,00

540,00

770,00

Bagolino

1.135,00

1.700,00

840,00

1.200,00

630,00

900,00

250,00

360,00

Barbariga

1.015,00

1.450,00

840,00

1.200,00

595,00

850,00

230,00

330,00

945,00

1.400,00

700,00

1.000,00

435,00

620,00

180,00

260,00

Bassano Bresciano

1.190,00

1.700,00

980,00

1.400,00

685,00

980,00

380,00

540,00

Bedizzole

1.300,00

1.900,00

1.150,00

1.500,00

800,00

1.100,00

400,00

600,00

Berlingo

980,00

1.400,00

840,00

1.200,00

595,00

850,00

230,00

330,00

Berzo Demo

800,00

1.250,00

700,00

1.100,00

500,00

700,00

150,00

250,00

Berzo Inferiore

875,00

1.200,00

750,00

1.050,00

420,00

700,00

140,00

220,00

Bienno

1.00,00

1.320,00

900,00

1.180,00

450,00

620,00

195,00

265,00

Bione

980,00

1.400,00

700,00

1.000,00

455,00

650,00

180,00

260,00

Borgo San Giacomo

980,00

1.400,00

770,00

1.100,00

510,00

730,00

275,00

390,00

Borgosatollo

1.600,00

2.100,00

1.300,00

1.800,00

800,00

1.200,00

500,00

800,00

Borno

1.390,00

1.800,00

1.200,00

1.550,00

650,00

1.000,00

150,00

270,00

Botticino

1.950,00

2.200,00

1.500,00

1.900,00

1.100,00

1.400,00

550,00

700,00

Bovegno

1.100,00

1.500,00

950,00

1.290,00

650,00

950,00

300,00

400,00

Bovezzo

1.900,00

2.600,00

1.500,00

2.200,00

1.200,00

1.550,00

700,00

1.000,00

Brandico

980,00

1.400,00

840,00

1.200,00

595,00

850,00

230,00

330,00

Breno

1.100,00

1.400,00

950,00

1.250,00

650,00

900,00

200,00

300,00

Caino

1.400,00

1.950,00

1.150,00

1.650,00

700,00

1.100,00

400,00

600,00

Calcinato

1.300,00

1.800,00

1.000,00

1.300,00

750,00

1.000,00

390,00

550,00

Calvagese

1.300,00

1.800,00

1.050,00

1.350,00

800,00

1.050,00

400,00

550,00

Calvisano

1.300,00

1.600,00

950,00

1.350,00

800,00

900,00

340,00

490,00

800,00

1.250,00

700,00

1.100,00

500,00

700,00

150,00

250,00

1.330,00

1.900,00

1.100,00

1.570,00

735,00

1.050,00

525,00

750,00

Adro

Barghe

Capo di Ponte Capriano del Colle 30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Nuovo/Ristrutturato minimo massimo

Recente minimo massimo

Agibile minimo massimo

Da ristrutturare minimo massimo

Capriolo

1.350,00

1.750,00

1.200,00

1.500,00

800,00

1.100,00

350,00

500,00

Carpenedolo

1.120,00

1.600,00

875,00

1.250,00

630,00

900,00

350,00

500,00

Castegnato

1.400,00

2.000,00

1.250,00

1.700,00

850,00

1.200,00

400,00

650,00

Castelcovati

1.190,00

1.700,00

915,00

1.300,00

630,00

900,00

315,00

450,00

Castel Mella

1.400,00

2.000,00

1.150,00

1.640,00

840,00

1.200,00

525,00

750,00

Castenedolo

1.350,00

2.000,00

1.100,00

1.400,00

800,00

1.100,00

350,00

600,00

980,00

1.450,00

700,00

1.000,00

440,00

630,00

180,00

255,00

Castrezzato

1.190,00

1.700,00

980,00

1.400,00

700,00

1.000,00

360,00

510,00

Cazzago S. Martino

1.260,00

1.800,00

1.050,00

1.500,00

840,00

1.200,00

440,00

630,00

800,00

1.250,00

700,00

1.100,00

500,00

700,00

150,00

250,00

1.950,00

2.650,00

1.700,00

2.400,00

1.200,00

1.600,00

700,00

1.000,00

Ceto

800,00

1.250,00

700,00

1.100,00

500,00

700,00

150,00

250,00

Cevo

800,00

1.150,00

700,00

1.000,00

450,00

650,00

150,00

200,00

Chiari

1.505,00

2.150,00

1.190,00

1.700,00

875,00

1.250,00

490,00

700,00

Cigole

980,00

1.400,00

770,00

1.100,00

500,00

720,00

230,00

330,00

Cividate Camuno

1.000,00

1.200,00

850,00

1.030,00

450,00

700,00

160,00

220,00

Coccaglio

1.260,00

1.800,00

1.020,00

1.450,00

700,00

1.000,00

350,00

500,00

Collebeato

1.800,00

2.600,00

1.650,00

2.250,00

1.250,00

1.600,00

750,00

1.000,00

Collio

1.100,00

1.500,00

950,00

1.250,00

650,00

850,00

300,00

400,00

Cologne

1.155,00

1.650,00

930,00

1.330,00

700,00

1.000,00

420,00

600,00

Comezzano Cizzago

1.050,00

1.500,00

840,00

1.200,00

560,00

800,00

275,00

390,00

Concesio

1.800,00

2.550,00

1.550,00

2.200,00

1.100,00

1.550,00

700,00

950,00

Corte Franca

1.600,00

2.100,00

1.350,00

1.800,00

800,00

1.200,00

420,00

650,00

900,00

1.200,00

800,00

1.050,00

500,00

700,00

150,00

250,00

Corzano

1.050,00

1.500,00

840,00

1.200,00

630,00

900,00

315,00

450,00

Darfo

1.200,00

1.430,00

900,00

1.100,00

630,00

830,00

300,00

400,00

Dello

1.100,00

1.550,00

900,00

1.300,00

600,00

900,00

250,00

400,00

Desenzano d. Garda

3.000,00

4.600,00

2.800,00

3.800,00

1.800,00

2.800,00

1.250,00

2.000,00

Edolo

1.100,00

1.600,00

900,00

1.350,00

700,00

800,00

200,00

300,00

Erbusco

1.470,00

2.100,00

1.260,00

1.800,00

840,00

1.200,00

4550,00

650,00

Esine

1.000,00

1.325,00

900,00

1.150,00

500,00

750,00

130,00

200,00

945,00

1.350,00

770,00

1.100,00

500,00

720,00

210,00

300,00

1.700,00

2.200,00

1.200,00

1.700,00

900,00

1.300,00

600,00

800,00

Casto

Cedegolo Cellatica

Corteno Golgi

Fiesse Flero

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 31


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Nuovo minimo

massimo

minimo

Gambara

1.050,00

1.500,00

Gardone Riviera

2.800,00

Gardone V.T.

Agibile

massimo

875,00

1.250,00

575,00

820,00

260,00

375,00

4.100,00

2.600,00

3.700,00

2.000,00

2.600,00

1.000,00

1.800,00

1.400,00

1.850,00

1.250,00

1.600,00

900,00

1.250,00

450,00

650,00

Gargnano

2.400,00

3.350,00

2.000,00

2.900,00

1.450,00

2.000,00

800,00

1.250,00

Gavardo

1.250,00

1.850,00

1.050,00

1.500,00

800,00

1.100,00

350,00

550,00

Ghedi

1.330,00

1.900,00

1.120,00

1.600,00

910,00

1.300,00

525,00

750,00

Gianico

1.000,00

1.275,00

860,00

1.100,00

500,00

700,00

130,00

200,00

Gottolengo

1.150,00

1.650,00

910,00

1.300,00

630,00

900,00

285,00

405,00

Gussago

1.900,00

2.550,00

1.650,00

2.200,00

1.100,00

1.600,00

750,00

1.050,00

Idro

1.100,00

1.600,00

840,00

1.200,00

575,00

820,00

220,00

310,00

Iseo

2.400,00

2.900,00

1.900,00

2.450,00

1.600,00

1.900,00

600,00

900,00

Isorella

1.050,00

1.500,00

840,00

1.200,00

575,00

820,00

260,00

375,00

Leno

1.330,00

1.900,00

1.120,00

1.600,00

840,00

1.200,00

485,00

690,00

Limone del Garda

2.200,00

3.200,00

2.000,00

2.800,00

1.600,00

2.100,00

800,00

1.350,00

Lodrino

1.100,00

1.500,00

950,00

1.300,00

650,00

850,00

300,00

400,00

Lograto

1.050,00

1.500,00

910,00

1.300,00

700,00

1.000,00

275,00

390,00

Lonato

1.600,00

2.300,00

1.300,00

1.900,00

1.000,00

1.300,00

470,00

780,00

Lumezzane

1.450,00

1.900,00

1.250,00

1.650,00

800,00

1.200,00

400,00

600,00

Maclodio

1.050,00

1.500,00

910,00

1.300,00

700,00

1.000,00

270,00

390,00

Mairano

1.015,00

1.450,00

875,00

1.250,00

630,00

900,00

250,00

360,00

Malegno

850,00

1.180,00

765,00

1.015,00

420,00

600,00

140,00

220,00

Malonno

900,00

1.200,00

750,00

1.050,00

500,00

700,00

150,00

200,00.

Manerba d. Garda

2.100,00

3.200,00

2.100,00

2.800,00

1.300,00

2.100,00

800,00

1.300,00

Manerbio

1.400,00

2.000,00

1.190,00

1.700,00

910,00

1.300,00

525,00

750,00

Marcheno

1.250,00

1.700,00

1.050,00

1.500,00

700,00

1.000,00

350,00

450,00

Marone

1.600,00

2.000,00

1.200,00

1.600,00

900,00

1.100,00

450,00

700,00

Mazzano

1.300,00

1.850,00

1.000,00

1.400,00

850,00

1.200,00

450,00

600,00

980,00

1.400,00

770,00

1.100,00

525,00

750,00

250,00

360,00

Moniga d. Garda

2.100,00

3.200,00

2.000,00

2.800,00

1.220,00

2.000,00

800,00

1.300,00

Monticelli Brusati

1.800,00

2.100,00

1.450,00

1.900,00

1.000,00

1.300,00

450,00

600,00

Montichiari

1.330,00

1.900,00

1.050,00

1.500,00

840,00

1.200,00

460,00

660,00

Montirone

1.225,00

1.750,00

970,00

1.390,00

690,00

980,00

380,00

540,00

Monteisola

1.900,00

2.200,00

1.400,00

1.900,00

1.000,00

1.200,00

550,00

700,00

32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

minimo

Aree oroduttive

minimo

Milzano

massimo

Da ristrutturare

massimo


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Nuovo

Agibile

Da ristrutturare

Aree produttive

minimo

massimo

minimo

massimo

minimo

massimo

minimo

massimo

Muscoline

1.250,00

1.700,00

1.100,00

1.400,00

800,00

1.100,00

380,00

550,00

Nave

1.450,00

2.000,00

1.300,00

1.700,00

1.000,00

1.350,00

500,00

750,00

800,00

1.250,00

700,00

1.100,00

500,00

700,00

150,00

250,00

Nuvolento

1.250,00

1.850,00

1.100,00

1.400,00

800,00

1.100,00

350,00

600,00

Nuvolera

1.250,00

1.850,00

1.100,00

1.400,00

800,00

1.100,00

350,00

600,00

Odolo

1.015,00

1.550,00

770,00

1.100,00

455,00

650,00

180,00

300,00

Offlaga

1.050,00

1500,00

820,00

1.170,00

575,00

820,00

270,00

390,00

Ome

1.500,00

1.900,00

1.300,00

1.600,00

950,00

1.150,00

400,00

600,00

Orzinuovi

1.650,00

2.250,00

1.300,00

1.800,00

800,00

1.250,00

500,00

750,00

Orzivecchi

1.100,00

1.600,00

900,00

1.300,00

700,00

1.000,00

350,00

450,00

Ospitaletto

1.500,00

1.900,00

1.300,00

1.600,00

800,00

1.100,00

350,00

450,00

Padenghe s. Garda

2.100,00

3.250,00

2.000,00

2.800,00

1.400,00

2.000,00

800,00

1.300,00

Paderno Franciacorta

1.450,00

1.800,00

1.200,00

1.550,00

800,00

1.000,00

450,00

600,00

Paitone

1.250,00

1.800,00

1.100,00

1.400,00

800,00

1.100,00

370,00

580,00

Palazzolo s/O.

1.400,00

2.000,00

1.135,00

1.620,00

840,00

1.200,00

460,00

660,00

Paratico

1.550,00

2.200,00

1.350,00

1.800,00

1.000,00

1.300,00

500,00

650,00

Passirano

1.400,00

1.900,00

1.200,00

1.650,00

900,00

1.000,00

450,00

600,00

Pavone Mella

1.085,00

1.550,00

970,00

1.380,00

595,00

850,00

230,00

330,00

Pezzaze

1.000,00

1.400,00

850,00

1.200,00

650,00

850,00

300,00

400,00

Piancamuno

1.100,00

1.225,00

860,00

1.050,00

520,00

800,00

150,00

210,00

Piancogno

1.000,00

1.250,00

860,00

1.050,00

500,00

800,00

150,00

220,00

Pisogne

1.350,00

1.750,00

1.100,00

1.500,00

700,00

950,00

350,00

450,00

Polaveno

1.050,00

1.450,00

900,00

1.250,00

650,00

900,00

300,00

400,00

Polpenazze

1.800,00

2.700,00

1.700,00

2.350,00

1.200,00

1.700,00

600,00

1000,00

Pompiano

1.100,00

1.500,00

900,00

1.200,00

600,00

800,00

300,00

400,00

Poncarale

1.300,00

1.800,00

1.100,00

1.400,00

600,00

1.000,00

400,00

600,00

Ponte di Legno

3.200,00

4.500,00

2.750,00

3.900,00

2.000,00

2.600,00

1.200,00

1.650,00

Pontevico

1.050,00

1.500,00

820,00

1.170,00

595,00

850,00

275,00

390,00

Pontoglio

1.120,00

1.600,00

945,00

1.350,00

630,00

900,00

315,00

450,00

Pozzolengo

1.650,00

2.250,00

1.200,00

1.900,00

840,00

1.200,00

500,00

800,00

Pralboino

1.015,00

1.450,00

770,00

1.100,00

525,00

750,00

225,00

320,00

Preseglie

980,00

1.450,00

700,00

1.000,00

525,00

750,00

195,00

280,00

1.200,00

1.750,00

1.000,00

1.300,00

750,00

1.000,00

300,00

550,00

Niardo

Prevalle

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 33


DIDAL COLLEGIO DI BRESCIA

Nuovo

Agibile

Da ristrutturare

Aree produttive

minimo

massimo

minimo

massimo

minimo

massimo

minimo

massimo

Provaglio d’Iseo

1.650,00

2.100,00

1.400,00

1.800,00

1.000,00

1.300,00

450,00

650,00

Puegnago d. Garda

1.800,00

2.750,00

1.600,00

2.400,00

1.200,00

1.700,00

600,00

1.000,00

Quinzano d’Oglio

1.120,00

1.600,00

875,00

1.250,00

630,00

900,00

315,00

450,00

965,00

1.380,00

755,00

1.080,00

525,00

750,00

240,00

340,00

Rezzato

1.550,00

2.200,00

1.100,00

1.600,00

900,00

1.250,00

550,00

800,00

Roccafranca

1.000,00

1.450,00

840,00

1.200,00

560,00

800,00

250,00

360,00

Rodengo Saiano

1.700,00

2.100,00

1.600,00

1.800,00

1.200,00

1.400,00

600,00

800,00

Roé Volciano

1.650,00

2.350,00

1.400,00

2.000,00

1.000,00

1.350,00

550,00

850,00

Roncadelle

1.550,00

2.150,00

1.300,00

1.850,00

1.100,00

1.450,00

700,00

950,00

Rovato

1.450,00

1.900,00

1.155,00

1.650,00

700,00

1.000,00

455,00

650,00

Rudiano

1.050,00

1.500,00

840,00

1.200,00

595,00

850,00

250,00

360,00

Sabbio Chiese

1.120,00

1.600,00

875,00

1.250,00

665,00

950,00

295,00

420,00

Sale Marasino

1.700,00

2.200,00

1.450,00

1.900,00

950,00

1.300,00

550,00

750,00

Salò

3.500,00

5.000,00

2.800,00

4.000,00

1.950,00

2.800,00

1.150,00

1.800,00

San Felice d. Benaco

2.200,00

3.200,00

2.100,00

2.900,00

1.400,00

2.200,00

800,00

1.600,00

980,00

1.400,00

770,00

1.100,00

525,00

750,00

225,00

320,00

San Paolo

1.050,00

1.500,00

820,00

1.170,00

560,00

800,00

280,00

400,00

San Zeno Naviglio

1.365,00

1.950,00

1.100,00

1.600,00

840,00

1.200,00

560,00

800,00

Sarezzo

1.350,00

1.850,00

1.150,00

1.600,00

1.000,00

1.200,00

450,00

600,00

Saviore dell’Adamello

800,00

1.150,00

700,00

1.000,00

450,00

650,00

150,00

200,00

Sellero

800,00

1.250,00

700,00

1.100,00

500,00

700,00

150,00

250,00

Seniga

980,00

1.400,00

770,00

1.100,00

525,00

750,00

225,00

320,00

Serle

1.200,00

1.700,00

1.000,00

1.300,00

700,00

1.000,00

360,00

550,00

Sirmione

5.500,00

8.500,00

4.800,00

6.800,00

3.150,00

4.500,00

2.700,00

3.900,00

Soiano d. Lago

2.200,00

3.200,00

1.900,00

2.800,00

1.500,00

2.000,00

800,00

1.400,00

900,00

1.200,00

750,00

1.050,00

500,00

700,00

150,00

200,00

Sulzano

1.500,00

2.100,00

1.300,00

1.800,00

800,00

1.100,00

400,00

550,00

Temú

2.000,00

2.800,00

1.750,00

2.200,00

1.500,00

1.900,00

550,00

800,00

Tignale

1.800,00

2.500,00

1.700,00

2.100,00

1.200,00

1.700,00

500,00

950,00

Torbole Casaglia

1.260,00

1.800,00

1.085,00

1.550,00

945,00

1.350,00

460,00

660,00

Toscolano Maderno

2.500,00

3.800,00

2.250,00

3.200,00

1.550,00

2.200,00

900,00

1.300,00

Travagliato

1.120,00

1.600,00

945,00

1.350,00

805,00

1.150,00

335,00

480,00

Tremosine

1.800,00

2.400,00

1.600,00

2.200,00

1.000,00

1.400,00

450,00

750,00

Remedello

San Gervasio

Sonico

34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Nuovo minimo

massimo

Trenzano

1.050,00

1.500,00

Urago d’Oglio

1.085,00

Vallio

Agibile minimo

Da ristrutturare

massimo

minimo

840,00

1.200,00

575,00

1.550,00

910,00

1.300,00

1.300,00

1.650,00

1.000,00

Verolanuova

1.190,00

1.700,00

Verolavecchia

1.155,00

Vestone

Aree produttive

massimo

minimo

massimo

820,00

275,00

390,00

685,00

980,00

295,00

420,00

1.300,00

650,00

1.000,00

400,00

600,00

1.015,00

1.450,00

700,00

1.000,00

380,00

540,00

1.650,00

925,00

1.320,00

700,00

1.000,00

380,00

540,00

1.150,00

1.650,00

840,00

1.200,00

735,00

1.050,00

350,00

500,00

Vezza d’Oglio

1.600,00

2.400,00

1.200,00

2.000,00

1.100,00

1.600,00

400,00

700,00

Villa Carcina

1.350,00

1.850,00

1.150,00

1.600,00

900,00

1.250,00

400,00

700,00

Villanuova sul Clisi

1.250,00

1.850,00

1.150,00

1.500,00

800,00

1.150,00

400,00

600,00

Visano

1.015,00

1.450,00

810,00

1.160,00

560,00

800,00

250,00

360,00

Vobarno

1.155,00

1.650,00

875,00

1.250,00

805,00

1.150,00

320,00

460,00

Zone

1.350,00

1.700,00

1.150,00

1.450,00

750,00

1.000,00

350,00

500,00

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 35


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Stefano Benedini

I

nternet e i siti web sono il presente della comunicazione, dell’informazione, del marketing, del lavoro e sono ormai lontani dal giudizio di essere una “moda”, con il quale qualcuno liquidava la rete una quindicina d’anni fa quando Internet in Italia muoveva i primi passi. Quella che è, senza ombra di dubbio, una delle più importanti innovazioni tecnologiche di sempre, si è tramutata negli ultimi anni anche in uno strumento di dialogo tra istituzioni e utenti oltre che in un mezzo di sponsorizzazione per le aziende e i liberi

Il sito internet del Collegio: servizio sempre più apprezzato

professionisti. Nell’ottica di analizzare l’offerta che il sito del Collegio geometri di Brescia sta offrendo ai propri visitatori portiamo all’attenzione dei lettori alcuni degli indicatori di prestazione (KPI), dati che prendono in considerazione gli accessi alle pagine del sito “www.collegio.geometri.bs.it” durante l’anno 2011. Mediamente il numero di visitatori giornalieri è aumentato molto a partire dal settembre dello scorso anno e la linea tendenziale che analizza le visite giornaliere – espressa in blu nel grafico sot-

tostante – esprime un trend positivo, offrendoci indicazioni sul crescente interesse da parte dei nostri iscritti verso quanto offerto dal sito. Un altro indicatore di prestazione che possiamo prendere in considerazione nell’analisi sull’utilizzo del servizio che viene offerto agli iscritti attraverso il sito è il tempo medio di circa 12 min. in cui gli utenti si sono soffermati durante la navigazione, un periodo discreto in relazione a tempi molto dinamici della rete. Utili anche le considerazioni che si possono ottenere rispetto alle aree risultate di

Andamento giornaliero visitatori con linea tendenziale

36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

maggior consultazione da parte dei visitatori. L’analisi sui percorsi di navigazione che possiamo fare non ci consente di entrare troppo nello specifico della singola pagina poiché molte delle pagine che compongono il sito confluiscono in un'unica voce rendendo attualmente impossibile frammentare i dati in modo più specifico. L’incidenza sul totale delle visite alla home page e di circa il 50% utilizzata per consultare le comunicazioni provenienti dal Collegio e dal Consiglio Nazionale; è un dato che conferma positivamente la scelta di dare al sito, prima di tutto, un servizio di informazione rapida ed immediatamente visualizzabile dai visitatori. Escludendo dal totale questo dato, la prima pagina in ordine di consultazione è quella che fa riferimento alla pagina dei “Contatti” nella quale è possibile trovare tutti gli elementi di riferimento utili per rivolgersi ai servizi offerti dalla segreteria del Collegio. A seguire la pagina che riceve maggiore attenzione è quella destinata al servizio della “Bacheca” nella quale vengono pubblicate offerte e ricerche sia di attrezzature professionali ma, soprattutto, di proposte di lavoro; un servizio importante che il sito offre ai propri iscritti e che è significativo trovare in questa posizione in questi tempi. Risulta essere consultata con frequenza anche la pagina con l’elenco degli “Iscritti” all’albo; si può forse ritenere che questa pagina


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

abbia ancora delle potenzialità da esprimere se utilizzata, per esempio, non solo con funzione di “rubrica” per gli iscritti ma anche per comunicare in modo più dettagliato le specializzazioni acquisite dagli iscritti all’albo. In questo modo il sito si svilupperebbe oltre che nella direzione informativa anche in quella di strumento sponsorizzante le competenze acquisite dagli iscritti, contribuendo ad aumentare la visibilità dei professionisti e le possibilità nel proporsi a potenziali clienti; attendiamo di ricevere considerazioni su questa proposta anche dagli iscritti stessi. Come molti ricorderanno il sito del Collegio di Brescia, nel suo inizio (1997), era stato realizzato come progetto pilota per la realizzazione degli altri siti ed è per questo motivo che attualmente si trova inserito in un circuito comprendente 14 Collegi (oltre a Brescia: Bergamo, Bolzano, Como, Cremona, Livorno, Lodi, Mantova, Parma, Rovigo, Savona, Varese, Venezia, Verona) che utilizzano la stessa struttura e la stessa interfaccia grafica; interfaccia che, grazie al lavoro della “iww - italian wide web s.r.l.”, si sta sviluppando nell’intento di avere un sito sempre più agevole nella consultazione; l’esito positivo di queste operazioni di aggiornamento del sito sta nella semplicità e nell’intuitività dell’utilizzo che viene raggiunta. Uno dei vantaggi che la nuova interfaccia consentirà

di avere è quella di adattarsi a qualsiasi impostazione di visualizzazione l’utente abbia sul proprio monitor migliorandone la lettura e rendendola più scorrevole anche sui supporti di ultima generazione. Non è facile combinare le prerogative di semplicità ed intuitività con i numerosi e diversi fattori che interagiscono tra di loro per il successo di un sito: l’architettura delle informazioni da inserire, l’esperienza dell’utente, le scelte di layout, l'impaginazione e la struttura grafica, il font, la grandezza dei titoli e dei sottotitoli rispetto al resto del corpo dell’informazione, la spaziatura, lo schema dei colori e gli elementi grafici che dovranno essere inclusi sono alcuni degli elementi che è necessario analizzare. Per questo motivo possiamo considerare l’aggiornamento dell’interfaccia come un passo necessario a rendere il sito del Collegio più adeguato anche ai nuovi supporti ma non esaurisce la necessità di apportare continui miglioramenti. I processi per la realizzazione di un buon sito web sono molti e necessitano di continua attenzione da parte dell’agenzia web che collabora con i 14 Collegi per mantenere integra, e omogenea l’impostazione data al sito volendone valorizzare ancora di più la finalità informativa. Abbiamo suggerito diversi miglioramenti tra cui, per esempio, quella di predisporre una pagina per gestire on-line le pre-adesioni ai

corsi di formazione e agli altri eventi, in modo che le comunicazioni giungano alla segreteria in modo univoco, ottimizzando i tempi di registrazione e informando in tempo reale gli iscritti sui posti disponibili e sull’avvenuta registrazione e riducendo gli errori che possono accidentalmente succedere nella trascrizione. Anche altri piccoli accorgimenti, a nostro parere, possono aiutare nella navigazione gli utenti meno esperti come quello di proporre, come già disponibile in molti altri siti, una sintetica “mappa del sito”, oppure offrendo un più facile accesso alla pagina che riassume le informazioni sui servizi agli iscritti, costruita sulle domande più frequentemente rivolte alla segreteria.

S

tiamo lavorando per fornire il miglior servizio agli iscritti, sviluppare nuovi servizi e ottimizzare l’impiego delle risorse e dei costi anche attraverso il sito del Collegio e siamo pronti a ricevere i suggerimenti che gli iscritti vorranno fornirci. Internet può rappresentare un supporto utile per tutti i professionisti ed è questo ciò che dovrebbe essere compreso anche da quelli che incontrano maggiori difficoltà nel suo utilizzo, anzi spesso sono proprio le loro osservazioni a contribuire al miglioramento di quanto proposto; ci possono essere dei difetti che non devono scoraggiarne l’utilizzo e contribuire al suggerimento dei

miglioramenti da apportare aiuta a rendere il sito ancora più utile. È innegabile che l’attività dei geometri poggia sulla rete di relazioni concrete che il professionista riesce a creare sul territorio, sulla fiducia che è in grado di costruire con i propri clienti curando i rapporti personalmente, ma non si possono trascurare le potenzialità che anche la rete virtuale può dispensare a sostegno di questa prerogativa unica – rispetto ad altre categorie professionali – che il geometra possiede. «Internet ha trasformato il nostro modo di vivere, il nostro modo di lavorare, il modo in cui ci incontriamo e socializziamo e lo stesso modo in cui i Paesi si sviluppano e crescono; si è trasformato rapidamente da una rete per ricercatori e “smanettoni” in una realtà quotidiana per miliardi di persone»; questa l’introduzione del rapporto McKinsey presentato nel maggio scorso al primo E-G8 (il primo G8 dedicato alla rete) nel quale l’Italia ne è uscita come Paese ad uno “stadio iniziale nell’offerta dei servizi tramite internet”; noi desideriamo, nell’interesse dei nostri iscritti, evolvere da questo stadio iniziale verso la direzione di migliorare il servizio loro rivolto anche tramite il sito internet e troviamo che i dati raccolti durante l’anno 2011 siano confortanti dell’impegno sinora speso. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 37


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

L’attività del Collegio di Brescia novembre 2011- gennaio 2012

Novembre 2011 2 5° corso certificatori energetici (Lezione VI) 3 4° corso certificatori energetici (LezioneVII) 3° corso aggiornamento sicurezza cantiere mod. “A” (Lez. I) - Darfo 7 4° corso certificatori energetici (Lezione VIII) 8 4° corso aggior. sicurezza cantiere mod." A" (Lezione I) 9 5° corso certificatori energetici (Lezione VII) 10 3° corso aggiornamento sicurezza cantiere mod."A" (Lezione II) -Darfo 11 3° corso approfondimento impiantistica (Lezione I) 4° corso approfondimento impiantistica (Lezione I) 14 4° corso certificatori energetici (Lezione IX) Commissione Mediatori Allargata Comitato Tecnico Scientifico c/o Ist. "N.Tartaglia" 15 4° corso aggiorn. sicurezza cantiere mod."A" (Lezione II) 16 5° corso certificatori energetici (Lezione VIII) 17 3° corso aggiornamento sicurezza cantieree mod."B" (Lezione I) -Darfo Riunione di redazione de "Il geometra bresciano" 18 3° corso approfondimento impiantistica (Lezione II) 4° corso approfondimento impiantistica (Lezione II) 21 4° corso certificatori energetici (Lezione X) 22 5° corso aggiorn. sicurezza cantiere mod."A" (Lezione I) 23 5° corso certificatori energetici (Lezione IX) 24 3° corso aggiornamento sicurezza cantiere mod."B" (Lezione II) -Darfo 25 3° corso approfondimento impiantistica (Lezione III) 4° corso approfondimento impiantistica (Lezione III) 28 Riunione Consiglio Direttivo 29 4° corso aggiornamento sicurezza cantiere mod."B" (Lezione I) 30 5° corso certificatori energetici (Lezione X) Dicembre 2011 5 Esame Certificatori Energetici 7 5° corso aggiornamento sicurezza cantiere mod."A" (Lezione II) 12 5° corso approfondimento impiantistica (Lezione I) Darfo 13 4° corso aggiornamento sicurezza cantiere mod."B" (Lezione II) 14 Esame Certificatori Energetici 16 5° corso approfondimento impiantistica (Lezione II) Darfo 17 Incontro "open day" c/o Ist. "N.Tartaglia" 38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

19 5° corso aggiornamento sicurezza cantiere mod."B" (Lezione II) 22 5° corso approfondimento impiantistica (Lezione III) Darfo 4° corso aggiornamento sicurezza cantiere mod."B" (Lezione I) Gennaio 2012 12 Incontro neoabilitati 14 Incontro "open day" c/o Ist. "N.Tartaglia" 18 Commissione Sicurezza Allargata 19 Riunione di redazione de "Il geometra bresciano" 20 1° corso approfondimento impiantistica (Lezione I) 2° corso approfondimento impiantistica (Lezione I) 23 1° corso aggiornamento sicurezza cantiere mod. "A" (Lezione I) 24 Seminario "Nuove procedure prevenzione incendi" 25 1° corso approfondimento impiantistica (Lezione II) 2° corso approfondimento impiantistica (Lezione II) 26 2° corso aggiornamento sicurezza cantiere mod. "A" (Lezione I) 27 1° corso approfondimento impiantistica (Lezione III) 2° corso approfondimento impiantistica (Lezione III) 28 3° corso aggiornamento sicurezza cantiere mod. "A" (Lezione I) Inaugurazione nuova sede Associazione Geometri di Valle Camonica - Breno 30 1° corso aggiornamento sicurezza cantiere mod. "A" (Lezione II) Riunione Consiglio Direttivo 31 1° corso impermeabilizzazione Gli eventi organizzati a Darfo sono realizzati in collaborazione con l’Associazione Geometri di Valle Camonica.


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Rosario Rampulla da “Giornale di Brescia” del 15 febbraio 2012

L’

eco potente di un processo, quello di Torino contro Eternit, che è già storia, che si riflette su un fardello da 500mila metri cubi. A tanto ammonta la “dote amianto” della nostra provincia. Dote distribuita su 7.000 tetti, divisi tra area camuno-sebina e il resto del territorio bresciano. Amianto, che fare? Bisogna smaltirlo. Anzi, bisognerebbe: perché tra il Pral (Piano regionale amianto Lombardia) e l’obiettivo di fare piazza pulita entro il 2015, c’è di mezzo la norma… che non c’è. Lo smaltimento è previsto, ma non obbligatorio. Per quanto chi vorrebbe vivere con una bomba ad orologeria sulla testa? Torniamo ai dati: il censimento della presenza di amianto in Lombardia (che ha utilizzato una ripartizione del territorio sulla base delle Asl), relativamente a “casa nostra”, rileva 380 siti (357 privati, 23 pubblici) nell’Asl Vallecamonica-Sebino e 6.522 (5.814 privati, 708 pubblici) nell’Asl di Brescia. Quando si parla di siti è bene precisarlo – non si intendono aree estese, ma singole strutture. Il problema, quindi, c’è e si inserisce in un ambito regionale in cui, nel complesso, sono oltre 55mila le strutture che rivelano presenza di amianto. Come detto, il Piano detta linee strategiche che, nelle intenzioni del Pirellone, dovrebbero tutelare la salute delle persone rispetto all’e-

Sono 500mila i metricubi di amianto da smaltire nel Bresciano sposizione a fibre di a- furibonde. Eppure, il capimianto, che rappresentano tolo più spinoso riguarda le il vero pericolo. Per smaltire istanze di realizzazione di questo materiale servono nuovi siti. Se il “progetto Astrutture adatte, che siano spireco” (parliamo di un prodiscariche o impianti predi- getto per un impianto di tratsposti a trattare l’amianto tamento termico dell’afino a renderlo innocuo. Ma, mianto da realizzare a Monda queste parti ne sappiamo tichiari) si è chiuso con il riqualcosa, se c’è un argo- tiro della richiesta della somento tabù è proprio que- cietà proponente, restano asto: smaltire l’amianto? Con perti i fronti Padana Green piacere, ma non a casa mia. (Montichiari), Cerca (TravaAttualmente, a livello di im- gliato) e Scabi (Gianico). pianti autorizzati si segna- Inutile giraci intorno: i cittalano Profacta a Brescia ed E- dini non li vogliono, i comicoternit a Montichiari. Que- tati insorgono, i Comuni si st’ultima (con capacità di dicono pronti (il sindaco di 526mila metri cubi), ha l’au- Gianico lo ha dichiarato a più torizzazione – tra le altre – riprese) a rinunciare ai beper smaltire materiali da co- nefici economici pur di non struzione contenenti a- doverci convivere. Perché mianto. Come riferito dal- l’amianto fa paura, perché l’Ufficio Ambiente della Pro- non lo si vuol respirare, vevincia, attualmente giace in dere. Subire. E allora si torna Regione un’istruttoria relativa ad una vaIl quadro lombardo Private riante per coperture e tamASL Milano 382 ponamento dei ASL Milano 2 (Melegnano) 1.501 rifiuti contenenti amianto. ASL Varese 4.223 Quanto alla diASL Sondrio 760 scarica monoriASL Lecco 600 fiuti Profacta, ha ASL Lodi 1.534 avviato le azioni propedeutiche ASL Pavia 1.753 al ricevimento ASL Valcamonica-Sebino Valcamonica-Sebino 357 del materiale, ASL Monza Brianza 889 ma non è stato ASL Milano 1 (Legnano) 9.538 ancora dato il via ai conferiASL Como 3.575 menti, previsti a ASL Cremona 4.724 partire dalla priASL Brescia 5.814 mavera. ASL Bergamo 2.110 Già queste due realtà sono staASL Mantova 8.012 te (e sono anREGIONE LOMBARDIA 45.772 cora) al centro di polemiche

al punto di partenza: cinquecentomila metri cubi di veleni dormienti (ma lo sono davvero?), esposti agli agenti atmosferici, quindi al deterioramento. Sono focolai di pericolo reale, non presunto. Monitorare i siti, valutare la presenza nell’aria di fibre velenose, definire piani di eliminazione dell’emergenza. Va tutto bene, ma dove metteremo tutto questo amianto? La sentenza del Tribunale torinese certifica cosa voglia dire entrarvi a contatto. Qui, a casa nostra, ce n’è ancora. E non è poco. La Regione sembra aver pensato a tutto, ma non sappiamo ancora dove andrà a finire. ❑

Strutture Pubbliche

Totale

3.469

3.851

79

1.580

1.047

5.270

46

806

46

646

290

1.824

54

1.807

23

380

104

993

441

9.979

170

3.745

241

4.965

708

6.522

870

2.980

2.352

10.364

9.940

55.712

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 39


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Bruno Bossini

I

l 2 febbraio scorso si è tenuto nell’aula consiliare del Comune di Lumezzane un interessante seminario sulle varie norme urbanistiche, approvate nel 2011 e tradotte in provvedimenti legislativi nazionali e regionali. Sono norme di notevole rilevanza nella pratica progettuale edilizia. L’iniziativa del Comune ha consentito ai progettisti presenti di conoscere e commentare alcune norme legislative “nascoste” in vari decreti, ora divenuti operativi, e un pronunciamento del Consiglio di Stato sconosciuti agli operatori. L’arch. Giuliana Pelizzari, responsabiledell’Ufficio Tecnico, ha illustrato ai presenti lo stato dell’attività edilizia del Comune Valgobbino, nel cui territorio (come del resto in tutta la provincia) la crisi economica ha inciso negativamente nel settore delle

40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

Seminario di urbanistica a Lumezzane

costruzioni che, pur con alti e bassi, è sempre stato negli anni passati molto attivo. Ma veniamo alle novità legislative che sono state esposte dal responsabile dell’area tecnica arch. Gian Pietro Pedretti e sottoposte all’attenzione dei convenuti. D.Lgs n. 28 del 30 marzo 2011 Art. 7 – L’installazione di impianti solari termici su edifici esistenti o su loro pertinenze è ora considerata (esclusi quelli in Zona A) attività libera (D.L. 115 del 30 maggio 2088) e può essere realizzata con semplice comunicazione, anche telematica. Art. 11 – Nei nuovi edifici e nelle ristrutturazioni rilevanti la copertura energetica per mezzo di fonti rinnovabili è diventata obbligatoria, purché tali immobili non siano già allacciati al teleri-

scaldamento. Tale copertura è realizzabile nella misura del 50% per la produzione di acqua calda sanitaria (pannelli solari termici) e per una potenza elettrica pari a P = 1/K*S, ove il coefficiente fino al 21 dicembre 2013 sia pari a 80 e S è la superficie (de chi?). Legge regionale 12/2005 Art. 41 – Attraverso la Cea (Comunicazione di eseguita attività) è data la possibilità – purché prima dell’ultimazione dei lavori – di richiedere varianti a Permessi a costruire (Pc) regolarmente approvati che non modifichino la destinazione d’uso, non alterino la sagoma e non violino eventuali prescrizioni contenute nel medesimo Pc. Ai fini del futuro rilascio dell’agibilità la Cea costituisce parte integrante del Permesso a costruire autorizzato. Art. 27 – Con sentenza della Corte Costituzionale n. 309 del 2011 è abrogata la possibilità di consentire (sinora offerta dalla Regione Lombardia), nell’ambito di una ristrutturazione con demolizione e ricostruzione, la modifica della sagoma dell’edificio preesistente. Si torna, in sostanza, al concetto che la ricostruzione deve rispettare la sagoma a terra e la volumetria del nuovo fabbricato ricostruito. Deve cioè rispettare la sagoma preesistente alla demolizione nelle

sue tre dimensioni, ossia l’involucro originario. D.L. n. 70 del 13 maggio 2001 Legge 106/2011 Art. 5/1 – Dopo 60 giorni dalla richiesta (silenzio-assenso) diventa operativo il Permesso a costruire con l’eccezione dei casi nei quali sussistano vincoli ambientali e altri. L’autocertificazione asseverata da tecnico abilitato, può sostituire la relazione acustica da allegare al progetto di edifici residenziali. Art. 5/13 – È ratificato per legge il concetto della minisanatoria per violazioni di altezze, distacchi, cubature e superficie coperta nel caso in cui le misure non eccedano e non siano inferiori al 2%. È diventata operativa ora per legge la possibilità di cambio d’uso, anche in deroga agli strumenti urbanistici (Dpr 380/2011), purché la destinazione dell’immobile preesistente e quella richiesta siano tra loro compatibili e complementari. La norma – a parere dell’arch. Pedretti – non è di facile applicazione, vista la difficoltà d’interpretazione degli aspetti di compatibilità e complementarietà. Converrebbe – secondo quanto emerso dal dibattito – presentare in merito un quesito all’Ufficio Legale della Regione Lombardia, in modo da disporre di un parere vincolante in materia. Art. 5/14 – Per progettazioni che intendono incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente e


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

per la riqualificazione di aree urbanistiche degradate o fabbricati dismessi è consentita una misura aggiuntiva premiale del 20% della volumetria (per immobili residenziali) e del 10% della superficie coperta (per immobili industriali). Delibera della Giunta Regionale IX/2727 del 22 dicembre 2011 La recentissima norma regionale chiarisce i criteri e le procedure delle funzioni amministrative di cui alla L.R. 12 del 11 marzo 2005 sui B.B.A.A. Sull’argomento e sulle specifiche delle nuove norme l’Ufficio Tecnico del Comune di Lumezzane, secondo l’assessore Capuzzi, si propone di organizzare una nuova giornata di studio con la presenza dei commissari della Commissione Paesistica e, se sarà possibile, anche del responsabile di zona della Soprintendenza alle Belle Arti di Brescia. Legge regionale n. 1 del 5 gennaio 2000 Le disposizioni in materia di conferimento di funzioni di cui alla legge n. 59 del 15 marzo 1997 (quelle relative alla denuncia di c.a.) da ora mutano: gli obblighi di vigi-

lanza e di controllo degli elaborati della denuncia passano totalmente ai Comuni con esonero degli uffici regionali per tali funzioni. Conseguenza di ciò sarà l’obbligo per i Comuni di entrare nel merito della giusta corrispondenza degli elaborati alle disposizioni in materia di cementi armati. Zonizzazione acustica di cui alla legge … Con propria delibera n. 71 del 27 luglio 2011 il Comune di Lumezzane ha deciso i livelli di insonorizzazione cui debbono rispondere i nuovi immobili, unitamente alla relazione tecnica a firma di tecnico abilitato allegata alla domanda di Permesso a costruire o Dia nei casi specifici (discoteche, attività industriali, strade, ecc.).

L’

ultima parte del seminario ha riguardato, come accennavamo in avvio, i dati sull’attività edilizia in Valgobbia sui quali si è dilungato l’assessore Capuzzi.

Pratiche richieste Autorizzazioni Attesa gg. PC

153

Dia

201

Totale

354

Agibilità

98

Oneri €

129 74 81

440.000,00

Il raffronto con il 2001, ove erano state autorizzate ben 650 pratiche per complessivi euro 1.200.000,00 di oneri urbanistici, mostra un calo notevole che resta comunque in linea con la media provinciale. La discussione che è seguita ha fatto emergere gli aspetti contingenti della crisi economica che viviano essenzialmente riconducibili a: 1) prezzo di mercato dell’esistente dismesso da ristrutturare non compatibile con il prezzo di vendita finale; 2) caduta d’interesse all’edificazione legata anche alla migrazione di attività produttive e conseguentemente quella dei privati con riduzione della domanda abitativa; 3) difficoltà a programmare una effettiva riqualificazione di nuove costruzioni con interventi qualitativi mirati al risparmio energetico, perché il relativo aumento di costo non risulta compensato. Il

prezzo di mercato continua infatti a manntenersi su valori molto bassi. Il collega Silvano Ghidini ha infine proposto per ridare spinta all’attività edilizia in Lumezzane una moratoria a costo zero degli oneri urbanistici (primari, secondari e di costruzione) per un periodo di 2-3 anni per gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione dei centri storici . L’assessore Capuzzi si è mostrato propenso a portare in Giunta la proposta, ritenendola un importante messaggio di fiducia da proporre agli operatori e ai cittadini. ❑ Hanno partecipato al seminario del 2 febbraio 2012 a Lumezzane i seguenti colleghi: Enzo Soregaroli, Pasquino Palini, Stefano Santini, Luca Adami, Alessandro Pansera, Silvano Ghidini, G. Battista Guerini, Gabriele Facchinetti, Mauro Sigurtà, Bruno Bossini, Attilio Solfrini, Andrea Zanolini

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 41


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Stefano Benedini

Nuova sede per l’Associazione Geometri di Valle Camonica

I

l giorno 28 gennaio si è tenuta a Breno la cerimonia di inaugurazione della nuova sede dell’Associazione Geometri di Valle Camonica. Nell’introdurre il tradizionale taglio del nastro il geom. Diego Salvetti, giovane vicepresidente dell’Associazione, ha ringraziato in modo particolare l’Amministrazione Comunale che ha concesso in comodato d’uso la sala adibita a sede dell’Associazione e i Presidenti dei Collegi Provinciali di Brescia e Bergamo che operano da tempo in Valle Camonica in collaborazione con l’Associazione per la gestione dei corsi di formazione e aggiornamento professionale. La presidente dell’Associazione, geom. Emanuela Farisoglio, nel presentare la nuova sede ha sottolineato il conseguimento dell’ambiziosa promessa di renderla operativa entro un anno dalla concessione degli am-

42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

bienti, consentendo così la realizzazione di un nuovo luogo di aggregazione per il territorio camuno che il Sindaco di Breno ha auspicato venga messo a disposizione

non solo dei professionisti ivi operanti, ma all’occorrenza anche delle necessità della cittadinanza. La geom. Farisoglio ha letto, durante il suo intervento, anche una comunicazione di augurio fatta pervenire dall’Associazione dei geometri della Castellana di Castelfranco Veneto, che sta proponendo sul proprio territorio una simile esperienza. Alla cerimonia hanno partecipato il presidente del Collegio geometri e geometri laureati della provincia di Brescia, Giovanni Platto, e il presidente del Consiglio Nazionale Geometri, Fausto Savoldi. Nel suo intervento il geom. Platto ha sottolineato il valore positivo della collaborazione tra Collegio e Associazioni di colleghi legate al

territorio, che in tal modo possono contribuire a migliorare il servizio reso agli iscritti. Tale collaborazione consente infatti al Collegio di essere ancora più vicino alle loro necessità e di raccoglierne segnalazioni e suggerimenti, offrendo ai consiglieri e ai consultori di zona un luogo presso il quale incontrare i colleghi. Ha quindi preso la parola il geom. Savoldi che – grato dell’invito – ha informato i presenti di aver di recente partecipato alla presentazione del nuovo Piano di Protezione Civile della città di Messina: un progetto che ha evidenziato la positiva collaborazione tra geometri, geologi e dottori agrari e forestali. Questa esperienza gli ha consentito di sottolineare come la profonda co-


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Nella fotografia della pagina precedente, da sinistra: il presidente del Collegio di Brescia Giovanni Platto, il presidente del CNG Fausto Savoldi, la presidente dell’Associazione Geometri di Valle Camonica Emanuela Farisoglio e il Sindaco di Breno Sandro Farisoglio

noscenza del proprio territorio renda il contributo dei geometri fondamentale nella predisposizione di progetti di salvaguardia attenti alle necessità locali; da queste sue considerazioni è scaturita una prima positiva valutazione sul compito delle Associazioni: fornire corretti suggerimenti per gestire il gravoso problema del dissesto idrogeologico che affligge molte zone d’Italia. «Questa competenza – ha detto – può portare anche a risultati positivi per la nostra professione, per esempio, nelle demolizioni e nella corretta gestione dei detriti ad essa connessi».

Stato – quindi anche ai dipendenti degli studi professionali e ai dipendenti pubblici, ai quali è necessario fornire la stessa formazione professionale dei liberi pro-

propositiva nei confronti delle Amministrazioni comunali offrendo loro la collaborazione nella gestione dei problemi del territorio. L’intervento del geom. Sa-

Il geom. Platto si è anche fatto portavoce del suggerimento dei presidi degli Istituti provinciali rivolto al Consiglio Nazionale di attivarsi su una copertura assi-

fessionisti, al fine di assicurare a tutti uniformità di competenza nello svolgimento del proprio lavoro. Altro tema che sta a cuore al presidente Savoldi è quello dell’attenzione ai giovani, che devono essere contattati, coinvolti, sollecitati e aiutati anche attraverso una nuova strategia formativa che consenta loro di acquisire le cognizioni tecnicoculturali necessarie per entrare preparati nel mondo del lavoro. Il suggerimento che il geom. Savoldi ha rivolto all’Associazione è quello di rendersi

voldi, specialmente nella parte riferita ai giovani, ha poi consentito al geom. Platto di segnalare le diverse collaborazioni del Collegio di Brescia con i Presidi di vari Istituti della Provincia: l’ipotesi di creazione di un Comitato Tecnico Scientifico provinciale, la proposta di utilizzare propri iscritti per docenze in corsi specializzanti, la sottoscrizione di un’associazione temporanea di scopo con Collegio Costruttori, Scuola Edile, Istituti Tecnici, Università, Provincia al fine di dare vita a un corso I.T.S.

curativa che faciliti il coinvolgimento degli studenti in tirocini formativi, economicamente vantaggiosa per gli Istituti stessi. L’occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’Associazione geometri di Valle Camonica ha consentito ai presenti di interrogarsi su alcuni temi di importanza nazionale, oltre che ricevere conferma della propria rilevanza quale componente collaborativa del Collegio Provinciale. ❑

U

n secondo aspetto richiamato dal presidente Savoldi è stato quello del futuro svolgimento della professione: sempre meno legata alla figura del professionista che opera da solo, è destinata ad avvalersi di forme associative sempre più diffuse. Questa considerazione si collega ad alcuni punti sviluppati nel nuovo regolamento professionale: quello delle società di capitale e delle società professionali, quello dell’obbligo dell’assicurazione privata per la responsabilità civile, quello della formazione continua per tutti gli iscritti non finalizzata all’acquisizione di crediti fine a se stessi, ma alla necessità di essere tecnicamente aggiornati e competitivi sul mercato. Savoldi si è detto favorevole all’accesso all’Albo a chiunque abbia superato l’esame di

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 43


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Matteo Furloni Riccardo Massaroni

I

l viaggio a Roma, nel week end dal 25 al 27 novembre scorso, organizzato dall’Associazione Geometri di Valle Camonica, ha visto come compagni di avventura sette colleghi camuni. Come prima uscita è andata veramente bene, grazie alle condizioni climatiche ottimali, la precisa organizzazione e anche alla natura allegra e amichevole dei partecipanti. La prima tappa di questo viaggio non è stata, come si potrebbe pensare, la visita al Colosseo o a qualche altro monumento storico, bensì quella alla Cassa Nazionale Geometri e, successivamente, al Consiglio Nazionale Geometri. L’elegante palazzo Corrodi sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, è la sede della Cassa Nazionale dove, in

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“Geometri di Valle Camonica” a Roma in visita alle sedi della Cassa e del CNG quel frangente, si stava svolgendo l’assemblea di fine anno. I delegati alla Cassa nazionale erano infatti riuniti quella mattina nella grande sala delle conferenze, intenti nel dibattito su problematiche della nostra previdenza e della vita dei Collegi. Ovviamente, non avremmo potuto andar via senza dare un’occhiata anche al resto del palazzo e infatti, grazie alla cortesia di un collega romano che ci ha fatto da guida, siamo saliti ai piani superiori dell’edificio per visitarne le sale e gli uffici di segreteria e della presidenza. Quanto al Consiglio Nazionale, non ci è mancata nell’occasione la calorosa e cortese accoglienza del suo presidente, Fausto Savoldi, che ci ha guidati verso piazza Colonna, dove, proprio di

fronte a Palazzo Chigi, ha sede il vertice direttivo della categoria. Qui, una lunga scala porta al sesto piano nell’ufficio presidenziale, dal cui balcone si domina il panorama della sottostante piazza, al centro della quale spicca la colonna di Marco Aurelio con lo straordinario “fumetto” spiraliforme delle sue imprese militari e alla cui sommità sta la statua bronzea di San Paolo voluta da papa Sisto V alla fine del Cinquecento.

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ccolti attorno ad un tavolo, il Presidente con grande disponibilità ci ha illustrato alcune problematiche che la nostra categoria sta affrontando, come la riforma degli ordini professionali, la difesa della nostra professionalità, la formazione con-

tinua, prospettandoci il futuro pieno di sfide e impegni che ci attende. Concluse le visite “istituzionali”, abbiamo indossato i panni dei turisti e per tutto il resto del soggiorno romano abbiamo girato in lungo e in largo la capitale cercando di vedere quanti più fosse possibile fra monumenti, basiliche, e luoghi che hanno segnato le vicende anche recenti della città. In conclusione, non si può non affermare che qui veramente si respira la storia: ogni angolo nasconde tesori grandiosi e straordinari di arte e cultura. Roma ha una storia lunga, solenne, leggendaria, che i suoi incomparabili monumenti testimoniano, lasciando sbigottiti i turisti italiani e stranieri che la visitano. Il nostro pur ristretto ma variegato gruppo – per età e interessi culturali – si è goduto l’incontro con le magnificenze storiche e architettoniche della città con entusiasmo e serenità, … senza tuttavia farsi mancare anche più prosaiche esplorazioni gastronomiche – secondo la migliore tradizione della categoria – che, a queste latitudini, sono quanto mai tentatrici e succulente. Visitare Roma è sempre un istruttivo piacere. Soddisfatti ed entusiasti per l’ottima esperienza, nel 2012 valuteremo nuove proposte per altri itinerari. ❑



SCUOLA

Cambiare il praticantato: formazione-lavoro per preparare i nuovi geometri on l’intervista a più voci qui rappresentata, continuiamo la riflessione aperta nell’ultimo numero della rivista. Uno dei dati più appariscenti che emergono dalla disanima dei risultati dell’esame di Stato per l’accesso alla professione è l’amplissimo iato con gli esiti della maturità: a distanza di due anni la percentuale degli insuccessi del 4-5% al momento dell’appuntamento finale del quinquennio si impenna fino a praticamente decuplicarsi, come a dire che quasi la metà dei candidati, nonostante il tirocinio, non viene ritenuta pronta ad inserirsi nella professione. Che cosa è successo in quel biennio o meglio, che cosa non è accaduto? Poiché la questione non si riduce a mera curiosità, essendo in giuoco una parte cospicua del futuro del Collegio, sempre nel numero precedente non abbiamo solo operato un’interpretazione critica del fenomeno, ma abbiamo contestualmente avanzato un abbozzo di proposta sulle misure idonee ad invertire tale inerzia negativa. Sono state formulate considerazioni a quattro mani, individuando la causa di esiti così deludenti sia in alcune criticità connesse alla modalità di attuazione del praticantato, sia nel vuoto pressoché totale di offerta formativa tecnico-superiore che caratterizza l’attuale ordinamento scolastico nei riguardi degli studenti che non proseguono il loro percorso lungo l’itinerario accademico. Dopo aver espresso con l’accoppiata Bossini-Negri varie ipotesi tese ad innervare di alcune essenziali competenze di indirizzo il tirocinio, in questo numero abbiamo voluto acquisire il contributo di fondamentali interpreti dell’esame di Stato: alcuni geometri-commissari (Flavio Franzoni, Carlo Casella, Marco Turla, Italo Albertoni) con diverse esperienze come esaminatori e la Dirigente scolastica, dottoressa Ermelina Ravelli che vanta una lunga militanza come presidentessa di commissione, hanno discusso con noi il tema . ●

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Riformare immediatamente il praticantato per formare al meglio i nuovi geometri, per consentire loro un ingresso più agevole nella professione abituandoli a quel mix di formazione e lavoro che sarà sempre di più la caratteristica dei professionisti di domani. Questo il senso del progetto elaborato dalla Commissione scuola del nostro Collegio – con il determinante apporto del prof. Fulvio Negri per tanti anni preside del Tartaglia – che è stato presentato alla fine di febbraio all’Assemblea nazionale dei presidenti e che sperimentalmente Brescia si appresta a varare senza attendere i timbri dell’ufficialità parlamentare. Un progetto che abbiamo anticipato su queste stesse colonne nell’ultimo numero ed è stato anche al centro d’una tavola rotonda al Collegio, provocata dalla nostra rivista. 46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

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a necessità del cambiamento, d’una radicale rivisitazione della forma e del contenuto del praticantato è da anni emblematicamente dimostrata dal gran numero di giovani praticanti bocciati all’esame di abilitazione. Di più, la sua urgenza è emersa con ancor maggior forza quest’anno, quando, com’è ormai consuetudine, il direttore de “Il geometra bresciano” ha voluto riunire attorno a un tavolo alcuni dei membri delle diverse commissioni d’esame per cercare di capire le ragioni d’una “moria” deprimente, nonché dell’assai probabile ingiustificata, dissonante valutazione delle diverse commissioni. Un confronto a molte voci – guidato dal nostro direttore con l’intervento del presi-

dente del Collegio, Giovanni Platto – che quest’anno, oltre che della presenza di quattro commissari, uno per ciascuna delle commissioni insediate (Flavio Franzoni, geometra a Villanuova e membro della Commissione 15 del Tartaglia; Carlo Casella geometra a Leno e membro della Commissione 16 del Tartaglia; Marco Turla che opera a Coccaglio ed era membro della Commissione 17 all’Einaudi di Chiari; Italo Albertoni, geometra camuno, consigliere del Collegio e membro della Commissione 18 all’Olivelli di Darfo), si è pure arricchito della preziosa testimonianza del prof. Fulvio Negri, nostro “consulente” per tutte le questioni attinenti la scuola e la formazione, e della prof. Ermelina Ravelli, dirigente scolastico dell’istituto Capirola di Leno e da vent’anni presidente di Commissione. In avvio è toccato al prof. Negri dire senza mezzi termini che «se alla maturità vengono bocciati meno del 5% degli ammessi e, solo due anni dopo, all’esame di Stato la percentuale di bocciatura viaggia attorno al 50% bisogna chiedersi cos’è successo, meglio cosa non è successo in quei due anni. Inoltre, una società e uno Stato serio giungerebbero rapidamente alla conclusione che ad essere bocciato è l’intero sistema formativo, scolastico e di tirocinio, e certamente non solo i ragazzi». Di più: «Un processo formativo che si chiude respin-


SCUOLA I partecipanti alla tavola rotonda indetta da “Il geometra bresciano” nella sede del Collegio di Brescia

gendo un ragazzo su due – ha aggiunto l’ex preside del Tartaglia – è un iter semplicemente fallimentare e conviene interrogarsi a fondo sulla sua efficienza, sulla sua capacità complessiva, prima scolastica e poi di tirocinio, di costruire un professionista pronto ad operare nella società».

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timolati dal direttore Bossini sono quindi intervenuti i geometri presenti nelle diverse commissioni d’esame che hanno illustrato la loro esperienza. Il Direttore della nostra rivista voleva in particolare cercare di chiarire le ragioni non solo d’un numero ancora elevato di bocciature, ma in particolare le motivazioni delle ampie differenze di percentuale di promossi tra una commissione e l’altra. A parere del collega Flavio Franzoni, membro d’una delle com-

missioni più severe del Tartaglia, «spesso a pesare nel computo complessivo degli insuccessi d’una commissione rispetto all’altra c’è il differente numero di candidati che non si presentano all’esame o consegnano in bianco già al termine della dettatura: nella mia commissione ad esempio in 9 non si sono presentati e in 5 se ne sono andati quasi subito». In termini più generali secondo Franzoni «è riuscito a passare l’esame chi ha svolto bene il praticantato, sfruttando tutte le occasioni di formazione proposte». Ancora sulle ragioni di tanti insuccessi in una commissione rispetto ad un’altra, Franzoni ha aggiunto che «tutte le commissioni hanno seguito il metodo consigliato dal Collegio, ovvero il tentativo di aiutare in ogni modo i candidati a sentirsi a proprio agio ed a dimostrare quanto sapevano fare, ma-

gari senza stare tanto a guardare alla perfezione del disegno o alla cura dell’elaborato, quanto piuttosto alla comprensione del problema e alla strada imboccata per la sua coerente soluzione». Analoghe le considerazioni generali di Carlo Casella, secondo il quale, vale la pena di interrogarsi anche sul grado di maturità e sulla determinazione professionale di candidati che pur iscritti all’esame non si presentano o se ne vanno dopo la lettura del tema. «La mia esperienza in commissione – ha aggiunto – mi ha posto di fronte a due diverse categorie di candidati, molto ben delineate e quasi contrapposte: da una parte ho visto un gruppo davvero molto ben preparato al quale si contrapponeva un altro gruppo assolutamente impreparato, spesso disinteressato, senza una motiva-

zione convinta per diventare professionista. Sono ragazzi che con ogni probabilità non hanno ancora scelto cosa fare nella vita e hanno vissuto anche il praticantato come un parcheggio in vista d’un possibile sbocco ancora tutto da costruire». Nella commissione che l’ha visto impegnato, Casella ha notato una grande disponibilità all’aiuto dei ragazzi: «Abbiamo portato all’orale il 70/75% dei candidati, accettando ogni genere di abbozzo di soluzione – ha precisato – poi però all’orale ci siamo trovati di fronte troppo spesso alla classica scena muta, nonostante le domande riguardassero proprio gli argomenti che il candidato dichiarava nel suo curriculum di aver affrontato durante il praticantato; con ogni evidenza anche i curriculum sono stesi dai ragazzi mettendoci un po’ di tutto senza riferiIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 47


SCUOLA La prof.ssa Ermelina Ravelli, dirigente scolastico dell’Istituto Capirola di Leno e, il prof. Fulvio Negri, ex preside dell’Istituto Tecnico Tartaglia di Brescia e ora consulente del Collegio

portato la sua testimonianza la professoressa Ermelina Ravelli. «In più di vent’anni da presidente di commissione d’esame di abilitazione professionale – ha esordito la dirigente scolastica – posso proprio dire che molto, moltissimo è cambiato. Sono cambiati i commissari, profesori e geometri (oggi spesso più baldanzosi e meno preparati d’un tempo, è cambiata la professione, oggi più specialistica e meno polivalente per la maggior parte degli studi, sono cambiati i ragazzi oggi assai meno determinati d’un tempo. Questi sono i cambiamenti che tutti notiamo a scuola o nelle commissioni d’esame, ma ce ne sono anche altri meno evidenti magari ma non meno incisivi». mento concreto a quanto fatto durante il tirocinio».

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econdo Albertoni invece, al di là d’una adesione di massima ai consigli del Collegio, in alcune commissioni non sono state valorizzate le qualità dei ragazzi, non sono stati aiutati a far emergere quanto valgono: «Io ad esempio – ha affermato – non permetto a nessuno di andarsene prima che finisca il tempo della prova e costringo ogni ragazzo a provare a risolvere il problema. Inoltre chiedo alla commissione che valuta gli scritti di costruire una griglia molto lunga di valutazione così da valorizzare ogni singolo elemento dell’elaborato: credetemi è un sistema utile 48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

per far emergere anche gli elementi positivi che in una valutazione d’insieme magari si perdono». Quanto all’orale poi Albertoni è stato ancora più esplicito: «Guardate colleghi che spesso si tratta solo di far superare a questi ragazzi un momento di smarrimento, di mettersi al loro fianco per farli ragionare. Inoltre spesso tra i geometri della commissione sembra svilupparsi un’assurda competizione a chi fa la domanda più specialistica, il tutto non per capire quanto sa fare il ragazzo, ma solo per mettere in vetrina la propria preparazione specifica. È un errore: non siamo noi in passerella esame, ma dobbiamo far emergere le qualità dei ragazzi». Il presidente Platto è quindi

intervenuto sostenendo che «spesso noi geometri non siamo capaci di fare le domande, semplicemente perché non è il nostro mestiere, inoltre talvolta facciamo domande alle quali il 90% dei nostri stessi colleghi non saprebbe rispondere, perché troppo specifiche e specialistiche». Secondo il presidente i geometri in commissione «dovrebbero invece mettersi con decisione dalla parte dei candidati e valutare maggiormente il “saper fare” di ogni ragazzo con l’obiettivo di aiutarli ad entrare nella professione e non di perderli». Sull’evoluzione dell’attività delle commissioni, ma pure della professione del geometra e persino delle motivazioni degli studenti, ha

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er molti ragazzi e soprattutto per le loro famiglie – ha aggiunto la prof. Ravelli – scuola e praticantato sono, ad esempio, oggi più di ieri, aree di parcheggio in vista di orizzonti più chiari, così come la libera professione spesso non è una scelta ma forzati dal mercato del lavoro: quanti dipendenti sono costretti ad aprirsi una partita Iva e a fingersi liberi professionisti per avere un lavoro che in verità è da dipendente?». E se tutto è cambiato ha davvero poco senso che resti invece immutato un tirocinio fallimentare e un esame d’impronta scolastica che invece del “saper fare” continua a privilegiare il sem-


Flavio Franzoni, membro della Commissione 15 del Tartaglia, Italo Albertoni, consigliere del Collegio e membro della Commissione 18 all’Olivelli di Darfo, Marco Turra e Carlo Casella, rispettivamente membri delle Commissioni 17 all’Istituto Tecnico Einaudi di Chiari e della Commissione 16 al Tartaglia di Brescia

plice nozionistico sapere. Una considerazione che ha trovato nuovo alimento anche dalle parole di Marco Turla, anch’egli commissario d’esame. Il collega ha posto l’attenzione su alcuni elementi che a suo avviso sono emersi nei colloqui con i candidati durante i lavori della sua commissione: «Ho verificato pochissima polivalenza tra i candidati – ha detto – anche i migliori spesso sono specializzati in una

sola branca del nostro impegno. Inoltre ho riscontrato una maggiore preparazione, e anche una maggiore convinzione e determinazione, tra i candidati più anziani, magari con alle spalle qualche anno d’università. Di più: sono mediamente più preparati i ragazzi che vengono da un’esperienza di ufficio tecnico comunale rispetto a chi arriva da un singolo studio». E con il consenso di tutti ha concluso sostenendo che «ogni riflessione ci porta a dire che è il praticantato da rivedere, che è lì che si annida spesso la ragione delle bocciature all’esame». Sulla scia di quest’intervento ampiamente condiviso è tornato ad intervenire il professor Negri che si è

concentrato su tre elementi: l’evoluzione della scuola superiore, i problemi dell’attuale organizzazione del tirocinio, la proposta di riforma elaborata dal Collegio e incentrata su un percorso ben preciso e modulare di formazione e lavoro. «Alla scuola superiore – ha detto Negri – si chiede in questi anni sempre di più. Supplisce inevitabilmente ad una serie di necessità educative che prima erano veicolate dalla famiglia e dall’organizzazione sociale (modelli di comportamento, ma pure regole di cittadinanza, costume democratico e civile) e dunque vede ridotto il peso delle materie ad alto contenuto tecnico e professionale. Ciò che non fa la scuola superiore attualIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 49


SCUOLA Percentuali degli esiti positivi e negativi all’esame di Stato 2011 per l’accesso alla libera professione di geometra, a seconda della sede nella quale è stato svolto il praticantato

mente non fa, se non rarissimamente, il tirocinio ed è pertanto scontato che l’esame professionale abbia poi gli esiti che stiamo commentando. Anche perché pur dando poco ai ragazzi sui versanti più propriamente tecnici tanto come scuola quanto come praticantato, spesso chiediamo tanto all’esame». Da qui la proposta del Collegio: «Non potendo ripensare la scuola, che anzi darà sempre di meno in termini tecnici – ha concluso Negri – occorre ripensare il praticantato e dare vita ad

un sistema che veda coinvolti scuole e università, Collegio e istituti professionali. Non è un’utopia ma un progetto che vuole accompagnare il praticante nei due anni del suo impegno con corsi professionalizzanti, da alternare all’attività nello studio, così da potersi presentare all’esame di Stato con un carnet di crediti certificati, di quote di conoscenza e competenza già accertate; e l’esame finale a quel punto sarà più simile ad una tesi di laurea che ad una crudele ed inutile tagliola».

Il progetto elaborato dal Collegio di Brescia è al vaglio degli organismi nazionali della categoria, ma ha già avuto il pieno consenso dei consiglieri bresciani e di tutti i rappresentanti alla tavola rotonda. In particolare i colleghi Franzoni, Casella e Turla ne hanno apprezzato la concretezza e l’efficacia, esprimendo semmai una preferenza solo sul mantenimento dell’unico studio di riferimento per il praticante invece del tour in più studi: «Il rapporto tra praticante ed il professionista è un valore

che non va disperso e che nei due anni può portare alla crescita dell’uno e dell’altro, soprattutto se all’esperienza nello studio si affiancano momenti formativi e corsi di scuola e Collegio». Una strada per migliorare il tirocinio è dunque stata individua e incontra l’apprezzamento degli esperti e dei colleghi variamente interessati. Non resta che provare a percorrerla. ❑

100%

tivo o posi di Stat o t i e Es sam all’e

6%

,8 67

9%

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,38

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%

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46

%

,73

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50%

Praticantato svolto presso 50 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

7%

53,2

Geometri

5%

53,8

Corsi post diploma e universitari

5%

51,3

Architetti

3%

40,6

Ingegneri

1%

34,2

Imprese

0%

4%

32,1

Enti pubblici

tivo ega di Stato n o Esit same all’e



LEGISLAZIONE A cura di Antonio Gnecchi

L’

Aggiornamento del costo di costruzione di edifici residenziali (anno 2012)

articolo 16, comma 4, del Dpr n. 380 del 2001, che ha sostituito l’articolo 6 della legge n. 10 del 1977 (i cui primi 4 commi sono stati sostituiti dall'articolo 7, comma 2, della legge n. 537 del 1993), nonché l’articolo 48, commi 1 e 2, della legge regionale n. 12 del 2005, dispongono che il costo di costruzione degli edifici residenziali, ai fini del calcolo della relativa quota del contributo di costruzione, sia determinato periodicamente dalle regioni, con riferimento ai costi massimi ammissibili per l'edilizia agevolata, definiti dalle stesse regioni a norma dell'articolo 4, primo comma, lettera g), della legge n. 457 del 1978. Le predette norme stabiliscono altresì che nei periodi intercorrenti tra le determinazioni regionali, ovvero in eventuale assenza di tali determinazioni, il costo di costruzione è adeguato annualmente, e autonomamente (dai comuni), in ragione dell'intervenuta variazione dei costi di costruzione accertata dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT). Per la Regione Lombardia è stata fatta una prima individuazione in Lire 482.300 al metro quadro con la deliberazione della Giunta regionale n. 53844 del 31 maggio 1994 (pubblicata sul B.U.R.L., 5° supplemento straordinario del 24 giugno 1994). Successivamente non vi è stato più alcun intervento regionale né vi sono previsioni a breve termine in questo senso. La Regione, appositamente interpellata, ha risposto «... essendo la legge n. 537 del 1993, per così dire solo "esortativa" in tale senso e avendo valutato gli esiti complessivi del primo aggiornamento (che fissava un costo unitario di Lire 482.300 al metro quadro), la Regione Lombardia ha stabilito di lasciare libertà ai Comuni, in virtù dell'autonomia loro concessa dalla Costituzione. Sono pertanto i Comuni a stabilire individualmente i costi di costruzione annualmente aggiornati» (comunicazione della Regione a quesito di questo sito in data 24 novembre 1997). I moduli operativi potrebbero essere più d'uno, in base ai più vari elementi: – da quando fare partire l'aggiornamento (dal giugno 1994, data della pubblicazione della delibera regionale, dal 1° gennaio 1995, inizio del primo anno successivo o dal giugno 1995, momento del primo inadempimento regionale, quindi momento di maturazione della funzione surrogatoria del comune); – dal mese sul quale deve essere calcolato l'aggiornamento (giugno, gennaio, o il mese in cui si rende pubblico l'aggiornamento); – da quando deve avere effetto l'aggiornamento (dal mese di giugno, dal mese di gennaio o da qualsiasi momento in cui sia reso pubblico l'aggiornamento stesso). Bisogna tenere presente che gli indici ISTAT sono resi noti con alcuni mesi di ritardo, quindi, nell'impossibilità di aggiornamenti in tempo reale, tra i vari atteggiamenti (tutti o52 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

pinabili) sembra più ragionevole quello che: – tiene in considerazione le variazioni ISTAT intervenute annualmente nel mese di giugno (primo mese di applicazione della prima, e unica, determinazione regionale) in modo che l'importo base di riferimento sia omogeneo; – rende effettivo l'aggiornamento dal 1° gennaio successivo (visto che, di norma, gli indici ISTAT di giugno sono resi noti solo in novembre o dicembre). Nel corso del 2009 l’ISTAT ha provveduto ad aggiornare gli indici mensili relativi al costo di costruzione dei fabbricati residenziali, reso necessario considerando le modifiche intervenute nelle tecniche di costruzione e le novità legislative in materia e per prendere in esame una nuova tipologia di costruzione, a partire dal 2005 (base = 100) e fino a settembre 2009, con coefficiente di raccordo pari a 1,186, che ha pubblicato nei primi giorni del 2010. Si ritiene accettabile che, per il 2012, sia da considerare un costo di costruzione per gli edifici residenziali di Euro 392,82 al metro quadro, ricavato dal seguente prospetto: Costo costruzione 1995 = Lire 482.300 Indice giugno 1994 = 120,9 ; Indice giugno 1995 = 123,8 Costo costruzione 1996 = Lire 482.300 x 123,8 / 120,9 = Lire 493.868 Coefficiente di raccordo tra base 1990 e base 1995 = 1,232 Indice giugno 1995 = 123,8 ; Indice giugno 1996 = 101,0 Costo costruzione 1997 = Lire 493.868 x 101,0 / 123,8 x 1,232 = Lire 496.390 Indice giugno 1996 = 101,0 ; Indice giugno 1997 = 103,60 Costo costruzione 1998 = Lire 496.390 x 103,6 / 101,0 = Lire 509.168 Coefficiente di raccordo tra gli indici che decorrono dal gennaio 1998 e gli indici precedenti = 1,0285 Indice giugno 1997 = 103,6 ; Indice giugno 1998 = 102,7 Costo costruzione 1999 = Lire 509.168 x 102,7 / 103,6 x 1,0285 = Lire 519.130 Indice giugno 1998 = 102,7 ; Indice giugno 1999 = 104,6 Costo costruzione 2000 = Lire 519.130 x 104,6 / 102,7 = Lire 528.735 Indice giugno 1999 = 104,6 - Indice giugno 2000 = 107,7 Costo costruzione 2001 = Lire 528.735 x 107,7 / 104,6 = Lire 544.405 Indice giugno 2000 = 107,7 ; Indice giugno 2001 = 110,1 Costo costruzione 2002 = Lire 544.405 x 110,1 / 107,7 = Lire 556.636 pari a Euro 287,43 Indice giugno 2001 = 110,1 ; Indice giugno 2002 = 114,8 Costo costruzione 2003 = € 287,43 x 114,8 / 110,1 = € 299,70 Coefficiente di raccordo tra base 1995 e base 2000 = 1,0776 Indice giugno 2002 = 114,8 ; Indice giugno 2003 = 109,4 Costo costruzione 2004 = € 299,70 x 109,4 / 114,8 x 1,077 = € 307,59


LEGISLAZIONE

Indice giugno 2003 = 109,4 ; Indice giugno 2004 = 114,2 Costo costruzione 2005 = € 307,59 x 114,2 / 109,4 = € 321,09 Coefficiente di raccordo tra base 2000 e base 2005 = 1,186 Indice giugno 2004 = 114,2 ; Indice giugno 2005 = 99,9 Costo costruzione 2006 = € 321,09 x 99,9 / 114,2 x 1,186 = € 333,13 Indice giugno 2005 = 99,9 ; Indice giugno 2006 = 102,9 Costo costruzione 2007 = € 333,13 x 102,9 / 99,9 = € 343,13 Indice giugno 2006 = 102,9 ; Indice giugno 2007 = 106,7 Costo costruzione 2008 = € 343,13 x 106,7 / 102,9 = € 355,80 Indice giugno 2007 = 106,7 ; Indice giugno 2008 = 112,8 Costo costruzione 2009 = € 355,80 x 112,8 / 106,7 = € 376,14 Indice giugno 2008 = 112,8 ; Indice giugno 2009 = 111,6 Costo costruzione 2010 = € 376,14 x 111,6 / 112,8 = € 372,14 Indice giugno 2009 = 111,6 ; Indice giugno 2010 = 113,6 Costo costruzione 2011 = € 372,14 x 113,6 / 111,6 = € 378,81 Indice giugno 2010 = 113,6 ; Indice giugno 2011 = 117,8 Costo costruzione 2012 = € 378,81 x 117,8 / 113,6 = € 392,82 Per quanto attiene le modalità necessarie a rendere pubblico il nuovo importo, potrebbe bastare una determinazione del responsabile dell'ufficio tecnico, che renda noto al pubblico l'avvenuto aggiornamento. Non pare tuttavia del tutto inutile che il prospetto di calcolo dell'aggiornamento sia deliberato dalla Giunta comunale. SCHEMA DI DETERMINAZIONE (a cura di Antonio Gnecchi) Aggiornamento costo di costruzione ai sensi dell'articolo 16, comma 9, del Dpr n. 380 del 2001; articolo 48, commi 1 e 2, L.R. n. 12 del 2005

nale n. 5/53844 del 31 maggio 1994, (pubblicata sul B.U.R.L., 5° supplemento straordinario del 24 giugno 1994), in Lire 482.300 al metro quadrato il costo di costruzione riferito al contributo afferente il costo di costruzione relativo al rilascio dei permessi di costruire; • Visto inoltre che lo stesso articolo 16, comma 9, del dPR n. 380 del 2001, nonché l’articolo 48, commi 1 e 2, della legge regionale n. 12 del 2005, hanno stabilito che nei periodi intercorrenti tra le determinazioni regionali, ovvero in assenza di queste, il costo di costruzione è adeguato annualmente ed autonomamente dal Comune in ragione della intervenuta variazione del costo di costruzione accertata dall'ISTAT; • Richiamata la propria determinazione n. ___ del __________ , con la quale il costo di costruzione era stato aggiornato per l’anno 2011, in euro 378,81 al metro quadrato, con efficacia fino al 31 dicembre 2011; • Considerato che l’ISTAT non ha provveduto, per ragioni tecniche e su autorizzazione di Eurostat, a pubblicare gli indici mensili relativi al costo di costruzione dei fabbricati residenziali nel corso del 2009, mentre lo ha fatto nei primi giorni del 2010, con la pubblicazione degli indici su base 2005 = 100, con coefficiente di raccordo tra base 2000 e base 2005, pari a 1,186; • Visti i nuovi indici ISTAT del costo di costruzione dei fabbricati residenziali relativi al giugno 2005 (=99,9), giugno 2006 (=102,9), giugno 2007 (=106,7), giugno 2008 (=112,8) e giugno 2009 (=112,6) Che pertanto, a decorrere dal 1° gennaio 2012, il costo di costruzione base sul quale calcolare la pertinente quota di contributo di concessione è stabilito in Euro 392,82 al metro quadrato, come risulta dall’allegata relazione dell’ufficio tecnico;

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DETERMINA • Premesso che l'articolo 16, comma 9, del dPR n. 380 del 2001, che ha sostituito l’articolo 6, comma 3, della legge n. 10 del 1977 (i cui 4 commi erano stati sostituiti dall'articolo 7, comma 2, della legge n. 537 del 1993), ha demandato alle regioni la determinazione del costo di costruzione degli edifici residenziali da applicare al rilascio dei permessi di costruire, con riferimento ai costi massimi ammissibili per l'edilizia agevolata; • Visto che la Regione Lombardia ha determinato, ai sensi delle norme citate, con deliberazione della Giunta regio-

ai sensi dell'articolo 16, comma 9, del dPR n. 380 del 2001 e articolo 48, commi 1 e 2, della L.R. n. 12 del 2005, l'aggiornamento del costo di costruzione, di cui alla deliberazione regionale citata, è di euro 392,82 al metro quadrato, a decorrere dal 1° gennaio 2012, per le ragioni precisate in premessa. Il Responsabile del Servizio IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 53


LEGISLAZIONE

Dal 1° gennaio 2012 il bonus del 36% è diventato strutturale

M

eno burocrazia per sfruttare la possibilità di detrazione del 36% sui lavori di ristrutturazione delle case, con la novità che da quest’anno il “bonus” diventa permanente, senza più l’incognita quindi del prolungamento di anno in anno. Il lavoro di aggiustamento della detrazione, diventato legge con il Decreto n. 201 del 6 dicembre 2011 della manovra del governo Monti, ha il pregio di ridurre i documenti e la carta, ridisciplinando il capitolo del recupero del patrimonio edilizio. Non cambia comunque il limite di applicazione di tale detrazione, sempre valido per interventi che non superano il tetto dei 48.000 euro per unità immobiliare. Meno carta Se fino al 14 maggio del 2011 era indispensabile inviare un’apposita comunicazione di inizio lavori al Centro Servizi di Pescara prima di dare il via al cantiere, ora quella comunicazione cesserà di esistere, fermo restando che resta un requisito indispensabile l’ottenere i regolari permessi urbanistici dal Comune (se previsti in quel tipo di lavoro). La novità comporterà la modifica del modello 730 e del Modello Unico per la dichiarazione dei redditi da compilare il prossimo anno, in cui andranno ripor54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

tati i cosiddetti “identificativi catastali” dell’immobile oggetto dell’intervento. In caso fosse l’inquilino a pagare le opere di ristrutturazione, sarà necessario inserire i dati di registrazione del contratto di locazione. È utile precisare che lo sconto fiscale non è fruibile da quanti hanno iniziato i lavori prima del 14 maggio 2011 senza inviare la comunicazione al Centro Servizi di Pescara. Un’altra novità riguarda l’indicazione del costo di manodopera impiegata nell’intervento, che da ora in avanti non sarà più indispensabile indicare in fattura. Dal momento che la Manovra ha riscritto e reso stabile il 36%, il vecchio obbligo di prova dei versamenti Ici per la casa da ristrutturare non esiste più, non essendo specificato nelle nuove regole. Il provvedimento dell’A-

genzia delle Entrate introduce invece la necessità di munirsi di un documento in più nel caso in cui non sia necessario alcun permesso o comunicazione al Comune per eseguire i lavori. Occorrerà quindi redigere una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà (art. 47 Dpr n. 445/2000) in cui va indicata la data di inizio dei lavori ed affermato che gli interventi di ristrutturazione edilizia rientrano tra quelli agevolabili. La regola vale per gli interventi di manutenzione ordinaria, come per esempio la tinteggiatura di una facciata condominiale con lo stesso tipo di intonaco, l’installazione di una porta blindata o di una cassaforte a muro. Il modello di dichiarazione sarà disponibile a breve sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Compravendite Per le compravendite è stata

introdotta di recente la possibilità di “contrattare” le rate di detrazione con l’acquirente di un immobile appena ristrutturato, con la facoltà di scegliere se cedere a chi subentra nel ruolo di proprietario le future rate di detrazione oppure tenersele per sé. Una modifica sostanziale, visto che in passato si era costretti a vendere con l’abitazione anche il beneficio delle future detrazioni. La stessa regola non si applica in caso di immobile donato, per esempio ai figli. Condominio Qualche complicazione in meno grava anche sui condomini e i loro amministratori. Non è infatti più necessario applicare la ritenuta fiscale del 10% sulle fatture delle ditte, e nemmeno quella del 20% sugli onorari dei professionisti (direttori dei lavori e progettisti), perché entrambe sono sostituite da una ritenuta del 4% applicata direttamente dalla banca sull’apposito bonifico, che resta necessario fare per godere del 36% o del 55%. Nel caso in cui i lavori non siano agevolati dalle detrazioni, le ritenute del 10% e del 20% sulle fatture condominiali vanno invece applicate. ❑ Da “OttopiùCasa” dell’ 8 febbraio 2012.



DAL COLLEGIO DI BRESCIA Stefano Benedini

V

asto interesse ha suscitato non solo tra gli iscritti al Collegio, ma anche tra professionisti di altri ordini operanti nel settore della prevenzione incendi, per il 1° seminario “La prevenzione incendi- Nuove procedure del Dpr n. 151 del 1 agosto 2011” organizzato dal Collegio geometri di Brescia in collaborazione con il Comando Provinciale del Vigili del Fuoco; in pochi giorni sono state più di seicento le richieste di adesione giunte al Collegio così da rendere

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“Prevenzione incendi” Le nuove procedure illustrate nel seminario del 24 gennaio necessario lo sdoppiamento dell’evento in due date. Esaustivi e approfonditi sono risultati gli interventi proposti dai cinque relatori: il Comandante Provinciale dott. ing. Settimio Simonetti; il DVD dott. ing. Piernicola Dadone; il DVD dott. ing. Silvio Pagano; il DA dott. ing. Paolo Albino; lo SDAC geom. Giuseppe Patarnello. Le esposizioni degli autorevoli relatori hanno consentito di porre l’accento sulla maggiore responsabilizzazione che il nuovo Dpr attri-

buisce al professionista, offrendo in contropartita maggiore certezza dei tempi e semplificazione e snellimento delle procedure, che vengono parametrate in relazione alle dimensioni delle imprese, al settore di attività, alla soddisfazione di specifiche regole tecniche e all’esigenza di tutela della pubblica incolumità. Altro obiettivo previsto nel nuovo processo a vantaggio dei professionisti è quello di un maggior utilizzo degli strumenti informatici con la possibilità di inviare in via

telematica la documentazione e le istanze, la consultazione on line dello stato di avanzamento della pratica, lo scambio tramite Pec di comunicazioni con il Comando Provinciale dei VVFF, la prenotazione on-line degli appuntamenti con i funzionari; tutti servizi atti a garantire l’ottimizzazione dei tempi e maggiore semplicità nel reperire le informazioni necessarie. ❑ Vedere nelle pagine seguenti l’ampio commento sulla nuova normativa.


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Nella pagina di sinistra, il Comandante Provinciale dei VV.FF. dott. ing. Settimio Simonetti

In questa pagina il tavolo della presidenza con i relatori; in basso, l’ing. Piernicola Dadone e il Presidente del Collegio geometri di Brescia, Giovanni Platto.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 57


DAL COLLEGIO DI BRESCIA A sinistra, il DVD ing. Silvio Pagano; a destra il DA ing. Paolo Albino e, in basso, lo SDAC geom. Giuseppe Patarnello

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LEGISLAZIONE Giuseppe Carlo Redaelli

L

a nuova normativa e le procedure per la prevenzione incendi e in particolare l’arrivo della cosiddetta Scia, segnano un vero e proprio cambio epocale per l’Italia, responsabilizzano sempre più i professionisti, ma con tempi certi, migliorano l’opera di controllo dei Comandi dei Vigili del Fuoco, il tutto per meglio venire incontro alle esigenze del mercato. La nuova disciplina dei procedimenti per la prevenzione incendi prevede procedure semplificate in relazione alla tipologia e alla gravità del rischio delle attività. Il Dpr 151/2011 è entrato in vigore il 7 ottobre 2011 e per la prima volta in Italia, è stato adottato il principio di proporzionalità, pertanto gli adempimenti amministrativi saranno diversificati sulla base della complessità del rischio. È strutturato in tredici articoli contenenti le procedure relative ai vari procedimenti di prevenzione incendi: presentazione ed esame dei progetti, visite tecniche, approvazione di deroghe a specifiche normative e due allegati, il primo contenente le attività soggette alle visite e ai controlli di prevenzione incendi, e il secondo che equipara il previgente elenco delle attività con quello attuale, ai fini dell’applicazione delle tariffe connesse ai servizi di prevenzione incendi resi dal CNVVF, in attesa dell’emanazione di un decreto ministeriale approppriato. Il regolamento individua le attività soggette 60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

La prevenzione incendi cambia: nuova normativa, nuove procedure e Scia ai controlli di prevenzione incendi e disciplina il rispetto delle condizioni di sicurezza antincendio per il deposito dei progetti, per l’esame dei progetti, per le visite tecniche, per l’approvazione di deroghe e specifiche normative. Le attività sottoposte ai controlli di prevenzione incendi sono state distinte in tre categorie A, B e C, in relazione alla dimensione dell’impresa, al settore di attività, alla esistenza di specifiche regole tecniche, alle esigenze di tutela della pubblica incolumità. Fino all’adozione del decreto ministeriale, che sarà emano dal Ministro dell’Interno per garantire l’uniformità delle procedure, saranno applicate le disposizioni del Decreto del Ministro dell’Interno 4 maggio 1998 che regola le modalità di presentazione e il contenuto delle domande per l’avvio di procedimenti di prevenzione incendi. Cambiano le modalità per la richiesta del parere di conformità, infatti con il nuovo regolamento detto obbligo permane solo per enti e privati responsabili delle attività ricomprese nell’allegato I, in categoria B o C. I titolari di dette attività sono tenuti a richiedere con apposita istanza al Comando l’esame dei progetti di nuovi impianti o costruzioni nonché dei progetti di modifiche da apportare a quelli esistenti, che comportino un aggravio delle preesistenti condizioni di sicurezza antincendio. I titolari di attività ricadenti

in categoria A non devono più chiedere l’esame del progetto, potendo quindi avviare la costruzione dell’opera una volta ottenute le relative autorizzazioni alla realizzazione della stessa da parte degli organi competenti senza il parere preventivo dei Vigili del Fuoco. Dopo la costruzione per concludere gli adempimenti è necessario presentare una Scia. Il Comando verifica la completezza formale dell’istanza, della documentazione e dei relativi allegati e, in caso di esito positivo, rilascia una ricevuta. Successivamente alla presentazione della Scia verranno avviati i controlli di prevenzione incendi che, per le attività in categoria A e B, saranno effettuati a campione entro 60 giorni, mentre per le attività di categoria C il controllo, entro lo stesso tempo di 60 giorni, è previsto in maniera sistematica. Al termine del sopralluogo il Comando provinciale rilascerà, a richiesta dell’interessato, copia del verbale della visita tecnica per le attività A e B e, solamente per le attività C, in caso di esito positivo del controllo, il Cpi entro quindici giorni dalla visita. Di seguito si vuole rappresentare le principali novità e le istruzioni per l’uso della nuova procedura. Il nuovo Regolamento semplifica gli adempimenti assicurando per tutti tempi certi e prevedendo procedure diverse sulla base del rischio. Per questo le attività sottoposte ai controlli di prevenzione incendi vengono distinte in

tre categorie: 1. Categoria “A”, attività a basso rischio Appartengono alla Categoria A le attività che non sono suscettibili di provocare rischi significativi per l’incolumità pubblica e che sono contraddistinte da un limitato livello di complessità e da norme tecniche di riferimento. 2. Categoria “B”, attività a medio rischio Rientrano nella Categoria B le attività caratterizzate da una media complessità e da un medio rischio, nonché le attività che non hanno normativa tecnica di riferimento e non sono da ritenersi ad alto rischio. 3. Categoria “C”, attività ad elevato rischio Nella Categoria C rientrano tutte le attività ad alto rischio e ad alta complessità tecnico-gestionale. Schema delle procedure … A. Categoria “A” a. L’imprenditore inizia i lavori; b. a lavori ultimati raccoglie la documentazione attestante la conformità dell’attività realizzata alle prescrizioni vigenti in materia di sicurezza antincendio; c. spedisce la documentazione tramite procedura online al SUAP comprensiva di Scia relativa alla parte antincendio; d. l’imprenditore inizia immediatamente l’attività


LEGISLAZIONE

con controlli a campione da parte dei Vigili del Fuoco entro 60 giorni. … B. Categoria “B” a. Prima di iniziare i lavori, l’imprenditore tramite SUAP fa istanza ai Vigili del Fuoco per l’esame del progetto. Entro 60 giorni dalla presentazione della documentazione completa i Vigili del Fuoco rilasciano il parere; b. a lavori ultimati raccoglie la documentazione attestante la conformità dell’attività realizzata alle prescrizioni vigenti in materia di sicurezza antincendio; c. spedisce la documentazione tramite procedura online al SUAP comprensiva di Scia relativa alla parte antincendio; d. l’imprenditore inizia immediatamente l’attività con controlli a campione da parte dei Vigili del Fuoco entro 60 giorni. … C. Categoria “C” a. Prima di iniziare i lavori, l’imprenditore tramite SUAP fa istanza ai Vigili del Fuoco per l’esame del progetto; b. entro 60 giorni dalla presentazione della documentazione completa i Vigili del Fuoco rilasciano il parere; c. a lavori ultimati raccoglie la documentazione attestante la conformità dell’attività realizzata alle prescrizioni vigenti in materia di sicurezza antincendio; e. l’imprenditore inizia im-

mediatamente l’attività con controlli da parte dei Vigili del Fuoco entro 60 giorni. Altre novità del Regolamento … 1. Prevenzione incendi online Il progetto consente all’utente: • di individuare per via tele-

matica le istanze inerenti i procedimenti di prevenzione incendi e la relativa documentazione tecnica; • di consultare online lo stato della pratica; • di ricevere, via posta elettronica certificata, tutte le comunicazioni da parte del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco; • di accedere a una serie di servizi aggiuntivi, quali la

prenotazione online di appuntamenti con i funzionari VVF, la compilazione guidata della relazione tecnica per le attività più diffuse e la pre compilazione delle sezioni dei modelli inerenti i dati anagrafici, recuperati in automatico dal registro camerale. … 2. Abolizione della duplicazione del Registro dei controlli È stato eliminato il Registro dei controlli, manutenzione, informazione e formazione del personale, che duplica adempimenti già previsti dalla normativa di sicurezza nei luoghi di lavoro. … 3. Semplificazione dei rinnovi ed eliminazione del giuramento della perizia La richiesta di rinnovo del CPI è stata sostituita da una dichiarazione attestante l’assenza di variazioni alle condizioni di sicurezza antincendio, che deve essere inviata al comando VVF, per la quasi totalità delle attività, ogni 5 anni. Inoltre, la perizia giurata attestante l’efficienza dei dispositivi, dei sistemi e degli impianti finalizzati alla protezione attiva antincendi è stata eliminata e sostituita con una dichiarazione del tecnico abilitato; quest’ultimo non deve più recarsi in Tribunale per effettuare il giuramento. … 4. NOF - nulla osta di fattibilità I titolari delle attività ad alto e medio rischio, in caso di progetti particolarmente complessi, hanno la possibiIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 61


LEGISLAZIONE

lità di richiedere preventivamente al Comando provinciale VVF il rilascio di un nulla osta di fattibilità. Il nulla osta di fattibilità si sostanzia in un parere di massima rilasciato con riguardo a uno o più aspetti rilevanti dal punto di vista della prevenzione incendi, effettuato sulla base della valutazione di un progetto di fattibilità dell’opera. Gli aspetti dell’opera rilevanti dal punto di vista antincendio che possono essere sottoposti all’esame del Comando provinciale VVF e sui quali, dopo le opportune valutazioni, esprimerà il proprio parere, potranno riguardare: • ubicazione; • comunicazioni e separazioni; • accesso all’area e accostamento dei mezzi di soccorso; • caratteristiche costruttive e layout (distanziamenti, separazioni, isolamento); • resistenza al fuoco; • reazioni al fuoco; • compartimentazione; • vie di esodo; • sistema di controllo dei fumi naturale o meccanico; • aree e impianti a rischio specifico; • impianti elettrici di sicu-

rezza; • illuminazione di sicurezza; • mezzi e impianti di estinzione degli incendi; • impianti di rilevazione, segnalazione e allarme. Il rilascio del nulla osta è garantito dai Vigili del Fuoco entro il termine massimo di 30 giorni dal momento della richiesta da parte del titolare dell’attività. … 5. Verifiche in corso d’opera I titolari di attività soggette alla normativa e particolarmente complesse possono richiedere al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di compiere visite tecniche, anche durante la realizzazione dell’opera, per verificare la rispondenza alle disposizioni di prevenzione incendi. Per non arrestarne la realizzazione in attesa delle verifiche, in fase di valutazione del progetto è prevista la stesura di un cronoprogramma di visite concordato; il procedimento si conclude, al massimo, entro 30 giorni dall’avvio. Le modifiche intervenute … In seguito all’entrata in vigore del Dpr 151/2011 sono: …

1. Mutate le attività soggette • Abrogati D;M. 16/02/1982 (attività soggette) e Dpr 689/59 (tabelle A e B) • Nuova tabella attività Allegato I del Dpr 151/2011 • Esclusione dai procedimenti del nuovo regolamento delle attività a rischio di incidente rilevante art. 8 D.lgs 334/99 … 2. Mutate le procedure • Abrogato Dpr 37/98 (procedure) e D.M. 4/5/98 (contenuto delle istanze e modulistica) • Modificato D.Lgs 139/2006 (testo unico VV.F.) • Modificato Dpr 380/2001 (abrogato CPI a vista) • Nuove procedure del Dpr 151/2011 e nuovi dm contenuto delle istanze/modulistica e tariffe … 3. Mutati i rinnovi periodici • il rinnovo del CPI è stato sostituito da una dichiarazione attestante l’assenza di variazioni alle condizioni di sicurezza antincendio, con scadenza ogni cinque anni e per dieci anni per le attività n. 6, 7, 8, 64, 71, 72, e 77 elencate nell’allegato I; • È stata eliminata la perizia giurata, sostituita da una

dichiarazione del tecnico abilitato … 4. Sostituiti registro controlli • È stata eliminata la duplicazione del Registro dei controlli in quanto già previsti dalla normativa di sicurezza nei luoghi di lavoro. Direzione centrale per la Prevenzione e la Sicurezza tecnica Lettera circolare n. 13061 del 6/10/2011 … Chiarimenti applicativi Prima dell’inizio dell’attività il titolare è tenuto a presentare una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) corredata da atti “tecnicoamministrativi”, comprensivi di: • dichiarazione sostitutiva dell’atto notorio; • asseverazione di tecnico abilitato della conformità delle opere alla regola d’arte tecnica e, ove previsto, al progetto approvato dal Comando provinciale; • certificazioni e/o dichiarazioni di conformità degli elementi costruttivi, prodotti, materiali, attrezzature, dispositivi, impianti

Tabella semplificativa modifiche procedure Ante Dpr 151/2011

Dopo Dpr 151/2011

Esame dei progetti

Previsto per tutte le attività con tempo di risposta entro 90 giorni

Categoria A: non previsto Categoria B - C: previsto con tempi di risposta entro 60 giorni

Controlli di Prevenzione Incendi

Previsti per tutte le attività entro 135 giorni

Categorie A - B: previsti a campione Categoria C: previsti entro 60 giorni

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LEGISLAZIONE

Tabella di sintesi Categoria A

Categoria B

Categoria C

Attività a basso rischio e standardizzate

Attività a medio rischio

Attività a elevato rischio

Viene eliminato il parere di conformità sul progetto

La valutazione di conformità dei progetti ai criteri di sicurezza antincendio si dovrà ottenere entro 60 giorni

AV V I O AT T I V I T À T R A M I T E S C I A

Controlli con sopralluogo a campione entro 60 giorni Rilascio, su richiesta, di copia di verbale della visita tecnica

e componenti rilevanti ai fini della sicurzza antincendio. Qualora siano presenti contemporaneamente attività di categoria A, B e C, il progetto sottoposto a valutazione dovrà riferirsi solo alle attività B e C, mentre le attività A saranno indicate ai fini della valutazione di eventuali interferenze. Ai sensi del nuovo regolamento, il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) non è più un provvedimento finale di un procedimento amministrativo, ma, al pari del verbale della visita tec-

nica, costituisce solo il risultato del controllo effettuato, e non ha validità temporale. Inoltre il CPI assume la valenza di “attestato del rispetto delle prescrizioni previste dalla normativa di prevenzione incendi e della sussistenza dei requisiti antincendio”. Il provvedimento precisa che le sanzioni penali previste per l’omessa richiesta di rilascio o rinnovo del CPI trovano ora applicazione a tutte le attività disciplinate dal nuovo regolamento in caso di mancata presenta-

Controllo con sopralluogo entro 60 giorni Rilascio del Certificato di prevenzione incendi

zione della SCIA. La lettera circolare chiarisce poi alcuni aspetti inerenti i nuovi procedimenti volontari (NOF e verifiche in corso d’opera) i procedimenti nel periodo transitorio, documentazione e modulistica, sistema tariffario. D.M. 5 agosto 2011 I nuovi requisiti per i professionisti antincendio … Il Decreto Ministeriale introduce le nuove procedure e i requisiti per l’autorizza-

zione e l’iscrizione dei professionisti negli elenchi del Ministero dell’Interno. Per l’iscrizione negli elenchi ministeriali ai professionisti sono richiesti: • iscrizione all’albo professionale degli ingegneri, degli architetti-pianificatori-paesaggisti e conservatori, dei chimici, dei dottori agronomi e dottori forestali, dei geometri e geometri laureati, dei periti industriali e periti industriali laureati, degli agrotecnici e agrotecnici laureati, dei periti agrari e periti agrari laureati; • attestazione di frequenza con esito positivo del corso base di specializzazione di prevenzione incendi della durata di almeno 120 ore, con esame finale con esito positivo. Non è più riconosciuta l’anzianità quale requisito per iscrizione all’Albo professionale. Una importante novità riguarda i requisiti del professionista per il mantenimento dell’iscrizione negli elenchi ministeriali, infatti viene introdotto l’obbligo di effettuare corsi o seminari di aggiornamento in materia di prevenzione incendi della durata complessiva di almeno quaranta ore nell’arco di cinque anni dalla data di iscrizione nell’elenco o dalla data di entrata in vigore del decreto (27/08/2011) per i già iscritti. ❑ Da “Noi geometri” n. 4/2011

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 63


DAL COLLEGIO DI LODI Lorenzo Negrini

L

a stima dell'indennità per sopraelevazione è diventata di particolare attualità con l'introduzione della legge sul recupero dei sottotetti e dà luogo a non poco contenzioso in relazione agli importi che vanno corrisposti per effetto della sopraelevazione stessa. L'indennità trova la sua giustificazione nel quarto comma ell’art.1127 del codice civile che detta anche le

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Stima dell’indennità di sopraelevazione

modalità di calcolo. «Chi fa la sopraelevazione deve corrispondere agli altri condomini un’indennità pari al valore attuale dell’area da occuparsi con la nuova fabbrica, diviso per il numero dei piani, ivi compreso quello da edificare, e detratto l’importo della quota a lui spettante. Egli è inoltre tenuto a ricostruire il lastrico solare di cui tutti o parte dei condomini avevano diritto di usare».

L’indennità mira a ristorare la diminuzione del valore della quota di comproprietà sull’area di ciascun condomino, quale conseguenza dell’incremento dell’edificato. Si richiama, in tal senso, la Sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione 30/07/2007 n.16794 la quale ha precisato che «…quel che rileva ai fini dell’applicazione in un senso (diritto di sopraelevare) e nell’altro (obbligo di corresponsione

dell’indennità) dell’art.1127 c.c. è la maggior utilizzazione dell’area sulla quale sorge l’edificio implicando che rimanendo sempre lo stesso il valore del suolo (dividendo) con l’aumento del numero dei piani e in ogni caso dei volumi realizzabili (divisore) necessariamente diminuisce il valore di ogni quota relativa al piano o porzione di piano (quoziente), onde l’indennità da colui che sopraeleva agli altri condomini ha propriamente lo scopo di ripristinare la situazione economica precedente, mediane prestazione dell’equivalente pecuniario della frazione di valore perduta per effetto della sopraelevazione, da ogni singola quota relativa a piano o porzione...». Le modalità di calcolo dell’indennità sono descritte nell'esempio con valori simbolici che di seguito si propone: Casa di tre piani uguali con valore dell’area su cui sorge l’edificio di € 12'000,00. Ciascuno dei condomini è proprietario di un piano e quindi anche di 1/3 dell’area cioè: € 12'000,00 / 3 = € 4'000,00 Posto che il proprietario dell’ultimo piano decide di sopraelevare di un piano, l’indennità calcolata ai sensi dell’art.1127, quarto comma, codice civile è pari al valore dell’area da occuparsi con la nuova fabbrica, diviso per il numero dei piani, ivi compreso quello da edificare, e detratto l’importo della quota a lui spettante. Ovvero:


DAL COLLEGIO DI LODI

• n. dei piani dopo la sopraelevazione = 4 •

Valore dell’area € 12.000,00 = = € 3.000,00 n. piani dopo la sopraelevazione 4

• quota di valore dell’area spettante a chi effettua la sopraelevazione prima che questa venga realizzata = 1/3 del valore dell’area, essendo proprietario dell’intero 3° piano € 3.000,00 / 3 = € 1.000,00

Indennizzo da versare agli altri condomini: € 3'000,001 – € 1'000,002 = € 2'000,00. Lo stesso risultato lo si può raggiungere utilizzando le tabelle millesimali calcolando la riduzione dei millesimi di proprietà. L'esempio di prima si sviluppa così:

Valore dell’area di competenza € 12.000,00 x 666,67 / 1.000 = € 8.000,00 dei primi due piani ante intervento Valore dell’area di competenza € 12.000,00 x 500,00 / 1.000 = € 6.000,00 dei primi due piani ante intervento Indennizzo da corrispondere ai proprietari che non hanno effettuato la sopraelevazione € 2.000,00 (uguale al valore ricavato con l’altra procedura di calcolo)

a) ante sopraelevazione ciascuno dei tre piani ha millesimi 333,33 quindi i proprietari dei due piani sottostanti a quello che verrà sopraelevato, possiedono millesimi 666,67. b) post sopraelevazione, ciascuno dei quattro piani ha millesimi 250,00 quindi i proprietari dei due piani sottostanti possiedono ora millesimi 500,00.

In entrambi gli esempi riportati il valore dell’area utilizzato è sempre quello attuale, ovvero il valore dell’area alla data dell’intervento di sopraelevazione. Non si distingue mai tra valore dell’area prima dell’intervento e valore dopo l’intervento. D’altra parte, non vi può essere un valore del suolo prima della sopraelevazione differente da quello dopo la sopraelevazione: prima di questa, l’area ha già in sé una potenzialità edificatoria e non assume un maggior valore per effetto del sopralzo. Così il dettato

normativo (art.1127 c.c.) che non fa alcuna distinzione in ordine a detto parametro4 e la citata Sentenza a Sezione Unite della Cassazione la quale precisa che il valore del suolo rimane sempre lo stesso5. ❑

1

valore dell’area diviso il n. dei piani prima della sopraelevazione. 2 Valore della quota spettante a chi sopraeleva prima della sopraelevazione. 3 Perché 1.000 millesimi vengono ora divisi per 4, non più per 3. 4 Si parla solo di valore attuale dell’area. 5 Cfr. sopra quanto riportato.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1 - 65


DAL COLLEGIO DI MANTOVA

Orientamenti tariffari in materia catastale

I

l Consiglio del Collegio geometri di Mantova, vista la tariffa catastale redatta dalla Commissione Regionale Catasto e con riferimento ai prezzi medi rilevati dalla Commissione Catasto della Provincia Mantova in data 18 ottobre 2011, ha approvato l’orientamento tariffario in materia catastale. Gli orientamenti esposti non possono e non vogliono sostituire la mancanza di una specifica disposizione di legge, ma devono semplicemente costituire un indirizzo, un “fac-simile” su cui redigere la specifica parcella per la singola prestazione, supportata da parametri comuni, per ottenere obiettivi di equità, qualità e

decoro professionale. I prezzi indicati sono stati rilevati dalla Commissione Regionale Catasto e fanno riferimento ai valori medi correnti su tutto il territorio regionale per prestazioni professionali complete di quanto specificato nella descrizione oltre a quant’altro necessario per lo svolgimento dell’incarico in modo professionale e conforme alle normative vigenti. La tariffa dei geometri, istituita con legge 2 marzo n. 144 risale all’anno 1949, ha subito specifici aggiornamenti che si sono susseguiti negli anni sino all’ultimo del 1997. Non sono mai stati stabiliti compensi per nuove attività che dal 1949 ad oggi sono diventate oggetto della pro-

fessione del geometra. Con il DL n. 223 del 4 luglio 2006 è stato dato il via alla liberalizzazione delle professioni e l’abolizione dei minimi tariffari in un sistema che orienterà le competenze economiche verso un nuovo scenario più soggetto alle logiche di mercato e più vicino alla pratica commerciale che ha natura completamente diversa dall’attività professionale. Per essere competitivi sotto l'aspetto professionale e prestazionale è necessario introdurre delle metodologie di calcolo che diano un senso di coerenza della categoria, per far sì che il geometra abbia la giusta remunerazione per il lavoro svolto e comunque commi-

surare la parcella all'importanza e alla qualità della prestazione, alla responsabilità e al decoro professionale ai sensi dell'art. 2233 del Codice civile. Tutto ciò andrà a indiscusso vantaggio della committenza per la quale la prestazione viene svolta che, a fronte di costi medi rilevati nel mercato professionale, potrà facilmente individuare prestazioni sottocosto che normalmente celano scarsa professionalità, o prestazioni svolte in modo approssimativo e di scarso valore professionale.

Sommario Tipo – A.1 Mappale – A.2 Tipo mappale modesta entità – A.3 Tipo mappale in deroga – A.4 Tipo di frazionamento –A.5 Tipo mappale e Tipo di frazionamento – A.6 Rilievo strumentale celerimetrico – A.7 Riconfinamento – B. Denuncie di nuova costruzione/variazione Docfa – C. Denuncie di voltura –D. Pratiche catastali varie Nota Presso la sede del Collegio sono a disposizione degli interessati gli schemi su un foglio di calcolo Excel (i calcoli vengono eseguiti automaticamente).

❑ 66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1


SCUOLA

Concorso di idee per San Giacomo al Mella In arrivo le adesioni

I

l Collegio Geometri e Geometri laureati della provincia di Brescia, la Fondazione Civiltà Bresciana e l’Associazione amici della chiesa di S. Giacomo hanno indetto, come si sa, il concorso di idee per il recupero e il riutilizzo della antica chiesetta romanica di S. Giacomo al Mella, alle porte di Brescia, una volta immersa in un silenzioso contesto campestre e oggi addossata a un importante snodo stradale molto trafficato. Come abbiamo ri-

cordato in un precedente intervento sul n. 6/2011 de “Il geometra bresciano” il concorso è rivolto alle classi quarte e quinte degli Istituti tecnici per geometri di città e provincia. A tutt’oggi hanno aderito 2 classi dell’Istituto Tecnico Bonsignori di Remedello, una classe dell’Istituto Tartaglia di Brescia, una dell’Istituto Bianchi della città e una dell’Istituto Meneghini di Edolo. Segnaliamo la possibilità di ritirare il materiale predisposto su Cd presso la

sede del Collegio geometri di Brescia; nel caso non fosse possibile ai rappresentanti delle classi ritirare tale materiale, chiediamo loro di contattare la segreteria del Collegio, perché se ne possa disporre l’invio. È possibile prenotare visite guidate a S. Giacomo al Mella telefonando al 338.5491656 e 338.7421066. Gli elaborati pervenuti verranno giudicati a partire dal 15 giugno 2012 e il progetto che avrà ricevuto il più alto grado di consenso sarà pro-

clamato vincitore entro il prossimo16 luglio. “Il geometra bresciano” è certo che questa stimolante esperienza sarà motivo di crescita culturale e tecnica di quanti si impegneranno con passione nella realizzazione del lavoro e nel contempo augura agli studenti partecipanti e ai loro insegnati che ne guideranno la fatica buon lavoro. ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 67


AGRICOLTURA & FORESTE Valeria Sonvico

N

itrati, cambiano le regole. È in vigore la deroga all'applicazione della Direttiva Nitrati (91/676/CEE) concessa dalla Commissione Europea con Decisione 2011/721/UE del 3 novembre 2011 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Ue del 4 novembre 2011) a Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto. La novità principale è l'innalzamento del limite massimo di azoto spandibile nelle Zone Vulnerabili ai nitrati, che passa da 170 kg per ettaro all'anno (come previsto dalla normativa) ai 250 Kg per ettaro da effluenti bovini e da effluenti suini della nuova proposta. La deroga è valida fino al 31 dicembre 2015: le aziende che vogliono beneficiarne devono presentare richiesta alle autorità competenti entro il 15 febbraio di ogni anno, secondo le modalità stabilite e sono inoltre tenute all’osservanza di una serie di impegni stabiliti secondo le disposizioni che disciplinano il trattamento e l’applicazione di effluenti di allevamento e altri fertilizzanti nonché quelli relativi alla gestione dei terreni. Di seguito riassumiamo le condizioni necessarie: 1. La superficie dell’azienda agricola deve essere coltivata per almeno il 70% a colture con stagioni di crescita prolungata e con grado elevato di assorbimento di azoto (prati, mais tardivo, mais o sorgo seguiti da erbaio invernale e cereali vernini se68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

Nitrati: istruzioni per l’uso

guiti da erbaio estivo); 2. I prati temporanei devono essere arati in primavera; 3. I prati temporanei e permanenti devono comprendere al massimo il 50% di leguminose o di altre colture in grado di fissare l’azoto atmosferico; 4. Il mais a maturazione tardiva deve essere raccolto interamente (stocco compreso); 5. L’erbaio invernale, quale loglio, orzo, triticale o segale, deve essere seminato entro due settimane dal raccolto del mais o del sorgo e deve essere raccolto non prima di due settimane dalla semina del mais o del sorgo; 6. L’erbaio estivo, quale

mais, sorgo, setaria o paníco, deve essere seminato entro due settimane dal raccolto dei cereali vernini e deve essere raccolto non prima di due settimane dalla semina dei cereali vernini; 7. Una coltura a elevato grado di assorbimento di azoto deve essere seminata entro due settimane dall’aratura della superficie prativa e i fertilizzanti non possono essere applicati nell’anno di aratura dei prati permanenti. Le aziende agricole con suini dovranno procedere al “trattamento dell’effluente”, dovranno cioè separare l’effluente suino in due frazioni, una solida e l’altra li-

quida (ad esempio, mediante separatori a compressione elicoidale o a rulli contrapposti), necessario per aggiustare il rapporto azoto/fosforo dei liquami da applicare sui terreni aziendali. Una volta “ammessi in deroga” gli allevatori di suini dovranno fornire ogni anno alle autorità competenti le seguenti informazioni: a) Tipo di trattamento dell’effluente; b) Capacità, efficienza e principali caratteristiche dell’impianto di trattamento; c) Quantitativo di effluente di allevamento inviato al trattamento; d) Quantitativo, composizione (con l’indicazione


AGRICOLTURA & FORESTE

del contenuto di azoto e fosforo) e destinazione sia della frazione solida che dell’ ”effluente trattato”, ossia la frazione liquida derivante dal trattamento con un rapporto azoto/fosfato (N/P2O5) almeno pari a 2,5; e) Stima delle perdite gassose durante il trattamento.

L

a frazione solida deve essere stabilizzata, mediante lo stoccaggio in cumuli, per ridurne gli odori e le altre emissioni. Il prodotto risultante non deve essere applicato nelle aziende agricole beneficiarie della deroga: è pertanto necessario trasferire il materiale solido sui terreni di un’altra azienda. Le autorità competenti incoraggeranno l’uso della frazione solida su suoli a basso contenuto di sostanza organica indicati in apposite mappe elaborate a livello regionale. Il quantitativo di “effluente trattato” (la frazione liquida) applicato ogni anno nelle aziende beneficiarie della deroga, non deve superare i 250 kg di azoto per ettaro all’anno. Ciò dovrà avvenire nel rispetto delle condizioni che sono sintetizzate nel seguito: A) L’apporto complessivo di azoto e fosforo non deve superare la domanda di nutrienti prevedibile per la coltura e deve tenere conto dell’apporto di azoto e fosforo del suolo. Le aziende agricole in deroga non devono appli-

La procedura di richiesta di deroga: scadenza 15 febbraio Chi può fare richiesta? Azienda avente: • Allevamenti suini; • Allevamento bovini da latte; • Allevamenti bovini da carne; • Aziende non zootecniche che utilizzano gli effluenti bovini o la frazione liquida di effluenti suini o misti suini/misti bovini suini aventi un rapporto N/P205 pari o superiori a 2.5. punti; Sono compresi tra gli effluenti i digestati provenienti da impianti di biogas e quelli che devono essere trattati (denitrificazione/strippaggio). Cosa fare? • Compilazione di una domanda “dichiarativa”, una sorta di domanda di manifestazione di interesse contenente anche gli impegni che devono essere assunti e che sono previsti dalla deroga. Quando? Entro il 15 febbraio di ogni anno Controlli La Regione verifica la domanda inoltrata e procede o meno all’accoglimento, previsti controlli in loco su un campione di aziende del 5% del totale delle beneficiarie e su un campione dell’1% nei casi in cui gli effluenti d’allevamento siano oggetto di trasporto. Obbiettivo Semplificazione, un minor numero di passaggi burocratici e di comunicazione.

care fosforo sotto forma di fertilizzanti chimici; B) Ciascuna azienda redige un Piano di fertilizzazione (il cui contenuto è indicato nel dettaglio dall’art. 6 della Decisione comunitaria), specificando l’avvicendamento colturale e le applicazioni di effluente di allevamento e di fertilizzanti minerali. C) L’azienda tiene un Registro delle applicazioni di fertilizzanti su ciascuna parcella di terreno (quantitativi, tempi di applicazione degli effluenti zootecnici e dei fertilizzanti chimici); D) Conservazione in azienda dell’autorizzazione al prelievo idrico o del contratto per l’uso delle acque o la mappa che indica che l’azienda è situata in una zona dove le acque sotterranee sono a contatto con la falda ipodermica; E) Conservazione in azienda dei risultati delle analisi relative al contenuto di azoto e fosforo nel suolo. Il campionamento e l’analisi di fosforo e azoto deve essere fatta entro il 1° giugno e almeno una volta ogni quattro anni per ogni area dell’azienda agricola omogenea dal punto di vista pedologico e dell’avvicendamento colturale (almeno un’analisi ogni 5 ettari di suolo agricolo); F) Gli effluenti applicati presso le aziende beneficiarie di una deroga devono avere un’efficienza di utilizzo dell’azoto non IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 69


AGRICOLTURA & FORESTE

inferiore al 65% per i liquami e al 50% per l’effluente solido. G) Presso l’azienda beneficiaria della deroga, gli effluenti di allevamento e i fertilizzanti chimici non possono essere applicati dopo il 1° novembre. H) Almeno due terzi del quantitativo di azoto da effluente zootecnico sono applicati entro il 30 giugno di ogni anno. A tal fine le aziende beneficiarie della deroga devono disporre di un’adeguata capacità di stoccaggio per gli effluenti (i 180 giorni previsti per legge per i suini sono sufficienti);

70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

I) L’effluente liquido è applicato mediante tecniche atte a contenere le emissioni in atmosfera. L’effluente solido è interrato entro 24 ore. J) L’utilizzo di effluenti trattati con rimozione dell’azoto (cioè l’effluente trattato con un contenuto di azoto inferiore al 30% rispetto al contenuto di azoto dell’effluente suino non trattato) è consentito solo su suoli non salini o a bassa salinità. A tal fine gli agricoltori che li intendano applicare devono misurare ogni 4 anni la conducibilità elettrica sulle parcelle destina-

tarie e allegano i risultati delle misurazioni alla domanda di deroga.

P

er quanto attiene al trasporto dell’effluente zootecnico da e verso le aziende agricole in deroga, la Decisione comunitaria precisa che esso deve essere registrato mediante sistemi di posizionamento geografico (obbligatoria per trasporti superiori a 30 km) o per mezzo di documenti di accompagnamento in cui si precisano il luogo di origine e la destinazione. Il carico deve essere accompagnato da un documento in cui si indica il

quantitativo di effluente trasportato, nonché il relativo contenuto di azoto e fosforo certificato da analisi eseguite in laboratori riconosciuti. Saranno le autorità amministrative competenti ad assicurare l’operatività di queste disposizioni. La richiesta di deroga può essere inoltrata a partire dal 23 gennaio 2012 direttamente dall’azienda accedendo al sito https://ilportaledelleimpreseagricole.servizirl.it nella sezione dedicata o attraverso il servizio CAA della propria associazione di categoria. ❑



GEOLOGIA Alessandro Monacchi Maurizio Zanini

U

n terremoto è un evento naturale caratterizzato da un movimento rapido e irregolare del sottosuolo. Il sisma genera nei manufatti processi deformativi che avvengono prevalentemente a seguito di movimenti orientati nel loro piano orizzontale, secondo il propagarsi di onde sismiche definite di taglio (Vs).

La capacità distruttiva di un terremoto dipende dalla risposta che i manufatti possono dare a questo tipo di sollecitazione. Se l’edificio non è in grado di resistere a tali sforzi perde di rigidità e collassa sotto il suo stesso peso; è il collasso delle strutture a provocare danni e vittime durante un terremoto. L’entità con cui avviene lo scuotimento orizzontale di un manufatto durante un sisma dipende dalla sua intensità ma, soprattutto, da quelli che in gergo vengono definiti “effetti di sito”, cioè gli effetti di amplificazione sismica locale, dovuti alle condizioni topografiche e geologiche proprie di quel sito e del relativo suolo di fondazione. Gli effetti di sito sono amplificazioni locali del moto sismico che devono essere correttamente valutate nella progettazione 72 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

Misura della velocità delle onde sismiche di taglio (Vs) con metodi geofisici (come secondo le Norme tecniche per le Costruzioni – D.M. 11 aprile 2008). Un esempio semplice per aiutare a capire l’importanza degli effetti di sito è rappresentato dal terremoto di Messina del 1908, dove la città venne praticamente distrutta. Circa il 95% dei palazzi della zona centrale della città vennero completamente rasi al suolo, rimasero quasi illesi solo quelli costruiti davanti al porto. Tutti gli edifici di Messina, a quell’epoca, erano realizzati con le stesse modalità costruttive ma, mentre le poche strutture costruite nella zona del porto poggiavano su suoli rigidi (roccia quasi affiorante), le altre si erigevano su sedimenti sabbiosi e limosi poco consistenti. In pratica lo stesso sisma aveva creato degli scuotimenti orizzontali molto più consistenti per i palazzi che poggiavano sulle

sabbie limose, facendoli crollare, e molto meno per quelli che poggiavano sui suoli rigidi, preservandoli. Ecco perché è importante una corretta valutazione dei suoli da un punto di vista sismico nel sito di progetto. Edifici anche relativamente vicini tra loro possono subire danni molto diversi a causa di un medesimo sisma. Lo stesso esempio, proveniente dalla nostra esperienza lavorativa diretta, può essere applicato a un territorio fortemente antropizzato quale l’hinterland milanese. La classificazione dei suoli di fondazione passa repentinamente dalla

categoria B alla C e viceversa per terreni situati anche a pochi chilometri di distanza! La normativa e i principali metodi di misura per classificare i suoli di fondazione La normativa vigente a livello nazionale (Norme tecniche per le Costruzioni – D.M. 11 aprile 2008) distingue i suoli di fondazione in diverse categorie. La categoria di appartenenza viene attribuita in base al calcolo della velocità media delle onde sismiche di taglio nei primi 30 metri di profondità dal piano di fondazione (Vs30). La formula di calcolo può essere cosi descritta:

In cui Vi e hi sono rispettivamente la velocità delle onde di taglio e lo spessore dell’i-esimo strato

O.P.C.M. 3274/03 SUOLO DI FONDAZIONE

Vs30

Nspt -cU

A

Formazioni litoidi o suoli rigidi

B

Sabbie o ghiaie molto addensate/argille molto consistenti

>360 m/s - < 800 m/s

Nspt>50 - Cu > 250kPa

C

Sabbie e ghiaie mediamente addensate/argille mediamente consistenti

>180 m/s - < 360 m/s

15<Nspt<50 - 10 <Cu <250 kPa

Terreni granulari da sciolti a poco addensati/Terreni coesivi da poco a mediamente consistenti

< 180 m/s

Nspt<15 - Cu <70 kPa

Strati superficiali alluvionali (5-20 m) su substrato rigido

< 360 m/s

D

E

S1 Terreni costituiti da o che includono uno strato di argille > 10 m Pl>40 S2 Terreni soggetti a liquefazione/Argille sensitive/Terreni non classificati in precedenza

>800m/s

< 100 m/s


GEOLOGIA Nella pagina precedente: modello semplificato degli effetti del terremoto su un edificio.

Le categorie di suolo sono distinte in funzione dei limiti di minimo e massimo di velocità in base alla tabella di pagina ¿¿¿.

A

ttribuita la categoria di appartenenza al suolo di fondazione, il progettista potrà ricavare per ogni sito del territorio italiano, tramite software dedicato (fornito dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici), gli opportuni parametri progettuali di riferimento. Le indagini geofisiche sono considerate i metodi più validi per eseguire correttamente la classificazione di un suolo così come richiede la norma, sia dal legislatore che dalla corretta pratica professionale. Esse si suddividono in due gruppi. Al primo appartengono le metodologie geofisiche “invasive”, al secondo le metodologie “non invasive”. Metodi geofisici invasivi Le prove geofisiche sono definite invasive quando richiedono l’esecuzione preventiva di fori per il posizionamento di sensori in profondità. Sono principalmente le prove down hole, cross hole, cono sismico e dilatometro sismico.

In questa pagina: a sinistra in basso, approntamento strumentale su foro di sondaggio per l’esecuzione di una prova Down Hole; al centro, schema descrittivo prova down hole.

La metodologia down hole si realizza posizionando una terna o due terne di sensori direttamente in un foro di sondaggio (perforazione di diametro 152 mm, attrezzata con tubo in PVC diametro 101 mm) e registrando a varie quote le onde sismiche generate direttamente dalla superficie.

sono in grado di fornire altri parametri di progetto che caratterizzano i terreni dal punto di vista del comportamento dinamico, come il Coefficiente di Poisson, il modulo di elasticità dinamica, il modulo di taglio G. Esse permettono una buona risoluzione degli strati profondi dettagliando anche

La prova cross hole è simile alla prova down hole, ma necessita di due o tre fori di sondaggio in quanto l’energizzazione non avviene dalla superficie ma in uno dei due tubi attrezzati. Ciò migliora il dettaglio verticale dell’indagine. Le due analisi descritte sono, normalmente, utilizzate per caratterizzare terreni di fondazione di opere con sviluppi importanti, anche verticali, carichi eccentrici o dinamici variabili. Infatti, oltre a determinare la classe di suolo in base alla normativa sismica attuale

l’eventuale alternarsi di inversioni di velocità stratigrafiche. Sono prove standardizzate anche a livello internazionale (ASTM), oltre che europeo (Eurocodice 7- 8). Gli svantaggi sono i costi di realizzazione : ciò che incide non è tanto l’esecuzione delle misure quanto la realizzazione del foro o dei fori di sondaggio. Tali prove, inoltre, richiedono notevole esperienza in fase di acquisizione ed elaborazione dei dati, perché si possono verificare “effetti nascosti” che possono alterare notevolmente le misure come il pro-

pagarsi di onde di tubo o fenomeni di rifrazioni dovuti a bruschi contrasti d’impedenza. Le prove con cono sismico o dilatometro sismico sono molto valide perché non necessitano della realizzazione di un foro di sondaggio precedentemente realizzato in quanto la sonda di misura viene infissa direttamente da una attrezzatura di spinta di un penetrometro statico, montato normalmente su camion, il quale funge anche da contrasto alla spinta. Queste prove permettono un buon accoppiamento tra sensore e terreno e danno un’ottima risoluzione in profondità. Il vantaggio di tali prove è che possono essere effettuate contemporaneamente o parallelamente alle rispettive prove geotecniche (CPTU = piezocono, DMT = prova dilatometrica). Gli svantaggi sono che possono essere eseguite solo in certi tipi di terreni con litologie molto favorevoli all’infissione della sonda e delle aste (sabbie fini poco addesate, limi e argille). Metodi geofisici non invasivi Le metodologie geofisiche sono non invasive quando riescono a determinare i profili verticali di velocità delle onde sismiche direttamente dalla superficie, senza l’esecuzione preventiva di fori. In genere le misure delle velocità avvengono tramite il posizionamento di appositi sensori (geofoni), opportunamente IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 73


GEOLOGIA Un geofono e, sotto, lo stendimento dei cavi e dei geofoni lungo una linea sismica superficiale. A piede pagina, schema descrittivo prova sismica a rifrazione onde SH.

intervallati lungo allineamenti in superficie.

Le prove non invasive sono principalmente quelle sismiche a rifrazione con elaborazione tomografica delle velocità (in onde SH) e quelle sismiche con analisi delle onde superficiali tramite metodi attivi (MASW). La sismica a rifrazione in onde SH prevede normalmente un’elaborazione tomografica dei dati acquisiti. La registrazione dei dati si realizza ponendo 24 sensori (geofoni) a intervalli regolari

74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

(es. ogni 5 metri) lungo un allineamento che raggiunge distanze intorno ai 115 metri di sviluppo superficiale e profondità d’indagine intorno ai 30/40 metri da piano campagna. Il vantaggio di questa tecnica è che oltre a fornire le velocità delle onde s (classe di suolo delle NTC/08), riesce anche a definire l’andamento delle geometrie dei vari strati che compongono il sottosuolo su cui insiste l'opera in progetto. E’ una metodologia da preferire ad altre quando l’andamento della topografia superficiale è irregolare con cambi di pendenza repentini e l’andamento degli strati che compongono il sottosuolo non è piano parallelo o sub piano parallelo e si hanno risalite locali del substrato roccioso. I costi sono contenuti ed è possibile valutare eventuali variazioni locali di velocità che possono causare cambi di classi di suolo lungo il medesimo allineamento di misura. Gli svantaggi derivano dal fatto che è una tecnica che richiede esperienza in fase di acquisizione ed elaborazione dei dati, non permette di valutare inversioni di velocità in profondità (presenza intermedia di strati a velocità sismica decre-

scente) e non permette una notevole profondità d’investigazione (circa un terzo della lunghezza dello stendimento in superficie). Inoltre durante l’acquisizione dei dati bisogna evitare che ci siano sorgenti di rumore estranee causate ad esempio dal traffico, da mezzi di cantiere in movimento o altro che possono “sporcare “ le acquisizioni e causare errori nell’elaborazione dei dati.

L

a metodologia MASW (Multi-channel Analysis of Surface Waves) è la tecnica forse più in uso e richiesta attualmente. Si basa sull’analisi di onde superficiali acquisite con sensori disposti lungo allineamenti in genere più corti dei precedenti. Dall’analisi delle velocità delle onde superficiali, attraverso dei rapporti di calcolo, si estrapolano poi i profili delle velocità sismiche delle onde di taglio. Questa tecnica ha avuto un notevole impulso essenzialmente per due motivi : il primo è il grande numero di attrezzature e software a basso costo disponibili sul mercato per l’elaborazione dei dati e il secondo la sua “solo apparente” facilità di gestione, analisi ed interpretazione del dato regi-

strato. In realtà la metodologia MASW, al pari di tutte le altre tecniche geofisiche, richiede una notevole esperienza sia in fase di acquisizione che di elaborazione e attribuzione della categoria di suolo. In ogni caso l'analisi critica dei risultati da parte di un geologo e la sua conoscenza dell'ambiente di sedimentazione o in generale del contesto geologico permetterà di evitare interpretazioni errate. I vantaggi sono, prevalentemente, nella facilità e rapidità di esecuzione dell'acquisizione sul terreno, nell’evidenziare eventuali inversioni di velocità (strati lenti) e indagare profondità maggiori di sottosuolo con allineamenti superficiali più corti ad esempio della tecnica sismica a rifrazione. Le prove MASW non vanno eseguite in terreni composti da stratigrafie non piano parallele, con risalite repentine del substrato roccioso o brusche variazioni topografiche lungo l’allineamento dei sensori. Inoltre bisogna tener presente che la risoluzione di questa metodologia d’indagine diminuisce con l’aumentare della profondità per cui diviene difficile distinguere l’esistenza di orizzonti magari scadenti a spessori ridotti mano a mano che ci si allontana dalla superficie. Infine esistono altre tecniche e metodologie di misura delle velocità sismiche, per esempio quelle che si basano sul “rumore sismico” o “microtremori” (ReMI,


GHEOLOGIA Schema descrittivo prova sismica MASW.

ESAC, Tromografia, ecc.) che però, in generale, pur avendo una maggiore facilità d’esecuzione e costi decisamente più limitati, presentano margini d’incertezza sui risultati finali molto superiori, anche a causa di una elevata soggettività nel trattamento e interpretazione del dato finale. Tali misure trovano utilizzo soprattutto in ambiti quali la pianifica-

zione territoriale per correlare dati ricavati con tecniche più precise, come quelle sopra descritte.

C

oncludendo preme sottolineare come non esista un’unica metodologia geofisica d’indagine utile e sempre valida a determinare l'andamento delle velocità delle onde sismiche s,

quindi la categoria di suolo di fondazione (come da NTC/08). Esistono diverse tecniche, ciascuna con i suoi vantaggi e svantaggi, che devono essere correttamente ponderate da chi le propone e le utilizza e ciò implica possedere una grande esperienza nel campo geofisico. Le misure sismiche in sito, la loro analisi ed interpretazione

sono materia delicata da demandare esclusivamente ad esperti e specialisti del settore. Solo un’approfondita conoscenza specifica delle varie tecniche d’indagine permette la scelta della metodologia più opportuna per una corretta classificazione del suolo di fondazione. Sottostimare una categoria di suolo significa indurre il progettista a un sovradimensionamento delle caratteristiche di resistenza al collasso di un manufatto con costi economici di progetto aggiuntivi che posso incidere anche notevolmente nella realizzazione dell’opera stessa. Sovrastimare la classe di suolo significa non tenere correttamente conto dei potenziali rischi del sito di progetto con conseguenze anche disastrose in caso di sisma. ❑

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 75


TECNICA

L’isolamento acustico degli edifici a norma di legge (Parte terza)

Isolamento acustico dei pavimenti riscaldati Isolamento acustico e termico delle strutture orizzontali L’isolamento acustico dei solai con sistemi di riscaldamento o raffrescamento a pavimento è un’applicazione che merita la dovuta attenzione. Tale tipologia di riscaldamento infatti sta tornando ad avere grande diffusione grazie sia alle moderne tecnologie impiantistiche, sia agli innumerevoli benefici che questa modalità costruttiva garantisce in termini di comfort termico, libertà progettuale, igiene ed estetica. Il sistema che prevede la

posa del pannello per l’isolamento termico e della serpentina per la conduzione dell’acqua di riscaldamento non garantisce automaticamente anche l’isolamento acustico. Il pannello in polistirene che realizza il “taglio termico” (salvo differenti specifiche del produttore) è rigido e non possiede i valori di rigidità dinamica sufficienti all’abbattimento acustico a norma di legge. È quindi indispensabile inserire al di sotto del pannello un materassino acustico. Isolmant Radiante possiede le caratteristiche acustiche idonee per por-

Nei casi di isolamento acustico dei pavimenti radianti si consiglia l’utilizzo di materassino e fascia perimetrale specifici per questa applicazione. 1. Solaio 2. Strato di livellamento impianti 3. Strato isolante in Isolmant Radiante 4. Pannello isolante 5. Serpentina per il riscaldamento 6. Massetto di finitura 7. Pavimento

76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1


TECNICA

tare a norma questi sistemi e, grazie alla superficie alluminata, collabora all’isolamento termico “schermando” il flusso di calore (specie nelle strutture a basso spessore). Massetti autolivellanti L’introduzione sul mercato dei prodotti autolivellanti (premiscelati e non) ha decisamente velocizzato le fasi di messa in opera dei massetti con indubbi vantaggi anche sul grado di finitura, sulla resistenza, sulla compattezza e sulla planarità della superficie di posa. Per contro, sempre sottolineando che sarebbe auspi-

cabile che a posare l’autolivellante fosse una squadra specializzata, il comportamento acustico di queste strutture va studiato con attenzione. Le caratteristiche peculiari di densità e rigidezza, unite alla tendenza al getto in spessore ridotto causano nei massetti autolivellanti un singolare comportamento meccanico (simile alle piastre) che rischia di risuonare danneggiando la prestazione acustica del pavimento galleggiante. Per porre rimedio a questo problema Isolmant UnderLivell presenta alcune specifiche caratteristiche che lo

Isolmant Fascia Perimetrale Tecnica consente di facilitare le operazioni di installazione (grazie alla piegatura pre-formata) e riporta le istruzioni di posa sulla serigrafia stampata sulla fascia stessa 1. Solaio 2. Strato di livellamento impianti 3. Isolmant UnderLivell 4. Massetto autolivellante

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 77


TECNICA

rendono ideale per tale applicazione. L’inserimento di un tessuto acusticamente performante garantisce idonei valori di rigidità dinamica pur mantenendo basso lo spessore del materassino e riducendo quindi il rischio di fessurazione a cui questi massetti sono gravemente esposti. La mescola dei polietileni espansi reticolati fisicamente della gamma Special minimizza il rischio di un cedimento differenziale nel tempo (creep) con conseguenti cavillature di lungo periodo.

Isolamento acustico dei solai in legno Isolmant permette anche la risoluzione delle problematiche acustiche in presenza di solai in legno che, a causa del loro basso peso, risultano di difficile messa a norma. Posando direttamente sul tavolato uno strato di Isolmant e applicando le fasce perimetrali sulle partizioni verticali si otterrà oltre che un miglioramento dell’isolamento del rumore al calpestio, anche una vasca assolutamente impermeabile di contenimento del massetto. Se la portanza del solaio lo consente sono da preferirsi 1. Pavimento 2. IsolTile o IsolDrum 3. Massetto sabbia e cemento 4. Isolmant Gamma Plus o Gamma Special 5. Calcestruzzo 6. Isolmant TT 7. Assito in legno 8. Travi a vista 1. Pavimento 2. IsolTile o IsolDrum 3. Massetto sabbia e cemento 4. Isolmant Gamma Plus o Gamma Special 5. Calcestruzzo armato 6. Assito in legno 7. Travi a vista 1. Pavimento 2. IsolTile o IsolDrum 3. Massetto sabbia e cemento 4. Isolmant Gamma Plus o Gamma Special 5. Livellamento impianti 6. Isolmant TT 7. Calcestruzzo armato 8. Assito in legno 9. Travi a vista

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TECNICA

strutture multistrato (con getto di consolidamento in calcestruzzo strutturale) che consentono di apportare massa al divisorio e di garantire la separazione degli strati ed il galleggiamento degli stessi. In aggiunta al pavimento galleggiante tradizionale (se possibile con doppio strato di materassino) si consiglia, nei casi più critici, l’inserimento di IsolTile al di sotto della pavimentazione ceramica o di IsolDrum se si prevede una finitura con parquet flottante. Le tipologie costruttive, in presenza di tale solaio, sono molteplici, quindi consiConsigli per la posa • La superficie da rivestire deve essere pulita e liscia senza protuberanze taglienti • Posare IsolDrum sovrapponendo la battentatura fra i rotoli. Sigillare i giunti con un nastro adesivo • Sollevare accuratamente IsolDrum sulle pareti, sui tubi, ecc. per evitare la conduzione acustica del pavimento • Applicare il parquet facendo attenzione a non danneggiare il materassino acustico IsolDrum • È necessario desolidarizzare la pavimentazione dalle pareti per evitare il ponte acustico. A tal fine possono essere utilizzate strisce autoadesive di materiale resiliente.

gliamo di interpellare l’ufficio tecnico per una riuscita ottimale del lavoro. Isolamento acustico sotto parquet I prodotti della gamma IsolDrum sono specifici per l’applicazione diretta sotto lo strato di parquet prefinito. Essi garantiscono accanto ad elevate prestazioni in termini di abbattimento acustico dei rumori di calpestio eccellenti prestazioni nella riduzione dei rumori di Drum Saund. Tali rumori si generano all’interno del locale quando si cammina sulla finitura a parquet flottante. Questo tipo di pavi-

mentazione a secco sta avendo grande successo in quanto consente di ottenere ampia scelta di specie legnose pregiate con costi accessibili grazie alla laminazione del pavimento. La facilità di posa in opera senza colla ad incastro permette la posa fai da te con ulteriore risparmio. Tale pavimentazione necessita però di un materassino acustico specifico per ridurre il rumore di Drum Sound che inevitabilmente si genera. IsolDrum possiede tutti i requisisiti essenziali per garantire una perfetta riuscita in tale applicazione in quanto:

1. È resistente all’impatto, alla compressione e allo scorrimento viscoso. 2. Offre un freno al passaggio del vapore e alla risalita di umidità. 3. Mantiene inalterate le sue caratteristiche nel tempo. 4. È uno strato di scorrimento per consentire le differenti dilatazioni tra massetto e parquet. 5. È atossico, inodore, facile da trasportare e semplice da mettere in opera.

Posa su struttura nuova 1. Solaio 2. Strato di livellamento impianti 3. Isolmant Gamma Plus o Gamma Special 4. Isolmant Fascia Perimetrale 5. Massetto di finitura 6. IsolDrum N, IsolDrum Film Isol DrumFiber 7. Parquet flottante

Posa su pavimento esistente 1. Solaio 2. Islmant Gamma Plus o Gamma Special 3. Isolmant Fascia Perimetrale 4. Massetto di finitura 5. Pavimentazione esistente 6. IsolDrum N, IsolDrum Film IsolDrum Fiber 7. Parquet flottante

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TECNICA

Isolamento acustico e termico delle strutture verticali Il materiale isolante: funzionamento Nell’introdurre l’isolamento acustico delle strutture verticali, risulta doveroso precisare che non esiste in assoluto un materiale isolante, ma esiste una struttura fonoimpedente. Il prodotto più efficace risulta quello che permette alla struttura finita di funzionare acusticamente. Per realizzare un ottimo isolamento acustico in presenza di una struttura a doppia muratura bisogna inserire necessariamente nel-

l’intercapedine un prodotto che possa funzionare da agente meccanico. Si abbina così un materiale antivibrante e smorzante (prodotti Isolmant) con un materiale rigido e di massa elevata (i due muri divisori). Il pacchetto finito permette un isolamento idoneo, dal momento che ottimizza la resa di tutti gli elementi componenti la struttura

stessa. I prodotti Isolmant Linea Parete garantiscono anche un elevato potere di resistenza

termica offrendo un confort termico all’ambiente e al contempo un freno al passaggio dell’umidità ambientale. I materiali della gamma Isolmant Perfetto consentono di abbinare alle ottime proprietà di isolamento acustico anche importanti prestazioni in termini di isolamento termico per consentire ai divisori (perimetrali ed interni) di raggiungere i valori di trasmittanza termica previsti dalla legge.

Il comportamento acustico Requisito indispensabile per ottenere valori di potere fonoisolante apparente come previsti dalla legge per divisori verticali a parete doppia con intercapedine, è quello che essi siano dotati di massa. Quanto più il divisorio sarà pesante tanto più offrirà inerzia alla sollecitazione provocata dall’energia “rumore” (ad esclusione delle cosiddette “pareti leggere” in cartongesso o similari che sfruttano un principio differente). Se il divisorio oppone resistenza al passaggio di rumore lo si può definire ben isolato. Ma la resistenza al rumore nelle pareti doppie non è solo funzione della massa, ma anche di una capacità del sistema parete di “smorzare” in modo elastico alcune fastidiose frequenze del rumore che lo attraversa. Per fare questo è indispensabile inserire nell’intercapedine un adeguato materiale isolante dotato di caratteristiche sia di fonoisolamento che di fonoimpedenza.

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TECNICA

Strutture divisorie tra unità abitative L’isolamento acustico dei divisori tra differenti unità abitative costituiti da doppia parete in muratura si realizza inserendo un materiale isolante in intercapedine. Sono generalmente preferibili divisori “pesanti” (semipieno o doppio UNI rispetto al forato tradizionale) in quanto la gran parte dell’isolamento acustico viene fornita dalla massa della parete. Il materiale fibroso da inserire tra le due murature gioca il ruolo fondamentale di assorbire le frequenze di risonanza di cavità.

I prodotti della Linea Parete consentono di abbinare alla funzione fonoimpedente di Isolmant il potere fonoassorbente della fibra in poliestere. In particolare Isolmant Polimuro è indicato per intercapedini di spessore inferiore a 5 centimetri. I prodotti della linea Isolmant Perfetto consentono, con la posa di un solo prodotto all’interno dell’intercapedine, di ottenere importanti risultati sia per l’isolamento termico sia per quello acustico.

La Fascia Tagliamuro consente di desolidarizzare le pareti dal solaio. In questo modo si evita che il rumore immesso nella parete si propaghi attraverso la soletta. 1. Intonaco 2. Primo divisorio 3. Strato isolante in Isolmant Perfetto BV/TR o Isolmant Polimuro 4. Secondo divisorio 5. Isolmant Fascia Tagliamuro

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TECNICA

Strutture perimetrali L’inserimento dei prodotti Isolmant della linea Parete nell’intercapedine delle murature perimetrali contribuisce a ottenere i valori richiesti dalla legge in tema d’isolamento acustico e termico di facciata. Si ricorda che il contributo delle porzioni opache è funzionale al raggiungimento della prestazione di legge solo se anche i vetri, i serramenti e gli accessori inseriti nella parete sono stati progettati e realizzati correttamente e se quindi tutta la parete risulta performante dal punto di vista acustico. In particolare l’utilizzo di I-

solmant Perfetto consente di portare il divisorio perimetrale a norma secondo le prescrizioni del Dlgs 311/06. Disponibile in varie versioni consente di progettare pareti traspiranti ma anche divisori che ammettano contenuti di umidità interstiziale riassorbibile evitando la formazione di macchie e muffe all’interno dei locali.

La posa di Isolmant Perfetto consente di realizzare una barriera uniforme e continua al passaggio del rumore e del calore attraverso il divisorio verticale. 1. Intonaco 2. Primo divisorio 3. Strato isolante in Isolmant Perfetto BV/TR 4. Secondo divisorio 5. Isolmant Fascia Tagliamuro

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TECNICA

Consigli per la posa La posa della fascia tagliamuro Prima di iniziare la posa di tutte le tramezzature, compresa la posizione interna del muro perimetrale, si procede alla posa, sotto il primo corso, di Isolmant Fascia Perimetrale. Questo accessorio in polietilene espanso reticolato ad alta densità è specifico per separare il divisorio interno dal solaio riducendo così il passaggio di vibrazioni. La desolidarizzazione avviene attraverso un comportamento elastico impercettibile che non causa fessurazioni nell’intonaco di finitura. La deformazione elastica infatti è immediata (entro le 24 ore) e la componente plastica è pressoché nulla.

Il verso di scorrimento del solaio In fase di progettazione sarebbe consigliabile che lo strutturista valutasse attentamente la possibilità di disporre i muri divisori fra diverse unità, in modo parallelo al verso di scorrimento del solaio, se esso è realizzato con travetti e pignatte. Se così non fosse infatti può capitare che il rumore generato nel locale sorgente si introduca nel solaio attraverso l’intonaco e il forato a soffitto, trovando poi una facile via di scavalcamento del divisorio all’interno dei fori orientati dentro le pignatte stesse. In questi casi per ridurre le perdite di rumore per fiancheggiamento è bene che l’impresa realizzi in cantiere un cordolo di malta sopra la parete per interrompere il passaggio di rumore

Ponti acustici Un nodo critico nella realizzazione del divisorio fonoisolante è costituito dal congiungimento tra il divisorio stesso e il muro perimetrale. In questa zona infatti occorre intestare la parete fonoisolante a diretto contatto con la tramezzatura esterna del muro perimetrale per evitare il passaggio di rumore da un locale all’altro attraverso l’intercapedine del muro perimetrale. L’ultimo accorgimento riguarderà la correzione del ponte termico che si viene a creare utilizzando materiali isolanti di adeguata resistenza termica.

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TECNICA

La scelta delle pareti Si consiglia di mettere in opera murature doppie che consentano di garantire adeguata massa superficiale e un’ottima ermeticità data dalla sigillatura degli elementi ( sia in orizzontale che in verticale). In particolare, per ridurre i fenomeni di risonanza è consigliabile che la parete doppia risulti asimmetrica ovvero con due muri di differente massa opponendo ad un forato un semipieno, ad un poroton un mattone pieno o un blocco in cls e così via. Oppure se un muro è di spessore 8 centimetri, si realizzi l’altro con un laterizio da 12 cm (e così via).

La scelta dei pezzi I forati o i blocchi con cui si realizza un muro fonoisolante devono essere scelti e posati con ancora più attenzione, se possibile, che non nella esecuzione di una tramezzatura interna. È vivamente consigliato preferire murature pesanti orientandosi sui laterizzi porizzati (posati a fori verticali), semipieni o pieni piuttosto che non sul forato classico, scegliendo i pezzi migliori e non fessurati. Anche lo spessore delle partizioni è bene che sia incrementato, ove possibile, sempre sopra gli 8 centimetri.

La posa della malta Nel realizzare il muro fonoisolante è indispensabile che la squadra di posa utilizzi abbondante malta sia nei corsi orizzontali che nei giunti verticali. È importante posare la malta anche in verticale non solo per chiudere eventuali buchi del divisorio, ma anche perché la malta aggiunge un po’ più di massa alla partizione, migliorandone la prestazione acustica. Con la stessa malta va anche riempito con cura e per tutto lo spessore lo spazio che intercorre fra l’ultimo corso di mattoni e l’intradosso del solaio, non solo sui due lati ma per tutto lo spessore della parete stessa. Si consiglia a tal fine di realizzare per prima la parte più spessa in modo da poter operare su entrambi i lati.

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TECNICA

L’inserimento degli impianti L’isolamento acustico di una parete che viene calcolato dal progettista o misurato dal laboratorio è sempre ipotizzato su pareti integre. In realtà in cantiere tutti i divisori interni sono attraversati da impianti. È indispensabile che le tracce, le scatolette e ogni tipo di intervento che viene realizzato sulla partizione non ne stravolga le prestazioni acustiche. Una soluzione da preferirsi è la realizzazione delle tracce impiantistiche mediante apposito scanalatore. È bene ricostruire sempre con abbondante malta gli scassi e le tracce ed evitare interventi di grave demolizione del divisorio fonoisolante che ne riducano la massa e, a volte, anche lo spessore del materiale isolante.

L’isolamento dei pilastri Nel caso in cui all’interno di una parete fonoisolante sia contenuto un pilastro, esso costituisce un ponte acustico (oltre che termico) specie se in calcestruzzo armato. La correzione del ponte acustico si realizza mediante fasciatura dello stesso con materiale elastico (tipo Isolmant Special 10 mm o Isolmant Piombo) e successivo ricoprimento con una piccola tavella da intonacare. Nei casi in cui, per problemi di spessore, non si riesca a chiudere con una tavella occorre rivestire la struttura con pannelli in cartongesso oppure fissare direttamente sull’isolante, con tasselli in nylon, una robusta rete porta-intonaco e procedere alla finitura della parete con particolare attenzione alle fessurazioni.

Isolamento dei setti in calcestruzzo Esistono dei setti verticali come per esempio vani scale, vani ascensori e pilastri che collegano rigidamente tutta la struttura dalle fondazioni all’ultimo solaio che però non possono essere “tagliati” acusticamente. In questi casi si procede alla fasciatura mediante specifici materiali ed al successivo rivestimento ove possibile con una tavella da 4/5 cm, con pannelli in gesso rivestito o lana di legno oppure con una semplice rete porta intonaco. Anche le scale stesse possono essere un veicolo per il passaggio del rumore all’interno della struttura e andrebbero realizzate con i singoli gradini galleggianti e poi svincolate dalla struttura portante.

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TECNICA

Pareti leggere in cartongesso su orditura metallica L’isolamento acustico e termico delle pareti leggere in cartongesso su orditura metallica potrà essere realizzato mediante la posa in intercapedine di pannelli Isolmant Perfetto e realizzando “sistemi” acusticamente performanti. La parete leggera in cartongesso, a dispetto della scarsa massa superficiale, può permettere di ottenere, se accuratamente realizzata, interessanti valori di potere fonoisolante apparente. A tal fine si consiglia l’utilizzo in intercapedine di Isolmant

tongesso) è specifico per la realizzazione di pareti leggere ed è facilmente applicabile nell’orditura metallica in intercapedine realizzando un ottimo strato fonoassorbente. Particolare attenzione andrà posta nella desolidarizzazione delle lastre rispetto alla struttura metallica e della struttura metallica stessa rispetto alla struttura inserendo idonee fasce di materiale resiliente (Isolmant Fascia Tagliamuro e Isolmant Fascia Nastro). Perfetto RB (gomma) che, accoppiato ad uno strato di gomma (EPDM ad alta den-

sità), garantisce un incremento di massa al divisorio. Isolmant Perfetto CG (car-

Nella realizzazione di pareti leggere in cartongesso si procede ad inserire i pannelli di Isolmant Perfetto RB/CG all’interno dell’orditura metallica; 1. Orditura metallica 2. Isolmant Fascia Nastro 3. Cartongesso n. 2 x 12,5 mm 4. Isolmant Perfetto RB, Isolmant Perfetto CG 5. Isolmant Fascia Tagliamuro Standard (su tutto il perimetro)

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TECNICA

Voci di capitolato • Realizzare orditura metallica, sp. 75/100 mm che dovrà risultare desolidarizzata da murature, solai e rivestimento, con Isolmant Fascia Tagliamuro Standard (sp. 4 mm, densità 50 kg/m3). • Applicare la prima e la seconda lastra di cartongesso (giunture sfalsate), avendo cura di sigillare le giunte con stucco al silicone. • Inserire nell’intercapedine… • Applicare la terza e quarta lastra di cartongesso (giunture sfalsate), avendo cura di sigillare le giunte con stucco al silicone; Notabene: la parete leggera

in cartongesso su orditura metallica andrebbe realizzata sempre prima del getto del massetto galleggiante. Consigli di messa in opera •L’orditura metallica deve essere in acciaio zincato 8/10 e deve essere desolidarizzata a mezzo fasce in polietilene reticolato fisicamente, spessore 4 mm, densità 50 kg/m 3 (Fascia Tagliamuro Standard) da tutte le strutture perimetrali (partizioni verticali ed orizzontali) e i rivestimenti (lastre in cartongesso) ad essa adiacenti. • Non devono essere praticati scassi per l’alloggiamento di prese elettriche o

per il passaggio degli impianti, perché riducono inevitabilemente la resistenza acustica del sistema. • Tutte le giunture tra lastre/lastre e lastre/strutture laterali (pareti, soffitto, pavimento) devono essere sigillate con il silicone acrilico. •Le giunture delle seconde lastre devono essere realizzate in modo da risultare sfalsate rispetto alle giunture delle prime lastre. • In generale, per quanto riguarda la tecnica costruttiva della parete in cartongesso, bisogna rifarsi alle prescrizioni del costruttore. (Fine della terza parte) (Da “Isolmant, benessere acustico e termico”)

Struttura con n. 4 lastre di cartongesso (sp. 12,5 x 4) Rw = 53 dB • Qualora si volesse migliorare la resistenza acustica alle basse frequenze (miglior confort acustico), si consiglia di inserire fra le due lastre di cartongesso Isolmant 5 mm. • Aumentando il peso e il numero delle lastre (da ambo i lati) si potrà ottenere un aumento del potere fonoisolante (vedi certificati produttori di cartongesso). • Per migliorare ulteriormente si potranno realizzare strutture a doppia intercapedine a 5 o 7 lastre di cartongesso.

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TECNICA Andrea Botti

I

l termine sostenibilità ha conosciuto in questi ultimi anni una diffusione non comune, quotidianamente utilizzato, sfruttato, interpretato, sottostimato, si è via via arricchito di tali e tanti significati che sembra sempre più arduo tentarne una definizione completa ed esaustiva. Forse, pur semplificando, può essere utile paragonare tale concetto a quello di “capacità di carico” di un sistema. Supponiamo di essere impegnati in una maratona di 10 giorni e che il nostro fisico sia allenato per percorrere massimo 30 chilometri al giorno. Se ne dovessimo percorrerne 40 o più al giorno saremmo oltre la nostra capacità di carico, oltre cioè la capacità che il nostro corpo ha di rigenerarsi e di essere pronto a ripercorrere altrettanti chilometri il giorno successivo. Inizialmente, forse, riusciremmo a recuperare, ma non potremmo sostenere a lungo un ritmo più veloce delle nostre capacità fisiche. Quindi 30 chilometri al giorno sarebbero per noi sostenibili, oltre no. Se non ne tenessimo conto e continuassimo a “tirare la corda” probabilmente qualcosa d’irreversibile potrebbe succederci o quantomeno non arriveremmo alla fine della maratona. Anche l’ambiente in cui viviamo, pur essendo dotato di numerose potenzialità che ne consentono la rigenerazione, ha una sua capacità di carico che, se superata, non permetterà recuperi, le conse88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

Linee guida Leed … ora anche per le pietre naturali

guenze potrebbero causare trasformazioni irreversibili del pianeta. La più diffusa definizione di sviluppo sostenibile è quella scaturita dalla “World Commission on Environment and Development” nel 1987, secondo la quale si definisce lo sviluppo come sostenibile se in grado di soddisfare «..i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai loro». Questo enunciato, prevalentemente di matrice ecologica, ha animato il dibattito internazionale, determinando numerosi approfondimenti e ulteriori sviluppi

del concetto. Il mondo delle costruzioni è fra i settori più coinvolti: pare che attualmente gli immobili esistenti siano responsabili della produzione di CO2 nell’ambiente in misura maggiore rispetto a quella imputabile al settore dei trasporti e che, secondo le stime O.N.U., nel 2050 oltre il 70% della popolazione del pianeta sarà concentrata in giganteschi agglomerati urbani. Quest’ultimo dato basterebbe a giustificare la sempre crescente attenzione verso quella che è definita “architettura sostenibile” o anche “ecocompati-

bile” o “bio-edilizia” o “bioarchitettura”, in due parole Green Building, sigla identificativa di un nuovo approccio al costruire che ha come obiettivo progettazione, realizzazione e gestione dell’edificio in maniera sostenibile ed efficiente, certificabile da un ente terzo indipendente. La necessità di uno strumento di controllo globale delle diverse fasi dell’intero ciclo edilizio (progettazione, costruzione, gestione, fino alla demolizione e al riciclo) oggi trova risposta nel sistema LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), uno strumento di rating1 introdotto negli Stati Uniti nel 1993 dall’U.S Green Building Council che garantisce la certificazione volontaria di edifici “verdi” basandosi sull’analisi dell’intero processo di vita della costruzione e sull’attribuzione di crediti (punteggi) stabiliti per ciascuna di sette aree tematiche identificate con le seguenti definizioni2: - sostenibilità del sito (fino a 26 punti); - gestione delle acque (fino a 10 punti); - energia ed atmosfera (fino a 35 punti); - materiali e risorse (fino a 14 punti); - qualità ambientale interna (fino a 15 punti); - priorità regionale (fino a 4 punti). - innovazione nella progettazione (fino a 6 punti). Dalla somma dei crediti attribuiti per ciascuna di esse si ha il livello di certificazione finale, distinto in:


TECNICA Nella pagina di sinistra: il logo U.S. Green Building Council (sopra), e il logo della Task Force Pietra Sostenibile

In questa pagina: cave di Botticino

- Certificazione Base (40-49 punti); - Certificazione Argento (50-59 punti); - Certificazione Oro (60-79 punti); - Certificazione Platino (maggiore o uguale ad 80 punti). Semplificando, questa certificazione, in edilizia, corrisponde all’etichetta informativa presente sulle confezioni di tutti gli alimentari. Solo dopo un accurato controllo di tutte le fasi del ciclo e dei risultati testati l’edificio può fregiarsi del logo LEED. Il “marchio” non è assegnato ai prodotti e ai materiali che lo compongono, ma questi, per le loro caratteristiche, contribuiscono a definire il punteggio complessivo. A livello normativo, l’Unione Europea, sensibile agli obiettivi del protocollo di Kyoto, si è prefissata, con l’emanazione della Direttiva 2010/31/CE nota come Direttiva 20/20/20, la riduzione del 20% delle emissioni di gas serra entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, il raggiungimento della quota di fonti rinnovabili pari al 20% rispetto al consumo finale lordo, il miglioramento del 20% dell’efficienza degli usi finali dell’energia. Per l’Italia l’adempimento alla suddetta Direttiva impone il decremento del 14% dei gas serra rispetto al 2005 e il raggiungimento di una quota di energia rinnovabile pari al 17% del consumo finale lordo (nel 2005 tale consumo è stato del 5,2%). Ciò significa che negli anni a venire, le leggi, i progettisti e la

naturali per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni”3. Questo nuovo strumento consente, finalmente, la rilettura del materiale lapideo autenticamente naturale in chiave eco-sostenibile, poiché dalle risultanze delle ricerche è emerso che le pietre naturali rispondono in maniera soddisfacente alle richieste LEED non solo per le caratteristiche fisico-meccaniche che le contraddistinguono, ma anche per requisiti poco conosciuti da progettisti, committenti, imprenditori, indispensabili per l’attribuzione dei crediti totali. In questa sede si ritiene opportuno trattare l’argomento in maniera puramente informativa, rimandando ogni eventuale approfondimento alla pubblicazione completa, scarica-

committenza richiederanno, sia per la realizzazione di nuovi edifici, sia per ristrutturazioni dell’esistente, certificazioni di qualità e sostenibilità sempre più stringenti ed è giocoforza pensare che chi non riuscirà a produrle sarà fuori dal mercato. Qual è il ruolo della pietra naturale in tutto questo? Alla domanda ha recentemente risposto un gruppo di lavoro coordinato da Confindustria Marmomacchine e formato da soggetti di riferimento del settore a livello nazionale fra i

quali il Consorzio Marmisti Bresciani, attraverso la pubblicazione delle “Linee guida per l’applicazione dei crediti LEED per le pietre ornamentali autenticamente

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TECNICA Da sinistra in senso antiorario: Max Dudler, Grimm Zentrum, Berlino; Manuel e Francisco Aires Mateus, Centro Ricerche e Monitoraggio, Isole Azzorre, Portogallo; Standardarchitecture, Niyan River Visitor Centre, Linzhi, Tibet

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bile dal sito del Consorzio Marmisti Bresciani. Attraverso le informazioni contenute nelle linee guida è possibile individuare, all’interno di ciascuna delle aree tematiche sopra citate, l’apporto che la pietra naturale può garantire per la formazione del punteggio complessivo. Il contributo alla “sostenibilità del sito” è dimostrato poiché la pietra, impiegata

stente la quantità di energia utilizzata per il riscaldamento e il raffrescamento dell’edificio, contribuendo al soddisfacimento dei requisiti afferenti l’area tematica “energia e atmosfera”. Anche nell’ambito “materiali e risorse” le pietre (che in caso di estrazione e lavorazione in ambito regionale sono materiali a “chilometri zero”), possono giocare un ruolo importante. È stato e-

nella realizzazione di pavimentazioni prive di sottofondi rigidi di supporto, favorisce lo sviluppo di biodiversità; inoltre, posata con tecniche “drenanti” (ad esempio mediante giunti e sottofondi permeabili) è in grado di minimizzare o mitigare il deflusso superficiale delle acque meteoriche e favorire l’infiltrazione naturale delle acque di dilavamento. Ancora: le pietre impiegate nella realizzazione di coperture (piane o inclinate), nell’esecuzione di rivestimenti interni/esterni, grazie alla massa termica, aiutano a ridurre in maniera consi-

videnziato come, in caso d’interventi di ristrutturazione, gli elementi esistenti, solidali con quelli portanti (paramenti, rivestimenti, etc.), se correttamente sollecitati, possano collaborare alle funzioni strutturali di questi ultimi. Quando rimossi, i manufatti lapidei vengono sempre più spesso recuperati e reimpiegati, viceversa, tutti gli scarti ottenuti in fase di demolizione e di costruzione sono destinati alla produzione di sabbie e ghiaie, originando materie prime/seconde in base alle specifiche norme d’impiego. Inoltre, pose in


TECNICA Victor Lopez Cotelo, Complesso residenziale, Santiago de Compostela, Spagna

opera mediante componenti per sigillatura e finitura basso emissivi fanno dei manufatti lapidei prodotti in grado soddisfare il parametro denominato “qualità dell’aria interna”. Oggi le moderne tecnologie di estrazione e processing (taglio ad utensile diamantato, utilizzo di robot e macchine a controllo numerico, evoluti sistemi di consolidamento e trattamento di materiali e superfici) hanno notevolmente aumentato le potenzialità stereometriche dei marmi garantendo il raggiungimento di punteggi soddisfacenti anche nell’area tematica “innovazione del processo di progettazione”. A ciò va aggiunto che il prodotto in pietra può essere realizzato sfruttando energia proveniente da fonti rinnovabili, prevedere imballaggi riciclati o riciclabili e, naturalmente, presenta un ciclo di vita di durata senza pari. Secondo Fulvio Irace, oggi, la pietra «…ha definito i termini di una nuova natura, entrando prepotentemente nella classifica degli SmartMaterials (materiali intelligenti capaci di modificare anche una o più proprietà) per presentarsi compatta e trasparente, apparentemente pesante ma strutturalmente leggera; ornamento e componente strutturale». Nell’architettura contemporanea si è registrato il passaggio della pietra da materiale evocativo a materiale d’innovazione. Ciò che nei

grandi talenti che inseguendo le richieste dei mercati hanno realizzato architetture eccezionali … collocabili ovunque. La soluzione è da ricercare nei prodotti in pietra naturale ideati per un mercato globale o internazionale, ma realizzato in base ai saperi, alla cultura e alle leggi locali. In una parola Glocal. Oggi la pietra ha un ruolo importante e una grande responsabilità, la sintesi dei valori che essa attualmente rappresenta è stata espressa recentemente attraverso uno slogan che non lascia dubbi: “Litico, Etico, Estetico”. ❑

prossimi anni potrà contribuire in maniera sempre crescente a rafforzarne il ruolo è l’indissolubile legame con i luoghi di provenienza, l’importanza della connotazione geografica che già nei nomi trova una sintesi: marmo di Botticino, porfido della Valcamonica, pietra di Sarnico etc. La garanzia di un’identità precisa, di un rapporto stretto con il territorio di escavazione e

lavorazione, rappresentano un’occasione unica per valorizzare queste eccellenze nel mercato globale, contro il pericolo dell’omologazione e dell’impoverimento culturale. Poiché è ormai assodato che solo attraverso l’attività locale si possono correggere quelle distorsioni prodotte nell’architettura dal mercato globale: l’effetto “star system” determinato dall’attività di pochi

Note 1 Il rating (valutazione), è un metodo utilizzato per classificare in campo economico. N.d.r. 2 La definizione delle aree tematiche e dei relativi punteggi fa riferimento ai contenuti elaborati per la versione italiana del manuale LEED pubblicati il 14 aprile 2010. N.d.r. 3 Documento predisposto dal Gruppo di Lavoro Settoriale: Task Force Pietra Sostenibile, promosso e partecipato da: Confindustria Marmomacchine, Marmomacc – Veronafiere, Assomarmisti Lombardia, Centro Servizi Lapideo Vco, Centro Servizi Marmo – Videomarmoteca, Cet Servizi, Consorzio Marmisti Bresciani, Consorzio Marmisti di Chiampo, Distretto del Marmo e delle Pietre del Veneto, Distretto delle Pietre e del Porfido Trentino, PoliTeca – Politecnico Di Milano. In collaborazione con: Habitech e Trentino Sviluppo. Per scaricare il documento: http://www.greenmap.it Le immagini degli edifici pubblicati sono state premiate alla 12^ edizione dell’International Award Architecture in Stone e contenute in: V. Pavan, Glocal Stone, Arsenale Editrice, Verona, 2011.

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CONDOMINIO Francesco Ganda

I

n questo momento l’argomento è attuale, ma come si muoverà la nostra società nei confronti dell’attuale sistema, chi garantirà l’opera svolta dal professionista? Possiamo passare in esame il caso della società americana. Essa imputa al soggetto che fornisce la consulenza l’onere di esegire al meglio la propria prestazione in rapporto alla richiesta definita; Come si evolve tutto l’insieme per la tutela delle responsabilità? a) la parte esecutiva, che si abbina alla responsabilità personale penale, risulta a carico del professionista invece i danni sono a acarico della società che fornisce la prestazione; b) per questo sistema la separazione in due ambiti prevede che la persona fisica sia preparata per

Deregulation: chi garantirà l’opera del professionista?

svolgere la professione. Titoli, qualificazioni professionali, aggiornamento continuo sarà il curriculum che segue la persona e ad essa darà la possibilità di proporsi al mercato, molto spesso costituito da società anonime; c) il secondo ambito prevede che il professionista sia parte di una ditta o società anonima che si pone sul mercato per appaltare o curare le necessità dei cittadini proponendosi e disponendo dei più quotati professionisti. Facendo un esempio, nel caso della sanità, la scelta per un’importante cura medica la si svolge nell’oespedale più quotato sulla base della specializzazione dei suoi medici. Con questa base operativa si troveranno ad operare i futuri professionisti, naturalmente tutto si evolverà nel

tempo e il geometra sarà sempre di più un tecnico laurato che dovrà specializzarsi nei vari campi a lui personalmente consoni. Il punto è che i geometri laureati operano in vari e disparati campi per cui non potranno essere sempre altamente specializzati, la soluzione sarà l’aggregazione di varie persone in un organismo che poi si proporrà ai caittadini. Ovviamente qui interviene la formazione su base capitalistica del sistema professione, cosa che impiegherà tempo e dibattiti accesi per la nostra trasformazione. Una breve osservazione riferita alla professione di amministratore. Da anni giace in Parlamento la proposta di cistituire il rango degli amministratori condominiali ma, ad oggi, non si è arrivati ad alcuna conclusione in quanto ci vogliono le garanzie professionaliche dei valori depositati dai condomini. Ovvio che tutto questo porta a dei cambiamenti nel sistema, sia nei costi economici, sia di responsabilità delle decisioni prese durante l’annata amministrativa. Anticipazioni da parte dell’amministratore che ha concluso il mandato L’amministratore come mandatario dei condomini ha diritto ad essere rimborsato. Necessariamente deve dimostrare di aver sostenuto le spese e le relative anticipazioni documentate, in modo da dimostare in maniera compiuta di aver so-

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stenuto le spese durante il mandato. Il verbale del passaggio delle consegne è un documento importante, in esso si possono scrivere tutte qualle azioni che sono ancora sospese, ancorché si procede al passaggio di consegne all’amministratore subentrante. Sentenza: Cassazione Civile sez. II, 4 ottobre 2005 n. 19348. Poiché il credito per le somme anticipate nell’interesse del condominio dall’amministratore trae origine dal raspporto di mandato che intercorre con i condomini, non trova applicazione la prescrizione quinquennale di cui all’art. 2948, n. 4, Codice civile, non trattandosi di obbligazione periodica, né tale carattere riveste l’obbligazione relativa al compenso dovuto all’amministratore, atteso che la durata dell’incarico, comportando la cessazione ex lege del rapporto, determina l’obbligo dell’amministratore di rendere il conto alla fine di ciascun anno. Invasione di parti comuni: uso del bene comune disciplinato dall’art. 1102 C.c. Sentenza della Corte Costituzionale, sez. II Civile, sentenza n. 28025 dicembre 2011. Risulta dunque evidente l’errore in cui è incorsa la Corte Distrettuale, in quanto ha ritenuto applicabili, a scapito dell’art; 1102 del C.c., le norme sulla servitù, come del resto avava già fatto il Tribunale, anziché verificare se l’uso del bene comune – la zona immedia-


CONDOMINIO

tamente antistante il muro perimetrale condominiale limitrofo alla porta di accesso all’appartamento di proprietà esclusiva della ricorrente, non ledesse il pari diritto del proprietario dell’appartamento confinante, in particolare, e degli altri condomini, in generale. In definitiva l’indagine avrebbe dovuto limitarsi ad accertare l’esistenza di un pregiudizio per il proprietario dell’appartamento limitrofo ovvero degli altri che, a causa e per effetto dello spostamento del muro perimetrale condominiale avessero subito una diminuzione all’esercizio del diritto di transito e di accesso sulle cose comuni. Osservazioni Prima di arrivare alla discussione in Corte di Cassazione, che ha rovesciato la sentenza di primo grado inquadrando invece la fattispecie in termini completamente diversi applicando non l’istituto della servitù ma quello dell’utilizzo dei beni comuni da parte dei singoli condomini disciplinato dall’art; 1102 del Codice civile secondo il quale ogni partecipante può fare del bene comune ogni utilizzo compatibile con la destinazione che non impedisca il pari uso degli altri. Caso tipico è la costruzione di balconi ex novo che prospettano sulla zona comune dei condomini, cortili, giardini, ecc. Si tratta di condizioni che vanno verso il miglior uso della cosa comune invece di applicare la nega-

zione del fare da parte di alcuni. Le Corti, modificando antiche cognizioni, con più moderne sentenze vanno verso una maggior liberalizzazione dei rapporti in seno all’ambiente della comunione e del condominio. Una modernità che di massima libera le energie del fare invece che quelle del divieto. Il condominio orizzontale Il cosiddetto “condominio orizzontale” (ipotesi di fabbricati a schiera) è stato oggetto di contrastanti pronunce giurisprudenziali in ordine alla presunzione di proprietà comune dei beni elencati (in via esemplificativa) dall’art. 1117 C.c., tra i quali rientra il tetto. Con la sentenza 7 luglio 1993

n. 7449 le Sezioni Unite della Suprema Corte hanno definitivamente sancito che una cosa non può proprio rientrare nel novero di quelle comuni se serva per le sue caratteristiche strutturali soltanto all’uso e al godimento di una parte dell’immobile oggetto di un autonomo diritto di proprietà. Sostanzialmente, solo le cose funzionali al miglior godimento di tutte le unità immobiliari, salvo diversa disposizione del titolo, sono di proprietà comune. Recentemente, la Suprema Corte ha chiarito con riferimento a un lastrico solare che assolve, nel contesto di un edificio costituito da più unità immobiliari autonome, disposte a schiera, alla funzione di copertura di

una sola delle stesse, e non anche di altri elementi, eventualmente comuni presenti nel cosiddetto “condominio orizzontale”, né sia caratterizzato da unitarietà strutturale o da altri connotati costruttivi e funzionali, tali da denotare la destinazione complessiva delle aree sovrastanti i vari immobili costituenti nel loro insieme un unicum a servizio e godimento comune ed indistinto degli stessi, deve escludersi la sussumibilità della suddetta parte dell’edificio nel novero di quelle di cui all’art. 1117 n. 1 C.c. e, dunque, di alcuna presunzione di comunione (Cassazione civile, Sez. II, 4 novembre 2010 n. 22466). ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1- 93


CULTURA

Tecnica e lavoro nella grafica pubblicitaria ottocentesca Franco Robecchi

I

tecnici, come i geometri, sono persone che provano la loro professionalità in prodotti tangibili, come gli artisti, gli artigiani, gli industriali, i chirurghi e gli operai. La dimensione della laboriosità concreta è a prova di verifica e non concede scappatoie da lavativi o da scansafatiche. Il prodotto o c’è o non c’è, o è buono o non è buono. In tempi di appello alla serietà e alla produttività questi sono temi che interessano e che disdegnano i modi e le schiere di coloro che hanno i certificati medici facili, che si girano dall’altra parte di fronte alle responsabilità, che stanno sempre in decima fila mandando avanti gli altri, che fanno gli sbruffoni con i soldi degli altri e approfittano di privilegi mai meritati. Un bello spot pubblicitario televisivo della Fiat, in onda in questi giorni, parla di gente che, in Italia, si alza ogni mattino per fare il proprio dovere, con impegno e passione, con creatività e ingegno, perché ama fare le cose con serietà, perché ama fare le cose bene. Queste virtù, che in fondo, gli Italiani hanno, soprattutto in Lombardia, meriterebbero più rispetto e più esaltazione. Invece l’apologia del qualunquismo delle chiacchiere è molto più diffusa e accreditata, così come il tributo, anche in denaro, a virtù cialtronesche, che premiano furbi e imbonitori, come quelli che si mettono su un palcoscenico di Sanremo, per una ventina di minuti, al misero prezzo di 750.000 euro. Gli altri, invece lavorano. E lavorano senza gloria, neppure quella di una celebrazione in immagine, che oggi vale più di un monumento in piazza.

È

per queste considerazioni che appare attraente l’invece orgogliosa esibizione della tecnica e del lavoro quale appare in un’epoca che quei valori li onorava, come l’Ottocento. Di ancora maggiore curiosità è l’apologia che si può trovare nella grafica pubblicitaria, che pure non ama mostrare il lavoro e neppure la tecnica, perché l’uno e l’altra sono realtà non attraenti in sé. La pubblicità nasce per favorire il commercio e per esibire oggetti appe94 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

tibili, rispetto ai quali il lavoro e la tecnica sono come la cucina del retrobottega, che prepara manicaretti e pasticcini, l’oggetto della vendita, ma che nulla deve mostrare della sottesa fatica e della tecnica che hanno consentito di produrli. Vi sono state, invece, epoche in cui il lavoro e la tecnica potevano apparire su elegantissime immagini pubblicitarie perché il lavoro era ancora onorato e la tecnica era la star della cultura di quel momento storico. L’oggetto tecno-


CULTURA Da sinistra a destra: pubblicità per un nuovo motore, a gas e petrolio, adatto a “pompe, macchine agricole, macchine utensili, apparecchi di sollevamento, presse litografiche, ecc.”

Pubblicità del 1875 riferita a macchine agricole, raffigurante un ricco panorama contadino, con attrezzi di lavoro in primo piano.

Il grande impianto tecnologico della distillazione, posto in primo piano, come oggetto d’attrazione.

logicamente innovativo era ammirato come un nuovo tesoro, perché apparteneva ad una famiglia, ad una entità, ad una civiltà che stavano rivoluzionando il mondo, in meglio. Il grande ponte o la torre in ferro, la locomotiva o l’accendigas appartenevano alla famiglia delle invenzioni che incalzavano da decenni il vecchio mondo, migliorando la vita di tutti e facendo prevedere un futuro di sconfinate conquiste. La pubblicità incluse, quindi, con tranquilla osten-

tazione, anche gli oggetti tecnici e il lavoro che li produceva, sicura che l’utente avrebbe apprezzato e sarebbe stato indotto ad impossessarsi di quei valori, sia che essi portassero ad una macchina per la distillazione o per la trebbiatura, per scremare il latte o per salire in cielo. La splendida abilità artistica dei disegnatori di manifesti murali si abbinò alla precisione scientifica degli illustratori tecnici. L’esperienza dei disegnatori e degli incisori che avevano illustrato l’Enciclopedia illuministica di Diderot e D’Alembert, e poi le mille tavole ad acquaforte delle riviste di ingegneria e di divulgazione scientifica, aveva raggiunto livelli di resa grafica oggi impensabili. Ogni complessità di ingranaggi e pistoni, rotelle e bielle era abbinata ad ardite prospettive meccaniche e riflessi di luce sull’acciaio levigato. Ma alla pubblicità questo non bastava. Occorreva l’aggiunta di colori sfumati e ombre delicate, di ambientazioni eleganti e di scritte raffinate, di persone in azione o di donne seducenti. Tutto questo seppero fare gli artisti impareggiabili che operarono nel settore prima del Liberty e prima del disfacimento nella realtà interpretata e scavalcata dall’arte moderna. Le tavole che qui vengono pubblicate appartengono all’ambiente francese, certamente più adatto dell’italiano a rappresentare lo spirito del tempo. Lo sviluppo industriale, la diffusione della stampa e la vivacità del mercato indussero più precocemente l’uso della pubblicità, anche grazie ad una intensa pratica delle arti applicate, fra le quali rientrava la grafica pubblicitaria. Non a caso, ancora oggi, spesso il manifesto murale, pubblicitario, è detto, in ambiente internazionale, affiche. In Francia molti grandi artisti si dedicarono alla grafica della réclame (ancora una parola francese). Basti ricordare il geniale Henri de Toulouse-Lautrec. In Italia il tema pubblicitario apparve in un momento un poco posteriore, nel quale ormai il Liberty aveva fatto la sua irruzione, con il suo fastidio per la tecnologia, con l’esclusiva attenzione alla natura, al gioco grafico, allo snobistico spirito del Decadentismo. Non era già più il tempo dell’apologia del lavoro e IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1 - 95


CULTURA

della tecnica. Le vendite dovevano puntare su altro: sul tempo libero, sul glamour, sull’ammiccamento, sul divertimento. Tecnica e lavoro erano nuovamente relegati nel retrobottega dei valori sociali, dove ancora si trovano, nonostante la sempre maggiore presenza della tecnologia nella vita contemporanea. La pubblicità reclamizza il telefonino, il computer, il navigatore satellitare o il televisore come oggetti da possedere e usare, non come frutto della tecnologia, la quale non ha volto e non ha appeal. Non compare nelle immagini pubblicitarie in quanto tale. La stessa sorte ha subito il professionista della tecnologia, del quale nessuno si interessa, salvo l’imprenditore che lo assume o lo incarica. L’oggetto tecnologico deve apparire come un miracolo alieno, piovuto dal cielo, e il riferimento al lavoro o all’autore del progetto, al procedimento di costruzione deve essere rigorosamente occultato. La tecnologia inquina, il lavoro sa di contratti, sudore, vertenze sindacali, fatica, precarietà, evasione fiscale, morti bianche. Insomma, meglio lasciarli perdere, nel messaggio pubblicitario. Evviva l’edonismo del mondo magico, dove tutto avviene senza professionalità, senza fatica, senza rischio, senza effetti collaterali. Non sono più i tempi in cui l’ingegnere, affiancato da molti altri tecnici, fra cui i geometri, era ritenuto un’autorità indiscussa, capace di sollevare le sorti di un’intera nazione, come avvenne nell’Ottocento, ma anche in epoca fascista e, intensamente, nel secondo dopoguerra. Così ingegneri, geometri, geologi e meccanici sono spariti dall’eleganza della pubblicità. È meglio che lavorino nel retrobottega. Ai tecnici ci si affida quando la nausea per le chiacchiere inconcludenti ha raggiunto il colmo, quando all’euforia generica e all’inconsapevolezza irrazionale subentra la durezza 96 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

della realtà, che stava in agguato, spesso ostile. Sta succedendo tutto ciò a livello politico, con l’imposizione agli Italiani di un governo “tecnico” a tutti gli effetti, al quale il chiacchiericcio dei politicanti e la petulanza dei partiti hanno volentieri e necessariamente ceduto il passo. Chissà che non sia tornato il momento per riaprire la porta anche ai tecnici degli altri campi della società, ai quali, forse, è rimasta una dose di sapienza razionale e di ponderatezza fattiva che a molti altri è da tempo sfuggita. ❑

Da sinistra in senso orario: una trebbiatrice di fine Ottocento. Il martello, nella mano che erompe dal sottosuolo, con vago allarme da zombie, come pubblicità per l’Esposizione industriale di Berlino, del 1896. Accurata raffigurazione di una macchina scrematrice del latte, stampata nell’ultimo decennio del XIX secolo. Pubblicità di una macchina per stampa “cromo-litografica”, di fine Ottocento.


CULTURA

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Novità di Legge a cura del geom. Alfredo Dellaglio

Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri.

voltaici ed eolici. Le linee guida forniscono indicazioni operative circa la realizzazione di impianti di energie rinnovabili da parte delle stazioni appaltanti, e nello specifico degli enti locali, con particolare riguardo al ruolo degli enti locali nel mercato liberalizzato delle fonti energetiche rinnovabili, alla realizzazione di impianti su superfici appartenenti al demanio pubblico e per il soddisfacimento del fabbisogno energetico degli enti coinvolti.

Decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti 15 novembre 2011 (G.U. 19 novembre 2011 n. 270) Modifica delle norme tecniche per le costruzioni in materia di utilizzo degli acciai B450A Il decreto sostituisce il paragrafo 7.4.2.2 – Acciaio del Capitolo 7.4 – Costruzioni in calcestruzzo, delle norme tecniche delle costruzioni approvate con DM 141/01/2008.

Legge 11 novembre 2011 n.180 (G.U. 14 novembre 2011 n-265) Norme per la tutela della libertà d’impresa. Statuto delle imprese. (in vigore dal 15/11/2011) In particolare l’art 12 del provvedimento prevede l’elevazione delle soglie normativa comunitaria.

Circolare Agenzia del Territorio 18 novembre 2011 n. 7 Attribuzione della rendita presunta, modalità di gestione dei connessi aggiornamenti Negli atti del catasto, trattazione e notifica degli esiti. La circolare riporta le modalità per l’aggiornamento della Banca dati catastale conseguente alle operazioni di accertamento degli immobili mai dichiarati, e fornisce importanti indicazioni per quanto concerne i trasferimenti immobiliari e le successioni aventi ad oggetto immobili in corso di regolarizzazione. Decreto Presidente della Repubblica 14 settembre 2011 n.177 Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, a norma dell’articolo 6, comma 8, lettera g) del D.Legvo 81/2008 (G.U. 08 novembre 2011 n. 3260) In vigore dal 23 novembre 2011 Il decreto disciplina il settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati, in attesa della definizione del complessivo sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi previsto dal D legvo 851/2008 Decreto Ministero Sviluppo Economico 10 novembre 2011 (G.U. 16 novembre 2011 n. 267) Misure per l’attuazione dello sportello unico per le attività produttive di cui all’articolo 38, comma 3-bis del decreto-legge 25 giugno 2008 n.112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008 n.133 Il nuovo decreto disciplina l’adozione delle misure ritenute indispensabili per attuare, sul territorio nazionale, lo sportello unico per le imprese e per garantire, nelle more, la continuità della funzione amministrativa. Determinazione Autorità Vigilanza Contratti Pubblici 26 ottobre 2011 n.6 Linee guida per l’affidamento della realizzazione di impianti foto-

Decreto Ministero Lavoro e Politiche Sociali 13 settembre 2011 (G.U. 15 novembre 2011 n. 266) Riduzione contributiva nel settore edile. Decreto Legge 6 dicembre 2011 n. 201 (G.U. 06 dicembre 2011 n. 284 Supplemento ordinario n.251) – Legge di conversione 22 dicembre 2011 n.214 …L’art 4 del decreto legge 201/2011 ha rivisto, rimodulato e messo a regime, gli incentivi per la realizzazione di interventi vari sigli immobili. Il nuovo regime incorpora i vecchi incentivi del 36% e del 55%, questi ultimi prorogati nell’attuale regime fino al 2012 e inseriti nel nuovo regime dal 2013, inoltre include nuove tipologie di intervento. L’art 13 del decreto Legge 201/2011 anticipa l’applicazione dell’Imu che sostituisce l’Ici, Presupposti e modalità di calcolo della nuova imposta, aggiornamento dei moltiplicatori catastali; nuove modalità per il riconoscimento della ruralità degli immobili ad uso abitativo; obbligo di iscrizione al catasto fabbricati dei fabbricati rurali iscritti al catasto terreni. L’art 45 del decreto legge 201/2011 reintroduce le disposizioni, già presenti nel D.L. 70/2011 e poi cancellate, che escludono l’applicazione del Codice dei Contratti pubblici per la realizzazione delle urbanizzazioni a scomputo degli oneri concessori. La norma è limitata agli appalti sotto la soglia comunitaria. L’art. 44 del decreto legge 201/2011 abroga le norme recentemente introdotte dal Decreto sviluppo concernenti la valutazione dei costi del personale nei bandi di gara ed elenca le norme di riferimento sulla determinazione dei costi per il lavoro e per le misure di sicurezza nell’ambito dei contratti pubblici. (n.d.r.) Spesometro. Entro il 30 aprile 2012 i professionisti dovranno comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati delle operazioni (acquisti e parcelle) di importo pari o superiore a 3mila euro, al netto dell'Iva rese e ricevute nel periodo d'imposta 2011, per le quali è previsto l'obbligo di emissione della fattura. L’adempimento deve essere fatto telematicamente e si deve eseguire mediante l’apposito software scaricabile dal sito: www.agenziaentrate.it (salvo che non vengano applicate ulteriori proroghe)

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a cura del geom. Alfredo Dellaglio

Aliquota Iva ampliamento abitazione Sto affrontando il progetto di ampliamento di una abitazione esistente comportante la creazione di nuova unità immobiliare. In questo caso per l'intervento Iva è al 21% o al 10%? geom. F. U. Dato per scontato che ora le aliquote sono del 21% nella maggior parte dei casi, del 10% nei casi di ristrutturazione edilizia e di nuova costruzione, non di lusso, diversa dalla prima casa ed infine del 4% nei soli casi di nuova costruzione, non di lusso, da adibire a prima casa, è necessario precisare quanto segue, relativamente agli interventi di ampliamento: 1. l’ampliamento di un edificio non trova riscontro in alcuno degli interventi di cui alle lettere c), d) ed e) dell’articolo 31 della legge 5 agosto 1978, n. 457, ora confluita nell’articolo 3, comma 1, del Dpr n. 380 del 2001. Pertanto, in conformità dell’orientamento ministeriale in materia, deve essere a esso riservato il trattamento previsto per le nuove costruzioni. 2. L’ampliamento di un’abitazione “prima casa” che non configuri catastalmente altra unità immobiliare, si ritiene soggetta all’aliquota Iva del 4%, l’aliquota Iva agevolata del 4% è applicabile anche a interventi di ampliamento della prima casa. Lo ha confermato la direzione regionale del Lazio dell’Agenzia delle Entrate, con la precisazione contenuta nella risoluzione n. 108923 del 5 dicembre 2003. L’Agenzia delle Entrate ha innanzi tutto chiarito che, secondo quanto già precisato nella Circolare n. 219/E del 30 novembre 2000, l’aliquota Iva ridotta del 4% si applica anche alle prestazioni di servizi relativi all’ampliamento della prima casa. Tuttavia ha precisato che, in tal caso, i locali di nuova realizzazione non devono configurare una nuova unità immobiliare, né avere consistenza tale da poter essere successivamente destinati a costituire un’unità immobiliare autonoma e, inoltre, anche dopo l’ampliamento, devono permanere le caratteristiche non di lusso dell’appartamento. 3. L’ampliamento di locali, che non comporta aumento di volumetria dell’immobile, si ritiene configuri un intervento di cui alla lettera d), dell’articolo 31, della legge n. 457/78, ora articolo 3, comma 1, lettera d), Dpr n. 380/2001, cui si rende applicabile l’aliquota ridotta del 10% (Ris. Min. n. 50309 del 25 marzo 1974). 4. Nel caso si abbia aumento di volumetria, l’intervento deve essere equiparato a nuova costruzione con applicazione della relativa aliquota a seconda della tipologia dell’intervento stesso. 5. Un ampliamento del 50% (o superiore) di una casa non di lusso che sia “prima casa” del committente si ritiene che non possa godere dell’Iva al 4% quando l’alloggio è già di per sé “idoneo ad abitazione”. La Circolare n. 1/E del 2 marzo 1994 ha espresso l’opinione che l’idoneità vada valutata in base ai parametri oggettivi non collegati alle condizioni soggettive del committente e della sua famiglia. geom.Antonio Gnecchi

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Condono del 1995, saldo degli oneri concessori e dell’oblazione Traendo spunto del quesito sul secondo condono edilizio, vale la pena di riassumere le tematiche riguardanti la definizione delle pratiche riferite alla legge n. 47 del 1985, legge n. 724 del 1994 e legge n. 326 del 2003. I temi che di seguito vengono illustrati, riguardano: 1- istruttoria, richiesta di integrazioni e procedura, 2- oneri di urbanizzazione da applicare ai condoni edilizi 3- somme dovute per ottenere la sanatoria edilizia 4- completamento pratiche di condono. Premessa Il primo condono sanava le opere edilizie ultimate entro la data del 1°ottobre 1983, presentando la domanda entro il 30 novembre 1985; il secondo sanava le opere abusive ultimate entro il 31 dicembre 1993, le cui domande dovevano essere presentate entro il 31 marzo 1995, il terzo sanava gli abusi edilizi ultimati entro il 31 marzo 2003, presentando le domande tra l’11 novembre 2004 e il 10 dicembre 2004. Indipendentemente da ciascuna delle tre normative legislative, che hanno avuto un diverso approccio in termini di oblazione, di riduzioni, di presenza di vincoli, interferenze con le rispettive leggi regionali, etc., le domande di sanatoria edilizia hanno seguito lo stesso iter e la identica procedura. L’esame della domanda deve infatti essere espletata entro 24 mesi dalla data di presentazione dell’istanza, scaduto tale termine il silenzio dell’amministrazione equivale e titolo abilitativo di sanatoria a condizione però che siano stati integralmente corrisposti l’intera oblazione e, ove dovuto, il contributo concessorio, nonché presentate la denuncia al catasto, la denuncia ai fini Ici, quella della Tarsu e quella della Tosap, ove dovute. Le norme in esame non prevedono che il termine di due anni per la definizione delle pratiche ricominci da capo alla data di presentazione della documentazione integrativa, ma che «la mancata presentazione dei documenti prescritti per legge entro tre mesi dalla espressa richiesta di integrazione notificata dal comune comporta l’improcedibilità della domanda e il conseguente diniego della “concessione” in sanatoria per carenza di documentazione» (articolo 39, comma 4, della legge n. 724 del 1994). Oltre all’improcedibilità al rilascio del permesso di costruire in sanatoria, è previsto l’avvio del procedimento ai sensi degli articoli 7 e 8 della legge n. 241 del 1990 per diniego della pratica di condono e per l’ingiunzione alla demolizione e ripristino dello stato dei luoghi per opere eseguite in assenza di titolo abilitativo ai sensi degli articoli 27 e 31 del Dpr n. 380 del 2001. La norma sul condono dispone che se l’oblazione è stata determinata in modo non veritiero e palesemente doloso trovano applicazione le sanzioni della legge n. 47/85, ora Dpr n. 380/2001. Il dolo e la non veridicità non vanno riferiti tanto all’entità dell’oblazione, quanto piuttosto ai contenuti della domanda e della dichiarazione resa ai sensi del Dpr n. 445 del 2000. Deve essere chiaramente ravvisato l’intento di occultare e di pro-


spettare alcuni elementi in modo da prevenire all’obiettivo di corrispondere un’oblazione diversa da quella dovuta o di far rientrare nel condono abusi non sanabili. 1. Istruttoria, richiesta di integrazioni e procedure Le pratiche di condono edilizio si aprono con l’istruttoria e i successivi accertamenti. Nel caso di accertata carenza di documentazione, il responsabile invita l’interessato a integrare la domanda al fine di concludere l’istruttoria, entro tre mesi a pena di decadenza (articolo 39, comma 4, legge 724 del 1994 – seconda legge sul condono edilizio applicabile anche per il terzo condono edilizio). Il responsabile del procedimento, qualora ritenga necessaria e tale da consentire al comune di rilasciare il permesso di costruire in sanatoria (vedi Circolare n. 2241/1995 al riguardo), e, come abbiamo già detto, la mancata presentazione dei documenti previsti per legge entro il termine di tre mesi dalla espressa richiesta di integrazione notificata dal comune comporta l’improcedibilità della domanda e il conseguente diniego della “concessione” in sanatoria per carenza di documentazione. I termini di pronuncia da parte dell’ufficio tecnico si intendono sospesi sino al ricevimento della documentazione suddetta, ovviamente nei novanta giorni stabiliti dalla norma sopra citata. L’eventuale provvedimento sopravvenuto di diniego, dopo la maturazione del silenzio-assenso è da considerarsi illegittimo. Il termine per la formazione del silenzio-assenso non opera nei casi di abusi ricadenti nella fattispecie di insanabilità assoluta e non inizia a decorrere sino a che non sia stato acquisito il parere nei casi di sanabilità condizionata. Nel caso in cui l’opera abusiva sia stata realizzata su aree sottoposte a vincolo, il rilascio della “concessione” in sanatoria sarà subordinato all’emissione del parere favorevole dell’autorità amministrativa preposta alla tutela del vincolo stesso. In tal caso il termine per la formazione del silenzio-assenso decorrerà dalla data in cui la predetta autorità comunicherà il proprio parere. È doveroso ricordare che in presenza dei requisiti richiesti dalle leggi, la sanatoria è un atto dovuto. Provvedimento finale. Senza aver l’obbligo di pareri tecnico consultivi, vale quanto già detto in precedenza relativamente ai termini di integrazione della domanda, compreso l’eventuale diniego motivato dalla mancata produzione documentale per l’impossibilità di definire l’istanza allo stato degli atti. L’articolo 32, comma 37, del decreto legge n. 269 e successive modifiche, prevede che il comune deve assumere un provvedimento di diniego, entro 24 mesi dal completamento della domanda (31 ottobre 2005), e cioè entro il 31 ottobre 2007, decorso il quale, il pagamento degli oneri di concessione, la presentazione della denuncia al catasto, la denuncia Ici e, ove dovute, la Tosap e la Tarsu, equivalgono a titolo abilitativo edilizio in sanatoria.

dall’articolo 2, comma 37, della legge n. 662 del 1996, che così dispone: «la mancata presentazione dei documenti previsti per legge (compresa la ricevuta di versamento – corretto – sia dell’oblazione che del contributo di concessione) entro il termine di tre mesi dalla espressa richiesta di integrazione notificata dal comune comporta l’improcedibilità della domanda e il conseguente diniego della concessione in sanatoria per carenza di documentazione». L’articolo 39, comma 7, della legge 449 del 1997, ha poi stabilito che la disposizione appena richiamata si applica «anche alle domande di condono edilizio presentate ai sensi della legge n. 47 del 1985, per le quali non sia maturato il silenzio-assenso a causa della carenza di documentazione obbligatoria per legge». Si deve, quindi, procedere alla formale notifica della diffida di adempimento, ove non sia già stata effettuata, tenendo presente che la documentazione di riferimento è quella prevista dall’articolo 35 della legge n. 47 del 185 e dell’articolo 39, della legge n. 724 del 1994, da intendersi in senso stretto. 4. Somme dovute per ottenere la sanatoria Per ottenere la sanatoria occorreva pagare o impegnarsi a versare somme a vario titolo, denominate oblazione, oneri di urbanizzazione, sanzioni ambientali (per le aree vincolate). Termine di prescrizione. Ognuna delle somme dovute ha un proprio regime: • l’oblazione si prescrive in tre anni dalla domanda di condono edilizio (articolo 35, comma 17, della legge n. 47 del 1985 • gli oneri concessori in dieci anni • le sanzioni ambientali in dieci anni. Questi tre termini a loro volta sono “elastici” perché varia il loro momento iniziale. Per gli oneri e sanzioni il decennio decorre dal giorno di presentazione della domanda di condono (Circolare ministeriale Lavori Pubblici n. 142 del 6 febbraio 1989; Tar Lombardia - sezione Brescia, sentenza n, 237/2001 e Consiglio di Stato, sentenza n. 4562 del 2002). La differenza non è di poco conto, in quanto il comune ha tempo quattro mesi per definire la domanda di sanatoria, termine prolungabile in presenza di vincoli e pareri che coinvolgono altre autorità. Il periodo di tempo necessario per istruire e concludere una pratica di sanatoria, sottrae all’ente locale tempo utile per il calcolo di dieci anni entro i quali riscuotere le somme dovute. È sempre in dieci anni dalla domanda che si prescrivono anche le sanzioni ambientali per sanatorie ottenute su zone vincolate (articolo 2, comma 46, della legge n. 662 del 1996).

2. Gli oneri di urbanizzazione da applicare ai condoni Gli oneri di concessione da far pagare sono quelli in vigore al momento della presentazione dell’istanza di condono edilizio. Così si è espresso il Consiglio di Stato, sezione V, con la decisione n. 4562/2002.

4.1 Chi paga L’obbligo di pagare sanzioni e oneri colpisce il proprietario del tempo in cui l’amministrazione chiede il pagamento. Sarà poi questo proprietario a potersi rifare sul suo venditore, se l’obbligo di far fronte alle sanzioni o al pagamento degli oneri non sia stato disciplinato dal contratto di compravendita.

3. Richiesta di integrazioneLa procedura da seguire per la definizione della pratica è quella tracciata dal penultimo periodo del quarto comma dell’articolo 39 della legge n. 724 del 1994, come modificato

5. Completamento pratiche condono 1985, 1994 e 2003 Per le pratiche di condono del 1985, del 1994 e del 2003 che non sono state ancora definite il comune può, a norma dell’articolo 39, comma IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1 - 101


4, della legge 23 dicembre 1994, n. 724, richiedere le integrazioni documentali prescritte dall’articolo 35, comma 3, della legge n. 47 del 1985 (e non altre o diverse) che devono essere presentate entro il termine di tre mesi a partire dalla data di notifica dell’avviso, oltre alla ricevuta di versamento dell’oblazione, stabilito dall’articolo 1, comma 39, della legge n. 449 del 1997, nel seguente modo: – oblazione dovuta (come dichiarata nella domanda di condono) – oblazione versata – differenza – interesse. del 10% sul precedente importo dal 1/4/1996 al 31/12/1996 – interesse. del 5% sul medesimo importo dal 1/1/1997 al 31/12/1998 – interesse del 2,5% sul medesimo importo dal 1/1/1999 al 31/12/2000 – interesse del 3,5% sul medesimo importo dal 1/1/ 2001 al 31/12/2001 – interesse del 3,0% sul medesimo importo dal 1/1/ 2002 al 31/12/2003 – interesse del 2,5% sul medesimo importo dal 1/1/2004 al 31/12/2007 – interesse del 3,0% sul medesimo importo dal 1/1/2008 al 31/12/2009 – interesse del 1,0% sul medesimo importo dal 1/1/2010 al 31/12/2010 – interesse del 1,5% sul medesimo importo dal 1/1/2010 al 31/12/2011

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La mancata presentazione, entro il termine assegnato, della documentazione richiesta dovrebbe comportare l’improcedibilità della domanda e il conseguente diniego della concessione (ora permesso di costruire) e l’adozione dei provvedimenti di cui al capo I della legge n. 47 del 1985, ora Dpr n.380 del 2001. Non tragga in inganno il richiamo alla legge del primo condono edilizio in quanto la legge n. 724 del 1994 (secondo condono edilizio), richiama sempre le modalità e procedure di quella originaria. Per quanto riguarda, quindi, le pratiche edilizie relative al vecchio condono bisogna verificare se non sia intervenuto il silenzio-assenso (articolo 39, comma 4, della legge n. 724 del 1994) e, se nel caso si sia già provveduto alla formale notifica di richiesta di integrazioni (che dovevano pervenire entro tre mesi) si dovrebbe denegare la sanatoria edilizia. Se, invece, non sia maturato il silenzio-assenso e non sia stata richiesta la documentazione integrativa (compreso il saldo o il conguaglio dell’oblazione dovuta), il comune invia una richiesta di integrazione, da notificare al proprietario che ha presentato la domanda di condono edilizio, perché questi provveda entro tre mesi dalla data di notificazione. Trascorso infruttuosamente tale periodo, si deve negare la sanatoria. Per quanto riguarda, invece, il condono del 2003, il comune doveva inviare la richiesta di integrazione (articolo 39, comma 4, della legge n. 724/1994) che dovevano pervenire entro novanta giorni pena di improcedibilità della domanda ed il conseguente diniego del permesso di costruire in sanatoria. Ricordo che l’improcedibilità della domanda vale solo per la documentazione integrativa perché quella obbligatoria doveva essere già stata presentata in sede d’istanza di condono, proprio in ossequio a quanto stabilisce l’articolo test’è richiamato. geom Antonio Gnecchi

102 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

Ristrutturazione edificio rurale Premesso che: – gli interventi di recupero edilizio di un fabbricato rurale, in genere, non devono essere subordinati al parere della Commissione del Paesaggio in quanto l’articolo 59, comma 4, della legge regionale n. 12 del 2005, dispone il rispetto delle tipologie costruttive congruenti al paesaggio rurale per le nuove costruzioni e non per le ristrutturazioni e ampliamenti, disciplinate dallo strumento urbanistico generale (articolo 62 stessa legge regionale), inoltrando addirittura la Dia; – la norma contenuta nello strumento urbanistico del comune (PGT) pone come condizione «l’approvazione dell’amministrazione comunale e della preposta Commissione del Paesaggio», come se l’Amministrazione comunale non avesse, a monte, già approvato il piano delle regole e le relative previsioni e prescrizioni; – a fronte di quanto sopra esposto, pur non condividendo le scelte dell’A.C. circa la formulazione della norma che riguarda gli interventi sugli edifici rurali isolati esistenti, è necessario rispettarla e osservarla, così che i progetti (sia per le nuove costruzioni che per le ristrutturazioni edilizia) sono da sottoporre al parere della Commissione del Paesaggio; – è appena il caso di rilevare come la norma in esame prescriva il rispetto del sedime, il che significa che nessuno poteva ipotizzare la modifica dello stesso, né in fase di incontro preliminare né in fase dell’esame del progetto; – la Commissione del Paesaggio non ha il compito di fare delle valutazioni tecnico giuridiche dell’intervento proposto, ma solo la competenza di verificare se il progetto di ristrutturazione edilizia del fabbricato rurale rispetta i caratteri agricoli e paesaggistici dei fondi, per cui non poteva assumere decisioni sul rispetto del «sedime originario, assieme al rispetto della Slp, aumentato del 10%, a prescindere dalla sagoma e dalla volumetria esistente»; – il procedimento per il rilascio del permesso di costruire (se di ciò si tratta), segue la disciplina di cui all’articolo 38 della legge regionale n. 12/2005, che prevede, tra l’altro, la possibilità del comune, di richiedere le integrazioni necessarie. L’articolo 38 della legge citata, al comma 10, stabilisce che «l’infruttuosa decorrenza del termine di cui al comma 7 (provvedimento finale), costituisce presupposto per la richiesta di intervento sostitutivo». Premesso quanto sopra, si può concluidere: 1- alla scadenza del procedimento, si doveva avviare la richiesta di intervento sostitutivo previsto dal Dpr n. 380 del 2001, senza il quale non si può pretendere l’esercizio da parte del c.d. “commissario ad acta” per il rilascio, ovvero, il diniego, del permesso di costruire, e neppure la richiesta di risarcimento del danno; 2- non servono le lettere di disappunto per la ritardata emissione del provvedimento; 3- la determinazione del diniego avrebbe dovuto essere preceduta dal preavviso di diniego ex articolo 10-bis della legge n. 241 del 1990 nel quale il responsabile del servizio avrebbe dovuto motivare il rigetto dell’istanza e consentire la presentazione di eventuali osservazioni entro 10 giorni dalla data di notifica;


4- il provvedimento definitivo, indipendentemente da quanto sopra esposto, se non accoglieva le controdeduzioni presentate a fronte del preavviso, consente l’esercizio del ricorso al Tar (60 giorni) o al Capo dello Stato (120 giorni); 5- per quanto attiene alla prima domanda mi sembra di aver risposto adeguatamente in precedenza; 6- per quanto riguarda la seconda domanda ritengo di precisare quanto segue: a) nell’esame preliminare della pratica, come detto in precedenza, la Commissione del Paesaggio non doveva interferire sugli aspetti edilizi urbanistici che sono di esclusiva competenza dell’Utc; b) gli interventi edilizi proposti (demolizione e ricostruzione dell’edificio esistente) erano in capo al Rds tecnico il quale, in assenza di precise disposizioni all’interno della norma di Pgt che ne vietavano l’applicazione, poteva ammettere tali interventi, nel rispetto, però, del volume e della sagoma, tenuto conto dell’incremento della Slp del 10%, ammesso dalla stessa norma del Pgt; c) secondo appunto l’articolo 27, comma 1, lettera d), della legge regionale n. 12 del 2005, negli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli di demolizione e ricostruzione, nel rispetto della sola volumetria. In primo luogo, come già detto più volte, una cosa è la definizione dell’intervento e un’altra è quella di cosa si può o non si può fare. Se la norma dello strumento urbanistico dice che non si può demolire e ricostruire un edificio, per particolari ragioni, non si può demolire il fabbricato. Altra cosa è il rispetto della volumetria e della sagoma. Indipendentemente dalla personale presa di posizione in ordine a questo problema già nel momento di entrata in vigore della legge regionale n. 12/2005, ora la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 309 del 2011, ha sancito proprio in ordine alla legge regionale della Lombardia, che la ristrutturazione edilizia, quale intervento di demolizione e ricostruzione, deve avvenire con il vincolo della sagoma. La regione Lombardia dovrà, a questo proposito, adeguare le proprie norme. Alla luce, quindi, delle considerazioni sopra esposte, posso solo ritenere che l’attuale responsabile dell’Ut non abbia condiviso “la visione progettuale” del precedente responsabile, proprio per le succitate ragioni. Per quanto riguarda la terza domanda, credo di aver risposto nel contesto della seconda proprio perché il “concetto di ristrutturazione”, quale definizione prevale su quelle degli strumenti urbanistici locali, ma non contrastano con le norme che consentono o meno la demolizione e ricostruzione degli edifici, purché nel rispetto del sedime, del volume e della sagoma, tenuto conto che nel contesto di queste ultime, ci sta anche l’incremento del 10% della Slp. geom. Antonio Gnecchi

Il mondo di B. Bat.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1 - 103


Aggiornamento Albo

Iscrizioni all’Albo con decorrenza 19 dicembre 2011 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

6132

Iseo (Bs) 12/04/1983

25050 Pian Camuno (Bs) Via Torre Alta 16 - Fr. Beata

Marinoni Marco

Iscrizioni all’Albo con decorrenza 30 gennaio 2012 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

6133

Richini Elena

Breno (Bs) 03/02/1971

25047 Darfo (Bs) Vicolo Cervera 3

6134

Tonoli Luca

Cantù (Co) 13/10/1980

25017 Lonato (Bs) Vicolo Tosi 5

6135

Marconi Carlotta

Desenzano d.G. 04/10/1986

25087 Salò (Bs) Via Odorici 8

6136

Ghidoni Nicola

Brescia 05/12/1987

25035 Ospitaletto (Bs) Via Seriola - Tr. I, 16

6137

Guindani Simone

Orzinuovi (Bs) 04/08/1988

25030 Corzano (Bs) Via Garibaldi 27

6138

Maffioli Daniele Giuseppe Breno (Bs) 24/06/1988

25040 Breno (Bs) Via Ponte Palobbia 2

6139

Antonioli Daniela

Lovere (Bg) 12/06/1989

25040 Gianico (Bs) Via Vescovo 65

6140

Bettinazzi Claudia

Asola (Mn) 13/04/1988

25010 Remedello (Bs) Via M. Paitoni 40

6141

Brida Giacomo

Desenzano d.G; (Bs) 07/04/1989

25079 Vobarno (Bs) Via Porretti 16

6142

Brunori Fabio

Gavardo (Bs) 26/05/1984

25072 Bagolino (Bs) Via dell’Ocla 23/c

6143

Ghidini Alessio

Gardone V.T. 19/10/1988

25065 Lumezzane (Bs) Via Santa Margherita 38

6144

Martinazzoli Gabriele

Iseo (Bs) 18/03/1984

25040 Bienno (Bs) Via Artigiani 70

6145

Gozzoli Stefano

Brescia 12/12/1985

25020 Alfianello (Bs) Via Usignolo 36

6146

Rabba Gabriele

Viterbo 24/08/1989

25123 Brescia Via Benacense 31

6147

Adami Ricci Alberto

Brescia 14/10/1988

25062 Concesio (Bs) Via Remida 15

6148

Baccanelli Giuseppe

Breno (Bs) 25/06/1990

25040 Berzo Demo (Bs) Via Ruk 22

6149

Borghesi Matteo

Iseo (Bs) 07/02/1990

25058 Sulzano (Bs) Via Camontaro 13

6150

Caldera Fabio

Brescia 15/05/1986

25080 Molinetto di M. (Bs) Via Santi 34/d

6151

Campadelli Simone

Gavardo (Bs) 25/08/1990

25080 Tignale (Bs) Via Piletta 2

6152

Clauser Roberto

Breno (Bs) 13/08/1989

25050 Vione (Bs) Via Tres 16

6153

Costantini Gianluca

Manerbio (Bs) 14/02/1988

25020 San Paolo (Bs) Via San Martino 1/a

6154

Fausti Franco

Gardone V.T. 19/10/1990

25060 Marcheno (Bs) Via don A. Saleri 22 - Brozzo

6155

Francinelli Matteo

Gavardo (Bs) 02/02/1990

25079 Vobarno (Bs) Via I.R. Falck 10

6156

Freretti Benedetta

Desenzano d.G. (Bs) 02/04/1989

25010 Acquafredda (Bs) Via Argine 19

6157

Frosi Alice

Gardone V.T. (Bs) 29/01/1987

25063 Gardone V.T. (Bs) Via G. Galilei 59

6158

Garzoni Lucio

Gavardo (Bs) 09/09/1988

25074 Lavenone (Bs) Via dei Tram 24

6159

Gobbi Anthony Umberto

Brescia 26/03/1988

25123 Brescia Via Bornata 85/b

6160

Gregorini Michele

Breno (Bs) 07/04/1990

25059 Vezza d’Oglio (Bs) Via Dante 40

104 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1




6161

Locatelli Michele

Brescia 19/10/1986

25030 Castrezzato (Bs) Via Giovanni XXIII 24

6162

Mastrototaro Francesco

Aosta 10/04/1971

25064 Gussago (Bs) Via Sale 2

6163

Mendini Michele

Brescia 21/11/1989

25030 Roncadelle (Bs) Via S. Bernardino 81

6164

Merici Nicolò

Desenzano d.G. (Bs) 25/01/1987

25015 Desenzano d.G. (Bs) Via Papa Paolo VI 4

6165

Mirandola Diego

Brescia 29/11/1988

25126 Brescia Via Aquileia 7

6166

Oldofredi Marco

Gavardo (Bs) 05/11/1987

25011 Calcinato (Bs) Via Pozzetto 14

6167

Orlini Isaia

Gavardo (Bs) 03/09/1987

25085 Gavardo (Bs) Via Stretta 3

6168

Paderno Nicolò

Orzinuovi (Bs) 12/06/1989

25030 Maclodio (Bs) Via E. Berlinguer 13

6169

Palumbo Maurizio

Brescia 02/08/1988

25132 Brescia Vill. Badia, Via tredicesima 20

6170

Pedersoli Laura

Lovere (Bg) 16/01/1984

25040 Gianico (Bs) Via Sicotti 18

6171

Pedrazzi Alex

Edolo (Bs) 20/01/1986

25040 Monno (Bs) Via Mortirolo 12

6172

Pernici Fabio

Iseo (Bs) 27/031989

25047 Darfo (Bs) Via Rovine 9

6173

Peroni Daniele

Brescia 08/02/1990

25020 Flero (Bs) Via XX Settembre 54

6174

Piazza Melina Belen

Rosario (Argentina) 03/01/1989

25069 Villa Carcina (Bs) Via Scaluggia 130 - Cailina

6175

Prandini Battista

Brescia 24/10/1985

25043 Breno (Bs) Via Taglierini 14

6176

Ragnoli Stefano

Brescia 08/09/1990

25082 Botticino (Bs) Via Carini 26

6177

Reccagni Marco

Iseo (Bs) 28/12/1989

25040 Corte Franca (Bs) Via della Santella 6

6178

Salini Alberto

Leno (Bs) 17/02/1971

25030 Castelmella (Bs) Via Cavour 16/n

6179

Silvestri Samuel

Gavardo (Bs) 11/06/1988

25048 Gargnano (Bs) Via Volta 8

6180

Tonelli Franco

Chiari (Bs) 22/01/1975

25030 Coccaglio (Bs) Via Valenca 33/a

6181

Zonta Paolo

Breno (Bs) 21/02/1990

25048 Edolo (Bs) Via F.lli Ramus 93/a

Iscrizioni all’Albo con decorrenza 5 marzo 2012 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

6182

Gozzi Roberto

Breno (Bs) 19/02/1981

25040 Cevo (Bs) Via Roma 3

6183

Rossi Marco

Calcinate (Bg) 15/08/1974

25030 Urago d’Oglio (Bs) Via Vignana 5

6184

Gerodi Maurizio

Montichiari (Bs) 16/04/1988

25018 Montichiari (Bs) Via Dugali Mattina 4

6185

Basile Francesco

Brescia 02/04/1989

25080 Polpenazze (Bs) Via Cesare Battisti 38

6186

Biemmi Nicola

Brescia 24/10/1990

25081 Bedizzole (Bs) Via Trento 5

6187

Fossadri Alberto

Chiari (Bs) 16/12/1989

25038 Rovato (Bs) Via Frassine 37

6188

Ghidoni Matteo

Brescia 20/12/1987

25080 Molinetto di Mazzano (Bs) Via Luca Marenzio 6

6189

Otello Paolo

Brescia 22/08/1989

25128 Brescia Via Enrico Tazzoli 8

6190

Parrino Flavio

Brescia 15/10/1989

25126 Brescia Via Zamboni 23 IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1 - 107


N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

6191

Pelizzari Roberto

Chiari (Bs) 09/10/1989

25036 Palazzolo s. Oglio (Bs) Via Firenze 49

6192

Rosina Marco

Desenzano d.Garda (Bs) 21/02/1990

25010 S. Felice d. Benaco (Bs) Via Zublino 18

6193

Taverna Patrich

Taurianova (RC) 15/05/1989

25030 Barbariga (Bs) P.zza Marconi 4

6194

Zezza Emmanuel

Sion (Svizzera) 11/05/1979

25040 Esine (Bs) Via Leutelmonte 70

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 25 novembre 2011 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

Motivo

770

Orzinuovi (Bs) 06/12/1929

25127 Brescia Via Tangenziale Ovest I Tronco 50

Decesso

Zucchi Oscar

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 31 dicembre 2011 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

Motivo

5960

Alberti Andrea

Montichiari (Bs) 22/08/1988

25018 Montichiari (Bs) Via Rampina di S. Giorgio 14

Dimissioni

4496

Alloisio Stefania

Brescia 17/02/1975

25021 Bagnolo Mella (Bs) Via G. Toniolo 15

Dimissioni

2356

Andrei Luca

Desenzano d.G. (Bs) 11/05/1949

25015 Desenzano d.G. (Bs) Via Meregatta 1

Dimissioni

1992

Angeli Vito

Capo di Ponte (Bs) 29/03/1946

25078 Vestone (Bs) Via Mocenigo 28

Dimissioni

2744

Arici Giangottardo

Brescia 29/06/1949

25134 Brescia S. Polo Via delle Bettole 98

Dimissioni

2660

Armanini Giuseppe

Vestone (Bs) 02/10/1953

25089 Villanuova s. Clisi (Bs) Via Rossini 46

Dimissioni

2661

Bani Vittorio

Passirano (Bs) 14/101944

25050 Passirano (Bs) Via Pirandello 28

Dimissioni

2389

Bersani Mario

S. Rocco al Porto (Lo) 17/10/1944

25040 Losine (Bs) Via dei Ciliegi 1

Dimissioni

2047

Bertini Roberto

Idro (Bs) 16/12/1945

25074 Idro (Bs) Via R. Bertini 15

Dimissioni

5846

Bettinsoli Dario

Brescia 14/08/1984

25030 Torbole Casaglia (Bs) Via Liguria 1/f

Dimissioni

1705

Bianchi Gianluigi

Corteno Golgi (Bs) 20/09/1944

25127 Brescia Via Francino 22

Dimissioni

6037

Bonardi Giorgio

Brescia 25/11/1981

25030 Castrezzato (Bs) Via Cavalli 18

Dimissioni

2048

Bortot Marcello

EE 05/03/1940

25127 Brescia Via Fornasini 25

Dimissioni

1237

Botelli Armando

Vobarno (Bs) 30/09/1941

25089 Villanuova s.C. (Bs) Loc. Milanino Via Mezzane 41 Dimissioni

4447

Carlini Mario

Brescia 18/08/1972

25122 Brescia C.so Garibaldi 10

Dimissioni

1251

Casagrande Valentino Sirmione (Bs) 21/02/1944

25019 Sirmione (Bs) Via Verona 61 - Loc. Lugana di S.

Dimissioni

4511

Cattaneo Matteo

Manerbio (Bs) 03/07/1975

25028 Verolanuova (Bs) Via N. Biaggi 31

Dimissioni

5902

Cominassi Mara

Chiari (Bs) 11/12/1982

25030 Rudiano (Bs) Via Paolo Borsellino 10

Dimissioni

5927

Corrà Emanuele

Iseo (Bs) 02/12/1977

25054 Marone (Bs) Via A. Franchi 25

Dimissioni

3988

Corradini Gianpaolo

Brescia 10/07/1942

25050 Passirano (Bs) Via Papa Giovanni XXIII 5

Dimissioni

108 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1


N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

Motivo

4397

Cristofoletti Dario

Milano 17/04/1972

25128 Brescia Via A. Cantore 46

Dimissioni

4398

Cristofoletti Leo

Brescia 22/09/1975

25128 Brescia Via Bagni 21/a

Dimissioni

2946

Cruciani Marcello

Cittàducale (Ri) 19/02/1952

25030 Urago d’Oglio Via Umberto I 74/c

Dimissioni

1506

Donda Augusto

Brescia 25/10/1942

25128 Brescia Via Pisacane 4

Dimissioni

3874

Feretti Giuseppe

Castegnato (Bs) 27/08/1947

25045 Castegnato (Bs) Via Moretto 51

Dimissioni

3158

Franchini Franco

Brescia 22/08/1950

25127 Brescia Q.re Abba Via VII 5

Dimissioni

1314

Gobbini Franco

Nuvolento (Bs) 08/11/1935

25080 Paitone (Bs) Via G. Mazzini 1

Dimissioni

5785

Guerrini Simone

Lovere (Bg) 24/09/1978

25040 Angolo Terme (Bs) Piazza Cle 11

Dimissioni

5189

Maestrelli Massimiliano Chiari (Bs) 07/05/1980

25030 Coccaglio (Bs) Via A. lunardi 57

Dimissioni

1658

Maffioletti Guido

Bergamo 10/03/1939

25010 S. Felice d. Benaco (Bs) Via Monte Croce 6

Dimissioni

4791

Marchetti Chiara

Montichiari (Bs) 14/03/1980

25012 Calvisano (Bs) Via Madre Teresa di Calcutta 38

Dimissioni

2056

Mattanza Giovanni

Sarezzo (Bs) 24/06/1949

25068 Sarezzo (Bs) Via 1850 13

Dimissioni

2163

Mazza Aldo Domenico Rovato (Bs) 29/05/1950

25038 Rovato (Bs) Via Porcellaga 15

Dimissioni

3167

Micheletti Enio

Ghedi (Bs) 03/08/1956

25024 Leno (Bs) Via Bravi 21

Dimissioni

4198

Miotto Alessio

Brescia 01/10/1971

25011 Calcinato (Bs) Via Mercanti 15

Dimissioni

954

Mor Gianfranco

Brescia 27/03/1935

25060 Collebeato (Bs) Via S. Francesco d’Assisi 7

Dimissioni

4958

Moretti Franco

Brescia 23/12/1947

25040 Monticelli Brusati Via S. Francesco d’Assisi 20

Dimissioni

2627

Natalini Bruno

Brescia 07/03/1950

25122 Brescia Via S. Faustino 10

Dimissioni

4707

Nodari Emilio

Chiari (Bs) 28/06/1975

25030 Comezzano Cizzago (Bs) Via don P. Rinaldini 11

Dimissioni

5051

Paderno Remo

Borgosatollo (Bs) 14/07/1945

25010 Borgosatollo (Bs) Via Pascoli 19

Dimissioni

4964

Pelizzari Ganbattista

Gardone V.T. (Bs) 12/03/1974

25065 Lumezzane (Bs) Via M. Zanagnolo 19

Dimissioni

3419

Perin Giovanni

Cornuda (Tv) 26/07/1940

25060 Polaveno (Bs) Via Paolo Peli 12

Dimissioni

4346

Sperolini Attilio Michele Lumezzane (Bs) 26/05/1971

25065 Lumezzane (Bs) Via S. Bonomi 9

Dimissioni

2291

Tedeschi Davide

Pian di Borno (Bs) 06/02/1952

25050 Piamborno (Bs) Via Giardino 10

Dimissioni

4560

Torcasio Adriano

Cividate al Piano (Bg) 02/04/1957

25036 Palazzolo s. Oglio (Bs) Via Dogane 20

Dimissioni

2143

Tosini Giacomo

Capo di Ponte (Bs) 15/09/1951

25044 Capo di Ponte (Bs) Via Nazionale 32

Dimissioni

1461

Vinci Emanuele

Brescia 16/08/1943

25123 Brescia Via Benacense 9/a

Dimissioni

5449

Visentin Daniele

Desenzano d. G. (Bs) 26/09/1973

25019 Sirmione (Bs) Via F.lli Bandiera 37

Dimissioni

1124

Zaila Giuseppe

Brescia 26/10/1935

25126 Brescia Via Vantini 8

Dimissioni

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1 - 109


Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 7 gennaio 2012 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

Motivo

1091

Brescia 24/05/1938

25069 Villa Carcina (Bs) Via Fucine 15

Decesso

Raza Bruno

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 30 gennaio 2012 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

Motivo

5602

Agosti Alessandra

Brescia 27/01/1977

25020 Poncarale (Bs) Via Gradenigo 11

Dimissioni

5739

Gatelli Luigi

Brescia 09/03/1980

25062 Concesio (Bs) Via Rodolfo da Concesio 19

Dimissioni

5569

Piazzola Marco

Brescia 22/02/1983

25040 Monticelli Brusati (Bs) Via Foina 9/f

Dimissioni

1877

Pirlo Antonio

Brescia 26/02/1946

25123 Brescia Via P. Boifava 20/a

Dimissioni

2134

Pola Andrea

Borgosatollo (Bs) 10/11/1946

25010 Borgosatollo (Bs) Via Gerole 13

Dimissioni

5407

Renica Luana

Brescia 25/08/1983

25062 Concesio (Bs) Via G. Galilei 37

Dimissioni

5416

Tinti Alfredo

Brescia 29/06/1981

25010 Montirone (Bs) Via Belleguardello 21

Dimissioni

2072

Zeccoli Emilio

Vertova (Bg) 11/06/1946

25011 Calcinato (Bs) Via G. Garibaldi 23

Dimissioni

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 5 marzo 2012 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

5820

Boffelli Marco

Manerbio (Bs) 11/09/1981

25020 San Gervasio Bresciano (Bs) Via Belvedere 7 Dimissioni

5901

Fettolini Romina

Lovere (Bg) 19/10/1980

25055 Pisogne (Bs) Via Panizze 6

Dimissioni

5538

Foresti Linda BattistinaPontoglio (Bs) 12/01/1971

25037 Pontoglio (Bs) Via F.lli Cervi 4

Dimissioni

5298

Gambazza Graziano

Chiari (Bs) 15/01/1979

25046 Cazzago San Martino (Bs) Via S. Bernardo 19 Dimissioni

5539

Guerrini Gianluca

Chiari (Bs) 30/07/1982

25030 Castrezzato (Bs) Via Rovato 8

Dimissioni

3620

Maccarinelli Luigi

Brescia 26/02/1947

25127 Brescia Via degli Antegnati 4

Dimissioni

6027

Nicolini Daniel

Gavardo (Bs) 16/06/1979

25085 Gavardo (Bs) Via Maggi 35

Dimissioni

5241

Pedrali Ilaria

Brescia 07/04/1976

25081 Bedizzole (Bs) Via Valpiana 50/A

Dimissioni

5916

Tononi Jessica

Gavardo (Bs) 27/10/1987

25070 Sabbio Chiese (Bs) Via Magno 13/C int. 3

Dimissioni

5716

Ussoli Diego

Brescia 31/12/1980

25127 Brescia Via Torricella di Sopra 3

Dimissioni

110 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/1

Motivo





2012

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Anno XXXVII N. 1 gennaio-febbraio 2012

Rivista bimestrale d’informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia

con la collaborazione dei Collegi delle province di

Cremona Lodi Mantova Sondrio


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