Architettura anonima: influenze e suggestioni
Iquique – creato nel 2004 per assorbire parte delle baraccopoli del centro città – Aravena realizza alloggi popolari con gli stessi materiali dell’insediamento spontaneo che
Per capire le radici di una teoria dell’architettura anonima
occupava precedentemente l’area d’intervento, rifacen-
bisogna risalire alla figura chiave di Hermann Muthesius,
dosi a forme consolidate della tecnica del costruire locale
fondatore del Deutsche Werkbund e sostenitore dell’u-
e rielaborandole per formare un nuovo lessico costituito
so dei nuovi mezzi industriali come unica possibilità per
da un catalogo di elementi industrializzati, facilmente ge-
riscattare il mestiere artigianale e risolvere il problema
stibili nell’ambito dei processi di auto organizzazione della
socio-economico delle arti applicate. Nel testo Das en-
comunità che vi si insedierà.
glische Haus15, pubblicato in tre volumi nel 1904, Muthesius usa il termine Sachlichkeit16 per indicare “ciò che è proprio dell’essenza delle cose”, definita dall’assenza di stile che Muthesius ritrova nelle abitazioni comuni inglesi, ascrivibili al campo del “vernacolare” o “popolare”, temi a cui il testo è interamente dedicato: «Nei nostri grandi ponti, piroscafi, carrozze ferroviarie, biciclette e simili […] noi vediamo incarnate idee veramente moderne e nuovi principi di design che esigono la nostra attenzione. Qui notiamo una rigorosa, si potrebbe dire scientifica, Sachlichkeit, un’astensione da tutte le forme superficiali di decorazione, un design che segue strettamente lo scopo cui l’opera dovrebbe servire»17. Secondo Muthesius la borghesia tedesca è la nuova classe sociale a cui spetta il compito di rivoluzionare lo stile e il gusto, rinunciando al superfluo per privilegiare l’utilità, la semplicità e l’oggettività, tutti valori sostenuti dalla Sachlichkeit, essendo fermamente convinto del fatto che «non abbiamo bisogno di mobili sentimentali né di un’arte lussuosa per ricchi, ma dell’utensile decoroso per l’uomo
Gli abitanti, coinvolti fin dall’inizio all’interno della progettazione grazie ad un proficuo dialogo partecipativo, hanno intrapreso processi di modificazione e di integrazione dell’esistente, divenendo protagonisti della realizzazione degli spazi comuni del quartiere. Questo tipo di procedimento genera una “tipologia abitativa aperta”, dove il progettista consegna all’utente un manufatto semi-costruito, del cui completamento si occuperanno da soli, in totale libertà gli abitanti; il progettista realizza l’essenziale, ciò che gli abitanti non sarebbero in grado di costruire autonomamente, ossia la struttura portante, l’involucro, la copertura, gli impianti, lasciando un vuoto – come descritto da Colin Rowe in Collage City – suscettibile di essere riempito da ciascun individuo. Il grande valore nel progetto Elemental sta nella rinuncia a qualsiasi ambizione formale da parte dell’architetto che, una volta realizzato il nuovo insediamento, scompare dietro al proprio progetto per lasciare spazio all’espressione delle persone, restituendo all’architettura il ruolo di puro servizio della società.
15 H. Muthesius, The English House (1904), New York, Rizzoli, 1979. 16 Termine comunemente tradotto con “oggettività, obiettività”. 17 citato in A. Forty, Parole ed edifici: un vocabolario per l’architettura moderna (2000), Bologna, Pendragon, 2004, p. 189.
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