Elitism Florence & Tuscany ::. issue 18

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issue n° 18 April - May - June 2022

www.readelitism.com

F L O R E N C E & T U S C A N Y

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PERSONE TERRITORI VALORE


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PHOTO CREDITS Giulia Vezzosi TRANSLATIONS NTL traduzioni PRINTING IGV s.r.l. - Piazza Nasoni, 4 San Giovanni Valdarno (AR) PUBLISHER F Society SAS Via del Leone 37, Firenze p.iva 06722440481 Aut.Trib. - Firenze N. 6048 del 14 Aprile 2017 WRITE US AT General: info@readelitism.com Advertising: adv@readelitism.com ONLINE CONTENT www.readelitism.com

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readelitism.com

CONTRIBUTORS Cinzia Azzerboni, Serena Becagli, Sabrina Carollo, Marta Matteini, Cristina Tedde, Rubina Tuliozi

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DESIGN + COVER Sally Studio

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In partnership with: Windows On Italy Doorways to Italy Apartments Florence Family Apartments Madeinitaly Holiday Home Dot Florence bb Charme Suite Florence FLOspirit Holiday Itaco Florence Concierge What about a house in Florence? Florence Luxury Rent Incredible Tuscany haloria.com Acacia Firenze www.torremannellisuites.it

VICE - EDITOR Francesca Cellini

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“Twenty years from now you will be more disappointed by the things you didn’t do than by the ones you did do. So throw off the bowlines, sail away from the safe harbor. Catch the trade winds in your sails” - Mark Twain –

EDITOR Francesca Querci

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ELITISM FLORENCE There’s beauty all around you Issue n° 18 April | May | June 2022 Quarterly ~ Florence ~ Italy

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Perché abbiamo scelto come cover il testo della canzone di Jackie De Shannon? Perché la risposta alla domanda "what the world needs now" dopo due anni di avvenimenti che ci hanno messo un pò tutti alla prova, è una soltanto: LOVE, AMORE. Che dentro ne racchiude altre mille, di parole, di sensazioni, di emozioni, di desideri. Avremmo forse bisogno di essere un pò tutti coccolati e rassicurati, che da Pasqua in poi ci saranno solo notizie fantastiche e niente più restrizioni. Niente guerre. Nessun attacco. Nessuna mancanza di rispetto alle vite, umane e animali. Utopia? Forse. Beh, nel frattempo, la nostra redazione, tutta al femminile, vuole essere per voi che ci leggete e sostenete con i vostri complimenti, una boccata d'aria fresca. Respirate a pieni polmoni e riprendete l'energia persa. Concentratevi su tutto ciò che avete, su tutto ciò che abbiamo. Posti meravigliosi da scoprire e preservare come Il Padule di Fucecchio con le sue biodiversità o la Riserva del Lago di Massaciuccoli. Che dire poi dei panorami mozzafiato del Mugello, della Lunigiana e del Chianti? E quanta bellezza da ammirare ancora e per sempre davanti alle opere di Donatello a Palazzo Strozzi e di Oscar Ghiglia a Palazzo Medici Riccardi. Un tuffo nelle meraviglie del Centro Pecci di Prato, suggerimenti culinari vegan nella rubrica "Go Vegan" e altri 3 fantastici ristoranti tutti da provare nella sezione "Where to Eat". Ben due new entry d'eccezione, Rubina Tuliozi con la sua "Rare Mete" ci racconta una Toscana tutta da scoprire e la super Sabrina Carollo vi racconterà e vi farà capire quanto è bello rispettare la Natura ed essere in armonia con l'ambiente che ci circonda. La Primavera è ormai arrivata. Inspirate, espirate..inspirate, espirate. Noi siamo qui con Voi! Come sempre. Buona lettura.

Le informazioni diffuse hanno finalità divulgative, le fonti utilizzate riflettono le esperienze e le opinioni degli Autori. I link citati e le immagini tratte da altri siti sono proprietà dei rispettivi Soggetti. L’Editore, che ha posto ogni cura nel citare correttamente la fonte, si dichiara disponibile a pubblicare eventuali rettifiche per involontarie citazioni improprie. L’Editore e gli Autori di Elitism declinano ogni responsabilità per uso improprio delle informazioni riportate o da errori relativi al loro contenuto.



F L O R E N C E

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T U S C A N Y

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p. 10+11

UFFIZI TREASURES Il Rosso Fiorentino

p. 14 + 15

MUGELLO riparti dalla bellezza

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p. 12+13

OSCAR GHIGLIA a Palazzo Medici Riccardi

4

p. 18 + 19

3

STRADE BIANCHE del Chianti

p. 16 + 17

Rare Mete con Rubina Tuliozi: LA VIA SACRA

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p. 20 + 21

Sabrina Carollo vi racconta di "FELICITÀ IN BORSA"

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p. 24

MALÙ LAB per rigenerarsi

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p. 22 + 23

DONATELLO a Palazzo Strozzi

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DRYPHOTO raccontato da Serena Becagli

p. 28 + 29

GO VEGAN with us

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p. 36 + 37

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LA ROJAS alla Crumb Gallery

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p. 38 + 39

con tents readelitism.com

p. 34 + 35

Il CENTRO PECCI a Prato

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p. 40 + 41

Il PADULE di Fucecchio

La LUNIGIANA

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p. 32 + 33

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p. 44 + 45

p. 46 + 47

L'OASI LIPU tutta da scoprire

DOVE MANGIARE a Firenze

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p. 48 + 49

SENTIMENT OF BEAUTY Nel paesaggio dell'arte






Uffizi treasures Giovanni Battista di Jacopo, soprannominato Rosso Fiorentino, per il colore della sua capigliatura, si formò nella bottega di Andrea del Sarto accanto al Pontormo suo coetaneo. Questo dipinto gli fu commissionato nel 1518 dal certosino Leonardo Buonafede, rettore dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, per onorare il lascito testamentario di Francesca de’ Ripoi, vedova catalana morta a Firenze l’anno prima. La grande pala doveva essere collocata sopra un altare della chiesa di Ognissanti dove la vedova era stata sepolta. Secondo il contratto di allocazione il dipinto avrebbe dovuto raffigurare la Vergine col Bambino fra i santi Giovanni Battista, Benedetto (omonimo del padre della vedova), Leonardo (omonimo del committente) e Girolamo. Il pittore s’impegnava a consegnare l’opera entro il giugno di quello stesso anno, ma a lavoro ultimato il committente non si dichiarò soddisfatto e l’opera fu relegata nella chiesa di Santo Stefano a Grezzano. Secondo quanto racconta il Vasari Leonardo Buonafede riteneva la pala “abbozzata” e lamentava la sconvenienza e la bizzarria dei santi che parevano diavoli dalle “arie crudeli e disperate”. La disputa tra il pittore e il committente ebbe

anche conseguenze giudiziarie, poiché Rosso Fiorentino chiamò in causa il Buonafede per avergli trattenuto nove fiorini sul compenso pattuito che ammontava a venticinque. La diversa destinazione del dipinto ne spiega anche il discostamento dall’iconografia iniziale. Le indagini effettuate sull’opera hanno infatti rivelato l’esistenza di una versione precedente al di sotto di quella attuale. San Leonardo fu trasformato in Santo Stefano, a cui la chiesa di Grezzano era intitolata, sostituendo gli attributi del santo, inserendo la pietra sulla fronte anziché i ceppi del martirio. San Benedetto fu invece mutato in Sant’Antonio Abate aggiungendo il segno del Tau sul saio da frate. Gli altri due santi ai lati della composizione sono San Giovanni Battista e San Girolamo, accomunati dall’esperienza della penitenza nel deserto. Le critiche del Buonafede al dipinto riecheggiano nella figura di San Girolamo, il cui corpo scheletrico, il volto emaciato ed arcigno, le mani grifagne incarnano lo spirito inquieto e anticlassico della prima fase del Rosso. L’austerità della composizione è stemperata dai due teneri angioletti che siedono sui gradini del seggio della Vergine, assorti nella lettura delle Sacre Scritture.

FLORENCE Gli Uffizi www.uffizi.it > Rosso Fiorentino - Pala Spedalingo - 1518 - Pittura

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Oscar Ghiglia Gli anni di Novecento Firenze Museo di Palazzo Medici Riccardi a cura di Leonardo Ghiglia, Lucia Mannini e Stefano Zampieri 7 aprile –13 settembre 2022

Paulo al cutter (1919) - Olio su tela, cm. 63x63 12 readelitism.com


Vecchio poncho, 1924 - Olio su cartone, cm. 65x51

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alazzo Medici Riccardi ospita, dal 7 aprile al 13 settembre 2022, la mostra “Oscar Ghiglia. Gli anni di Novecento”, a cura di Leonardo Ghiglia, Lucia Mannini e Stefano Zampieri. Promossa da Città Metropolitana di Firenze e organizzata da MUS.E in collaborazione con l’Istituto Matteucci di Viareggio, l’esposizione offre al pubblico la possibilità di conoscere e apprezzare le opere di un grande artista del Novecento italiano di radice eminentemente toscana, eppure profondamente legato alle vicende artistiche europee del suo tempo. Oscar Ghiglia (1876-1945), nasce e cresce a Livorno, scegliendo Firenze come città di sviluppo artistico. Con lo sguardo fermo sugli insegnamenti di Giovanni Fattori e il pennello pronto ad accogliere le novità d’Oltralpe - prima fra tutte la pittura di Cézanne - l’artista matura una qualità pittorica altissima, quasi eletta. Distante dalle mode del mercato e dalle grandi esposizioni nazionali e internazionali, l’opera di Ghiglia conosce una riscoperta a partire dagli anni Sessanta e Settanta del Novecento, che prosegue nei decenni successivi e che conosce un particolare rilievo con le due mostre a lui dedicate nel 1996 a Livorno e a Prato e con una più recente esposizione tenutasi a Viareggio nel 2018. “Oscar Ghiglia. Gli anni di Novecento” si inscrive quindi nell’affascinante percorso di ricerca intorno a questo artista, ponendo in questo caso l’attenzione sugli anni di Novecento, nei quali il pittore raggiunge esiti di eccezionale qualità: basti ricordare La modella (1928-29), assunta a icona di questa mostra, a fianco dei meravigliosi accordi compositivi, cromatici e poetici sviluppati dal pittore nelle sue nature morte e nei suoi ritratti.

Autoritratto, 1920 - Olio su tela, cm. 80x80

L’esposizione, che ci porta come per magia indietro nel tempo, ai primi decenni del Novecento, propone oltre cinquanta opere di Oscar Ghiglia, provenienti da prestigiose collezioni private, tra le quali si annovera appunto l’Istituto Matteucci, e da importanti musei pubblici, fra cui la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, presentate secondo una narrazione che intreccia temi e cronologie: La “poesia muta”, eppure fremente di vita, di Ghiglia, ha un fascino intenso tanto sui conoscitori d’arte quanto sul grande pubblico, invitando, pur a cent’anni di distanza, a una riflessione profonda sulla natura e sul tempo del nostro vivere.

Palazzo Medici Riccardi V i a C a m i l l o C a v o u r, 3 7 aprile – 13 settembre 2022 Aperto tutti i giorni 9.00-19.00 Chiuso il mercoledì Per info e prenotazioni tel: +39 055-276 0552 mail: info@palazzomediciriccardi.it www.palazzomediciriccardi.it

Tavola imbandita, 1908 - Olio su tela, cm. 55x79 readelitism.com 13


Mugello RIPARTI

DALLA

BELLEZZA

I n b i c i e a p i e d i , i n t u t t e le s u e d e c l i n a z i o n i

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onta in sella alla tua bici e scopri i castelli medicei, conosci l’artigianato tipico e gusta i piatti genuini. Con la tua fedele bici da corsa, con la rodata mountain bike o con la tua nuova e-bike. Parti dall’Autodromo Internazionale del Mugello e partecipa alla gara “Granfondo del Mugello La Via Del Latte” che si svolgerà domenica 26 giugno 2022, scegliendo tra 4 percorsi. E con il percorso permanente “Granfondo del Mugello”, puoi percorrere i 120 km in ogni momento dell’anno, con i tuoi tempi e le tue modalità preferite: iscriviti su mugellotoscanabike.it, parti, ottieni i timbri sulla tua road map e all’arrivo potrai ritirare un gadget ricordo del Mugello.

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Ma se sei amante della corsa, domenica 24 aprile 2022 è la data da cerchiare in rosso sul calendario. Perché arriva l’edizione 2022 dell’Ultra Trail Mugello la gara “100% natura” che si corre nello splendido e affascinante contesto ambientale. Iscriviti su ultratrailmugello.it Adesso rigenerati, riparti dalla bellezza. www.mugellotoscana.it

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La Via

Sacra

RARE METE L’ A R T E D E L L A S C O P E R T A CON RUBINA


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coprire Firenze sembra un impossibile esercizio di retorica. Ipnotizzati dalle icone non riusciamo ad andare in profondità, non capiamo dove siamo, cosa è Firenze? Perché proprio qui ci sono la Cupola del Brunelleschi, il David di Michelangelo e la Primavera di Botticelli? Quello che intraprenderemo con questa rubrìca è un lento accerchiamento delle icone fiorentine, senza parlare di loro. Percorreremo itinerari poco battuti, che dalle antiche Porte Maestre della cinta muraria medievale ci portano in quartieri dal carattere popolare, ricchi di fatterelli e “piccole storie”. Qualsiasi scalata al cielo d’altronde non può che cominciare dal basso. Se sostiamo per un attimo in Piazza della Libertà e voltiamo il nostro sguardo verso sud sarà come aver posto il nostro occhio sull’oculare di un cannocchiale. Due fornici a tutto sesto, quello barocco dell’Arco Trionfale Lorenese e quello possente e scabro della medievale Porta San Gallo, conducono lo sguardo verso una feritoia, una stradina stretta e tortuosa. E’ da lì che entreremo a Firenze. Tutto sembra immobile e silenzioso in Via San Gallo, ma se si alza lo sguardo dal lastricato in pietra serena e si inizia a farlo scorrere sugli edifici che la costeggiano troviamo segni, stemmi, facciate di chiese ed elementi architettonici che ci raccontano di un tempo lontano. Se poi indaghiamo un poco si scopre che appartengono a monasteri, spedali e chiese medievali, siamo quindi su di una “Via Sacra” ed in effetti è così che popolarmente veniva chiamata questa strada. Se facciamo due conti scopriamo che gli edifici religiosi in questo breve tratto di soli 500 metri erano almeno una decina ognuno di essi con storie affascinanti, alcune grottesche. Ma la cosa che più colpisce, e suscita grande interesse per la sua singolarità, è che la maggior parte di questi edifici appartenevano a congregazioni ed ordini religiosi femminili. Superato il primo tratto la strada si allarga un poco e ci troviamo di fronte ad un palazzone alto e ben disegnato, è la Questura di Firenze! Ma doveva certo esser altro nel passato sennò non si spiega quell’ampio loggiato e quello stemma con l’Agnus Dei. La sua storia è in effetti davvero sorprendente, fu uno dei quattro ospedali trecenteschi più importanti di Firenze ed ebbe vita

lunga. L’Ospedale di San Giovanni Battista detto di Bonifacio, nel Settecento con i Lorena al governo della Toscana, fu trasformato in moderno ed esemplare ospedale psichiatrico ed è certo a questo che la tradizione si riferiva con il detto “andare a bonifacio” per dire di aver perso il capo! Tra antiche chiese, spedali e monastere stupisce incontrare un palazzo rinascimentale da signore vero e proprio, ma a dir il vero il suo stile è assai diverso dai suoi illustri fratelli fiorentini. Siamo di fronte al Palazzo Pandolfini progettato niente meno che da Raffaello in persona, così almeno ci racconta il Vasari. E ben sappiamo che Raffaello è romano sia nell’animo che nel tratto e quindi quel che abbiamo di fronte è sì un esempio di architettura rinascimentale, ma “alla romana”. Siamo ormai giunti in prossimità del centro di Firenze, troppo vicini alla casa del David di Michelangelo per continuare il mio racconto. Non vorrei disturbare sua maestà con futili e semplici racconti e allor mi taccio, senza però lasciarvi con un’ ultimo pensiero rivolto alla mia città; Firenze non sta solo negli straordinari musei o nella sua prodigiosa ricchezza monumentale, ma anche e forse soprattutto, in una stratificazione di tempi, luoghi e scenari d’inesauribile interesse. È un teatro del mondo affollato di personaggi, storie, imprese ineguagliabili che hanno bisogno di una guida accorta e curiosa per riaffiorare. readelitism.com 17


Strade bianche L A

S T O R I A

D E L C H I A N T I P A S S A D A Q U I


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n patrimonio da condividere, valorizzare tutelare nel cuore della natura toscana dove il ritorno alle origini si fonde alla riscoperta di tesoro unico al mondo: le strade bianche del Chianti. Percorsi nati e cresciuti in campagna che parlano del passato, della storia, delle usanze agricole e pastorizie, occasioni e opportunità di vivere l’esperienza Chianti, a piedi, a cavallo, in bicicletta, per sperimentare un modo diverso di viaggiare ed esplorare l’anima della collina partendo dal suo passato e dalle sue radici. Il valore e la funzione delle strade bianche costituiscono una risorsa fondamentale dell’Ambito Turistico Chianti. Un mosaico storico, culturale e ambientale del Chianti, utile alle esigenze di mobilità dei cittadini e dei turisti. Oltre al significato storico, le strade rivestono oggi l’importanza di una rete di viabilità fruita e necessaria ai residenti, una risorsa economica e un’opportunità di valorizzazione del turismo slow e del made in Chianti, un importante volano di promozione economica che va promosso e incentivato a favore sia delle tante aziende agricole, agrituristiche e zootecniche che le utilizzano come uniche vie di accesso sia dei flussi

turistici alternativi che le percorrono per riscoprire tradizioni, prodotti tipici e aree naturali del nostro territorio. I Comuni di Barberino Tavarnelle, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Greve in Chianti, Radda in Chianti, San Casciano in Val di Pesa, continuano a tenere alta l’attenzione e a programmare interventi per la manutenzione e la riqualificazione di questa notevole ricchezza ambientale. E’ sulla scia ideale di pastori e greggi che si intraprende il viaggio tra le vie bianche del Chianti, importanti chiavi di lettura per conoscere e comprendere il forte legame tra uomo e territorio, usi e costumi di una volta, sapori e essenze che caratterizzano i prodotti tipici, quali olio, vino, formaggi, salumi, miele e tanti altri. Anche i giochi e le tradizioni sono parte integrante della storia delle strade bianche. Nei ricordi della comunità l’antico gioco della ruzzola era l’attrattiva principale, una delle tradizioni più partecipate durante la festa della vendemmia e consisteva nel far correre la forma di cacio o formaggio conducendola con un’asta di legno lungo le irregolarità della strada.

Cristina Tedde

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La felicità in borsa


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ughero, juta, fieno di riso, carta riciclata. Happy to bee, il marchio ideato da Lucia De Biasio per le sue borse, è una celebrazione della vita, della natura, della connessione a un mondo più grande di noi di cui siamo ospiti spesso malamente ingombranti. Dopo aver lavorato per quasi un decennio come modellista per i grandi marchi della moda, con il Covid Lucia ha capito che voleva dare un contributo più personale e marcato al suo lavoro e ha sviluppato una linea di prodotti ecologici, rispettosi dell’ambiente e della vita degli animali. Zaini, borsellini, borse sono tutti realizzati in sughero naturale proveniente da Italia e Portogallo: i dettagli e le rifiniture sono rigorosamente in materiali naturali o riciclati. Ideato e prodotto in Toscana, ogni oggetto è diverso, grazie alla lavorazione artigianale ma anche agli stessi materiali scelti per realizzarli: naturali e come tali soggetti a invecchiamento, si modificano con l’uso, maturano come il vino buono nelle botti, fluiscono con il tempo, come tutto ciò che è vivo. I riferimenti alla cultura toscana poi sono numerosi, come per esempio il dettaglio della chiusura a forma di ape, realizzato sempre in ottone invecchiato in modo non uniforme, caratteristica che viene sottolineata dal maggiore utilizzo di alcune parti che le rende più lucide e chiare: proprio come avviene a molte statue in metallo presenti a Firenze, in particolare il Porcellino il

cui muso è lucido per lo sfregamento dei turisti. O ancora il tiralampo in terracotta dell’Impruneta in corso di produzione per i nuovi modelli. Di sicuro comunque ogni materiale scelto è rispettoso dell’ambiente, dal plexiglass riciclato al nylon delle reti da pesca rigenerati, alla plastica delle bottiglie trovate in mare, fino ovviamente alle shopper usate per la spedizione in amido di mais e juta. Felice di esserci, felice di essere vivi con quello che c’è, ovvero un mondo pieno di bellezza che l’uomo ha il dovere di preservare, di trattare con cura. Questo il motivo per il quale Lucia ha scelto le api come marchio - simbolo - della sua produzione: la loro vita fragile e fondamentale, messa a rischio in questo momento dalla presenza invadente dell’uomo, diventa sinonimo di armonia con la natura, di vita e della sua importanza, della relazione di interdipendenza che unisce tutti gli esseri viventi. Per lo stesso motivo ha stabilito una partnership con 3bee, una start-up agritech che realizza progetti per monitorare e sostenere il benessere delle api. Per ogni oggetto acquistato si riceve in regalo l’adozione di un alveare, di cui si può seguire la vita e in alcuni casi ricevere i prodotti. Al momento i prodotti di Happy to Bee sono in vendita ancora solo online, sul sito www.happytobee.it in attesa di vederli nei negozi della città.

Sabrina Carollo

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Donatello Il Rinascimento Firenze, Palazzo Strozzi e Museo Nazionale del Bargello 19 Marzo - 31 Luglio 2022

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al 19 marzo 2022 la Fondazione Palazzo Strozzi e i Musei del Bargello presentano Donatello, il Rinascimento, una mostra storica e irripetibile che mira a ricostruire il percorso eccezionale di uno dei maestri più importanti e influenti dell’arte italiana di tutti i tempi, a confronto con capolavori di artisti a lui contemporanei quali Brunelleschi e Masaccio, Mantegna e Giovanni Bellini, ma anche successivi come Raffaello e Michelangelo. La mostra, evento culturale di punta del 2022, nasce come celebrazione del grande maestro per allargare la riflessione su questo artista rivoluzionario nei materiali, nelle tecniche e nei generi. Scultore supremo del Quattrocento – tra i secoli d’oro dell’arte italiana – e prediletto della famiglia Medici, insieme a Brunelleschi e Masaccio, Donatello diede il via alla straordinaria stagione del Rinascimento, proponendo nuove idee e soluzioni figurative che hanno segnato per sempre la storia dell’arte occidentale. Credits ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

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Attraverso le sue opere Donatello rigenera l’idea stessa di scultura, con una potenza di visione unica in cui unisce le scoperte sulla prospettiva e un concetto totalmente moderno di umanità. La dimensione psicologica dell’arte di Donatello abbraccia in tutta la loro profondità le più diverse forme delle emozioni, dalla dolcezza alla crudeltà, dalla gioia al dolore più straziante. Distribuita su due sedi, Palazzo Strozzi e il Museo Nazionale del Bargello, la mostra propone un viaggio attraverso la vita e la fortuna di Donatello articolato in quattordici sezioni. Si inizia dagli esordi e dal dialogo con Brunelleschi, proponendo il confronto tra i due celebri Crocifissi lignei

provenienti dalla Basilica di Santa Croce e da quella di Santa Maria Novella. Si procede poi attraverso i luoghi per cui Donatello ha lavorato (Siena, Prato e Padova, oltre a Firenze), trovando moltissimi seguaci, entrando in dialogo con altri celebri artisti molto più giovani quali Mantegna e Bellini, e sperimentando nei materiali più diversi le sue formidabili invenzioni plastiche e scultoree. Conclude la mostra una sezione speciale dedicata all’influenza di Donatello sugli artisti a lui successivi, tra cui Raffaello, Michelangelo e Bronzino, testimoniando così l’importanza capitale della sua opera per le vicende dell’arte italiana.

Per Informazioni www.palazzostrozzi.org www.bargellomusei.beniculturali.it

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siste un cuore verde a Firenze, ma non è un giardino. Esiste un luogo, dove io mi sento a casa. Esistono persone che per un caso si conoscono e condividono un sogno e dopo anni lo realizzano. Questa storia, è la storia di due ragazze che coltivano la bellezza in tutte le sue forme. Ti accompagnano passo passo, nello scoprirla. Spesso, hanno il coraggio di farti osare, ti danno la spinta nel valorizzarti qualora tu, non ti veda abbastanza bella.

MALULAB non è un salone di bellezza. È quel luogo dove ti senti coccolata da amiche di lunga data e capita in ogni tua richiesta. Dove tra una tazza di caffè od un calice di vino, ci si racconta. Ho conosciuto Malvina per la prima volta anni fa, lei lavorava in Oltrarno ed è stato amore a prima vista. Era inverno ed i miei capelli non brillavano più. Erano spenti, sciupati un po’ come siamo noi talvolta, quando ci lasciamo andare. Poi arrivano mani esperte ed improvvisamente brilliamo nuovamente. Capita spesso, che amiche o conoscenti mi chiedano chi mi abbia fatto questo taglio di capelli o questo colore biondo miele che mi rappresenta tanto. Ed io racconto questa storia, che poi è un po’ quella delle ragazze stesse, che si sono conosciute grazie ad un biondo perfetto. La storia di due donne Malvina e Luljete, che arrivano da lontano, ma che hanno creato un microcosmo accogliente e rilassante. La storia di una scelta consapevole e responsabile di prodotti bio e naturali. Una storia, dove per prime loro hanno avuto il coraggio e la forza di darci un taglio. Questa storia, forse sarà anche la vostra dopo queste righe. Potrei raccontarvi tanto, tantissimo, ma spero che voi per prime varcherete quella porta in Via degli Alfani e mi direte che quella giornalista aveva avuto ragione. MALULAB : Via degli Alfani, 32r 50121 Firenze malulab.com

Malulab A

NEW

EXPERIENCE

OF

BEAUTY


“Ciò che nella vita rimane, non sono i doni materiali, ma i ricordi dei momenti che hai vissuto e ti hanno fatto felice. La tua ricchezza non è chiusa in una cassaforte, ma nella tua mente. È nelle emozioni che hai provato dentro la tua anima.”

Alda Merini


>> I posterini di Elitism, staccali e conservali




Go vegan

A FIRENZE

NIRVANA ::. Via il Prato 4/B Firenze >> nirvanaristorante.it | +39 346 63 81 015 Piatti “disegnati” per trasmettere pura energia. L’attenzione e la cura con cui ogni piatto viene studiato e realizzato fa capire che da vent’anni ormai Piero e Silvana ce la mettono tutta per raccontare la loro visione di cucina. Da provare la Carbonara Veg e I dolci del giorno (sani e golosi!). Gli interni del locale sono curati e minimal, a disposizione per le belle giornate anche i tavoli esterni. R A W : : . V i a S a n t ’A g o s t i n o 1 1 r F i r e n z e > > h a s h t a g r a w . i t | + 3 9 0 5 5 7 0 9 1 3 2 8 Per scoprire un’ottima cucina vegana crudista di alta qualità #Raw è un bistrot in Santo Spirito che dovete provare, senza dubbio. I prodotti sono accuratamente selezionati, senza glutine e senza lattosio. Per chi ancora non conosce la cucina crusita, vi diciamo che nel crudismo è utilizzato solamente cibo fresco, integro e non raffinato, senza aver subito processi chimici o cotture oltre i 42° C in modo da conservare tutti i valori nutritivi. Gli alimenti maggiormente usati nel Raw sono frutta, verdura, germogli, semi, frutta secca, frutta essiccata e alghe. Vi abbiamo incuriosito? Non vi resta che provarlo! F L O W E R B U R G E R : : . V i a S a n G a l l o 1 3 r > > f l o w e r b u rg e r. i t | + 3 9 0 5 5 4 9 3 6 6 8 7 Per gli amanti del burger, vi sveliamo un segreto: potete mangiarli anche in versione vegana. Più gustosi, più vari, e più sani. La caratteristica dei Flower Burger è l’eclettismo: colorati e belli da vedere, in tante versioni diverse. Avete mai assaggiato un panino di colore giallo o verde? E se vi diciamo Burger di fagioli rossi e avena? Oppure Burger di lenticchie? Il tutto da accompagnare con patate speziate, Buenas o Edamame. Rock on con i burgers vegani!


S.M. Novella Central Train Station Piazza dell’Unità

Mercato Centrale

Piazza S. Maria Novella

Arn o

Palazzo Strozzi

Piazza Goldoni Ponte Alla Carraia

Piazza della Repubblica

Piazza S. Trinita Mercato Nuovo

Ponte S. Trinita

Galleria degli Uf

Ponte Vecchio

Piazza Santo Spirito

Piazza Dei Pitti

Piazza della S

Giardino di Boboli

Palazzo Pitti


Piazza San Marco

Giardino dei Semplici

Piazza della S.S. Annunziata

Galleria Dell’ Accademia

Get lost in Florence Perdetevi a Firenze >> SA NTA C RO C E >> SA NTO S P I RI TO A N D S AN F RE DI A N O >> D U OM O AN D S AN LO RE N Z O >> SA NT ’AM B RO G I O >> SA N N I C C O LÒ

Cathedral of Santa Maria Del Fiore

>> SA N M I N I ATO AL M O N T E A ND P I AZ Z AL E M I C H E L A N G E LO

Piazza a San Firenze Signoria

a ffizi

Piazza Santa Croce

Piazza Mentana

Arn o

Ponte Alle Grazie


Dryphoto N E L

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“ U N A LU N GA AV V E N T U R A M O N D O D E L L’ I M M A G I N E ” A P R A T O

ryphoto arte contemporanea ha da sempre cercato una relazione privilegiata con il territorio che abita, una vocazione politica che l’accompagna fino dalla nascita. La scelta di aprire la sua prima sede nel centro storico di Prato, nel 1977, nasce anche dalla necessità di andare a rivitalizzare una zona della città, in quel periodo abbandonata, per creare uno spazio culturale dedicato alla fotografia. Ecco che vengono invitati giovani fotografi a fare

laboratori e mostre di fotografia: Luigi Ghirri e il laboratorio “Il senso del fotografare” che accompagnava la mostra personale Still Life Topographie - Iconographie del 1981; e poi Olivo Barbieri, Guido Guidi, Fulvio Ventura, Giovanni Chiaramonte, o la mostra nel 1984 con l!allora giovanissimo Michael Schmidt, autore entrato poi nella storia della fotografia e diventato punto di riferimento di molti i fotografi. Dryphoto mette in atto operazioni che coinvolgono

Emanuele Camerini, fotografia dalla serie Dream realizzata per La Via della Cina 2018, a cura di Filippo Maggia. Nell’immagine la veduta di Piazza 5 marzo 2015, progetto di Piazza dell’Immaginario 2015 a cura di Alba Braza.


Andrea Abati, I Luoghi del Mutamento, Prato, viale Galilei, 1990. Dal 2019 nella collezione del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato.

Ai Teng, Vacanze Pratesi, 2019, serie fotografica realizzata per il progetto La Via della Cina 2019, a cura di Filippo Maggia.

sempre di più la città come le diverse edizioni del progetto Spread in Prato (2002-2006), a cura di Pier Luigi Tazzi, che porta opere di arte contemporanea fuori dagli spazi deputati dell’arte, per entrare nei luoghi quotidiani di produzione e di consumo, nelle aziende e negli esercizi commerciali. Dal 2002 Andrea Abati, artista e fondatore di Dryphoto insieme a Vittoria Ciolini, sposta il suo studio nel Macrolotto zero, il quartiere scelto dalla maggior parte dei nuovi cittadini di origine cinese per abitarci e aprire le proprie attività: la massima concentrazione dei nuovi abitanti si ha in via Pistoiese, denominata dalla comunità “via della Cina”. Nel 2012 Abati trasforma lo spazio residuale dietro la sede di Dryphoto – che nel frattempo aveva lasciato definitivamente il centro storico per trasferirsi in via delle Segherie – nel Giardino Melampo, un giardino di

vicinato destinato a un uso comune. Il coinvolgimento del vicinato, della comunità cinese e delle diverse culture che abitano il quartiere, sembra essere un vero e proprio metodo di lavoro nei progetti di Dryphoto. Nasce dalla pratica dell’ascolto Piazza dell’Immaginario a cura di Alba Braza con la sua prima edizione nel 2014. L’intervento di questo progetto parte ripulendo pareti, collocando panchine e piantando dei fiori, fino ad arrivare a stabilire una comunicazione fra le persone che abitano il quartiere. L’arte diventa parte della vita quotidiana e, attraverso la condivisione di processi di creazione, il progetto si fa carico della necessità delle persone di trovare spazi di relazione. Serena Becagli

Andrea Abati, Borgo San Lorenzo, serie La Forza della Natura, 2014, installazione permanente per Piazza dell’Immaginario 2014. readelitism.com 33


Il giardino dell’arte.Opere, collezioni a cura di Stefano Collicelli Cagol 27 marzo - 24 luglio 2022

Dal 27 marzo al 24 luglio 2022 il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta Il giardino dell’arte. Opere, collezioni, prima mostra curata dal neodirettore Stefano Collicelli Cagol, un percorso che si snoda nelle dieci sale dell’ala storica del museo tra opere realizzate da artiste e artisti italiani e internazionali di generazioni diverse. Il titolo dell’esposizione evoca l’immagine del museo e del giardino, intesi non soltanto come luoghi dedicati alla cura e al ristoro ma anche come spazi della meraviglia in cui potersi immergere nella bellezza in tutte le sue forme. Il paragone tra museo e giardino sottolinea il ruolo dell’arte come elemento essenziale per una comunità, e risponde al bisogno di confrontarsi con forme e immaginari nati nei momenti storici più complessi. A popolare il giardino artistico sono opere provenienti dalla collezione del Centro Pecci e da collezioni private – il collezionare stesso è in sé un “atto di cura” per gli oggetti e le idee più disparate – accanto a lavori di un gruppo di artiste e artisti emergenti.

Dalle opere di Alberto Savinio, Osvaldo Licini, Alighiero Boetti e Alberto Burri, ad artiste contemporanee come Nan Goldin, Monica Bonvicini, Roni Horn e Marisa Merz, Il giardino dell’arte. Opere, collezioni presenta e rende accessibili al pubblico, negli spazi del Centro, opere di assoluta qualità museali, riportando l’attenzione dell’istituzione sul collezionismo, tema che verrà ulteriormente sottolineato dal futuro progetto di riallestimento della collezione permanente. Artisti: Alighiero Boetti, Monica Bonvicini, Daniel Buren, Alberto Burri, Pedro Cabrita Reis, Marlene Dumas, Peter Fischli & David Weiss, Ryan Gander, Nan Goldin, Massimo Grimaldi, David Hammons, Roni Horn, Délio Jasse, Ragmar Kjartansson, Wilfredo Lam, Sara Leghissa, Osvaldo Licini, Paul Etienne Lincoln, Marisa Merz, Helen Mirra, Philippe Parreno, Carol Rama, Alberto Savinio, Shafei Xia, Andro Wekua. Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci Viale della Repubblica 277 Prato


L’arte e la Città / Art and the City a cura di Stefano Pezzato

Responsabile Collezioni e Archivi del Centro Pecci

20 novembre 2021 – 12 giugno 2022

Aprono e chiudono il percorso espositivo alcune opere espressamente “made in” Prato, per ribadire la centralità e influenza della ricerca artistica contemporanea all’interno di questa città, che attraverso il Centro

In concomitanza con l’apertura dell’URBAN CENTER all’interno del museo, dal 20 novembre 2021 il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta L’ARTE E LA CITTÀ / ART AND THE CITY, una mostra a cura di Stefano Pezzato che mette in dialogo un’ampia selezione di opere dalle collezioni museali con rari materiali d’archivio. Concepita come espressione diretta della città di Prato, dove il Centro Pecci è stato fondato e ha la propria sede, ma anche come riflesso di un contesto metropolitano in costante rinnovamento ed estensione, l’area tra Firenze, Prato e Pistoia dove il Centro Pecci è inserito e opera, questa nuova mostra presenta una panoramica inesplorata dei rapporti fra arte contemporanea e ambiente urbano. Il percorso espositivo si articola in tre sezioni che si articolano all’interno dell’Ala grande del museo, che si estende e affaccia sull’asse di Viale della Repubblica: la città indagata e interpretata da diversi artisti contemporanei; l’arte prodotta negli ultimi decenni riferita o integrata alla realtà urbana; l’arte contemporanea nel tessuto di Prato e nella cornice stessa del Centro Pecci. Dipinti, sculture, installazioni, fotografie, video, insieme a disegni, stampe, materiali d’archivio di una quarantina fra artisti e gruppi, sia italiani sia internazionali, raccolti nelle collezioni e documentati in vari archivi del Centro Pecci investigano tematiche attuali quali le trasformazioni, le trasfigurazioni e utopie della città, i conflitti, le ascese e cadute che si sviluppano al suo interno. Lavori che parlano di incontri e confronti, scenari e soggetti propri dell’ambito urbano, ma che svelano anche inserimenti artistici pensati e realizzati per Prato, che ha nel Centro Pecci un punto di riferimento culturale e identitario, assumendo ormai da mezzo secolo il ruolo di città dedita allo sviluppo e alla raccolta delle arti contemporanee.

Pecci rappresenta il presente e futuro di una regione estremamente ricca e fiera della propria storia come la Toscana. La scelta di esporre solo opere provenienti dalle collezioni e materiali d’archivio punta a valorizzare il vasto patrimonio raccolto e in continua espansione, per sottolineare la potenzialità, flessibilità e sostenibilità di progetti realizzati con materiali acquisiti e conservati al Centro Pecci dal 1988 a oggi. Durante l’apertura della mostra saranno attivati nuovi programmi educativi e per il pubblico, rassegne cinema e incontri di approfondimento; saranno stimolati collegamenti con opere e iniziative culturali in città e connessioni con attività produttive del territorio. Artisti in mostra: Andrea Abati, Andreoni & Fortugno, Nobuyoshi Araki, Marco Bagnoli, Richard Baquié, Massimo Barzagli, Rossella Biscotti, Eberhard Bosslet, Botto & Bruno, Marcos Chaves, Marcelo Cidade, Marco Cingolani, William Eggleston, Anna Esposito, Jan Fabre (con Ilya Kabakov), Fischli & Weiss, Rainer Ganahl, Gilbert & George, Nan Goldin, Dmitri Gutov (per Radek Community), Haas & Hahn, Takashi Homma, Karen Kilimnik, Kinkaleri, Philip Lorca di Corcia, Lucia Marcucci, Mario Mariotti, Fausto Melotti, Nino Migliori, Domingo Milella, Anatoly Osmolovsky, Fabrizio Plessi, Anne & Patrick Poirier, Guido Sartorelli, Mauro Staccioli, Wolfgang Tillmans, Marco Tirelli, Leonid Tishkov, Rodolfo Vitone, Andy Warhol, Erwin Wurm Si ringrazia Pecci Filati SpA e Steve Jones Srl per il contributo Art Bonus

Credits ©photoElaBialkowskaOKNOstudio


Cinzia Naticchioni Rojas P E R I M E T R I

D I

G H I A C C I O

8 aprile – 14 maggio 2022

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“Spesso si dice che la fotografia congela l’attimo, lo rende eterno: stampando su ghiaccio, io ho cercato di fare il contrario, di lavorare con una immagine fotografica che nasce, prende forma e si consuma, lasciando allo spettatore che assiste dal vivo al procedimento, il ricordo di una immagine viva, vicina nella sua essenza alla natura vitale e caduca che appartiene a noi umani.” Così Cinzia Naticchioni Rojas, artista e fotografa italo-messicana, ci introduce al lavoro che porterà dall’8 aprile al 14 maggio 2022 alla Crumb Gallery a Firenze. La mostra, dal titolo Perimetri di Ghiaccio, esporrà 37 scatti elaborati dalla Rojas sul tema dell’impermanenza e della fragilità della condizione umana. Le opere esposte alla Crumb Gallery appartengono a quattro serie diverse: “Narciso Autoritratto”, “Narciso Autoritratto figura intera”, “Si sciolgono i ghiacciai” e “Racconti brevi”. L’approccio della Rojas alla fotografia è sperimentale e innovativo: tratta il ghiaccio con un’emulsione fotosensibile e poi lo espone alla luce come si faceva con la

fotografia analogica, lasciando che l’immagine si trasformi di conseguenza, vista la natura del supporto. L’artista documenta poi i diversi momenti di questo processo attraverso dei video o altre immagini stampate. Con le sue impressioni manuali sul ghiaccio mette in discussione la convinzione che l’immagine sia, per sua natura, fissa e statica, uguale nel tempo, anzi, come e con il ghiaccio, si assiste a un suo progressivo mutamento fino a che si dissolve totalmente e cessa di esistere. Una metafora della vita e della morte. Cinzia N. Rojas, architetto, artista e fotografa italo-messicana, vive e lavora in Italia e in Spagna. Nella sua produzione artistica indaga la fotografia nel senso più puro della definizione utilizzando tecniche off-camera in cui rende protagonista la luce e le impronte che questa lascia sulla materia sensibile. Ha partecipato a diverse mostre e festival in Italia e in Europa e vinto diversi concorsi.

CRUMB GALLERY

VIA SAN GALLO 191 ROSSO - FIRENZE

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Arte in Lunigiana


U

na terra affascinante, a cavallo tra tre regioni, affacciata verso il mare ma arroccata in montagna, da sempre culla di arte. La Lunigiana è un crocevia di culture, territorio interessante che si arricchisce ora di nuovi scorci d’arte grazie al programma “Lunigiana Land Art”, finanziato dal Ministero della Cultura. Un progetto ampio e articolato che parte dall’arte ambientale per arrivare al teatro passando per gli appuntamenti dedicati ai bambini, in modo da offrire a un pubblico ampio una visione quanto più possibile profonda e stimolante di questa zona. Un’occasione interessante di allargare il proprio itinerario turistico con una tappa originale, capace di coniugare le bellezze naturali con le proposte intellettuali e una qualità enogastronomica di livello. Punta di diamante del percorso Lunigiana Land Art sono i sei lavori di arte ambientale che verranno realizzati in questi mesi dagli artisti che sono stati selezionati a febbraio e che verranno ospitati in sei diversi comuni, nei quali sono liberi di scegliere un’area dove eseguiranno il proprio intervento. Gli artisti selezionati, Rachele Maistrello, Laura Pugno, Ilaria Turba e i collettivi Marco Loi e Giacomo Bianco, Fotoromanzo Italiano e Polisonum, lavoreranno nei comuni di Bagnone, Casola in Lunigiana, Comano, Filattiera, Licciana Nardi e Tresana e presenteranno le proprie opere durante il weekend conclusivo in programma dal 30 giugno al 3 luglio 2022 a Pontremoli. Contemporaneamente ai loro laboratori, il territorio prenderà vita grazie ad appuntamenti dedicati sempre a chi fa arte: gli workshop gratuiti, partiti a marzo con il primo incontro guidato dall’artista Mario Cresci a cui seguono quelli con Tom Lovelace, Marina Caneve, CESURA, Felicity Hammond e Jacopo Benassi. In parallelo a questi momenti più strettamente dedicati a chi fa arte, sono in programma numerose iniziative per un pubblico più eterogeneo, a partire dai laboratori per bambini per arrivare alle visite guidate dei numerosi punti di interesse dell’area, al teatro, ai concerti. Il calendario completo degli appuntamenti è consultabile sul sito www.lunigianalandart.it

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Il Padule D I

F U C E C C H I O

I

l Padule di Fucecchio si estende per 1.800 ettari compresi tra la provincia di Pistoia e quella di Firenze, tra la Valdinievole e il Montalbano, ed è la più estesa area paludosa interna italiana. Una perla naturalistica e un paradiso per gli amanti del birdwatching, che ospita una grande varietà di piante, dalla felce reale alla grande carice, dal morso di rana all'otricolaria (una piccola pianta carnivora), ma anche 200 specie di uccelli, dagli aironi - che qui nidificano in colonia (fra cui la splendida sgarza ciuffetto) - fino alla gru e alla cicogna nera. Anche se ampiamente ridotto rispetto all'antico lago-padule, che un tempo occupava gran parte della Valdinievole meridionale, il Padule costituisce tuttora una zona umida di grande interesse naturalistico. Circa 230 ettari sono protetti da Riserve Naturali istituite dalle Amministrazioni Provinciali di Pistoia e Firenze, mentre tutto il resto del bacino rientra nelle relative Aree Contigue. Il Padule di Fucecchio riveste anche un ruolo fondamentale nelle rotte migratorie fra la costa tirrenica e l’interno. In particolare gli aironi nel periodo riproduttivo formano la garzaia (ovvero la colonia di nidificazione) più importante dell'Italia centromeridionale, con ben sette specie diverse: la Nitticora, la Garzetta, la Sgarza ciuffetto, l’Airone guardabuoi, l’Airone rosso, l’Airone cenerino e l’Airone bianco maggiore.

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Chi vuole scoprire l'area protetta può recarsi Centro Visite della Riserva Naturale del Padule di Fucecchio a Castelmartini, nel comune di Larciano, che ospita mostre permanenti e temporanee sulla zona umida, organizze escursioni guidate di tipo naturalistico e storico-ambientale e laboratori didattici, rivolti sia alle scuole che agli adulti e ai gruppi.

Per informazioni C e n t r o R . D . P. Padule di Fucecchio tel. 0573/84540, fucecchio@zoneumidetoscane.it Te s t i w w w. v i s i t t u s c a n y. co m



FRITTELLE DI RISO DOLCI

PORZIONI

4

COTTURA

IN PENTOLA

MINUTI

35

DIFFICOLTÀ

2/5

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

PREPARAZIONE

> 400 ml di latte

Mettete il latte e l’acqua sul fuoco insieme al riso e alla scorza dei limoni grattugiata evitando la parte bianca e la scorza delle arance tagliata. Fate cuocere il riso per 15 minuti circa fino a che avrà assorbito tutto il liquido, mescolandolo di tanto in tanto per evitare che si attacchi alla pentola. Una volta cotto, fate raffreddare. Togliete le scorze e iniziate a unire tutti gli altri ingredienti.

> 200 ml d’acqua > 240 g di riso > 160 g di zucchero > 160 g di farina 00 > 2 uova > 2 limoni non trattati > 2 arance non trattate > 2 cucchiaini di lievito in polvere per dolci > olio di semi di arachide > zucchero a velo > 1 l di succo al mirtillo

Inumiditevi le mani con un pochino di acqua e create tante palline che metterete su un piatto. Mettete l’olio di semi di arachide in una pentola stretta e dai bordi alti e fatelo scaldare. Mettete a friggere due o tre frittelle di riso alla volta in modo che non abbassino eccessivamente la temperatura dell’olio. Scolatele su carta assorbente. Spolverizzate con zucchero a velo a piacere e accompagnate con un bicchiere di succo al mirtillo.

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Where to eat ARCHITETTURA DEL CIBO Architettura del Cibo è una vera e propria esperienza dei sensi, dove la materia e l’amore per la cucina si fondono per creare sapori eccellenti e connubi inaspettati. Il ristorante è, prima di tutto, una fucina di artigianato d’eccellenza, e si lascia scoprire col tempo. La cucina, completamente a vista, si apre alla sala ristorante e la invade con il suo essere moderna e luccicante. Laboratorio di idee e professionalità, dove viene orchestrato il servizio della sera di fronte agli occhi dei clienti. >>Via Fra Bartolomeo 58 - Firenze | architetturadelcibo.it


MARÈE RISTORANTE & LOUNGE BAR Nel cuore del Parco delle Cascine, all’interno del Manduca, un luogo dove poter cenare in coppia o in compagnia di amici un una location raffinata ed eclettica, scegliendo da un menù strutturato su piatti di pesce scelto e carne senza paragoni. Una realtà gastronomica e polivalente. Marèe è anche Lounge Bar: potrete infatti degustare cocktails d’autore preparati dai migliori mixologist e scegliere da una carta di vini scelti selezionati con cura e passione. La Domenica, aperti anche per merende a base di ottima pasticceria. >>Via S. Biagio a Petriolo, 2 - Firenze - mareeristorante.it

GUNÈ Queste tre parole racchiudono quelle che per Gunè è la cucina: fatto a mano, con amore in cucina. Come facevano le nostre nonne. Gunè è molto più di un ristorante. È un luogo dove le parole, i sapori, gli odori si intrecciano dando vita a un vero percorso culinario: piatti con un tocco particolare che nasce dalla conoscenza delle materie prima della Toscana e della Lucania. Ma chi è Gunè? “È una donna che viene da più lontano e che incarna le nostre nonne e le nostre mamme. Creava ricette che davano emozioni a chi sedeva alla sua tavola grazie a quel tocco particolare che nasceva dalla conoscenza delle materie prime dei suoi territori.” >>Via del Drago d’Oro 1r - Firenze | gunesanfrediano.it


L'oasi Lipu D I

M A S S A C I U C C O L I

L

a Riserva Naturale del Chiarone fu istituita nel 1979 con la nascita del Parco Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli. Nel 1985 fu affidata alla Lega Italiana Protezione Uccelli/ BirdLife Italia, così nacque l’Oasi LIPU Massaciuccoli. Alloggiato in una grande depressione originata dalla formazione dell’Appennino, il Lago di Massaciuccoli rappresenta lo stadio avanzato di un’antica laguna costiera, arretrata con l’avanzare della linea di costa ed il ripascimento dei sedimenti trasportati dai fiumi della piana pisana e versiliese. La Lipu si occupa della pianificazione e gestione ambientale della Riserva, della manutenzione delle strutture per la visita e del monitoraggio di flora e fauna. Gestisce inoltre la fruizione turistica e si occupa di educazione ambientale attraverso l’organizzazione di eventi, di campi estivi e di attuazione di progetti educativi nelle scuole presenti sul territorio.

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Un’esperienza bellissima da non perdere? Il percorso naturalistico all’interno della Riserva Naturale del Chiarone. Costituito da un camminamento in legno su palafitta per una lunghezza di circa 800 metri, prosegue con un sentiero pianeggiante all’interno di un piccolo lembo di bosco umido di pianura. Una piacevole e suggestiva passeggiata che si immerge in un ambiente unico dove è possibile osservare la flora tipica delle paludi e dei boschi igrofili, insetti, pesci e altri organismi acquatici e naturalmente, con un po’ di attenzione, le varie specie di uccelli che popolano questo ambiente, importante area di sosta, di svernamento e riproduzione.

L’ingresso è libero e gratuito, tutti i giorni a qualunque orario. E’ possibile lasciare un’offerta all’ingresso del percorso per contribuire a mantenere la libertà di accesso. Sia il camminamento che gli osservatori sono accessibili alle persone diversamente abili.

Per informazioni 0584975567 oasi.massaciuccoli@lipu.it www.oasilipumassaciuccoli.org/

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Nel paesaggio dell’arte S E N T I M E N T

O F

B E A U T Y

Gianni Moretti, Studio per Anna monumento all’attenzione, 2017


Nel paesaggio dell’arte è un ciclo di incontri sull’arte rivolto e riservato alle scuole della provincia di Lucca, a cura dell’associazione Sentiment of Beauty, organizzazione senza scopo di lucro che opera da anni nell’ambito culturale e lavora sui temi dell’arte, della bellezza e della conoscenza. Il tema di questa serie di interventi è il paesaggio, come luogo fisico da vivere e percorrere, ma anche come cammino nella storia del paesaggio nell’arte. Artisti riconosciuti a livello internazionale e personalità influenti nel panorama culturale, artistico e istituzionale italiano, guidano gli studenti durante le lezioni e i laboratori, rendendo l’arte viva ai loro occhi. Il programma si svolge tra marzo e giugno 2022 nelle sedi del Complesso di San Micheletto, del Real Collegio di Lucca, oltre a incontri e laboratori a Sant’Anna di Stazzema, al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato e in Garfagnana. Partendo dalla lezione sui Giardini medicei e cultura umanistica nel Quattrocento della storica dell’arte Cristina Acidini, Accademico Ordinario e Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, si inizia poi ad osservare la nascita del “paesaggio” come genere autonomo, con l’intervento del Direttore della Fondazione Ragghianti, lo storico dell’arte Paolo Bolpagni. L’artista Luca Vitone esplora da sempre il modo in cui i luoghi si identificano attraverso la produzione culturale: l’arte, la cartografia, la musica, il cibo, l’architettura. Vitone propone una lezione e un workshop per le scuole lucchesi Andrea Granchi artista, filmaker, curatore e docente, a lungo titolare della cattedra di Pittura nelle Accademie di Belle Arti di Carrara e di Firenze, approfondisce il tema del disegno e delle sue applicazioni per poi realizzare insieme agli studenti un “diario”, ovvero Cahier de voyages, in collaborazione con il fotografo Carlo Cantini. Con l’anarchitetto Gianni Pettena il programma si sposta per un giorno al Centro Pecci di Prato,

Nel paesaggio dell’arte. Alcuni momenti del laboratorio di Andrea Granchi. Foto Irene Tempestini

dove è in corso la mostra URBAN TRILOGY / TRILOGIA URBANA, una selezione di film e progetti di Architettura Radicale incentrati sul tema della città firmati da Gianni Pettena e dai gruppi Superstudio e Ufo, provenienti dalle collezioni e dagli archivi del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci. La curatrice Serena Becagli, nella lezione Paesaggi contemporanei, osserva alcune opere d’arte contemporanea da interpretarsi come luogo di incontro tra artista, paesaggio e spettatore. Lo storico dell’arte Luigi Ficacci e l’artista Gianni Moretti ci portano per un giorno nel Parco della Memoria di Sant’Anna di Stazzema per un dialogo attorno all’opera Anna. Monumento all’attenzione, commissionata a Moretti nel 2016 all’interno dell’impegno di conservazione, sia fisica che culturale, del paesaggio della provincia di Lucca. Lo scultore Antonio Di Tommaso introduce il tema del paesaggio nel bassorilievo partendo dalla tradizione scultorea toscana che dagli Etruschi, passando per Donatello e Jacopo della Quercia giunge sino ad oggi, per realizzare insieme agli allievi un bassorilievo in creta. È un paesaggio che parla di attraversamento e antropologia quello in cui ci porta l’artista Simona Lotti, per una camminata su sentieri e viottoli che collegano Castelnuovo Garfagnana agli alpeggi di San Pellegrino per osservare il fenomeno della transumanza e i tracciati che l’uomo segna sulla terra. Il programma è realizzato grazie al contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Banca Generali – Paolo Tacchi, Real Collegio Lucca; in collaborazione con MIUR, Ufficio Scolastico IX di Lucca e Massa Carrara, ANISA Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte, Accademia delle arti del disegno di Firenze, Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti; con la partecipazione del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato e con il patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Lucca, Città di Lucca e Fondazione Italia patria della bellezza.

Luca Vitone, Romanistan, 2019, fotografia digitale Courtesy l'artista, Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Italian Council 2018

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Arrivederci!

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See you next time in Florence. We can’t wait to welcome you again. www.readelitism.com



What the world needs now is love, sweet love It’s the only thing that there’s just too little of What the world needs now is love, sweet love No not just for some, but for everyone Lord, we don’t need another mountain There are mountains and hillsides enough to climb There are oceans and rivers enough to cross Enough to last 'til the end of time What the world needs now is love, sweet love It’s the only thing that there’s just too little of What the world needs now is love, sweet love No, not just for some, but for everyone Lord, we don’t need another meadow There are cornfields and wheatfields enough to grow There are sunbeams and moonbeams enough to shine Oh listen, Lord, if you want to know What the world needs now is love, sweet love It’s the only thing that there’s just too little of What the world needs now is love, sweet love No, not just for some, oh, but just for every, every, everyone


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