Sviluppo del territorio delle Alpi e degli Appennini

Valorizzazione e tutela del territorio delle montagne alpine e appenniniche Ottavio Alcinoo REGGIANI

Università degli studi Milano Bicocca Corso magistrale di laurea in Turismo Territorio e Sviluppo locale Politiche per lo Sviluppo Rurale Professoressa Matilde Ferretto

Gennaio 2021

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Indice

Introduzione Le Alpi al centro dell’Europa Gli Appennini al centro dell’Italia

Le iniziative di politica economica ● ● ● ● ● ● ● ●

Agroforestry, la via per uno sviluppo sostenibile Convenzione delle alpi e EU Strategy for the Alpine Region L’Unione Europea e lo sviluppo rurale L’ Alpe in Italia Politica di coesione Strategia nazionale per le aree interne Comunità montane ReStartApp, ReStartAlp

Le iniziative culturali ● ● ● ● ● ●

Università della Montagna IAM- Istituto di Architettura Montana Facoltà di scienze agrarie forestali e alimentari dell’Università degli Studi di Torino Progetto Alpe del FAI Slow Food Alp Food way

Le iniziative di tipo turistico ● ● ● ●

Touring Club Italiano Club Alpino Italiano Eco B&B e Albergo diffuso Cammini e antichi itinerari

Conclusione

Bibliografia/sitografia

Introduzione 2

Le Alpi, situate al centro del continente, hanno un forte potenziale sia per i loro abitanti che per l’intera Europa. Il loro patrimonio culturale, economico e naturale, che è unico al mondo, non deve essere perso, ma anzi deve essere valorizzato e tramandato alle generazioni future.

Gli elementi più significativi per il loro sviluppo sono costituiti non solo dalle risorse naturali, ma anche dalla loro popolazione che, con approccio creativo e innovativo, ha saputo adattarsi alle caratteristiche del loro aspro territorio. Nel corso dei secoli ha imparato a sfruttarne i vantaggi e a creare sempre più nuove opportunità, garantendo allo stesso tempo alle Alpi non solo di non restare isolate, ma di sviluppare un rapporto dinamico sia con le regioni limitrofe e che con quelle più distanti.

Le Alpi, nel mondo sono note principalmente per il turismo invernale, ma è necessario che diventino un modello di sviluppo sostenibile e di una diversa qualità della vita per le persone del XXI secolo.

La regione alpina può definirsi uno “spazio vivente in mutamento” a cui possiamo ispirarci per migliorare le nostre abitudini 1 e che dobbiamo sfruttare per rigenerare la mente e il corpo in modo salubre.

Il mio studio si occupa anche della catena montuosa che attraversa l’Italia, gli Appennini e di quella parte di territorio oltre i 600 metri che può essere definita montagna.

Specialmente in questo ultimo anno in cui abbiamo dovuto confrontarci con la pandemia del Covid-19 è utile riflettere su uno stile di vita diverso da quello della città e della pianura, più in sintonia con la natura.

Ma come è possibile rivedere le nostre abitudini, vivere e lavorare in montagna lontano dalle comodità e dai principali servizi?

Qui di seguito abbiamo analizzato alcuni progetti e programmi per il recupero e la valorizzazione di questi territori, non solo dal punto di vista economico sociale, ma anche turistico.

La politica economica dei vari stati che si affacciano sull’arco alpino, si è occupata, si dalla metà del 1900, di creare leggi mirate a contrastare l’abbandono delle terre alte, per evitare anche il degrado ambientale che ne consegue.

Gli organismi socio-culturali come le università, i centri studi e UNESCO si sono attivati per sensibilizzare il grande pubblico a preservarne la loro storia, le tradizioni, i loro prodotti e il loro stile di vita.

Le alpi al centro dell’Europa

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https://www.alpconv.org/it/home/ https://www.unisi.it/sites/default/files/03_abstract.pdf

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Il territorio montano rappresenta oggi più che mai un patrimonio di inestimabile valore per i numerosi benefici che apporta sul piano ambientale, sociale e culturale.

Le Alpi sono state percorse e attraversate fin dal Neolitico dalle popolazioni stanziate sia a nord che a sud di esse. Gli spostamenti erano favoriti dall’antica pratica della transumanza, dalla presenza e dallo sfruttamento dei giacimenti minerari, dalla necessità di scambiare materie prime, ma anche beni di prestigio e dal bisogno di intessere relazioni politiche e militari.

Migrazioni e incroci disegnano la storia movimentata del popolamento delle Alpi. La sua colonizzazione è un lento processo di adattamento e la formazione dei popoli alpini è frutto di una particolare mescolanza. Nel corso dei millenni gruppi di origine diversa hanno occupato, passo dopo passo, la montagna e hanno forgiato un modo di vita originale.

Dal punto di vista economico e demografico, le Alpi sono sempre state connesse alla vita della popolazione europea. Non si è mai formato un tipo di cultura peculiare alpina, perché le relazioni e l’influenza dei vari stati che le attraversano è sempre stata dominante. Si incrociavano e si scambiavano elementi di cultura germanica, latina e in parte slava. (nota prof Werner Baetzing di Norimberga) 2 Nel ventesimo secolo con la predominanza dell’ideologia liberista, l’economia di montagna è stata considerata debole e marginale, rispetto all’egemonia del modello di sviluppo della pianura. Quindi molti dei suoi abitanti si sono spostati verso il fondovalle e le città, dando origine a un vero e proprio spopolamento.

Tuttavia, da alcuni decenni si sente la necessità di un cambiamento. Da un’economia di tipo lineare si pensa di transitare verso un’economia circolare e sostenibile. Si è acquisita maggiore consapevolezza della necessità di valorizzare le Alpi e le loro tradizioni, rispettando l'aspetto sociale e naturale come fattore importante per generazioni future sia delle città che delle aree rurali.

Gli Appennini al centro dell’Italia La catena appenninica attraversa tutto lo stivale da nord a sud e al suo interno si ritrovano tutti gli elementi della tradizione e della cultura italiana. Per tanti anni hanno sofferto del fenomeno dell’abbandono di villaggi e paesi da parte dei suoi abitanti. Questo fenomeno rischia di far perdere tanta parte del nostro passato, così sono diventate sempre più urgenti misure che arginino questa tendenza.

Molti studiosi si sono attivati in tal senso e esistono molteplici progetti e finanziamenti sia a livello governativo italiano che europeo, che aiutano chi abita attualmente in montagna e chi vorrebbe ritornarci, anche contrastare il degrado ambientale generato dall’abbandono di paesi e terreni.

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https://www.archiv.geographie.uni-erlangen.de/remoter//data/wbaetzing/wba_Rundbrief2020.pdf 4

Agroforestry, la via per uno sviluppo sostenibile L’agricoltura rappresenta un settore economico di rilievo in aree montane spesso deprivate, contribuisce al conseguimento di obbiettivi attuali come la food security ed è fonte di lavoro e reddito.

Le zone montane spesso forniscono servizi agroalimentari che presentano un elevato grado di biodiversità. I metodi agricoli utilizzati e le tradizioni culinarie preservate si traducono anche in diversità culturale e fonte di identità nazionale.

Nell’economia di montagna sono importanti sia la coltivazione dei campi che la silvicoltura.

Il patrimonio forestale italiano copre circa 11 milioni di ettari pari al 36,2% dell’intera superfice nazionale. Le aree forestali italiane sono da decine di anni in forte espansione e sempre più consistenti in termini di biomassa e capacità produttiva. Questo patrimonio si concentra per circa il 53% nelle zone montane.

Le funzioni protettive delle foreste rivestono un ruolo importante nel nostro paese sia per la difesa del suolo dall’erosione diffusa e dalle frane, che per la conservazione delle risorse idriche.

Tuttavia, l’aumento della superfice boschiva è un segnale della tendenza generale all’abbandono delle aree rurali e montane italiane. È necessario però ristabilire un equilibrio tra le necessita di una agricoltura intensiva e il rispetto del valore eco sistemico del bosco. La moderna agro selvicoltura implementa la tradizionale integrazione tra alberi, colture erbacee e zootecnica estensiva nelle pratiche agricole correnti. Con ricerche sperimentali, ecofisiologiche e genetiche, il progetto di ricerca europeo AGFORWARD ha l’obbiettivo di integrare sistemi agroforestali tradizionali con pratiche colturali moderne.

Un tipo di coltivazione con prospettive di reddito interessanti è quella delle piante officinali e alimentari alpine. Ad esempio, le piante aromatiche sono coltivabili con un limitato uso di mezzi tecnici e sono sfruttabili in diversi settori produttivi che vanno dal cosmetico al medicinale, dall’alimentare all’ornamentale. 3

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http://www.pianetapsr.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1

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Convenzione delle alpi e EU Strategy for the Alpine Region La convenzione delle Alpi è il primo trattato internazionale al mondo che considera un’area montana transnazionale nella sua interezza geografica. È stata firmata dagli 8 paesi alpini: Austria, Francia, Germania, Italia, Svizzera, Liechtenstein, Slovenia, Monaco e dall’Unione Europea. È entrata in vigore nel 1995.

Essa si occupa della protezione e dello sviluppo sostenibile di queste montagne, che si trovano nel cuore dell’Europa e sono l’ambiente naturale, culturale, di vita ed economico per più di 14 milioni di persone e di un elevato numero di visitatori. Si tratta di uno strumento per la sostenibilità unico e giuridicamente vincolante, che mira a salvaguardare i sensibili ecosistemi alpini insieme all’identità culturali regionali, al patrimonio e alle tradizioni delle Alpi per le generazioni future.

Le parti contraenti cooperano tra di loro, al di la dei singoli confini nazionali, attraverso un programma di lavoro pluriennale. Gli obbiettivi generali e le norme di principio del trattato internazionale sono: la tutela delle persone e della loro cultura, l’adozione di misure per contrastare i cambiamenti climatici, la conservazione e valorizzazione della biodiversità e del paesaggio, la promozione della green economy e dei trasporti sostenibili.

Tra i promotori della convenzione vi è la CIPRA, Commissione Internazionale per la Protezione delle Api, un’organizzazione non governativa fondata nel 1952, il cui scopo è conferire maggior peso alla politica alpina a livello internazionale.4 La Macroregione alpina ha siglato nel 2013 l’accordo EUSALP, EU Strategy for the Alpine Region. Ne fanno parte i paesi alpini dell’Unione Europea, Svizzera, Liechtenstein, le regioni alpine italiane e le province autonome di Trento e Bolzano. 5 Oltre agli obbiettivi delle altre organizzazioni di cui sopra, EUSALP si occupa di rafforzare la cooperazione accademica dei paesi e delle regioni che ne fanno parte, di promuovere la piena occupazione, la competitività e l’innovazione facendo dialogare le aree montane con quelle urbane.

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https://www.cipra.org/it

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https://www.alpine-region.eu/ 6

L’Unione Europea e lo sviluppo rurale La politica agricola comune (PAC) sostiene la vitalità e la sostenibilità economica delle comunità rurali dell’Unione attraverso misure di sviluppo comune.

Mediante strategie e finanziamenti si vuole potenziare il settore agroalimentare e forestale dell'UE, la sostenibilità ambientale e il benessere delle zone rurali in generale.

I tre obiettivi di sviluppo a lungo termine per il periodo 2014-2020 sono: stimolare la competitività del settore agricolo, garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e l'azione per il clima, realizzare una crescita territoriale equilibrata delle economie e comunità rurali, compresa la creazione e il mantenimento di posti di lavoro.

Il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) è lo strumento di finanziamento della PAC che sostiene strategie e progetti e fa parte dei Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE).

Il bilancio del FEASR per il periodo 2014-2020 ammontava a circa 100 miliardi di euro. Durante questo periodo i fondi sono stati spesi mediante l'attuazione di programmi di sviluppo rurale che proseguiranno fino alla fine del 2023.

La cifra è distribuita in base alle seguenti sei priorità: promuovere il trasferimento di conoscenze e l'innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali, potenziare la redditività e la competitività di tutti i tipi di agricoltura e promuovere tecnologie agricole innovative e la gestione sostenibile delle foreste, favorire l'organizzazione della filiera alimentare, il benessere degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo, incoraggiare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale, preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alle foreste, promuovere l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali.

Ciascuna di queste priorità contribuisce alla realizzazione di obiettivi trasversali quali l'innovazione e l'ambiente, nonché la mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento ad essi.

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Attraverso gli strumenti finanziari, il FEASR funge da fonte per prestiti, micro crediti, garanzie e strumenti di capitale a disposizione dei beneficiari nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali, che intraprendono progetti sostenibili e compatibili con le priorità del FEASR. Molti fondi europei sono gestiti a livello statale e sono a fondo perduto, ad esempio con il 50% a carico delle istituzioni e il 50% da restituire a tasso agevolato. Spesso sono erogati per incentivare una nuova attività agricola da parte dei giovani che risiedono in zone rurali svantaggiate o in ritardo rispetto allo sviluppo del resto del territorio. Alcuni fondi sono distribuiti sotto il diretto controllo dell’Unione Europea e sono disciplinati da appositi bandi. Altri contributi sono gestiti a livello locale. Si tratta di forme di finanziamento a valere sui Programmi di Sviluppo Regionale (PSR 2014-2020) con cui le regioni italiane concorrono, insieme agli altri fondi strutturali e di investimento europei (SIE), alla realizzazione delle priorità della strategia “Europa 2020”, nel quadro dell’Accordo di partenariato tra lo Stato italiano e l’Unione Europea. 6

L’ Alpe in Italia L’UNCEM, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, da oltre 60 anni raggruppa e rappresenta i comuni e le comunità montane che si estendono su un bacino territoriale pari a 54% di quello nazionale e dove risiedono oltre 10 milioni di persone.

Si occupa della promozione e dello sviluppo dei territori montani attraverso una collaborazione con organismi nazionali, europei e internazionali. Sostiene una politica per la montagna che inserisca la sua popolazione in un più ampio processo di sviluppo perseguito a livello istituzionale. 7

Politica di coesione L’Agenzia per la coesione territoriale è una agenzia pubblica italiana, vigilata direttamente dal Presidente del Consiglio dei ministri, che ha l'obiettivo di sostenere, promuovere ed accompagnare programmi e progetti per lo sviluppo e la coesione territoriale.

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https://ec.europa.eu/info/food-farming-fisheries/key-policies/common-agricultural-policy/ruraldevelopment/country/italy_it 7

https://uncem.it/

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Istituita nel 2013 l'Agenzia fornisce supporto all'attuazione della programmazione comunitaria e nazionale (cicli 2007-2013 e 2014-2020), attraverso azioni di accompagnamento alle Amministrazioni centrali e regionali.

La politica di coesione è volta a colmare la differenza di sviluppo fra le regioni degli Stati membri dell’Unione Europea. È riconosciuta nei Trattati dell’Unione come bene pubblico europeo ed è stata accolta nella nostra costituzione nell’art. 119. È volta a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale in linea con gli Obbiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030

Strategia nazionale per le aree interne Fin dall’epoca del Fascismo vi erano stati in Italia interventi per favorire lo sviluppo socio-economico delle aree rurali e della crescita demografica attraverso il sostegno della famiglia. Mussolini aveva istituito il Commissariato per le immigrazioni interne, incaricandolo di agevolare il flusso migratorio dalle provincie del regno con popolazione sovrabbondante verso le provincie meno abitate del Mezzogiorno e delle isole. Le leggi del Duce contro l’urbanesimo restarono inapplicate perché il flusso migratorio dalle campagne verso le città aumentò costantemente fino all’inizio della guerra.

In Italia la SNAI rappresenta una politica nazionale innovativa di sviluppo e coesione territoriale che mira a contrastare la marginalizzazione e i fenomeni di declino demografico delle aree interne del paese. Strategia Aree interne nasce nel 2003 e sopravvive a vari governi. È un progetto ambizioso di governance locale multilivello per affrontare con approccio integrato la promozione dello sviluppo locale, le sfide demografiche e i bisogni dei territori caratterizzati da importanti svantaggi di natura geografica. Si occupa di territori fragili e distanti dai centri principali; si tratta dell’Italia più” vera” e anche più autentica, la cui esigenza primaria è quella di protervi ancora risiedere, oppure tornare.

La strategia nazionale investe sulla promozione e sulla tutela della ricchezza del territorio e delle comunità locali, valorizzandone le risorse naturali e culturali, creando nuovi circuiti occupazionali e nuove opportunità, cercando di contrastare l’”emorragia demografica”.

Come “Aree Interne” si intende la parte maggioritaria del territorio italiano caratterizzata da una significativa distanza dai centri di offerta dei servizi essenziali.

Le aree selezionate dalla SNAI sono 72, ne fanno parte complessivamente 1077 comuni con circa 2 milioni di abitanti. Si tratta di zone per lo più situate sulla dorsale alpina e appenninica. 8

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http://www.pongovernance1420.gov.it/it/progetto/la-strategia-nazionale-per-le-aree-interne-e-i-nuoviassetti-istituzionali/ 9

Nel 2014 è stato istituito il Programma Operativo Nazionale Governance e Capacità Istituzionale come strumento della politica di coesione 2014-2020 finanziato in parte dall’Unione Europea. Attraverso la sua strategia di intervento concorre al raggiungimento degli obbiettivi di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva definiti da Europa 2020.

Durante le interviste del progetto Alpe del FAI l’ex ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, ha ricordato che quando è stato istituito il PON Governance si sono portati i tecnici dei ministeri fuori da Roma.

Si volevano studiare le aree interne montuose, con lo scopo di creare progetti per valorizzare le foreste e la vita in montagna. Infatti, è importante rendersi conto in loco delle misure concrete da intraprendere per evitare l’abbandono delle terre alte e recuperare la loro originaria economia.

A livello regionale e provinciale esistono progetti di sovvenzioni per particolari settori.

Ad esempio, la Provincia Autonoma di Trento è la capo fila di un progetto comunitario di cooperazione transfrontaliera che porta il nome Alpinet- gheep che vede coinvolti 16 partners di altre regioni dell’arco alpino. La finalità del progetto è quella di rendere questa zona uno spazio economico e abitativo attraente e competitivo. Si vogliono sviluppare strategie transnazionali per il rafforzamento della produzione di carne, latte e derivati, lana e prodotti artigianali. 9 La provincia autonoma di Bolzano offre agevolazioni ai principali settori economici, artigianato, industria, commercio, servizi e turismo sia a fondo perduto che a tasso agevolato. 10

Comunità montane

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http://www.trentinoagricoltura.it/Trentino-Agricoltura/Settori2/Zootecnia/Ovicaprini http://www.provincia.bz.it/lavoro-economia/economia/agevolazioni.asp

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Le comunità montane sono unioni di comuni, enti locali costituiti fra comuni montani e parzialmente montani, anche appartenenti a province diverse, istituite per la valorizzazione delle zone montane e per l'esercizio associato delle funzioni comunali. 11 Sono enti territoriali locati istituiti con una legge del 1971 e disciplinati da una legge del 2000 Spettano alle comunità montane le funzioni attribuite dalla legge e gli interventi speciali per la montagna stabiliti dalla Unione europea o dalle leggi statali e regionali.

Le comunità montane adottano piani pluriennali di opere e progetti e individuano gli strumenti idonei a perseguire gli obiettivi dello sviluppo socioeconomico, ivi compresi quelli previsti dalla Unione europea, dallo Stato e dalla regione.12

ReStartApp, ReStartAlp Si tratta di due progetti finanziati dalla Fondazione Edoardo Garrone per sostenere i giovani imprenditori a favore dello sviluppo dei territori montani .

Nel 2014 la Fondazione ha dato vita a queste due iniziative per incentivare la nascita di nuove imprese nelle filiere produttive tipiche dell’Appennino, in territori ricchi di risorse e opportunità, ma troppo a lungotrascurati.

A partire dal 2016, grazie alla collaborazione della Fondazione Cariplo, vengono organizzati Campus per aspiranti imprenditori riservati a idee d’impresa e startup di under 40 provenienti da tutta Italia. Si vogliono coinvolgere attivamente le nuove generazioni nel rilancio delle più autentiche vocazioni produttive italiane, immettendo innovazione e contemporaneità nei processi e nei prodotti della tradizione.

Entrambi i progetti hanno il comune obbiettivo di realizzare una nuova “economia della montagna italiana”, stimolare sinergie e scambio di buone pratiche tra Alpi e Appennini, puntare sullo sviluppo delle eccellenze territoriali, valorizzando al contempo il “Made in Italy” e offrire sempre maggiore impulso ai “Green Jobs”.

Nel 2019 viene istituito il campus “ReStartApp per i cammini italiani”, dedicato alle imprese che vedono nella presenza di cammini e sentieri un motivo fondamentale di fruizione e valorizzazione dei territori montani e quindi un impulso strategico alla propria attività.

Ogni campus prevede un programma formativo di 10 settimane, articolato tra didattica, laboratori d’impresa, esperienze in azienda e viaggi studio. Al termine del percorso la Fondazione mette a disposizione 60 mila euro per l’avvio dei 3 migliori progetti.

Università della Montagna L’Università della montagna è un distaccamento dell’Università degli studi di Milano, fondata nel 1996, che ha sede a Edolo in Val Camonica. È un innovativo centro di formazione e di ricerca, specializzato nello studio e nell’analisi delle complessità del territorio montano.

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https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/istituzione/direzionigenerali/direzione-generale-enti-locali-montagna-e-piccoli-comuni/le-comunita-montane-1 12

https://www.agenziacoesione.gov.it/strategia-nazionale-aree-interne/

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Oltre al corso di studi triennale si occupa di sviluppare progetti regionali, nazionali e internazionali di valorizzazione della montagna.

Le attività di ricerca di UNIMONT e Ge.S.Di.Mont. promuovono la salvaguardia dell’habitat naturale e la crescita di nuovi stimoli tecnologici e scientifici fondamentali per il futuro delle popolazioni che abitano nelle zone alte. Tra le iniziative più recenti possiamo trovare Italian Mountain Lab, in linea con la Strategia Nazionale delle Aree Interne e la strategia europea Macro regionale Alpina EUSALP. Si prevede un laboratorio di alta formazione e ricerca a presidio delle montagne italiane, basandosi sul potenziamento delle esperienze esistenti e sulla collaborazione a livello nazionale e internazionale. Il progetto si occupa di ricerca e innovazione, trasferimento tecnologico, creazione e promozione dell’imprenditoria giovanile, green jobs, green economy e green communities, servizi ecosistemici, filiere ad alto reddito ed elevata sostenibilità ambientale, turismo sostenibile, cambiamento climatico, marketing territoriale, start up e imprese innovative.13

IAM- Istituto di Architettura Montana – Politecnico di Torino Il Politecnico di Torino attraverso l’Istituto di Architettura Montana, si occupa di ristrutturare e dare nuova vita ad antichi borghi spopolati. Con la valorizzazione degli edifici rurali, si vuole riportare le persone, i giovani e gli stranieri ad abitare la montagna. Non si tratta solo di conservare e tutelare l’esistente, ma di creare nuove comunità che producono in modo attivo. Le vecchie case, gli spazi dimenticati e considerati marginali vengono ristrutturati rispettando le caratteristiche della tradizione, gli antichi materiali e le tecniche di una volta. Si vuole conciliare il patrimonio storico con le nuove esigenze di vita e i bisogni della contemporaneità.

Fra i tanti progetti seguiti dal DAD- Dipartimento di Architettura e Design di Torino vi è stato il parziale restauro del paese di Ostana, alle sorgenti del Po sotto il Monviso.

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https://www.unimontagna.it/ 12

Facoltà di scienze agrarie forestali e alimentari dell’Università degli Studi di Torino Per lo sviluppo dell’economia della montagna vengono fatti studi anche all’interno delle facoltà di Agraria. Il professor Andrea Cavallero dell’università di Torino si è occupato di come far tornare in montagna il settore primario, organizzando meglio la pastorizia sui terreni alti. Partendo proprio dalla parola “Aulp”, che in celtico vuol dire pascolo, non bisogna dimenticare il rapporto erba e animali. Gli animali concimano i campi, si nutrono di un’erba migliore e producono latte e formaggi di qualità. Attraverso Associazioni fondiarie di sfruttamento di terreni in comune e con stalle di maggiori dimensioni si potrebbero fare progetti produttivi più redditizi e di ampio respiro, che attirerebbero nuove forme di socialità, anche per i giovani verso il lavoro e la vita in montagna.

Progetto alpe del FAI Il Fondo Ambiente Italiano ha istituito, nel Febbraio 2019, il Progetto Alpe dedicato alla tutela e alla valorizzazione delle aree interne montane del paese.

L’alpe è la terra montuosa caratterizzata da alpeggi dove si esercita il pascolo. Oltre la metà del territorio nazionale è Alpe, dalle Alpi agli Appennini e dai monti ai massici, isole comprese. Il mondo dell’Alpe unisce l’Italia e rappresenta uno dei suoi principali fattori identitari.

Il Progetto Alpe è il contributo del FAI alla conoscenza e allo sviluppo di quella parte dell’Italia trascurata e oggi in crisi, che custodisce un capitale eccezionale di natura e cultura che è un vero potenziale per il futuro.

Gli obbiettivi del FAI sono i seguenti: acquisire, recuperare, riattivare e offrire al pubblico una collana di beni situata lungo la dorsale italiana; tutelare e valorizzare i luoghi, le architetture e i paesaggi, ma anche la cultura e le tradizioni dell’Alpe; restituire i luoghi all’originario aspetto e alle originali funzioni, perché tornino a raccontare la loro storia e la loro identità; promuovere principi e pratiche della vita dell’alpe ad una conoscenza diffusa, nello scenario contemporaneo e aldilà dell’alpe, perché siano di insegnamento e ispirazione per le generazioni presenti e future

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Gli interventi del FAI prevedono il restauro di architetture e paesaggi, ma anche di pratiche di vita e di produzione, ripristinate secondo la storia e le tradizioni locali.

Si vuole che i luoghi possano ritornare a vivere e a produrre, a raccontare la loro identità attraverso una concreta riattivazione delle comunità e delle loro attività economiche.

Il FAI possiede e gestisce 6 beni che ricadono nelle terre alte delle aree interne del paese, dalle Alpi agli Appennini e nel 2019 se ne sono aggiunti altri tre.

1- Il primo bene del FAI acquistato in una zona rurale è il mulino Baresi, nelle Prealpi Orobiche in Val Brembana. Si tratta di un antico edificio risalente al 1672 che è stato in passato anche un forno, poi una casera e successivamente un laboratorio di fabbro. All’interno si conservano ancora un torchio per la spremitura delle noci, un mulino per le farine e un forno per il pane. Si tratta di un luogo di rilevanza storica, etnografica e antropologica. Il FAI attraverso una donazione ha operato il recupero e il restauro della casa e dei suoi macchinari, affinché la memoria in esso custodita non andasse perduta.

2 – Il Podere di Case Lovara si trova a picco sul mare nel parco delle Cinque Terre. Affacciato sul mar Ligure di levante è raggiungibile solo a piedi attraverso un sentiero panoramico. La proprietà del FAI si estende su 45 ettari, dove vi sono fabbricati rurali, aree boschive e macchia mediterranea. Con l’istituzione del Parco Nazionale delle Cinque Terre si era posto fine all’insediamento umano e la proprietà era stata abbandonata.

Il FAI attraverso una donazione ha ripristinato gli edifici e i terrazzamenti esistenti per coltivare ulivo, vite, alberi da frutto e orti. Il fabbisogno energetico del bene viene fornito per il 60% da fonti rinnovabili.

3 - Sull’altipiano della Sila, in Calabria, si conservano alberi alti fino a 45 metri, con un tronco largo 2 metri e dell’età straordinaria di 350 anni, testimoni delle antiche selve silane. Un bosco ultracentenario con oltre 60 esemplari di pini, larici e aceri montani piantati nel Seicento dai Baroni Mollo, proprietari del vicino Casino, donato al FAI nel 2016. La selva dei giganti della Sila fu sfruttata nei secoli dai pastori per estrarre dai tronchi una resina infiammabile come la pece. La famiglia Mollo, a metà del 1900 promosse l’istituzione dell’attuale Riserva Naturale Guidata Biogenetica allo scopo di studiare, conservare geneticamente e tutelare questo patrimonio storico-naturale di enorme valore. L’intervento dell’uomo, oggi, ha il solo scopo di lasciare che la 14

natura faccia il suo corso, e poter così osservare l’evoluzione naturale del bosco offrendo un ambiente spontaneo ad animali che vivono ormai in pochi altri luoghi del Paese.

All’interno del Progetto Alpe del FAI sono stati coinvolti molti specialisti tra cui professori universitari, ex ministri per la coesione territoriale, architetti, botanici, climatologi e sociologi. Queste eminenti persone hanno sottolineato l’importanza di salvaguardare la vita e la cultura della montagna con la sua storia e le sue tradizioni per le generazioni future. 14

Slow Food Nel 1986 Carlo Petrini fonda a Bra in provincia di Cuneo l’associazione Slow Food per la difesa e la divulgazione delle tradizioni agricole ed enogastronomiche. Nel suo statuto si propone di far acquisire dignità culturale alle tematiche legate al cibo e all’alimentazione; promuovere la pratica di una diversa qualità della vita nel rispetto dei tempi naturali, dell’ambiente e della salute dei consumatori; sollecitare l’attenzione dell’opinione pubblica verso le tematiche ambientali e in particolare verso la salvaguardia della biodiversità e delle tradizioni culinarie. 15 All’interno dell’organizzazione sono stati creati i presidi Slow Food che lavorano ogni giorno per salvare dall’estinzione razze autoctone, varietà di ortaggi e di frutta, pani, formaggi, salumi e dolci tradizionali. Gli aderenti si impegnano a tramandare tecniche di produzione e mestieri, si prendono cura dell’ambiente, valorizzano paesaggi, territori e culture.

Attraverso la tutela delle piccole produzioni di qualità, il progetto aiuta tante realtà agricole e pastorali che si trovano in montagna. Molti giovani sono rimasti o sono ritornati in villaggi a rischio di spopolamento; non si tratta solo di agricoltori o pastori, ma anche di ristoratori o di artigiani di qualità. Nel progetto, ad esempio, sono presenti studi di architettura specializzati nel recupero delle abitazioni tradizionali.

In tal modo si vorrebbe creare un’economia positiva in aree del paese non centrali e non attraversate dalle grandi arterie di comunicazione. 16

Alp Food way Il progetto AlpFoodway propone un approccio interdisciplinare, transnazionale e partecipativo al patrimonio culturale alimentare alpino. Il suo obbiettivo è di creare le basi per l’ottenimento del riconoscimento quale Patrimonio Culturale Intangibile UNESCO per la cultura alimentare alpina. Al suo interno si conduce un ampio lavoro di studio e di inventariazione delle filiere produttive, alla ricerca dei comuni denominatori che definiscono il patrimonio delle produzioni alimentari, accomunate da analoghi processi di trasformazione, saperi, tradizioni e rituali. Attraverso questa valorizzazione si intende preservare l’identità culturale alpina e al tempo stesso si vogliono garantire risorse economiche per lo sviluppo delle aree marginali.

AlpFoodway è finanziato nell’ambito del Programma Interreg Alpine Space 2014- 2020, un progetto transnazionale di “Cooperazione Territoriale Europea” che contribuisce alla strategia EU 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. 17

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https://www.fondoambiente.it/il-progetto-alpe-l-italia-sopra-600-metri/alpe/

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https://www.fondazioneslowfood.com/it/

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http://www.slowfood.it https://www.alpine-space.eu/projects/alpfoodway/en/home

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Touring Club Italiano TCI fondato nel 1894 si occupa di sviluppare il turismo, incentivando e sostenendo la scoperta delle bellezze artistico paesaggistiche meno note e frequentate. Si propone di educare i viaggiatori all’insostituibilità delle risorse e all’importanza di tutelarle per il tempo a venire. In particolare, per quanto riguarda la montagna, il TCI si è dedicato già a partire da inizio ‘900 della segnaletica stradale, della creazione di cammini e itinerari e dell’organizzazione di viaggi sostenibili e consapevoli. Svolge attività di formazione e consulenza a docenti e università e organizza convegni e incontri anche sul tema della montagna.18

Club Alpino Italiano Istituito nel 1863 si occupa di alpinismo, di studio delle montagne e della difesa del loro ambiente naturale.

Oltre all’escursionismo, alla gestione dei rifugi e del soccorso alpino, CAI si dedica alla sensibilizzazione sull’importanza del patrimonio naturale e culturale del territorio montano. Cerca di tutelare l’economia autoctona delle popolazioni residenti in contrasto con un turismo spesso aggressivo e devastante. Attraverso la formazione vuole sensibilizzare i più giovani su i valori di una “controcultura” vera e genuina lontana da quella artificiale imposta dai media. La sua missione è quella di far capire la necessità di pratiche virtuose sull’uso sostenibile del territorio montano.

Recentemente il CAI ha pubblicato uno studio sul futuro della montagna e della sua economia, secondo il quale la dipendenza dal solo turismo sciistico rende fragile la montagna, poiché l’ampliamento degli impianti di risalita non porta necessariamente maggior reddito alle popolazioni delle terre alte. 19 Il CAI si impegna anche al ripristino del Sentiero d’Italia, un progetto che ha lo scopo di unire tutte le regioni con un unico itinerario. Attraverso la percorrenza a piedi si vogliono far scoprire gli straordinari territori che il paese offre appena si abbandona la strada asfaltata. Il sentiero si sviluppa lungo l’intera dorsale appenninica, isole comprese e sul versante meridionale delle Alpi, per una lunghezza di oltre 6 mila km. Grazie al contributo delle sue Sezioni che ne hanno individuato nel dettaglio il percorso, i posti tappa e la segnaletica

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https://www.touringclub.it/ https://www.cai.it/

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si è riusciti a concatenare moltissimi sentieri contrassegnati con i colori bianco e rosso e la dicitura “S.I” nell’ottica del cammino lento.

Sentieri d’Italia

Ecobnb e Albergo diffuso Alla fine degli anni ’70, a seguito del terremoto che aveva colpito il Friuli, molte zone erano state danneggiate dalla calamità e vi era la necessità di ricostruire tutto da capo. L’albergo diffuso è nato proprio dall’idea dell’utilizzo a fini turistici delle case vuote ristrutturate con i fondi del post terremoto. Il progetto dell’albergo diffuso ha permesso di riadattare edifici rurali che sono diventati case in affitto per le vacanze. Gli alloggi si trovano spesso in borghi caratteristici, immersi in una natura sovente incontaminata con ritmi di vita a volte ancora autentici, dove si possono gustare prodotti tipici con il sapore e il gusto delle tradizioni.

Il modello dell’“albergo diffuso” è stato messo a punto da Giancarlo Dall’Ara, docente di marketing turistico.

La gestione della struttura ricettiva è unitaria ed è sviluppata orizzontalmente. Le unità abitative sono dislocate in più edifici separati e preesistenti, di solito all’interno di un centro storico abitato. Dall’inizio degli anni ’80 l’idea ha avuto successo e si sono recuperati antichi fienili, laboratori e abitazioni, mantenendo di solito una reception unica e una sala colazione centralizzata. Questa forma di ospitalità risponde alla crescente domanda di un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente ed è anche un’occasione per catalizzare eventi sociali e culturali, come corsi di cucina e vendita dei prodotti tipici del luogo.

Ad oggi vi sono 130 alberghi diffusi in Italia, la cui influenza culturale è stata importante anche perché si sono incentivate altre forme di ospitalità che ne riprendono la filosofia gestionale, come gli eco- B&B. Molti paesi

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e zone dimenticate di montagna, lontani dai circuiti turistici classici, in tal modo si sono fatti conoscere nel mondo, facendo ritornare la vita e le attività. 20

Cammini e antichi itinerari Negli ultimi anni è diventato sempre più frequente il viaggio a piedi e molte persone hanno riscoperto come camminare faccia bene alla mente e allo spirito. Si parte a piedi con lo zaino in spalla e si va per boschi e sentieri scoprendo vie secondarie e luoghi quasi incontaminati.

Il cammino più famoso è quello di Santiago de Compostela, una vera esperienza di vita e crescita spirituale.

In Italia il cammino più importante e antico è rappresentato dalla Via Francigena, che connetteva Canterbury a Roma. Un altro percorso è la Via degli Dei che parte da Bologna e arriva a Firenze, attraversando l’Appennino Tosco-Emiliano.21 Molto importante è anche La Via della Transumanza, un antico itinerario pastorale che fino a mezzo secolo fa si percorreva per lo spostamento delle greggi, attraversando valli, antichi borghi e piccoli centri. Si tratta di 244 km di strade verdi che scendono dalle montagne dell’Abruzzo fino a Foggia in Puglia. 22 I camminatori e i turisti possono cosi scoprire posti nuovi lontani dalle città e dalle autostrade. Si dorme in locande e si mangia in trattorie in mezzo alla natura, nel silenzio, immergendosi quasi nel passato e nella storia. Si tratta di un turismo sostenibile, che non inquina, che permette di gustare prodotti locali, fare esperienze e conoscere persone diverse dal quotidiano.

Antichi percorsi e borghi dispersi, che non erano presenti nelle guide turistiche di un tempo, anche grazie a internet, hanno acquistato vita e un poco di notorietà.

Conclusioni Per concludere possiamo dire che negli ultimi decenni è stato fatto molto per la tutela e la valorizzazione delle nostre montagne. A partire dal secondo dopoguerra tanti borghi erano stati abbandonati, perché gli abitanti si erano trasferiti in pianura o in fondo valle, alla ricerca di una vita più comoda e più redditizia. Il fenomeno nel corso degli anni era diventato sempre più importante, mettendo a rischio antichi mestieri, tradizioni secolari, abitazioni tipiche e tutto l’ecosistema montano.

A livello politico, sia italiano che europeo si è preso coscienza del problema e si sono avviati studi mirati e politiche ad hoc. La Convenzione delle Alpi e EU Strategy for the Alpine Region mirano a salvaguardare i sensibili ecosistemi alpini insieme alle identità culturali regionali, al patrimonio e alle tradizioni delle Alpi per le generazioni future. In Italia, l’Agenzia per la coesione territoriale ha l'obiettivo di promuovere programmi e progetti per lo sviluppo e la coesione territoriale nelle zone disagiate; organismi privati come il Fondo Ambiente Italiano, il Touring Club Italiano e il CAI sono attivi nella tutela della vita in montagna. Attraverso il movimento dello Slow Food, l’istituzione degli alberghi diffusi e il rispristino degli antichi cammini si vuole

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https://www.alberghidiffusi.it/

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https://www.viaggiatorisidiventa.it/

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https://www.turismo.beniculturali.it/home-cammini-ditalia/ 18

riportare le persone ad abitare, a lavorare e a visitare le zone montane, lontane dai servizi e dalle principali vie di comunicazione.

Ci auspichiamo che queste politiche e queste iniziative continuino nella sensibilizzazione del pubblico e dei giovani in particolare, sulla necessità di non perdere le antiche tradizioni della vita in montagna e di preservarne l’ecosistema.

Sitografia

https://www.alpconv.org/it/home/ https://www.cipra.org/it https://www.alpine-region.eu/ https://www.fondoambiente.it/il-progetto-alpe-l-italia-sopra-600-metri/alpe/ https://uncem.it/ tabella e foto http://www.pongovernance1420.gov.it/it/progetto/la-strategia-nazionale-per-le-aree-interne-e-i-nuoviassetti-istituzionali/ https://www.agenziacoesione.gov.it/strategia-nazionale-aree-interne/ http://www.pianetapsr.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1 https://www.unimontagna.it/ https://www.alpconv.org/fileadmin/user_upload/Publications/RSA/RSA3_summary_IT.pdf https://www.archiv.geographie.uni-erlangen.de/remoter//data/wbaetzing/wba_Rundbrief2020.pdf https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/istituzione/direzionigenerali/direzione-generale-enti-locali-montagna-e-piccoli-comuni/le-comunita-montane-1 https://ec.europa.eu/info/food-farming-fisheries/key-policies/common-agricultural-policy/ruraldevelopment/country/italy_it https://www.pmi.it/economia/finanziamenti/332458/fondi-europei-per-lagricoltura-stanziamenti-eaccesso.html http://www.viverelamontagna.ch/wp/magazine/?p=4308 https://www.touringclub.it/ https://www.cai.it/https://www.cai.it/ http://www.slowfood.it https://www.fondazioneslowfood.com/it/ https://www.alpine-space.eu/projects/alpfoodway/en/home https://www.alberghidiffusi.it/ https://www.viaggiatorisidiventa.it/ 19

https://www.turismo.beniculturali.it/home-cammini-ditalia/ https://www.lalpe.com/ http://www.trentinoagricoltura.it/Trentino-Agricoltura/Settori2/Zootecnia/Ovicaprini http://www.provincia.bz.it/lavoro-economia/economia/agevolazioni.asp https://scuolaambulantediagricolturasostenibile.wordpress.com/2018/10/31/fai-il-terzo-figlio-e-ti-facciocontadino/ https://areeweb.polito.it/ricerca/IAM/?page_id=153 https://www.youtube.com/watch?v=d_Zi8PQ__Ak intervista al Professor Andrea Cavallero FAI https://www.unisi.it/sites/default/files/03_abstract.pdf

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