Dimenticare l'architettura

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desiderio di conoscere la fine, come quando si vede molte volte lo stesso film, la stessa commedia e, senza più la suspense dell’epilogo, se ne assapora ogni fotogramma, ogni battuta: «per questo vado spesso al cinema quando la pellicola è a metà o sta finendo; conoscete i personaggi nel loro momento conclusivo e poi potete riscoprire l’azione che accadeva prima o immaginare un’alternativa»33. L’architettura si legherebbe, dunque, alle azioni umane che produce e che subisce, ed è per questo che Rossi presta molta attenzione al rito e quindi al momento in cui si compiono le azioni: per questo conviene parlare di casa della fantasia, dell’infanzia, del lavoro, della morte, piuttosto che di teatro, scuola, ufficio, cimitero. Qualsiasi edificio, nel momento in cui si svolge un rito, diventa «puro teatro», dove, anche se tutto è già previsto, tutto può ancora accadere; solamente la previsione permette, appunto, la libertà, così come solo l’organizzazione «permette i contrattempi, le variazioni, le gioie e le delusioni [...]»34.

Fig. 49.

Rossi vede nei piccoli gesti quotidiani una simbolica di-

Aldo Rossi, Impressions d’Afrique, collage realizzato nel 1977.

mensione rituale, come ad esempio l’atto dello spogliarsi,

La riflessione sul corpo prosegue ed instaura un’analogia

tema che prende forma dall’osservazione delle cabine

con la costruzione del confessionale, dove il denudamen-

da spiaggia. Le cabine dell’Elba (1973) rappresentano la

to si tramuta in disvelamento del sé più profondo, ossia

dimensione minima in cui il gesto rituale si compie e si

dell’anima. La cabina, racchiudendo in sé la dimensione

ripete, nell’indifferenza del paesaggio che l’accoglie: «Le

minima del vivere, è lo strumento di controllo dimensio-

ho chiamate cabine, – scrive Rossi – perché lo sono ef-

nale e qualitativo alla base della crescita di un sistema più

fettivamente nell’uso e nel linguaggio parlato ma anche

generale, quale, ad esempio, un villaggio: le cabine sono

perché mi sembravano una dimensione minima del vivere

un tema ricorrente nei disegni di Rossi, basti pensare alla

[…]» .

serie intitolata Impressions d’Afrique – con riferimento al

35

mondo di Raymond Roussel – dove le capanne-cabine si ripetono innumerevoli volte, lasciando intravedere un tipo di città e di edificio, idea a cui seguiranno, come diretti

33  Ibidem, p. 43. 34  Ibidem, p. 70. 35  Ibidem, p. 48.

approdi progettuali, la Casa dello studente a Chieti 1976) 142


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