Guida all’utilizzo della Denominazione di Origine Pinot nero in Oltrepò Pavese

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volume PINOT NERO

26-11-2008

15:30

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O.P. Pinot nero

Scelte genetiche

Si consigliano cloni dall’elevata specificità, caratterizzati da basso o medio vigore, da elevata potenzialità nella produzione degli zuccheri e del quadro polifenolico. Si privilegia una selezione policlonale in vigneto in modo da attenuare le alternanze dettate dall’annata e garantire un elevato e stabile tenore alcolico accompagnato da struttura e intensità di colore. Tra i cloni francesi da adottare per la produzione di un rosso giovane i 113, 375, 829; per un rosso di media struttura i 114, 115, 459, mentre per rossi strutturati si consigliano i 165, 777, 828, 927, 943. Tra i cloni italiani Lb 9, Lb 4, SMA 185, MIRA 95-3131, MI-MIRA 98-3140 e VCR 9. Tra i portinnesti si consigliano: 101-14, 161-49, SO4 e 110R.

Modello viticolo

Per esaltare l’attitudine del territorio ad una vinificazione in rosso si consiglia una maggior densità di impianto (circa 5000 ceppi/ha) con forma di allevamento a Guyot e attuare potature corte con 12 gemme totali sul tralcio di rinnovo. Privilegiare le esposizioni più assolate e calde.

Per ridurre gli effetti della vigoria derivata dall’elevata piovosità media, si propone di impostare una strategia con un inerbimento artificiale abbinato a lavorazioni o diserbo sotto fila; questa pratica potrebbe anche favorire un anticipo di maturazione e una maggiore uniformità tra gli anni. Si consiglia un inerbimento maggiormente competitivo costituito da graminacee (Festuca arundinacea) o dal prato Gestione del suolo spontaneo. Se il livello di competizione del prato spontaneo o della Festuca risultassero eccessivi si può sostituirli con Poa pratensis e Festuca ovina. In caso di annate particolarmente siccitose si consiglia una lavorazione a file alternate con rottura del cotico erboso nel periodo di fine primavera (giugno) tramite estirpatore o zappatrice. Porre particolare attenzione nelle aree di raccordo mal drenate nelle quali è utile aumentare il drenaggio con l’ausilio degli aratri talpa o ripper lavorando con terreni asciutti. Si consiglia una riduzione delle unità Azoto ettaro del 10% rispetto alle normali dosi di restituzione.

Gestione della pianta

Consiglio enologico

Gli interventi di gestione in verde devono iniziare con la scacchiatura dei germogli (lunghezza germoglio: 15-20 cm). Si consiglia di effettuare una sfogliatura post-invaiatura dal lato meno esposto al sole (nord o est) mentre in annate particolarmente afose e soleggiate, specialmente nei versanti meglio esposti e nel fondo valle, con elevati tenori di umidità, si consiglia di non sfogliare mantenendo il grappolo coperto. In alternativa si può effettuare una sfogliatura precoce per ridurre l’allegagione e ottenere grappoli più spargoli e resistenti alle scottature. La cimatura è da effettuarsi in post-allegagione e, insieme alla scelta di portinnesti poco vigorosi e alla competizione con il prato, dovrebbe essere sufficiente per mantenere un equilibrio vegeto-produttivo idoneo allo scopo enologico prefissato. Adottando il sistema di allevamento consigliato si dovrà effettuare, sia per rientrare nei limiti imposti dal disciplinare che per stabilire un ottimo rapporto tra uva prodotta e superficie fogliare fotosintetizzante, un diradamento dei grappoli avendo cura di eliminare i grappoli distali. Avere cura di raccogliere i grappoli in piena maturazione. Per una maggiore estrazione dei composti nobili dalle bucce è indicato effettuare una macerazione a freddo pre-fermentativa. Non effettuare macerazioni troppo prolungate per evitare di estrarre troppi tannini “verdi” ed eventualmente sottrarre i vinaccioli in macerazione se il vino tende a diventare troppo astringente. Alla fine della fase fermentativa lasciare alzare la temperatura per aumentare l’estrazione. È indicato l’utilizzo della microssigenazione per la stabilizzazione del colore tra la fine della fermentazione alcolica e l’inizio della malolattica e in fase di affinamento.

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